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il servizio taxi tra regolamentazione e regolazione

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Academic year: 2021

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I “Il servizio taxi tra regolamentazione e regolazione”

INDICE

Introduzione………. IV

CAPITOLO PRIMO

Il sistema normativo nazionale:

dalla legge 21/1992 all’Autorità di regolazione dei trasporti

1. Il trasporto pubblico non di linea………1 1.1. Differenza tra il servizio taxi e il sevizio di

noleggio con conducente……….4 1.2. Servizio taxi come servizio pubblico..……….7 2. I requisiti soggettivi per l’esercizio

dell’attività………11 2.1. Modalità per il rilascio delle licenze ed

autorizzazioni……….14 2.2. Trasferibilità delle licenze e sostituzione alla guida……….16 3. La riforma Bersani del 2006. L’art. 6 della legge

248/2006………...22 4. L’Autorità di regolazione dei trasporti………….……….28

4.1. Finalità e funzioni dell’Autorità………...32 4.2. I poteri e le sanzioni………37

4.3. I rapporti con le regioni………...40

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II

CAPITOLO SECONDO

Il trasporto pubblico non di linea nell’esperienza degli enti locali

1. Le competenze delle Regioni e dei Comuni...44 2. Le modalità di esercizio del servizio………48

2.1. Particolarità per le zone aeroportuali……….53 2.2. Cenni sul trasporto delle persone disabili…………56 3. Trasporto pubblico non di linea e orientamenti

dell’Agcm………..59

CAPITOLO TERZO

Il caso Uber diventa europeo

1. Rapporto tra giurisdizione e attività economiche: il caso

Uber……….63

1.1. Car sharing, car pooling, biker sharing: nuovi sistemi di sviluppo della sharing economy………73 2. Gli orientamenti del giudice nazionale………..74

2.1. Parere del Consiglio di Stato………...76 2.2. La segnalazione dell’Autorità di regolazione dei trasporti……….78 3. Uber e la possibile regolamentazione a livello

europeo…………...81

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III

Bibliografia……….88 Altre fonti……….90

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IV

INTRODUZIONE

Lo scopo di questo lavoro è volto ad approfondire il tema e, di conseguenza, la normativa del trasporto pubblico non di linea; sarà poi dedicato un approfondimento relativo alle problematiche e ai punti cruciali della questione.

I servizi di trasporto pubblico non di linea rappresentano un importante strumento attraverso il quale soddisfare la domanda di mobilità di cittadini e turisti, che negli ultimi decenni è aumentata in modo esorbitante.

Proprio per questo i servizi a supporto dei trasporti sono classificabili come public utilities, cioè servizi essenziali per assicurare lo sviluppo sociale ed economico di una collettività.

Il titolo della tesi evidenza come sia necessaria una riforma del settore in quanto troppo rigido e caratterizzato, a livello locale, da una insufficiente apertura alla concorrenza: viene sottolineata l’esigenza di una tempestiva regolamentazione della materia che vada a colmare le attuali lacune e a potenziare aspetti fondamentali quali innovazione, informatizzazione e sviluppo anche se,

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V

escludendo alcune limitate esperienze (Nuova Zelanda, Svezia), una totale regolamentazione del servizio taxi non è mai stata posta in essere nei paesi industrializzati.

Molto importante è l’istituzione dell’Autorità di regolazione dei trasporti, avvenuta definitivamente nel 2012, alla quale sono attribuite principalmente funzioni di regolazione, promozione e tutela della concorrenza nel settore dei trasporti: essa risponde all’esigenza di consentire una produzione di regole unitarie e coerenti con l’ordinamento nazionale, integrate con gli indirizzi di legislazione comunitaria.

L’elaborato, strutturato in tre capitoli, analizza la normativa che disciplina il settore dei taxi e del servizio di noleggio con conducente, la nascita dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti fino ad arrivare alla vigente problematica relativa al caso Uber, che ha portata un grande disordine all’interno delle compagnie di taxi di tutta la nostra penisola.

Nel primo capitolo, si prende in considerazione la normativa nazionale che regolamenta il settore, la legge 21 del 1992, “Legge quadro per il trasporto di persone

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mediante autoservizi pubblici non di linea”, la quale stabilisce in modo preciso vincoli all’esercizio e alle modalità di svolgimento dell’attività, ponendo attenzione anche sulla Riforma Bersani del 2006, che ha avviato un nuovo processo di progressiva apertura del mercato.

Nello stesso capitolo viene analizzata la nuova Autorità di regolazione del trasporto, istituita proprio nell’ambito di misure volte a rilanciare la concorrenza e la liberalizzazione.

Nel secondo capitolo, si analizza il regolamento del settore nelle regioni e nei comuni, che esercitano le loro competenze ai sensi del D.p.R. 616/1977 e nel quadro dei principi fissati nella legge quadro.

La tematica, soprattutto negli ultimi anni, ha avuto varie regolamentazioni dovute al fatto che si sono verificati cambiamenti notevoli ed importanti in questo settore.

Nel terzo capitolo, infine, viene trattato il caso Uber, la nuova piattaforma californiana che permette di prenotare un’ auto con conducente, attraverso un’applicazione che mette in contatto autisti e clienti.

Questo fenomeno ha suscitato, in buona parte dei vari paesi nei quali è stato introdotto, un atteggiamento critico

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nei confronti di questa nuova forma di organizzazione dei trasporti che andrebbe ad affiancarsi al classico servizio taxi.

In Italia, infatti, l’arrivo della compagnia ha provocato reazioni negative e, a volte, violente, soprattutto da parte della categoria dei tassisti, che non ha trovato l’appoggio del nostro legislatore, bensì quello dell’Autorità di regolazione dei trasporti.

Se Uber ha suscitato entusiasmo per l’economicità e sostenibilità ambientale, ha, tuttavia, creato problemi dal punto di vista interpretativo e normativo.

I tassisti, infatti, ritengono tale servizio illegale perché non rispetta le regole che disciplinano il settore, cioè la legge 21/1992, e in particolare con riferimento all’art. 3 in quanto ritengono che le autovetture Uber, a differenza di quanto previsto per il servizio di noleggio con conducente, non rientrano mai nei garage se non a fine servizio.

Vi è stata anche una pronuncia da parte del Tribunale di Milano, a seguito di un ricorso presentato dalle associazioni dei tassisti, che ha bloccato UberPop, uno dei vari servizi offerti da Uber; questo ha inibito la prestazione del servizio

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su tutto il territorio nazionale in quanto considerata sleale e, soprattutto, per violazione della disciplina amministrativa che regola il settore taxi.

L’Unione Europea, visti i problemi che Uber sta creando nei vari paesi, sta valutando la possibilità di una regolamentazione comunitaria mettendo così fine a tutti i divieti nazionali a cui deve sottostare.

Riferimenti