Mondardini, Gabriella (1993) I Mestieri del mare. In: Mastino, Attilio (a cura di).
Archeologie e ambiente naturale: prospettive di cooperazione tra le autonomie
locali nel sud dell'Europa, [S.l.], [s.n.] (Sassari: Industria grafica Stampacolor).
p. 78-81.
http://eprints.uniss.it/7037/
AMMINISTRAZIONE PROVINCIAlE DI NUORO
ASSESSORATO All'AMBIENTE
ED AllA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
ARCHEOlOGIE
&
AMBIENTE
NATURAlE
Prospettive di cooperazione
tra
le
autonomie
Questo volume è stato curato da Attilio Mastino Traduzioni Valentino Mariane Grafica Aurelio Candido Impianti Fotolito RAF -Firenze Stampa
Industria Grafica Stampacolor - Sassari
Distribuzione
Assessorato all'Ambiente ed
alla
Pianificazione Territoriale della Provincia di Nuoro© Copyright 1993
by Amministrazione Provinciale
Nuoro
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BOSA. LA LAVORAZIONE DELLE NASSE. Fotogmfia di Claudio Sorrenti. Archivio llisso Edizioni.I MESTIERI DEL MARE
di Gabriella Mondardini Morelli
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SASSARI
LUNGO IL FIUME E SULL'ACQUA
I
l tenero paesaggio con barche, che Bosa offre come in cartolina al primo sguardo del visitatore proveniente dall'entroterra, non è, com'è ovvio, un miracolo della natura. Le barche infatti sono testimoni dellacultura,
una cultura che ha come punto di riferimento privilegiato il mare. Natura e cultura terra, acqua e opere della mano dell'uomo -si intrecciano qui nel dar forma a quellospazio del
quotidiano
articolato e complesso che è il mondo della pesca.Città di terra, Bosa guarda al mare attraverso la mediazione del fiume. Lungo il fiume e sull'acqua si incrociano infatti le attività materiali, sociali e
simboliche attinenti ai mestieri del mare. Sul fiume si affacciano i magazzini dei pescatori, il cantiere per la costruzione delle barche, le sedi delle cooperative per la raccolta e la distribuzione del pescato. E gli argini, di volta in volta, si trasformano in cantiere per il rimessaggio delle barche, la riparazione delle reti, la costruzione delle nasse. Una sponda ribassata diventa una comoda caletta che funge da scalo di alaggio, dove, all'occorrenza, i pescatori tirano a secco le barche per ripulirle e manutenzionarle, mentre segmenti rinforzati col cemento costituiscono una solida banchina d'approdo, a rendere più agevoli le uscite e i rientri.
Di frequente, a partire dalle barche e fin sui
marciapiedi e i parapetti, pendono le reti esposte ad asciugare, mentre ai pescatori che le riparano si aggregano i parenti, i curiosi e i passanti che si fermano a èonversare per qualche tempo. Così questo brulichio di attività fra terra e acqua, che vede in opera persone, oggetti, pratiche lavorative,
gestualità e parole, interrotto appena dalle uscite quotidiane a mare, coinvolge un gruppo sociale più ampio degli operatori della pesca, grazie anche alla struttura urbana che assegna al fiume una posizione centrale nell'aggregato abitativo. Chi privilegi un rapporto più diretto col mare, come i pescatori immigrati provenienti da Ponza, risiede a Bosa Marina, dov'è possibile l'attracco di grosse
motobarche e motopescherecci. Le piccole barche, non meno degli uomini che vi operano, sembrano più sicure sul fiume. Il fiume e il suo intorno si fanno allora spazio di comunicazione, luogo del lavoro, degli scambi, delle interazioni e d~i conflitti, dove gli artigiani del mare mettono in gioco la propria
esistenza materiale e sociale, il proprio ruolo e la propria identità, alla ricerca di senso e
rassicurazione.
LE TECNICHE LAVORATIVE
I
n questo contesto le tecniche lavorative costituiscono un fattore privilegiato di identità sociale. I termininassaiolo, rezzaiolo, corallaro
omaestro d'ascia
designano l'appartenenza a specifiche categorie sociali, ma queste traggono significato dalle rispettive categorie tecnologiche, i mestieri appunto, risultati di un complesso articolato di saperi, abilità, esperienze e pratiche lavorative p~culiari.Il sapere e la pratica, incorporati nel fare, vengono trasmessi oralmente e visivamente, "rubati cogli occhi".
E in questa trasmissione si registrano scomparse, trasformazioni e sopravvivenze. Nel caso della carpenteria scompare contemporaneamente una tradizione locale di costruzione delle barche e un sistema di trasmissione del sapere. Un ceppo di maestri d'ascia di origine ligure si estingue con la cessazione dell'attività di Bartolo Olivieri, oggi
ultraottantenne, che a Bosa aveva innestato un sistema costruttivo importato da Santa Margherita Ligure, ma anche uno stile personale, come risposta alle esigenze ambientali e operative locali (G. Mondardini Morelli, Il
mare, le barche, i pescatori,
Sassari, Delfino, 1990). Il luogo di apprendimento era stato per lui il cantiere familiare, sotto la guida del padre e del fratello maggiore, e da questi aveva ottenuto il titoloprofessionale per l'esercizio del mestiere. All'anziano maestro d'ascia subentrano oggi, a operare sul fiume, giovani carpentieri, legittimati non più da un lungo apprendistato nel cantiere di famiglia, ma da un apposito corso professionale e un esame sostenuto l?resso le autorità istituzionali marittime.
E cessata per decreto (e per esaurimento della risorsa) la pesca più diffusa e redditizia del passato, quella del corallo, che, pur essendo tradizionalmente praticata attraverso le migrazioni stagionali di pescatori esterni, aveva consentito, se pure più recentemente, anche la partecipazione di operatori locali. In questo caso l'abilità marinara e
il
sapere sui luoghi del mare sono andati a confluire negli attuali mestieri artigianali di pesca .. Le attività sul fiume non sono dunque improntate alla staticità, come solitamente si sostiene, ma si tratta piuttosto di una struttura lavorativa composita per i processi di trasformazione, la varietà dei mestieri -talora tecnologicamente integrati com'era la costruzione delle barche e la pesca - e le cadenze stagionali, a designare, nella pratica tecnica, lacompresenza di tempi storici diversi.
Qui più che altrove è possibile infatti ritrovare, accanto a fenomeni di innovazione che replicano le esperienze dei centri costieri limitrofi, elementi di conservazione nelle80
BOSA. ANZIANO NASSAIOLO AL LAVORO. LA PESCA CON LE NASSE, DATA PER SCOMPARSA A PARTIRE DAGLI ANNI '50, CONTINUA QUI NELL' ESPERIENZA DI DUE ANZIANI PESCATORI, A DAR CONTO DI UNA VITA DIFFICILE E DI UN LAVORO DURO, MA ANCHE DI UN RAPPORTO COL MARE LONTANO DALLE PRATICHE DISTRUTTIVE DI OGGI. Fotografia di Gabriella Mondardini Morelli. t cnich di p a. La co truzione l'u d 11 na , ad mpio,dati p r compar i a partire dagli anni '50, continua qui
n 11' p ri nza quotidiana di due
atori, a dar conto, più
ercizi d Ila memoria (la p a n l na " tecnica di p a tradizional in tutto il
lit ral ardo), di una vita difficile di un lavoro dur ,ma anche di un rapporto col mare lontano dalI pratich di truttive di oggi.
pazi ontigui o pitano barche m d rnam nte attr zzate e barch tradizionali ch ,benché provvi t di motor ,conservano
l'u o d lla vela per con uetudine quando non p r il ri parmio del
carburant .
Allo tesso modo ai magazzini d Ile c p rative, dov giovani e
meno giovani ono t i nello forz di mod rnizzazion d Ile t cni h , i affiancano i cantieri
d Ila p a tradizional . I m ti ri di p ca prendono il
nom dall'attrezzo utilizzato
(nas aiolo, rezzaiolo
palamitaro ec .) ma p o an h dalla peci da catturare
(arago tai corallari) a
d ignar una pratica ch a o ia
ad ogni p ci ittica una t cnica
p ial di cattura. I p at ri po iedono una
cono c nza raffinati ima d Ila preda d i luoghi in
cui i annida d i t mpi in cui è po ibile catturarla.
ulla ba di qu ta ono nza e i co trui cono i l r attr zzi, li adattano e li p rfezionano. AlI interno d i ingoli me tieri i p cificano co ì ulteriori
trat gi p r onali di attura: l na
tradizionalmente a umevan proporzioni e forme dift r nti e appropriat per p scare zerri, murene e arago t e le r ti che oggi i acqui tano già pronte vengono per" armat in n1aniera originale da cia cun
p ator che trova iltTIodo di ceglier il colore giu to perché si mim tizzi 01 fondo di r golarne
l abbondanza e compIe ivamente la forma. Proprio a
Bo a ho ri contrato l uso di un tipo di tramaglio che
vi ne detto "bastardo perché non rientra né fra i tramagli fini per la pe ca delle triglie né fra i
tramaglioni per pescare le aragoste, ma è "una via di mezzo , adatto al "fondo la co' del litorale bo ano e alla preda che vi si trova. Di fatto allora i mestieri si
moltiplicano e i pescatori ne conoscono e ne praticano diversi nel cor o dell'anno.
La vita sul fiume cambia dall'inverno all'estate. e
l e tate è il tempo vitale della produzione e delle uscite
a mare, l'inverno è tempo operoso di cura e
preparazione dell'attrezzatura. E tuttavia c'è un
continuum temporale fra l'e tate e l'inverno che è anche un continuum spaziale fra il lavoro di mare e il lavoro ul fiume. È infatti sulla base delle cono cenze acqui ite a contatto col mare e la preda che i pe catori pos ono perfezionare i loro strumenti, adottando
piccoli egreti personali e peculiari ad ogni tipo di pe ca: un armatura particolare per i trama gli giunchi
costruzione d Il nas, e, la
con' rvazion e la preparazion dell'esca p r i palanliti. Senza
qu ste attività sul fiume, nel
"telTIpO cattivo", non sarebbero
pos ibili le catture in mare del
"tempo buono".
Gli spazi, i percorsi e i ritnli del fium e del mare sono
esclu ivamente maschili.
L'acce so delle donn alI barche
e al mare è oggi fenomeno del tempo libero e tradizionalmente un fatto di eccezione. È alnmesso
tuttavia e ritualizzato in momenti
speciali, come il battesilTIO d Ila barca, e, ancora, in occasione
della festa della Madonna Stella
Maris, patrona dei marinai, quando, in una dom nica di mezza estate, una suggestiva
proc ssion di barche trasporta il
simulacro della Vergin da Bosa
Marina alla chiesa parrocchiale di Bosa. ell'euforia della festa
sembrano sospese le cesur fra i lavoratori del mare e quelli della terra, fra i maschi e le femmine, j
locali e i turi. ti. E al tramonto, quando la Madonna viene
riaccompagnata lungo il Temo,
per raggiungere la sua sede,
pre o il mare, anche un' tnografa può trovare un po to in barca. BOSA. LA FESTA DELLA BEATA VERGINE STELLA MARIS. 1 LA PROCESSIONE, PARTENDO DA BOSA MARINA, SI SNODA LUNGO IL FIUME, PER RAGGIUNGERE LA CATTEDRALE. FOlop,rafia di Galm!4la M01ldardi1li A1orelli. BOSA. SISTEMAZIONE DEI TRAMAGLI A BORDO PRIMA DELL'USCITA A MARE. FOIOf!,rafia di Gabriella ,Hol7dardil7i Jlorelli.