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Rivista di psichiatria, 2010, 45, 1

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Alice Mado Proverbio e Alberto Zani (a cura di)

Psicofisiologia cognitiva. I substrati neuro-funzionali della mente umana

Carocci Editore, Roma 2009, pagine 517, € 45,70

I neuroscienziati tentano di analizzare i meccanismi che governano la struttura e il funzionamento del cervello e della mente. Vengono formulate ipotesi e teo-rie sostenute da evidenze sperimentali ottenute mediante metodiche di neuroi-maging funzionale. In particolare, nel campo delle neuroscienze cognitive l’at-tenzione viene rivolta ad approfondire i meccanismi neuro-funzionali della me-moria, del linguaggio, dell’apprendi-mento, dell’attenzione, del coordina-mento visuo-motorio, della percezione visiva e uditiva e del controllo esecutivo frontale.

L’esame dei substrati neuro-fisiologici della mente umana deve partire dal-l’accertamento degli aspetti teorici di questo settore delle neuroscienze, dai suoi oggetti d’indagine, dal suo svilup-po teorico e dai suoi legami con altri saperi neuroscientifici. Di qui, la ricer-ca sulla natura dell’attività elettriricer-ca e magnetica del cervello, sui generatori neurali di questa, sulla morfologia e le proprietà neurofunzionali dei poten-ziali cerebrali uditivi, visivi e somato-sensoriali.

Una materia così complessa, difficile e delicata richiede l’uso di metodi specifi-ci, con particolare riferimento alle regi-strazioni unicellulari nei primati e alle registrazioni PET e fMRI nell’essere umano. Questioni importanti si rivelano la discussione dei risultati scientifici più recenti nello studio dei meccanismi at-tentivi nell’uomo; l’esposizione dei più importanti studi ERP e di neuroimma-gine sull’attenzione spaziale, l’attenzio-ne visiva selettiva, le funzioni dei lobi frontali; le ricerche sui meccanismi neu-rali della percezione visiva, dei processi linguistici e della memoria.

In virtù della ricerca elettrofisiologica

cerebrale, delle tecniche di visualizza-zione emodinamica funzionale cerebra-le (PET, fMRI, MEG), negli ultimi anni si sono accresciute le nostre conoscenze sull’organizzazione dei processi cere-brali che regolano le funzioni mentali dell’uomo.

Le neuroscienze cognitive fanno riferi-mento all’uso di misure delle funzioni fisiologiche ottenute nel corso di attivi-tà mentali e comportamentali, con lo scopo di evidenziare i processi e i mec-canismi che sottendono la mente. I pro-cessi fisiologici studiati includono sia l’attività funzionale del cervello, o ma nervoso centrale, sia quello del siste-ma nervoso periferico.

A partire dall’osservazione delle diffe-renze neurofisiologiche e inter-indivi-duali, vengono condotti studi trasversa-li, confrontando i meccanismi cerebrali di elaborazione della conoscenza in po-polazioni particolari, sia sane sia con di-sturbi psichiatrici o deficit neurologici: ad esempio, individui con affezioni o le-sioni neurologiche specifiche.

Gli studiosi che lavorano in questo cam-po ritengono che ai fini della compren-sione delle relazioni tra mente e cervel-lo sia importante conoscere la natura e l’attività funzionale degli specifici cir-cuiti neurali attivi in una regione cere-brale. E solo studiando il cervello uma-no, non considerato in isolamento, ma al lavoro nel suo contesto sociale, e i pro-cessi che sono propri unicamente della specie umana.

Storicamente, il termine “cognitivo” è riferito ai processi di conoscenza e di ac-quisizione dell’informazione. Per que-sto, le neuroscienze cognitive sono state considerate scienze della mente, identi-ficata come un sistema complesso di elaborazione dell’informazione. Nell’in-sieme, queste scienze includono innu-merevoli discipline.

Per comprendere la mente, è necessa-rio, per i neuroscienziati, comprendere sia il processo cognitivo sia le capacità mentali generali dell’individuo conside-rato come singolo e come entità sociale. Qualunque teoria della conoscenza non

può fare a meno di occuparsi dei pro-cessi mentali, da cui derivano il pensie-ro e la coscienza dell’uomo.

Nell’ultimo trentennio, si è assistito al progressivo avvicinamento tra le neuro-scienze in genere e la scienza cognitiva, tanto da portare alla fondazione, per l’appunto, delle “neuroscienze cogniti-ve” (Gazzaniga).

I neuroscienziati cognitivi, superando il dualismo tra mente e cervello, si sono focalizzati sullo studio integrato del funzionamento del cervello, con la con-vinzione che la mente e le sue funzioni non esistano “sganciati” dal cervello. Le straordinarie ricerche di Gazzaniga e Damasio hanno permesso di esaminare le riflessioni bioelettriche delle relazio-ni tra mente e cervello direttamente in individui umani neurologicamente in-tegri.

Attraverso l’uso di metodiche elettroni-che sensibili è possibile “marcare” le ri-sposte del cervello agli eventi-stimolo derivanti sia dal mondo esterno sia da eventi interni, quali l’attività cognitiva, percettiva, affettiva e motoria. Queste risposte sono divenute note nel loro in-sieme come “potenziali cerebrali cogni-tivi relati ad eventi” (Cognitive Brain

Event-related Potentials, o ERP).

Gli strumenti di ricerca per lo studio delle relazioni tra mente e cervello spa-zia da quelle microelettriche e topogra-fiche di visualizzazione funzionale a quelle elettro-magnetiche e magnetoen-cefalografia (MEG) e campi relati a eventi (ERP).

A partire dagli anni ’80 del Novecento, lo studio del cervello umano e delle mo-dalità con cui esso implementa le attivi-tà mentali è stato rivoluzionato dall’ap-plicazione di nuove tecniche (SPECT, PET, fMRI), in grado di generare in

vi-vo immagini funzionali del cervello in

tre dimensioni, mentre il soggetto sta eseguendo determinati compiti cogniti-vi o motori, o mentre cogniti-viene sottoposto a stimolazioni sensoriali, fornendo quindi informazioni sul coinvolgimento di spe-cifiche strutture cerebrali nel processo in esame.

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Rivista di psichiatria, 2010, 45, 1

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Ancora più elettiva a fini di ricerca ri-sulta la recentissima utilizzazione di metodi di ricombinazione (combining) delle misure derivate da diverse tecni-che, ad esempio delle immagini ottenu-te con MRI, fMRI o la PET con quelle

microelettroniche, o della MEG e degli ERP. Nonostante l’utilità dei diversi ap-procci singolarmente, solo un’integra-zione di essi potrà risultare veramente esaustiva.

L’insieme degli studi mostra le grandi

potenzialità che le neuroimmagini pos-sono offrire alla comprensione dei rap-porti tra processi mentali e substrati neurofisiologici.

Guido Brunetti

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