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Fratture comminute di rotula: osteosintesi versus patellectomia - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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Academic year: 2021

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Fratture comminute di rotula: osteosintesi versus patellectomia

Communited fractures of the patella: osteosynthesis versus patellectomy

RIASSUNTO

La rotula ha l’essenziale ruolo di aumentare il braccio di leva per l’apparato esten-sore del ginocchio.

In caso di fratture comminute scomposte, la riduzione e la ricostruzione della super-ficie articolare della rotula può risultare approssimativa, perciò è stato proposto per le fratture più gravi l’intervento di patellectomia.

Poiché nella casistica delle fratture di rotula della Clinica Ortopedica dell’Università di Brescia vi è un gruppo storico trattato con patellectomia, sono stati confrontati i risultati clinici e funzionali a lungo termine (follow-up medio di quasi 60 mesi) di pazienti con frattura comminuta di rotula, trattati con osteosintesi (9 soggetti) e altri con patellectomia totale (10 soggetti).

Il dolore a riposo è risultato minore nella patellectomia; il recupero di un ginocchio patellectomizzato ha richiesto mediamente 9,5 mesi, mentre quello con osteosintesi 6,7 mesi. Il deficit di forza di estensione di un ginocchio trattato con sintesi è del 32%, mentre quello patellectomizzato è del 34%.

Complessivamente con l’osteosintesi è stato ottenuto un risultato ottimo/buono nel 56%, discreto nell’11% e scarso nel 33%; con la patellectomia totale, invece, abbia-mo ottenuto un risultato ottiabbia-mo/buono nel 40%, discreto nel 40% e scarso nel 20%. In conclusione non è stata osservata una differenza statisticamente significativa tra

l’osteosintesi e la patellectomia totale (p ≤ 0,05). Da un punto di vista pratico è bene

che la scelta tra le due possibilità terapeutiche sia fatta subito e non dopo un primo tentativo di osteosintesi.

Parole chiave: patellectomia, isocinetica, frattura della rotula

SUMMARY

The patella has the fundamental task to increase the lever arm of the extensor appa-ratus of the knee.

When disassembled comminuted fractures occur, reduction and reconstruction of the articular surface of the patella may prove approximate, therefore, for more serious fractures, a surgical operation of patellectomy has been suggested.

As for fractures of the patella survey of the University of Brescia Orthopedic Clinic, there is a historical group of patients treated with patellectomia, long-term clinical or functional results have been compared (average follow-up about 60 months) in patients with comminuted fractures of the patella treated either with osteosynthesis (10 subjects) or with a complete patellectomy (11 subjects).

A lesser pain was present at rest, a patellectomized knee recovery took 9.5 months on the average, while for these treated with osteosynthesis it took 6.7 months. The

G. Bonaspetti

1

M. Archetti

1

C. Seddio

3

P. Volpi

1

M. Civale

1

F. Scarpari

1

U.E. Pazzaglia

2

1

Clinica Ortopedica Università

di Brescia.

2

Direttore Clinica Ortopedica

Università di Brescia.

3

Clinica Radiologica Università

di Brescia.

Indirizzo per la corrispondenza:

Dott. Archetti Marino, via Sala

25, 25046 Calino di Cazzago

S. Martino (BS).

Ricevuto il 18 gennaio 2001

Accettato il 3 aprile 2001

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loss of straightening out strength in a knee treated with synthesis is 32% while in a knee treated with patellecto-my is 34%.

As a whole the results with osteosynthesis were very good/good 56%, quite good 11% and poor 33%; instead, with a complete patellectomy, we got very good/good results 40%, quite good 40%, poor 20%.

To sum up, a statistically significant difference between osteosynthesis and complete patellectomy was not

observed (p ≤ 0.05). From a practical point of view it is

better to make a choice between the two therapeutic means at once and not after a previous attempt to treat with osteosynthesis.

Key words: Patella Fracture, Patellectomy, Isokinetic.

INTRODUZIONE

La rotula è un osso sesamoide, incluso nello spessore del tendine quadricipitale. Nella meccanica dell’apparato estensore del ginocchio ha la funzione di aumentare il

braccio di leva 1-5.

La terapia delle fratture della rotula si è evoluta negli ulti-mi anni; all’inizio del secolo l’immobilizzazione e il ripo-so erano i più usati e le invalidità permanenti erano

tolle-rate 6. Nella riduzione delle fratture erano impiegati

diver-si materiali: fili d’argento, alluminio e rame, suture cromi-che, tendini di canguro, frammenti di osso spongioso,

ten-dini d’Achille, lembi di tessuto fasciale 7, con risultati

insoddisfacenti soprattutto a causa delle qualità dei mate-riali per la sintesi. Per questo la patellectomia totale o

par-ziale sembrava dare risultati clinici eccellenti 8.

Successivamente tale trattamento per le fratture

commi-nute è stato molto discusso e ridimensionato 9 10, poiché

sono stati sviluppati mezzi di sintesi e tecniche più affi-dabili. Attualmente l’indicazione alla patellectomia può trovare spazio solo nelle fratture molto comminute. In ogni caso, indipendentemente dalla tecnica chirurgica adottata, deve essere ribadita la necessità di un intenso e

prolungato trattamento riabilitativo 11-17.

In questo studio sono stati analizzati i risultati a lungo ter-mine delle fratture comminute trattate con osteosintesi e

con patellectomia totale 18-23, selezionando due gruppi di

fratture di uguale complessità.

MATERIALI E METODI

Nello studio sono stati inclusi 19 soggetti che hanno subito una frattura traumatica scomposta pluriframmentaria isola-ta della rotula (tipo III secondo la classificazione AO), ope-rati presso la Clinica Ortopedica dell’Università di Brescia. Di questi: 9 sono stati sottoposti ad osteosintesi con fili di K e cerchiaggio perimetrale e 10 a patellectomia con ribaltamento del tendine quadricipitale (gruppo storico). Il gruppo delle “osteosintesi” è formato da 7 maschi e 2 femmine, di età media di 41,7 anni ed un follow-up medio di 23,7 mesi.

Il gruppo delle “patellectomie” è formato da 8 maschi e 2 femmine di età compresa tra 24 e 66 anni (media 45) ed un follow-up compreso tra 23 e 155 mesi (media 92,4). Prima della prova sperimentale, tutti i pazienti hanno dato il loro consenso ed hanno familiarizzato con il dinamo-metro eseguendo un test di prova.

L’osteosintesi chirurgica è stata eseguita a cielo aperto, con fili di Kierschner e uno o due cerchiaggi circonferen-ziali che hanno permesso, già nei primi giorni post-opera-tori, una mobilizzazione passiva e attiva. Per completare il trattamento riabilitativo i mezzi di sintesi sono stati rimos-si dopo un periodo compreso tra gli 80 e i 120 giorni. Per quanto riguarda la tecnica usata per la

patellecto-mia 24, una volta asportata la rotula, si è proceduto

scol-pendo a tutto spessore il tendine quadricipitale del retto anteriore e formando un lembo pentagonale di larghezza pari a quella rotulea e lunga un poco più. La base distale non è stata incisa ed ha svolto la funzione di cerniera per ruotare il lembo stesso in profondità, dentro la cavità arti-colare. L’apice del lembo pentagonale è stato suturato al legamento rotuleo, mentre i lati sono stati suturati ai resi-dui fibrosi laterali dell’apparato estensore de ai

legamen-ti alari 25. Con filo non riassorbibile è stata eseguita una

sutura di rinforzo longitudinale includendo sia il tendine quadricipitale sia il rotuleo. Infine è stata eseguita una flessione del ginocchio che ha superato i 90° senza

rottu-ra dei punti o scompaginamento del lembo rotuleo 26.

I pazienti sono stati esaminati da un punto di vista clinico e funzionale, registrando i seguenti parametri.

Valutazione clinica

– Dolore: secondo il giudizio soggettivo del paziente, dando un punteggio da 0 a 4 (0 = dolore assente; 1 = dolore lieve; 2 = dolore moderato; 3 = dolore severo); – Trofismo: media di due misurazioni del diametro della coscia, (rilevazioni eseguite a livello del III medio e III

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distale) con confronto rispetto al lato sano; – Articolarità;

– Tempo impiegato per il recupero funzionale (in mesi); – Ripresa di attività fisica e/o malattie associate.

Valutazione della forza

Con dinamometro isocinetico (BIODEX 2) è stata ese-guita una valutazione della massima forza in estensione e in flessione prima del ginocchio sano e poi di quello affet-to dagli esiti della frattura. Sono stati considerati i miglio-ri valomiglio-ri di tre diverse velocità angolamiglio-ri (60, 120, 180°/sec.) compiendo 5 escursioni articolari ripetute alla velocità più bassa, 7 alla velocità media e 10 alla velocità più alta. Inoltre, data l’età avanzata di alcuni pazienti esa-minati, non abbiamo ritenuto opportuno sottoporre a velocità più alte le persone testate. Sono stati quindi rile-vati:

– il picco massimo di forza (Nm); – il picco massimo/peso del corpo (%); – la potenza sviluppata (W);

– il rapporto flessori/estensori;

– il punto angolare di massimo sviluppo di forza esten-soria (°).

Indagini strumentali

In modo random è stata eseguita a 6 pazienti del gruppo delle patellectomie una RMN del ginocchio per la valuta-zione morfologica del risultato.

RISULTATI

Dalle valutazioni eseguite sono stati evidenziati i seguen-ti valori (Tab. I):

Il dolore secondo una scala soggettiva è risultato: – a riposo: la patellectomia è molto meglio tollerata che

l’osteosintesi;

– durante l’attività normale e sotto sforzo: non sono emerse differenze cliniche sostanziali.

Il trofismo globalmente è risultato simile, anche se con una piccola differenza a favore dell’osteosintesi. In parti-colare la media dei diametri delle cosce del gruppo delle osteosintesi è risultata 46,1 cm (DS ± 3), mentre quella del gruppo delle patellectomie è risultata 42,6 cm (DS ± 9,3).

In tutti i pazienti l’articolarità è conservata.

Mediamente ci vogliono circa 3 mesi in più per il recupe-ro di un ginocchio patellectomizzato (9,5) (DS ± 6,5)

rispetto ad un ginocchio con frattura di rotula sintetizzata (6,8) (DS ± 3,3).

La ripresa di un’attività sportiva regolare è dipesa dalla volontà del paziente e non dall’eventuale inabilità residua. Il test isocinetico ha evidenziato che:

1) La media del picco di forza espresso in Nm/peso-cor-poreo/% a 60°/sec è sovrapponibile nei 2 gruppi, essendo per il gruppo dei patellectomizzati di 233 Nm/p/% (DS ± 73) per il ginocchio sano e di 157 Nm/p/% (DS ± 74) per il ginocchio patologico e nel gruppo sottoposto ad osteosintesi di 234 Nm/p/% (DS ± 76) per il ginocchio sano e di 145 Nm/p/% (DS ± 75) per il ginocchio patologico. Lo stesso può essere detto per le altre velocità (120°/sec: “osteosintesi”: ginocchio sano 190 Nm/p/% (DS ± 60) e ginocchio patologico 125 Nm/p/% (DS ± 60); “patellectomie”: ginocchio sano 194 Nm/p/% (DS ± 68) e ginocchio patologico 133 Nm/p/% (DS ± 64); 180°/sec: “osteo-sintesi”: ginocchio sano 162 Nm/p/% (DS ± 52) ginocchio patologico 113 Nm/p/% (DS ± 51); “patel-lectomie”: ginocchio sano 165 Nm/p/% (DS ± 61) e ginocchio patologico 113 Nm/p/% (DS ± 51). 2) Il rapporto della media tra le diverse velocità

angola-ri (60, 120, 180°/sec) tra ginocchio patologico e ginocchio sano ha mostrato un deficit di forza di estensione che nel gruppo delle osteosintesi è risulta-to di 0,32 e nel gruppo delle patellecrisulta-tomie è di 0,34. In particolare nel gruppo delle osteosintesi tale indice a 60°/sec è 0,35, a 120°/sec è 0,32 e a 180°/sec è di 0,28; mentre nel gruppo delle patellectomie a 60°/sec è 0,35, a 120°/sec è 0,33 e a 180°/sec è 0,33. Inoltre si è visto che l’indice tra ginocchio patologico e sano aumenta proporzionalmente con l’aumentare della velocità.

3) Abbiamo fatto una valutazione statistica tra i due gruppi attraverso il T-test di Student di II tipo e a due code di distribuzione ed è risultato che non c’è

diffe-renza statisticamente significativa (P≤ 0,05).

4) Vi è un modesto calo di potenza (9% circa) nelle “patellectomie” rispetto alle “osteosintesi”. E ciò è più evidente alle velocità più alte.

5) Il rapporto tra flessori ed estensori a 60°/sec è nel gruppo delle patellectomie del 66% (DS ± 26), mentre nel gruppo delle osteosintesi è dell’83% (DS ± 48). 6) Gli indici tra i muscoli flessori del ginocchio

patolo-gico e i muscoli flessori del ginocchio sano si sono globalmente mantenuti entro il limite fisiologico di deficit del 10% per entrambi i gruppi.

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Tab. I. Ostes. patella pain ext. 60°/sec ext. 120°/sec ext. 180°/sec FLEX. 60°/sec FLEX. 120°/sec FLEX. 180°/sec Ratio FI/Ex N. AGE months at into ratio ratio p/h ratio ratio p/h ratio ratio p/h ratio ratio p/h ratio ratio p/h ratio p/h ratio p/h % (60°) % (60°) Biodex (years) foll-up rest strain p/h (%) (%) (W) p/h (%) (%) (W) p/h (%) (%) (W) p/h (%) (%) (W) p/h (%) (%) (W) (%) (%) (W) healthy path. 2R 21 6 0 2 –75,2 –76,6 –70,4 –67,1 –56,6 –47,7 –2,5 16,9 –0,8 –0,9 34,6 70,8 48 189 3R 44 9 2 2 –43,3 –41,6 –44,5 –37,4 –20,2 –20,9 –29,3 –15,5 –19,4 –13,3 –3,1 –10,2 52 73 4R 54 15 1 1 –31,8 –21,3 –22,2 –8,6 –41,1 –37,9 18,8 43,3 14,5 25 –15,8 –25 42 74 5R 25 23 0 0 –16,6 –19,7 –17 –15,5 –13,8 –19,3 –18,2 –12,1 –11 –7,5 –9,8 –16,7 47 54 6R 76 61 0 1 –1 –4,5 –3,7 –17,2 10,8 –8,6 –15,8 –14,3 –12,5 –20 –6,7 –38,1 45 33 8R 66 25 1 2 –15,1 –1,9 –9,8 2,6 –25 –19,8 8,3 30,4 20 26,7 –2,4 –15,2 45 58 9R 26 26 0 2 –0,4 0,0 –4,5 –2 –3,7 –4,2 –9 –16,5 –19,1 –25 –27,6 –21,7 55 49 10R 45 8 0 2 –71,1 –75,8 –63,8 –64,9 –59,5 –56,9 –31,3 –36,5 –22,6 –21,3 –17,5 –8,7 51 123 21R 18 40 0 1 –55,6 –50,4 –49,6 –53,1 –44,8 –46,5 –28,4 –14,5 –17,8 –16 –13,1 –24,3 53 97 ST . dev . 20,77 17,73 0,73 0,73 28,4 30,2 25,8 27,1 24 18,7 17,5 26,1 15,5 19,4 17,4 31,5 4,3 47,9 Mean 41,67 23,67 0,44 1,44 –34,7 –32,4 –31,7 –29,2 –28,2 –29,1 –11,9 –2,1 –7,6 –5,8 –6,8 –9,9 48,7 83,3

t-test (between pathol.)

0,99 0,86 0,88 0,76 0,7 0,8 1,0 1,0 1,0 0,6 0,5 0,6 t-test (betw . Heal.-path) 0,02 0,03 0,04 0,06 0,06 0,09 0,4 0,76 0,56 0,67 0,63 0,69 Patellectomy pain ext. 60°/sec ext. 120°/sec ext. 180°/sec FLEX. 60°/sec FLEX. 120°/sec FLEX. 180°/sec Ratio FI/Ex N. AGE months at into ratio ratio p/h ratio ratio p/h ratio ratio p/h ratio ratio p/h ratio ratio p/h ratio p/h ratio p/h % (60°) % (60°) Biodex (years) foll-up rest strain p/h (%) (%) (W) p/h (%) (%) (W) p/h (%) (%) (W) p/h (%) (%) (W) p/h (%) (%) (W) (%) (%) (W) healthy path. 7R 59 68 0 , –51,9 –64 –52,8 –75,2 –42,7 –70,9 –52,7 –66,7 –7,3 –59,4 –25,5 –57,6 48 48 11R 66 155 1 1 –30 –26,1 –26,9 –17,1 –32,2 –25,5 –10,6 8,2 –10,6 –9,9 3,6 0,9 58 74 12R 33 23 0 1 –34 –24,1 –36,4 –15,4 –22,1 –11,1 –6,2 –14,1 –4,0 20 –10,0 –4,4 49 64 14R 63 126 0 2 –52,5 –50 –36,9 –35,4 –37,5 –37,5 –62,4 –69,8 –47,6 –61,7 –50,0 –63 57 45 15R 31 105 0 1 –4,2 5,6 –2,3 –0,8 –19,1 –6,3 21,1 36,4 10,9 13,3 3 –3,7 46 58 16R 36 71 0 1 –34,8 –16 –34,5 –49,8 –30,8 –20,1 10,6 15,5 –5,6 –9,3 8 –5,1 45 78 17R 49 138 0 1 –35,3 –21,6 –32,3 –26,9 –35,5 –31,2 18,3 35,8 20 14,6 –9,3 –2,2 35 65 18R 29 94 0 2 –56,8 –64,6 –63,6 –65,5 –60,9 –65,2 0 16,5 1,5 6,2 0 10,6 57 131 19R 61 71 0 1 –12,3 –3,2 –3,3 –3,4 –0,9 –9,5 –14,8 –2,6 –27,5 –15,7 –33,3 –25 42 41 20R 24 73 0 1 –36,9 –38,4 –44 –39,7 –43,6 –38,5 –16,9 17,9 –1,2 –11,1 –17,2 –20 44 58 ST . DEV . 16,2 39,4 0,3 0,7 16,9 23,9 19,3 25,1 16,2 22,3 27,7 38 19 28,7 18,6 25 7,4 25,7 MEAN 45,1 92,4 0,1 1,4 –34,9 –30,2 –33,3 –32,9 –32,5 –31,6 –11,4 –2,3 –7,1 –11,3 –13,1 –16,9 48,1 66,2 t-test (betw . Heal.-path) 0,03 0,08 0,05 0,07 0,05 0,1 0,6 0,89 0,7 0,9 0,5 0,7

(5)

DISCUSSIONE

Dai dati osservati emerge che il dolore a riposo è minore nelle patellectomie. Ciò può essere interpretato come il

risultato dell’ablazione delle fonti nocicettive rotulee 19,

poiché la componente condrale intercondiloidea in entrambi i gruppi va incontro ad usura, come mostrato anche dalle immagini RMN.

Sempre le immagini delle RMN (Tab. III) eseguite su 6 pazienti patellectomizzati hanno evidenziato che tutto il logico presupposto biomeccanico di ribaltamento del ten-dine come surrogato rotuleo per aumentare il momento della forza del muscolo quadricipite in pratica è stato disatteso. Infatti mentre anatomicamente l’inserzione del tendine quadricipitale è prevalentemente sul margine ante-ro-superiore della rotula, nelle patellectomie trattate con ribaltamento tendineo il punto di applicazione della forza è centrale, con perdita di millimetri preziosi (Figg. 1, 2). I rari casi dove al primo tentativi di osteosintesi è seguita dopo pochi mesi la patellectomia hanno dato risultati fun-zionali e clinici molto deludenti tanto che è ragionevole concludere che la scelta tra osteosintesi e patellectomia va fatta subito e non in un secondo tempo.

La differenza di circa il 10% di maggiore estensione a favore del gruppo delle osteosintesi per quanto riguarda il

punto di massimo sviluppo del momento della forza del quadricipite può essere interpretato come l’espressione di un’inevitabile condropatia post-traumatica che portereb-be alla migliore performance quando c’è un minor com-pattamento femoro-rotuleo.

Infine il rapporto tra flessori ed estensori, risultato più alto nelle osteosintesi, può essere un ulteriore segno di come il dolore sia un depressore del reclutamento delle unità motrici; e ciò può essere ulteriormente confermato da un miglior trofismo, anche se modesto, a favore del-l’osteosintesi.

CONCLUSIONI

Non riteniamo che esistano differenze significative tra soggetti sottoposti ad osteosintesi in fratture comminute di rotula e pazienti sottoposti a patellectomia totale. Dato interessante sembra essere l’assenza di dolore a riposo nei pazienti patellectomizzati.

Ribadiamo comunque il concetto che la patellectomia debba essere considerata come estrema ratio alla terapia riparatrice e che i risultati migliore, in entrambi i gruppi sono stati raggiunti in chi ha ripreso, con costanza, una congrua attività fisica.

Fig. 1. Particolare di esiti di patellectomia

Fig. 2. Distanza effettiva tra i condili femorali e il tendine del muscolo quadricipite in paziente patellectomizzato

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BIBLIOGRAFIA

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Riferimenti

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