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Analisi dell'accrescimento e produzione di pascoli e prati-pascoli artificiali di diversa precocità in sei ambienti italiani

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Academic year: 2021

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(1)

Documento digitalizzato dallo Staff di UnissResearch

Ziliotto, Umberto; Bullitta, Pietro; Cavallero, Andrea; Cereti, Carlo Fausto;

Grignani, Carlo; Miglietta, Francesco; Santilocchi, Rodolfo; Talamucci, Paolo

(1987) Analisi dell'accrescimento e produzione di pascoli e prati-pascoli

artificiali di diversa precocità in sei ambienti italiani. Rivista di agronomia,

Vol. 21 (2), p. 91-102. ISSN 0035-6034.

(2)

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Tutti i diritti sono riservati: nessuna parte di questa pubbli-cazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fo-tocopia, ciclostile, senza il permesso scritto dell'Editore. Stampato dalla TIBERGRAPH s.r.l. - Città di Castello (Perugia).

RIVISTA DI

AGRONOMIA

ANNO XXI - N. 2 - APRILE-GIUGNO 1987 A cura della Società I taliana di Agronomia

col Contributo finanziario del Consiglio Nazionale delle Ricerche

Comitato scientifico e direttivo:

ANGELO CALIANDRO GIUSEPPE LA MALFA RENZO LANDI FRANCO LORENZETTI ENRICO MOSCHINI PAOLO PARRINI GIOVANNI TODERI PAOLO TALAMUCCI

Direttore responsabile: FRANCESCO BONCIARELLI

Segretario di redazione: ROBERTO ANDERLINI

Numero dedicato all'Incontro scienlifico del Gruppo Nazionale di Coordinamento f'AAPE-SIA sugli «Orientamenti agronomici ddl'organizzazione di sistemi foraggeri basali su pascoli e pratl-pascoli (Roma, 21 novembre 1985)

SOMMARIO

81 Le motivazioni di ricerca su sistemi foraggeri e l'articolazione delle prove del gruppo nazionale di coordinamento F AAPE

Paolo Talamucci

91 Analisi dell'accrescimento e produzione di pascoli e prati-pascoli artificiali di diversa precocità in sei ambienti italiani

Umberto Ziliotto, Pietro Bul/illa, Andrea CavaI/ero, Carlo Fausto Cereti, Car-Io Grignani, Francesco Miglietta, Rodolfo Santi/occhi e Paolo Ta/amucci

103 Modello empirico semplificato della produzione di pascoli e prati-pascoli artifi-ciali e possibilità di previsione dell'andamento produttivo

Carlo Fausto Cereti, Francesco Miglietta, Pietro Bullilta, Andrea Cavallero, Ro-dolfo Santi/occhi, Paolo Talamucci e Umberto Ziliolto

111 Individuazione di sistemi foraggeri mediante le curve di produttività di pascoli e prati-pascoli artificiali ottenute in cinque ambienti marginali

Andrea Cavallero, Francesco Mig/ietta, Pietro Bul/ilta, Carlo Fausto Cereti, Ro-dolfo Santi/occhi, Paolo Talamucci e Umberto Ziliotto

119 Aspetti qualitativi e valore nutritivo della produzione foraggera di pascoli e prati-pascoli artificiali

Rodolfo Santi/occhi, Pietro Bullilta, Andrea CavaI/ero, Carlo Fausto Cereti, Francesco Miglietta, Paolo Talamucci e Umberto Ziliotto

134 Dinamica della nutrizione minerale di foraggere prative in ambienti marginali

Ermanno Zanini e Enza Arduino

146 Influenza dell'andamento meteorologico e della concimazione azotata sulla pro-duttività totale e stagionale di un pascolo in Sardegna

Pietro Bul/ilta, Salvalore Caredda e Giuseppe Rivoira

152 Esempio di applicazione dell'analisi di crescita e di un modello di simulazione produttiva ad una cotica erbosa artificiale

(3)

Riv. di Agron., 1987, 21, 2, 91-102

Analisi dell'accrescimento e produzione di pascoli

e prati-pascoli artificiali di diversa precocità

in sei ambienti italiani

(1)

Umberto Ziliotto

(2) (Coordinatore), Pietro Bullitta

(3),

Andrea Cavallero

(4),

Carlo Fausto Cereti

(5),

Carlo Grignani

(6),

Francesco Miglietta

(7),

Rodolfo Santilocchi

(8)

e Paolo Talamucci

(9)

Riassunto

Sono state ottenute le curve di produttività di tre miscugli prativi costituiti da una ugual base di leguminose (Trifolium repens e Lotus corniculatus) e una graminacea di diversa precocità (Festuca arundinacea cv. "Manade", Dacty/is glomerata

cv. "Daprime", Phleum pratense cv. "Toro" (o Festuca arundinacea cv. "Ludion ").

Tutti i miscugli sono stati sottoposti al trattamento simulato di pascolo (sfalcio a 15 q ha,l di s.s.) e prato-pascolo (sfalcio alla spigatura e quindi ai 15 q ha,l di s.s.) in 6 località dell'Italia centro-settentrionale e insulare. Il numero delle utilizzazioni effettuate per anno è variato da un minimo di due ad un massimo di sette in relazione alla precocità della graminacea utilizzata, all'ambiente di sperimentazione, all'andamento climatico e alla modalità di sfruttamento.

Il contributo delle graminacee alla produzione, in aumento nel biennio, è risultato compreso fra il 550/0 di Deruta (PG) e il 950/0 di Novi (AL).

Le produzioni di sostanza secca sono risultate in media di 94 q ha,l a Deruta, di circa 85 a Feltre (BL), Chieri (TO) e Novi e di 64 a San Piero (FI). Notevoli sono risultate le variazioni in funzione dell'anno di prova. Con il "pascolo" in media si è ottenuta una produzione inferiore che con il "prato-pascolo". I miscugli più tardivi in generale hanno fornito i risultati più interessanti, mentre quello di precocità intermedia si sono registrate le rese più limitate. Le curve di produttivi-tà ottenute costituiscono un buon riferimento per successivi approfondimenti e la messa a punto di sistemi foraggeri basati su graminacee di diversa precocità.

Parole chiave: terre marginali, prati, pascoli, miscugli da prato, produzione foraggio. distribuzione produzione foraggio.

Summary

PRODUCTION DISTRIBUTION OF DIFFERENT EARLINESS SOWN PASTURES AND MEADOW-PASTURES IN 6 IT ALIAN ENVIRONMENTS

Production curves of 3 single grass/Trifolium repens and Lotus corniculatus mixed swards were obtained in 6 different

Northern, Centrai and Insular Italian environments. The sown grasses were of different earliness: Festuca arundinacea cv.

"Manade", Dacty/is glomerata cv. "Daprime" and Phleum pratense cv. "Toro" (or Festuca arundinacea cv. "Ludion").

Each swards was utilized simulating grazing (cuts at 15 q ha,l of d.m.) or meadow grazing (first cut at grass earing and following at 15 q ha-l of d.m.) systems. In relation to the utilization technique the grass earliness, the experimental en-vironments and the weather conditions the seasonal utilizations vari ed from 2 to 7. Grass contribution to production in-creased in the second year, and vari ed all over the trials from 55% at Deruta (Perugia) to 950/0 at Novi (Alessandria). Total averafe dry matter yield was about 94 q ha-l at Deruta, 85 q ha,l at Feltre (Belluno), Chieri (Torino) and Novi, and 64 q ha- at San Piero (Firenze). Variations due to climate were important. The "grazing" system was always less productive

(I) Relazione presentata all'incontro scientifico del Gruppo Nazionale di Coordinamento F.A.A.P.E. - S.I.A. "Orientamenti agro-nomici nell'organizzazione di sistemi foraggeri basati su pascoli e prati-pascoli" C.N.R. Roma, 2J novembre J985. Ricerche eseguite con

il contributo del C.N.R. presso le Istituzioni indicate con gli Autori;

(2) Professore straordinario di Foraggicoltura presso l'Istituto di Agronomia di Padova; (3) Professore ordinario di Foraggicoltura presso l'Istituto di Agronomia di Sassari; (4) Professore straordinario di Alpicoltura l° presso l'Istituto di Scienza delle coltivazioni di Torino; (5) Professore associato di Coltivazioni erbacee speciali presso l'Istituto di Agrotecnica di Viterbo; (6) Collaboratore laureato pres-so l'Istituto di Scienza delle coltivazioni di Torino; (7) Ricercatore prespres-so lo I.A.T.A., C.N.R. Firenze; (8) Ricercatore confermato prespres-so l'Istituto di Agronomia di Perugia; (9) Professore ordinario di Alpicoltura presso l'Istituto di Agronomia di Firenze. Il lavoro è da attri, buirsi in parti eguali agli Autori; il coordinatore ha inoltre curato la stesura del testo.

(4)

than the "meadow-grazing" one. Late grass mixture were generally the most interesting, while medium earlyness mixtures yields were the poorest.

More specific aspects related to the presented production curves will be studied in other notes.

Key words: Marginai areas, Pastures, Meadow-pastures, Fodder sistems.

Introduzione

Una conoscenza la più precisa possibile delle esi-genze ambientali delle varie piante coltivate e del lo-ro comportamento plo-roduttivo rappresenta in ogni ca-so una condizione fondamentale per poter operare una corretta scelta delle specie e, nel loro ambito, delle cultivar più adatte alle varie zone agricole; d'altra par-te, con tali conoscenze si possono pure individuare gli interventi agronomici più opportuni per ottenere le produzioni desiderate.

Se, come già accennato, l'adozione di tale prassi risulta valida in generale per tutte le colture, essa si dimostra addirittura indispensabile per quelle di du-rata pluriennale. Queste, infatti, rimangono per un pe-riodo più o meno prolungato sulla stessa superficie cumulando, oltre ai numerosi effetti delle variazioni climatiche e degli interventi agronomici che si susse-guono nel corso di tale periodo, anche gli effetti del-le interazioni che si vengono così a determinare. In definitiva, tali colture risultano soggette più di ogni altra a tutte queste numerose variabili.

Per tali motivi, volendo studiare la costituzione, per alcune zone italiane con caratteristiche di margi-nalità, di un sistema foraggero prato-pascolivo basa-to appunbasa-to su colture avvicendate pluriennali, è sem-brato opportuno definire, preliminarmente per ciascu-na di esse, il comportamento di alcune foraggere uti-lizzate a pascolo ed a prato-pascolo artificiale avvi-cendato (Talamucci, 1987).

A tale scopo, per un biennio ed in sei diversi am-bienti con alcune caratteristiche di marginalità, si è condotto uno studio sui principali aspetti dell'analisi dell'accrescimento di tre miscugli oligofiti con uguale contenuto di leguminose e diversi, invece, per la spe-cie e per la precocità della graminacea associata. Ognuno di tali prati era utilizzato simulando con ta-gli un trattamento a pascolo e uno a prato-pascolo.

Nel corso di ciascun ciclo produttivo, sono stati rilevati, di massima il contributo delle principali fa-miglie botaniche alla produzione (graminacee - le-guminose - altre famiglie), la produzione di sostan-za secca e le caratteristiche qualitative della stessa. Di seguito si riferiscono i risultati relativi al

pri-FELTRE (Bl) (272 m) CHIERI (TO) (290 m) NOVI LIGURE tAL) (197 m)

10

1\

1 \ I \ j', 1 \

,

"

,

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,

200 mm 100 80 60

C

40 20 20 10 O O o C 20 10

GFMAMGLASOND

S. PIERO A SIEVE (FI)t250m) 200 mm 100 80 40 20 20 10 DERUTA (PG) (300 m) r ... I \ I \ I \ 1 '\:..

"

200 200 mm mm 100 100 80 80 60 60 °c 40 20 40 20 10 20

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GFMAMGLASOND

200 mm 100 80 60 °c 40 20 20 10 SASSARI

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m) 200 mm 100 80 60 40 20 O -L-..L.::..:...JL...--L--L--L-...I..-.1...I-.L..-L-lo...!.. O

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O

--1982 - - - - 1983

Fig. 1 - Andamento climatico del biennio di prova nelle diverse località. Fig. 1 - Weather conditions of the different trial environrnents in 1982 and 1983.

(5)

mo e soprattutto al secondo di tali aspetti, mentre in altre comunicazioni saranno esposti i dati relativi al-le caratteristiche qualitative ed al valore nutritivo della produzione (Santilocchi et al., 1987) all'individuazio-ne di sistemi foraggeri prato-pascolivi (Cavallero et

al.,

1987) e alla definizione di alcune funzioni di pro-duzione utilizzabili anche a fini previsionali (Cereti et al., 1987).

Materiali e Metodi

Per tutto quanto attiene all' articolazione del lavoro collegiale si fa riferimento a quello di Talamucci (1987).

Gli elementi essenziali del protocollo sperimenta-le sono comunque di seguito riportati sinteticamente:

1) Ambiente di prova.

La sperimentazione si è svolta nelle 6 località in-dicate in figura 1.

2) Trattamenti e dispositivo sperimentale.

In ciascuna località sono stati posti a confronto tre miscugli costituiti da Trifolium repens cv. "Mil-kanova" e Lotus corniculatus cv. "Franco" associa-ti entrambi a una delle seguenassocia-ti graminacee di diver-sa precocità: Festuca arundinacea cv. "Manade" (anello precoce), Dacty/is glomerata cv. "Daprime" (anello intermedio), Phleum pratense cv. "Toro" (anello tardivo). L'anello tardivo per la località di De-ruta (P G) e Sassari era costituito da Festuca

arundi-nacea cv. "Ludion".

Tali cotiche sono state utilizzate a pascolo (taglio a 15 q ha-I di s.s.) e a prato-pascolo (10 taglio alla spigatura della graminacea e successivi a 15 q ha-I di s.s.).

Il dispositivo sperimentale adottato era di tipo fat-toriale con 5 ripetizioni.

3) Dati rilevati e modalità di conduzione.

FELTRE 1982 1983 CHIERI 1982 1983 1982

NOVI L. 1983

S. PIERO 1982 1983

F

D

1982 DERUTA 1983

SASSARI 1982

o i i 15 31 15 marzo aprii.

Dalla ripresa vegetativa e fino al completo arre-sto della vegetazione, è stata accertata settimanalmente la disponibilità di foraggio (nei periodi di rallentamen-to produttivo tale intervallo è stato portato a 2 setti-mane). A tal fine sono state tagliate con tosaerba elet-trico parcelline di 5 x 0,1 m, mentre al raggiungimen-to delle soglie previste dal proraggiungimen-tocollo è stata utilizza-ta tututilizza-ta la resutilizza-tante parte dei parcelloni. Successiva-mente riprendeva l'accertamento settimanale (o biset-timanale) della ricrescita.

I parcelloni sono stati dimensionati in modo da non dover mai sovrapporre nel biennio gli accertamen-ti produtaccertamen-tivi setaccertamen-timanali.

L'altezza di taglio è stata uniforme ad ogni pre-lievo settimanale e ad ogni utilizzazione.

Andamento climatico

Gli andamenti climatici dei due anni di prova e delle varie località sono risultati assai differenti so-prattutto per quanto riguarda la piovosità e la sua di-stribuzione (fig .. 1).

In generale il 1982 è stato più piovoso del 1983, con precipitazioni più elevate in estate e soprattutto in autunno. Nel 1983, ad un periodo piovoso prima-verile è subentrata quasi ovunque un'accentuata sic-cità estiva.

A questo andamento generale fanno eccezione le primavere asciutte del 1982 a Chieri e Novi e l'ecce-zionale siccità primaverile-estiva dello stesso anno a Sassari, che ha determinato la morte di tutti i tipi di prato.

Risultati e discussione

Epoca della prima utilizzazione

Le date delle prime utilizzazioni primaverili sono riportata in figura 2. O- • ...l..-A O - - . - A I i I

- - - A

I

P o ~--- - - t I A I

,

o, ~---

---A

o -+----I

---A

I 0 ' ~---

----6

eo ----~---

---A

o o - L . . . - - _ i 30 15 31 maggio giugno I 15

• tutti i CliBCUgl1 • "pascolo"; aiBC • • "prato-pascolo": O F ••• "Manad.";. D.9. "DapriIM";,A r.a. "Ludion", 6 Ph.p. "Toro"

Fig. 2 - Epoca della prima utilizzazione primaverile nei due anni per i vari miscugli impiegati nelle località di prova.

Fig. 2. - First utilization time in each year and trial environment for ali the sown swards.

(6)

Con l'unica eccezione di San Piero, nel 1983, i tre miscugli non si sono differenziati fra loro per la pri-ma utilizzazione pascoliva; per quattro ambienti essa si colloca intono alla metà di aprile, mentre a Sassari e a Feltre risulta rispettivamente anticipata alla 2a

de-cade di marzo e ritardata alla l a decade di maggio.

Per il IO taglio a prato, ove era presente Ph.

pra-lense, i tre miscugli si sono nel complesso

differen-ziati secondo le attese. A Deruta e Sassari invece, F.

arundinacea cv. "Ludion", impiegata al posto del

fleolo, ha raggiunto la spigatura alla stessa data di

D. glomerala del miscuglio intermedio.

Fra le località è emersa una certa differenza di epo-ca di utilizzazione per il miscuglio precoce (dalla l a

decade di aprile di Sassari, alla 3a decade di maggio

per Feltre), in accordo con il gradiente climatico fra le località indicato da Talamucci (1987).

Per D. glomerala si è osservata una sostanziale

contemporaneità di utilizzazione con l'eccezione di Feltre, mentre per Ph. pralense si ripresenta, attenua-to, il gradiente citato dalla località di San Piero a quel-la di Feltre.

Conlributo percentuale di graminacee, leguminose ed altre specie alla produzione di s.s.

L'esame dei valori relativi al contributo percentua-le di graminacee, percentua-leguminose ed altre specie alla pro-duzione di s.s., può permettere di meglio interpreta-re i risultati produttivi conseguiti.

Le variazioni negli anni di prova evidenziano una crescente incidenza delle graminacee in tutte le loca-lità (+ 9 punti percentuali in media); si sono ridotte le leguminose, mentre è rimasta inalterata l'incidenza delle altre specie.

Dai valori medi biennali emerge invece una netta differenza fra le cinque località per i tre gruppi di spe-cie (fig. 3). Il contributo delle graminacee è massimo a Novi e Feltre, decresce a San Piero e Chieri, con

X 100 90 80 70 60

SO

40 30 20 10

FELTRE

A 8 A B A B

1 2 3

CHIERI

A

B A B

A

B

1 2 3 N~VI

A B A B A B

1 2 3

un minimo intorno al 55070 a Deruta. Opposto è l'an-damento delle leguminose il cui contributo decresce nell'ordine da Deruta a Chieri, San Piero, Novi e Feltre.

La presenza delle infestanti è stata di un qualche rilievo soltanto a Feltre e San Piero, è risultata appe-na apprezzabile a Chiari, praticamente nulla a Novi e Deruta.

L'effetto cultivar e specie di graminacea è variato con le località. La graminacea più precoce è apparsa più competitiva a S. Piero e Deruta e meno competi-tiva a Chieri e Novi, ove invece sono prevalse D.

glo-merala e Ph. pralense. A Feltre non emergono

inve-ce significative differenze di contribuzioni fra le tre graminacee.

Nei confronti dei trattamenti di utilizzazione, le contribuzioni percentuali di graminacee e leguminose sono variate significativamente soltanto per il miscu-glio con Ph. pratense a Chieri e Novi. Per questa as-sociazione il trattamento pascolo simulato ha favori-to l'affermazione delle leguminose associate.

A Sassari in tutte le situazioni saggiate le grami-nacee hanno contribuito per almeno il 95% alla pro-duzione, con una presenza trascurabile delle legu-minose.

Produzione annuale di sostanza secca

La produzione annuale di sostanza secca ottenuta secondo le due modalità di utilizzazione è riportata in tabella l.

Per il commento viene fatto riferimento alle sin-gole località, poiché l'elaborazione di tutti i dati ha evidenziato sempre interazioni significative fra il fat-tore località e tutti gli altri in prova.

L'andamento climatico ha notevolmente influito sulle rese. Nel 1983, annata dovunque meno piovo-sa, si sono registrate in generale produzioni totali in-feriori rispetto al primo anno. Fanno eccezione Chieri

S.PIER~

A B A B A B

1 2 3

DERUTA

A B A B A B

1 2 3

SASSRRI

A B A B A B

1 2 3 f]

GRAHINACEE

:=1 ALTRE SPECIE

~

LEGUHINCISE

l-

HISCUGLI~ PREC~CE

2-

HISCUGLI~ HEDI~

3- HISCUGLICI TARDIVCI

A-

PASC~LCI

B- PRATCI

PASC~LCI

Fig. 3 - Contributo percentuale di graminacee, 1eguminose ed altre specie ana produzione di s.s. (intenzione JOC3lità x miscugli x tratta-menti) nei valori medi biennali.

Fig. 3 - Grass, legumes and other plants percentage or dry matter production (interaction environments x swards utilization treatments) as two years average. A

=

pasture, B

=

meadow-pasture; l, 2 and 3

=

early, middle and late sward.

(7)

TABELLA l -"Produzione annuale di s.s. (q h(1"l)

TABLE l - Total year dry matter production (q ha·l )

Miscuglio Trattamento Feltre

'82 pascolo 110 Precoce prato-pascolo 111 media 111 pascolo 90 Medio prato-pascolo 93 media 92 pascolo 109 Tardivo prato-pascolo 116 media 113 pascolo 103 Media prato-pascolo 107 media 105 (A) Trattamento n.s. (B) Miscugli + (C) Anno ++ AxB n.s. AxC n.s. B x C + AxBxC n.s.

e Novi che, per la primavera siccitosa del 1982 e le eccezionali precipitazioni primaverili del 1983, hanno presentato un comportamento opposto (cfr. i dati del-l'interazione B x C).

La produzione ha subito nel biennio variazioni più rilevanti nelle tre località ove più elevate sono risul-tate in media le rese (Feltre, Chieri e Deruta), con di-minuzioni pari al 35% èirca rispetto alla resa dell'an-no più favorevole. A Sassari, come si è già detto, nes-sun miscuglio è sopravvissuto alla siccità estiva del pri-mo anno. In tutte le località, con l'eccezione di quel-la di Feltre, più fresca e piovosa, il miscuglio più tar-divo risulta anche il più produttivo e non si eviden-ziano differenze significative tra D. glomerata e F.

arundinacea cv. "Manade". Ciò evidenzierebbe che,

nella maggior parte delle situazioni saggiate, è più ele-vata la potenzialità produttiva delle foraggere più tar-dive che sfruttano l'intero periodo fresco dalla ripre-sa vegetativa alla fioritura, mentre quando persisto-no nella stagione condizioni idriche sufficientemente favorevoli, anche altre più precoci diventano compe-titive.

Inoltre, sempre con l'eccezione di Feltre, il tratta-mento prato-pascolo risulta superiore come resa al trattamento pascolo, confermandosi in generale la re-lazione inversa tra numero di utilizzazioni e resa in sostanza secca.

Dall'esame dei dati relativi all'interazione "trat-tamenti x miscugli" emerge che il fleolo è la specie che più risente negativamente del trattamento a pa-scolo, seguito da D. glomerata, mentre F.

arundina-cea è risultata a questo riguardo la specie più stabile,

senza differenze di rilievo tra le due varietà in prova confrontate a Deruta.

Sempre relativamente ai due trattamenti posti a confronto, le minori rese legate al pascolo risultano

'83 65 80 73 66 74 70 70 65 66 64 75 69

Chieri Novi S. Piero Deruta Sassari

'82 '83 '82 '83 '82 '83 '82 '83 '82 67 82 70 91 65 48 115 67 48 69 93 70 100 69 51 116 74 38 68 88 70 95 67 50 116 71 43 63 79 65 78 73 46 100 68 33 73 108 79 84 55 44 102 86 54 68 94 72 81 64 45 101 77 44 57 91 71 82 66 55 120 68 50 68 163 104 109 90 103 132 77 5S 63 127 87 95 78 77 126 73 53 63 84 69 84 68 49 112 68 44 70 121 85 98 71 66 116 79 49 66 103 77 91 70 57 114 73 46 ++ ++ ++ ++ ++ ++ ++ ++ ++ ++ ++ ++ ++ ++ ++ ++ ++ n.s. ++ ++ n.s. + n.s. ++ + + ++ + n.s. n.s. n.s.

in tutte le località tendenzialmente più accentuate nel secondo anno, ad estate più asciutta, ma l'interazio-ne "trattamenti x anni" è risultata significativa so-lo a Chieri e a S. Piero.

I risultati di Sassari, per quanto non confrontabi-li con quelconfrontabi-li delle altre locaconfrontabi-lità, confermano comun-que la superiorità produttiva del trattamento prato-pascolo rispetto al trattamento prato-pascolo e del miscu-glio più tardivo rispetto agli altri.

Produzione estiva di sostanza secca

L'acquisizione dei dati produttivi con ritmo setti-manale ha consentito di distinguere le rese in sotto-periodi stagionali e di effettuare il confronto tra le produzioni estive, quelle cioé ottenute dopo il 21 giu-gno di ciascun anno.

A tal fine, in base alle curve delle figure 4-9, si è detratta dalla prima utilizzazione estiva la produ-zione già accumulata alla data indicata.

Ancor più che per le produzioni totali annue, per quelle estive sono emerse sensibili differenze tra le lo-calità relativamente all'entità e alla stabilità delle re-se (tab. 2).

Nelle due località più meridionali San Piero e De-ruta si sono registrate le massime differenze produt-tive tra i due anni: rispettivamente 790/0 e 740/0 in

me-no nell'83 rispetto all'82. A Novi, e ancor più a Fel-tre, tale riduzione è risultata più contenuta (-30% e -26%). Feltre, come ci si poteva attendere, è la loca-lità che offre le massime rese estive. Soltanto a Chie-ri si è misurata una produzione estiva superiore nell'83 rispetto all'82.

L'effetto dei trattamenti di utilizzazione è risulta-to nel complesso modesrisulta-to. Soltanrisulta-to a Feltre e

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Fig. 5 - Cu"e di produttività per Il 1982 e Il 1983 del tn miscugli uliliz.uti • pascolo e prato-plbColo a Chieri (Torino). Fig, S - 1982 and 1983 production curves or the 3 "pasture" and "meadow·pasture" simulating swards at Chieri (Torino).

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Fig. 6 - Cune di produllh"ilà per il 1982 e 1983 dei tre miscugli utilizzati a pascolo e prato-pascolo a Novi (AltsSandria). fig. 6 - 1982 and 1983 production curves or lhe 3 "pasture" and "meadow-paslure" simulating swards al Novi (Alessandria).

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Fig. 7 - Curve di produttività per il 1982 e 1983 dei tre miscugli utilizzati a pascolo e prato-pascolo a San Piero a Sieve (Firenze). Fig. 7 - 1982 and 1983 production curves of the 3 "pasture" and "meadow-pasture" simu)ating swards at S. Piero (Firenze).

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Fig. 8 • Curve di produttività per il 1982 e 1983 dei tre miscugli utilizzati a pascolo e prato-pascolo a Deruta (Perugia). Fig. 8 - 1982 and 1983 production curves or the 3 "pasture" and "meadow-pasture" simu)ating swards at Deruta (Perugia).

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Fig. 9 - 1982 production curvcs of the 3 "pasture" and "meadow-pasture" simulating swards at Sassari.

dariamente a Chieri, sono state ottenute a favore del pascolo differenze significative di un qualche interes-se agronomico, differenze che sono risultate più ac-centuate nelle annate migliori.

Dove è risultata significativa l'interazione "anno x miscugli" si è evidenziato che i miscugli a resa più variabile negli anni sono quelli più tardivi con fleolo o con F. arundinacea cv. "Ludion", mentre D.

glo-merala ha dimostrato la più elevata stabilità ne]]a

re-sa estiva. Un comportamento intermedio è stato ac-certato per F. arundinacea cv. "Manade".

Evoluzine della produzione nel corso dei cicli pro-duttivi.

Nelle figure 4-9 sono riportate le curve di produ-zione realizzate con la metodologia descritta ove si evi-denzia, tra l'altro, il numero differente di utilizzazio-ni. Per la metodologia prescelta questo numero è un buon indice delle possibilità offerte dall'ambiente e dell'adattabilità dei miscugli alla utilizzazione pa-scoliva.

Per quanto riguarda gli ambienti studati, quelli che offrono la possibilità di realizzare un maggior nume-ro di cicli di pascolamento sono Feltre e Deruta (5,5 in media), seguita da Novi (4,9) e Chieri e S. Piero (4,3). Sassari è naturalmente, anche a questo riguar-do, la località più difficile (2,8 cicli/anno).

Considerando i dati dell'interazione "miscugli x

trattamenti" emerge che con il miscuglio tardivo uti-lizzato a prato-pascolo si ottiene il più basso numero di cicli successivi allo sfalcio (3,0 in media), mentre il miscuglio precoce con lo stesso trattamento è risul-tato naturalmente il più idoneo a garantire un eleva-to numero di passaggi (4, l in media). Con il pascolo tutti i miscugli hanno invece consentito un analogo numero di cicli di utilizzazione (5,2 in media).

Dal confronto delle serie di curve di produzione ottenute con lo stesso miscuglio risulta evidente la so-miglianza della distribuzione delle rese ottenute dopo la data del taglio alla spigatura. La distribuzione del-la produzione nel periodo estivo risulterebbe pertan-to molpertan-to più condizionata dall'ambiente e dal tipo di miscuglio, che dal trattamento iniziale di utilizzazione. Tutte le altre informazioni desumibili da]]e curve di produzione presentate sono a]]a base di un succes-sivo lavoro per l'individuazione di sistemi foraggeri negli ambienti considerati (Cavallero et al., 1987).

Conclusioni

Con la sperimentazione di cui si è riferito si sono acquisiti elementi conoscitivi utili alla realizzazione di sistemi pascoli vi in diversi ambienti italiani.

Le possibilità di impiego di miscugli di diversa pre-cocità e di sufficiente adattabilità sono state verifica-te in cinque delle sei località di prova. I risultati con-seguiti a Deruta dimostrano come le potenzialità fo-raggere di sistemi pascolivi possano essere elevate an-che in località non irrigue dell'Italia centrale; quelli ottenuti a Sassari confermano invece le gravi difficoltà per l'impiego delle graminacee poliennali in quegli am-bienti.

Si è ottenuta una prima serie di misure relative agli effetti dell'andamento climatico sui sistemi prato-pascolivi. La variabilità della produzione negli anni è stata rilevante, con differenze comprese fra un mi-nimo del 15070 ed un massimo del 36070 rispetto

all'an-nata più favorevole. La variabilità è risultata

(14)

TABElLA 2 - Produzione estiva di s.s. (q h(1'J)

TABLE 2 - Summer dry matter production (q ha·l )

Miscuglio Trattamento pascolo Precoce prato-pascolo media pascolo Medio prato-pascolo media pascolo Tardivo prato-pascolo media pascolo Media prato-pascolo media (A) Trattamento (B) Miscugli (C) Anno AxB AxC B x C AxBxC

riore ·per le località ove sono state conseguite le più alte rese.

I piu importanti risultati ottenuti sono quelli ri-guardanti la distribuzione stagionale della produzio-ne, che più di ogni altro aspetto condiziona la realiz-zazione di un sistema pascolivo. Escludendo la più fa-vorevole situazione dell'Italia nord-orientale, la pro-duzione estiva ed autunnale è risultata sempre infe-riore ad 1/3 della resa totale, con valori minimi del

90/0 raggiunti nel 1983 nella località dell' Appennino toscano.

Questa marcata irregolarità nella produzione sta-gionale accentua naturalmente l'interesse per la mes-sa a punto di sistemi foraggeri bames-sati su graminacee di diversa precocità, che variamente combinate pos-sono almeno in parte attenuare il problema.

Le cultivar di graminacee impiegate hanno confer-mato in tutti gli ambienti una diversa precocità di spi-gatura, con l'unica eccezione della cv. "Ludion" a Deruta e Sassari, mentre il raggiungimento dello sta-dio di inizio pascolamento è risultato pressapoco con-temporaneo in ciascun ambiente. Questo fatto potreb-be indurre giustamente a privilegiare le cv. tardive nel-le utilizzazioni a pascolo, soprattutto perché con esse possono essere organizzati con maggiore facilità i pri-mi cicli di pascolamento.

Dal punto di vista produttivo sono prevalsi sem-pre i miscugli con la graminacea più tardiva, con l'u-nica eccezione della precocissima F. arundinacea cv. "Manade" nel più favorevole regime pluviometrico di Feltre. I miscugli con D. glomerala sono apparsi i meno interessanti, anche se la cv. impiegata ha evi-denziato una più alta stabilità nella resa estiva. Com-portamento intermedio hanno avuto in generale i mi-scugli con la graminacea più precoce.

Per un giudizio più completo sulla effettiva

rispo-Feltre Chieri Novi S. Piero . Deruta

'82 52 43 48 36 29 32 60 43 47 46 38 42 '83 '82 '83 '82 '83 '82 '83 '82 '83 34 24 22 32 16 16 2 46 4 35 18 12 25 18 21 3 53 12 35 21 18 29 17 19 2 50 8 33 19 18 30 16 19 4 39 12 31 20 20 29 14 14 3 34 13 32 19 19 29 15 17 3 37 12 30 Il 30 I 32 14 21 8 54 7 24 Il 18 33 25 23 8 59 Il 27 Il 24 32 20 22 8 57 9 32 19 24 31 15 19 4 46 8 30 16 17 29 19 19 5 49 12 31 17 20 30 17 19 5 48 lO ++ ++ n.s. n.s. n.s. ++ n.s. n.s. ++ ++ ++ + ++ ++ ++ n.s. ++ n.s. + n.s. + + n.s. n.s. n.s. ++ ++ n.s. n.s. ++ n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.

sta all'utilizzazione pascoliva delle cv. saggiate occor-rerà verificarne la resistenza al calpestamento animale.

Il numero delle utilizzazioni ha ridotto la produt-tività del trattamento pascolo con un effetto più mar-cato per i miscugli più tardivi. In particolare, però, la differenza tra le utilizzazioni si è evidenziata sol-tanto in primavera e i ricacci estivi ed autunnali sono risultati poco influenzati dalla precedente gestione del-la cotica, anche se ripetuta per un biennio.

Riguardo alla composizione della produzione, è emersa (con la sola eccezione di Deruta) una sensibi-le prevasensibi-lenza delsensibi-le graminacee seminate, che si è ac-centuata nel tempo.

Con l'applicazione rigorosa del protocollo previ-sto, si sono ottenute curve di crescita e ricrescita del-l'erba confrontabili e che si prestano quindi a nume-rosi approfondimenti di questo lavoro.

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