INTRODUZIONE
Le innovazioni tecnologiche ed i progressi tecnici realizzatisi nella nostra Società negli ultimi anni hanno introdotto nuove forme di comunicazione, fino ad oggi inimmaginabili, quali la telefonia mobile, le videoconferenze – Skype - o l’utilizzo della posta elettronica a mezzo Internet, Whatsapp, Facebook, FaceTime, Vibe,
Telegram, Instagram, etc.
Tuttavia, la cosiddetta rivoluzione tecnologica presuppone, a sua volta, l’emergere di nuove vie di attacco o ingerenza nell’ambito dei diritti fondamentali, motivo per cui risulta necessario che questi vengano ridefiniti senza correre il rischio che si perda la loro identità, al fine di concedere la dovuta protezione giuridica ai cittadini e, che vengano adattati alla nuova realtà sociale.
Questo complesso panorama della “Società dell’Informazione” e i nuovi mezzi di comunicazione divulgati dalla tecnologia digitale danno avvio alla questione delle “intercettazioni telefoniche”, conosciute come Tecnologías de la Información y la Comunicación (TIC).
Le intercettazioni telefoniche possono essere definite come un mezzo o strumento per ottenere o scoprire le comunicazioni private mediante telefono. Ad esse si riconosce tanto a livello dottrinale, quanto a livello giurisprudenziale una doppia natura ogni qual volta queste adempiono ad una doppia funzione: da un lato disimpegnano una importante funzione investigatrice - siamo nell’ambito dei mezzi leciti di investigazione - , dall’altro possono essere intese come mezzo di prova in se - attualmente equiparata alla prova documentale -.
Nell’attualità non è difficile incontrare esempi nei quali le intercettazioni telefoniche presentino il massimo contributo, dato il loro coinvolgimento nella sfera più intima dei cittadini.
Occorre tenere in considerazione che non tutte le intercettazioni telefoniche siano illegali, qualora si parta dal presupposto che, in uno Stato Democratico e di Diritto, nessun diritto sia assoluto e che la restrizione di quello consacrato nell’articolo 18.3 della Costituzione Spagnola debba far leva sul principio della proporzionalità dell’ingerenza del diritto fondamentale in una società democratica.
Fino alla riforma del 1988 nella quale venne modificato l’articolo 579 della Ley de Enjuiciamiento Criminal, in virtù della Ley Orgánica
n. 4/1988, del 25 Maggio, la quale introdusse la previsione delle
intercettazioni telefoniche, tutte le intercettazioni fino ad allora autorizzate infrangevano le previsioni contenute nell’articolo 8 della CEDU, così come dichiarò espressamente il Tribunale Europeo dei Diritti dell’Uomo nella sentenza relativa al caso Valenzuela
Contreras1 contro la Spagna.
Ma lo sviluppo delle nuove tecnologie ed i progressi avvenuti nell’ambito della comunicazione, la creazione di dispositivi e l’ampliamento delle funzioni dei sistemi informatici hanno comportato, in cambio, l’apparizione di nuovi delitti, si tratta del fenomeno conosciuto come cybercrime. Per questo motivo si è reso
1
Sentenza del Tribunale Europeo dei Diritti Umani, 1998/31: “(...) la intercepción
de conversaciones telefónicas constituye una injerencia de una autoridad pública en el derecho al respeto de la vida privada y de la correspondencia. (...) Está prevista por la ley y constituye una medida que, en una sociedad democrática, es necesaria para la seguridad nacional, la seguridad pública, el bienestar económico del país, la defensa del orden y la prevención de infracciones penales”. El Tribunal
de Estrasburgo spiega che il diritto interno "debe ofrecer protección contra los
atentados arbitrarios de los poderes públicos respecto a los derechos garantizados" por el convenio.
imprescindibile il rinnovamento delle forme di prevenzione e dell’investigazione di tali condotte. Progressivamente si è assistito alla formazione specializzata dei corpi di sicurezza, ma soprattutto, la Ley Orgánica 13/2015 di modifica della Ley de Enjuiciamiento
Criminal, ha introdotto quale nuovo mezzo di investigazione
tecnologia l’uso del virus espía, che costituisce parte dell’oggetto di questo lavoro. La legge ha inteso regolare nuove misure ai fini del controllo di una nuova realtà data dalla necessità, in alcune occasioni, di addentrarsi, in forma remota, nel computer di un soggetto senza il suo consenso. Trattandosi di una misura che interessa così direttamente importanti diritti fondamentali di ciascun essere umano, vi si potrà ricorrere solo in determinati presupposti, sempre nel rispetto dei principi cardine dell’ordinamento giuridico spagnolo.
Tuttavia, non tutto ciò che riguarda l’uso di software informatici come virus espía risulta essere regolato chiaramente all’interno della legge.
Dinanzi alla insufficienza della regolamentazione normativa, la dottrina e la giurisprudenza hanno provato a supplire questi vuoti legali, e ciò ha contribuito ad una maggiore sicurezza giuridica in presenza dell’unanimità in numerosi aspetti della materia.