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Andrés Rivera: Rosas e la storia argentina. Analisi della trilogia: "En esta dulce tierra", "El farmer" e "Ese manco Paz".

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INDICE.

INDICE. ... 1 INTRODUZIONE. ... 3 1. ANDRÉS RIVERA. ... 6 1.1 Cenni Biografici. ... 6

1.2 Profilo di uno scrittore. ... 15

2. LA NUEVA NOVELA HISTÓRICA. ... 18

2.1 Teorie e definizioni... 18

2.2 L’exploit della nueva novela in America Latina. ... 31

2.3 La nueva novela histórica in Argentina. ... 33

3. DALLA STORIA AL MITO: DON JUAN MANUEL DE ROSAS. ... 36

3.1 Il dittatore argentino e l’epoca rosista. ... 38

3.2 Rosas e la letteratura. ... 43

4. ANDRÉS RIVERA: TRA STORIA E FINZIONE... 49

4.1 Prolegomeni. ... 49

4.2 Il sogno eterno: La revolución. ... 54

4.2.1 Tra realtà e finzione: il mito di Juan José Castelli. ... 57

4.3 La figura di Rosas nell’opera di Andrés Rivera. ... 58

5. EN ESTA DULCE TIERRA: L’ASFISSIA DI UN’EPOCA. .. 60

5.1 L’opera: la costruzione narrativa e la genesi. ... 60

5.2 Cufré: dalla fuga alla prigionia. ... 64

5.3 La reclusione ... 68

5.4 Il duplice epilogo. ... 70

5.5 Questione di genere letterario. ... 74

6. EL FARMER. ... 76

(2)

2

6.2 Lettura critica. ... 80

6.3 Il personaggio di finzione. ... 87

7. ESE MANCO PAZ. ... 90

7.1 José María Paz nella storia... 92

7.2 Il Paz di Rivera. ... 95

7.3 La controvoce di Rosas. ... 97

8. L’INTERVISTA MAI AVVENUTA. ... 99

CONCLUSIONI. ... 104 RINGRAZIAMENTI. ... 107 BIBLIOGRAFIA. ... 109 Opere primarie: ... 109 Opere critiche: ... 110 Sitografia: ... 115

Interviste ad Andrés Rivera: ... 116

Video Reportage: ... 117

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3

INTRODUZIONE.

Il presente elaborato nasce come tentativo di approfondire il rapporto tra storia e finzione nell’opera letteraria di Andrés Rivera, l’ultimo grande interprete della letteratura argentina del XX secolo.

Autore di umili origini, ex-operaio tessile e anche giornalista, Rivera inizia a farsi conoscere nel panorama letterario alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso con El Precio (1957). Lontano dalla vanità del mondo intellettuale, Rivera è detentore di importanti premi letterari come il Segundo Premio Municipal de la Novela ottenuto nel 1985 con Esta dulce tierra (1984) e il Premio Nacional de Literatura, ricevuto nel 1992 per quello che è considerato il suo capolavoro, La

revolución es un sueño eterno (1987). L’argentino Rivera, sebbene

vanti un’ampia produzione letteraria che spazia dal giornalismo alla scrittura di racconti, romanzi e nouvelles, è ancora troppo poco conosciuto al di fuori della realtà ispanoamericana e forse la sua difficile classificazione come scrittore ne è una delle cause principali.

Romanziere attento e meticoloso, Andrés Rivera è considerato un uomo che ha sempre difeso in modo coerente le proprie convinzioni, un autore che ha fedelmente introiettato il proprio pensiero anche in campo letterario, costruendo una delle cronache più profonde della morte dell’utopia1: la frustrazione delle ambizioni e dei propri ideali è una situazione che i suoi personaggi sperimentano in prima persona.

Sebbene Rivera metta in chiaro il suo statuto di scrittore di finzione, la componente storica contraddistingue il suo corpus letterario. Come molti suoi contemporanei, Rivera è sensibile alla storia della propria terra: i suoi romanzi toccano tematiche cruciali del passato dell’Argentina, dalle guerre per l’indipendenza agli scontri tra unitari e federali, fino a dedicare narrazioni intere a personaggi storici degni di nota, come il leader della Rivoluzione di Maggio Juan José Castelli, il valoroso militare José María Paz o il temibile dittatore don Juan Manuel de Rosas.

1

CATENA, Alberto. Andrés Rivera. Travesías por su vida, obra y pensamiento, Buenos Aires, Desde la Gente – Ediciones Instituto Movilizador de Fondos Cooperativos, 2005, pp. 7-10.

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4 Bocciando l’interpretazione della critica letteraria, secondo la quale alcune delle opere dell’autore sono da considerarsi come veri e propri romanzi storici, Rivera si autodefinisce semplicemente un novelador, che si avvale dell’elemento storico per il solo scopo di narrare la storia individuale dei suoi personaggi: in tal modo, la macrostoria nazionale si intreccia con le microstorie private dei singoli individui.

Nella narrativa dello scrittore, la storia oltre a fungere da sfondo a molte vicende, marca una linea di confine tra le opere iniziali e quelle posteriori. I testi composti nella fase embrionale della carriera di Rivera riflettono le dinamiche sociali del mondo proletario di allora: in questi romanzi primitivi, ancora troppo retorici e imperniati sull’ideologia politica di sinistra, traspare l’angoscia dell’autore nei confronti della situazione della classe operaia, dalla quale egli stesso proviene, insieme alle agitazioni sociali e ai movimenti sindacali. Maturità ed evoluzione sono invece i due aspetti che caratterizzano le opere successive, in cui Rivera evoca la storia nazionale attraverso uno sguardo universale, fondendo l’elemento politico, storico e umano.

La mia tesi si compone di otto capitoli; nel primo si delinea la figura dello scrittore Andrés Rivera, narrando i tratti salienti che hanno portato l’ex-operaio a imboccare la strada del mondo della letteratura. Oltre ai cenni biografici, è illustrata la carriera letteraria e giornalistica dell’autore argentino, con i titoli delle opere e riviste che maggiormente hanno segnato la sua attività.

Il secondo capitolo approfondisce il fenomeno della nueva

novela histórica, la quale permea la narrativa latinoamericana negli

ultimi decenni: il nuovo tipo di romanzo tematizza episodi storici da un punto di vista originale, secondo il quale la storia ispanoamericana viene riscritta e rivisitata. La finzione letteraria assume perciò un ruolo rilevante, in quanto ridefinisce il discorso storiografico e fornisce al lettore una versione controcorrente della storia ufficiale.

Oggetto del terzo capitolo è lo studio del periodo storico che contestualizza la trama dei romanzi analizzati in questa sede, vale a dire l’epoca del regime politico instaurato da don Juan Manuel de Rosas, militare argentino prima e feroce tiranno dopo.

(5)

5 Questa sezione si occupa inoltre del ruolo che il Restauratore ricopre nella letteratura, a partire dagli scrittori romantici che condannano aspramente il dispotismo rosista fino alle opere novecentesche, nelle quali è proposta una visione manichea della figura del governatore argentino.

Nella quarta parte, invece, si presta particolare attenzione al rapporto dicotomico storia/finzione che emerge dai testi dell’autore: malgrado il disappunto di Rivera che si sottrae all’etichetta di scrittore storico, il dialogo tra presente e passato è una costante dei suoi racconti.

Il quinto, sesto e settimo capitolo sono dedicati alla disamina di tre opere maestre della produzione narrativa di Rivera, una sorta di trilogia sul rosismo. In En esta dulce tierra, il lettore s’imbatte nel clima di terrore dell’epoca rosista, durante la quale il protagonista fugge dalla violenza della mazorca; nel secondo testo, El farmer, è la figura dello stesso dittatore Rosas ad assumere il ruolo protagonico dell’azione, un tiranno ormai vecchio, esiliato, al quale non resta che il ricordo della sua potenza. Infine, in Ese manco Paz, Rivera immagina il dittatore argentino dialogare con uno dei suoi più implacabili avversari, il generale José María Paz.

Al fine di consentire una migliore comprensione del profilo letterario di Andrés Rivera, nell’ultima sezione si include un immaginario colloquio con l’autore, basato sulle varie interviste concesse da Rivera ancora in vita, reperibili sul web.

(6)

6

1. ANDRÉS RIVERA.

1.1 Cenni Biografici.

Puedo decir que Rivera -lo advertí desde un comienzo-, es uno de esos hombres que hacen culto a la coherencia entre los principios y los actos.[...] Los hombres que, como Rivera, decidieron defender la integridad de sus principios contra viento y marea tuvieron que atravesar momentos muy difíciles2.

Alberto Catena.

Scrittore originale e dalla penna prolifica, Andrés Rivera3 è lo pseudonimo letterario di Marcos Rybak. Egli nasce a Buenos Aires il 12 dicembre del 1928, nell’ospedale

Durán del quartiere Caballito, nel

seno di una famiglia di immigrati ebrei. Il padre, Moisés Rybak, è un militante comunista polacco che arriva in Argentina nel 1922, dopo essere scampato alla crudele vessazione politica nella sua madrepatria; la madre invece, Zulema Schatz, riesce a fuggire da una Russia devastata dalla guerra. Infatti, grazie a uno stratagemma con il quale la madre di Zulema fa credere che la loro casa sia stata

2

Giornalista, scrittore e critico teatrale, Alberto Catena definisce l’amico Andrés Rivera come un uomo coerente e fedele alle proprie convinzioni, nel suo libro Andrés Rivera. Travesías por su

vida, obra y pensamiento, Buenos Aires, Instituto Movilizador de Fondos Cooperativos, 2005. pp

7-8.

3

Andrés Rivera è il nome d’arte dello scrittore argentino M. Rybak. L’autore adotta tale pseudonimo per motivi di militanza politica poiché, scrivendo articoli per una rivista clandestina, non poteva firmare con il proprio nome. Egli viveva in una via chiamata “Andrés Lamas” e da qui la scelta del nome; per il cognome invece opta per “Rivera”, in quanto grande lettore del colombiano José Eustasio Rivera. Nel corso della propria traiettoria letteraria, Rivera utilizza altri due pseudonimi: Arturo Reedson e Pablo Fontán, ricorrente in ambito giornalistico.

1. Andrés Rivera. (Immagine tratta da:

http://www.lacapitalmdp.com/no-habra-punto-final-para-andres-rivera/)

(7)

7 impestata dal tifo, la famiglia Schatz esce indenne da un episodio di feroce violenza da parte delle truppe dell’esercito bianco.4 I due giovani, una volta sbarcati in Argentina dal porto francese di Cherburgo, si conoscono nell’ambiente proletario di Buenos Aires, durante un incontro tra stranieri polacchi, italiani e spagnoli e si fanno strada nel nuovo paese: Zulema trova lavoro come operaia in una fabbrica di dolciumi mentre Moisés diventa dirigente di un’industria tessile, nonché fondatore del Sindicato del Vestido e del Partito Comunista Argentino. Entrambi si innamorano e, divenuti sposi in breve tempo, vanno ad abitare a Villa Crespo5, una sorta di ghetto ebraico, nonché luogo di formazione del futuro scrittore.

Cresciuto in una realtà operaia e all’insegna dell’ideologia comunista, il piccolo Rivera si distingue per le sue doti di buon allievo e, compiuti dodici anni, decide di frequentare l’indirizzo chimico industriale del prestigioso Colegio Industrial Nacional Luis A.

Huergo. Con il passare del tempo Rivera comprende di non essere

portato per la chimica e trascura l’impegno scolastico: all’insaputa dei genitori, trova lavoro in una cooperativa di credito e inizia a militare nella Federación Juvenil Comunista6.

[...]El ingreso a química fue distinto: un desastre completo. Terminé el primero de los dos años llevándome algunas materias a diciembre y otras directamente a marzo. Me di cuenta que la química y yo éramos incompatibles, que lo nuestro había sido un fugaz deslumbramiento[...]7.

La mattina Andrés frequenta regolarmente la scuola, falsificando i brutti voti al momento della resa dei conti, mentre il pomeriggio lavora assiduamente: ben presto però le bugie diventano troppe e Rivera decide di raccontare tutto al padre, il quale lo esorta a trovarsi un mestiere. Grazie ai legami instaurati dal Partito Comunista con la comunità ebrea progressista, nel 1945 il giovane Andrés abbandona

4L’esercito bianco controrivoluzionario, agli inizi del ‘900, combatte contro il nascente potere

sovietico ed è guidato dal generale Simeón Petluria.

5

Quartiere situato nella parte centrale di Buenos Aires.

6

Conosciuta come La Fede, è l’organizzazione giovanile del Partito Comunista Argentino, fondata nel 1921.

7

CATENA, Alberto. Andrés Rivera. Travesías por su vida, obra y pensamiento, Buenos Aires, Instituto Movilizador de Fondos Cooperativos, 2005, p. 35.

(8)

8 gli studi per andare a lavorare in un’industria tessile di Villa Lynch8. All’interno di questa fabbrica, una volta nominato segretario della commissione interna, Rybak inizia ad appassionarsi alla scrittura, pratica che esercita durante la notte, lontano dalla frenesia diurna.

L’inizio della traiettoria di Andrés Rivera nel campo letterario è caratterizzato dalla pubblicazione nel 1957 de El Precio, romanzo in cui l’autore ripercorre le fasi della propria giovinezza alla fine degli anni Cinquanta. Viva testimonianza della turbolenta fase della storia argentina, contraddistinta da agitazioni operaie e scioperi, El precio ha come protagonista Adolfo, un tessitore che riesce a sbarcare il lunario, divenendo a sua volta autoritario nei confronti dei più umili.

Accanto alla carriera letteraria, di vitale importanza è inoltre l’attività di giornalista che Rivera intraprende sin da giovane; egli inizia a lavorare per Orientación, settimanale del Partito Comunista al quale l’autore collabora scrivendo glosse di carattere politico, sotto lo pseudonimo di Pablo Fontán.

Più tardi, Rivera intavola una doppia collaborazione con due riviste: prima lavora per Plática come segretario di redazione e dopo collabora con Juventud, organo ufficiale della Federación Juvenil

Comunista. Il 1957 è un anno significativo per l’autore anche nella

sfera privata, poiché diventa padre per la prima volta del piccolo Carlos, avuto dalla moglie Ana. La paternità di Rivera si rinnova qualche anno più tardi, quando nel 1961 nasce il secondogenito Jorge. Adottato il nome d'arte di “Andrés Rivera”, l’anno successivo lo scrittore entra a far parte del gruppo di lavoro del quotidiano La Hora. Portavoce del Partito Comunista, tra gli intellettuali che partecipano alla redazione di questo giornale spiccano i nomi di illustri personalità, come Juan Carlos Portantiero9, José Luis Mangieri10, Roberto Tito Cossa11 e il poeta Juan Gelman12, futuro grande amico di Rivera. Convocato dal Partito Comunista e lasciato il lavoro in

8

Quartiere periferico di Buenos Aires.

9

Sociologo argentino, (1934-2007), i cui studi vertono prevalentemente sull’opera di Antonio Gramsci.

10

Editore e poeta argentino, (1924-2008).

11

Noto drammaturgo argentino, (1934), promotore di Teatro Abierto, reazione culturale alla dittatura militare del 1976.

12

Scrittore, giornalista e vincitore del Premio Cervantes nel 2007, Gelman è una delle voci poetiche argentine più amate, (1930-2014).

(9)

9 fabbrica, Rivera all’interno de La Hora viene incaricato di occuparsi delle pagine sindacali; tuttavia, questo periodico ha una durata di solo un anno, poiché viene condannato per le ferventi critiche mosse nei confronti di Arturo Frondizi13, allora presidente del Paese. Il Partito Comunista continua così a pubblicare clandestinamente, a partire dal settimanale Nuestra Palabra, in cui Rivera ricopre diverse mansioni, fino a El Popular. Diretto da Ernesto Giudici e ben accolto negli ambienti studenteschi, questo settimanale chiude presto a causa degli articoli controversi pubblicati da Rivera e dal suo collega José Luis Mangieri.

Nel 1959 l’autore dà alla stampa la sua seconda opera intitolata

Los que no mueren, in cui invoca un ritorno alla lotta sociale attuando

una disamina della storia recente, caratterizzata dalla fine del comunismo e dal superamento del Frente Popular14, per opera del

peronismo.

Gli anni Sessanta vedono l’argentino Rivera impegnato nella scrittura di antologie di racconti: la sua prima raccolta è Sol de sábado pubblicato nel 1962; a seguire Cita (1965) e El yugo y la marcha (1968), testi profondamente marcati dalla componente ideologica dell’autore. La fabbrica resta l’ambientazione privilegiata di questi racconti, nei quali la trama è caratterizzata dalle lotte di classe: le storie manifestano uno scenario collettivo dominato dal potere economico.

Ajuste de Cuentas è il volume che segna un punto di svolta nella produzione di Rivera, nonché l’ultima raccolta che viene pubblicata prima del colpo di stato del ‘76, dopo il quale lo scrittore si vedrà costretto a ritirarsi dalla scena letteraria per alcuni anni.

In questo periodo la vita dell’autore è soggetta a notevoli cambiamenti; espulso dal Partito Comunista nel 1964, Rivera si separa dalla moglie e abbandona il suo primo lavoro come operaio per consacrarsi completamente alla scrittura e al giornalismo. Allontanatosi dal Partito, l’autore si avvicina agli ideali della Rivoluzione Cinese, rimanendo vivamente segnato dalla carismatica figura di Mao Tse Tung; questo induce Rivera a partecipare

13

Presidente argentino, dal 1958 al 1962.

14

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10 attivamente in Vanguardia Comunista15 e, nel 1966, a compiere un

viaggio in Cina, in compagnia dell’amico J. L. Mangieri.

Al suo ritorno, Rivera conosce la sua seconda futura moglie, Susana Fiorito, con la quale si trasferisce nella città di Córdoba agli inizi degli anni Settanta. Qui, entrambi lavorano per una rivista operaia conosciuta con la sigla SITRAC SITRAM16.

Nel 1968 Rivera diventa segretario di redazione de La Rosa

Blindada, giornale diretto da Mangieri e redatto dai più importanti

pensatori della sinistra argentina; in più, mentre insieme all’amico Juan Gelman intraprende la collaborazione con Sinjua17, con Roberto Tito Cossa lavora invece per la redazione de El Cronista Comercial, incarico che ricopre fino al 1981.

Dopo il silenzio osservato durante il regime militare e il lavoro come correttore di bozze per numerose editoriali, Rivera torna alla ribalta nel 1982, quando appaiono il romanzo Nada que perder e la raccolta di racconti Una lectura de la historia.

El silencio editorial de diez años de Andrés Rivera, entre 1972 y 1982, fue el silencio de un país, el silencio de las clases desposeídas. Rivera tomó nota de ese silencio: lo vivió, lo sufrió. [...]Cuando en 1982 aparecieron Nada que perder y Una lectura de

la historia, el silencio estaba resuelto. Entonces Rivera retomó la

palabra y comenzó a rehacer su historia y la Historia18.

Ispirandosi all’odissea familiare dell’autore, Nada que perder racconta l’esodo di un gruppo di ebrei che trovano rifugio in Argentina ed è qui che Rivera inaugura le tematiche a lui più care: il sesso, la malattia, la solitudine, la sconfitta e il silenzio.

La maestria dello scrittore argentino è confermata due anni dopo, quando nel 1984 viene pubblicato il romanzo breve En esta

dulce tierra. L’opera, ambientata durante il clima di terrore instaurato

dal secondo governo di Rosas, ha come protagonista il medico Cufré, il quale fugge dalla mazorca dopo aver ferito un soldato federale.

15

Partito Rivoluzionario di tipo marxista leninista.

16

Le sigle SITRAC SITRAM fanno riferimento a due sindacati dei lavoratori: la prima al Sindicato

Trabajores Materfer e la seconda al Sindicato Trabajadores Fiat-Concord.

17

Agenzia internazionale di notizie della Cina.

18

RUSSO, Miguel. Andrés Rivera, del obrero al prócer.

(11)

11 Cufré sfugge alla morte grazie a una sua ex-amante che decide di

aiutarlo purché egli rispetti le sue condizioni. Bramosa di vendetta per essere stata lasciata, la donna lo accoglie in casa propria e lo rinchiude in una sorta di catacomba; è qui che il medico perde col tempo la sua lucidità mentale ed entra in stato confusionale. La buona riuscita del romanzo è riscontrabile nel 1985, quando consegue il Segundo Premio

Municipal de la Novela.

Tuttavia, l’opera capitale che lo consacra al pubblico è La

revolución es un sueño eterno (1987): rivolgendo l’attenzione alla

figura del leader della Rivoluzione di Maggio Juan José Castelli, il testo si interroga sul passato argentino ed è presto approvato dal pubblico, tanto da guadagnarsi nel 1992 il Premio Nacional de

Literatura. Il romanzo è caratterizzato dall’insieme degli scritti

composti dal rivoluzionario: colui che è noto alla storia come “L’Oratore di Maggio” per il discorso libertario pronunciato il 22 maggio 1810, è qui privato della voce da un male incurabile.

Nel 1989 vede la luce Los vencedores no dudan, che conosce più tardi una nuova edizione e il cui titolo cambia in Ábranle las

puertas del paraíso: il racconto rivive le ultime ore di José Santos

Pérez19 il quale, insieme alla moglie, tenta invano di scampare alla morte.

El amigo de Baudelaire è un'altra opera rilevante della

produzione narrativa di Rivera; essa è pubblicata nel 1991 e ha una sua continuazione in un testo posteriore, considerato come il miglior libro pubblicato nel 1992: La sierva. L’amico di Baudelaire a cui allude il titolo è il crudele Saúl Bedoya, protagonista della storia; il giovane possidente annota in un diario i successi che hanno caratterizzato la sua vita, dall’arricchimento economico all’amicizia con il poeta maledetto francese.

A partire dal 1993 l’autore si trasferisce definitivamente a Córdoba insieme alla compagna Susana Fiorito; entrambi si impegnano attivamente per la promozione culturale del loro paese, attraverso la costruzione di una biblioteca popolare che porta il nome del quartiere in cui si trova: Bella Vista. In questo piccolo sobborgo

19

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12 dove si registra un alto tasso di disoccupazione, la Biblioteca Popular

offre un’opportunità per il futuro di molti giovani.

2. Susana Fiorito e Andrés Rivera.

(Immagine tratta da: http://www.bigbangnews.com/farandula/Alberto-Laiseca-y-Andres-Rivera-las-muertes-de-dos-grandes-escritores-argentinos-20161223-0006.html)

Altra opera degna di nota è senza alcun dubbio El farmer; pubblicata nel 1996 e divenuta ben presto un vero successo commerciale, essa eleva a protagonista la figura di uno dei più crudeli dittatori della scena politica dell’Argentina, ovvero don Juan Manuel de Rosas. A venti anni dal proprio esilio, Rosas ricorda le glorie del suo passato, un tempo lontano al quale è subentrato un infelice presente.

Il 1999 è l’anno della pubblicazione di El Profundo sur, ambientato per le strade di Buenos Aires, durante la Semana Trágica; attraverso l’incontro casuale di quattro personaggi, Rivera illustra la violenza che le forze armate esercitano nei confronti degli operai, stranieri, ebrei, durante le sommosse del 1919.

A seguire, appare Tierra de exilio (2000), storia di un anziano che si sente esiliato nel proprio paese di origine; il protagonista si racconta attraverso una serie di ricordi che ostentano il passare del tempo e i cambiamenti che ne conseguono.

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13 Considerato come il testo più riuscito tra i lavori a carattere

storico, Ese manco Paz è pubblicato nel 2003; esso presenta una sorta di continuità con El Farmer sia per l’epoca dell’ambientazione che è prossima a quella di Rosas, sia per la scelta del monologo come struttura.

Esto por ahora (2005), Punto final (2006), Por la espalda

(2007), Estaqueados (2008), Guardia blanca (2009) e Kadish (2011) costituiscono i suoi più recenti lavori, romanzi e racconti tutti pubblicati dalla casa editrice Seix Barral.

Insieme a Susana, Rivera trascorre gli ultimi anni di vita a Bella Vista: in questo quartiere, dove la delinquenza è all’ordine del giorno e in cui lo stesso scrittore è stato più volte vittima della criminalità, Andrés Rivera dedica i suoi più grandi sforzi all’organizzazione di dibattiti culturali e cinematografici, tenuti la sera nella Biblioteca

Popular, centro educativo per giovani e punto di riferimento per le

donne meno fortunate.

3. Susana Fiorito, all’interno della Biblioteca Popular Bella Vista.

(Immagine tratta da: http://www.revistasudestada.com.ar/articulo/406/biblioteca-bella-vista/)

Sfortunatamente, Andrés Rivera è venuto a mancare lo scorso 23 dicembre a causa di un’infezione setticemica, contratta in seguito a

(14)

14 un’operazione all’anca: Rivera si è spento all’età di ottantotto anni,

alle tre del mattino, in un ospedale della città di Córdoba.

I principali quotidiani argentini e le maggiori agenzie di stampa latinoamericana hanno prontamente divulgato la notizia, condividendo la grande perdita con l’intero continente. Sul web, in molti hanno reso omaggio allo scrittore, attraverso messaggi di cordoglio che lo ricordano come la voce degli umili e degli esclusi, un uomo dall’animo semplice e di grande generosità, che è riuscito a rivitalizzare un intero quartiere e a ridare la speranza a coloro che dalla vita non si aspettavano più niente. Denominato dai suoi compaesani con l’appellativo di don Andrés in segno di rispetto, Rivera non ha mai abbandonato le sue modeste origini e per questo resterà vivo nel cuore di molti.

Andrés Rivera no sólo fue uno de los escritores más prodigiosos de la literatura argentina. Fue el relato de la paradoja argentina. Fue Córdoba, fue Bella Vista, el triunfo injusto del escepticismo20.

20

LITVINOFF, Edgardo. Se murió el Andrés, y todo es un sueño eterno.

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15

1.2 Profilo di uno scrittore.

Intentar definir a Andrés Rivera es hablar de una fuerza literaria impresionante. Un embrujo que, a veces, es difícil de explicar. Uno se pregunta muchas veces de dónde viene, pero todos sus lectores lo captan. Otro elemento destacable de Rivera es cómo la gente joven lo disfruta, y hasta aquellos que leen muy poco se paladean con su literatura. Es raro porque es un escritor al que lo separan muchos años de sus lectores, que tiene su propio código, representante de su propia generación, con sus propias luchas y, sin embargo, hay mucha gente jóven que se siente identificada con esa literatura21.

Eduardo Belgrano Rawson.

Per la sua vasta produzione, il boom commerciale dei suoi romanzi e per i molteplici premi letterari assegnatigli, Rivera è annoverato tra i romanzieri argentini contemporanei più importanti. Tuttavia, la generosità, l’ironia e la semplicità sono le qualità che meglio designano la personalità dello scrittore: quest’ultimo non ha mai nascosto la modestia delle proprie origini e ha cercato sempre di tenersi lontano dai salotti letterari.

Andrés Rivera si affaccia ben presto alla vita letteraria, muovendo i suoi primi passi in ambito giornalistico e come correttore di bozze. Fin da subito egli si presenta come un semplice uomo di penna, disinteressato dall’aspetto economico del proprio lavoro ed estraneo alle politiche commerciali che ruotano attorno al mondo editoriale: egli riesce ad

affermarsi nell’ambiente letterato argentino passando dalla correzione di manoscritti altrui fino a divenire un vero e proprio scrittore, attento alle questioni politiche e sociali del proprio paese.

21

RIVERA, Andrés. Dossier de prensa- El profundo Sur, Madrid, Ventisiete Letras, 2007, p. 6. 4. Andrés Rivera.

( Immagine tratta da:

https://alchetron.com/Andres-Rivera-365608-W )

(16)

16 I modelli letterari a cui l’esordiente Rivera si ispira sono gli

scrittori americani: è la scrittura aggressiva dei maestri della letteratura nordamericana come Hemingway o Faulkner a segnare l’opera rivieriana.

Cuando empecé a escribir había, para mí, un modelo claro de escritor: el de los narradores norteamericanos. De Faulkner a Hemingway y de éste a un escritor menor como Caldwell. Para mí, aún hoy, es la mejor narrativa que se ha escrito en este planeta22.

Nondimeno è forte l’ammirazione che Rivera nutre nei confronti di alcuni dei suoi colleghi come Roberto Arlt e Juan Carlos Onetti: se da un lato si riconosce nella rappresentazione di Buenos Aires nei racconti di Arlt, dall’altro condivide con Onetti la passione per la letteratura americana e la predilezione degli antieroi come personaggi principali. Tra i contemporanei, Rivera afferma di leggere Belgrano Rawson23 e Héctor Tizón24, senza per questo tralasciare di riconoscere la maestria del linguaggio borgesiano.

Secondo il modello di periodizzazione proposto da Luis Gregorich, Andrés Rivera appartiene alla cosiddetta Generación del

‘55, ossia quel gruppo di scrittori che hanno imboccato la carriera

letteraria a partire dal 1955, dopo la caduta del governo di Juan Domingo Perón25; la generazione di questi scrittori di mezzo secolo ha assunto anche altre denominazioni, come ad esempio Generación de

los reformistas, includendo letterati progressisti che assumono un

atteggiamento critico nei confronti del passato. A ogni modo, sono autori attenti alla realtà storica della propria patria e inclini a una visione storicista delle proprie opere.

L’elemento storico è il sostrato delle opere di Rivera, nelle quali è elargita una visione personale della storia del proprio paese. L’autore interroga il passato argentino, stravolgendo completamente la linearità temporale: il presente dialoga con il passato che, a sua volta,

22

MAURO CASTELLARÍN, Teresita. La lenta velocidad de la mirada en la narrativa de Andrés

Rivera, in Anales de Literatura Hispanoamericana, Vol. 28, Universidad Complutense de Madrid,

1999, p. 961.

23

Scrittore argentino e autore di copioni di fumetti, (1943).

24

Scrittore, giornalista e diplomatico argentino, (1929-2012).

25

MAURO CASTELLARÍN, Teresita. La lenta velocidad de la mirada en la narrativa de Andrés

Rivera, in Anales de Literatura Hispanoamericana, Vol. 28, Universidad Complutense de Madrid,

(17)

17 funge da specchio deformato dei tempi odierni. Storia e finzione sono

dunque due componenti ricorrenti e complementari all’interno della narrativa di Andrés Rivera: per l’autore, un’opera letteraria è una costruzione immaginaria che presenta dei punti di contatto con l’esperienza reale, mirando alla comprensione del mondo attuale in tutta la sua complessità.

Aggettivazioni, interruzioni, omissioni e frasi brevi: è questo il marchio di fabbrica dell’espressione letteraria di Andrés Rivera. L’economia linguistica e la sua capacità di sintesi sono i punti di forza del suo stile unico e di difficile imitazione; dietro questa scelta apparentemente estetica, si nasconde l’esigenza dell’autore di raccontare i fallimenti e le sconfitte dei personaggi, attraverso una scrittura frammentaria e discontinua che riflette lo sgretolarsi delle loro aspirazioni. Nell’universo narrativo di Rivera a dominare sono dunque i conflitti sociali, le lotte sindacali, il potere, la violenza e soprattutto la sconfitta, tematica molto cara all’autore.

En cada libro que escribió Andrés Rivera [...], la literatura dialoga con la historia, con las luchas sociales y la militancia, con las tensiones irresolubles entre ideales y praxis política, con el erotismo como variante del poder, con la dignidad de los derrotados, con lo inexorable de la viejez y el extravío de toda esperanza, con la violencia y la derrota del mundo proletario; tópicos enhebrados para asediar criticamente el pasado desde el presente de una lengua que desmonta los mecanismos de dominación y arroja interrogantes como dardos en nuestra conciencia26.

26

FRIERA, Silvina. Muere Andrés Rivera, el último gran escritor del siglo XX.

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18

2. LA NUEVA NOVELA HISTÓRICA.

2.1 Teorie e definizioni.

Espejo de dos rostros. La novela y la historia son dos discursos de invención que se apasionan por el tiempo. Ambas, a su manera, recrean una dramática del devenir humano. Por eso se reflejan y se prestan mutuamente sus rasgos27.

La relazione tra historia e ficción si rivela da sempre problematica e dicotomica: sin dall’antichità classica, la storia è configurata come una disciplina scientifica, depositaria di verità assolute, che fa del passato un modello per il presente e per i tempi a venire, mentre l’arte letteraria plasma una realtà che si scopre artefatta, poiché concepisce con la fantasia. Tuttavia, non sempre è possibile distinguere una linea di confine tra i due ambiti, anzi spesso sono considerati come due facce di un’unica medaglia; lo stesso Orazio scorge nella menzogna poetica un fine moralistico che spinge il testo narrativo nella direzione della storia, fino a completarla e ultimarla. Suddetta missione la si riscontra nella letteratura coeva dell’America Latina, dove la narrativa è fonte di arricchimento culturale ed elemento compensatorio della storia: in un mondo dove la democrazia ha avuto vita difficile, in una realtà dove il registro ufficiale della storia è stato più volte pilotato dai poteri vigenti, ecco che la finzione letteraria finisce per rimpiazzare la versione accreditata della storia e acquisire maggiore veridicità. Ugualmente, lo scrittore messicano Carlos Fuentes, attribuisce all’arte il potere di riscattare la verità dalle bugie di cui la storia si compone, nonché la capacità di colmarne i grandi vuoti. Questo fenomeno letterario, registratosi a partire dalla seconda metà del XX secolo come conseguenza della perdita di fiducia nei confronti del dato storico, domina la narrativa

27

LARIOS, Marco Aurelio. Espejo de dos rostros. Modernidad y posmodernidad en el tratamiento

de la historia, in KOHUT, Karl. La invención del pasado: la novela histórica en el marco de la posmodernidad, Madrid, Iberoamerica, 1997, p. 135.

(19)

19 contemporanea ispanoamericana e soggiace alla nascita di un nuovo

tipo di romanzo, meglio noto con il termine di nueva novela histórica. L’emergente produzione letteraria si impone come la rielaborazione del romanzo storico tradizionale e come riscrittura della storia passata, offrendone una rivisitazione della versione ufficiale: la nuova narrativa non guarda al passato in senso nostalgico né ha la pretesa di recuperarlo per attestarne l’autenticità, ma piuttosto ne mette in discussione l’autorevolezza. In tal modo, lo scrittore scompone il passato per poi risemantizzarlo e reinterpretarlo, fornendo così un’immagine discordante della documentazione storica, in quanto stravolge quella che è l’opinione pubblica. La nueva novela histórica si rivela un originale exploit letterario, un vero e proprio boom editoriale intenzionato a demistificare la versione stereotipata della storia, eludendo gli archetipi del romanzo storico; essa, riorganizzando il passato a partire dal presente, cela dietro il proprio universo narrativo una visione prettamente scettica del dato storico e riscatta gli eventi e i personaggi condannati alla marginalità. Di conseguenza, il nuovo genere narrativo palesa l’altro volto della storia, quella storia che per decenni è stata messa a tacere, giacendo nel dimenticatoio:

[...]Es así que en los últimos años ha aflorado con singular importancia la irrupción de los discursos de la marginalidad étnica o de género, por ejemplo, que han complejizado el panorama del discurso reivindicativo y social en la literatura. Esta dinámica de irrupción de nuevos discursos se encuentra atravesada además por la crisis evidente de determinados paradigmas políticos, sociológicos y culturales y, en el plano literario, por una nueva crisis de las estéticas miméticas y representativas28.

Conosciuta altresì come novela histórica contemporánea o de

fin de siglo, l’espressione più quotata per la nuova forma letteraria è

quella di nueva novela histórica, definita tale in un noto studio29 del 1993 da Seymour Menton, uno tra i primi autori a esaminare la produzione narrativa novella.

28

GALINDO, Oscar. Nueva novela histórica hispanoamericana: una introducción, in Documentos

Lingüísticos y Literarios, 22, 1999, p. 39.

29

MENTON, Seymour. La nueva novela histórica de la América Latina, México, Fondo de Cultura Económica, 1993, pp. 29-56.

(20)

20 Begoña Pulido Herráez sostiene che la fortuna di questo termine

è facilmente riconducibile all’impiego dell’aggettivo in questione, il quale sottolinea il carattere innovativo e singolare del romanzo storico della seconda metà del XX secolo:

Es conocido el aluvión de novelas históricas que han aparecido en América Latina en los últimos treinta años. Los términos que han sido acuñados para definirlas y diferenciarlas de las novelas históricas del siglo XIX, el siglo de la novela, de la historia y por supuesto de la novela histórica, son diferentes y ponen el acento en aspectos distintos: “nueva novela histórica”, “novela histórica posmoderna”, “metaficción historiográfica”, “novela histórica de finales del siglo XX”. Quizá la expresión que ya se ha convertido en moneda de uso corriente sea la de nueva novela histórica, con un adjetivo que pretende ubicar lo novedoso de estas obras de tema histórico tanto en el modo come ellas inscriben en su textura el discurso histórico, como por una serie de elementos que se refieren al modo en que se reapropian, reelaboran, estilizan discursos previos [...]30.

Seymour Menton, all’interno del menzionato saggio analitico, prima di specificare le peculiarità del nuovo romanzo storico, circoscrive la novela histórica tradizionale: secondo l’autore, un romanzo è classificato come storico se la narrazione è ambientata in un passato remoto, e quindi lontano dall’epoca dello scrittore. Ebbene, la più sostanziale differenza tra il romanzo storico tradizionale e quello nuovo risiede proprio nella distanza temporale tra la narrazione e il narratore, poiché la nueva novela riproduce un periodo storico che il romanziere vive in prima persona.

A partire dalle cronache della conquista, della colonizzazione e dell’indipendenza, il romanzo storico si afferma con enorme successo in America Latina, divenendo uno dei generi letterari più importanti della letteratura ispanoamericana e rendendo giustizia alle peculiarità storico-culturali e sociali del continente. Espressione del Romanticismo europeo, il romanzo storico si sviluppa nella prima metà dell’Ottocento, esaltando l’ideale nazionalista e nutrendo

30

PULIDO HERRÁEZ, María Begoña. La historia en la ficción. Una bibliografía acerca de la

novela histórica latinoamericana de finales del siglo XX, in Historias 53, Andamio, México, D. F,

(21)

21 nostalgia nei confronti dei tempi lontani: difatti, gli scrittori volgono il

loro sguardo al passato con la speranza di trovare in esso una chiave di lettura per decifrare il presente.

Questa idealizzazione del passato sfocia in una sorta di apoteosi del Medioevo, considerata l’età in cui iniziano a delinearsi i caratteri delle nazionalità moderne. Noé Jitrik definisce il romanzo storico come una risposta ai grandi cambiamenti avvenuti nello scenario nazionale, nonché come il mezzo letterario di cui i romanzieri dispongono per esporre con fermezza le proprie idee.31 Fatto sta che, quando il romanzo storico sbarca in terra americana, si trova di fronte a un mondo immerso nel caos derivante dalle guerre d’indipendenza, un paese devastato dalle lotte intestine e in preda all’anarchia. Per questa ragione, sebbene debitore nei confronti del modello di Walter Scott, il romanzo storico che si impone nel subcontinente è mosso da un’intenzione assai diversa: la narrazione storica è dedita non più alla definizione di un’identità sociale, bensì alla creazione di una coscienza nazionale. In una situazione di forte instabilità, anche la letteratura deve contribuire al processo di formazione di un’identità collettiva, divenendo specchio della realtà nazionale: guardando inizialmente alle grandi narrazioni europee, la letteratura ispanoamericana auspica così la costruzione di una produzione narrativa prettamente autoctona, esclusivamente americana. Il romanzo storico ispanoamericano contribuisce dunque a plasmare il sentimento nazionalista nei vari paesi dell’America Latina, a infondere l’ideale patriottico, il cosiddetto ser americano, permettendosi perfino di approfondire argomenti spinosi senza incorrere nel pericolo della censura.

Tuttavia, negli ultimi anni, il romanzo ispanoamericano di carattere storico inverte la propria marcia e si rinnova: la nueva novela costituisce l’atto culminante di questo processo innovativo.

Seymour Menton riconosce nella figura di Alejo Carpentier il ruolo paterno nello sviluppo del nuovo genere letterario, rappresentato dall’opera iniziatrice El reino de este mundo (1949) e dichiara che l’apice dell’emergente fenomeno è raggiunto nel 1979, anno di

31

VULCANO, Leonardo Gustavo. Jitrik, Noé, Historia e imaginación literaria. Las posibilidades

(22)

22 pubblicazione di El arpa y la sombra, altra opera di Carpentier in cui

compare un personaggio indiscusso della storia come Cristoforo Colombo32.

Menton definisce la nueva novela histórica attraverso sei principali tratti distintivi:

1) La subordinación, en distintos grados, de la reproducción mimética de cierto periodo histórico a la presentación de algunas ideas filosóficas[...];

2) La distorsión consciente de la historia mediante omisiones, exageraciones y anacronismos;

3) La ficcionalización de personajes históricos[...]; 4) La metaficción[...];

5) La intertextualidad.[...];

6) Los conceptos bajtinianos de lo dialógico, lo carnavalesco, la parodia y la heteroglosia. [...].33

L’autore afferma che la nueva novela histórica consiste in una concreta adulterazione del dato storico, messa a punto consapevolmente dallo scrittore per screditare la verità storica: infatti, se da un lato le grandi narrative osannano le glorie degli eroi del passato contribuendo a creare una coscienza globale collettiva, d’altro canto gli autori contemporanei si dedicano a un lavoro di vera e propria distorsione della versione ufficiale della storia, ultimata grazie al ricorso di espedienti narrativi come gli anacronismi, le esagerazioni o addirittura le omissioni. Il nuovo romanzo è dunque protagonizzato non più da personalità che hanno valorosamente dominato la scena nazionale, bensì da gente comune, da personaggi secondari che vengono oltremodo redenti. Una delle principali caratteristiche che delinea la nuova finzione narrativa è proprio l’inclusione di personaggi marginali e delle minoranze: gli umili e anche le figure femminili assumono un ruolo rilevante nella narrazione, a scapito dei personaggi storici, le cui imprese sono ridimensionate. Di conseguenza, il lettore è impossibilitato a conoscere quale sia la verità storica, poiché la riproduzione rigorosa della realtà cede il passo alle idee filosofiche care all’autore, in un nuovo tipo di romanzo che si

32

MENTON, Seymour. La nueva novela histórica de la América Latina, México, FCE, 1993, pp. 38-39.

33

(23)

23 contraddistingue per la pluralità discorsiva e la visione dialogica dei

fatti. La focalizzazione multipla e la presenza di più punti di vista contribuiscono a un’interpretazione del testo non più univoca; anzi, a lettura ultimata, il lettore si ritrova ad avere più spiegazioni discrepanti su uno stesso evento.

Due ulteriori caratteristiche del nuovo genere sono l’intertestualità e il discorso metaletterario: in particolare, l’elemento intertestuale è presente sottoforma di citazioni esplicite o attraverso la riscrittura di testi anteriori, esercizio definito da Genette “palinsesto”34

. La metafinzione, invece, ricorre nei commenti del narratore sull’atto stesso della creazione letteraria e nell’introduzione di considerazioni sul processo della scrittura.

Menton infine conclude che le strategie atte a confutare l’autorevolezza delle classiche narrazioni storiche sono la parodia e l’elemento carnevalesco, il quale comporta esagerazioni e amplificazioni umoristiche: la nueva novela histórica si presenta pertanto come una giustapposizione di personaggi e voci diverse che prendono in mano le redini del passato e lo ricostruiscono secondo una prospettiva attuale, grazie a competenze letterarie che gli autori contemporanei sfoggiano nel loro proposito di sfatare i falsi miti della storia.

Negli ultimi anni si è cimentato nel campo della nueva novela un altro esperto letterario: Fernando Aínsa. Il fulcro della sua attività critico-letteraria ruota intorno allo studio del nuovo romanzo storico, del quale l’autore individua alcuni dei principali requisiti basilari come la rilettura critica della storia, la confutazione delle versioni storiche ufficiali, la presenza di punti di vista diversi, la parodia, il

pastiche e un laborioso collage di documenti fittizi che danno voce ai

grandi silenzi della storia.

Ciò che corona degnamente lo studio di Aínsa, è l’avere individuato nella crisi identitaria della storiografia l’origine del rinnovamento del romanzo storico; l’autore osserva difatti che, negli anni Cinquanta del secolo passato, il discorso storiografico subisce un

34

In GENETTE, Gérard. Palinsesti. La letteratura al secondo grado, Einaudi, 1997, il saggista francese studia il complesso delle relazioni, manifeste o implicite, che legano un testo originario a uno secondario. Il termine “palinsesto” si riferisce all’antichità in cui una pergamena scritta, una volta raschiata per essere riutilizzata, mostrava le tracce del testo primitivo.

(24)

24 processo di relativizzazione che lo conduce ad un’apertura nei

confronti degli altri ambiti del sapere, come ad esempio le scienze sociali o l’antropologia.

[…]el proprio discurso historiográfico se ha relativizado y se ha abierto en las últimas décadas a una interdisciplinaridad que trasciende las fronteras del conocimiento histórico tradicional. [...]De esta apertura transdisciplinaria, como la prefieren llamar otros, la primera beneficiada ha sido la narrativa, especialmente la novela, género por excelencia, donde tradicionalmente se entrecruzan formas del conocimiento muy diversas35.

La finzione letteraria diviene così il complemento della storia, arricchendo e compensando i suoi deficit:

[…]Tal es el caso de la nueva novela histórica, donde se vertebran con mayor eficacia los grandes principios identitarios americanos o se coagulan mejor las denuncias sobre las versiones oficiales de la historiografía, ya que en la libertad que da la creación se llenan vacíos y silencios o se pone en evidencia la falsedad de un discurso36.

In questo modo, la nueva novela histórica presenta una visione più complessa e macchinosa della realtà, riesumando ciò che i testi ufficiali hanno insabbiato e rendendo giustizia ai personaggi esautorati dalla storia.

Inoltre, Aínsa giunge a identificare due tendenze contrapposte nell’ambito della nueva novela, una delle quali, forse la più comune, si pone l’obiettivo di ricostruire il passato, sostituendo la versione originale con il punto di vista dei perdenti. L’altra, invece, smantella definitivamente le memorie del passato, ricorrendo all’utilizzo della parodia e altri artifici retorici:

En su artículo, Ainsa observa dos tendencias opuestas, presentes en las novelas históricas contemporáneas. Por un lado, se situan los textos que pretenden reconstruir el pasado, por el otro, los que lo

35

AÍNSA, Fernando. Nueva novela histórica y relativización transdisciplinaria del saber histórico, in América: Cahiers du Criccal,14, Histoire et imaginaire dans le roman latino-américain

contemporain, 2, Université de Paris, Sorbonne, Persée, 1994, pp. 29-30.

36

(25)

25

deconstruyen. Por un lado, las novelas que se fundamentan en las fuentes historiográficas disponibles; por el otro, las surgidas de la imaginación libre de sus autores [...]37.

Questi due atteggiamenti diversi nei confronti della storia sono denominati da Elzbieta Sklodowska ne La parodia en la nueva novela

ispanoamericana (1991) come “forza centripeta” e “forza centrifuga”.

La prima è insita nelle opere che riscrivono e reinterpretano il passato da un punto di vista opposto a quello tradizionale; la seconda, invece, è caratteristica dei testi che si burlano della convenzione storica.

[...]La fuerza centrípeta dirige el discurso novelesco hacia la construcción de una visión fidedigna y coherente del pasado. De modo que el proceso de reescribir la historia [...] quiere reemplazarla con una descripción de la historia de América hecha desde un punto de vista de los perdedores y de los marginados. [...] No obstante, a la fuerza centrípeta se opone la fuerza centrífuga, relacionada con la crisis del concepto de la verdad. Esta fuerza se expresa en la deconstrucción de cada discurso que tenga pretensiones de ser una reconstrucción verdadera del pasado38.

Altro significativo contributo concernente la recente narrativa latinoamericana porta la firma di Carlos Pacheco, critico letterario venezuelano che mette in risalto il carattere dissacratore della nueva

novela, nonché la sua propensione nel reinventare il passato: non è un

caso che un suo noto saggio sia intitolato Reinventar el pasado: la

ficción como historia alternativa de América Latina (1999). Esta nueva novela histórica […] prefiere ahora volcar su energía semántica hacia una tarea deconstructiva de las concepciones dominantes, establecidas. [...] no sólo alcanza a proponer versiones alternativas de eventos y figuras del pasado [...], sino que logra cuestionar por medio de la reflexión metaficcional, algunas viejas certezas acerca del conocimiento del pasado y de la legitimidad de las vías hasta ahora comúnmente aceptadas para acceder a él39.

37

GRÜTZMACHER, Lukasz. Las trampas del concepto “la nueva novela histórica” y de la

retórica de la historia postoficial, in Acta Poética, Vol. 27, N° 1, 2006, p. 148.

38

Ivi, p. 149.

39

PACHECO, Carlos. Reinventar el pasado: la ficción como historia alternativa de América

Latina, in Kipus, Revista Andina de Letras, 6, Ecuador, Corporación Editorial Nacional, 1997, p.

(26)

26 Avvallando la posizione di Menton ed Aínsa, Pacheco conferma che

lo scopo della nueva novela è confinare in secondo piano i grandi eventi del passato e lasciare lo spazio agli episodi più intimi, segreti e inconfessati della storia:

[…]ella se desarolla en gran medida como relectura crítica de procesos y personajes que han ocupado el centro de la escena de la Gran Historia (ésa, con mayúscola), aunque introduciendo también últimamente [...] perspectivas no totalizadoras sino particulares, a través de la ficcionalización de miradas alternativas, de la adopción de ángulos inéditos de la subalternidad. Como es natural, los procesos históricos de primera magnitud son revisitados en sus episodios principales [...] para someter a la memoria colectiva [...] a un nuevo escrutinio cuestionador y resemantizador40.

Pacheco aggiunge anche che gli esempi più noti del nuovo genere letterario o sono ambientati durante l’epoca delle scoperte geografiche e della colonizzazione europea o riproducono la tormentata fase delle guerre d’indipendenza e dei regimi dittatoriali.

Recentemente, la questione della nueva novela è stata al centro della querelle teorica sul postmoderno, concepito come una reazione alle ideologie moderniste e illuministe; a partire dalla seconda metà del Novecento infatti, la corrente postmoderna egemonizza l’intero panorama letterario, culturale e artistico, ponendosi in netta contraddizione con alcuni aspetti del modernismo, tra cui la discrepanza tra cultura elitaria e cultura di massa. Le diverse posizioni assunte dagli accademici in merito alla definizione del concetto di “postmodernità” riflettono principalmente due scuole di pensiero: da un lato, coloro che concepiscono il postmoderno come una risposta critica al modernismo e, dall’altro, chi vede nell’età postmoderna un’estensione del periodo procedente.

Le idee chiave del postmoderno sono “pluralità” e “diversità”, in quanto il mondo reale non è più osservato da una prospettiva totalizzante e univoca, ma è colto nella sua molteplicità e varietà: di conseguenza, non si ha più un’idea definitiva della realtà e l’uomo assiste allo sgretolamento delle proprie certezze.

40

(27)

27 Uno dei maggiori contributi teorici riguardanti la questione

postmoderna è senz’altro lo studio del filosofo francese Jean François Lyotard che, ne La condition postmoderne (1979), annuncia il tramonto delle grandi istituzioni, delle narrazioni metafisiche, come l’Illuminismo e l’Idealismo, e pertanto la fine della storia intesa come indissolubile verità.

In questo senso, il postmoderno comporta una desacralizzazione della storia, la quale deve essere riletta alla luce della sua complessità. In campo narrativo, ciò si traduce nella stesura di testi che si allontanano dallo stile canonico della letteratura e che riproducono il disordine in cui versa il mondo e di cui l’uomo fa parte: si distrugge il significato definitivo della storia per metterne in risalto gli spazi vuoti e il non detto, donando una visione composita e multiforme del mondo.

Tra i maggiori teorici del postmoderno letterario, spiccano i nomi di studiosi dal calibro di Brian McHale e Linda Hutcheon. Nella monografia intitolata Postmodernism Fiction (2004), McHale dichiara che la produzione narrativa contemporanea, ribattezzata da lui stesso come novela histórica posmoderna, infrange le tre regole che caratterizzano il romanzo storico tradizionale: ovvero, il divieto di contraddire la storiografia ufficiale, l’impossibilità di creare anacronismi e il dovere di non contestare la logica delle legge naturali.

[…]Three constraints on the insertion of realemes seem to be characteristic of “classic” historical fiction: 1)Historical realemes […] can only be introduced on condition that the properties and actions attributed to them in the text do not actually contradict the “official” historical record[…]; 2)[…]a period may not be at variance with what “official” history tells us about the period. […]this is a constraint on anachronism[...]; 3) […]the logic and physics of the fictional world must be compatible with those of reality if historical realemes are to be transferred from onerealm to the other; otherwise, the text will be at radical variance with the norms of “classic” historical fiction. […]41

.

La novela histórica posmoderna, secondo McHale, smentisce la versione ortodossa del passato, introducendo anacronismi creativi ed

41

Mc HALE, Brian. Postmodernism Fiction, New York, Taylor & Francis e-Library, 2004, pp. 87-88.

(28)

28 elementi che si rivelano frutto della mente fantastica dello scrittore.

Egli passa in rassegna gli eventi, li rilegge e conferisce loro un’innovativa interpretazione, dando vita a una storia alternativa che ricopre le cosiddette dark areas, ossia le zone d’ombra, nonché l’anonimato in cui i vinti e gli esclusi dalla storia hanno vissuto sinora. In questo modo, il tramonto del romanzo storico tradizionale favorisce l’elevazione dei contadini, delle donne, degli operai e di altri soggetti sociali minoritari a protagonisti e arbitri della situazione narrativa. Secondo quanto dichiarato da McHale, gli autori di romanzi storici postmoderni sono soliti avvalersi di due strategie narrative diverse che mirano allo stesso obiettivo, vale a dire demistificare il discorso storiografico:

Apocryphal history contradicts the official version in one of two ways: either it supplements the historical record, claiming to restore what has been lost or suppressed; or it displaces official history altogether. In the first of these cases, apocryphal history operates in the “dark areas” of history, apparently in conformity to the norms of “classic” historical fiction but in fact parodying them. In the second case, apocryphal history spectacularly violates the “dark areas” constraint. In both cases, the effect is to juxtapose the officially-accepted version of what happened and the way things were, with another, often radically dissimilar version of the world42.

La finzione letteraria postmoderna si sviluppa così o a partire dalle lacune del tessuto storico, completando le suddette dark areas attraverso episodi narrativi che si prendono gioco del discorso storiografico oppure sostituendo la versione ufficiale della storia con una del tutto nuova e insolita. In ambedue i casi, sia nell’atto d’integrazione e di compensazione, sia nell’operazione di rimpiazzo della versione storica accreditata, quella che ne deriva è una variante della memoria collettiva, una contrahistoria apócrifa43 che distrugge

gli stereotipi del passato e le convenzioni.

Al contrario, il termine che utilizza Linda Hutcheon per evidenziare la contraddittorietà intrinseca del nuovo genere narrativo è

42

Ivi, pp. 87-88

43

(29)

29 quello di metaficción historiográfica. La studiosa americana,

approvando la concezione del double coding teorizzata in ambito architettonico da Charles Jencks, sostiene che il carattere distintivo del postmoderno letterario è proprio quello della doppiezza, dell’utilizzo di un doppio registro, che si rivolge contemporaneamente all’uomo di élite e all’uomo comune44

.

La teoria della doppia codificazione ha dato origine agli studi sull’intertestualità come caratteristica basilare della narrativa postmoderna, e dunque alla parodia e all’ironia come tecniche retoriche predilette. La Hutcheon conferma così la duplicità della nuova produzione letteraria, la quale se da un lato è metafinzione poiché riflette su sé stessa, dall’altro fa riferimento a una realtà extratestuale in quanto finzione storica: il romanzo postmoderno sottolinea ciò che allo stesso tempo mette in discussione, crea un’illusione per poi distruggerla, lavora con le convenzioni per poi contraddirle. Secondo la Hutcheon è proprio questo il compito della narrativa storica postmoderna: riconsiderare i contenuti del passato, integrando quest’ultimo con storie altre.

Da ultimo, ma non per importanza, occorre segnalare l’apporto che Magdalena Perkowska ha fornito alla definizione del nuovo genere letterario, in Historias híbridas45:

[...]Revisando territorios y objetos históricos viejos y consagrados, o recorriendo y descubriendo zonas desconocidas, inexploradas o borradas, los novelistas dibujan un nuevo mapa para el concepto de la historia y su discurso. Vista desde esta perspectiva, la novela histórica latinoamericana no cancela la historia sino que redefine el espacio declarado como histórico por la tradición, la convención y el poder, postulando y configurando en su lugar las historias híbridas que trata de imaginar otros tiempos, otras posibilidades, otras historias y otros discursos46.

La Perkowska attribuisce alla finzione storica postmoderna il termine di historias híbridas, storie ibride appunto, le quali annullano la versione canonica del passato e propongono un punto di vista nuovo e

44

CESERANI, Remo. Raccontare il postmoderno, Torino, Bollati Boringhieri, 1997, pp. 128-129.

45

PERKOWSKA, Magdalena. Historias híbridas. La nueva novela histórica latinoamericana

(1985-2000) ante las teorías posmodernas de la historia, Madrid, Iberoamericana, 2008.

46

(30)

30 inconsueto, che destabilizza la nostra nozione di storia. L’autrice

sostiene che la focalizzazione plurale, l’intertestualità e l’integrazione tra passato e presente sono le caratteristiche fondamentali di questi tipi di romanzo, tra i quali include La tierra del fuego di Sylvia Iparraguirre, Santa Evita di T. E. Martínez, Tinísima di Elena Poniatowska, Castigo divino di Sergio Ramírez e moltri altri. Sono tutti testi che ridisegnano i confini della storia e ne sottolineano i vacillamenti, storie che demoliscono la verità come concetto assoluto e che costruiscono il passato ex-novo:

Las novelas de Aridjis, Baccino, Ipaguirre, Poniatowska, Ramírez e Martínez crean un espacio histórico abierto a pulsiones y presencias marginadas, silenciadas o descuidadas; [...]. He optado por referirme a sus novelas como historias híbridas porque esta nueva forma de pensar la H/historia, que es también una nueva forma de concebir la sociedad, se articula en narraciones ficcionales en las que el espacio y el discurso histórico se desinstitucionalizan y se diversifican mediante la hibridización, es decir, la disolución de los límites temáticos, discursivos y genéricos entre lo histórico y lo no-histórico (o entre lo Histórico con mayúscola y lo histórico con minúscola), lo culto y lo popular/masivo, lo global (la teoría) y lo local (la experiencia)47.

Nonostante la copiosa bibliografia di cui gode la nueva novela

histórica e le rispettive posizioni assunte dai diversi studiosi, tutti

concordano nel riconoscere alcuni dei principali motivi conduttori, come la rilettura del passato da una prospettiva marginale e antieroica, la messa in discussione delle grandi narrazioni storiche e un atteggiamento adulteratore del dato storico.

47

(31)

31

2.2 L’exploit della nueva novela in America Latina.

L’emergente fenomeno narrativo si diffonde nel continente americano attraverso generazioni letterarie che riuniscono scrittori di diverse nazionalità. In forte polemica con gli storici, i romanzieri contemporanei recuperano il passato per sottometterlo ai processi di finzione letteraria: la manipolazione indiscriminata del dato storico conduce alla scrittura di testi che possono essere letti come nuove versioni, inversioni o sovversioni della storia.

Il primo esempio di nueva novela histórica è costituito dall’opera maestra di Alejo Carpentier, intitolata El reino de este

mundo (1949). Nel prologo-manifesto del suo capolavoro, Carpentier

getta le basi della sua personale teoria del real-maravilloso, ossia una branca del noto “realismo magico”; lo scrittore cubano, prendendo le distanze dal surrealismo francese, pone al centro della sua poetica il concetto di americanità48. Il meraviglioso americano, secondo l’autore, è presente allo stato di natura nel continente e non aspetta altro che essere esaltato: non occorrono artifici retorici o giochi di prestigio per cogliere l’essenza della realtà americana, ma basta cambiare la prospettiva eurocentrica con la quale la si osserva. La meraviglia fa parte dell’ordinario americano e il sincretismo culturale ne è la chiave di lettura. Tutta la storia americana può essere dunque concepita come una grande cronaca del real-maravilloso, come una realtà meravigliosa, nelle sue contraddizioni e nelle sue credenze popolari. Narrando le tormentate vicende della guerra d’indipendenza di Haiti, ne El reino de este mundo Carpentier spiega la storia da un’innovativa prospettiva, che tiene conto delle tradizioni folkloristiche del paese; in particolare, Carpentier, rielabora la versione stereotipata del passato, delegittimando il dato storico attraverso tecniche narrative specifiche come l’alterazione e l’omissione. Nel testo, infatti, lo scrittore rende prioritario ciò che nella storia non lo è stato, amplificando certi episodi e, allo stesso tempo, omettendone altri.

48

PUCCINI, Dario e YURKIEVICH, Saúl. Storia della civiltà letteraria ispanoamericana, Vol. 2, UTET, 2000, p. 483.

(32)

32

El siglo de las luces (1962) e El arpa, la mano y la sombra (1979)

sono i titoli di due ulteriori opere di Carpentier che possono essere classificate come nueva novela: la prima riproduce gli echi della Rivoluzione Francese in terra americana, secondo l’ottica di personaggi comuni, considerati da sempre marginali per essere inclusi nei registri storici ufficiali. La seconda, invece, erige una nuova immagine di Cristoforo Colombo, il quale è sottoposto al processo di beatificazione.

Tra i più importanti cultori del nuovo genere narrativo spiccano anche i nomi di Reinaldo Arenas, Carlos Fuentes, Mario Vargas Llosa e Napoleón Baccino Ponce de Léon.

Reinaldo Arenas è ricordato per il suo capolavoro intitolato El

mundo alucinante (1969): attraverso l’utilizzo di un linguaggio che

permette ogni tipo di esagerazione, Arenas ripercorre la tortuosa vita del frate domenicano Servando Teresa de Mier e propone una riflessione circa la crudeltà di ogni forma di repressione, in quanto lo stesso autore è vittima della politica e censura castrista.

Vincitrice del premio letterario Rómulo Gallegos nel 1977,

Terra Nostra (1975) è una delle opere principali di Carlos Fuentes, in

cui quest’ultimo illustra la decadenza del potere spagnolo, mediante la combinazione dell’elemento storico con quello mitico.

Ne La guerra del fin del mundo (1981), lo scrittore e drammaturgo Mario Vargas Llosa riproduce la ribellione antirepubblicana dei contadini brasiliani, alterando la versione ufficiale della storia e moltiplicandone le prospettive.

In Maluco (1989), Napoleón Baccino Ponce de León affida il racconto della scoperta dello stretto di Magellano a un buffone della spedizione, il quale offre una visione del tutto singolare del mondo.

Infine, si ricordano altresì Francisco Simón Rivas Larraín (Martes Tristes -1987), Silvano Santiago (Em liberdade -1981), Edgardo Rodríguez Juliá (La noche oscura del niño Avilés -1984) e Herminio Martínez (Las puertas del mundo -1992).

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