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Academic year: 2021

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Introduzione alla

cartografia critica

(parte 2)

Edoardo Boria

Università di Roma “La Sapienza” AIIG - Lazio

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Nelle carte politiche ogni Stato è raffigurato con un colore diverso. Questa circostanza, apparente-mente neutrale, in realtà incide sulla lettura della carta perché ogni colore rimanda ad un’emozione. Negli atlanti tedeschi del periodo nazista la Germania è sempre raffigurata in rosso, un colore che risalta e allo stesso tempo trasmette una sensazione di forza e minaccia.

(3)

Questa carta (Paravia, 1938) ritrae i

possedimenti coloniali europei in Asia, come indica la legenda in basso a sinistra.

Il colore attribuito ai possedimenti dell’Italia (in realtà priva di colonie in Asia !) è il celeste,

diffusissimo nella rappresentazione in quanto identificativo degli specchi d’acqua.

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La cartografia si presta a comunicare un uso strumentale della storia. Le tavole marmoree apposte presso il Colosseo servirono al fascismo

per rivendicare una continuità con l’Impero di Roma, tanto che ne venne aggiunta una quinta a seguito della conquista dell’Etiopia per

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I nomi geografici sono soggetti a un

uso strumentale dettato dalle

circostanze politiche

Un esempio al riguardo è illustrato dalle

diapositive che seguono tratte da tre diverse

edizioni dell’Atlante Metodico De Agostini.

La sezione alpina che taglia in due il Tirolo è

denominata dapprima “Alpi Tirolesi” (1911),

poi “Alpi Trentine” (1917) e infine “Alpi

Tridentine” (1925).

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Ragioni di segretezza militare hanno in passato messo in circolazione carte intenzionalmente fuorvianti. In questo esempio tratto da un atlante sovietico la stessa porzione di territorio, sede di un’importante base militare, è rappresentata ad ogni edizione in modo differente.

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La località conosciuta come Camp David, residenza del Presidente degli Stati Uniti, nella cartografia ufficiale viene riportata come Camp 3.

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Esempio di distorsione dell’informazione: in questa carta del periodo nazista (Putzger, 1940) il celeste identifica l’area abitata da comunità di lingua e cultura tedesca. Ad una di queste, però, pur in possesso di

inequivocabili caratteri etnici tedeschi, era vietato comparire: erano i sudtirolesi, “dimenticati” in quanto cittadini di uno Stato amico.

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Esempio di distorsione dell’informazione: alcuni francobolli emessi dall’Argentina

mostrano una sua sovranità su uno spicchio dell’Antartide, in realtà non riconosciuta dalla Comunità Internazionale.

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Esempio in

cui il

contesto di

riferimento

è fuorviante

Questo francobollo emesso dalle autorità argentine raffigura

l’arcipelago indicato come “Islas Malvinas” ma meglio noto nel mondo come “Isole Falklands”, sotto sovranità britannica. L’oggetto nasconde subdolamente una rivendicazione dell’Argentina per il possesso

dell’arcipelago. A causa della natura “ufficiale” del materiale filatelico difficilmente il cittadino potrà valutarne criticamente il contenuto

(14)

Propaganda politica all’interno di un “innocente” atlante scolastico (Germania, 1940):

(15)

Questa carta omette il connotato ideologico

dell’URSS. Tra la parola “REPUBBLICHE” e la

parola “SOVIETICHE” sarebbe dovuta

comparire la parola “SOCIALISTE”.

Dimenticanza? La carta proviene da un atlante

italiano del periodo fascista (Vallardi, 1935)

.

(16)

Spesso in passato gli atlanti spagnoli hanno omesso l’indicazione relativa alla sovranità britannica su Gibilterra, considerata dai nazionalisti un imbarazzante «buco» territoriale da tacere al pubblico.

(17)

Manipolazione

attraverso la data:

questa tavola tratta da un atlante De Agostini del settembre 1944 inserisce entro i confini nazionali anche la Slovenia,

equiparata alle altre

regioni italiane con tanto di segno di confine

regionale. L’indicazione è errata in quanto la

Slovenia nel settembre 1944 non era più sotto amministrazione italiana già da un anno.

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conclusioni

Mostrare la natura soggettiva e convenzionale

della carta geografica non significa denigrarla

ma proporne un uso più corretto e più

adeguato.

Questo approccio evidenzia e valorizza la

complessità della cartografia come linguaggio

di comunicazione dotato di funzioni ben più

ampie di quelle semplicemente informative

comunemente attribuitele.

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Alcune delle

immagini presentate

sono tratte dal

volume:

Boria E.,

Cartografia e

potere,

UTET Università,

2007.

Per ogni osservazione/commento su queste diapositive o in generale sul tema trattato scrivere a edoardo.boria@uniroma1.it

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