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Termo- e chemioterapia antivirale in vitro: indagini su Grapevine Leafroll associated ampelovirus 3 (GLRaV-3) in Vitis vinifera

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Academic year: 2021

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Università degli studi di Pisa, Facoltà di Agraria Dottorato in Scienze delle produzioni vegetali

Termo- e chemioterapia antivirale in vitro:

indagini su Grapevine Leafroll associated ampelovirus 3 (GLRaV-3) in vitis vinifera

F. D’anna Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose “G. Scaramuzzi” Università di Pisa Via del borghetto 80, 56124, Pisa, Italia e-mail: fdanna@agr.unipi.it.

La mole dei danni imputabili alle infezioni virali nei vegetali, ha fatto maturare, nel tempo, la piena consapevolezza della necessità di potenziare al massimo e, quindi, di utilizzare tutti i metodi utili per limitare la presenza di queste patologie, specialmente nei materiali destinati alla propagazione agamica. L'importanza di questa attività è ben evidente se si considera come ancora oggi non sia possibile effettuare un qualunque intervento antivirale in campo. Il primato del più alto numero di malattie virali o di tipo virale che è stato anche recentemente riconosciuto alla vite rispetto a qualunque altra coltura agraria ribadisce la necessità di intensificare gli sforzi affinché sia possibile disporre, per questa specie, di materiali di piantagione con un conveniente stato sanitario. Circa la metà degli agenti virali noti su vite sono implicati nell'eziologia di malattie molto importanti. Dal punto di vista normativo è opportuno ricordare che a tutela delle condizioni sanitarie del materiale di propagazione della vite sono stati previsti dispositivi di legge fin dalla fine degli anni '60, con il disposto del DPR 1164 del 24 dicembre 1969 "Norme sulla produzione e sul commercio dei materiali di moltiplicazione vegetativa della vite" che, fra l'altro, aveva lo scopo di escludere, dal materiale destinato alla propagazione, la presenza dei due quadri infettivi ritenuti più importanti: l'arricciamento fogliare e l'accartocciamento fogliare. E' interessante rilevare che questi stessi quadri infettivi sono stati considerati ancora nella recente direttiva 2005/43/CE della Commissione del 23 giugno 2005 che sostituisce gli allegati del DPR 1164 del 1969. Per completezza ricordiamo che nella normativa più recente al nepovirus del complesso dell'arricciamento fogliare (GFLV) è stato aggiunto il nepovirus del mosaico dell'arabis (ArMV), mentre per il complesso dell'accartocciamento fogliare sono stati considerati solo gli ampelovirus 1 e 3 (GLRaV 1 e GLRaV 3). Si prevede, inoltre, l'assenza del maculavirus della maculatura infettiva (GFkV), ma solo nei materiali portinnesti. E' fuori discussione, quindi, che lo studio di interventi rivolti a limitare la diffusione dei virus responsabili dell'accartocciamento fogliare rivesta una particolare importanza per l'individuazione del materiale genetico da sottoporre alle procedure di "omologazione" e, quindi, alla propagazione. Oltre agli interventi di "selezione sanitaria" è possibile ottenere "piante madri" sanitariamente idonee attraverso interventi terapeutici, cioè interventi di risanamento di materiale infetto. I metodi più ricorrenti per il risanamento di materiale di propagazione della vite fanno riferimento a trattamenti termici (termoterapia), alla coltura di apici meristematici, o anche alla combinazione delle due tecniche. La chemioterapia antivirale nei vegetali rimane ancora in ambito sperimentale. Considerevoli sforzi sono stati compiuti nel tentativo di evidenziare sostanze chimiche, naturali o sintetiche, in grado di ostacolare il processo di infezione e in particolare di interferire con la replicazione del virus.

Attualmente ci sono alcune molecole, con potenzialità antivirali già sperimentate in Virologia medica che potrebbero essere sfruttate anche verso fitovirus con genoma simile. D'altra parte non può essere dimenticato come la migliore conoscenza dei meccanismi molecolari alla base dei processi di replicazione virale e le maggiori possibilità di sintesi e di screening di molecole con caratteristiche antivirali, hanno consentito di raggiungere risultati decisamente soddisfacenti nella chemioterapia antivirale nell'uomo e negli animali.

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Nel presente lavoro, si riportano i risultati conseguiti nel risanamento di Vitis vinifera infetta da GLRaV-3 in vitro, sia con il trattamento di termoterapia sia con la somministrazione di alcune delle molecole appartenenti al gruppo degli inibitori della inosina 5' monofosfato deidrogenasi (IMPDH) e a quello degli inibitori della neuraminidasi (NA).

I risultati da noi ottenuti hanno evidenziato quanto segue:

-la micropropagazione rappresenta uno strumento utile per l’applicazione di interventi di risanamento, offrendo vantaggi operativi di spazio e tempo.

-le molecole inibitrici dell’IMPDH e delle NA sono risultate efficaci anche in campo vegetale -la somministrazione delle molecole ha prodotto, in percentuali differenti, espianti sani dopo solo 30 giorni di trattamento.

-la termoterapia si è rivelata uno strumento efficace nel risanamento di GLRaV-3

Per cui si può affermare, che i risultati di eradicazione ottenuti sembrano tracciare una concreta possibilità sulla via all’ottenimento di piante madri sani destinate alla propagazione.

In conclusione, considerando che, una viticoltura derivante esclusivamente dal lavoro di selezione clonale può mettere a repentaglio la variabilità genetica intravarietale e quindi portare ad un progressivo depauperamento genetico, può essere opportuno procedere, specie nel caso di infezioni singole, con gli interventi terapeutici descritti, che possano garantire il recupero del materiale con caratteristiche genetiche di pregio.

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