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6.p SCUOLA - Intervista 2 Presidi

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Academic year: 2021

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II Scuola Media a.s. 1978 - 1979

Intervista a:

prof.ssa Paola Rinonapoli

prof. Amedeo Mangino

D 1. QUAL E’ IL COMPITO DI UN INSEGNANTE?

P.R. Aiutare il giovane a conquistare un buon corredo di conoscenze; a crearsi un metodo di studio e di lavoro; a prendere sempre più chiaramente coscienza di sé in rapporto agli altri e alle cose.

A.M. Aiutare il giovane a crescere nelle materie particolari, e globalmente nella ca-pacità di riuscire ad affrontare la vita.

D 2. E IL COMPITO DELLA SCUOLA IN QUANTO ISTITUZIONE?

P.R. Lo stesso; in particolare, anche, facilitare la socializzazione del giovane, condur-lo alla consapevolezza del suo essere inserito in ambienti più vasti di quelcondur-lo esclusi-vamente familiare o di gruppo.

A.M. Dare all’impegno dell’insegnante una struttura organizzata. La crescita cultura-le e formativa del ragazzo che diventa uomo avviene in milcultura-le momenti della giorna-ta, indipendentemente dalle diverse strutture; la scuola, che fa parte della società, è un momento organizzato di questo tipo di crescita.

D 3. CHE COSA C'E’ CHE NON VA NELL'ATTUALE SCUOLA ITALIANA?

P.R. Nella scuola dell’obbligo l’impreparazione degli operatori, che vanifica quasi sempre gli aspetti migliori delle riforme già attuate; nella secondaria superiore la mancanza di una riforma, che superi il frazionismo eccessivo, la separatezza fra cul-tura umanistica e culcul-tura tecnico-scientifica, attività mentale e attività manuale, scuola del sapere e scuola del saper fare.

A.M. Le stesse cose che non vanno negli altri settori pubblici: in genere c’è poca re-sponsabilizzazione da parte delle diverse componenti. Negli insegnanti spesso il tempo é diviso a metà tra scuola e altri impegni: non sempre la scuola paga a suffi-cienza, e l’insegnante non può dedicarsi totalmente all’impegno cui la società lo

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de-manda. I genitori spesso non sono educati ad una partecipazione, molte altre volte non hanno il tempo per poterlo fare; in ogni caso non sempre il momento educativo è ritenuto molto importante,e questa mentalità si riflette anche negli studenti.

D 4. COME VEDE LA PROGETTATA RIFORMA DELLA SCUOLA MEDIA SUPERIORE? P.R. Come I’oggetto di un’attesa di quaranta anni. Ormai é difficile crederci ed é faci-le diagnosticare che - se e quando avverrà - pagherà lo scotto di ritardi enormi. Cir-ca il disegno di legge in discussione alla Camera, sembra che la nuova secondaria sarà più organicamente e razionalmente disegnata, più rispondente ai tempi .

A.M. E’ discutibilissima, e come ogni proposta di riforma può essere migliorata. Sul-la sua validità ci diranno i tempi, ma è positivo il fatto stesso che é stata avviata. Co-munque è sicuro che essa sarà efficace nella misura in cui chi la attuerà sarà attento agli stimoli provenienti dalla realtà.

D 5. LA SCUOLA DEVE OCCUPARSI DELLA SOLA EDUCAZIONE CULTURALE O DELL'EDUCAZIONE INTEGRALE DEGLI STUDENTI?

P.R. Né l’una né l’altra appartengono solo alla scuola. Oggi le cosiddette agenzie educative sono molteplici, stimolanti o deprimenti; compito della scuola è identifi-carle e armonizzarle, fornendo ai giovani gli strumenti per poterle coscientemente usare, accettandone i vantaggi, rifiutandone le seduzioni. Ciò significa educare la capacità di recepire criticamente i messaggi culturali o pseudo tali, discernerli, crearsi una propria cultura nell’ambito di una tradizione personalmente rielaborata e della cultura della società del proprio tempo.

A.M. Non esiste una scuola che insegna solo a leggere e scrivere, né c 'é un’educa-zione che é solo leggere e scrivere. La scuola, pur partendo da un’esigenza culturale dovrebbe superare questa prima fase per diventare una scuola che educa alla vita. Anche perché saper leggere e scrivere é importante se e quando é importante per vi-vere.

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D 6. Cl SARA' UNA RIVOLUZIONE INFORMATICA DELLA SCUOLA? L' INSEGNANTE SARA’ SOSTITUITO DAL COMPUTER?

P.R. L’introduzione dell’informatica vi sarà. E' dubbio che provochi una vera rivolu-zione; l’insegnante sarà sostituito dal computer in tutto ciò in cui I'uomo può essere sostituito dalla macchina; a patto che essa produca davvero una liberazione delle energie, delle potenzialità che l’ uomo solo possiede. Queste possono anche in parte essere modificate dall’uso della macchina, mai sostituite.

A.M. Certamente la scuola come sempre riceverà un incitamento ed un nuovo volto dal progresso tecnico, ma da questo a dire che avremo l’insegnante-computer ne passa. La tecnica informatica la vedo come nel passato la stampa: l’insegnante è ri-masto insegnante, anche se il libro é diventato uno strumento di cultura. E’ l’inse-gnante che costruisce il rapporto educativo tra la società adulta e la società che na-sce.

D 7. LA SCUOLA MANTIENE ASSOLUTAMENTE IDENTICI I SUOI SISTEMI DALLA 1a ELEMENTARE ALLA 5a SUPERIORE: SPIEGAZIONI, COMPITI IN CLASSE, SPIEGAZIO-NI, PAGELLE, CLASSI… ALLORA, E’ LA 1a ELEMENTARE CHE USA SISTEMI DA 5a SU-PERIORE O VICEVERSA? IN ALTRE PAROLE, PERCHE’ CONTEMPORANEAMENTE AL-LO STUDENTE NON CRESCONO LE STRUTTURE?

P.R. La condizione lamentata é anche frutto, spesso, di pigrizia, conformismo, assen-za di fantasia e di sensibilità; in realtà le leggi, per ciò che riguarda mezzi e metodi, tracciano linee generali, lasciando ampio spazio alla libertà didattica del docente, al-la sua capacità di creare metodi sempre diversi di apprendimento e di valutazione, nell’ambito dei fini educativi. Basta, per questo, scorrere i programmi per la scuola media del 1979 o quelli proposti ultimamente ( 1983) per la scuola elementare. A.M. Le strutture non sono ancora cresciute abbastanza - anzi, talvolta sono diventa-te un freno perché il loro sviluppo è sempre più lento dello sviluppo della cultura, che é animata dalle persone che vivono. E non é facile né inventare nuove strutture né modificare quelle esistenti. Tuttavia c’è da dire che la scuola ha fatto notevoli passi per modificarsi: attualmente la scuola media si presenta, talvolta anche in mo-do eccessivo, con notevoli novità nell’insegnamento. Finora purtroppo é la scuola

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su-periore che quasi quasi sta tornando indietro; non a caso é in gestazione una rifor-ma, che aspettiamo da dieci anni, che vuole modificare una struttura rimasta indie-tro di vent’anni.

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