RIASSUNTO.
Questo lavoro ha come obiettivo l’analisi della relazione tra attività respiratoria e stati di coscienza nell’uomo. L’ipotesi che sta alla base di questa tesi è che non sia tanto il ritmo respiratorio a modificare lo stato psicofisiologico del soggetto, quanto la selettiva stimolazione dell’aria sull’epitelio olfattivo che, modulando l’attività del bulbo olfattivo, è in grado di rallentare globalmente la frequenza di scarica dei neuroni sulla corteccia, conducendo ad uno stato simil-meditativo con prevalenza di onde lente all’EEG.
La prima parte di questo lavoro consiste nella revisione della letteratura sulle relazioni esistenti tra respirazione e stati di coscienza, sui fenomeni che esplicitamente collegano il passaggio dell’aria nelle narici alla modificazione di stati cerebrali e sulle tecniche utilizzate per controllare volontariamente respiro e stato di coscienza, come la meditazione ed il Pranayama.
La seconda parte di questa tesi descrive la fase sperimentale, nella quale sono state indagate, per la prima volta nell’uomo, le risposte psicofisiologiche di soggetti svegli e senza alcuna esperienza di tecniche meditative. I soggetti sottoposti all’esperimento sono stati stimolati per circa venti minuti mediante cannula nasale che soffiava aria compressa selettivamente sull’epitelio olfattivo ad una frequenza molto lenta (0.05 Hz), che richiama quella utilizzata nelle tecniche Pranayama.
I risultati analizzati all’EEG confermano come, indipendentemente dalla frequenza del respiro, la stimolazione lenta dell’epitelio olfattivo, mediante circuiti bulbo-corticali, rallenta l’attività cerebrale nelle bande di frequenza delta e theta, partendo dalle cortecce olfattive (corteccia entorinale, uncus, giro paraippocampale anteriore) ed orbito-frontale, fino al cingolo anteriore e posteriore ed al precuneo e cuneo, aree implicate nel Default Mode Network che riducono la loro attivazione in maniera simile in soggetti durante la meditazione.
Anche dal punto di vista psicometrico e fenomenologico i dati confermano che i soggetti si trovavano in uno stato simil-meditativo, con cambiamenti statisticamente significativi nella percezione soggettiva del sé e del corpo, nella direzionalità dell’attenzione (più diretta in sé stessi), nel senso dello scorrere del tempo, nella sensazione di trovarsi in uno stato alterato di coscienza ed in una riduzione della razionalità e del controllo del pensiero.
È infine discusso il ruolo, finora poco considerato, del passaggio dell'aria nelle narici e dell’attività del bulbo olfattivo nella genesi di onde lente durante il sonno e durante tecniche specifiche di controllo del respiro.