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pHp|Tek 2007, pHp::innovation( )

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M.PERELLI SOFTWARE 38-39

38 BOLLETTINO DEL CILEA N.107GIUGNO 2007

pHp|Tek 2007, pHp::innovation( )

Matteo Perelli

CILEA, Segrate Abstract

A Chicago (Illinois U.S.A.), dal 15 al 18 maggio, si è svolto l’annuale incontro organizzato dalla rivista ‘pHp Architect’, la conferenza internazionale ‘pHp|Tek’ [1]. Quest’anno gli interventi degli oratori si sono concentrati sui temi della sicurezza, delle performance e su come sia possibile ottimizzare i tempi di sviluppo; tre aspetti che hanno contribuito alla costante crescita di pHp a livello internazionale e che hanno convinto molte società di qualunque dimensione a includere al loro interno un team di sviluppo in questo linguaggio.

This year ‘pHp|Tek’ [2] conference (organized by the editors of ‘pHp Architect’ journal) took place in Chicago (Illinois U.S.A.) from May 15th to 18th. Security, performance and methods to ‘build better application faster’ were

the main topics; these are the three major aspects of pHp that made it so popular. In fact several companies have decided to include a pHp developing team in their staff.

Keywords: pHp Tek, pHp, PECL, Chicago, conference, SPL, phar, security, OOP, Ajax, PDO, pHp tools.

Introduzione

pHp [1] (pHp: Hypertext preprocessor) è un linguaggio di scripting general-purpose, Open Source, lato server, pensato per applicazioni web. È nato come modulo PERL nel 1994, ha continuato il suo sviluppo fino a oggi e sicura-mente continuerà nel futuro con la prossima release: pHp 6.0. Ma cosa ha reso pHp uno tra i linguaggi di sviluppo più conosciuti e utilizzati al mondo (fonte TIOBE [3] )?

La principale forza di pHp è l’estrema sem-plicità e la grande libertà che lascia al pro-grammatore, dando la possibilità di sfruttare al meglio, anche nello stesso script, le migliori caratteristiche dei linguaggi sia procedurali sia object-oriented. Molti puristi potrebbero storcere il naso, asserendo che tutta questa libertà lascia spazio a molti possibili errori (ed è vero, e il programmatore pHp lo sa) anche difficili da individuare ma, citando Rasmus Lerdorf (il creatore di pHp), “pHp non è fatto per essere bello, è fatto per essere veloce”.

Le comunità di pHp nel mondo sono moltis-sime, così come i congressi, ma pHp|Tek costi-tuisce uno dei punti di riferimento principali per lo sviluppatore con esperienza e non, sia per il gran numero dei temi trattati che degli interventi (48 in 4 giorni).

Il congresso

In un incontro come il pHp|Tek sarebbe ne-cessario poter riportare i contenuti di quasi tutti gli interventi, ma per motivi di spazio se-gnalerò solo quelli con un contenuto indubbia-mente innovativo (a parte la presentazione te-nuta dallo stesso Rasmus Lerdorf).

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Mike Potter, della Adobe, ha illustrato come, allo stato attuale, sia possibile utilizzare pHp per implementare Rich Internet Applications (RIA) utilizzando AJAX, estensioni Adobe/Macromedia Flash [4] , Flex [5] e XUL [6]. Anche se sono ancora poche le RIA implementate in pHp che sfruttano appieno le tecnologie sopra citate, è indubbio che esse cambieranno il volto di internet, rendendo le applicazioni web sempre più user-friendly.

Joe Stagner, della Microsoft, ha annunciato una collaborazione Zend – Microsoft (Zend [7] è la produttrice del motore di pHp) per l’integrazione di pHp all’interno di piattaforme Windows, dando la possibilità di estendere ap-plicazioni .NET con codice pHp.

In considerazione del sempre maggior im-piego di XML nel mondo web 2.0, Kitman Cheung ha presentato le nuove estensioni pHp per interfacciare DB2 9 Express-C [8] alle pro-prie applicazioni. DB2 9 è famoso per essere il primo database ibrido relazionale-XML, in grado quindi di gestire Query e X-Query se-condo gli standard del W3C [9].

Marcus Boerger ha parlato di altri due im-portanti aspetti di pHp: le SPL e i phar. Le SPL (Standard pHp Library) sono una collezione di librerie sviluppate pensando al Functional pro-gramming, un metodo per non dover cambiare codice ogni volta che cambia il tipo di dato da gestire. I phar, invece sono gli omologhi dei jar di Java; in sostanza degli archivi indipendenti contenenti codice riutilizzabili ed eseguibili come file pHp.

Rimangono da citare gli innumerevoli inter-venti sul rapporto pHp-database (tra cui anche il PDO [10]: pHp data object), sul tema della si-curezza (PHP Security Pitfalls e Cryptography, Keeping a Secret) e dal contenuto più generale ma comunque interessante come PHP Features You Didn't Know Existed, di Eli White.

Conclusioni

Proponendo interventi riguardanti sia ar-gomenti di base che allo stato dell’arte sullo sviluppo pHp, si evince la portata e risonanza di questo incontro. Il numero dei partecipanti e la loro provenienza dimostra quanto interesse sia suscitato da pHp, a livello internazionale, ma dimostra anche come in Italia non venga ancora considerato con sufficiente attenzione. Il CILEA, a differenza del panorama italiano, at-tualmente utilizza pHp in diversi progetti e mi auguro che il suo team di sviluppo possa ancora crescere.

Bibliografia

[1] Pagina ufficiale di pHp. URL: http://www.php.net

[2] Pagina ufficiale della conferenza. URL: http://www.phparch.com/tek

[3] Pagina TIOBE index.

URL: http://www.tiobe.com/tpci.htm [4] Adobe Flash CS3. URL: http://www.adobe.com/it/products /flash [5] Adobe FLEX 2. URL: http://www.adobe.com/it/products /flex [6] XUL. URL: http://www.mozilla.org/projects/xul/

[7] Sito ufficiale Zend.

URL: http://www.zend.com/ [8] IBM DB2 9 Express-C. URL: http://www-306.ibm.com/software/ data/db2/express/ [9] Sito ufficiale W3C. URL: http://www.w3c.org/ [10] PDO. URL: http://us2.php.net/pdo

Figura

Fig. 1 – La sala principale del pHp|Tek

Riferimenti

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Devserver 17.0 disponibile sul sito: http://www.easyphp.org.

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