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Bollettino Politiche strutturali per l'agricoltura. N. 14/15 (apr.-set. 2001)

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l documento sulle linee-guida per la politica scientifica e tecnologi-ca del Governo, approvato dal CIPE il 2 maggio 2002 e che sarà recepito nel prossimo Depf, contiene gli orientamenti della politica della ricerca nazionale.

Tali orientamenti e le scelte di politica della ricerca che ne sono scaturite sono il frutto di una approfondita analisi del sistema nazionale della ricerca, che ha consentito di individuarne i punti di forza e di debolezza, della valutazione delle grandi opportunità che si prospettano a livello internazionale e di un ampio processo di consultazione e concertazione con gli attori del siste-ma stesso.

La comunità scientifica (università ed enti pubblici di ricerca), le imprese e i sin-dacati, infatti, sono stati coinvolti nella definizione del Documento sulle linee-guida, che costituisce la base di riferimento per la formulazione del Programma Nazionale per la ricerca 2004-2006 (PNR).

Tra i punti di debolezza più evidenti, si riscontra il forte sottodimensionamen-to del sistema scientifico nazionale rispetsottodimensionamen-to alle esigenze e alle poten-zialità del Paese. Questa situazione si riflette in modo differenziato su scala regionale. Tra i punti di forza più manifesti, invece, vi è il riconoscimento a livello internazionale delle punte di eccellenza espresse dal sistema della ricerca italiana. Nel merito degli orientamenti politici, il Governo ha sta-bilito di indirizzare le scelte della politica della ricerca verso le seguenti macro-aree: meccanica strumen-tale, informatica e telecomunicazioni, energia, ambiente, trasporti, agroalimentare, salute, beni culturali.

Il documento sulle linee-guida, inoltre, prevede un incremento dei fondi per la ricerca di circa 14 milioni di euro, che porterebbe gli investimenti complessivi nel settore pubblico e in quello priva-to dall’attuale 1,07% (quota pubblica e privata) rispetto al PIL a oltre il 2% nei prossimi quattro anni.

Bollettino

n u m e r o

14/15

aprile-settembre 2001

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aprile/settembre - 2001 numero 14/15 a cura

INEA

Istituto Nazionale di Economia Agraria

Direttore responsabile Francesco Mantino Responsabile di redazione Laura Viganò

Comitato di redazione Giuseppe Blasi, Emilio Gatto, Maria Luchetta, Alessandro Monteleone, Alessandra Pesce, Salvatore Petroli, Andrea Povellato, Daniela Storti, Paolo Zaggia, Annalisa Zezza Progetto grafico Benedetto Venuto

Impaginazione Pierluigi Cesarini Elaborazioni statistiche Stefano Tomassini Supporto informatico Massimo Perinotto Segreteria Laura Guidarelli

Registrazione Tribunale di Roma n.671/97 del 15/12/1997 Sped. abb. post. art.2 Comma 20/C Legge 662/96 filiale Roma

Stampa Litografia Principe, Via E. Scarfoglio, 28 - Roma Finito di stampare nel mese di luglio 2002

dell’

Osservatorio Politiche Strutturali

D.M. MIPA N. 9138/95

Gli orientamenti della politica

della ricerca nazionale e

sistema agro-industriale

di Fulvio Obici

Responsabile comunicazione Fondi strutturali, Servizio per lo Sviluppo ed il Potenziamento dell’Attività di Ricerca, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

I

in questo numero

 1 Editoriale 2 Attualità R i c e r c a p e r i l s e t t o r e agroindustriale: gli stru-menti messi a disposizione d a l l e n u o v e p o l i t i c h e  5 A che punto siamo? Gli interventi a favore del-l’agricoltura e dello svilup-p o r u r a l e t r a v e c c h i a e nuova programmazione, Le misure agro-ambientali t r a v e c c h i a e n u o v a p r o g r a m m a z i o n e  1 0 I n t e r v i s t a a C i n z i a Z i n c o n e  1 2 R e g i o n i B a s i l i c a t a : i l g o v e r n o dell’economia regionale  2 8 S t r u m e n t i d e l l a Programmazione Le intese istituzionali di programma

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Editoriale

Per riequilibrare il sistema della ricerca dal punto di vista territoriale, al PNR si aggiunge un altro strumen-to, rappresentato dal Programma Operativo Nazionale per le regioni dell’obiettivo1, “Ricerca scientifica, sviluppo tecnologico, alta formazione” 2000-2006 (PON Ricerca), cofinanziato dal FESR e dal FSE.

Tale programma ha come obiettivo globale quello di rafforzare la capacità di ricerca e innovazione del sistema meridionale per modernizzare la struttura sociale ed economica del Mezzogiorno, migliorare l’alta formazione e qualificare l’occupazione.

Il negoziato tra UE, Stato e Regioni, che ha portato alla approvazione dei Programmi Operativi Nazionali, tra cui il citato PON Ricerca, e dei Programmi Operativi Regionali (POR), consente di mobilitare, nel periodo 2000-2006, un significativo e aggiuntivo investimento complessivo (pubblico/privato) di circa 2.813 milioni di euro a favore della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell’alta formazione, di cui circa 2.038 milioni di euro a valere sul PON Ricerca e 775 milioni di euro attivati nell’ambito dei POR delle sei regioni dell’obietti-vo 1.

Il PNR e il PON Ricerca, inoltre, si coordinano con il più ampio progetto dell’Unione Europea finalizzato alla creazione dello spazio europeo della ricerca, che offre, con l’adesione al Sesto Programma Quadro della ricerca europea, una ulteriore prospettiva di sviluppo delle attività realizzate in tale ambito. In particolare, per gli operatori delle regioni obiettivo 1 che aderiranno al programma quadro, è previsto un intervento di sostegno aggiuntivo mediante i Fondi strutturali.

L’agro-industria rappresenta un settore importante per l’economia del Paese e la sua rilevanza strategica viene sottolineata dalle predette scelte programmatiche del Governo e da quelle compiute con il PON Ricerca. L’agroalimentare, infatti, costituisce una delle citate macro-aree verso le quali si orientano le scel-te di politica della ricerca nazionale per la formulazione del PNR, nonché uno dei settori strascel-tegici indivi-duati dal PON Ricerca, quali beni culturali, ambiente, agro-industria e trasporti.

A questo proposito, risulta utile porre l’accento su due elementi che concorrono ad ampliare le opportunità di sviluppo e potenziamento degli interventi connessi all’attuazione delle misure di politica di ricerca scien-tifica e tecnologica, valorizzando i risultati conseguiti per lo sviluppo e l’innovazione in tutti i settori strategi-ci, compreso l’agroalimentare.

Il primo elemento si identifica con il monitoraggio e la valutazione, realizzati secondo rigorosi standard internazionali ed europei, a cui tutti gli interventi, nell’ambito del PNR e del PON Ricerca, sono soggetti, consentendo di premiare la qualità dei progetti e di selezionare quelli che hanno un impatto socioecono-mico positivo. Il monitoraggio e la valutazione, inoltre, contribuiranno a contrastare il pericolo rappresen-tato da una ricerca che non genera innovazione o da una innovazione non basata sulla ricerca scientifi-ca, così da garantire l’efficacia e l’efficienza delle attività realizzate.

Il secondo elemento riguarda l’adozione dell’approccio sistemico nella realizzazione dei diversi interventi, così da agevolare la promozione di uno sviluppo durevole e integrato del territorio nazionale e locale e la partecipazione alla competizione globale. Ciascun investimento, quindi, sarà valutato anche in relazione alla sua capacità di comporsi sinergicamente con quelli realizzati in ambiti diversi, superando una logica eminentemente settoriale.

Ne consegue che agricoltura, industria alimentare e distribuzione vanno inquadrati in un’ottica integrata di filiera e di interdipendenza con gli altri settori, perseguendo in modo permanente l’obiettivo di valorizza-zione socioeconomica della conoscenza quale fattore critico di successo.

La qualità dei prodotti, il basso impatto ambientale delle produzioni, la sicurezza degli alimenti per la salu-te dei consumatori, anche tramisalu-te la tracciabilità dei prodotti/servizi, il benessere di animali e persone, la valorizzazione delle produzioni tipiche di un territorio rappresentano aree di intervento interrelate e conte-stualmente legate, ad esempio, al miglioramento della qualità dei trasporti di merci e persone e alla con-servazione, valorizzazione e fruizione dei beni culturali e ambientali dei territori. Di qui la sfida non solo a garantire elevati livelli qualitativi della produzione nello specifico settore, ma a coglierne le interdipenden-ze e le sinergie che possono essere sviluppate con gli altri.

Una considerazione, infine, va fatta sulla comunicazione della ricerca. Nell’economia della conoscenza risulta di fondamentale importanza affrontare insieme a tutti i partner il problema di rendere consapevole l’opinione pubblica circa l’importanza dello sviluppo della ricerca e del capitale umano al fine di migliora-re la qualità stessa della vita dei cittadini: ogni investimento per potenziamigliora-re e sviluppamigliora-re la ricerca e il capitale umano, infatti, risponde a una funzione sociale.

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Editoriale

“falsa” informazione fornita all’opinione pubblica, per cui, talvolta, gli organismi interessati allo sviluppo del sistema scientifico e tecnologico scontano la sfiducia che questa nutre sul livello qualitativo delle infor-mazioni fornite, compromettendo il riconoscimento dell’evidente dimensione strategica della comunicazio-ne per la vita di ogni organismo e comunità. Si registra con amarezza, quindi, un deficit di comunicaziocomunicazio-ne per l’assenza di informazione adeguata o addirittura per la presenza di una “cattiva” informazione. Di qui l’impossibilità che l’opinione pubblica possa percepire e/o giudicare in modo più oggettivo e corretto i risul-tati raggiunti con la ricerca e il suo ruolo nell’accrescere la qualità della vita dei cittadini.

Si deve contribuire, quindi, a incrementare il livello qualitativo delle informazioni fornite, così da riabilitare il ruolo della comunicazione nella diffusione della conoscenza. Una conoscenza senza comunicazione e/o una comunicazione senza conoscenza, infatti, nella società dell’informazione, costituisce un problema, finanche paradossale, per l’intera comunità nazionale, che mina l’efficacia di tutte le attività dirette a ren-dere operativi i risultati conseguiti nel mondo della ricerca e dello sviluppo del capitale umano.

Attualità

Ricerca per il settore

agroindu-striale: gli strumenti messi a

disposizione dalle nuove politiche

di Anna vagnozzi - INEA

Negli ultimi anni, il sistema della ricerca italiano ed europeo è stato al centro di un’intensa attività di rinnovamento strutturale, legato alla crescente importanza attribuita alla “conoscenza” quale stru-mento per sostenere la competitività di tutti i setto-ri d’attività economica.

Gli obiettivi di questo processo di rinnovamento hanno riguardato:

• la connessione sempre più stretta fra gli indirizzi della politica di sviluppo e le tematiche di ricer-ca promosse dagli interventi pubblici (UE, Stato e Regioni);

• il potenziamento della ricerca privata e il coin-volgimento delle PMI nei programmi di ricerca; • la promozione di ricerche interdisciplinari che

prevedano la partecipazione, su problematiche generali dei settori produttivi o della società civi-le, di tutti gli ambiti scientifici interessati.

Gli strumenti utilizzati per indurre i cambiamenti auspicati sono stati, a livello europeo, il V Programma Quadro di ricerca, sviluppo e dimo-strazione e, a livello nazionale, il D.Lgs n. 204/98 e il Programma Nazionale della Ricerca (PNR) del 31 dicembre 2000.

Naturalmente, tutti i settori della ricerca, ivi com-presa quella agroindustriale, sono stati coinvolti in questo processo evolutivo, per cui hanno dovuto adeguare i contenuti e le modalità di lavoro alle novità introdotte.

La ricerca europea

Il V Programma Quadro di ricerca, sviluppo e dimostrazione ha costituito lo strumento principa-le per l’attuazione della politica di ricerca scienti-fica e tecnologica dell’Unione Europea per gli anni che vanno dal 1998 al 2002. Come per il p r e c e d e n t e P r o g r a m m a , l a C o m m i s s i o n e Europea ha effettuato una proposta articolata in una serie di temi di studio a cui le istituzioni di ricerca dei Paesi europei hanno risposto con pro-getti specifici, partecipando a bandi di gara. Le ultime call sono state emanate nei primi mesi del 2002.

In coerenza con gli obiettivi di Agenda 2000, il V Programma Quadro si è concentrato su poche finalità di tipo trasversale, abbandonando la classica impostazione per settori produttivi. E’ strutturato, infatti, in quattro programmi tematici, articolati in più azioni chiave, e tre programmi orizzontali.

Le attività di ricerca proposte al finanziamento devono essere finalizzate a risolvere problemi reali del cittadino e della società, obiettivo che, nella Decisione di adozione del programma, il Parlamento e il Consiglio Europeo hanno indicato con molta chiarezza, raccomandando, inoltre, che, in ogni attività di ricerca, venisse assicurato un adeguato inserimento della dimensione socioeconomica delle problematiche oggetto di analisi.

Le tematiche più vicine a quelle agricole sono presenti nel programma tematico “Qualità della vita e gestione delle risorse naturali”, nell’ambito del quale è prevista un’azione chiave denomina-ta “Gestione sostenibile dell’agricoltura e della

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Attualità

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Tabella 1 - V Programma Quadro. Programmi e relativo badget (.000 euro)

Articolazione del V programma Quadro Budget stanziato

Azioni indirette

Programmi tematici 10.843

Qualità della vita e gestione delle risorse naturali 2.413

Società dell’informazione 3.600

Crescita competitiva e sostenibile 2.705

Energia, ambiente e sviluppo sostenibile.2.125

Programmi orizzontali: 2.118

Ruolo internazionale della ricerca comunitaria 475

Innovazione e PMI 363

Potenziale umano e ricerca socioeconomica 1.280

Azioni dirette

Centro Comune di ricerca 739

Totale 13.700

Fonte: Commissione Europea, sito web www.cordis.lu

pesca e della silvicoltura, compreso lo sviluppo integrato delle zone rurali”. Ulteriori possibilità di finanziamento di programmi agricoli su temati-che più generali sono previste nell’ambito di altre azioni chiave del medesimo programma o dei programmi tematici come ‘Energia, ambiente e sviluppo sostenibile’ e ‘Società dell’Informazione’. Sul sito www.Cordis.lu dell’Unione Europea sono disponibili i dati di monitoraggio dei primi due anni di attività del Programma (1999 e 2000).

Globalmente, nel primo biennio, sono stati assegna-ti contribuassegna-ti finanziari per un totale di 5.654,38 milio-ni di euro, pari al 45% dell’intera dispomilio-nibilità finan-ziaria del Programma, e sono stati approvati 5.837 progetti, con una media di circa 970.000 euro per progetto (tabella 2). L’elevato costo medio dei pro-getti fa presumere una discreta complessità dal punto di vista sia dei contenuti che del partenariato. Nell’ambito del programma “Qualità della vita”, nei primi due anni sono stati approvati 1.204 progetti, per un totale di 1.283,23 milioni di euro, pari al 22,6% del finanziamento complessivamente asse-gnato al Programma Quadro. In particolare, il 16,2% delle risorse finanziarie, circa 208 milioni di euro relativi a 269 progetti, riguarda le tematiche agricole, della pesca e della silvicoltura, eviden-ziando un budget medio per progetto relativamen-te più conrelativamen-tenuto, pari a circa 775 milioni di euro. Un altro dato interessante è dato dalla quota di

pro-getti globalmente approvati rispetto a quelli perve-nuti, uguale al 15%, nel 1999, e al 31,2%, nel 2000. Se si analizza lo stesso fenomeno per ogni Paese membro dell’UE, si nota un andamento analogo; infatti, prendendo in considerazione il numero di contratti pervenuti e sottoscritti per paese1, nel 1999, le percentuali di sottoscrizione rispetto alle proposte pervenute oscillano dal 16% (Francia) all’11% (Spagna, Grecia, Irlanda e Danimarca), mentre, nel 2000, tali percentuali salgono a un livello che varia dal 34% (Grecia) al 58% (Francia). Nel 1999, l’Italia si colloca al 13% e, nel 2000, al 45%.

Benchè la quota di progetti approvati rispetto a quella dei progetti pervenuti, nel 2000, sia aumen-tata, questa si presenta ancora piuttosto ridotta. Si tratta di un fenomeno dovuto sicuramente alla complessità procedurale e gestionale legata alla presentazione di progetti, ma anche alla scarsa consuetudine delle strutture di ricerca a concepire il proprio lavoro secondo criteri di managerialità. Gli elementi critici sono:

- la programmazione, la cui impostazione è spesso carente di informazioni di scenario e di impatto, ma soprattutto non mette in evidenza la doman-da dell’utenza di riferimento;

- il controllo scientifico, amministrativo e finanziario delle attività in itinere sulla base degli ormai noti sistemi di monitoraggio;

1 I dati di monitoraggio forniti nel sito Cordis per Stato membro si riferiscono non al Paese coordinatore del progetto, ma alle sin-gole partecipazioni di ciascuna nazione. Pertanto, il numero delle proposte pervenute e dei contratti sottoscritti per Paese non corrispondono al numero di progetti pervenuti e approvati.

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- la gestione dei partenariati fra istituzioni della stessa area scientifica e ancora di più fra istitu-zioni di aree scientifiche diverse.

In termini di partecipazione al Programma, invece, la percentuale di proposte pervenute per ogni Paese rispetto al totale è pressoché analoga sia per il 1999 che per il 2000, con la quota minima, in entrambi gli anni, dell’Irlanda (2%) e la massima, nel ’99, di Inghilterra e Germania (16%) e, nel 2000, dell’Inghilterra (15%). L’Italia si colloca, rispettiva-mente, al 12% e all’11%. Se si analizzano i contratti sottoscritti, la quota di partecipazione dei Paesi non si modifica molto; tuttavia, è il caso di evidenziare la migliore performance di Francia e Germania che, in entrambi gli anni, hanno una quota di par-tecipazioni approvate, rispettivamente, di due e tre punti percentuali in più rispetto agli altri Stati mem-bri dimostrando sostanzialmente di presentare pro-getti qualitativamente migliori degli altri Paesi. L’Italia mantiene le medesime percentuali.

Se la partecipazione di ciascun Paese viene analiz-zata dal punto di vista dei finanziamenti assegnati2, si rileva che le quote di partecipazione di Germania e Inghilterra salgono, rispettivamente, al 18,3% e al 16,3%, mentre quella dell’Italia scen-de al 9,3%.

Relativamente ai progetti su temi agricoli per paese, il sito Cordis fornisce dati limitatamente al 2000.

Il Paese che ha presentato il maggior numero di proposte rispetto al totale è l’Inghilterra (15,5%), seguito da Francia (11,1%), Germania (10,6%), Spagna e Italia (entrambi 10,1%). Riguardo ai con-tratti sottoscritti, la posizione in graduatoria dei primi quattro Paesi rimane invariata. La quota dei contratti sottoscritti sul totale concernente l’Italia, invece, rispetto a quella delle proposte si riduce di circa 2,3 punti percentuali, per cui al nostro Paese si sostituiscono i Paesi Bassi che, insieme a Francia e Germania, vedono aumentare il proprio peso in termini relativi. Se ne deduce, quindi, che le pro-poste italiane, più numerose delle altre, non sono state ritenute adeguate in fase di selezione dei progetti per vizi di forma o per motivi di contenuto e impostazione.

Il 2002 è l’ultimo anno di attuazione del V Programma Quadro e gli organi dell’UE stanno lavorando per il varo del VI Programma Quadro, che riguarderà il periodo 2002/2006. E’ in corso di definizione il testo della decisione che approva i contenuti del Programma e di quella relativa alle regole di partecipazione al programma stesso3.

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Attualità

Tabella 2 - Attuazione V° Programma Quadro. Contratti sottoscritti e finanziamenti

comunitari assegnati per programma

1999 2000 Totale

contratti contributo contratti contributo contratti contributo sottoscritti finanziario UE sottoscritti finanziario UE sottoscritti finanziario UE

n. .000 euro n. .000 euro n. .000 euro Programmi tematici

Qualità della vita 277 407,40 927 875,83 1.204 1.283,23

di cui: agricoltura, pesca

e silvicoltura sostenibili 43 37,85 226 170,35 269 208,20 Società dell'informazione 416 738,91 622 838,97 1.038 1.577,88 Crescita sostenibile 296 532,33 542 821,73 838 1.354,06 Energie e ambiente 154 173,82 443 447,44 597 621,26 Programmi orizzontali Ruolo internazionale 19 17,04 236 105,46 255 122,50 Innovazione e PMI 10 7,90 171 94,55 181 102,45 Potenziale umano 154 125,27 1.570 467,73 1.724 593,00 Totale 1.326 2.002,67 4.511 3.651,71 5.837 5.654,38

Fonte: Commissione Europea, sito web www.cordis.lu

2 Fonte MIUR.

3 Tali documenti, sebbene non ancora definitivi, sono disponibili sul sito Internet del Consiglio dell’Unione Europea. I contenuti di quanto esposto di seguito derivano dalla loro analisi.

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Il nuovo programma conserva l’impostazione per aree problema e accentua gli obiettivi di interdi-sciplinarietà e integrazione delle ricerche realizza-te dai diversi Stati membri.

Il finanziamento complessivamente previsto è pari a 16.270 milioni di euro, con un incremento, rispet-to al precedente Programma Quadro, del 17% in termini nominali e dell’8,8% in termini reali. Il VI Programma Quadro è strutturato in tre sezioni: 1.concentrare e integrare la ricerca della

comu-nità;

2.strutturare lo Spazio europeo della ricerca; 3.rafforzare le basi dello Spazio europeo della

ricerca.

La prima riguarda specificamente il finanziamento della ricerca scientifica e tecnologica e compor-terà lo sforzo finanziario maggiore (più dell’80% del budget globale). Nell’ambito di questa, sono state individuate sette aree tematiche prioritarie, quali: • genomica e biotecnologie per la salute; • tecnologie per la società dell’informazione; • nanotecnologie e nanoscienze, materiali

multi-funzionali basati sulla conoscenza e nuovi pro-cessi e dispositivi di produzione;

• aeronautica e spazio;

• qualità e sicurezza alimentare;

• sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi;

• cittadini e governance nella società basata sulla conoscenza.

La seconda riguarda interventi trasversali rispetto alle diverse aree di ricerca, con la finalità di ren-dere più efficace l’attività di ricerca, intensificando la diffusione dei risultati, promuovendo la forma-zione di risorse umane e lo scambio di competen-ze, migliorando l’uso delle infrastrutture di ricerca e aprendo spazi di confronto fra scienza e società civile. In particolare, tale aree tematica consta di quattro azioni:

- ricerca e innovazione; - risorse umane e mobilità; - infrastrutture di ricerca; - scienza e società.

La terza ha lo scopo di coordinare le azioni di ricer-ca dei Paesi dell’Unione e di promuovere un coe-rente sviluppo delle politiche.

Gli strumenti di attuazione previsti presentano novità interessanti. Le principali modalità per l’at-tuazione dei progetti di ricerca saranno costituite

dalle reti di eccellenza e dai progetti integrati; si prevede, inoltre, la realizzazione di progetti specifi-ci di azioni di coordinamento, modalità utilizzate per progetti di ricerca che perseguono obiettivi di portata limitata nell’ambito di settori particolari. Le reti di eccellenza si esplicano mediante la coo-perazione fra università, centri di ricerca, imprese e organizzazioni di tecnologia, finalizzata alla rea-lizzazione di un programma comune di attività che risponda ai temi di ricerca previsti negli inviti a presentare proposte emanati dalla Commissione Europea. Caratteristiche essenziali delle reti saran-no: la messa in comune delle capacità di eccel-lenza di ciascun componente, l’integrazione fun-zionale fra i partner, un significativo scambio di personale, il ricorso alle reti elettroniche d’informa-zione e comunicad’informa-zione. Le reti dovranno anche elaborare e attuare una strategia di diffusione dei risultati della ricerca, alla quale dovrà essere destinata una quota delle risorse finanziarie. I progetti integrati saranno realizzati da Consorzi che comporteranno un’intensa collaborazione fra università e industria e avranno come obiettivo l’avanzamento delle conoscenze scientifiche e tec-nologiche applicabili a prodotti, processi e servizi. Dovranno altresì prevedere attività di diffusione e valorizzazione delle conoscenze acquisite.

Anche i progetti integrati saranno selezionati sulla base di inviti a presentare proposte.

Tra quelle previste, l’area tematica più vicina ai tradizionali ambiti agricoli è quella relativa alla qualità e sicurezza alimentare, per la quale è pre-visto un investimento di 685 milioni di euro. Tuttavia, coerentemente con l’impostazione per aree problema e con l’obiettivo dell’integrazione fra le strutture di ricerca e le discipline, appare quanto mai opportuno tener conto che altre aree tematiche possono rivestire interesse per il com-parto agroalimentare, come ‘Tecnologie per la Società dell’informazione’, ‘Sviluppo sostenibile, cambiamento globale e ecosistemi’ e ‘Cittadini e governance nella società europea della cono-scenza’.

Individuare aree di studio poco esplorate per il comparto agroalimentare è fondamentale, consi-derando anche che il FEOGA, per il periodo di pro-grammazione 2000/2006, non finanzia investimen-ti in ricerca, rimandando esplicitamente agli altri strumenti promossi dall’UE in tale ambito, quali, appunto, i Programmi Quadro. La diminuzione complessiva di finanziamento è elevata se si con-sidera che, in l’Italia, nel precedente periodo di programmazione, erano previste Misure di ricerca e sviluppo in ogni Documento Unico di

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Programmazione (regioni centro-nord) e in cia-scun Programma Operativo Mono o Plurifondo (regioni obiettivo 1). E’ stato finanziato, inoltre, un intervento specifico nel Programma Operativo Multiregionale, “Attività di sostegno ai servizi di sviluppo per l’agricoltura”, per un investimento pari a circa 59 milioni di euro. Se si considera che i 685 milioni di euro dedicati dal VI Programma Quadro alle tematiche agroalimentari sono a disposizione dei 15 Paesi membri dell’UE (senza considerare i finanziamenti ad altri Stati europei che possono associarsi ai progetti), anche calco-lando una poco realistica media che preveda un finanziamento uguale per tutti, l’Italia potrebbe contare su circa 46 milioni di euro, circa il 20% in meno di quanto prevedeva il POM suddetto.

La ricerca nazionale

Il 21 dicembre 2000 il CIPE ha approvato il Programma nazionale della ricerca, concludendo un importante iter di riforma del sistema ricerca ita-liano, avviatosi con la legge Bassanini (n. 59/97). Come accennato all’inizio, negli anni ’98 e ’99, con alcuni decreti legislativi, l’allora Ministero della Ricerca Scientifica e Tecnologica ha:

- riorganizzato il governo del sistema, prevedendo modalità partecipate di programmazione, orga-nismi di coordinamento e rappresentanza (Consigli scientifici nazionali e Assemblea della Scienza e della tecnologia), strumenti e organi-smi di indirizzo per la valutazione (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca - CIVR); - riordinato e potenziato le procedure di sostegno alla ricerca industriale, con l’obiettivo di coinvol-gere in misura maggiore il mondo delle PMI nei processi di ricerca e sviluppo e di promuovere nuove imprese ad alto contenuto tecnologico; - promosso modalità procedurali per agevolare la

collaborazione fra enti pubblici di ricerca e imprese.

Il Programma Nazionale della Ricerca ha la fina-lità di individuare, in coerenza con gli obiettivi di sviluppo del Paese, le priorità di ricerca e sviluppo di un triennio, definendo le tematiche generali e specifiche e le modalità procedurali e finanziarie. Tale programma ha una durata triennale e si

strut-tura in:

1.interventi con ritorni di medio-lungo periodo; 2.interventi con ritorni di medio-breve periodo; 3.azioni trasversali.

I primi consistono nella realizzazione di Programmi Strategici di ricerca che rispondano a quattro macroobiettivi: Qualità della vita, Crescita compe-titiva sostenibile, Ambiente ed energia, Le civiltà mediterranee nel sistema globale.

La realizzazione delle attività di ricerca promossa dai suddetti macroobiettivi è affidata ai “Centri di eccellenza di ricerca e sviluppo (CERS)”, che il Programma definisce come “spazio condiviso fra pubblico e privato caratterizzato tanto da specifi-cazioni territoriali quanto da connessioni in reti vir-tuali in cui più strutture si aggregano intorno ad un’area di interesse principale”. I CERS si caratteriz-zano per la visione strategica e la leadership scien-tifica sulla materia affrontata, la disponibilità di management della ricerca e l’integrazione costan-te fra scienza, costan-tecnologia e alta formazione. Gli interventi a medio-breve termine si articolano in programmi di ricerca sulle seguenti aree temati-che: Innovazione nel manifatturiero, Agroalimentare e PMI; Innovazione nei Trasporti e nell’Intermodalità; Innovazione nel settore dei Beni Culturali; Tutela dell’Ambiente. Per l’attuazione sarà data priorità ai soggetti industriali.

Le azioni trasversali prevedono quattro linee di intervento: il sostegno all’internazionalizzazione del sistema scientifico nazionale, la valutazione e il monitoraggio, la diffusione su larga scala di meto-di e contributi della cultura scientifica e tecnologi-ca, il trasferimento tecnologico e la diffusione del-l’innovazione.

Per ciascuna delle azioni il Programma prevede modalità diverse di attuazione.

Una importante novità è costituita dall’obiettivo di dare un nuovo impulso alla ricerca di base, desti-nando ad essa il 5% dei finanziamenti relativi ai Macroobiettivi e istituendo un nuovo Fondo per il finanziamento di tale ricerca denominato FIRB (Fondo per gli investimenti in ricerca di base). La copertura finanziaria prevista dal PNR ammon-ta globalmente a 2.600 milioni di euro, di cui 1.640 per il 20014.

Attualità

4 Nel momento in cui l’autore terminava il presente articolo, il CIPE non aveva ancora approvato il documento del MIUR “Linee guida per la politica scientifica e tecnologica del governo”, che rappresenta la prima fase procedurale prevista dal D.Lgs n. 204/98 per l’emanazione del PNR relativo al triennio 2004/2006. Secondo quanto indicato nel documento stesso, si è scelto di for-mulare nuove Linee guida, anziché procedere direttamente alla stesura del PNR, per proporre al dibattito i nuovi indirizzi della politica del Governo.

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Nell’ambito degli interventi di medio-lungo perio-do, le attività di ricerca che riguardano più da vici-no il settore agroindustriale sovici-no quelle relative al macroobiettivo ‘Qualità della vita’ e, in particolare, al Programma Strategico ‘Qualità alimentare e benessere’. Nell’ambito di tale Programma, sono previsti due Grandi Progetti Obiettivo: “Metodi e sistemi per aumentare il valore aggiunto degli ali-menti tradizionali e a vocazione territoriale” e “ Metodi e sistemi per aumentare la sicurezza nella catena agroalimentare e nell’ambiente”. Secondo quanto previsto dal PNR, il finanziamento reso disponibile per tali progetti è di 14,4 milioni di euro, pari al 2,7% del finanziamento pubblico globale dei macroobiettivi.

Le attività di ricerca relative agli interventi di medio-breve periodo sono più affini a quelle previ-ste nell’area tematica “Innovazione nel manifattu-riero, agroalimentare e PMI”.

Nell’agosto 2001 sono stati banditi gli Avvisi pub-blici relativi a tutti i Programmi strategici, tranne quelli riguardanti ‘Qualità alimentare e benessere’ e quelli relativi al macroobiettivo ‘Ambiente ed energia’, per i quali il MIUR aveva previsto un cofi-nanziamento con i Ministeri di riferimento, ovvero il Ministero delle politiche agricole e forestali e il Ministero dell’Ambiente. Tuttavia, anche per tali programmi, le procedure per la pubblicazione dei bandi sono prossime alla conclusione, per cui l’u-scita dei relativi Avvisi pubblici dovrebbe avveni-re prima dell’estate.

Un dato importante riguarda i finanziamenti finora resi disponibili, che ammontano a circa 255 milio-ni di euro, pari a circa il 56% di quanto previsto nel PNR.

Un altro importante intervento a sostegno della ricerca per lo sviluppo è quello promosso dal MIUR nell’ambito del Quadro Comunitario di Sostegno 2000/2006 per le regioni che presentano ritardi nello sviluppo (obiettivo 1). E’ un Programma Operativo Nazionale (PON), denomi-nato “Ricerca scientifica, sviluppo tecnologico, alta formazione”, finanziato in quota parte (circa il 70%) dall’Unione Europea, mediante il FERS e il FSE, e dallo Stato italiano.

A causa dell’esclusione delle attività di ricerca e servizi fra quelle finanziabili dal FEOGA (Reg. 1257/99), il PON Ricerca costituisce l’unico stru-mento di intervento previsto nell’ambito del QCS che possa promuovere ricerca, sviluppo e alta for-mazione nell’ambito del settore agricolo.

Il PON comprende 4 Assi prioritari e 13 Misure, indicati nel prospetto 1.

Risultano interessanti l’obiettivo globale dichiarato

dal MIUR nel documento e la strategia con la quale si intende perseguirlo.

Il MIUR, infatti, si propone di rafforzare la capacità di ricerca e innovazione del sistema meridionale per aumentarne la competitività in termini di svi-luppo delle esportazioni, incremento dei consumi dei non residenti, aumento degli investimenti pri-vati e dell’attrattività nei confronti degli investi-menti esteri, stabilità dell’occupazione, sviluppo dei servizi alle imprese, riequilibrio della presenza delle donne, maggiore radicamento della Società dell’informazione. Sostanzialmente, quindi, si indi-vidua una stretta correlazione fra l’importanza e il peso delle attività di R&S e i principali indicatori di sviluppo.

A questo fine, il PON propone interventi per: - rendere più innovativo il sistema imprenditoriale

(Asse I);

- accrescere le competenze e la qualificazione del capitale umano (Asse III);

- promuovere un sistema della ricerca pubblico più collegato e coerente con il territorio e dotato delle strutture e degli strumenti adeguati (Asse II). Tale strategia ricalca perfettamente quanto enun-ciato dall’obiettivo globale dell’asse III, Risorse Umane, del Q.C.S. 2000/2006, imperniato su quat-tro aspetti fondamentali, quali: la valorizzazione delle risorse umane, il rafforzamento del contenu-to scientifico e tecnologico del sistema produttivo meridionale, la creazione di una rete tra imprese e centri di competenza tecnologica, la stretta con-nessione tra sistema della ricerca e sistema imprenditoriale.

La misura che maggiormente interessa il sistema della ricerca agricola è la Misura I.3 del I Asse prioritario, “Ricerca e sviluppo nei settori strategici per il Mezzogiorno (beni culturali, ambiente, agro-industria, trasporti)”. Tuttavia, proprio per la carat-teristiche di trasversalità dell’intervento promosso dal PON, il sistema agricolo meridionale può esse-re coinvolto anche negli altri Assi e Misuesse-re per il tramite sia delle istituzioni di ricerca, servizio e for-mazione che delle imprese agricole e agroindu-striali. Di grande interesse, infatti, risultano essere la Misura I.2, “Servizi per la promozione dell’inno-vazione e dello sviluppo scientifico tecnologico nel tessuto produttivo meridionale”, la Misura II.2, “Società dell’informazione per il sistema scientifico meridionale” e l’intero Asse relativo allo “Sviluppo del capitale umano di eccellenza”.

E’ stato previsto un fabbisogno finanziario globale pari a 2.038,702 milioni di euro, di cui il 58,4% di contributo comunitario, il 25,8% di contributo

pub-Attualità

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blico nazionale e il restante 15,8% di investimenti privati. Fra gli Assi, quello con maggior dotazione finanziaria è il primo, “Ricerca e sviluppo dell’indu-stria e dei settori strategici del mezzogiorno”, con il 50,6% dei finanziamenti, seguito dal III, “Sviluppo del capitale umano di eccellenza”, con il 33,5% dei finanziamenti.

L’innovatività dell’approccio scelto è indubbia, in quanto punta su fattori - il capitale umano, lo sviluppo tecnologico e il rapporto con il territorio -che fino ad ora non venivano considerati assi por-tanti dello sviluppo. Tuttavia, si tratta ormai di una scelta obbligata per l’Italia che evidenzia i livelli di investimento in R&S più bassi d’Europa - in parti-colare nelle regioni meridionali - e una scarsissima partecipazione delle imprese a tali investimenti. La capacità del PON di rispondere agli obiettivi che si è prefisso deriverà dai contenuti degli inter-venti finanziati e soprattutto dalle modalità con cui verranno gestiti. Su questi aspetti il documento proposto dal MIUR si esprime in termini molto

chiari e, nel paragrafo in cui analizza gli elementi critici dell’esperienza 1994/1999, dichiara che si intende promuovere un salto di qualità nella gestione del PON, in parte già effettuato in fase di programmazione, che dovrà riguardare anche le fasi successive. Le novità indicate sono le seguen-ti:

- definizione del quadro strategico delle scelte e degli interventi sulla base di una approfondita analisi del contesto scientifico e tecnologico del Mezzogiorno;

- concertazione istituzionale ed economico-socia-le deleconomico-socia-le scelte e dei contenuti della programma-zione;

- utilizzo costante e prevalente di procedure con-corsuali per l’attuazione del programma, orien-tandosi in maniera determinante alla program-mazione per obiettivi e non per enti;

- coinvolgimento costante di soggetti rappresen-tativi e portavoce delle esigenze locali nella programmazione e nella attuazione.

Attualità

Prospetto 1 - Assi prioritari e misure del PON “Ricerca scientirfica, sviluppo tecnologico,

alta formazione” (euro)

Assi prioritari Misure Costo totale previsto I Ricerca e sviluppo I.1 Progetti di ricerca di interesse industriale; 461.476.351

dell’industria e dei settori strategici I.2 Servizi per la promozione dell’innovazione 62.975.520 del mezzogiorno e dello sviluppo scientifico tecnologico nel

tessuto produttivo meridionale;

I.3 Ricerca e sviluppo nei settori strategici per 507.933.702 il Mezzogiorno (beni culturali, risorse naturali,

agro-industria e trasporti)

II Rafforzamento ed apertura II.1 Rafforzamento del sistema scientifico meridionale; 120.594.000 del sistema scientifico e di alta II.2 Società dell’informazione per il sistema scientifico 120.594.000 formazione meridionale;

II.3 Centri di competenza tecnologica 60.297 III Sviluppo del capitale umano III.1 Miglioramento delle risorse umane nel settore della 163.579.111

di eccellenza ricerca e dello sviluppo tecnologico;

III.2 Formazione di alte professionalità per lo sviluppo 28.061.689 della competitività delle imprese con priorità

alle PMI;

III.3 Formazione di alte professionalità per adeguare 23.270.669 le competenze della pubblica amministrazione;

III.4 Formazione superiore e universitaria; 301.834.260 III.5 Adeguamento del sistema della formazione 100.611.420

professionale, dell’istruzione e dell’alta formazione;

III.6 Promozione della partecipazione femminile al 67.074.280 mercato del lavoro.

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Ad oggi Il MIUR ha emanato gli Avvisi pubblici per la Misura relativa alla ricerca e allo sviluppo tecnologico dei settori strategici nel Mezzogiorno (I3), prevista nel primo Asse, per le Misure relative al rafforzamento del sistema scientifico meridiona-le e dei suoi sistemi informativi (II1 e II2), prevista nel secondo Asse, e per tutte le Misure del terzo Asse.

Riguardo alla Misura I3, è stata effettuata una scelta molto chiara rispetto ai soggetti che hanno potuto e potranno presentare progetti ai bandi, primariamente identificati con le imprese private singole o associate in consorzio. Gli enti pubblici di ricerca possono entrare a far parte del partenaria-to, ma non nella veste di coordinatori, con una dotazione di risorse al massimo uguale al 50% del costo complessivo del progetto di ricerca proposto al finanziamento. Tale limite si alza al 70% nel caso di aree economicamente depresse.

Per i temi agroalimentari il bando ha puntato verso la sicurezza alimentare, l’innovazione tecno-logica rispettosa dell’ambiente e il miglioramento della competitività delle produzioni tipiche, privi-legiando un taglio eminentemente tecnico e lasciando poco spazio ad analisi sociali, politiche e di mercato.

La possibilità di presentare progetti soltanto come imprese singole e come consorzi di imprese (non prevedendo la partecipazione delle Associazioni dei produttori) costituisce una modalità che potrebbe privilegiare, con riguardo al mondo agri-colo meridionale, la partecipazione delle grandi imprese alimentari o delle grandi cooperative di produzione, lasciando scoperte le esigenze di ricerca delle piccole imprese. Pertanto, quando saranno resi noti dal MIUR, sarà molto interessante analizzare i risultati del I Avviso pubblico per veri-ficare verso quali obiettivi si indirizzano le ricerche agroalimentari finanziate.

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Attualità

Gli interventi a favore

dell’agricoltura e

dello sviluppo rurale

tra vecchia e nuova

programmazione

di Alessandro Monteleone - INEA Nel 2000 l’attenzione degli Stati membri e della Commissione europea si è concentrata, per quanto riguarda la programma-zione degli interventi finanziati dal FEOGA, sull’approvazione dei Programmi Operativi (POR e PON) e dei Piani di Sviluppo Rurale (PSR).

Il 2001, invece, è stato un anno di vera e propria sovrapposizio-ne tra vecchia e nuova pro-grammazione. Le diverse ammi-nistrazioni, infatti, sono state

impegnate nella chiusura dei programmi relativi al 1994-‘99, in quanto il 31 dicembre rappre-sentava la data entro la quale era necessario effettuare tutti i pagamenti. Ciò ha implicato che tutti i progetti finanziati, per i quali le amministrazioni aveva-no assunto impegni giuridica-mente vincolanti, fossero realiz-zati, collaudati e liquidati entro tale data. Al contempo, le stesse amministrazioni responsabili del-l’attuazione dei vecchi program-mi hanno potuto avviare, nel-l’ambito del nuovo periodo di programmazione, le diverse pro-cedure per la selezione dei beneficiari e dei progetti da finanziare, procedendo alla liquidazione dei primi progetti conclusi.

Gli interventi nelle

regioni dell’Obiettivo 1 –

Programmazione 1994-’99

I dati finanziari attualmente disponibili sono quelli relativi al 30 settembre 2001. A tale data la capacità di spesa per l’intero Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) risultava ormai pari a circa l’87% delle risorse programmate (tabella 1). La sola lettura di que-st’informazione fa apparire evi-dente che, a soli tre mesi dalla chiusura definitiva dei program-mi, lo sforzo che le diverse ammi-nistrazioni responsabili dell’attua-zione hanno dovuto compiere per liquidare tutti i pagamenti in tempo utile è stato consistente. La situazione, tuttavia, si presenta molto diversificata tra i diversi

A che punto siamo?

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Programmi operativi regionali e multiregionali e, al loro interno, tra i Fondi strutturali che interven-gono al cofinazimento degli inter-venti. In particolare, guardando agli interventi cofinanziati dal FEOGA, si può osservare come questi, con una capacità di spesa pari a circa l’80%, abbiano fatto registrare un leggero ritardo rispetto sia al valore registrato per il QCS nel suo complesso, che all’avanzamento degli interventi FESR (90%) e SFOP (86%).

Altrettanto diversificata appare la situazione dei Programmi Operativi delle singole regioni. Sempre con riferimento agli inter-venti cofinanziati dal FEOGA, se si esclude l’Abruzzo, i cui paga-menti dovevano essere conclusi entro il 2000, la regione che evi-denzia la capacità di spesa più elevata è la Basilicata (oltre il 101%). Altrettanto positivi sono i risultati ottenuti dalla Calabria,

dal Molise e dalla Sardegna, che presentano un livello di spesa superiore all’85% delle risorse disponibili.

Tuttavia, va evidenziato che la capacità media di spesa nascon-de l’esistenza, in quasi tutte le regioni, di misure la cui attuazio-ne mostrava un ritardo tale da far dubitare sulla capacità di uti-lizzare tutte le risorse a disposizio-ne, anche alla luce dell’approssi-marsi della scadenza finale. Per quanto riguarda i tre POM ‘agricoli’, si può osservare come il POM “Sostegno alla costituzione ed all’attività delle organizzazio-ne dei produttori ortofrutticoli” abbia speso tutte le risorse a disposizione già dallo scorso anno.

Il POM “Attività di sostegno ai ser-vizi di sviluppo per l’agricoltura”, invece, è caratterizzato da una buona performance, avendo speso oltre il 69% delle risorse

finanziarie a disposizione. Il ritar-do nell’attuazione del program-ma è in parte attribuibile al fatto che la selezione di un numeroso gruppo di progetti di ricerca – finanziati attraverso la misura 2 – è avvenuta solo alla fine del 1998, a seguito di un aumento della dotazione finanziaria, richie-dendo sforzi ancora maggiori per concludere e liquidare tutti i pro-getti di ricerca in tempo utile. Molto più contenuto risulta l’a-vanzamento in termini di spesa relativo al POM “Servizi per la valorizzazione commerciale delle produzioni agricole meridionali”, che ha raggiunto appena il 41% nel rapporto tra pagamenti e costo totale previsto, attribuibile solo parzialmente al ritardo regi-strato nella fase iniziale, a causa dei problemi incontrati nella sele-zione e nella costitusele-zione delle Macro Organizzazioni Commerciali (MOC).

A che punto siamo?

Tabella 1 - QCS Obiettivo 1 1994-1999. Attuazione finanziaria dei PO-parte FEOGA

(situazione al 30.09.2001)

Costo Impegni Pagamenti Capacità Capacità Capacità totale di impegno di spesa di utilizzo

.000 euro %

PO Abruzzo 189.850 190.924 175.955 100,6 92,7 92,2

POP Basilicata 426.999 557.692 431.436 130,6 101,0 77,4

PO Calabria 508.173 579.048 476.382 113,9 93,7 82,3

POP Campania 600.913 608.957 419.133 101,3 69,7 68,8

Sovvenzione Globale Campania 66.470 66.449 5.086 100,0 7,7 7,7

POP Molise 221.489 228.284 197.427 103,1 89,1 86,5

POP Puglia 673.499 668.292 529.623 99,2 78,6 79,3

POP Sardegna 644.014 688.037 554.667 106,8 86,1 80,6

POP Sicilia 739.073 754.799 561.094 102,1 75,9 74,3

Totale Programmi Regionali

(parte FEOGA) 4.070.479 4.342.482 3.350.803 106,7 82,3 77,2

POM Attività di sostegno servizi di sviluppo 231.429 231.020 161.089 99,8 69,6 69,7 POM Valorizzazioni produzioni agricole 102.690 102.693 42.440 100,0 41,3 41,3 POM Sostegno costit. e attiv. prod. ort. 8.226 8.176 8.176 99,4 99,4 100,0 POM Patti Territ.per l'occupazione

parte FEOGA 36.801 36.715 13.574 99,8 36,9 37,0

Totale Programmi Multiregionali 379.146 378.603 225.279 99,9 59,4 59,5

Totale FEOGA 4.449.625 4.721.085 3.576.082 106,2 80,7 76,1 Totale FESR 23.176.392 27.438.661 20.995.994 118,4 90,6 76,5 Totale FSE 3.784.605 3.931.550 2.766.618 103,9 73,1 70,4 Totale SFOP 439.222 487.247 378.685 110,9 86,2 77,7 TOTALE QCS 31.849.843 36.578.544 27.717.379 114,8 87,0 75,8 Fonte: SIRGS

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Gli interventi nelle regioni

dell’Obiettivo 5b

-Programmazione 1994-’99

Gli interventi programmati nei Docup dell’Obiettivo 5b preve-dono investimenti pari a circa 5 miliardi di euro (comprensivi sia della quota pubblica che di quella privata). Nei primi mesi del 2001, lo stato di attuazione dei programmi non ha subito

una particolare accelerazione, passando dal 69% del 31 dicem-bre 2000 al 77% rilevato alla fine di settembre 2001.

Come si può osservare, i pro-grammi in questione presentano ancora un leggero ritardo rispet-to ai programmi finanziati nelle regioni Obiettivo 1 (tabella 3). Tuttavia, come più volte rilevato nel corso dell’attuazione dei pro-grammi, tale ritardo è in parte

attribuibile alle risorse aggiunti-ve assegnate nel 1998 ai Docup dell’Umbria e delle Marche a seguito dei danni derivanti dal terremoto dell’anno precedente. Il ritardo, inoltre, è riconducibile allo scarso avanzamento finan-ziario degli interventi gestiti dal Ministero dell’Industria, che riguardano fondamentalmente aiuti a favore delle piccole e medie imprese nell’ambito del-l’attuazione della legge 488/92.

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A che punto siamo?

Per quanto riguarda le tipologie di investimento finanziate nel-l’ambito delle sole misure FEOGA, si può osservare come oltre il 66% delle disponibilità finanziarie sia stato concentrato nelle misure finalizzate all’am-modernamento delle strutture aziendali delle aziende agricole e delle imprese di trasformazio-ne e commercializzaziotrasformazio-ne dei prodotti agroalimentari (tabella 2). All’interno di questa tipolo-gia di investimento, gli inter-venti caratterizzati da un grado di avanzamento maggiore sono quelli finanziati in applicazione del Reg. 950/97, che prevede

interventi molto tradizionali a favore delle aziende agricole (investimenti, insediamento gio-vani agricoltori, indennità com-pensative); il ritardo maggiore, invece, si registra per gli inter-venti a favore delle imprese agroalimentari finanziati in applicazione del Reg. 951/97. Per questi ultimi, tuttavia, va notato che la elevata capacità di spesa registrata nei primi anni di attuazione, unita a una forte domanda di adeguamen-to strutturale proveniente dal settore, ha portato molte ammi-nistrazioni a integrare, nel corso del 1999, le disponibilità

finan-ziarie di queste misure.

Sempre molto positiva risulta la performance degli interventi a favore dell’ambiente e della difesa del suolo (91%). Le altre tipologie di misura, inoltre, mostrano un netto recupero rispetto all’andamento della spesa registrato nei periodi pre-cedenti. Gli interventi a favore della promozione costituiscono, invece, l’unica tipologia che, malgrado i tagli effettuati con le riprogrammazioni, continua a evidenziare un ritardo preoccu-pante nella capacità di spesa (35%).

Tabella 2 - QCS Obiettivo 1 1994-1999. Attuazione finanziaria dei PO-parte FEOGA per

tipologia di investimento (situazione al 30.09.2001)

Costo Impegni Pagamenti Capacità Capacità Capacità totale di impegno di spesa di utilizzo

.000 euro %

Infrastrutture 377.284 442.690 317.016 117,3 84,0 71,6 Ambiente e difesa suolo 206.821 218.367 188.300 105,6 91,0 86,2 Servizi allo sviluppo 176.767 173.077 130.839 97,9 74,0 75,6 Promozione 48.210 44.922 17.200 93,2 35,7 38,3 Diversificazione 223.709 252.852 173.977 113,0 77,8 68,8 Strutture aziendali 2.652.671 2.822.159 2.200.155 106,4 82,9 78,0 - Riconversione 1.275.729 1.399.728 1.071.036 109,7 84,0 76,5 - Reg. 950/97 735.962 790.227 671.652 107,4 91,3 85,0 - Strutture di trasf. e comm. (Reg. 951/97) 640.980 632.204 457.467 98,6 71,4 72,4 Progetti finalizzati 24.000 25.182 23.061 104,9 96,1 91,6 Totale 3.709.462 3.979.249 3.050.548 107,3 82,2 76,7 Misure in corso 294.547 296.784 295.169 100,8 100,2 99,5 Totale generale 4.004.009 4.276.033 3.345.717 106,8 83,6 78,2 Fonte: SIRGS

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Tabella 3 - Docup Obiettivo 5b. Attuazione finanziaria dei programmi regionali

(situazione al 30.09.2001)

Costo Impegni Pagamenti Capacità Capacità Capacità

totale di impegno di spesa di utilizzo

.000 euro % Piemonte 287.979 305.733 231.046 106,2 80,2 75,6 Valle d'Aosta 14.282 15.662 13.207 109,7 92,5 84,3 Lombardia 160.729 184.360 169.627 114,7 105,5 92,0 P.A. Bolzano 148.098 162.600 134.617 109,8 90,9 82,8 P.A. Trento 56.452 77.753 55.489 137,7 98,3 71,4 Veneto 533.666 632.806 429.944 118,6 80,6 67,9

Friuli Venezia Giulia 197.895 258.266 234.791 130,5 118,6 90,9

Liguria 106.221 116.298 107.978 109,5 101,7 92,8 Emilia Romagna 186.594 217.379 147.152 116,5 78,9 67,7 Toscana 481.538 576.777 484.156 119,8 100,5 83,9 Umbria 1.030.747 1.103.520 678.151 107,1 65,8 61,5 Marche 623.770 636.817 448.468 102,1 71,9 70,4 Lazio 371.273 385.746 282.708 103,9 76,1 73,3 Totale interventi a titolarità regionale 4.199.243 4.673.716 3.417.333 111,3 81,4 73,1 Ministero dell'industria 974.368 987.418 597.683 101,3 61,3 60,5 Totale FEOGA 1.884.946 2.041.888 1.408.891 108,3 74,7 69,0 Totale FESR 3.002.813 3.318.649 2.392.992 110,5 79,7 72,1 Totale FSE 285.852 300.597 213.133 105,2 74,6 70,9 Totale 5.173.611 5.661.134 4.015.016 109,4 77,6 70,9 Fonte: SIRGS

A che punto siamo?

La programmazione

2000-2006

La Riforma dei Fondi strutturali per il periodo 2000-06 prevede modalità di programmazione dif-ferenti per le regioni Obiettivo 1 e per quelle fuori Obiettivo 1. In sostanza nelle prime la program-mazione si concretizza attraverso: - i Programmi Operativi Regionali (POR), in cui gli inter-venti strutturali a favore dell’a-gricoltura e dello sviluppo rurale finanziati dal FEOGA Orientamento vengono inte-grati con quelli finanziati dal FESR, dal FSE e dallo SFOP; - i Piani di Sviluppo Rurale (PSR),

in cui sono contenute le ex misure di accompagnamento e le indennità compensative, tutte finanziate dal FEOGA Garanzia.

Nelle regioni fuori Obiettivo 1, invece, tutta la programmazione a favore dell’agricoltura e dello sviluppo rurale rientra all’interno dei PSR, interamente finanziati con il contributo del FEOGA Garanzia.

I PSR

Nel 2000, nell’ambito dei Piani di sviluppo rurale di tutte le regioni italiane, sono stati liqui-dati oltre 1.200 milioni di euro di risorse pubbliche, con un contri-buto del FEOGA superiore ai 720 milioni di euro. A tale proposito va rilevato, tuttavia, come oltre il 90% delle somme erogate si riferisca a impegni assunti nella precedente fase di programma-zione relativamente alle vecchie misure di accompagnamento (in particolare, agroambiente e imboschimento delle superfici

agricole) e meno del 10% sia stato destinato al finanziamento di nuovi interventi.

Nel 2001, la situazione risulta leggermente migliorata; la quota di risorse pubbliche liqui-date, infatti, è sempre uguale a 1.200 milioni di euro circa, seb-bene la quota FEOGA si riduca leggermente (circa 650 milioni di euro). Il miglioramento è dovuto al fatto che la percen-tuale di risorse destinate al finanziamento di nuovi interven-ti è cresciuta in maniera sostan-ziale, arrivando a rappresentare circa il 43% del totale liquidato. Il dato è ancora più importante se si considera che, nelle regioni dell’Obiettivo 1, le somme liqui-date fanno ancora riferimento quasi interamente alla program-mazione 1994/’99.

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può osservare come la maggior parte delle somme liquidate fac-ciano riferimento a interventi diretti al settore agricolo, mentre quelli più tipicamente di svilup-po rurale (diversificazione delle attività economiche, infrastruttu-re e servizi) trovano ancora poco spazio nell’attività di spesa delle regioni. Le misure che hanno raggiunto livelli significa-tivi di spesa, infatti, sono investi-menti nelle aziende agricole (5 % della spesa pubblica totale), insediamento dei giovani agri-coltori (6%), agroambiente (5%) e indennità compensative (4%), mentre tutte le misure previste dall’articolo 33 raggiungono appena il 3% del totale.

I POR Obiettivo 1

Benché tutti i Programmi opera-tivi regionali (POR) siano stati approvati dalla Commissione

europea già ad agosto del 2000, la piena operatività degli stessi è stata raggiunta solo dopo l’ap-provazione dei Complementi di Programmazione da parte dei Comitati di Sorveglianza, avve-nuta, nella maggior parte dei casi, nel corso del 2001, condi-zionando inevitabilmente l’atti-vità di spesa delle diverse auto-rità di gestione regionali.

Come si può osservare (tabella 5), a settembre 2001, i livelli di spesa relativi alle misure cofi-nanziate dal FEOGA all’interno dei diversi POR sono risultati pra-ticamente nulli. Tuttavia, la situazione non si presenta trop-po diversa per quel che riguar-da gli interventi finanziati riguar-dagli altri Fondi strutturali o nell’ambi-to dei Programmi Operativi Nazionali (PON), con la relativa eccezione degli interventi FESR, che già presentano una discreta capacità di impegno (circa il

10%) e una capacità di spesa pari al 4%.

A fronte dell’evidente ritardo nella realizzazione dei paga-menti, è interessante verificare lo stato di avanzamento proce-durale delle diverse misure. Il primo aspetto che va segnalato è che la maggior parte di quelle previste nei programmi hanno dato avvio alle procedure per la selezione dei progetti da finan-ziare. Circa il 70% delle misure cofinanziate dal FEOGA, infatti, ha emesso almeno un Avviso pubblico (bandi, manifestazioni di interesse, circolari, ecc.) a valere sulla dotazione finanzia-ria delle misure stesse. In gene-rale, gli avvisi pubblici emessi fanno riferimento alle annualità 2000-2002, per un ammontare di risorse pubbliche pari a circa 2 milioni di euro, il 38% della dota-zione pubblica totale prevista dalle misure FEOGA (tabella 6).

A che punto siamo?

Tabella 4 - PSR 2000-2006. Risorse pubbliche liquidateper misura (situazione al

05.04.2002)

2000 2001 2002* Totale

.000 euro

Investimenti nelle aziende agricole 14.085 109.323 19.577 142.985 Insediamento giovani agricoltori 74.010 85.639 12.455 172.105

Prepensionamento 6.151 3.753 61 9.965 - nuovi impegni - 523 14 537 - impegni ex Reg. 2079/92 6.151 3.230 46 9.427 Indennità compensative 21.702 80.317 4.484 106.503 Misure agroambientali 913.397 665.949 63.074 1.642.420 - nuovi impegni 5.765 119.394 13.004 138.164 - impegni ex Reg. 2078/92 907.632 546.555 50.069 1.504.256 Miglioramento trasformazione e commercializzazione - 44.268 22.828 67.096

Imboschimento delle superfici agricole 180.280 125.266 13.117 318.663

- nuovi impegni - 1.811 137 1.948

- impegni ex Reg. 2080/92 180.280 123.455 12.980 316.715 Misure di sviluppo rurale (art. 33)

e misura i 1.137 62.664 29.477 93.279

Valutazione - 178 - 178

Altre misure in corso 7.887 9.400 18.098 35.384

Totale nuove misure 116.699 457.338 78.998 653.035 Totale ex misure di

accompagnamento 1.094.063 673.240 63.095 1.830.398

Totale Generale 1.218.650 1.193.750 183.439 2.595.840

*spese liquidate al 5 aprile 2002 Fonte: AGEA

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A che punto siamo?

Tabella 5 - QCS Obiettivo 1 2000-’06. Attuazione finanziaria dei PO-parte FEOGA

(situa-zione al 30.09.2001)

Costo Impegni Pagamenti Capacità Capacità Capacità

totale di impegno di spesa di utilizzo

.000 euro % POR Basilicata 458.237 8.179 4.554 1,8 1,0 55,7 POR Calabria 1.250.758 68.019 10.490 5,4 0,8 15,4 POR Campania 1.254.759 - - - - - POR Molise 116.953 - - - - - POR Puglia 1.069.548 3.109 569 0,3 0,1 18,3 POR Sardegna 812.156 4.858 1.991 0,6 0,2 41,0 POR Sicilia 2.458.732 - - - - -

Totale POR (parte FEOGA) 7.421.143 84.165 17.603 1,1 0,2 20,9 Totale POR (parte FESR) 25.020.177 2.459.539 997.872 9,8 4,0 40,6 Totale POR (parte FSE) 4.679.088 110.757 25.930 2,4 0,6 23,4 Totale POR (parte SFOP) 421.935 3.708 1.631 0,9 0,4 44,0 Totale POR 37.542.343 2.658.169 1.043.036 7,1 2,8 39,2 Totale PON 12.783.724 3.500.232 503.646 27,4 3,9 14,4

Totale QCS 50.326.066 6.158.401 1.546.681 12,2 3,1 25,1

Fonte: SIRGIS

Tabella 7 - QCS Obiettivo 1 2000-’06. Attuazione procedurale dei PO-parte FEOGA

(situa-zione al 28.02.2002)

Misure con Domande ammissibili Misure con Domande ammesse fase istruttoria spesa delibera concessione spesa

chiusa pubblica finanziamenti pubblica

n. n. .000 euro n. n. .000 euro Basilicata 4 2.989 119.167 3 1.520 96.367 Calabria 2 13 61.975 1 13 61.975 Campania 11 2.683 200.424 12 2.091 204.615 Molise 5 999 82.677 5 395 33.254 Puglia 3 401 314.832 3 110 81.450 Sardegna 3 5.175 132.900 3 1.581 41.974 Sicilia 6 3.200 173.694 5 2.902 118.695 Totale 34 15.460 1.085.669 32 8.612 638.330 Fonte: MiPAF

Più problematici appaiono i passaggi successivi, che porta-no, prima, all’individuazione d ei s o gge t ti d es t i n a tar i de i finanziamenti attraverso l’ap-provazione di una apposita delibera di concessione del-l’aiuto e, una volta realizzati i p ro ge t ti , all’ ero gaz i o ne de i pagamenti (tabella 7). Per oltre il 50% delle misure avviate, infatti, si deve ancora conclu-dere la fase istruttoria, a causa soprattutto della numerosità delle domande di finanziamen-to pervenute alle Regioni. Per le

Tabella 6 - QCS Obiettivo 1 2000-’06. Attuazione

procedu-rale dei PO-parte FEOGA (situazione al 28.02.2002)

Misure previste Spesa pubblica Misure Importo Avvisi nei POR programmata avviate pubblici

n. .000 euro n. .000 euro Basilicata 12 302.350 6 62.693 Calabria 17 820.534 15 640.798 Campania 16 905.739 15 431.869 Molise 10 88.275 9 22.863 Puglia 12 710.060 7 95.789 Sardegna 15 812.157 7 288.966 Sicilia 13 1.375.409 10 361.937 Totale 95 5.014.524 69 1.904.915 Fonte: MiPAF

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restanti misure sono stati indivi-duati i primi destinatari dei finanziamenti, con circa ottomi-la domande ammesse a finan-ziamento, per un ammontare pubblico superiore a 600 mila euro.

E’ evidente, quindi, che un ulte-riore passaggio critico è

rappre-sentato dall’effettiva realizzazio-ne dei progetti finanziati. A tale proposito, le problematiche principali possono essere indivi-duate, per le misure che preve-dono la realizzazione di opere pubbliche, nell’affidamento dei lavori a ditte appaltanti, la cui procedura, nel rispetto della

normativa vigente in materia di appalti pubblici, risulta piut-t o s piut-t o l u n g a , m e n piut-t r e , p e r l e misure che prevedono investi-menti aziendali, nell’impossibi-lità di intervenire sugli impianti produttivi in certi periodi del-l’anno.

A che punto siamo?

Tabella 1 - Evoluzione della superficie e dei finanziamenti relativi alle misure

agroambien-tali in iagroambien-talia

1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001

Superficie (ettari) 103 706 1.025 1.608 2.318 2.921 2.749 -Pagamenti (milioni di euro) 24 152 246 386 651 821 774 553 Note:

- i dati del 1999 e del 2000 sono provvisori; - i dati finanziari del 2001 sono incompleti; - il 2000 e il 2001 comprendeno anche la misura F.

Fonte: Elaborazioni INEA su dati AGEA.

Le misure agroambientali tra

vec-chia e nuova programmazione

di Davide Bortolozzo e Stefano Schiavon - INEA

Con l’approvazione del Reg. (CEE) 2078/92 l’Unione Europea ha impresso una forte spinta alla definizione di una politica agroambientale. Nato come misura di accompagnamento alla riforma della Politica Agricola Comune, questo regolamento ha assunto una rilevanza che va al di là della funzione di regolazione dell’offerta interna che, tra le altre, gli era stata attribuita. Le misure agroambientali costituiscono di fatto un’alternativa di sostegno al reddito rispetto ai più consueti interventi di sostegno dei prezzi e di aiuti diretti al reddito, sostegno vincolato alla soddisfazione di requisiti diretti alla salvaguardia delle risorse naturali sempre più stringenti. Un impulso ancora più deciso verso l'integrazio-ne degli obiettivi ambientali l'integrazio-nelle politiche agri-cole si è avuto con i nuovi orientamenti in mate-ria di sviluppo rurale contenuti in Agenda 2000. La protezione dell'ambiente e la conservazione del patrimonio rurale tipico dei territori europei sono divenuti principi cardine sui quali è stata fondata la riforma. Tutti gli interventi proposti hanno come scopo lo sviluppo di un modello agricolo europeo basato su un’agricoltura com-petitiva, che adotti metodi produttivi rispettosi

dell’ambiente, assicuri produzioni di qualità e salvaguardi le comunità rurali garantendone i livelli occupazionali. In particolare, la tutela e la valorizzazione della componente ambientale nell’ambito del processo produttivo agricolo tro-vano ampio spazio tra le finalità delle misure per i l s o s t e g n o a l l o s v i l u p p o r u r a l e ( R e g . ( C E ) 1257/99).

È interessante, a questo punto, verificare come in Italia siano stati colti questi nuovi stimoli pro-venienti da Agenda 2000 e come le regioni abbiano affrontato la nuova programmazione alla luce dei risultati raggiunti con l'applicazione del Reg. (CEE) 2078/92.

I risultati raggiunti

Nel periodo di applicazione 1994-2000, in Italia la superficie coinvolta dalle misure agroambien-tali è cresciuta progressivamente, fino a raggiun-gere i 2,7 milioni di ettari nel 2000 (tabella 1). L’adesione è risultata alquanto ridotta soprattutto nella prima annata di applicazione del regola-mento, mentre, già a partire dal 1995, si è riscon-trata una crescita di interesse che non ha più avuto sosta fino al 1999. Questo andamento cre-scente è legato sia al ritardo nel recepimento del regolamento da parte di alcune regioni, sia alla progressiva diffusione di informazioni che hanno aumentato la confidenza degli agricoltori con

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questo nuovo strumento di politica agraria. Non va tuttavia dimenticato che la crescita dipende anche dall'andamento congiunturale del settore agricolo: nei primi anni di applicazione della riforma MacSharry, la svalutazione della lira e l'andamento favorevole dei mercati internazio-nali avevano quasi capovolto le previsioni sul-l'impatto negativo della riforma sui redditi agri-coli e pochi operatori avevano sentito la neces-sità di accedere alle misure di accompagnamen-to per trovare nuove opportunità di reddiaccompagnamen-to. La flessione registrata dai mercati agricoli tra il 1996 e il 1998 ha determinato negli agricoltori una modifica nei giudizi di convenienza nei confronti delle misure agroambientali che - nonostante le

diminuzioni delle produzioni - garantiscono un’entrata sicura per il quinquennio di durata dell’impegno.

Dall'analisi dei dati più recenti, invece, sembra emergere una tendenza verso una progressiva contrazione dei finanziamenti e conseguentemen-te delle superfici inconseguentemen-teressaconseguentemen-te dalle misure agroam-bientali. Sebbene il dato relativo al 2001 - riguar-dante l'applicazione del Reg. (CEE) 2078/92 e della nuova misura F - sia ancora incompleto, in quanto mancano quote significative di finanziamenti in corso di erogazione, è probabile che la riduzione delle superfici investite e dei finanziamenti erogati che si osserva nel 2000 venga confermata quan-do i dati saranno definitivi. Le misure

agroambien-A che punto siamo?

Tabella 2 - Beneficiari, superficie investita e finanziamenti erogati nel 2000 dal Reg. (CEE)

2078/92 e dalla Misura F dei PSR (dati provvisori)

Beneficiari (1) Superficie(2) Finanziamenti(2) Premio

medio

n.% in % su ha % in % su % mio euro (euro/ha)(4)

Az. totali(3) SAU totale (3)

Piemonte 18.034 9,3 15,1 310.252 11,3 27,1 67,7 8,7 218 Valle d'Aosta 2.452 1,3 33,9 47.128 1,7 56,0 5,1 0,7 109 Lombardia 21.392 11,0 23,1 216.549 7,9 19,2 57,7 7,5 266 Prov. Bolzano 10.062 5,2 47,2 156.212 5,7 53,8 15,8 2,0 101 Prov. Trento 2.451 1,3 9,8 56.399 2,1 41,4 5,8 0,7 102 Veneto 9.895 5,1 5,7 91.448 3,3 10,4 34,9 4,5 381 Friuli 1.850 1,0 4,1 17.969 0,7 6,5 5,1 0,7 286 Liguria 5.126 2,6 14,6 14.054 0,5 16,7 5,1 0,7 360 Emilia Romagna 13.873 7,1 11,6 223.600 8,1 18,3 75,3 9,7 337 Toscana 13.380 6,9 14,6 253.496 9,2 27,3 57,7 7,5 228 Umbria 7.981 4,1 17,6 103.330 3,8 27,5 29,1 3,8 281 Marche 6.058 3,1 8,5 88.407 3,2 14,8 22,1 2,8 249 Lazio 10.532 5,4 5,9 165.557 6,0 20,3 43,8 5,7 264 Abruzzo 2.248 1,2 2,4 24.289 0,9 4,6 8,2 1,1 338 Molise 892 0,5 2,6 8.908 0,3 3,5 2,7 0,4 308 Campania 4.381 2,3 2,2 30.800 1,1 4,7 15,6 2,0 508 Puglia 10.613 5,5 3,7 223.200 8,1 15,4 74,0 9,6 332 Basilicata 7.711 4,0 11,3 135.191 4,9 21,7 35,2 4,6 261 Calabria 7.312 3,8 4,8 81.983 3,0 13,0 43,5 5,6 530 Sicilia 28.352 14,6 8,7 218.400 7,9 13,9 103,3 13,3 473 Sardegna 9.682 5,0 11,5 281.742 10,2 21,2 66,4 8,6 236 Italia 194.277 100,0 8,6 2.748.915 100,0 18,3 774,0 100,0 282 Nord 85.135 43,8 13,3 1.133.612 41,2 21,6 272,4 35,2 240 Centro 37.951 19,5 9,9 610.791 22,2 22,5 152,6 19,7 250 Sud e Isole 71.191 36,6 5,7 1.004.513 36,5 14,3 349,0 45,1 347

Note (in corsivo i valori stimati): (1) i dati sono relativi al solo reg. 2078;

(2) i dati sono comprensivi anche della misura F dei PSR relativa a Piemonte e Valle d'Aosta;

(3) aziende totali e SAU totale sono di fonte ISTAT, Indagine sulla struttura e sulle produzioni delle aziende agricole del 1999.

(4) calcolato dividendo i finanziamenti erogati per la superficie interessata, escludendo i finanziamenti per capo allevato e per la formazione.

Figura

Tabella 1 - V Programma Quadro. Programmi e relativo badget (.000 euro)
Tabella 2 - Attuazione  V°  Programma  Quadro.  Contratti  sottoscritti  e  finanziamenti
Tabella 1 - QCS  Obiettivo  1  1994-1999.  Attuazione  finanziaria  dei  PO-parte  FEOGA
Tabella 2 - QCS  Obiettivo  1  1994-1999.  Attuazione  finanziaria  dei  PO-parte  FEOGA  per
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