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Intervento di edilizia residenziale pubblica in via Gallarate a Milano

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Academic year: 2021

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È noto come in Italia lo strumento del concorso sia sostan-zialmente sterile, dato che quasi mai i vincitori delle consul-tazioni (a meno di quelle, per così dire, obbligate: MAXXI, Stazioni TAV, Auditorium e poco più) hanno possibilità di concludere il percorso giungendo alla costruzione di quanto progettato. Questo nuovo insediamento a Milano costitui-sce uno dei rari casi che smenticostitui-sce le tristi consuetudini pa-trie. Nel 2005, infatti, il Comune di Milano bandì il Concor-so internazionale “Abitare a Milano” attraverConcor-so il quale in-tendeva dare attuazione ai Programmi Comunali per l’Edili-zia Residenl’Edili-ziale Pubblica, mettendo a disposizione 46 aree per la realizzazione di case destinate alle fasce sociali meno abbienti e da affidare in gestione all’ALER. Sono stai scelti quattro progetti per altrettanti nuovi quartieri: in via Civita-vecchia, in via Gallarate, in via Ovada e in via Senigallia; si tratta di 550 alloggi di edilizia sociale per complessivi cento-mila metri quadrati di superficie. Il progetto per via Gallara-te è stato vinto dallo studio MAB ArquiGallara-tectura, che ha una storia breve ma interessante: è costituto da due giovani ar-chitetti palermitani, Floriana Marotta (1977) e Massimo Ba-sile (1976) che, dopo la laurea a Palermo, hanno compiuto studi ulteriori a Barcellona, città nella quale hanno poi deci-so di rimanere, aprendovi il proprio studio. Un cadeci-so esem-plare della generazione Erasmus, che conferma quanto detto circa il valore strumentale di questo programma di mobilità all’interno dell’Unione Europea: divenire “trampolino per decidere poi di rimanere stabilmente all’estero”.

L’area messa a disposizione dal Comune per il nuovo inse-diamento, 184 alloggi per un importo lavori di 23 milioni di euro, consiste in una stretta striscia di suolo, compresa tra via Gallarate a nord e il margine settentrionale del quartiere Gallaratese – via Appennini – a sud (quartiere che annovera, tra i suoi pezzi, il celebre complesso disegnato da Carlo Ay-monino e Aldo Rossi, 1969-73); tra gli obiettivi del progetto vi era quello di incrementare la dotazione di spazi pubblici, servizi e verde, a beneficio del settore settentrionale del quartiere Gallaratese. Le scelte di disegno urbano sono leg-gibili secondo due registri che si fondono e legittimano

reci-PROGETTO MAB Arquitectura (Massimo Basile, Floriana Marotta)

REALIZZAZIONE Aldo Pollonio spa COMMITTENTE Comune di Milano CRONOLOGIA 2005, concorso 2006-2009, realizzazione FOTO Paolo Riolzi MAB ARQUITECTURA

Intervento di edilizia residenziale

pubblica in via Gallarate a Milano

Social Housing, via Gallarate, Milan

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procamente: uno che stabilisce le relazioni trasversali tra il quartiere preesistente, la striscia di suolo sulla quale insiste il progetto e gli spazi aperti (in parte) al di là di via Gallarate; l’altro che dispone in una ragionata sequenza longitudinale spazi e manufatti nella striscia stessa. Nella lettura longitudi-nale, infatti, notiamo come la cubatura in gioco si condensi in quattro manufatti articolati, disposti in corrispondenza degli intervalli del costruito su via Appennini, alternandosi a spazi variamente disegnati; tale collocazione planimetrica ha anche un significato trasversale, perché consente di non privare di vista e di luce le case esistenti lungo via

Appenni-ni. D’altronde l’episodicità di questo sistema ritmico è salda-mente innervata dal percorso pedonale che inanella tutti gli spazi compresi tra gli edifici, i servizi disposti al loro piede e fora i piani terra delle case. Infine, l’attestarsi della maggiore cubatura lungo via Appennini, attribuisce una nuova urba-nità a questa strada, che perde il carattere di bordo avuto in precedenza. Particolare cura è stata data al disegno del suo-lo, di circa tre ettari, che struttura l’intervento e tiene insie-me i vari framinsie-menti edilizi. I diagrammi di rito, che accom-pagnano il progetto per chiarirne finalità e strategie, indivi-duano con precisione gli spazi pubblici (con quote di

com-Un registro duplice, trasversale e longitudinale, definisce le principali scelte progettuali: dalla localizzazione dei complessi architettonici all’alternanza tipologica tra case in linea e torri, al disegno di suolo che tutto unifica e riassume

A double register, transverse and longitudinal sets out the main design choices: the buildings location, the typological variety, and the landscaping that unifies and summarizes everything

L’area messa a

disposizione dal Comune per il nuovo

insediamento, 184 alloggi, consiste in una stretta striscia di suolo, compresa tra via Gallarate a nord e il margine settentrionale del quartiere Gallaratese – via Appennini – a sud

The area provided by the City for the new district, 184 units, consists of a narrow strip of land, situated between Via Gallarate to the north, and the northern edge of the Gallaratese neighbourhood – Via Appennini – to the south

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In 2005 the City of Milan organised the international competition “Abitare a Milano” to implement Municipal Programmes for Public Housing, providing 46 areas for the realisation of low-income housing, to be managed by ALER [the Region of Lombardy’s Housing Association - TN]. Four projects were selected for 4 new neighbourhoods: Civitavecchia, Gallarate, Ovada and Senigallia. A total of 550 social housing units, offering a total of 120,000 square meters of floor area. The project or Gallarate was awarded to MAB Arquitectura, comprised of two young architects from Palermo, Floriana Marotta (1977) and Massimo Basile (1976). The area provided by the City for the new district, 184 units and a total cost of 23 million Euro, consists of a narrow strip of land, situated between Via Gallarate to the north, and the northern edge of the Gallaratese neighbourhood – Via Appennini – to the south (an area featuring, amongst others, the famous complex designed by Carlo Aymonino and Aldo Rossi, 1969-73); the project’s objectives include an increase in the offering of public spaces, services and parkland, benefiting the northern sector of the Gallaratese neighbourhood. The urban design can be read based on two intents, which meld with and reciprocally justify one another: one that establishes transversal relations with the existing neighbourhood, the strip of land that defines the project site and the open spaces (partially

situated) on the other side of Via Gallarate; the other arranges the new spaces and buildings atop the strip of land in a longitudinal sequence. This longitudinal reading reveals the condensation of the new project volumes into four separate buildings, set in correspondence with open spaces between the existing buildings along Via Appennini, alternating with variously designed spaces; this approach to the site plan also plays a transversal role, as it ensures that the new intervention does not block views and natural illumination in the existing units along Via Appennini. What is more, the episodic nature of this rhythmic system is strongly reinforced by a pedestrian path that connects he spaces between the buildings, the services at their base and perforates the ground floors of the homes. Finally, the location of the majority of volumes along the Via Appennini attributes a new urban condition to this street. Particular care was also focused on the landscaping of approximately three hectares, which structures the intervention and holds together the various built elements using a promenade connecting all of the elements: public services (nursery school, a centre for the elderly, a community centre), geometric gardens, casual groupings of vegetation. The project features a variety of apartment sizes: from 49 square meter two room units for 2 residents to larger units for families, measuring 101 square meters.

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merciale) e i servizi pubblici (asilo nido, centro anziani diur-no, centro socio-culturale), i giardini urbani con il loro dise-gno geometrico, la promenade che tutto riconnette, e infi-ne i raggruppamenti casuali di vegetazioinfi-ne. Ancora, il suolo si increspa verso via Gallarate, per schermare l’area dal ru-more prodotto da questa via extraurbana.

Benché non uguali, i quattro manufatti sono simili nell’impo-stazione e presentano un assetto volumetrico e tipologico misto. Potremmo dire che edifici in linea, che misurano in senso trasversale l’intera profondità della striscia, si congiun-gono variamente a edifici a torre che si attestano su via Ap-pennini; ma questo è vero solo in parte, e precisamente per il primo e quarto gruppo di alloggi, perché nel secondo e nel terzo è il tipo in linea ad alzarsi in maniera inusuale. In

gene-rale si tratta di variazioni sul tema, che hanno il merito di evi-tare qualunque monotonia; per converso, un accorgimento elementare ma molto efficiente di disegno dei prospetti ga-rantisce l’unitarietà dell’intervento: differenziare il modo di disporre le bucature dei prospetti a sud-est (camere da letto e servizi) attraverso un ritmo irregolare di finestre alte e stret-te, rispetto a quello dei prospetti a nord-ovest (soggiorni), scavati da ampie logge schermate da frangisole scorrevoli. L’intervento offre una varietà di tagli (dal bilocale per 2 utenti di 49 mq agli alloggi grandi per famiglie numerose di 101 mq) e non presenta innovazioni sul piano spaziale o di -stributivo, limitandosi (ma non vuole essere una diminutio) a offrire la massima qualità nell’ambito degli standard di mer-cato, ai quali necessariamente deve allinearsi.

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