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3. Adriana Lanza, I sussidiari nel ventennio fascista

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I LIBRI DI TESTO NEL PERIODO FASCISTA

ADRIANA LANZA

I sussidiari nel ventennio fascista

Abstract

I libri sussidiari, ossia i manuali che nel triennio finale della scuola elementare affiancavano il libro di lettura, acquistarono sempre mag-giore rilievo nel corso del ventennio fascista.

Da semplice supporto al maestro nell’insegnamento di nozioni varie, di-vennero libri di testo di indubbio spessore culturale , grazie anche all’in-tervento ,tra gli autori, di personalità di chiara fama o professionalità. D’altro canto, si nota come i motivi ispiratori della Riforma Gentile la-sciavano il posto a un realismo pedagogico che, da una parte costruiva nella Scuola un ambiente di apprendimento ancorato al reale e al vissu-to, dall’altra si calava nell’apparato del regime e si avvicinava sempre di più ai principi del Fascismo.

In questo articolo si confrontano le note programmatiche della Riforma del 1923 e di quella del 1934, si analizzano quattro sussidiari, libri di testo di Stato, relativamente agli autori e ai contenuti .

La Riforma Gentile e i libri di testo

La diffusione di libri sussidiari è antecedente alla Riforma Gentile del 1923 . Alcuni manuali di “nozioni varie” ( tra cui , principalmente , ele-menti di Grammatica, Storia e Geografia, Scienze e Igiene)

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affiancava-no, infatti, i libri di lettura e aritmetica, obbligatori, nelle classi terza, quarta e quinta elementare.

La Commissione centrale, costituitasi per selezionare i testi e gli autori più idonei, fu molto severa nel giudicare la maggior parte dei sussidiari, ritenuti «libri pedanteschi, densi di informazioni, e pur necessariamen-te lacunosi, che soffocano la naturale vivacità del fanciullo».

La stessa Commissione, che era presieduta dal Direttore generale dell’istruzione elementare, il pedagogista Giuseppe Lombardo Radice, incentivò la produzione di manuali di supporto all’insegnamento del maestro, al quale era comunque riconosciuta la piena autonomia di-dattica nell’assolvere il suo delicato compito educativo.

Nella figura del maestro confluivano l’idealismo gentiliano e l’attivismo pedagogico do G. Lombardo Radice. L’insegnamento, lontano da norme sterili e tecnicismi, è il momento di incontro della spontaneità del mae-stro e quella dell’allievo ed ha come principale obiettivo la formazione del libero pensiero.

Si legge nella premessa ai programmi del 1923:

<<... I programmi di studio, che qui si descrivono, vogliono avere più che altro un carattere indicativo. Si addita al maestro il risultato che lo Sta-to si attende dal suo lavoro, in ciascun anno di scuola, pur lasciandolo libero di usare , per ottenerlo, i mezzi opportuni. I quali, per molte ragio-ni sono sempre vari e mutevoli, in rapporto alla situazione concreta nel-la quale il maestro si trova, in un dato ambiente sconel-lastico, ed in rap-porto con la personale cultura del maestro e con la particolare tempra che egli sarà riuscito a dare, attraverso una vigile esperienza, al proprio spirito educatore.

I programmi che seguono sono delineati in guisa da fare, per se stessi, obbligo al maestro di rinnovare continuamente la propria cultura , attin-gendo non ai manualetti in cui si raccolgono le briciole del sapere, ma

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Queste fonti sono: la tradizione popolare, così come essa vive, perenne educatrice, nel popolo che sente ancora il dolce sapore della parola dei padri, e la grande letteratura del popolo che ha dato, in ogni tempo, mi-rabili opere di poesia, di fede, di scienza, accessibili agli umili, appunto perchè grandi.

Vietano i nuovi programmi le trite nozioni che hanno per tanto tempo aduggiato la scuola dei fanciulli, e richiedono la schietta poesia, la inge-nua ricerca del vero, l’agile indagare dello spirito popolare, irrequieto e mai sazio di <<perché>>, il rapimento nella contemplazione dei quadri luminosi dell’arte e della vita; la comunicazione con le grandi anime, che parlano per la bocca del maestro....>>

Non c’è da meravigliarsi, pertanto, se i primi sussidiari furono dedicati alla cultura regionale e mantenevano la struttura degli almanacchi illu-strati. Contenevano, oltre al calendario storico nazionale, notizie sulle fe-ste, sulle fiere, sui mercati della regione e, inoltre, cenni di geografia eco-nomica regionale, descrizioni di piccoli viaggi, racconti della tradizione lo-cale, poesie dialettali, proverbi , consigli e notizie utili, tariffe postali e te-legrafiche etc. etc.

La matematica veniva studiata mediante manuali o eserciziari ; la religio-ne cattolica, obbligatoria religio-nella scuola elementare, si avvaleva di appositi li-bri di letture.

In pochi anni , però, i motivi ispiratori dei programmi e dei testi scolastici di quella che Mussolini aveva definito <<la più fascista delle riforme>> , fu-rono travisati e adattati alla propaganda del regime oppure fufu-rono abban-donati, in nome di un necessario adeguamento al mutato contesto socio-politico ; in realtà erano in antitesi rispetto alla palese svolta nazionalista e totalitarista del Governo Mussolini.

Negli anni seguenti le Commissioni centrali per la revisione dei libri di te-sto, composte da persone sempre più vicine al regime, orientavano le loro scelte in linea con i principi del Fascismo. Infine, la loro attività si concluse a seguito all’istituzionalizzazione del testo unico per la scuola elementare.

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Sotto le direttive di un’apposita Commissione ministeriale , il libro di testo di Stato fu introdotto dal governo di Mussolini nel 1929 (Legge del 7 gen-naio 1929, Norme per la compilazione del testo unico) e utilizzato nelle scuole a partire dall’anno scolastico 1930-31.

Un’altra commissione ministeriale operava una censura preventiva sui te-sti da adottare nelle le scuole superiori .

Per la prima stesura dei libri di Stato furono coinvolti importanti persona-lità della cultura, quali Grazia Deledda , premio Nobel per la letteratura, Roberto Paribeni storico e sovrintendente alle antichità di Roma e del La-zio , Gaetano Scorza, docente di Geometria analitica all’Università di Na-poli e membro del Consiglio superiore dell’educazione nazionale.

In seguito, le scelte dei testi scolastici seguirono criteri più pragmatici, ba-sati , più che sul prestigio degli autori , su una maggiore valenza didattica e sull’esigenza dei fanciulli che devono essere abituati a confrontarsi con la realtà e a saper agire di conseguenza.

È evidente che l’idealismo pedagogico lasciava il passo a un realismo, orientato al raggiungimento di obiettivi generali ma commisurati a situa-zioni attuali e specifiche.

Il binomio Scuola-Vita viene però interpretato come allineamento alla realtà politica e sociale, quindi allo spirito fascista .

Nel 1934, a cura del ministro Francesco Ercole, furono riscritti i program-mi della scuola elementare .

Gli autori dei libri di testo vennero scelti in base a un concorso il cui bando impegnava ad includere nel testo alcuni esercizi applicativi e a fare in mo-do che la materia trattata avesse “piena aderenza allo spirito fascista”. Le finalità della Scuola sono dichiarate in modo esplicito nella “Premessa” ai programmi

<< La Scuola italiana in tutti i suoi gradi e i suoi insegnamenti si ispiri alle idealità del Fascismo, educhi la gioventù italiana a comprendere il Fasci-smo, a nobilitarsi nel Fascismo e a vivere nel clima storico creato dalla Ri-voluzione Fascista. Mussolini>>

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I libri di testo cominciarono comunque ad avere un assetto più organico. Nelle classi prime e seconde era previsto un testo di lettura , nelle altre classi un testo per la lettura e uno (sussidiario) per le altre discipline; nelle classi quarte e quinte il sussidiario veniva solitamente diviso in due volumi.

È interessante leggere alcuni punti della Premessa ; si ripropone quella del 1923 con alcune modifiche che a una prima lettura possono apparire irri-levanti, mentre sono altamente significative.

1923 1934

Soprattutto il maestro perfezionerà il proprio lavoro didattico, vivendo, con animo partecipe, la vita del suo popolo e ravvivando costantemen-te in sé la voce dei grandi, già incostantemen-te- inte-sa negli anni della sua istruzione magistrale e cercando una nuova guida alla sua anima in buoni libri, prima non letti. Così riuscirà a sen-tirsi migliore e porterà nella scuola la vibrante eco del suo studio

Soprattutto il maestro perfezio-nerà il proprio lavoro didattico, vendo, con animo partecipe, la vi-ta della Nazione e ravvivando co-stantemente in sé la voce dei Grandi. Così riuscirà a farsi e a sentirsi migliore, e porterà nella Scuola la vibrante eco del suo stu-dio.

Il maestro deve perfezionare il suo lavoro didattico non più alla luce della tradizione del suo popolo e della cultura letteraria, bensì partecipando alla vita della Nazione e avendo come riferimento non i grandi (maestri o let-terati) ma i Grandi, ovvero nel culto della persona e delle Autorità.

È omesso il brano seguente, probabilmente giudicato inopportuno

<<Non abbia mai ritegno il maestro dei fanciulli ad accostarsi alle ope-re dei grandi: non tema che il suo insegnamento ne possa esseope-re

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appe-santito e diventare, come si dice <<difficile>>. Nulla come lo studio dei libri più ardui e meno mortali, dà al maestro la coscienza del suo limite quando si trova dinanzi ai fanciulli.

Solo la mezza cultura. le mediocri letture, il frammentario e superficiale acquisto del sapere possono rendere il maestro un vanitoso esibitore di dottrina ed indurlo ad aggravare con infarcimenti di pessimo gusto, le sue lezioni>>

La chiusura è confermata, ma “i più grandi” è sostituito dai “maggiori au-tori” .

Il brano di per sé merita di essere letto in quanto mantiene il suo fascino e la sua attualità.

<<I più grandi sono sempre i più semplici. E quando essi si affaticano in ascensioni aspre verso vette di pensiero, che danno come un senso di sgomento e di vertigine a chi le contempli dal basso, fanno acquistare più chiara coscienza delle difficoltà che un fanciullo può incontrare nei primi suoi passi e inducono perciò a più affettuosa pazienza.

I più grandi ti lasciano sempre nel cuore l'aspirazione all'alto, cosicché anche la semplice lezione di una scuola elementare è come primo avvia-mento verso le altezze. E solo chi passa alla compagnia dei più umili e dei più piccoli, avendo prima gioito della compagnia spirituale delle mi-gliori anime umane, sente di non essersi abbassato; ed è capace di par-lare con religioso animo, qualunque sia l'oggetto del suo insegnamento e l’età dei suoi discenti. >>

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Religione, Storia , Geografia, Aritmetica, Scienze.

Fig.1

Il testo si distingue per la dovizia e la qualità dei contenuti, come si evince dagli Indici più avanti riportati.

La propaganda fascista traspare in alcuni argomenti di Storia o di Geo-grafia ma non si palesa attraverso simboli o immagini, eccettuato il fa-scio littorio in copertina ( Fig.1).

Sono presenti invece immagini artistiche e riferimenti letterari (Fig.2). Siamo nel periodo in cui Mussolini vuole dare credibilità e prestigio al sistema di istruzione che si sta costituendo.

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Autori e contenuti delle singole discipline Religione 52 pagine

Monsignor Angelo Zammarchi Scienziato e saggista. Attivo anche nel dopoguerra.

Reverendo Cesare Angelini Insegnante di lettere e critico letterario At-tivo anche nel dopoguerra fino agli anni ’70

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Storia: 93 pagine

Roberto Paribeni Archeologo e Storico dell’Arte.

Geografia 124 pagine

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Aritmetica 62 pagine

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Fig.6

Scienze 207 pagine

Professori Alessandro Brizi, Ferdinando Lori, Nicola Parravano, Luigi Si-monetta, Lino Vaccari

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Fig.9

I sussidiari negli anni successivi

La pressione ideologica nei testi scolastici, da parte del regime fascista, di-venta più forte negli anni della politica imperialista, nella ricerca di sempre maggiore consenso.

Basta osservare le copertine dei seguenti dei sussidiari di terza, quarta e quinta elementare .

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I primi due sono degli anni 1940-41 , il terzo dell’anno 1938-39.

Il libro della terza è presentato all’insegna del motto <<Libro e moschetto , fascista perfetto>>

Le immagini delle altre due copertine vogliono rappresentare i pilastri del sapere : la Storia, identificata con la potenza dell’ Impero Romano, la Geo-grafia , ovvero il mondo e l’attualità, la Religione vista come immagine di materna protezione.

Il libro della quarta ripropone gli autori e i testi dell’edizione del 1933, con qualche aggiornamento in Geografia, riguardo al nuovo assetto politi-co dell’Africa Orientale Italiana , cioè dei possedimenti politi-coloniali dopo la conquista dell’ Etiopia (1936) .

Nel libro della quinta classe troviamo gli stessi autori per quanto riguarda Religione e Geografia, mentre la Storia è affidata al prof. Alfonso Gallo, do-cente di biblioteconomia all’Università di Roma.

Il libro della classe terza conferma gli autori dei testi di Religione ma affida tutte le altre discipline a Ezio Bonomi, uno dei vincitori del concorso mini-steriale per il testo unico di Stato.

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Oltre ad alcune pagine di Storia o Geografia in cui si esalta l’operato del regime e la figura del Duce, alcuni esercizi di Grammatica o Aritmetica han-no come sfondo il <<vissuto>> identificato con una società fascista.

Apprezzabile, comunque, dal punto di vista didattico, il corredo di esercizi. Il programma di Storia e di Geografia ,nell’arco del triennio, mira soprat-tutto a dare ai ragazzi, anche a chi non proseguirà gli studi , una buona co-noscenza del mondo contemporaneo. Purtroppo, molti aspetti sono fil-trati attraverso la lente del regime che esalta la storia del riscatto dell’Ita-lia, dalla conquista dell’indipendenza ai <<fasti>> dell’impero creato dal Duce, nel ricordo della grandezza della Roma antica , nel mito della razza e nell’accentuato nazionalismo.

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Fig. 17

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Fig.19

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Fig.21

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Bibliografia on line

Ascani A- Sani R. Il libro per la scuola nel ventennio fascista Museo della Scuola I programmi del 1934

Ragazzini D. I programmi della scuola elementare durante il fasci-smo

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