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ORDINARE IL VUOTO: Riqualificazione architettonica dell’area dell’Isolato di Sant’Eligio a Torino

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Academic year: 2021

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L’Isolato di Sant’Eligio a Torino, nella zona nord - ovest del quartiere Centro, è una delle trenta aree soggette a trasformazione individuate dal Comune di Torino.

L’isolato, rimasto immutato dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ad oggi comprende il Piazzale Amelia Piccinini, destinato a parcheggio, alcuni edifici bassi su Via Bligny, destinati alla demolizione e un complesso edilizio a destinazione commerciale al piano terra e residenziale ai piani superiori sempre su Via Bligny angolo Via Santa Chiara.

L’analisi storica ha evidenziato le trasformazioni dell’Isolato durante gli anni, a partire dalla sua formazione avvenuta con il Terzo Ampliamento della città barocca progettato da Juvarra nella seconda metà del Settecento fino ai bombardamenti avvenuti nell’Agosto del 1942 che ne hanno determinato le caratteristiche attuali.

Parallelamente si è portato avanti un lungo lavoro di ricerca e analisi sulla tipologia edilizia di residenza universitaria, sia fine a se stessa sia in relazione con il contesto.

Lo studio ha riguardato residenze universitarie in Italia e all’estero: si è deciso di prendere in considerazione soltanto le nuove costruzioni a partire dal 2000. Gli esempi presi in esame coinvolgono per la maggioranza residenze situate sia in un contesto urbano, con qualche eccezione per contesti all’interno di campus. Sono state classificate tre tipologie edilizie: residenze universitarie con distribuzione a corte, in linea e a torri o edifici isolati.

Per ognuna di queste classi sono stati portati gli esempi che sono stati ritenuti più significativi e più vicini alle caratteristiche del contesto in cui si sarebbe andato a progettare.

Lo studio delle residenze universitarie si è poi focalizzato su quelle esistenti nella città di Torino.

Da una panoramica sulla situazione attuale, che vede residenze a pagamento e residenze oggetto di borse di studio, si è scelto di prendere in esame soltanto le residenze gestite da EDISU, Collegio Einaudi e Politecnico. E’ stata identificata la tipologia distributiva (albergo, mini appartamento, nuclei integrati, miste), la capienza e la loro dislocazione in rapporto alle aree formative universitarie.

Sulla base di tutte queste ricerche, il percorso progettuale ha previsto l’ipotesi di differenti disposizioni planimetriche: si è partiti da edifici a fronte continuo e corte chiusa, passando attraverso disposizioni aperte con fabbricati allineati ai fili edilizi esistenti, per giungere all’individuazione di due blocchi ben distinti che si affacciano sull’ampia piazza urbana individuata al centro dell’isolato,

La decisione di inserire le torri è nata dalla volontà di sviluppare le destinazioni residenziali in altezza, mantenendo la spazialità al piano della piazza urbana.

Ogni edificio ha una propria identità e autonomia architettonica.

Sulla scia delle linee guida previste dal Comune si è deciso di progettare edifici con molteplici destinazioni: una residenza universitaria, una residenza temporanea destinata a locazione a lungo e breve termine, attività collettive quali biblioteca, palestra, sala polivalente, bar e attività commerciali con ristorante.

L’edificio dove trovano posto le attrezzature collettive è un blocco chiuso dal quale emerge una galleria vetrata che individua i percorsi interni di attraversamento dalla strada alla piazza.

Da esso si innalzano le due torri destinate alle residenze: la residenza universitaria comprende oltre a 40 posti letto, aule studio, aule destinate ad attività extrascolastiche, un ristorante e una cucina comune. La residenza temporanea invece prevede 20 unità abitative (bilocali) e un locale bar al piano terreno.

Tra le due torri, sulla copertura, è stato individuato uno spazio verde, fruibile non soltanto dai residenti. Le attività commerciali, individuate al di là della piazza, sono state sistemate in adiacenza agli edifici esistenti per i quali non è prevista la demolizione.

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Il portico che si sviluppa da Via Bligny verso l’interno della piazza distribuisce le attività commerciali che si sviluppano su due piani fuori terra: le attività disposte al piano terra si affacciano direttamente sulla piazza, mentre le attività del primo piano si affacciano su una balconata all’interno del portico.

Il terzo piano fuori terra ospita un ristorante.

Al termine del portico trova posto una galleria commerciale che collega la retrostante Via Santa Chiara con la piazza urbana: all’interno di essa per due piani si trovano attività commerciali di tipo “temporary store”, mentre il terzo piano è occupato dal ristorante che prevede anche la vendita di prodotti alimentari e che si sviluppa anche verso il portico.

La copertura a padiglione parzialmente vetrata consente l’ingresso della luce zenitale: le facciate nord e sud sono anch’esse vetrate nella parte superiore.

La scelta dei materiali di finitura dei fabbricati (vetro e metallo) si attesta sul clima architettonico che stiamo vivendo e va in forte contrasto con i materiali da sempre utilizzati nella città storica, sebbene ne riprendano le tinte.

La composizione architettonica del progetto svolto si va ad inserire nella nuova fase di sviluppo in altezza che Torino sta vivendo: dallo skyline basso e regolare, con la sola Mole Antonelliana che svetta, Torino si è aperta soltanto negli ultimi anni verso l’edilizia dei grattacieli.

Le torri rappresentano un elemento facilmente individuabile nel contesto che le circonda, un polo di attrazione che cattura lo sguardo.

La commistione di riferimenti del passato con quelli moderni hanno segnato lo sviluppo del progetto di riqualificazione: le torri Aria e Solaria di Bernardo Fort Brescia e il Bosco Verticale di Stefano Boeri, l’Air Terminal Ostiense di Julio LaFuente e la facciata del 1892 della stazione di Atocha di Madrid, il complesso edilizio di Schützenstraße di Aldo Rossi a Berlino, le serre del Parc Citroen di Parigi, sono tra i più importanti.

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