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Fernando Venturini. Le biblioteche raccontate a mia figlia: una visita guidata tra passato e futuro

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Academic year: 2021

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Benché il libro possa essere letto dall’inizio alla fine come un insieme omogeneo e coerente, l’impostazione complessiva favorisce anche una lettura discontinua; ogni capi-tolo infatti presenta tutte le caratteristiche del saggio compiuto. La natura interdiscipli-nare delle argomentazioni è un valore aggiunto, non secondario per una attenta com-prensione del testo.

Ricchissimo è l’apparato di note e vasta la bibliografia, i quali fanno intuire un lungo e articolato percorso di letture e approfondimenti, dalla biblioteconomia alla letteratura, dalla sociologia all’antropologia: un invito alla lettura e un monito a coltivare tutti gli aspetti più vitali della nostra professione, che dovrebbe costantemente alimentarsi degli spunti di ricer-ca e riflessione che ci arrivano da altre discipline e misurarsi con i risultati ottenuti dalle più significative esperienze italiane e straniere. Un libro, quello che Maurizio Vivarelli conse-gna alla comunità professionale, che può essere usato anche come un manuale pratico per affrontare questioni organizzative concrete e che ci offre inoltre un’ampia serie di possibili percorsi di ricerca e di studio da esplorare e percorrere.

Cecilia Cognigni Biblioteche civiche torinesi

Fernando Venturini. Le biblioteche raccontate a mia figlia: una visita guidata tra passato e futuro. Milano: Editrice Bibliografica, 2010. 130 p., ill. (Conoscere la biblioteca; 1). ISBN 978-88-7075-695-1. € 12,00.

La nascita di una nuova collana è sempre da accogliere positivamente, specie quando essa costi-tuisce un segnale di vitalità della produzione editoriale e quando viene a colmare una lacuna. La biblioteconomia e le biblioteche italiane hanno sempre fatto registrare un note-vole ritardo e un deficit di iniziativa sul versante comunicativo, in particolare quando bisognava rivolgersi ai non addetti ai lavori e offrire un’immagine corretta e non stuc-chevolmente convenzionale del ruolo della biblioteca nella società contemporanea.

Manca presso di noi una “cultura dell’advocacy”, intesa come fase dei processi di marke-ting e di pubbliche relazioni nei confronti dei possibili interlocutori istituzionali della biblioteca. Le associazioni professionali internazionali e di altri paesi, in particolare gli Stati Uniti, sono da tempo presenti in questo ambito e solo da un paio d’anni l’AIB ha costituito un gruppo di lavoro dedicato a questo tema, dal quale si attendono ancora però risultati concreti, assolutamente indispensabili in un paese come l’Italia in cui l’impatto sociale delle biblioteche è estremamente debole.

Sappiamo bene quanto sia importante godere di una buona reputazione e di buona stampa, quanto sia necessario stimolare l’attenzione dei giornalisti, dei decisori politici, dei dirigenti che sono ai vertici delle diverse amministrazioni, dei potenziali partner del mondo istituzionale e imprenditoriale che potrebbero sostenere, anche finanziariamen-te, l’attività delle biblioteche. Per non dire, ovviamenfinanziariamen-te, della necessità di rivolgersi a quei vasti strati della popolazione che non utilizzano la biblioteca e che spesso non sono nep-pure consapevoli del fatto che in quel servizio potrebbero trovare risposta ai loro bisogni. La collana Conoscere la biblioteca, a differenza di altre iniziative dell’Editrice Biblio-grafica o di altri editori attivi nel settore, non si rivolge agli operatori professionali, ma a un pubblico potenzialmente assai ampio con l’obiettivo di farlo avvicinare alle bibliote-che, facendole conoscere e illustrandone le funzioni con un linguaggio semplice ed effi-cace. Dopo il primo volume della collana, scritto da Fernando Venturini e sul quale tor-neremo tra breve, sono annunciati altri titoli molto stimolanti: La biblioteca per ragazzi raccontata agli adulti di Caterina Ramonda, Dieci buoni motivi per andare in biblioteca di Ste-fano Parise, La lettura spiegata a chi non legge di Luca Ferrieri, Caro Sindaco…parliamo di

recensioni e segnalazioni

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biblioteche di Antonella Agnoli, La biblioteca spiegata agli insegnanti di Carla Ida Salviati, La biblioteca spiegata alle matricole di Andrea Capaccioni e Mauro Guerrini.

Il progetto è molto interessante, anche perché si tratta al tempo stesso di pubblica-zioni che si rivolgono direttamente agli utenti finali, ma che possono altresì essere viste come strumenti di divulgazione e di orientamento, utilizzabili anche dai bibliotecari nelle attività di promozione e all’interno di “pacchetti” comunicativi.

A mo’ di prototipo di questa serie di volumetti agili ed essenziali (anche nel formato, cm 10,5 x 17, e nel numero di pagine piuttosto contenuto, di poco superiore alle cento), la col-lana si apre con un contributo di Fernando Venturini, che per una volta abbandona l’abito di funzionario parlamentare e di esperto sulla documentazione di fonte pubblica, per met-tere le sue competenze biblioteconomiche a servizio del suo ruolo di padre. Utilizzando una forma quasi narrativa e rivolgendosi in prima persona alla figlia adolescente, Venturini illu-stra in dieci brevi capitoletti le biblioteche, le loro funzioni, le trasformazioni in atto, ma fornisce anche utili indicazioni metodologiche sullo studio e il rapporto col testo.

Con un linguaggio piano e un tono accattivante, l’Autore spiega a sua figlia, e con lei a tutti i suoi coetanei (il volume si rivolge in particolare a chi sta lasciando le scuole supe-riori e si avvia agli studi universitari), cosa è una biblioteca e a cosa serve: lo fa cercando di raggiungere lo scopo a partire da luoghi, attività e circostanze che ai giovani possono essere maggiormente familiari. Basta leggere i titoli dei primi paragrafi per rendersene conto: Le biblioteche non sono musei; Le biblioteche non sono librerie; Nelle biblioteche uomi-ni e donne scrivono; Nelle biblioteche uomiuomi-ni e donne si incontrano.

Anche quando si passa ad affrontare questioni più specifiche, come i sistemi di col-locazione (p. 63-67) o i cataloghi (p. 72-80), non c’è mai spazio per i tecnicismi né si cade nella tentazione di voler offrire una improbabile guida pratica all’uso della biblioteca, di tutte le biblioteche. Il taglio che viene privilegiato è sempre quello di illustrare le ragioni per cui le biblioteche sono organizzate in un certo modo, il senso di determinate scelte, cercando di suscitare curiosità e interesse, e stimolando i giovani ad un’autonoma sco-perta della biblioteca, preferibilmente rivolgendosi per un aiuto ai bibliotecari, facendo affidamento sulle loro competenze ma anche sulla loro umanità.

La nota bibliografica finale, che segnala una trentina di titoli sulla comunicazione scrit-ta, il libro, la biblioteca e le recenti evoluzioni che contraddistinguono questi mondi, può essere utilizzata come traccia per gli opportuni approfondimenti. Ma è importante segna-lare che più volte Venturini inserisce nel testo richiami a strumenti disponibili online e a file video disponibili su YouTube e contenenti esemplificazioni o riferimenti attraverso i quali ci si può accostare a una migliore conoscenza della biblioteca e a una concezione che tende a dilatarne i confini, includendovi anche Google Books e altre opportunità offerte dalla rete. Il volume e la collana di cui qui si è parlato possono esercitare una funzione impor-tante per divulgare la “cultura della biblioteca” tra gli italiani e non rimane quindi che augurare a questa iniziativa le migliori fortune.

Giovanni Solimine Sapienza Università di Roma

Social science libraries: interdisciplinary collections, services, networks, edited by Steven W. Witt and Lynne M. Rudasill. Berlin – Munich: De Gruyter Saur, 2010. 138 p., ill. (IFLA Publications; 144). ISBN 978-3-11-023214-1. € 89,95 (IFLA members € 69,95).

La sezione Social Science Libraries dell’International Federation of Library Associations (IFLA), organismo che ha curato la pubblicazione di questo libro, si configura come una piattaforma di collegamento tra le biblioteche di scienze sociali, ai fini della loro

comu-recensioni e segnalazioni

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