BIBLIOTECA DELL’«ARCHIVUM ROMANICUM»
Serie I:Storia, Letteratura, Paleografia
425
ARCHITETTURA
E
IDENTITA`LOCALI
II
a cura di
H
OWARDB
URNSe M
AUROM
USSOLINLEO S. OLSCHKI EDITORE
ISSN 0066-6807
ISBN 978 88 222 6325 4
IVol. 425
LEO S. OLSCHKIA
R
C
H
IT
E
T
T
U
R
A
E
ID
E
N
T
IT
A`
L
O
C
A
L
I
–
II
I saggi qui proposti hanno inteso integrare tre
ele-mentisocio-culturaliraramente analizzatiin
recipro-ca relazione nella tradizione distudio sia
storico-ar-chitettonica, sia storico-letteraria. Questielementisi
possono sintetizzare in tre parole
chiave:«architettu-ra», «antico», «identita`».
Architettura: da intendersi come espressione
com-plessa e articolata diesigenze diuna
comunita`urba-na, come prodotto dirisultanze storiche e culturalidi
carattere generale e/o particolare, come sistema di
auto-rappresentazione simbolica nel tessuto urbano
e neimonumentiche da queltessuto ‘emergono’.
Antico:da intendersicome necessario sguardo
re-trospettivo a una tradizione fondante reale o
‘in-ventata’.
Identita`:cittadina, regionale, statale, creata
attraver-so l’architettura, che attraver-soddisfa, mediante la continuita`
o discontinuita`con ilpassato piu`o meno recente, un
bisogno diriconoscimento dise´ neiluoghisimbolici
della citta`.
L’approccio multidisciplinare ha consentito, con
l’ottimizzazione e l’affinamento delle metodologie
distudio, diaffrontare ilrapporto fra itre elementi,
in una prospettiva direale interesse nazionale e
ge-nerale.
In coperta:J
OHNR
USKIN, Portale della Badia
BIBLIOTECA DELL’«ARCHIVUM ROMANICUM»
Serie I:Storia, Letteratura, Paleografia
425
ARCHITETTURA
E
IDENTITA`LOCALI
II
a cura di
H
OWARDB
URNSe M
AUROM
USSOLINLEO S. OLSCHKI EDITORE
ISSN 0066-6807
ISBN 978 88 222 6325 4
IVol. 425
LEO S. OLSCHKIA
R
C
H
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–
II
I saggi qui proposti hanno inteso integrare tre
ele-mentisocio-culturaliraramente analizzatiin
recipro-ca relazione nella tradizione distudio sia
storico-ar-chitettonica, sia storico-letteraria. Questielementisi
possono sintetizzare in tre parole
chiave:«architettu-ra», «antico», «identita`».
Architettura: da intendersi come espressione
com-plessa e articolata diesigenze diuna
comunita`urba-na, come prodotto dirisultanze storiche e culturalidi
carattere generale e/o particolare, come sistema di
auto-rappresentazione simbolica nel tessuto urbano
e neimonumentiche da queltessuto ‘emergono’.
Antico:da intendersicome necessario sguardo
re-trospettivo a una tradizione fondante reale o
‘in-ventata’.
Identita`:cittadina, regionale, statale, creata
attraver-so l’architettura, che attraver-soddisfa, mediante la continuita`
o discontinuita`con ilpassato piu`o meno recente, un
bisogno diriconoscimento dise´ neiluoghisimbolici
della citta`.
L’approccio multidisciplinare ha consentito, con
l’ottimizzazione e l’affinamento delle metodologie
distudio, diaffrontare ilrapporto fra itre elementi,
in una prospettiva direale interesse nazionale e
ge-nerale.
In coperta:J
OHNR
USKIN, Portale della Badia
Serie I:Storia, Letteratura, Paleografia
425
ARCHITETTURA
E
IDENTITA`LOCALI
II
a cura di
H
OWARDB
URNSe M
AUROM
USSOLINcon la collaborazione di
C
LARAA
LTAVISTAC
ASAE
DITRICEL
EOS. O
LSCHKIViuzzo delPozzetto, 8
50126 Firenze
www.olschki.it
Pubblicazione realizzata con ilcontributo delMinistero dell’Istruzione,
dell’Uni-versita`e della Ricerca (PRIN 2008), Politecnico diTorino, Politecnico diMilano,
Scuola Normale Superiore di Pisa, Universita`degli studi ‘‘G. d’Annunzio’’ di
Chieti-Pescara (Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali), Universita`del
Molise.
DA MIRABILIA A MONUMENTA:VINCENZIO BORGHINI,
LA MEMORIA DELL’
ACQUEDOTTO ROMANO
E IL MITO FONDATIVO DELL’
ORIGINE DI FIRENZE
NELLE FONTI LETTERARIE DAL XIII AL XVI SECOLO
Fra le imprese diCosimo I celebrate nella famosa serie dimedaglie
diPie-tro Galeotti
1trova spazio anche la costruzione dell’
acquedotto mediceo,
vo-luto dalduca per Firenze a partire dal1550 (Fig. 1). Sitratta della prima rete
diapprovvigionamento idrico della citta` daitempidell’
acquedotto romano.
2Firenze,infatti,come Milano e Venezia
3e` sempre stata una citta` che ha
usu-1 E. CARRARA,scheda III.7,Progetto per le med aglie commemorative d i Cosimo I,in Vasari, gli
Uffizi, il Duca,Catalogo della mostra,Firenze 14 giugno-30 ottobre 2011,a cura diC. Conforti,con F. De Luca e F. Funis,Firenze,Giunti2011,p. 166,l’argomento ha conosciuto numerosiapprofon-dimenti, tra cuisiricorda R.A. SCORZA, ‘‘Imprese’’ and med als: ‘‘invenzioni all’antica’’ by Vincenzo
Borghini,«The Medal»,XIII,1988,pp. 18-32,ID.,scheda 4.2,Med aglie per Cosimo I,in Vincenzio
Borghini. Filologia e invenzione nella Firenze d i Cosimo I,catalogo della mostra,Firenze 21 marzo-21 aprile 2002, a cura diG. Belloni, R. Drusi, Firenze, Leo S. Olschki2002, pp. 72-92.
2 La datazione dell’acquedotto romano e` ancora controversa,anche se prevale l’ipotesidiuna
committenza dell’imperatore Adriano (117-138 d.C.). Siricordano quialcunicontributiessenziali: F. CHIOSTRI,L’acqued otto romano d i Firenze,Firenze,EdizioniCLUSF 1973;E. MENSI,La Fortezza
d i Firenze e il suo territorio in epoca romana,Firenze,Leo S. Olschki1991,pp. 46-50;G. CAPECCHI,
Florentia e le sue acque. Fonti, acqued otto e terme nella citta` antica,«Vivens Homo»,XXIII,2012,1, pp. 125-146. Per l’acquedotto mediceo:D. LAMBERINI,Boboli e l’ingegneria id raulica alla scuola d ei
Parigi, in Boboli 9 0 , attidelconvegno, Firenze 9-11 marzo 1989, a cura diC. AcidiniLuchinat, E. Garbero Zorzi, Firenze, Edifir 1991, II, pp. 467-479; A. RINALDI, Giard ini e metamorfosi urbana a
Firenze tra Med ioevo e Rinascimento,in Giard ini&Giard ini. Il verd e storico nel centro d i Firenze,a cura diD. Cinti,Milano,Electa 1997,pp. 15-30;E. FERRETTI,Dalle sorgenti alle fontane. Cosimo I e
l’ac-qued otto d i Firenze,in L’acqua, la pietra, il fuoco. Bartolomeo Ammannati scultore,catalogo della mo-stra, Firenze 12 maggio-18 settembre 2011, a cura diB. PaolozziStrozzi, D. Zikos, Firenze, Giunti 2011, pp. 262-275;Le acque d el giard ino d i Boboli, a cura diD. Lamberini, M. Tamantin,Livorno, Sillabe 2013.
3 G. FANTONI,L’acqua a Milano. Uso e gestione nel basso Med ioevo (1 3 8 5 -1 5 3 5
),Bologna,Cap-pelliEditore 1990,pp. 100-101;I pozzi d i Venezia,Venezia,Ferrari1910;M. COSTANTINI,L’acqua d i
Venezia. L’approvvigionamento id rico d ella Serenissima, Venezia, Arsenale Editrice 1984; E. C ROU-ZET-PAVAN, La maturazione d ello spazio urbano, in Storia d i Venezia. Dalle origini alla cad uta d ella
fruito di numerosi pozzi.
4L’
in-frastruttura dieta` romana, in
di-suso dal V secolo d.C., e` ben
presente nella memoria della
cit-ta` per l’
esistenza di alcuni resti
dentro e fuori la compagine
ur-bana, e lascia tracce significative
anche nella toponomastica viaria,
fino
aigiorninostri:sicompone-va di una parte interrata fino a
Castello e affiorante fino alla
zo-na detta delle Panche,per
proce-dere poisu archifino alle mura.
5Prima dell’
assedio del 1529 e
della costruzione della Fortezza
da Basso per volonta` del duca
Alessandro de Medici
(1534-1537), erano infatti visibili
nu-merose arcate dell’
acquedotto
romano.
6Questa struttura
costi-tuisce, insieme al teatro, al campidoglio, al tempio diMarte, il corpus delle
testimonianze dell’
antica Florentia celebrato nei testi letterari (panegirici e
cronache cittadine) fra Medioevo e Rinascimento,
7e trova una significativa
restituzione visiva nel salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, essendo
Serenissima,V,Il Rinascimento. Societa` ed economia,Roma,Istituto dell’Enciclopedia Italiana 1998, pp. 31-32.
4 Siveda,ad esempio,ilrisalto che danno ai‘pozzid’acqua viva’diFirenze,vero e proprio
van-to per la citta`,auvan-toricome Goro Dati(Svan-toria d i Firenze d i Goro Dati Dall’Anno 1 3 8 0 all’Anno 1 4 0 5 , Firenze,Stamperia Giuseppe Manni1735,p. 107),Benedetto Dei(La Cronica d all’anno 1 4 0 0 all’an-no 1 5 0 0 ,a cura diR. Barducci,prefazione diA. Molho,Firenze,Francesco Papafava Editore 1985,c. 29r e c. 33r) e Benedetto Varchi(Storie fiorentine,a cura diL. Arbib,Firenze,Societa` editrice delle storie delNardie delVarchi1844, II, pp. 82, 144). Sul‘sistema-acqua’a Firenze prima e dopo il principato diCosimo I e` in corso una ricerca da parte dichiscrive nell’ambito diuna Fellowship (2012-2013) presso Villa I Tatti- The Harvard University Center for the Italian Renaissance Studies.
5 G. CAPECCHI, Florentia cit., pp. 131-132. 6 E. MENSI, La Fortezza cit., p. 47.
7 S.U. BALDASSARRI,A Tale of Two Cities: accounts of the Origins of Fiesole and Florence from
the Anonymous Chronica to Leonard o Bruni,«StudiRinascimentali»,V,2007,pp. 29-56;ID.,Le citta`
possibili: arte e filologia nel d ibattito sull’origine d i Firenze d a Giovanni Villani a Leonard o Bruni, «Letteratura e arte», 9, 2011, pp. 23-41;in questirecenticontributisono opportunamente eviden-ziate le specificita` diuna stratificata storiografia su questo tema,con estesirimandibibliograficia cui sirinvia.
Fig. 1. Pietro Paolo Galeotti, Med aglia d i Cosi-mo I – verso: Impresa d ella fontana d i Piazza e d el-l’acqued otto med iceo,bronzo,1567,diametro 4,18 cm, Firenze, Museo Nazionale delBargello.
l’
unico fra questimonumenta antiquitatis visibile fuoriterra, se pur nelsuo
stato dirudere, e riconoscibile dunque nella sua evidenza fisica.
Vasari e Stradano, sulla base del programma iconografico elaborato da
Vincenzio Borghini(1515-1580)
8– monaco benedettino dalpoliedrico
profi-lo dierudito, letterato e uomo difiducia diCosimo I tanto da essere nominato
spedalingo degliInnocenti– rappresentano nelsalone deiCinquecento, alla
si-nistra dell’
Apoteosi d i Cosimo I, la Fond azione d i Firenze d a parte d i Ottaviano,
Marcantonio e Lepid o (1564-1565) con una definizione dello spazio urbano
se-gnata dalla presenza della grande conserva d’
acque (castellum) e delle arcate
dell’
acquedotto (Fig. 2): l’
assetto dell’
antico insediamento viene ricostruito
da Borghinisulla base dipiu`elementi, in primis le fontiletterarie sull’
origine
della citta`che sierano stratificate neisecoliprecedenti.
9Con questo dipinto,
8 E. PILLSBURY, The Sala Grand e Drawings by Vasari and his Workshop: some d ocuments and
new attributions, «Master Drawings», 14, 1976, pp. 127-146;E. ALLEGRI– A. CECCHI, Palazzo
Vec-chio e i Med ici, Firenze, S.P.E.S 1980, pp. 235-254;H. TH. VANVEEN, Art and propagand a in late
Renaissance and baroque Florence: the d efeat of Rad agasius, King of the Goths, «Journalof the War-burg and Courtauld Institutes», XLVII, 1984, pp. 106-118;C. CONFORTI, Vasari architetto, Milano,
Electa 1993, pp. 151-152;E. CARRARA, Il ciclo pittorico vasariano nel Salone d ei Cinquecento e il
car-teggio Mei-Borghini, in Testi, immagini e filologia nel XVI secolo, a cura diE. Carrara, S. Ginzburg, Pisa, Edizionidella Scuola Normale 2007, pp. 318-396.
9 N. RUBINSTEIN, Vasari’s painting of ‘‘The found ation of Florence’’ in the Palazzo Vecchio, in
Es-says presented to Rud olf Wittkower on his Sixtyfifth Birthd ay, I, EsEs-says in the History of Architec-ture, London, Phaidon Press 1967, pp. 64-74;R.J. WILLIAMS, Istoria and the Representation of History:
Fig. 2. Giorgio Vasari– GiovanniStradano, La fond azione d i Florentia, 1564-1565, Firenze, Palazzo Vecchio, salone deiCinquecento, soffitto.
come e` noto,Vincenzio rilancia una fortunatissima tradizione medievale e
rina-scimentale che neivent’
anniprecedenti,per motividipolitica culturale
(corol-lario diuna piu` vasta azione segnata dalla rivendicazione
diautonomia,iden-tita` e prestigio delduca sullo scenario italiano ed europeo),
10era stata in parte
accantonata a favore delmito della fondazione da parte diErcole Libio,
di-scendente diNoe`-Giano e padre della civilta` etrusca, ma anche della lingua
toscana.
11Sisuperavano in questo modo definitivamente le fantasiose
elabo-razionieziologiche degliAramei– cosı
` sichiamavano isostenitoridiquesta
teoria,da cuilo stesso Cosimo Bartoli(1503-1572) non aveva preso le distanze
in modo aperto
12– per recuperare con forza l’
origine romana diFirenze:tale
argomento era divenuto sempre piu` importante anche alla luce delcosiddetto
‘
dibattito sulla precedenza’con Ferrara,
13ma soprattutto in connessione con
le nozze (1565) tra Francesco I e Giovanna d’
Austria, figlia diFerdinando I
d’
Asburgo, la cui mano era stata chiesta ufficialmente gia` nell’
ottobre del
1563. Borghini,in particolare,nella definizione deltema iconografico
sirial-lacciava alla versione del mito fondativo figlia delle ricerche di Poliziano,
14cioe` la stessa veicolata per immaginiin una dimensione sovraregionale nelle
feste per la cittadinanza romana diGiuliano de Medicie delnipote Lorenzo
sul Campidoglio a Roma nel 1513.
15A tal proposito, sisegnala la presenza
nelle carte borghiniane diun preciso riferimento alle feste romane diquell’
an-no, che l’
erudito studia attraverso una coeva descrizione dell’
evento.
16The Sala Grand e in the Palazzo Vecchio and the Preced ence Controversy between Florence and Ferrara, in Vasari’s Florence. Artists and Literati at the Med icean Court,edited by P. Jacks,Ann Arbor,Uni-versity of Michigan 1998, pp. 163-181.
10 G. SPINI, Cosimo I e l’ind ipend enza d el principato med iceo, Firenze, Vallecchi1945. 11 A. D’ALESSANDRO, Vincenzo Borghini e gli ‘‘Aramei’’: mito e storia d el Principato med iceo,in
Firenze e la Toscana d ei Med ici nell’Europa d el ‘5 0 0 , Firenze, Leo S. Olschki1983, I, pp. 133-156.
12 J. BRYCE,Cosimo Bartoli (1 5 0 3 -1 5 7 2 ). The Career of a Florentine Polymath,Gene`ve,Librairie
Droz 1983, pp. 218-219.
13 R.J. WILLIAMS, Istoria and the Representation of History cit.
14 Ne parla espressamente BorghinineiDiscorsi, ed. consultata Discorsi d i Monsignor D.
Vin-cenzo Borghini con annotazioni, Firenze, appresso Pietro Gaetano Viviani all’Insegna di Giano 1755, I, pp. 10-11. Cfr. anche N. RUBINSTEIN, Vasari’s painting cit. Un’edizione commentata della
lettera diPoliziano a Piero de Medici(che segna una svolta decisiva nella questione dell’origine di Firenze),tradotta in inglese,sitrova in Images of Quattrocento Florence: selected Writings in Litera-ture, History and Art, edited by S.U. Baldassarri, A. Saiber, New Haven-London, Yale University Press 2000, pp. 33-35.
15 F. CRUCIANI, Il teatro d el Campid oglio e le feste romane d el 1 5 1 3 , Milano, IlPolifilo 1968. 16 Biblioteca Apostolica Vaticana,Chigiano,L V,178,c. 16 (per questo ms. diBorghinicfr. qui
nota 30):«NelTeatro Romano fatto l’anno 1513 in Campidoglio da S.P.R. in honore diGiuliano de Medicicomposto per Aurelio Sereno Monopolitano ‘‘Est a Romanis Florentia ducata colonis tresque virisceptro Romae tunc iura tenebant quorum dux primus Marcus se Antonius offert Aemilius
Le-Negliapparatidel1565 per l’
ingresso diGiovanna d’
Austria,un ‘
pannel-lo’fra quelliche arricchivano la ‘
macchina’diPorta Prato era stato dedicato
alla fondazione romana diFirenze, tuttavia in quelcaso non siera scelto di
affidare alla memoria visiva degliantichimonumentiun ruolo cosı
` importante
come nel dipinto del salone,
17dove l’
acquedotto romano, insieme agli altri
edificidella citta` antica, diviene un tassello fondamentale nell’
enfatizzazione
delmito che lega Firenze a Roma ab origine.
18Delresto,ricordare la citta
anti-ca attraverso isuoimonumentipiu` prestigiosiera una opzione che
sottolinea-va la continuita` con uno deinucleidistintividella mitografia
cittadina,traman-data nelle fonti letterarie fiorentine dal duecentesco De Origine Civitatis
Florentiae fino a Francesco Guicciardini(1483-1540) e oltre.
19Pare opportuno ricordare, inoltre, che l’
acquedotto mediceo era
intera-mente sotterraneo,ma viene rappresentato nella serie delle gia` ricordate
me-daglie commemorative diedilizia pubblica (realizzate su progetto
diBorghi-ni)
20(Fig. 1) come un acquedotto all’
antica, ovvero una struttura su arcate:
pidus,Caesarque Augustus et ille qua signat faedus faedata hinc F.L. (...[parola illeggibile]) videtur. // Ut cum Tyrrenis socientur pace Quirites//Vestales portant ad Tuscos sacra puella //Latiilliacci-piunt et custodita reponunt //Questa era pittura fatta negliarchie ornamenti.» Borghinilavoro` sulla relazione delle celebrazioniredatta in latino da un testimone oculare,Aurelio Sereno diMonopoli,la cuidescrizione deglieventie` stata pubblicata integralmente e tradotta in F. CRUCIANI,Il teatro cit.,
pp. 95-123. Ivi,p. 115:«[...] e` poirappresentata Firenze fondata daicoloniromani;in queltempo governavano Roma itriumveri,dicuiprimo sipresenta ilduce Marco Antonio,poiEmilio Lepido e ilfamoso Cesare Augusto». Piu` ‘figurata’e` la narrazione deldipinto da parte diPaolo Palliolo,in F. CRUCIANI,Il teatro cit.,p. 29:«NelIII e` ritratta Fiorenza,et gran numero de muratoricon
suoiin-strumentise affaticano in rinovarla et augumentarla et gliarchitettisiadoperano in fare variidissegni. Antonio,Lepido. Et Ottaviano con isuoimilitiintorno,sedono sopra certigradi,tuttie tre alpare, con tale titolo appresso ‘‘M. Antonius,M. Aimilius Lepidus, G. Caesar Octavianus, III ViriR.P.S. QuestiTrionverihavendo constituita Fiorenza colonia de Romani,assegnano a’nuovicolonile sue portionidelterreno e pongono ordine a quanto fa bisogno,come dimostrano le littere iviannotate,di questa contnentiaFLORENTIA COLONIA POPULI ROMANI A III VIRIS DEDUCTA».
17 R.J. WILLIAMS, Vincenzo Borghini and Vasari’s ‘‘Lives’’, Ph.D. Thesis (Princeton University
1988), Ann Arbor, University of Michigan 1993, p. 72.
18 C. LAZZARO, The Italian Renaissance Gard en, New Haven-London, Yale University Press
1990,pp. 168-169;G. CAPECCHI,Le Urbis Romae... Reliquiae d i Dosio e Cavalieri (1 5 6 9 ). La d ed ica
a Cosimo, un arco all’antica e l’immaginario trionfale med iceo,«StudidiStoria dell’Arte»,11,2000, pp. 97-136:100;E. FERRETTI, Dalle sorgenti alle fontane cit.
19 A.M. CABRINI, Un’id ea d i Firenze: d a Villani a Guicciard ini, Roma, Bulzoni2001.
20 Cfr. quinota 1. Siricorda che queste imprese trovavano una declinazione,in parte diversa,
negliovalidipintinelcortile diPalazzo Vecchio in vista delmatrimonio fra Francesco I e Giovanna d’Austria (1565) e negliallestimentiper ilfunerale diCosimo I in San Lorenzo (1574). In particolare e` da rilevare che in occasione delfunerale,ilmotto relativo all’impresa dell’acquedotto e della fon-tana diPiazza viene modificato da «Obtabilior quo melior» a «SalutiCivium»:H. TH. VANVEEN,
Cosimo I and his Self-representation in Florentine Art and Culture,New York,Cambridge University Press 2006,p. 107. La fonte,non citata dall’autore,e` :Descrizione d ella pompa funerale nelle esequie d i Cosimo d e’ Med ici,Firenze,Giunti1574 (c.n.n.,ma 17v):«Sicome nell’altra ove era dipinto oltre ad alcuniacquidottila bellissima fontana diPiazza per sua opera fabbricata,sidenotavano le tante
veniva cosı
` riproposta tautologicamente la translatio concettuale che Poliziano
neifamosiversideglianniottanta delQuattrocento aveva compiuto
celebran-do il costruencelebran-do acquecelebran-dotto laurenziano della villa di Poggio a Caiano alla
stregua diun artefatto su archi.
21Ilricordo dell’
antico acquedotto sisovrappone dunque alla celebrazione
della nuova infrastruttura diCosimo I e sievidenzia l’
esistenza diun filo rosso
che dalXIII secolo giunge fino alCinquecento,consapevolmente recuperato
da Cosimo I – nuovo ‘
Augusto’
22– e da Vincenzio Borghini,in una
dimen-sione encomiastica e precipuamente antiquaria,con una raffinata opera
diri-significazione delmito, gia` oggetto divariazionie reinterpretazioniin chiave
politica nelcorso deisecolidalpunto divista dell’
individuazione
deipromo-tori della fondazione della colonia: su tale argomento si erano proiettate le
istanze politico-culturalidella contemporaneita`.
23E` noto che la messa a punto diun tale tema iconografico e` frutto diuna
complessa indagine diBorghini,a sua volta parte diuna lunghissima stagione
distudiche segna la sua biografia fin dalla gioventu`.
24Ilsuo approccio
me-todologico si basa su ricerche di prima mano (archivistiche, epigrafiche
ecc.),ma soprattutto siattua rileggendo iclassicie attingendo
agliautorifio-rentinideisecoliprecedenti. Su questo filone, che precede e accompagna la
definizione deicontenutidelle scene per ilsoffitto delsalone deiCinquecento,
s’
innestano le articolate riflessionimaturate in seguito alle polemiche con
Gi-fontane et itantiacquedottifattinon pure a Fiorenza et luoghiconvicini,ma ove sono piu` necessari, a Pisa et Livorno con opera grandissima et meravigliosa, il che denotava il motto dicendo SALUTI
CIVIUM.» Non e` possibile quientrare nelmerito delcambiamento delmotto, e sirimanda ad altra
sede la discussione su questo aspetto digrande rilievo. Siveda anche K. FORSTER,Metaphors of Rule:
Political id eology and History in the Portraits of Cosimo I d e’ Med ici,«Mitteilungen des Kunsthisto-rischen Institutes in Florenz», XV, 1, 1971, pp. 65-104:70.
21 L. CESARINI MARTINELLI, In margine al commento d i Angelo Poliziano alle Selve d i Stazio,
«Interpres»,I,1978,pp. 96-145:130-131;R. BESSI,La suggestione d el mond o classico,in La Toscana
al tempo d i Lorenzo il Magnifico,attidelconvegno,Firenze-Pisa-Siena 5-8 novembre 1992,Ospeda-letto (Pi),PaciniEditori1996,II,pp. 375-383:378-379;ANGELOPOLIZIANO,Silvae,a cura diF.
Bau-si, Firenze, Leo S. Olschki1996, pp. 156-158, con note altesto.
22 J. COX-REARICK,Dynasty and d estiny in Med ici art: Pontormo, Leo X, and the two Cosimos,
Princeton, Princeton University Press 1984, pp. 270-272;H. TH. VANVEEN, Cosimo I cit.
23 N. RUBINSTEIN,The Beginnings of Political Thought in Florence. A Stud y in Med iaeval
Histo-riography,«Journalof the Warburg and Courtauld Institutes»,V,1942,pp. 198-227;S.U. B ALDAS-SARRI, A tale of two cities cit.
24 G. BERTOLI,Conti e corrispond enza d i d on Vincenzio Borghini con i Giunti stampatori e librai
d i Firenze,«StudisulBoccaccio»,21,1993,pp. 279-358;E. CARRARA,‘‘Et portai nel fagotto
gl’infra-scritti libri...’’. Libri e lettura d i Vincenzo Borghini,«Vivens Homo»,VII,1,1996,pp. 153-179;EAD.,
Il d iscepolato d i Vincenzo Borghini presso Pietro Vettori,«Annalidella Scuola Normale Superiore di Pisa - Classe diLettere e Filosofia»,IV,2,1999,pp. 519-537;EAD.,Gli stud i antiquari d el Borghini:
rolamo Mei(1519-1594),brillante allievo diPier Vettori,
25incentrate proprio
sulla fondazione diFirenze. La messe diappunti,citazioni,osservazioni,
tra-scrizionididocumentisono confluite in parte neiDiscorsi, opera pubblicata
postuma, che ospita un capitolo intitolato Dell’origine d i Firenze, argomento
portante diuno deidue grandiprogettimaiconclusidell’
erudito fiorentino,
ovvero ilTrattato d ella lingua e la storia diFirenze.
26Queste carte,sparse
nel-le biblioteche italiane e non solo,sioffrono come un’
interessantissima finestra
sulpluriennale lavoro diricerca diBorghini,
27attraversato anche da un
con-fronto continuo fra le fontiletterarie e le testimonianze architettoniche (sopra
e sotto la superficie della citta`) come ben esemplificato dalbrano estratto da
un lungo ragionamento
28che contiene osservazioni rielaborate nei Discorsi,
ma con elementi di rilievo nel contesto che stiamo tratteggiando. Lo scavo
per l’
alloggiamento dei condotti dell’
acquedotto mediceo per alimentare la
fontana diPiazza, infatti, porta alla luce parte dell’
anfiteatro romano, gia`
ri-cordato nelle fontimedievalie rinascimentali:«Videgliallora – scrive Borghini
– la citta` tutta con grandissimo piacere, sgannandosi alcuni, che aveano in
questa parte gliscrittidiVillaniper novelle,e l’
antica fama per nulla».
29Vil-lanidunque e` una fonte privilegiata per Vincenzio;sitratta diun autore che
Borghiniha avuto modo distudiare con attenzione – alparidiSanzanome,
Malispini,Brunie Poliziano
30– e sulquale ha elaborato riflessionie
conside-25 D. RESTANI,L’itinerario d i Girolamo Mei. Dalla ‘‘Poetica’’ alla musica,Firenze,Leo S. Olschki
1990,pp. 44-46;A.E. MOYER, Historians and Antiquarians in Sixteenth-Century Florence,«Journalof
the History of Ideas»,LXIV,2,2003,pp. 177-193;E. CARRARA,Tra fonti e immagini. La polemica sul
Battistero fiorentino negli scritti d i d on Vincenzo Borghini,in Storia per parole e per immagini,a cura diU. Rozzo,M. Gabriele,Udine,Forum 2006,pp. 193-205;E. CARRARA,Il ciclo pittorico vasariano
cit.
26 G. FOLENA,Borghini, Vincenzo Maria,in DBI,12,1970,pp. 680-689:683-684;E. CARRARA,
‘‘Et portai nel fagotto cit.,p. 157;R. DRUSI,Ancora su Borghini e i testi volgari antichi,in Testi,
im-magini cit., pp. 422-453:431-434.
27 Una ricchissima e fondamentale rassegna diquestigiacimentidocumentarie` offerta
nelvo-lume Vincenzio Borghini. Filologia e invenzione cit.
28 Kunsthistorisches Institut in Florenz,Ms K 783(14),c.15,trascritto in appendice. Per questo
manoscritto,siveda:P. BAROCCHI,Una ‘selva d i notizie’ d i Vincenzo Borghini,in Un augurio a
Raf-faele Mattioli,Firenze,Sansoni1970,pp. 87-172:89,nota 2 e J.R. WOODHOUSE,Vincenzio Borghini’s
View of Charlemagne’s Empire: a Stud y with unpublished Texts,«Viator»,XIX,1988,pp. 355-376: 360, nota 21. Ilcorrispondente brano neiDiscorsi, sitrova in Discorsi cit., I, pp. 173-174.
29 Ivi, p. 174.
30 E. CARRARA,Gli stud i antiquari cit.;R. DRUSI,Ancora su Borghini cit. Sivedano anche,per
esempio,gliappuntidiBorghinidove sono annotatiitestiche deve consultare per rispondere a Gi-rolamo Mei,contenutinelcodice segnato Biblioteca Apostolica Vaticana,Chigiano,L V,178,c. 6r: «Ugolino Verino compose intorno all’anno 1508 un l.o in versiexametridelle laudidiFirenze et del-l’origine et progressiet huominiillustrie famiglie // Lion Aretino neldarliprincipio da SoldatiSillani // Deltempio diMarte // Delliacquedotti// DelTeatro [...]». Ivi, c. 18v:«Procopio (Barrato) // L. Florio (Barrato) // Annio // F. Leandro // Paulo Diacono // Orosio // Chiscrisse ifattidiCarlo
razionipersonali,dicuidanno conto le postille con le annotazionidello
spe-dalingo su tre codicidella Nuova Cronica che sisono conservati.
31Dipartico-lare interesse sono gliappuntidiBorghinia Villani,proprio nelle partidove il
cronista parla deirestidell’
antico acquedotto diFirenze:«Ma quale e` piu`
bel-la [fra le notizie non corrette] diquelle ove siparbel-la degliaqquidottia *** [sic]
che dice Capaccio essere alCanto alle Macine,scambiando da Campaccio,che
cosı
` sichiama una via che v’
e` [nell’
area diSan Marco];quando e’sivede che
egliha essere,come eglie`,da S. Trinita? Et degliaqquidoccise ne vede
an-chora a S. Giovanni tra l’arcora, che dagliarchidegliaqquidocciha ilnome,
dettiallora arcora come luogora, borgora [...]».
32Fra le vestigia della vetusta Florentia,Villanie glialtriautorisopraccitati
riconoscono all’
acquedotto e alle strutture a esso
connesse,qualicondotti,ci-sterne e terme,un ruolo primario nell’
immagine della citta` antica. Nelpasso,
ben noto,diGiovanniVillanile considerazionisull’
acquedotto romano
siap-puntano sulla morfologia dell’
infrastruttura idrica,
33per aprirsipoia una
ri-flessione sulle motivazionialla base della costruzione diquesto tipo diopere
da parte deiRomani:«E nota che gliantichiper sanitade usavano dibere
ac-que difontane menate per condotti, perche´ erano piu` sottilie piu` sane che
quelle de’pozzi, pero` che pochi, o quasi pochissimi, beveano vino, ma i
piu` acqua dicondotto,ma non dipozzo»
34(Fig. 3). L’
assetto dell’
acquedotto
descritto da Villanicon il castellum punto diarrivo dell’
acqua trova un’
eco
precisa, come sie` detto, nella rappresentazione vasariana.
Iltesto diVillani,insieme alle opere diSanzanome e Malispini,e` debitore,
in molte parti,diun testo piu` antico diautore anonimo:la Chronica d e Origine
Magno // Politiano (Barrato) // Antiche iscrizioni// A messer Guido Antonio A. se fra le iscrizioni delDuomo // Translatione diSan Zanobiecc. // A rettore diSan Apotolo messer Marco delprivi-legio diCarlo Magno // Plinio (barrato) // NostriHistoriciGiovanniVillanie Ricordano [Malispini] // Giambullarie Gello // Agatio [...]». Per ilcodice,digrande rilievo nella produzione borghiniana, siveda:E. CARRARA, scheda 2.2, in Vincenzo Borghini cit., pp. 16-20.
31 Annotazioni sopra Giovanni Villani,edizione critica a cura diR. Drusi,Firenze,Accademia
della Crusca 2001.
32 Ivi, p. 563.
33 «Macrino fece fare il condotto dell’acqua in docce e in arcora, faccendola venire lungila
citta` per VII miglia accio` che lla avesse abondanza dibuona acqua da bere,e per lavare la cittade; e questo condotto simosse infino dalfiume detto la Marina a pie` diMonte Morello,ricogliendo in se tutte le fontane sopra Sesto,va termine,capud aque,ma poiin nostro volgare sichiamo` Capaccia, e ancora oggiin Terma sivede dell’anticaglia»:Nuova Cronica d i Giovanni Villani,edizione critica a cura diG. Porta,Fondazione Pietro Bembo,Parma,Ugo Guanda Editore 1991,I,p. 69;cfr. anche G. CAPECCHI,Florentia cit.,p. 131;cfr. anche R. LUISI,Le armi, i luoghi e i monumenti nelle
imma-gini d el cod ice Chigiano,in Il Villani illustrato. Firenze e l’Italia med ievale nelle 2 5 3 immaimma-gini d el ms. Chigiano L VIII 2 9 6 d ella Biblioteca Vaticana, a cura di C. Frugoni, Firenze, Le Lettere 2005, pp. 23-52.
Civitatis Florentiae, ovvero la
pri-ma opera diquesto tipo che
illu-stra le fasi aurorali dell’
insedia-mento e che lega l’
origine della
citta` aiRomani.
35Composta all’
i-nizio del XIII secolo, riferisce
espressamente di un gruppo di
strutture costruite a servizio della
citta`: le mura con i fossati, il
campidoglio, l’
anfiteatro, il
tea-tro, le strade selciate, l’
acquedot-to e le terme. La acquedot-toponomastica
cittadina e irestidiquestiedifici,
che all’
epoca dell’
Anonimo
ave-vano ancora una certa
consisten-za, suscitavano domande
sulpas-sato di Firenze e rimandavano,
con la loro presenza, a una ideale
magnificenza. In particolare nel
De Origine Civitatis per quanto
riguarda l’
acquedotto si legge:
«[...] statuerunt quod [...] alius
autem deberet fieri facere
doc-ceas, unde duceretur aqua a
lon-ge per VII miliaria ut lavaretur
civitas per unamquamque diem
solemnem».
36L’
Anonimo narra inoltre della distruzione diFirenze da parte
diTotila. In questa parte delracconto, l’
autore riferisce che le acque dell’
Ar-no, che arrivavano sotto ilCapitolium per mezzo diun condotto artificiale,
erano tinte dirosso dalsangue deinobilifiorentinidecapitatidagliinvasori
barbari. E` probabile che l’
Anonimo abbia potuto osservare alcune delle
strut-ture sotterranee dell’
antico sistema fognario, ma e` anche possibile che
nelpas-so sifaccia riferimento alla fonte nelpas-sotterranea (in realta` un vero e proprio
poz-35 Chronica d e Origine Civitatis Florentiae, a cura diR. Chellini, Roma, Istituto Storico per il
Medioevo 2009, la piu` recente fra le edizionidiquesto importantissimo testo.
36 Nella mia traduzione: «Stabilirono che [...] un altro [fra inobiliromani] facesse realizzare
delle condotte tramite le qualil’acqua fosse portata da lontano, attraverso un percorso disette miglia, affinche´ la citta` fosse bagnata dall’acqua in ognisolennita` », De Origine Civitatis, pp. 40-41.
Fig. 3. L’acquedotto diFlorentia, Miniatore fio-rentino della prima meta` delXIV sec., in G. V IL-LANI, Nuova Cronica. Citta` delVaticano,
Biblio-teca Apostolica Vaticana, ms. Chig. LVIII 296, c. 36r.
zo) parte dell’
antico foro diFlorentia,rinvenuta nel1893,insieme a un
basso-rilievo con una figura che allude all’
Arno.
37In generale,e in estrema sintesi,vale la pena ribadire che nelvasto corpus
dicronache, panegirici, historiae, le testimonianze architettoniche della citta`
romana rappresentano uno snodo significativo, con valenze diverse nel
pas-saggio dal Medioevo al Rinascimento: in particolare con Leonardo Bruni,
Poggio Bracciolinie Bartolomeo Scala le vestigia dell’
antico insediamento
per-dono l’
aura deimirabilia medievali
38per assurgere a d ocumenti diuna scienza
antiquaria in via didefinizione.
39Nell’
opera di Coluccio Salutati (1331-1406) Invectiva in Antonium
Lu-schum (1403) – testo nato per rispondere in maniera puntuale alla superiorita`
diMilano su Firenze,propugnata da Antonio Loschi– viene elaborata per la
prima volta la proposta didatare l’
origine diFirenze all’
epoca sillana
ribaden-do,in una ottica diversa dalpassato,ilconcetto diFirenze parva Roma.
40Do-po aver enumerato irestidegliantichiedificie citato iltoDo-ponimo «Capaccio»
– dicuinon spiega ilsignificato ma che probabilmente introduce come
richia-mo esplicito a uno deisegnidella topografia della Roma antica
41–,chiude il
paragrafo chiedendosichipotrebbe mettere in dubbio l’
origine romana
diFi-renze, «cum omnia Romane sint res»?
42In particolare, parlando dell’
acque-dotto, Salutati in modo originale sottolinea la funzione pubblica dell’
infra-struttura idrica realizzata dai Romani: «Restant adhuc, aquaeductusque
vestigia, more parentum nostrum, qui talis fabricae machinamentis dulces
aquas ad usum omnium ducebant»,
43in una precipua dimensione dell’
acqua
37 G. CAPECCHI,Il culto d elle acque. L’esempio d ella fonte sotterranea e il basso rilievo d ell’Arno,
in Atlante archeologico d i Firenze. Ind agine storico-archeologica d alla Preistoria all’Alto Med ioevo, a cura diM. Pagni,Firenze,Polistampa 2010,pp. 191-194,note pp. 196-200 (dove sono ripresialtri studieditiin precedenza dalla stessa autrice sull’argomento);R. CHELLINI,Commento,in De Origine
Civitatis cit.,pp. 89-90. Chellinirintraccia meritoriamente nuovidocumentiche attestano l’emergere dilacertidelle varie strutture antiche nella citta` dell’XI e delXIII secolo:siveda in particolare ivi, pp. 75-81.
38 C. FRUGONI,L’antichita`: d ai Mirabilia alla propagand a politica,in Memoria d ell’antico
nell’ar-te italiana, I, L’uso d ei classici, a cura diS. Settis, Torino, Einaudi1984, pp. 5-72:19.
39 N. RUBINSTEIN,Bartolomeo Scala’s Historia florentinorum,in Stud i d i bibliografia e storia in
onore d i Tammaro De Marinis,a cura diG. Mardersteig,Verona,Valdonega 1963,IV,pp. 49-59:54.
40 C. FRUGONI, L’antichita` cit., p. 19.
41 Nella Descriptio Urbis Romae,infatti,fra iluoghie gliedificiidentificaticon ilsistema delle
coordinate polari,e` ricordato iltoponimo capaque,forse ilcastellum dell’Acqua Giulia:L.B. ALBERTI,
Descriptio Urbis Roma,in Cod ice Topografico cit.,IV,p. 220. Per questa opera,F.P. DITEODORO,La
Descriptio Urbis Romae, in La Roma d i Leon Battista Alberti, catalogo della mostra, Roma 24 giu-gno16 ottobre 2005, a cura diF.P. Fiore, Milano, Skira 2005, pp. 176-181.
42 C. FRUGONI, L’antichita` cit., p. 19.
sentien-come bene pubblico, principio figlio a sua volta della tradizione comunale,
che verra` ribaltata,in varie partidella penisola,nelsecolo successivo a favore
diun’
idea dell’
accesso alla risorsa idrica come segno della liberalita`
delprin-cipe.
44Il concetto dell’
acquedotto dell’
antica Florentia come struttura costruita
more romano acquista ancora piu` enfasi nelle partole di Leonardo Bruni
(1370-1444), impegnato a tratteggiare un palinesto urbano la cuila
magnifi-cenza doveva essere tale da non sfigurare rispetto alle eccelse qualita` della
cit-ta` rinascimentale,
45glorificata in precedenza nella Laud atio Florentinae
Ur-bis:
46«Productis ad septimum usque miliarium arcubus, fontes accepti in
urbem ducebantur quiut Romae opportuni, ubiomnis aqua gypso corrupta
solo profetur, sic Florentiae superflui, ubi purissimi latices tuta urbe
scatu-riunt».
47A Firenze,quindi,afferma Bruni,sifece l’
acquedotto non perche´
fos-se necessario dare acqua alla citta`,gia` diper fos-se´ ricca dipozzi,ma
specificata-mente per imitare Roma e la grandiosita` deisuoiacquedotti:queste strutture,
infatti, secondo Frontino (30-104 d.C.), autore delDe Aquaed uctu Urbis
Ro-mae,rappresentavano ilpiu` acclarato vanto della cultura edificatoria romana.
Contemporaneo diBrunie` Goro Dati(1362-1435) che scrive sulprincipio
del Quattrocento una Storia d i Firenze. Anche per DatiFirenze e` fondata a
immagine diRoma, ma circa l’
acquedotto introduce una notazione deltutto
personale,che risponde probabilmente alla necessita` dienfatizzare uno
deica-ratteridistintividella Firenze contemporanea,cioe` la presenza deipozzi:«Dal
monte, che e` difuoricinque miglia, veniva per condottifattisopra a pilastri
con archil’
acqua che forniva tutta la citta`,e ancora se ne trova origine fuori
della Porta a Faenza;dipoisisono trovate le vene dell’
acqua viva e ognicasa
altempo d’
oggiha suo pozzo con acqua viva».
48Alla nostalgia dell’
infrastrut-tem,Firenze,Tip. Magherianis 1826,p. 26. Siveda ora l’edizione curata da Stefano Baldassarri,che ha realizzato anche un’utilissima traduzione daltesto latino,La vipera e il giglio. Lo scontro tra Milano e Firenze nelle invettive d i Antonio Loschi e Coluccio Salutati, Roma, Aracne 2012, in particolare p. 161 (testo latino) e p. 249 (traduzione).
44 D. BALESTRACCI, La politica d elle acque urbane nell’Italia comunale, «Me´langes de l’E´cole
Franc¸aise de Rome, Moyen Age-Temps modernes», CIV, 2, 1992, pp. 431-479:478.
45 S.U. BALDASSARRI,Le citta` possibili cit.,p. 38,dove sirichiama ilpasso:«Et extant sane
ho-dieque permanent vetustorum reliquiae operorum velin hac nostritemporis magnificentia civitatis adimirandae»:L. BRUNI,Historiae florentini populi,edited by J. Hankins,Cambridge Mass.,Harvard
University Press 2001, p. 10.
46 Su quest’opera e sull’esaltazione che Brunifa diFirenze,siveda almeno cfr. P. VITI
,Leonar-d o Bruni e Firenze, Roma, Bulzoni1992, in particolare pp. 3-9.
47 L. BRUNI, Historiae cit., p. 12.
48 G. DATI,Storia cit.,p. 107. Per icaratteridell’opera diDatinelcontesto storiografico coevo,
cfr. A.P. MCCORMICK,Goro Dati and the Roman Origins of Florence,«Bibliothe` que d’Humanisme et
tura romana, siunisce quil’
orgoglio municipale per la presenza ubiquitaria
dei pozzi nel contesto urbano, concetto che sara` ribadito in altre fonti, e
con particolare rilievo da Benedetto Varchi nel secolo successivo.
49Firenze
infattiha fatto sempre dei‘
pozzidiacqua viva’un proprio vanto,non avendo
fontane da celebrare come la rivale Siena, dove le acque e le fontane erano
sentite come componentiprimarie e caratterizzantidell’
identita` civica.
50Del
resto la qualita` dell’
acqua potabile e` un argomento – in generale – rilevante
per le laud es urbium,e spesso riceve in talitestiun’
attenzione considerevole.
51Poggio Bracciolini(1380-1459) ricorda in una lettera a Niccolo`
Niccoli,bi-bliotecario della Biblioteca diSan Marco,la scoperta deltesto diFrontino nella
biblioteca delmonastero diMontecassino nel1429 e questa opera,che porta
sempre con se´, lo accompagnera` nella riscoperta della topografia della Roma
antica. Nell’
estate del1430,alseguito della corte papale a
Grottaferrata,Pog-gio ha modo diispezionare tombe,cisterne,criptoportici,ma soprattutto segue
ilpercorso dell’
acquedotto della sorgente Crabra,imbattendosineirestidiuna
villa.
52E` nel De Varietate Fortunae che l’
umanista sisofferma con ampiezza
sugliacquedottidella Roma antica,avendo cura ditornare a sottolineare l’
im-portanza delritrovamento delDe Aqued uctu diFrontino,fonte letteraria ilcui
utilizzo procede diparipasso con l’
osservazione dell’
architettura.
53Nella sua
Historia Florentina, Poggio scrive:«Dell’
anticha citta` poche reliquie ne
resta-no, come e` alcunimuridelle therme appiccate con nuoviedifici: delle quali
oggila via presso a quelle sichiama Therme et alcuniarchidipietre d’
un
aque-dotto fuoridella porta a Faenza;eltempio nobile diMarte, elquale a tempi
49 Cfr quinota 4.
50 D. BALESTRACCI– G. PICCINNI,Siena nel Trecento. Assetto urbano e strutture ed ilizie,Firenze,
EdizioniCluef,1977,p. 17;M. CACIORGNA,Mod uli antichi e trad izione classica nel programma d ella
Fonte Gaia d i Jacopo d ella Quercia,«Fontes»,IV-V,7-10,2001-2002,pp. 71-142 dove siricorda che, tra la fine del1429 e iprimidel1430,ilpoeta siciliano GiovanniMarrasio compone,rispondendo ad una epistola diLeonardo Bruni,un poema dedicato all’umanista in cuisicelebre la Fonte Gaia come ‘fontana della giovinezza’.
51 P.G. SCHIMDT, Mittelalterliches und humanistisches Sta¨d telob, in Die Rezeption d er Antike:
zum Problem d er Kontinuita¨t zwischen Mittelalter und Renaissance, Hamburg, Hauswedell 1981, pp. 119-128:120.
52 P. JACKS,The Antiquarian and the Myth of Antiquity,Cambridge Mass.,Cambridge
Univer-sity Press 1993,p. 97;A. VISCOGLIOSI,Roma riconosciuta. Dallo stud io d elle rovine all’id ea d i Roma
Antica, in La Roma d i Leon Battista Alberti cit., pp. 44-56, 70.
53 P. BRACCIOLINI,De Varietate Fortunae,in Cod ice Topografico cit.,IV,pp. 237-238. Per
Pog-gio e Frontino,H. GU¨ NTHER,Umanisti e architetti d el primo Rinascimento d avanti alle infrastrutture
id riche e tecniche d ell’antichita` romana,«Humanistica»,III,2,2008 (2009),pp. 71-82:73. Per Poggio e gliacquedotti,A. VILLA,Due umanisti sul Campid oglio. La Descriptio Romae d el De Varietate
for-tunae tra storiogriafia e ‘archeologia’,«Annalidella Scuola Normale Superiore diPisa. Quaderni»,s. IV, 14, 2002, pp. 55-76:63.
nostrisumptuosissimo e consecratia San GiovanniBattista;elnome
delCam-pidoglio e della piazza pubblica vicina a quello a similitudine della citta`
diRo-ma insino a questo sipersevera».
54I restidell’
antica citta` sono richiamatida
Poggio non come astratte entita`,ma nella loro concreta connessione con l’
in-sediamento contemporaneo, secondo un atteggiamento concettuale che
pro-babilmente risente dell’
approccio maturato nelsoggiorno romano.
Dal1434 con ilritorno diCosimo ilVecchio dall’
esilio e ilconseguente e
progressivo consolidamento delpotere mediceo,siapre una nuova fase nella
storia della citta`:Firenze non afferma soltanto la propria origine romana ma si
propone diriportare in vita ifastidell’
antichita`, a creare una compagine
ur-bana in grado dicompetere con la magnificenza della Roma antica.
55All’
eta`
laurenziana e all’
ambiente mediceo appartiene Bartolomeo Scala (1430-1497),
cancelliere della repubblica fiorentina dal 1465.
56E` stato evidenziato come
nella sua Historia
57simanifestiuna precipua influenza dell’
opera diBiondo
Flavio (1392-1467),che emerge in particolare nella parte dedicata alla
descri-zione delle fabbriche dell’
antica Florentia;
58ma potremmo anche ipotizzare
che questa accentuata sensibilita` verso l’
architettura manifestata
dalcancellie-re valdelsano sia frutto deirapportiche lo legavano non solo a Lodalcancellie-renzo
ilMa-gnifico, ma anche all’
architetto Giuliano da Sangallo (1445-1516), profondo
conoscitore e disegnatore dell’
Antico.
59Il passo dedicato all’
acquedotto nel
testo diScala e` lontano dall’
appassionata e puntuale descrizione che l’
autore
dedica alTempio d i Marte,poiBattistero diSan Giovanni;
60vitroviamo
co-54 Cito da Historia d i messer Poggio trad octa d i Latino in nostra lingua d a Iacopo suo figliolo...,in
L. BRUNI– P. BRACCIOLINI, Storie fiorentine, Arezzo, Biblioteca della citta` diArezzo 1984, p. 3. 55 F.W. KENT,II palazzo, la famiglia, il contesto politico,«Annalidiarchitettura»,2,1991,pp.
59-72;M. BULGARELLI,1 4 5 0 -1 4 7 1 . Roma e Firenze,in La Roma d i Leon Battista Alberti cit,pp.
150-165:163. Per ilquadro generale,R. PACCIANI,Firenze nella second a meta` d el secolo, in Storia d
ell’ar-chitettura italiana. Il Quattrocento, a cura diF.P. Fiore, Milano, Electa 1998, pp. 330-373.
56 A. BROWN, Bartolomeo Scala (1 4 3 0 -1 4 9 7 ). Cancelliere d i Firenze: l’umanista nello Stato,
Fi-renze, Le Monnier 1990, pp. 53-55.
57 B. SCALA, De Historia Florentinorum quae extant in bibliotheca Med icu´a, edita ab O.
Iaco-bæo,Roma,Tinassi1677;N. RUBINSTEIN,Bartolomeo Scala’s cit.;su Scala storiografo cfr. D.J. W IL-COX, The Development of Florentine Humanis. Historiography in the Fifteenth Century, Cambridge
Mass., Harvard University Press 1969, pp. 16-19; pp. 177-202; A. BROWN, Bartolomeo Scala cit.,
pp. 297-309;S.U. BALDASSARRI,Bartolomeo Scala e le origini d i Firenze,«QuaderniLucchesidiStudi
sulMedioevo e sulRinascimento», I, 1, 2000, pp. 185-208.
58 N. RUBINSTEIN,Bartolomeo Scala’s cit.,p. 54. Scala segue Biondianche su questionipiu`
ge-neralicome segnalato in A. BROWN, Bartolomeo Scala cit., p. 261;p. 297 nota 2;p. 305, nota 32. 59 Per Scala e Sangallo,L. PELLECCHIA,The Patron’s Role in the Prod uction of Architecture:
Bar-tolomeo Scala and the Scala Palace, «Renaissance Quarterly», XLII, 2, 1989, pp. 258-291.
60 Proprio in virtu` della datazione deltesto e deirapportidell’autore con Sangallo,questo
bra-no meriterebbe nuova attenzione,anche alla luce delle considerazionipresentate da Massimo Bulga-rellisulla dipendenza da quest’architettura fiorentina deitemplia pianta centrale raffiguratinelle due
munque esemplificato ilconcetto che anima questa parte della sua opera e che
mostra la personale rielaborazione della tradizione umanistica della prima
me-ta` delsecolo,concretizzando ildesiderio diricreare una continuime-ta` con la
tra-dizione medievale «momentaneamente interrotta a Firenze dall’
originale
ope-ra diBruni»
61sul piano politico e culturale, rispetto soprattutto aglieventi
narratidopo le distruzionibarbariche:e` proprio attraverso
imonumentidel-l’
antica citta`,nella loro tangibile presenza,che sipuo` provare l’
origine romana
diFirenze,constatando alcontempo come fondatoridiFlorentia abbiano
vo-luto riprodurre la grandezza diRoma in riva all’
Arno.
62Nella costruzione
del-l’
acquedotto Scala individua anche una motivazione primariamente
pratica,ri-baltando quanto scritto da Leonardo Bruni a tal proposito: era necessario
infatti per la nuova citta` disporre di acqua potabile, essendo il territorio in
quellontano passato non ancora sistemato negliaspettiidrogeologicie
carat-terizzato da vaste aree palustri.
63E nelcontinuo rispecchiamento fra la ‘
storia’
degliumanistie le istanze politiche delmondo contemporaneo che
rappresen-tano,
64sipotra` forse legare questo riferimento diScala all’
antico assetto della
piana fiorentina aiprogettidisistemazione idraulica delcorso dell’
Arno
por-tati avanti da Piero e da Lorenzo il Magnifico:
65si potrebbe trattare di un
criptico riferimento apologetico nell’
ottica diuna comparazione fra la
merito-ria azione degli antichi fondatori e quella dei Medici nella progettazione di
opere nello stesso ambito di intervento pubblico (antecedente significativo,
dunque, per l’
eta` delprincipato mediceo),
66o piu` semplicemente rivelare la
piena consapevolezza della connessione fra corsi d’
acqua e alimentazione
tavole della Citta` id eale diBaltimora e Urbino:M. BULGARELLI,L’architettura nelle tavole
prospetti-che,in La citta` id eale. L’utopia d el Rinascimento a Urbino tra Piero d ella Francesca e Raffaello,cata-logo della mostra,Urbino 6 aprile-8 luglio 2012,a cura diA. Marchi,M.R. Valazzi,Milano,Electa 2012, pp. 64-81.
61 S.U. BALDASSARRI, Bartolomeo Scala cit., p. 206.
62 D.J. WILCOX,The Development cit.,p. 182:«He cites Livy as evidence Florence did indeed
build aqueducts in imitation of Rome,quotes authority to give weight to the theory that the temple of Mars in Florence was nomed after that on the Capitoline Hill,and defends the validity of relic by citing versions of its provenance drawn from varius writers».
63 Ibid .,dove e` stato sottolineato questo aspetto come contributo originale diScala,rispetto alla
storiografia precedente;sivedano anche le importanticonsiderazioniin S.U. BALDASSARRI
,Bartolo-meo Scala cit., in particolare p. 188.
64 Ivi, pp. 203-204, con bibliografia.
65 E. FERRETTI,Il corso d el fiume e le opere id rauliche,in E. FERRETTI– D. TURRINI,Navigare in
Arno. Acque, uomini e marmi fra Firenze il mare in Eta` Mod erna, Firenze, Edifir 2010, pp. 9-19.
66 E. FERRETTI,‘‘Imminutus crevit’’: il problema d ella regimazione id raulica d ai d ocumenti d egli
Ufficiali d ei Fiumi d i Firenze (1 5 4 9 -1 5 7 4 ),in La citta` e il fiume,Attidelconvegno,Roma 24-26 mag-gio 2001, a cura diC. Travaglini, Roma, E´cole Franc¸aise de Rome 2008, pp. 105-128.
deipozzi(tramite le falde acquifere), legame ben spiegato da AlbertinelDe
Re Aed ificatoria,
67ma certamente gia` noto alla cultura medievale.
68In particolare, secondo Scala, l’
arrivo dell’
acquedotto presso la porta di
Florentia,avrebbe dato ilnome a quelvarco nelle mura della citta`
antica,an-cora una volta coniato con un preciso riferimento alla toponomastica
diRo-ma.
69Prima diVincenzio Borghini,fra glistoriografie
iletteratidelCinquecen-to solo Ugolino Verino (1438-1516), Francesco Guicciardini (1483-1540) e
Benedetto Varchi(1503-1565) ricordano irestidell’
acquedotto
romano:Ve-rino (citato da Borghinicome una delle sue fontinella preparazione della
ri-sposta a Mei)
70e Guicciardinine parlano nell’
ambito dell’
orgine della citta`,
71mentre in Varchise ne trova menzione nella descrizione delle mura,
72a
sot-tolinearne un ruolo determinante nell’
assetto delterritorio,quasidisegno
to-pografico impresso nella geografia dell’
area periurbana. Talivestigia ritornano
poi– ormaicon l’
evidenza diverie proprirestiarcheologiciche costituiscono
dei‘
documenti’
oggettivinellaboratorio dello storico,con lo stesso valore
del-le fontidel-letterarie ed epigrafiche –, nella cedel-lebre del-lettera diFrancesco da
San-gallo (1493-1576) al medesimo Borghini (1567), dove lo scultore architetto
fiorentino ricorda ilritrovamento delLaocoonte (1506):«[...] Et cosı
` mentre
sidesinava sempre siragiono` delle cose antiche diFiorenza,diSan Giovanni,
67 L.B. ALBERTI,L’architettura (De re aed ificatoria),Testo latino e traduzione a cura diG.
Or-landi,Introduzione e note a cura diP. Portoghesi,Milano,IlPolifilo 1966,II,p. 888,(XIII):«Altra
constatazione dicuiconviene tener conto nell’attuale indagine e` che,quando siscava un pozzo,non sitrova acqua finche´ non sisia discesifino allivello diun fiume».
68 Florentie Urbis et Reipublice Descriptio anno 1 3 3 9 , exarata, Archivio diStato diLucca,
Bi-blioteca,936,cc. 105-107,trascritta in C. FREY,Die Loggia d ie Lanzi zu Florenz. Eine quellenkritische
Untersuchung, Berlin, Verlag von Wilhelm Hertz 1885, pp. 119-123: 120 «Fluvium quendam, qui Arnus dicitur, quique a sua origine usque in mare nomen non mutat, per civitatem decurrit, cuius aquas est valde suavis, que permeatus terre totius civitatis se effundens, dat unicuique potenciam in domo propria puteum perficere optime aque. Hoc quoque fluvium aquam suavem,ubisuaveme exigitur,et rivus alius iuxta partem aliam civitatis aquam rigidam ad lavandas et extergendas lanas et alia necessaria non impetuose, sed abundanter producunt».
69 «[...] Eorum post tot annos non vestigia modo,sed mirandae reliquiae extant extra portam
Fluentiam quae et quod inde influerent aquae in civitatem,nomen accepit,arbitror ad Flumentanae, quae Romae est, portae similitudinem»:B. SCALA, De Historia cit., p. 7.
70 Cfr. quinota 25.
71 Ugolini Verini poetae Florentini De illustratione urbis Florentiae,Lutetiae,Apud Mamertum
Patissonium Typographum Regium 1583;F. GUICCIARDINI,Cose fiorentine,a cura diR.
Ridolfi,Fi-renze, Leo S. Olschki1983, pp. 4-7.
72 B. VARCHI, Storie cit., II, p. 99: «La quinta porta da un grandissimo munistero non lunge
fuoridileisichiama la porta a Faenza,ilborgo della quale dura presso a un miglio,nelquale siveg-gono alcuniarchiassaiben altie d’una forte e grossa muraglia,iquali(secondoche´ affermano gl’ in-tendenti) sono parte e pezzidegliacquedottiantichi».
delle Therme, imoltimarmiche visitrovavano, delCuliseo, degliarchiche
conducevano l’
acqua diValdiMarina che ancora ve n’
e` dua fuoridelle mura,
che io glifecisalvare che per la guerra diFiorenza sirovinarono come glialtri
che vierano. Et ancora in ValdiMarina io ho visto ilbottino che dava l’
acqua
[...]».
73Questa lettera esemplifica con efficacia le ricerche ad ampio raggio
attuate da Borghini, che utilizza anche la raccolta di informazioni di prima
mano da personaggi di cui ben note erano le conoscenze e le competenze
in terminidiarchitettura e cultura antiquaria.
Sifaceva riferimento all’
inizio alla polemica che coinvolge Borghinie Mei
sull’
origine diFirenze,che ha come corollario una serie disotto-temi,fra cui
spicca quello sulsito originario delprimo insediamento che Meiponeva piu` a
ovest delluogo della citta` contemporanea.
74Certo, Firenze non e` Roma e le
testimonianze delglorioso passato vanno fatte emergere con lo studio attento,
collazionando realia e le numerose fontiletterarie,sia quelle note
dalMedio-evo,sia quelle che gliumanistiancora non avevano recuperato. In un carta del
codice borghiniano della Biblioteca Vaticana, piu` volte quirichiamato,
Vin-cenzio riflette su questiaspettiche ritene didover enfatizzare nelle sua
rispo-sta alMei:
Advertididire la gran difficulta` che siha diritrovare le vestigia diquesta citta`,
per la natura gracile delle cose antiche e per la natura che in questo paese non sono
occorse molte cose da scrivere per essere luogo chiuso e difeso dalla natura,onde non
accadde molte cose che in Lombardia che subito era esposta alpassamento
de’bar-beriin Italia,ne´ aveva ilmare;cose che danno materia et occasione agliscrittori. Di
poiper cagioniparticulariche la citta` ne sua primitempinon fu gran cosa,ne´
sipo-tette far chiara per la sua forza che come ha potuto poi,che quelle notizie che cisono,
notisiche elle sono venute a poco a poco in luce onde Leonardo Bruninon vide molti
luoghiche sitrovarono poi,ne´ ilPoliziano vide Tacito etc. Onde cisiha da
combat-tere con le difficulta` grandiet con le particulari.
7573 La lettera e` stata pubblicata in S. MAFFEI,La fama d i Laocoonte nei testi d el Cinquecento,in
Lacoonte. Fama e stile,a cura diS. Settis,Pomezia (Roma),Donzelli1999,pp. 85-213:110-111,dove sirichiama ilritrovamento deldocumento da parte diEliana Carrara. Quest’ultima studiosa ha rin-tracciato la lettera autografa delSangallo a Borghini:EAD.,‘‘La notitia che io ho d elle statue antiche d i
Fiorenza’’. La lettera autografa d i Francesco d a Sangallo e altre giunte all’epistolario d i d on Vincenzio Borghini,in Mosaico. Temi e metod i d i arte e critica per Gianni Carlo Sciolla,a cura diR. Cioffi,O. Scognamiglio, Napoli, Luciano Editore 2012, I, pp. 101-110. Sideve sottolineare che nella lettera, Francesco da Sangallo parla diPorta a Pintialposto diPorta a Faenza, un errore spiegabile forse con un lapsus legato alla presenza in Borgo Pintidella casa difamiglia.
74 E. CARRARA, Il ciclo pittorico cit.
75 Biblioteca Apostolica Vaticana,Chigiano,L V,178,c. 58. Per la storia diquesto manoscritto,
In un altro passo,invece,Vincenzio mette avantil’
evidenza deirestidella
antica citta`, ritenutila ‘
prova regina’
, in quanto «in fronte portano scritto il
tempo della loro edificatione come sono therme,o
anphiteatri,theatri,acqui-doccie certe sorte ditempiiche manifestamente siconoscono essere
fabbri-catiad uso degliIdeiGentili». Proprio in queste testimonianze fisiche
sirico-noscono secondo Borghiniglielementiche possono chiudere definitivamente
la disputa:«Tutto ilpunto della disputa delMeiconsiste se Firenze antica fu
in questo luogo o altrove provando chi,cosa, come,che sia in questo luogo,
tuttiisuoighiribizzine vanno a gambe levate. Se fosse una cosa sola (parlo de
nomiposticome terme,campidoglio) veramente sipotrebbe dire che la fussi
stata imitazione artatamente fatta e hauta,ma quiin Terma siveggono ivestigi
dell’
acque e bagni».
76Lo spedalingo degliInnocenti,che tanta enfasiattribuisce alle terme della
Florentia romana,nelle sue osservazionisu Fiesole,contenute nelsecondo
Di-scorso,non segue lo storico medievale Ricordano Malispininella celebrazione
dei«BagnirealidiCatilina»
77nella medesima citta`, se pur fa menzione del
ritrovamente diun ulteriore bagno privato (cioe` una stufa),«intorno a Palazzo
de’
Medicisotto S. Girolamo [la villa medicea diFiesole]»
78(Fig. 4). Borghini
non fa neppure cenno alle analoghe strutture medievali di Firenze presenti
nella tradizione letteraria medievale e rinascimentale: probabilmente in
en-trambiicasi,la mancanza diuna relazione evidente fra le fontiscritte e iresti
degliedificinon rende opportuno portare queste architetture sull’
ideale
tavo-lo deltavo-lo storico. Questidue ultimiepisodiesemplificano ulteriormente,se ce
ne fosse ancora bisogno,l’
approccio e ilmetodo diVincenzio come
storiogra-fo. Le terme medievalidiFirenze sono invece ricordate da Benedetto Varchi.
Quest’
ultimo recupera una testimonianza non ancora deltutto obliterata,che
silegava a un’
area collinare immediatamente alle spalle della citta`,scelta come
base di un accampamento delle truppe spagnole nell’
assedio del 1529 oltre
che per la posizione strategica,anche per la ricchezza delle acque
dicuisiser-vira` lo stesso Cosimo I per alimentare l’
acquedotto mediceo:«Sono sopra l’
E-ma ibagnigia` tanto celebratie oggialtutto dismessidiMonticie piu` qua
in-verso Arno un tabernacolo in sur un crocicchio chiamato Le Cinque Vie, il
76 Ivi, c. 59v.
77 P.J. OSMOND,Catiline in Fiesole and Florence: The after-life of a Roman
conspirator,«Inter-nationalJournalof the ClassicalTradition»,VII,1,2000,pp. 3-38:21. Soltanto alla fine delSette-cento l’area diFiesole e` stata oggetto discavicon alcuniprimiritrovamenti,trasformando la memo-ria diMalispiniin un riferimento non secondario.
quale sidistende infino alla fonte nominata l’
Acqua rinfusa».
79Le terme di
Monticisono strutture note soprattutto alla storiografia sette-ottocentesca,
80che ha fatto propria la memoria diuno stabilimento diorigine (almeno)
due-centesca,caduto probabilmente in disuso,e ripristinato nelcorso
delQuattro-cento. Una cronica medievale sottolinea le virtu` terapeutiche diun terzo ‘
ba-gno’urbano che era «nel [...] Cafaggio [area di San Marco] e presso alle
mura;la quale acqua usciva per condotto dalmonte diFiesole. E questo
ba-gnio fu trovato et facto altempo de’Romani, quando edificarono la citta` di
Firenze. La quale acqua guariva certe malactie e etiandio ilebrosi,e glistracti
stendeva e lifeditisanava».
81La medesima fonte continua ricordando che «fu
trovato nella cossta delpPoggio diMontissci,nelcontado diFirenze,uno
ba-gno freddo d’
una sancta acqua,la quale guaria tutte le infermitadi;ed eziandio
fu trovato un altro bagnifreddo santissimo che e` nella costa diMonte
Morel-lo,sopra lo rivaggio diTersolla. E ciascuno diquestibagnifu per lo Comune
diFirenze dotato diC braccia diterreno intorno intorno».
82Sitrova in questo
testo la prima menzione,ad ogginota,diuna struttura termale della
repub-blica fiorentina posta a poca distanza dalle porte diSan Pier Gattolinie San
Giorgio, ovvero quella dicui parla Varchi, come sie` visto sopra. E` passato
inosservato anche ilpiu` tardo provvedimento del1439
83con cuila
repubbli-79 B. VARCHI,Storie fiorentine cit.,II,p. 98. I bagnidiMonticisono ricordatianche F.L. DEL
MIGLIORE, Firenze citta` nobilissima illustrata, Firenze, Tipografia Stella 1684, p. 480.
80 D.M. MANNI,Delle antiche terme d i Firenze,Firenze,Nella stamperia diGio. Batista Stecchi
1751,p. 15 (dove siavanza l’ipotesi,che sembra priva difondamento,diun abbandono delle terme in seguito all’uso delle acque per ilgiardino diBoboli),p. 69;D. MORENI,Notizie istoriche d ei
con-torni d i Firenze. Parte quinta, d alla Porta San Niccolo` fino alla Pieve d i S. Piero a Ripoli,Firenze,[s.e.] 1784, p. 115; G. GAYE, Carteggio ined ito d ’artisti, Firenze, G. Molini1839, I, pp. 557-558. Nella
storiografia contemporanea, le terme diMonticicompaiono solo nella schedatura contenuta in A. GUARDUCCI, Il sistema termale toscano d al Med ioevo ad oggi: geografia storica e beni culturali, tesi
didottorato,XIV ciclo,rel. L. Rombai,Universita` degliStudidiFirenze,a.a. 2000-2001,scheda n. 15.
81 Cronica Fiorentina compilata nel secolo XIII, in Testi fiorentini d el Dugento e d ei primi d el
Trecento,a cura diA. Schiaffini,Firenze,Sansoni1926,pp. 82-150:82-83. Questa fonte,solo rela-tivamente alle terme intra moenia e` segnalata in A. BENVENUTI,‘‘Second o che raccontano le storie’’. Il
mito d elle origini cittad ine nella Firenze comunale,in Il senso d ella storia nella cultura med ievale ita-liana (1 1 0 0 -1 2 5 0 ), AttidelXIV convegno distudi,Pistoia 14-17 maggio 1993,Pistoia, Centro Ita-liano diStudidiStoria e d’Arte 1995,pp. 205-252:227. Diqueste terme urbane ne parla G. LAMI,
Lezioni d i antichita` toscane e spezialmente fiorentine, Firenze, Appresso Matteo Bonducci1766, I, p. 46;cfr. G. CAPECCHI, Florentia cit., p. 133.
82 Cronica Fiorentina cit., p. 124.
83 Archivio diStato diFirenze,Capitani d i Parte Guelfa,Numeri Rossi,105,c. 71v,25
settem-bre 1439 (segnalato da Giovanni TargioniTozzetti, in Biblioteca Nazionale Centrale Firenze, ms. Targioni Tozzetti, 189, Le Selve d i Giovanni Targioni Tozzetti, vol. IV, cc. 1467-1468): «Che altro alla detta quantita` difioriniLXXV disopra sie` detto [riparare un muro sull’Arno fuori d ella porta alla Giustizia],ilCamarlingo della Torre delChomune diFirenze possa e sia tenuto delle pecunie del suo Chamarlingato dare e pagare a coluiet a quegliet per le cagioniet cose soprascripte quelle