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Casamicciola: un soggiorno privilegiato nel secolo della borghesia

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Academic year: 2021

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Abstract: Casamicciola is known for the richness of its thermal sites, and for the many famous people who had

frequen-ted the island from the early Eighteenth century. In the mid-Nineteenth century it was full of hotels, but few studies took a closer look to the touristic places present in the island, outside the well-known thermal spas. An important event, not inve-stigated enough yet, is the presence of Domenico Barbaja, entrepreneur of the Royal Neapolitan Theatres; he bought a villa in Casamicciola, a meeting place for great artists such as Colbran and Rossini. The lucky tourist season was suddenly interrupted by the earthquake in the summer of 1883, that irrevocably modified its layout. The ancient Piazza Bagni, known for the famous spa, became a place out of the way, way, losing its central role in the touristic flows of the Nineteenth century.

CASAMICCIOLA: UN SOGGIORNO PRIVILEGIATO

NEL SECOLO DELLA BORGHESIA

FRANCESCA CAPANO

Grazie alle fonti termali, Ischia e Casamicciola furono frequentate a partire dal XVII secolo. Nel 1735 circa Francesco Buonocore, protomedico di corte, fece costruire un casino in località Lago de’ Bagni – nei pressi dell’attuale porto, che sorse proprio dallo sfruttamento del lago di origine vulcanica , destinato ad ospitare la nobiltà europea

che si recava sull’isola. Ferdinando IV fu il primo dei Borbone a soggiornare in casa Buonocore. L’interesse del re è dimostrato da un progetto di Carlo Vanvitelli per la risistemazione del casino, che infatti fu poi acquisito dalla Casa reale e trasformato da Francesco I e Ferdinando II in casino reale. Francesco I fece realizzare una serie di

Pianta Topografica indicante i siti delle acque minerali Stufe e Fumarole dintorno il Monte della Misericordia e Casamicciola, 1828, Napoli Biblioteca Nazionale (da Capano 2009)

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planimetrie per rilevare le fonti termali (1), nell’ottica di un più organico sfruttamento delle risorse isolane (Capano, 2009: 218).

La villa Barbaja e gli alberghi di Casamicciola.

La trasformazione del soggiorno ischitano in un soggiorno borghese è annunciata dalla presenza sull’isola di un noto personaggio dell’establishment napoletano, Domenico Barbaja, famoso impresario del Teatro di San Carlo e dei teatri reali napoletani. Di umili origini e di poca cultura, egli riuscì a diventare molto ricco e in vista grazie ad una geniale intelligenza e a una grande capacità imprenditoriale. La sua fortuna iniziò con la gestione del gioco d’azzardo presso il Teatro alla Scala di Milano durante il periodo napoleonico. Giunse a Napoli nel 1810, per gestire il Real Teatro di San Carlo, introducendo anche nel regno il gioco d'azzardo, al tempo di Gioacchino Murat. I lauti guadagni servirono a Barbaja per ingaggiare i più famosi compositori, direttori e cantanti, confermando e incrementando il ruolo di prestigio che il San Carlo aveva avuto nel Settecento. Egli, oltre a essere impresario dei teatri napoletani, gestì il Kärntnerthortheater e il Theater an der Wien tra il 1821 e il 1828 e la Scala tra il 1826 e il 1832 (Pironti, 1964; Eisenbeiss, 2015).

Barbaja acquistò per sé e per la famiglia tre residenze: il palazzo in via Toledo 210, vicinissimo al teatro, dove era anche la copisteria degli spartiti musicali, una villa a Mergellina e una villa a Casamicciola in località Rostinale. Queste residenze, nonostante la fama del proprietario, sono state quasi totalmente dimenticate. Il palazzo è stato in parte distrutto e in parte inglobato nella Galleria Umberto I (Capano 2018). Pochissime sono le notizie sulla villa di Mergellina, per la quale Antonio Niccolini eseguì un progetto di ristrutturazione (Giannetti - Muzii, 1997: 121). La residenza ischitana era stata, addirittura, quasi dimenticata (Delizia, 1987: 188,189).

L’acquisto della villa da parte di Barbaja è ulteriore conferma che Casamicciola fosse, oramai, un soggiorno assai gradito all’aristocrazia e all’alta borghesia. Anche

su questa dimora le informazioni sono davvero poche. Dall’analisi di due documenti possiamo stabilire che Barbaja acquistò la casa tra il 1815 e il 1817. Nel contratto d’appalto per la gestione dei teatri napoletani, stipulato nel 1815 tra Barbaja e Giovanni Carafa duca di Noja, ministro dei Regi Teatri, la villa non compare nell’elenco delle proprietà dell’impresario, rigorosamente elencate, essendo garanzie immobiliari (Gioachino Rossini. Lettere…, 2000, I: 65 ss.). Nella lettera del 29 luglio 1817 Gioachino Rossini raccontava alla madre, Anna Guidorini, di essere ospite di Barbaja a Ischia. Il soggiorno però non offriva le mondanità cui era abituato il famoso compositore e direttore «Eccomi ad Ischia paese noiosissimo ma la società della Colbran e degli amici che abbiamo in casa ci fa passare meno male il tempo. Ho principiato l’Armida» (Gioachino Rossini. Lettere…, 2000, III, p. 181).

Barbaja intuì che avere una proprietà a Casamicciola nei pressi delle terme, e non lontano dal Lago de’ Bagni dove era il Sito reale, fosse molto utile; la villa gli avrebbe consentito di ospitare l’élite che frequentava assiduamente a Napoli, anche se essa non era dotata di stufe o sorgenti, come del resto il Casino Reale. La casa era antica, risaliva al XVI secolo, quando fu costruita per la famiglia Ingarriga. Una delle poche fonti sulla villa è l’articolo di Raffaele Tommasi apparso sull’Omnibus Pittoresco (II, 19, 23 luglio 1839). La rivista illustrata era stata fondata da Vincenzo Torelli nel 1838. L’Omnibus si occupava di promuovere usi, costumi e il patrimonio artistico; era rivolta alla classe media, grazie all’introduzione della litografia che permetteva di riprodurre le immagini a costi abbastanza bassi, contenendo così il prezzo del periodico.

L’articolo promuoveva l’isola come meta turistica e la villa che stava per essere trasformata definitivamente in albergo. La descrizione inizia con un mitico racconto dei Campi Flegrei e continua con la celebrazione della bellezza di Ischia, carente però di antiche vestigia «Poche miglia lontano d’Ischia e precisamente nel comune di Casamicciola, in un luogo detto ROSTINALE, sulla cima di un’amena collina sorge un vago palagio costruito ad

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archi e che dai quattro suoi lati domina quattro differenti punti di vista. L’elevatezza del sito, l’area salutare che vi si respira, l’ampia veduta del mare, le circostanti colline fanno di questo soggiorno, il luogo più ameno di quelle circostanze […] Questo fabbricato che prima apparteneva al signor Barbaja, ed oggi al suo nipote Venturi, è diviso in due piani di undici stanze l’uno, ornati di deliziosi porticati ed ambedue divisibili a piacere di chi si trae. Aggiungi la prossima sua posizione presso ai bagni Minerali detti del MONTE DELLA MISERICORDIA…».

Quasi un mese più tardi sulla stessa rivista (II, 22, 15 agosto 1939) proprio Torelli, firma l’articolo Bagni, un divertente racconto ambientato in uno stabilimento balneare, luogo di ritrovo per incontri mondani e fidanzamenti.

Altri articoli, che trattano della villeggiatura termale e dei bagni in genere, escono sul Poliorama pittoresco, rivista fondata, prima dell’Omnibus, da Salvatore Fergola e Filippo Cirelli nel 1836, sempre per diffondere cultura, arte e costume, con un repertorio iconografico basato anche in questo caso su litografie. Nel 1847 si possono leggere ber tre articoli con soggetto la villeggiatura; l’ultimo è dedicato proprio a Casamicciola: Spa e le sue acque (a. XII, I sem.: 13-15), I Bagni (ibidem: 37-38), Ischia e Casamicciola. Le ville Sauvé de Rivaz, ec. (ibidem: 75-76) di Achille de Lauziéres, critico musicale, scrittore, librettista e compositore. L’autore descrive i villeggianti (l’irrequieto touriste, la stanca aristocratica, il vagabondo artista, il positivo e ozioso villeggiante, oltre coloro che si recano esclusivamente per motivi di salute) e poi elenca gli alberghi (Maglio, 2015: 266-269).

Casamicciola nelle guide. La campagna sui periodici

napoletani seguiva la pubblicazione della guida di Giovan Battista De Ferrari, A new guide of Naples, its environs, Procida, Ischia e Capri compiled from Vasi’s guide / Nuova guida di Napoli, dei contorni di Procida, Ischia e Capri: Compilata su la guida del Vasi, stampata a Napoli dalla Tipografia di Porcelli nel 1826. La guida è in doppia lingua: inglese nelle pagine pari e italiano in quelle dispari. Il volume, come indicato nel titolo, ricalca la più famosa guida di Mariano Vasi, figlio del famoso Giuseppe, che pubblica più versioni dell’Itinerario istruttivo da Roma a Napoli, edite a Roma o a Napoli, in francese e poi in italiano tra il 1792 e il 1821.

Il viaggio di de Ferraris parte da Roma, descrivendo prima i luoghi rimarchevoli lungo il percorso e poi Napoli. Seguono gli itinerari dei Campi Flegrei fino a raggiungere Benevento e poi le isole. La vera novità è proprio la descrizione di Procida, Ischia e Capri, poiché Mariano Vasi si era fermato a Caserta. Questo tipo di guida è dedicato al viaggiatore ottocentesco che, a differenza del tourist settecentesco, chiede informazioni pratiche e stringate e guide di piccolo formato (Del Pesco, 1995: 305; Fardella, 1995: 117, 119, 124).

Alla metà dell’Ottocento Ischia e, precisamente, Casamicciola erano diventate à la page: infatti quella che possiamo considerare la prima vera guida monografica Storia dell’isola d’Ischia descritta da Giuseppe D’Ascia (1867) riporta quasi tutti gli alberghi.

Il lavoro è suddiviso in tre parti, la prima è dedicata ai luoghi di cura, la seconda alla Storia civile, la terza alla

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Statistica amministrativa ed economica, cioè descrive i comuni del territorio isolano, soffermandosi su usi, costumi ed economia. Apprendiamo così che villa Barbaja è oramai un famoso albergo: «Sulla Collina del Belvedere si trova l’Antica Villa del Rostinale – Oggi chiamato Albergo della Gran Bretagna, nome scritto su tabella di legno in straniera lingua […] ch’edificò il celebre Barbaia, che accolse i primi artisti europei, gli uomini più meritevoli d’Italia, e principi reali, e personaggi distinti, sotto il disusato nome del Rostinale» (D’Ascia, 1867: 432). La villa quindi, una delle costruzioni più antiche, da casa palazziata divenne villa di Domenico Barbaja poi albergo gestito da Venturi Barbaja ed infine cambiò il nome in Albergo della Gran Bretagna. Come abbiamo visto, nell’Ottocento Casamicciola era meta di un turismo europeo piuttosto accorsato e questa nuova intestazione indicava probabilmente la provenienza della clientela.

Epilogo. In un secolo il turismo isolano si era molto

sviluppato: infatti Carlo del Balzo, all’indomani del catastrofico terremoto del 1883, che distrusse quasi interamente Casamicciola e danneggiò anche gli altri centri, così descriveva l’abitato prima del disastro, con la manifesta intenzione di non far perdere la memoria della ridente stazione turistica: «Sue ville, gialle, rosee, azzurre, aranciate, che si vedevano dal ponte del battello a vapore,

aggrappate sul dorso delle collinette […] un nome e tutte avevano la loro piccola storia di ospiti celebri, di grandi dame, di feste splendide e geniali» (Del Balzo, 1883: 2). Lo sviluppo economico ottocentesco è dimostrato dalla realizzazione delle mappe catastali dei comuni isolani (Luongo – Carlino – Cubellis – Delizia – Iannuzzi - Obrizzo, 2006: 23). Infatti lo stato postunitario promosse il complesso lavoro di rilievo, nel tentativo di ottenere una perequazione di imposta ed evitare tasse eterogenee sulle proprietà delle differenti regioni nel nuovo Stato italiano (Buccaro, 1999, pp. 27-28).

I rilievi di Ischia, Casamicciola e Serrara Fontana furono condotti probabilmente tra il 1875 e il 1880. Il territorio di Casamicciola è diviso in 13 fogli (100 x 70 cm) riportato in scala 1:500, ma senza data. L’ingegnere Luigi Franceschi fu il responsabile del rilievo. La mappa di Ischia, affidata all’ingegnere Iacopo Bernardo, è l’unica datata «31 marzo 1881». Gli elaborati dei tre comuni furono redatti negli stessi anni, mentre il rilievo di Forio è datato 1895 (Luongo – Carlino – Cubellis – Delizia – Iannuzzi – Obrizzo, 2006: 23-24). È presumibile una sospensione dei rilievi per i problemi contingenti legati al catastrofico sisma. Presso l’Archivio di Stato di Napoli sono conservati i carteggi relativi ai lavori di rilievo che continuarono dopo la sosta imposta dalle difficoltà delle distruzioni causate dal terremoto. Per Casamicciola furono eseguite nuove planimetrie dopo il

In alto: Mappa catastale di impianto del comune di Casamicciola, Fabbricati, 1881 ca. Napoli, Agenzia del Territorio (da Luongo - Carlino - Cubellis - Delizia - Iannuzzi - Obrizzo, 2006). Nella pagina a fianco, da sinistra, in alto: Mappa catastale di impianto del comune di Casamicciola, Fabbricati, 1881 ca. Napoli, Agenzia del Territorio; particolare di piazza Bagni prima del terremoto del 1883 (da Luongo - Carlino - Cubellis - Delizia - Iannuzzi - Obrizzo, 2006); Mappa catastale di impianto del comune di Casamicciola, Terreni, 1895 ca., foglio 8, Napoli, Archivio di Stato; particolare di piazza Bagni dopo il terremoto del 1883

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1884, indispensabili per le alterazioni imposte dai lavori di ricostruzione. I notevoli cambiamenti post-terremoto riguardarono addirittura l’impianto urbano di Casamicciola (2). Esemplificativa di quanto accadde è la ricostruzione di piazza Bagni, che nonostante fosse il centro dell’antico villaggio, dove era sorto l’edificio originario del Pio Monte della Misericordia, fu trasformata e allargata. Infatti, alcune tra le più significative emergenze di Casamicciola, come la parrocchia di Santa Maria Maddalena e il Pio Monte della Misericordia furono ricostruite più a valle, dove gli effetti dei terremoti erano stati meno evidenti. Più precisamente la chiesa fu ricostruita nel rispetto della normativa antisismica (3) lungo la via Principessa Margherita, ai piedi della località Casa Mennella, e il Pio Monte fu spostato lungo il litorale.

Il terremoto del 28 luglio 1883, che seguì quello di minore intensità del 1881, devastò Casamicciola e i comuni vicini, meno colpito fu il versante meridionale dell’isola. Fu un evento scioccante avvenuto in una notte d’estate: colpì isolani e villeggianti. Proprio la notorietà della stazione turistica fece si che tutta l’Europa si commuovesse e in qualche modo si sentisse colpita dalla sciagura. Ci fu una campagna documentaria veramente sorprendente e la fotografia fu largamente utilizzata come immediato strumento di divulgazione del disastro. Oltre ai monumenti danneggiati quasi irrimediabilmente molte immagini di periodici italiani e internazionali rimandavano proprio ai ricchi saloni degli alberghi, cui abbiamo fatto più volte riferimento, sventrati. Le ultime immagini note della villa

Barbaja sono proprio due foto della fabbrica danneggiata dal sisma (4).

In un secolo Casamicciola, che era stata catalizzatrice dei soggiorni prima esclusivamente curativi e poi più in generale termali, si era sviluppata in un centro turistico noto in tutta Europa. La documentazione iconografica, molto ricca per l’isola, è particolarmente importante poiché racconta un paesaggio in perfetta armonia tra costruito e natura. Ma la ricostruzione post-terremoto cambiò il paese poiché nel rispetto delle norme antisismiche non fu più possibile costruire logge, volte estradossate, volumi a sbalzo. La severa normativa introdusse anche i tetti spioventi con capriate lignee. Inoltre molte costruzioni furono spostate sulla costa, area meno sismica (Polverino, 1998).

Il terremoto mise in secondo piano la vocazione turistica di Casamicciola. L’isola divenne famosa specialmente per la sua natura vulcanica. Gli studi sul sito si focalizzarono sul fenomeno sismico, sul sistema della caldera di cui fa parte e sulle aree radioattive di cui è piena; la felice stagione termale e le vicende culturali, che portarono Casamicciola all’eco delle cronache di tutta Europa durante l’Ottocento, furono messe da parte. Persino la frequentazione del re fu trascurata, riportata all’attenzione degli studi solo da saggi alquanto recenti (D’Arbitrio - Ziviello, 2000: 14-17, 21; Cirillo, 2008: 119-127).

Dopo un breve periodo di stasi, la crescita dell’isola continuò seguendo altre direttrici di sviluppo, furono preferiti luoghi più vicini agli stabilimenti balneari e non solo termali. Lacco Ameno, che in realtà era la marina

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1. Napoli, Biblioteca Nazionale, Palatina, B. VI 26(1, B. VI 26(2 B, VI 26(3, B. VI 26(4), B. VI 26(5), B. VI 26(6), B. VI 26(7).

2. Napoli, Archivio di Stato Catasti del Distretto di Ischia: Catasti Terreni Casamicciola, voll. 77-113, Catasti fabbricati Casamicciola, voll. 355-376, Mappe dei Catasti del Distretto di Ischia, nn. 31-45. È riprodotto il particolare del foglio di mappa 8 (n. 36).

3. Nonostante la struttura antisismica della chiesa, la cupola, che non presenta un’intelaiatura metallica, è stata danneggiata dal sisma dello scorso agosto. 4. a. Mauri, Villa Balsamo a Casamicciola Terme, danneggiata dal terremoto,

1883, Firenze, Archivio Alinari, cod. FVQ-F-198594-0000.

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di Casamicciola, ebbe un grande sviluppo alla metà del Novecento e Casamicciola antica, quella tra piazza Bagni e piazza Maio, non fu più il fulcro turistico dell’isola ma un luogo tranquillo e un po’ fuori mano (Capano, 2006: 173, 174).

Ma la vocazione termale, che rese l’isola famosa in Europa, rimane nei parchi termali: strutture ricettive, inserite nelle più belle baie naturali, dove le fonti termali e le fumarole naturali – alcune riconosciute già da Giulio Iasolino nel 1588 – si fondono con giardini e piscine, secondo una caratteristica tutta ischitana (Berrino, 2014: 136-140). Questi due fortunati esempi di usi compatibili con le peculiarità dell’isola pongono con chiarezza il problema della conservazione di un paesaggio fortemente danneggiato dalla speculazione edilizia, dove sarebbe indispensabile una maggiore tutela e valorizzazione delle bellezze naturali.

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