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Ingeborg Verheul, Networking for digital preservation: current practice in 15 national libraries

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Academic year: 2021

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In ultima analisi, risulta evidente che il lavoro di Saorín Pérez presenta una densità con-tenutistica e una ricchezza di spunti di riflessione davvero notevoli. Grazie al rigore scien-tifico e all’estrema chiarezza espositiva, l’autore riesce a trasmettere concetti non sempre semplici, accompagnando enunciazioni teoriche complesse con esempi applicabili alla realtà del lavoro quotidiano in biblioteca, coerentemente con una visione secondo la quale l’innovazione tecnologica non può essere fine a se stessa, ma deve essere concepita quale uno strumento particolarmente efficace per poter offrire agli utenti servizi nuovi e d’utilità. Anna Pavesi Biblioteca del Dipartimento di Scienze del linguaggio e Letterature straniere comparate, Università degli studi di Milano

Ingeborg Verheul. Networking for digital preservation: current practice in 15 national libraries. Munchen: K.G. Saur, 2006 (IFLA publications; 119). 268 p. ISBN: 978-3-598-21847-7. € 78,00.

«La pratica quotidiana nell’immagazzinamento e nell’accesso agli oggetti digitali mostra una necessità condivisa di alcuni standard? Al momento esistono standard per lo svilup-po e la costruzione di archivi digitali, e come vengono applicati? Esistono standard comu-ni nella ricerca sull’accesso permanente? Oppure è ancora troppo presto per parlare di stan-dard ed è possibile unicamente riconoscere delle buone pratiche?». Per rispondere a queste domande la Koninklijke Bibliotheek, la biblioteca nazionale olandese, su incarico dell’I-FLA-CDNL Alliance for Bibliographic Standards (ICABS) ha condotto un’indagine sullo stato dell’arte e le prospettive dell’archiviazione digitale nel mondo delle biblioteche. La ricerca si è svolta fra il 2004 e il luglio 2005 e ha riguardato le quindici biblioteche nazio-nali di Australia, Austria, Canada, Cina, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Nuova Zelanda, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Stati Uniti, Svezia, Svizzera. Dall’esperienza della ricerca è nato Networking for digital preservation di Ingeborg Verheul che esce per i tipi della Saur all’interno della collana “IFLA publications”.

Il rapporto è suddiviso in due parti. Una prima parte di rassegna comparativa e una seconda di esame specifico delle singole biblioteche. In entrambe le parti l’analisi è svilup-pata in quattro sotto-sezioni: generale, archivi digitali, strategie di conservazione, attività in corso. Nella sezione generale vengono esaminate le legislazioni sul deposito elettronico dei documenti digitali (sia online che su supporto fisico), le infrastrutture organizzative e come le attività connesse alla preservazione digitale vengono finanziate nelle singole biblio-teche. La seconda sezione sugli archivi digitali esamina i servizi che gli archivi digitali sono in grado di offrire, i software utilizzati e gli schemi di metadati associati. La terza sezione descrive le strategie di conservazione attuali per gli oggetti digitali e i piani per il futuro. Infi-ne Infi-nella quarta sezioInfi-ne sulle attività in corso sono riportati i progetti nazionali e interna-zionali in cui le singole biblioteche nainterna-zionali sono impegnate. Conclude il libro un’appen-dice con la mappa organizzativa delle quindici biblioteche nazionali prese in esame.

Al momento esiste un solo standard accettato dalla comunità bibliotecaria internazio-nale per l’archiviazione digitale: Open Archival Information System (OAIS). Esistono poi alcune esperienze di sicuro interesse, come quelle relative al gruppo di lavoro di PREMIS, o al portale informativo PADI, oppure progetti cooperativi come NDIIP. Tuttavia, come ricor-da la Verheul, le prospettive dell’archiviazione digitale sono talmente mutevoli che non è semplice parlare di standard o individuare i migliori esempi da seguire. In questo ambito incerto e in così rapida evoluzione Networking for digital preservation si dimostra una rico-gnizione importante e di indubbio valore.

Matteo Barucci Figline Valdarno (FI)

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