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Economia di guerra

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Academic year: 2021

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RICCARDO BACHI

ECONOMIA DI GUERRA

ÌGLI STUDI INO U OM O

a

R O M A E U N IV E R S E E E E „ IM P R IM E R IE F O E Y G E O T T E V illa U mberto I 19 18 '

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C e n tr o

RICCARDO BACHI

ECONOMÌA DI GUERRA

B i b l i o t e c a r i o , --- \

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J f o n d o c u o m o

• j b l i o t e c a

! GIOVANNI CUOMOh

SALERNO

R O M A i/ U N IV E R S E L L E „ IM P R IM E R IE P O E Y G L O T T E V illa U mberto I 1918

S S TE M A B BL OTECAR O D ATENEO SALERN O

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-D iscorso pron u n zia to il 18 novem bre 1 9 17

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Prim a di iniziare l opera d idattica nel nuovo anno ac cademico, consentite ch io invii un fervido salu to agli stu denti del nostro A teneo che hanno sacrificato la loro v ita per la P atria in questi lunghi anni di guerra, e a quegli altri che ancora ne faranno olocausto prim a che le arm i siano deposte.

Taluni fra questi discepoli nostri avevano, forse, nella loro m ente un pensiero in form azione, e avrebbero più tardi pronunciata una parola nuova, recata una luce nella scienza, collaborato nella eterna b attaglia per la conquista del vero.

Ma noi non dobbiamo rimpiangere il contributo che così m anca al progresso del pensiero, poiché la prem atura nobile chiusa della loro v ita giova parim enti al trionfo ed al progresso d ell idea italiana. A gli studenti cad uti sul cam po così come a tu tti coloro che ora sono m orti per la P atria vada riverente il nostro saluto. Su per i dirupi della Venezia triden tina e della Venezia Giulia, attrav erso la bianca neve trasp a riranno perenni le generose orme del sangue ora versato. L a v ita dei prodi lo tta to ri cad u ti non .è finita, poiché essi, in una form a ideale, rim angono su quelle balze e su quei di rupi come una guarnigione perpetua, come sentinelle cui niuno dà il cam bio, e che stanno eternam ente vigili a difesa della italian ità, in quei lem bi u ltim i della terra nostra. E in questi giorni in cui l alterna vicenda delle sorti m ilitari ha fatto per breve ora arretrare le nostre schiere, la sacra le gione dei m orti com pie ancora la sua funzione tutrice, quale avanguardia per un im m ancabile ritorno.

N egli anni decorsi, i miei predecessori e colleghi deputati a inaugurare l ’opera accadem ica in questi nobili convegni, solevano in tratten ervi intorno a qualche pura tesi di scienza. Ma gli even ti solenni che attraggono e assorbono ogni no stro pensiero e ogni nostro sentim ento, non ci consentireb bero di dedicare questa breve ora alla contem plazione d un qualche a stra tto problema. Gli atenei, in questo tem po tu r

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bilioso, non possono essere cenobi solitari, torri del silenzio, ma devono essere ora idealm ente sim ili alle fan tastiche torri descritte dal Tasso, m irabili strum enti di b a ttag lia . I nostri studi, in ogni loro ordine, non possono, non debbono prescin dere dal vasto u rto di popoli, di principi, di c iv iltà che si viene svolgendo.

Gli even ti dei grandi e v a sti anni in cui viviam o offrono ai cultori delle scienze economiche e sociali un m irabile cam po di osservazione, offrono le più varie e m utevoli condizioni, porgono l esperienza dei più am pi sobbalzi, delle estrem e tensioni di forze, delle più rare com binazioni di fattori. Già più vo lte da quando le dottrine econom iche sono assurte a regolarità e precisione e autonom ia di scienza una consimile condizione di cose si è p resen tata dinanzi agli econom isti. Così, quando il più acu to e innovatore degli econom isti classici, D avide Ricardo, d e tta v a i suoi P rin cipi, dinanzi alla sua m ente si parava lo spettacolo d ell eco nom ia britannica scossa dalle vicissitu d n i delle guerre napoleoniche, sconvolta da oscillazioni gravissim e risultanti nel credito, nella produzione, negli scam bi, nelle mercedi, nella finanza. Sebbene m olte vo lte la scienza econom ica già abbia potu to considerare le concrete ripercussioni della guerra sulla v ita econom ica dei popoli e degli Stati, tr a tta zioni sistem atiche sui lineam enti d ell econom ia di guerra si trovano solo recentem ente e più che altrove in Germ ania, e iv i hanno più o meno palesem ente l in ten to di tracciare le relative norme di politica econom ica e fanno parte di quel largo e vario m ovim ento in tellettuale d iretto a preparare l o dierno conflitto.

1 / assenza di particolari sistem atiche indagini su ll eco nomia di guerra da p arte dei m aggiori econom isti si deve al fa tto che in ve rità non v ha, non v i può essere una speT ciale distin ta dottrina d ell econom ia di guerra : la guerra m uta soltan to alcune delle condizioni di svolgim ento, di azione di talu n a tra le forze e le resistenze agenti a deter minare i fenomeni econom ici Sebbene nelle prim e ore di questa vasta pugna si sia m olto parlato di «fallim ento d ell econoniia politica », gli even ti econom ici di questi anni fortunosi sono sta ti una sicura riprova dei principi afferm ati dalla scienza.

Ma, m algrado non esista, adunque, una distinta dottrina deireconom ia di guerra contrapposta a quella d ell econom ia di pace, può giovare una som m aria analisi delle p articolari ca ratteristiche condizioni che la guerra a ttu ale ha determ inato nella v ita economica.

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C aratteristica fondam entale di tu tta la economia di guerra è la im possibilità della previsione economica, che si riconnette con la im possibilità della previsione politica, m ilitare, sociale sia relativa al presentarsi che allo svolgersi di un così eccezionale even to (i). È nota l im portanza della previsione neireconom ia : m olti a tti, econom ici di ogni or dine si basano su preven tive valutazion i di condizioni che si presenteranno in un tem po avvenire. N e ll opera specula tiva , trionfa chi sa più sicuram ente prevedere. N el tem po di pace, in via ordinaria, la previsione econom ica può basarsi quasi soltanto o prevalentem ente sulla valutazione di forze e circostanze economiche : valutazione che può essere più o meno agevole e poggiare più o meno sicuram ente su vere m isure oppure su generiche induzioni. Pel tem po di guerra la previsione econom ica è, può dirsi, impossibile perchè 10 svolgim ento futuro dipende in m olta e decisiva parte dal non divinabile presentarsi avven ire di svariatissim e condi zioni non economiche. Q uesta im possibilità di previsione impedisce o difficulta o rende assai aleatori m olti a tti eco nom ici a lungo decorso e rende eccezionale la form azione di imprese a lento am m ortam ento. D urante un conflitto in ternazionale vasto e complesso come il presente, tu tto è instabile e soggetto ad im provvise m utazioni : in b revi ore si svolgono trasform azioni che nel tem po di pace m aturerebbero lentam ente. U n dato sta to econom ico può così avere du r a t a brevissim a : il ciclo di un dato a tto deve poggiare su

un rapido e pieno am m ortam ento, su una relativam ente pronta risoluzione che non lo prolunghi fino a un tem po in cui le condizioni saranno spostate, in cui le forze agenti saranno contrassegnate da indici assai diversi. Q uesta dif ficoltà o im possibilità delle previsioni economiche accentua 11 carattere di alea per m olte opere, ne subordina l esecu zione a saggi di profitto particolarm ente elevati e la riserva a individui aven ti in alto grado le qualità psicologiche dello speculatore.

(i) « Finché la nostra previsione abbraccia il corso abituale delle cose si procede con sicurezza ; il mercante può contare sulla catena delle offerte e delle domande, il banchiere sul giuoco del credito, il soldato, il marinaio, l impiegato non sono de lusi nelle loro aspettative, e l indomani accorda sempre un premio ad ogni lavoro. Istessamente finché si considera la società sotto l ’aspetto tecnico se ne indovina facilmente l avvenire... M a quando si tratta degli avvenim enti più decisivi, che s inoltrano colla forza dei secoli, rivoluzioni o reazioni, i calcoli preventivi mancano

e la società si lascia sorprendere da Napoleone come da Robespierre, da Eutero quanto da W allenstein. » ( G i u s e p p e F e r r a r i , T e o r ia dei p erio d i p o litic i, parte I,

capitolo I). ’ ­ ’ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ' ­ ­

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Iva prim a fase del conflitto europeo ha presentato c a ratteri di acu ta crisi decisam ente divergenti da quelli delle fasi posteriori. L/im provviso scoppiare della v a sta guerra ha di colpo spostato le circostanze di svolgim ento di ogni opera econom ica determ inando im m ediatam ente divergenze enormi fra le situazioni prim a previste e le situazioni concrete. 1,0 spostam ento è risultato tan to più sussultorio appunto in quanto im previsto e perciò im preparato. Il passaggio violento da una posizione a u n altra estrem am ente diversa ha p o r ta to nei prim i mesi e specialm ente nei prim i giorni della guerra europea ad attriti, a difficoltà ta li nello svolgim ento della v ita econom ica, che la crisi d allora è indubbiam ente la più va sta e grave che la m oderna storia ram m enti. B ruschi e ampi sbalzi d un tra tto si determ inarono nel saggio di scam bio delle m erci contro denaro, di denaro o segni rappresen ta tiv i d un paese contro quelli di a ltri paesi, di beni a ttu ali con tro beni futuri.

I m eccanism i di m olti is titu ti così come le m enti di m ol tissim i uom ini non seppero tendersi, piegarsi, ad attarsi a t traverso l am pio velocissim o spostam ento. L iniziale inca p acità di adattam en to fu grave per talu n i istitu ti. I so ttili deli cati filam enti costituen ti la com plessa rete del credito in m olta parte risultarono come in terrotti, spezzati. A vvenne in un istan te e durò to ta le per qualche tem po la scom parsa d ell econom ia internazionale : di questa si era ven u ta fog giando sempre più com plessa lungo gli u ltim i decenni di pace la com plicata ossatura : il m eccanismo era m eraviglioso e de licatissim o e connesso m ediante m olteplici e m inuti congegni

in p arte in visibili coi sistem i delle singole economie n a zionali. Ma tu tta questa organizzazione, per quanto m ira bilm ente a rch itetta ta era foggiata com e in vista d u n a p a ce perpetua : al prim o rum ore delle arm i, nei pochi grandi giorni trascorsi tra la fine di luglio e il principio d ell agosto 1914, questo com plicato sistem a è cad uto in fran tum i ; dopo, per un tem po non brevissim o, non si potè parlare più di situazione econom ica universale : non esistette più una vera econom ia internazionale : spezzati gran p arte dei vincoli di colleganza, durante settim ane e mesi le singole economie nazionali si trovarono come isolate. Anche le m enti di m oltis simi uomini non seppero prontam ente adattarsi e comprendere con esattezza le novissim e circostanze. Il fattore psicologico influì, anche più che d ordinario, ad accentuare il sussulto, la crisi*: la im possibilità di concrete ponderate previsioni fece apparire alle tu rb ate m enti il cielo anche più nubiloso di quanto fosse : di fronte a ll ignoto futuro gli anim i e le m enti

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furono invasi da un senso di angoscia, di panico, dalla tem a che, anche nelle cose d ell economia, tu tto stesse per precipi

tare.

D ato il perturbam ento psicologico e la m ancanza di adattam ento di istitu ti e dato l im provviso spostam ento nelle condizioni di equilibrio economico, i fenomeni essenziali della anormalissima situazione lungo la prim a fase della guerra sono sta ti così per i paesi belligeranti come per la genera lità dei neutrali la cessazione dei rapporti creditizi con l estero e la cessazione o gran contrazione nei traffici per i divieti, per le difficoltà e i pericoli della navigazione e per gli stessi intoppi nelle relazioni m onetarie : e in secondo luogo la gran sensazione di incertezza riguardo a ll avvenire, che sospese ogni in iziativa e spinse ognuno alla realizzazione, alla vendita, alla riscossione dei crediti, alla conversione di beni e valori in m oneta, alla sostituzione d ell economia a contanti a quella creditizia. N e derivarono turbam en ti grandi nei rapporti di credito interni : intoppi nei trapassi dei beni, riduzioni nella velocità di circolazione della m oneta ; così si presentò la necessità di allargam enti nella circolazione car tacea per m obilizzare il m ovim ento econom ico intralciato dai ta n ti nuovi attriti. L affannosa dom anda di danaro provocò i ricordati bruschi rialzi nei saggi dello sconto ; la tendenza alla realizzazione si tradusse anche nella tesorizzazione d ell oro e persino della m oneta divisionaria e della carta, d onde difficoltà nei piccoli pagam enti. I turbam en ti nei rapporti creditizi anche interni, i sussulti catastrofici che nel sistema economico avrebbe portato il pieno svolgim ento della tendenza alla realizzazione, resero indispensabili generali alterazioni nella scadenza di taluni fra quei rapporti. Il tum ultuario svol gim ento del m ercato finanziario e m onetario rese necessaria la chiusura delle borse e la cessazione delle quotazioni ufficiali, a fine di evitare le grandi vibrazioni speculative che avrebbero aggiunto un elem ento di incertezza al già tan to instabile m o vim ento economico. I turbam en ti nel traffico interstatale delle merci, non solo facendo cessare per qualche tem po l esistenza di veri m ercati internazionali e la generale formazione di prezzi ma anche rendendo difficili gli scam bi e più costosi i trasporti, determ inarono intoppi grandi a ll approv vigionam ento di m aterie prime e m ateriali per le industrie e di derrate per il generale consum o : così derivarono nuovi elem enti di perturbazione nello svolgim ento d ell a ttiv ità in dustriale e di grave disoccupazione operaia.

D urante questa tum u ltu aria fase, ai reggitori dei vari S tati si sono presentati gravi e im pellenti problemi, la cui

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soluzione, salvo che in Germ ania, non era sta ta predi sposta da una anteriore elaborazione dottrinale. Talune de cisioni di ordine econom ico sono state grandi e solenni quanto quelle di politica estera che in quei giorni determ inarono la sorte e l urto dei popoli. Gli espedienti a d o tta ti sono sta ti talo ra assai stravag an ti : m ai i governi tan to addentro erano penetrati nei rapporti econom ici p riv ati e m ai ta n to influirono coi loro a tti, sul particolare svolgim ento degli

affari.

D urante i m em orandi e ardui mesi in cui si compendiò la prim a fase d ell econom ia di guerra, così da noi com e al trove, tu tti gli indici più sintom atici segnalano unanim i i lineam enti di grave depressione econom ica : e pertan to, sottile volum e nel traffico con l estero, ristagno nell a ttiv ità indu striale con profitti falcidiati, a lti saggi degli sconti, anorm ali ragioni dei cam bi, esiguo volum e per m olti tip i di transazioni bancarie, eccezionale copia di cam biali in sofferenza, contra zione grave n ell en tità dei depositi, forte ribasso nel valore di m olti tito li di credito, gran riduzione nel traffico m arit tim o e ferroviario, am pia disoccupazione m algrado i prim i richiam i m ilitari, indebolim ento nella resistenza operaia e cessazione dei conflitti del lavoro.

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Chiusa la prim a tu m u ltu aria fase, calm ati un poco i sobbalzi, l econom ia di guerra è v en u ta v ia consolidandosi in più stabili schemi, ridando una qualche calm a agli anim i ed alle m enti. L a v ita degli affari sembrò gradualm ente trovare un assestam ento nelle nuove pur tanto anorm ali condizioni e m olti organi del sistem a econom ico ripresero le funzioni. Così le a sp ettativ e a brevi risoluzioni poterono ancora form ularsi con qualche fondatezza infondendo sti m oli a ll a ttiv ità e anim ando specialm ente gli audaci. Indici va ri da noi come altrove presto segnalarono un più r it mico pulsare di parecchie sezioni d ell economia.

L a prim a fase fu determ inata, caratterizzata dal rapido passaggio del generale sistem a econom ico da una posizione a un a ltra pienam ente diversa, senza transizione, senza pre parazione. L a seconda fase presenta invece un esteriore ap parenza di stabilità attribuibile alla sensazione, presto form a tasi, che la guerra sarebbe sta ta assai lunga, e una apparenza di norm alità e di gran prosperità in m olte esplicazioni del m ovim ento degli affari. Queste parvenze sono fallaci. L a nuova

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e lunga fase d ell economia di guerra è segnalata dalla interna tendenza a spostam enti, prevalentem ente graduali (connessi in parte con l evoluzione del conflitto, col divenire della guerra sempre più va sta e accanita), che recano il sistem a eco nomico sempre più lungi dal tipo n orm ale; ed i lineam enti di prosperità che vanno ognor più accentuandosi sono fon dam entalm ente fittizi.

In questa fase, che ancora dura, l econom ia è tu tta n ell essenza sua, estrem am ente rem ota dallo svolgim ento consueto. N el nostro, come negli a ltri paesi belligeranti, tu tta la v ita econom ica è dom inata da un fenomeno gravis simo posto fuori d ell ordine econom ico : l econom ia diven ta sempre più simile a quella di una c ittà assediata, tan to il fenomeno «guerra» polarizza ogni a ttiv ità , ogni opera, spo sta e determ ina ogni situazione. Simbolo del dominio asso luto di questo fenomeno è la poszione nuova assunta dallo Stato. L o S tato, quale im prenditore della guerra, è divenuto il centro, il perno, il m otore d ell economia tu tta : esso è divenuto il soggetto di un m ovim ento econom ico colossale da cui dipendono m oltissim e fra le aziende individuali : esso im piega direttam ente o indirettam ente m ilioni di lavora tori, anima gran parte delle industrie che sono a ttiv e nel paese, m uove quasi tu tta la flotta m ercantile, esercita un v a

sto commercio, e so p ra ttu tto consum a una m assa enorme

di ricchezza. L a sezione fondam entale di questo m ovim ento economico di S tato è co stitu ita d all azienda economica m ilitare, vastissim o organismo in gran parte im provvisato dalla guerra. Q uesta azienda econom ica m ilitare solo indi rettam ente e secondariam ente tende a m odulare la propria azione in base al consueto principio della econom icità dei mezzi. Q uesta è circostanza fondam entale, che determ ina o concorre a determ inare talune fra le linee essenziali d ell eco nomia di guerra. D a ta l im pellenza d ell alto e non economico fine, la dom anda posta dall azienda m ilitare nei vari ordini di m ercati tende a m antenersi invariata m algrado il rialzo della ragione degli scambi. Q uesta circostanza, anche indipen dentemente dalle m isure di politica econom ica, concorre a spiegare il dominio dello S tato sul m ercato di m olte merci e prodotti, sul m ercato m onetario e creditizio e sulle direttive

di m olte industrie e concorre a spiegare la tendenza

al rialzo dei prezzi delle m erci e anche la tendenza al rialzo nel saggio di vari ordini di profitti e redditi, i

A ltro fondam entale e sempre più appariscente carattere dell econom ia di guerra in questa sua seconda fase, è finora quel ripugnante aspetto di grande prosperità. Il m ovimento

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degli affari è quanto m ai febbrile ed ha innalzato ben al di sopra dei m assim i finora registrati gli indici raffiguranti varie fra le sezioni d ell economia. Il com m ercio con l estero, che negli albori della guerra sem brava vo tato a gravissim e falcidie, v a n ta invece cifre giganti. L a ttiv ità di gran parte delle industrie obliato orm ai ogni lontano cenno di fiacchezza

pulsa instancabile, si dilata, si m oltiplica, invocando affan nosam ente nuovi m ezzi, più copiose m aterie, più numerose braccia. A ltezze grandi, eccezionali, m ostrano anche le curve raffiguranti talu n i asp etti del m ovim ento bancario, del tra f fico finanziario, del giro m onetario. Parecchi di questi ca ratteri sono conform i a* quelli della fase di ascesa che nel ritm o ordinario precede la fase di depressione : si ha la grande dilatazione nel traffico, i subiti guadagni, la tendenza a creare nuove imprese, i forti investim enti in società anonime, l in crem ento nel comm ercio con l estero, il rialzo nei prezzi, nel saggio dei profitti e degli interessi, l ingrossarsi dei depo siti bancari, una m aggiore velocità nella circolazione m one taria, un più intenso m ovim ento ferroviario, la tendenza al rialzo nelle quotazioni dei tito li a reddito variabile, un

pertinace senso di ottim ism o nel mondo dei produttori,

che provoca certe singolari audacie, che anim a m olte speranze e vela le ta n te incognite del futuro.

Q uesta paradossale e triste prosperità econom ica che allieta di opimi redditi talu n i singoli n ell ora m edesim a sa cra ai sacrifici e alle rinunzie è nel suo com plesso e nella sua essenza, sotto vari riguardi, una parvenza fallace, ram pol lante da elem enti fittizi. Il largo ritm o risultante per la ge nerale econom ia deriva essenzialm ente dal fatto che il « flusso » attu ale di ricchezza viene dilatato, specialm ente ad opera dello S tato , m ediante riduzione del « fondo », e così, a parità di altre condizioni, con riduzione del flusso futuro. Q uesta grande dilatazione nel flusso della ricchezza si riconnette col fatto che, nella serie dei bisogni soddisfatti, dei consum i operati m ediante quel flusso, si tro v a intercalato, in confronto col tem po di pace, il bisogno di guerra, l am aro e pur così indefettibile bisogno di consum are ricchezza per distru g gere v ite e altre ricchezze: la dilatazione nel flusso viene provocata, sebbene la guerra alterando la graduatoria e la intensità degli altri bisogni, assottigli (ma non adeguatamente) in complesso la sezione del flusso che n ell insieme viene ad essi destinata. L a dilatazione del flusso attu ale di ricchezza a v viene con espedienti svariati. Fra quelli che più specificamente sortono tale effetto, ricordiamo : i p restiti a ll estero ; la ven dita a ll estero di tito li di credito o di beni vari operata dallo

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S tato in cam bio di beni di uso bellico ; la ven dita a stranieri di miniere, imm obili ed altri capitali (non rara in questi anni in cui tan to si svolge la penetrazione economica fra gli alleati) eseguita da p rivati con destinazione consuntiva e non riproduttiva del provento ; l insufficiente am m ortam ento e sostituzione di capitali fissi ; il d iretto impiego per uso bel lico di elementi facenti parte del capitale fisso (ad es. il con sumo di p arti di m acchinario form ate di rame per la fabbri cazione di proiettili), e analogam ente l esaurim ento o la con trazione degli stocks di m olte merci utilizzate direttam ente per uso di guerra: di talune fra ta li m erci esistevano nel tem po normale stocks frazionati, occulti, esercitanti una non lieve influenza nello svolgim ento del traffico e d i prezzi: l esauri m ento loro durante la guerra imporrà poi la non agevole gra duale nuova formazione. 1 / anticipata utilizzazione di capitali e di redditi futu ri con una destinazione non econom icamente riproduttiva non è anim atrice di una vera fisiologica prospe rità : la situazione com plessiva è paragonabile a quella del singolo im provvido che in un dato spazio di tem po opera un dispendio superiore al reddito dilapidando il patrim onio. A ltro più decisam ente fittizio fattore della intensità nel m ovim ento economico è la inflazione, la dilatazione del medio circolante legale in piccola parte soltanto necessaria per attenuare a ttriti e consentire il più agevole svolgim ento delle grandi operazioni creditizie di S tato. Sono noti i viziosi effetti che derivano da una tale dilatazione, lo stim olo alle speculazioni, la fittizia animazione che essa imprime alla produzione m entre si svolge l im m ancabile processo del rialzo nei prezzi e del relativo riassetto delle condizioni economiche sulla base delle m utate ragioni di scambio. L econom ia di guerra in m olti paesi è segnalata dallo svolgim ento d una inflazione car tacea via via accentuantesi, che rende sempre più artifi ciali le basi del sistem a e renderà in avven ire più grave e dif ficile il ritorno alle condizioni regolari.

Una fuggevole considerazione delle deform azioni che la guerra apporta nelle singole sezioni del processo economico meglio può chiarire le singolarità della v ita della ricchezza nel tem po che volge. N ei riguardi della produzione de1 le cose sta fondam entale il f a t t i che la guerra, m entre attenua od elimina m olti bisogni presso i singoli e la collettività, crea altri bisogni estrem am ente im pellenti : si hanno decrementi e increm enti di dom ande di beni in confronto con la situazione che si sarebbe presen tata ove la guerra non fosse stata : l assieme degli increm enti supera di gran lunga l assieme dei

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decrementi. L a nuova o d ilatata dom anda si presenta sul m ercato rispetto a beni determ inati : secondo che nota insi stentem ente il Pantaleoni, sono beni determ inati quelli che si dom andano per lo svolgim ento della guerra e solo la dispo nibilità di quei dati beni consente tale svolgim ento : la dispo nibilità di denaro o di beni d altro tipo, qualora la perm uta non possa avere luogo, torna vana. L a dom anda di m olti beni di uso bellico si presenta, in genere, ad opera dello Stato, come m olto elastica, secondo che g;à abbiam o notato : dato il consumo veram eute enorme, lo spreco che di talune sostanze richiede la rivelatasi tecnica della guerra, la dom anda spesso è lim itata solo dalla dimensione m assima che l offerta raggiunge o può raggiungere. L a dom anda dello S tato, per l im pellenza sua, deve scacciare ogni dom anda rivale : questa eliminazione di concorrenza avviene mediante espedienti v a ii di politica econom ica ispirati dalla eccezionalità dei casi, e così m ediante la requisizioni, le « precettazioni », d ivieti di esportazione, e forme più o meno decise di controllo della produzione o di esercizio di S tato delle imprese : quella elim inazione avviene anche mediante l accettazione da parte dello S tato di un li vello sufficientemente elevato di prezzi. In m olti casi (prescin dendo dagli effetti sulla distribuzione della ricchezza) quest ul tim a è la form a migliore come quella che stim ola la produzione al massimo : l adozione ne è però ostacolata da fatto ri vari, non ultim o fra i quali il prevalere negli am bienti governativi di opinioni aventi dubbia fondatezza intorno a taluni aspetti dell economia industriale. L o spostam ento dell a ttiv ità produt tiv a verso l ottenim ento su vasta scala degli speciali beni neces sari per lo svolgim ento della guerra norm alm ente avviene con un incremento di costo, in confronto con la situazione anteriore

indipendentem ente dal fattore m on etario per il m aggiore

rischio e più alto prezzo dei trasp orti e sperchè spesso le più copiose m aterie prim e vengono prodotte in condizioni sempre più sfavorevoli, a costi crescenti : ad esempio la produzione su più va sta scala dei m etalli (tanto essenziali per gran parte dei m ateriali bellici) rende necessaria la coltivazion e di m i niere meno fru ttifere e di stra ti più profondi. Si trovan o sovente nella posizione di im prese m arginali, operanti con costi più elevati anche le im prese che hanno trasferito la loro a ttiv ità da uno ad altro ram o di produzione.

A i fatto ri tecnici re ca rti increm enti nei prezzi di dati beni si aggiunge generale, gravassimo il fattore m onetario. L a circo làzione è fortem ente d ilatata non più come nell? prim a fase per facilitare il m ovim ento creditizio e attenuare gli a ttriti in

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-rapporto alla dim inuita velocità di circolazione della moneta, ma invece per fornire al Tesoro m ezzi apparentem ente gra tuiti per sostenere le spese di guerra : la gratu ità di questo pre stito è solo apparente poiché di fronte al vantaggio per il Tesoro dato dalla assenza di interesse stanno i m ali gravissim i che alla co llettività derivano dalla instabilità del regime m o netario : la patologica dilatazione della m assa di medio cir colante legale si traduce in rialzo nei prezzi delle m erci così come la dolorosa esperienza secolare ha dim ostrato, azione che è riconosciuta anche dagli econom isti che r e i riguardi della m oneta costosa dissentono dalla dottrina quantitativa. L a esperienza pure dolorosa dei nostri giorni m ostra come nei vari paesi alla dilatazione della circolazione cartacea faccia riscontro un crescente livello generale dei prezzi che sovverte i rapporti pecuniari e che in un secondo tem po lede gra vem ente anche l erario riducendo la consistenza effettiva dei tribu ti e delle altre entrate e accrescendo il dispendio anche per gli acquisti di m ateriale bellico. Q uesta patologica dilatazione della circolazione cartacea si riconnette con le alterazioni m o netarie del passato con la « peste m onetaria » il « morbus numericus » di cui favella il Messedaglia per cui i principi falseggiavano variam ente la m oneta « facendo m onete leggere, ovvero di più bassa lega per l eguale peso, e decretando che dovessero ciononostante essere accolte sull egual piede del l altre e m igliori ; ritirando per lo più le antiche e dichiaran dole fuor di corso, vietand o le contrattazion i in esse, anche in form a di sem plice m oneta di conto e cam biandole forzo samente con le nuove ; oppure assegnando come che fosse ad alcune nuove m onete o ad altre già in corso un valore su periore a quello che avrebbe dovuto loro com petere per giu sta misura ». Se econom icam ente queste emissioni cartacee sono analoghe ai procedim enti frodolenti delle alterazioni m onetarie che la storia ha degnam ente infam ati, da un punto di vista ideale (prescindendo dalle possibilità che avrebbe offerto una rigidissima condotta economica della collettività e dei singoli) esse si riattaccan o con le tante misure economiche irregolari consciam ente ad ottate in ore estrem e e così ad esempio con la emissione della m oneta ossidionale avven u ta in Gerusalemm e assediata, m oneta designata con la dizione scultoria di « m oneta del pericolo » e con la « m oneta pa trio ttica » emessa in V enezia assediata sptto la garanzia di privati cittadini.

A lle m utate condizioni della produzione e della circola zione corrispondono adunque rialzi nei prezzi che hanno por tato nei vari paesi il generale livello alle altezze estreme se

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gnalate dalla storia econom ica dei tem pi moderni. L e serie di num eri indici c o m p ita ti da v a ri autori danno grossolane raffigurazioni, e misure di questo grande rialzo nei prezzi, il quale è ven uto variam ente m odulandosi nel tem po e ha pro d otto gravi spostam enti nella distribuzione della ricchezza, corrispondenti a quelli in altre epoche più lentam ente pro vo cati dalla scoperta di nuove ricche miniere d oro. Il rapido m utare nel valore della m oneta legale rende instabili tu tte le posizioni e aggiunge un nuovo form idabile fattore di incer tezza sullo svolgersi della economia attraverso il tempo, e così contribuisce ancora a difficultare ogni ten tativ o di previsione economica.

L a inegualm ente larga emissione di carta m oneta ope rata da m olti S ta ti e gli spostam enti avven u ti nel traffico e negli a ltri m ovim enti econom ici internazionali si sono tr a d o tti in gravissim a guisa sui rapporti m onetari fra paesi e paesi. L un go la prim a fase d ell econom ia di guerra il fenomeno poteva sembrare transitorio e le stesse disordinate oscilla zioni dei cam bi potevano ricon netterlo essenzialm ente con la instabile perturbata situazione, L an orm alità dei rapporti m onetari è andata invece lungo la seconda fase sempre più accentuandosi. L a distinzione si stabilisce naturalm ente fra i paesi b elligeranti e i neutrali : i cam bi sono diven uti sempre più sfavorevoli ai prim i nei rapporti coi secondi. Prescindendo dal particolare caso d ell Inghilterra i cui cam bi presentano perdite relativam en te lievi e solo negli u ltim i tem pi, m algrado abbia potuto anche col com plessivo aiuto degli alleati mantenere la convertibilità del biglietto, causa fondam entale di questo grave fenomeno dei cam bi perdenti è per gli altri paesi belligeranti il carattere m alsano della circolazione : le rigu rgitan ti masse di carta risultano ta n to più pesanti in quanto, com parativam ente col tem po di pace, so tto un certo riguardo, il volum e degli affari è presum ibilm ente dim inuito : .sono invero di m olto dim inuite le transazioni strettam en te p rivate ed il m ovim ento che si im pernia nello S tato, per quanto vasto , ha in m assim a la caratteristica di non deter m inare un rinnovantesi giro di scam bi corrispoùdente a quello che produrrebbe un pari m ovim ento economico pri vato .

L a bilancia dei pagam enti con l estero presenta, negli anni di guerra, per i paesi belligeranti, variazioni enormi in confronto al tem po di pace. P er alcuni paesi m ancano o operano assai meno che d ordinario talune partite a ttiv e : così per l Italia sono presso che cessati gli apporti dei fore

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tieri e degli em igratili. I l m ovim ento comm erciale si con creta in fortissim i sbilanci fra le due correnti del traffico senza che l asprezza dei cam bi operi, come di consueto, alla promozione delle esportazioni e contrazione delle impor tazioni, poiché il fenomeno extra econom ico dominante l eco nomia impone la lim itazione o il divieto delle esportazioni e rende imprescindibili vastissim e importazioni. N ei primi tempi della guerra le potenze dell Intesa hanno trasferito pei mezzo dell Inghilterra in Am erica quantità notevoli di m etallo e anche gli Im peri centrali hanno più volte fatto im portanti invii d oro nei paesi neutrali. Ma questi m ovim enti aurei hanno gnportanza minima in confronto con l enorme am piezza degli sbilanci che si tratterebbe di colm are : in pratica l oro durante questi anni di guerra ha perduto la sua funzione di mezzo internazionale di pagam ento : i paesi belligeranti hanno rigorosam ente riserbato allo S tato la facoltà di operare tra sferim enti di m etallo con l estero, così che i saldi con l estero

da parte dei p rivati hanno luogo solo m ediante divise e la com pravendita d ell oro a ll interno ha iilevan za minima. 1 vari paesi belligeranti, dopo la prim a fase, hanno curato coi più svariati espedienti di accrescere l en tità delle loro r i serve auree in relazione alla dimensione gigantesca delle cir colazione cartacea : ciò, si direbbe, più per un m ovente psi cologico che per un concreto m ovente economico, solo per dare una illusione di maggiore consistenza a quella circolazione e non per assicurare il cam bio dei b iglietti, cam bio che non avviene : diciam o illusorio m ovente, nei rigurdi della situazione attu ale, poiché quella circolazione poggia non sul tenue cu mulo d oro ma stilla generale fiducia nella consistenza attuale e futura dell economia nazionale. D el resto, se gli S tati belli geranti lim itano gelosam ente l uscita del loro oro, vari tra gli S ta ti neutrali si m ostrano repellenti contro l afflusso del m etallo che dilatando presso di essi la circolazione aurea ac canto a quella cartacea, produrrebbe, o meglio accentuerebbe, presso di essi il fenomeno del gran rialzo nei prezzi col tr i ste corteo che ad esso si accom pagna degli squilibri distribu tivi, dei contrasti sociali e dello stimolo alla sovraproduzione, taluno fra i paesi neutrali, meglio preveggente, lia richiesto a dirittura con form ule varie lo scambio delle proprie merci contro merci anzi che contro lo svilito m etallo.

Prescindendo dalle operazioni bancarie elim inanti i tran sitori squilibri fra domanda e offerta di divise estere e da altre tenui partite, spetta allo S tato la non agevole funzione di colm are il disavanzo nella bilancia dei pagam enti L a funzione è essenzialmente esercitata mediante l appropria

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-zione volontaria o co attiv a ado S tato dei titoli di credito esteri esistenti in paese per l alienazione fuori dei confini e con la stipulazione in varia form a di prestiti a ll estero. Q uest ultim a provvidenza, soltanto, ha acquistato una grande am piezza ed efficacia ed essa v a anche divenendo sempre più

decisam ente strum ento di appropriazione al presente di

redditi futuri.

A lle grandi anorm alità create dalla guerra nei rapporti m onetari con l estero fanno riscontro singolari vicende in parte ram pollanti dagli stessi fatto ri nel m ercato m one tario, nel m ercato finanziario e nel m ercato dei beni futuri, vicende in parte contrarie a quelle segnalanti la prim a fase d ell econom ia di guerra.

N el m ercato del denaro a breve scadenza i primi m esi della guerra sono s ta ti contrassegnati da altissim i e disor dinati saggi di sconto d ovuti al senso di panico e alla gen e rale tendenza per la realizzazione, per cui, alla affannosa domanda, corrispondeva una • eèigua offerta : spesso quegli altissim i saggi erano solo nom inali essendo minima o n ulla la carta amm essa allo sconto presso gli istitu ti di credito. T rascorsa la prim a fase sussultoria, il m ercato m onetario nei vari paesi è contrassegnato da saggi m iti, spesso assai m iti e questa m itezza tro v a in qualche paese un co rrettivo solo nella politica finanziaria dello S tato il quale con appro priate forme di prestiti riesce ad assorbire cospicue masse di danaro disponibile per brevi investim enti e così ad assottigliare l offerta ordinaria. Questa più lunga e stabile fase d ell economia di gu erra è segnalata adunque dallo stran o fenomeno di un gran rigurgito di denaro che dilata sm isu ratam ente i depositi delle banche e delle casse di risparm io • e che ricerca voglioso i brevi investim enti. Sarebbe fallacia attribuire a questa copia il carattere di indice del benessere così come si fa in tem pi più sereni e riposati : questo afflusso dei depositi è in relazione con l incremento nella m assa del medio circolante, esistendo fra volum e monetario e depositi quella proporzione dim ostrata dal Fisher : tale afflusso, sotto altro riguardo, si riconnette col meccanismo stesso dell eco nomia di guerra che trasferisce redditi futuri in attu ale flusso di ricchezza, ricchezza che in p arte è distrutta nel consum o bellico e in parte m igliora la posizione di alcuni singoli con gli extrared d iti che crea, extrared d iti che per una frazione soltanto sono dedicati a un più largo consumo e a n u ovi im pianti e per altra frazione non esigua affluiscono su que sta sezione del m ercato dei capitali mobiliari accrescendo

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-così l offerta di denaro e il ribasso dello sconto (i). A lla larga disponibilità di danaro per investim enti brevi non corri sponde una parim enti copiosà dom anda : gli increm enti nelle cifre designanti nelle ordinarie situazioni l entità dei portafogli delle banclie non devono indurre a fallaci conclu sioni poiché in quei portafogli trovano ora posto grandi cu m uli di tito li di S ta to a breve scadenza che costituiscono per le banche un ad atto investim ento degli esuberanti fondi. L a com parazione fra depositi e portafogli è indizio di squi librio e non di m utato equilibrio nel m ercato dei capitali m obiliari, squilibrio determ inato anche sotto altro riguardo dal meccanismo d ell econom ia di guerra in quanto la posi zione assunta cW.llo S tato riduce di m olto il giro cam biario sia con le vaste operazioni economiche curate direttam ente dallo S tato sia colla conseguente più frequente regolazione a contante delle transazioni : questa introm issione dello S ta to viene in qualche guisa in parte a spostare la domanda di cap itali futu ri dal m ercato dei capitali a breve scadenza a quello dei capitali a scadenza lunga e in parte a m utare lo strum ento per la dom anda (sostituzione del buono del T e soro o altro titolo alla cambiale).

A lla ricordata abbondanza di disponibilità nel m ercato del capitale m obiliare corrisponde anche l andam ento del m ercato finanziario, ben diverso da quello che ha contras segnata la prim a fase d ell econom ia di guerra: m entre allora, dominando il panico, l incertezza e la deficienza di m ezzi liquidi, le quotazioni dei tito li a reddito variabile erano assai depresse, nella seconda e più stabile fase dell economia di guerra il m ercato finanziario si è orientato riguardo ai detti tito li verso un sostegno assai deciso, talora anzi verso una vera speculazione al rialzo : tale tendenza è docum entata e m isurata dalle serie dei numeri indici che vengono com p u tati riguardo ad alcuni m ercati e così anche dai numeri indici da noi com putati riguardo al .m ercato italiano (2). N ei m ercati finanziari p rivati così come nelle borse ufficiali è avven uta una selezione di tito li corrispondente alla sele zione tecnica operata dalla guerra nelle industrie in confronto col tem po di pace : m entre rimangono negletti e depressi i valori di a ttiv ità economiche rallen tate dalla guerra, godono di grandi rialzi i tito li delle a ttiv ità da questa dilatate, le

(1) Cfr. G. B o r G a tta , I l m ercato ca p ita listico ed i l su o fu tu r o andam ento

[R iv . soc. com m ., ag. sett. 1 9 1 7 ) .

(2) V. L I t a l ia econom ica n el 1916, pag. 101 105. ’ ­ ’ ­ ­ ­ ’ ­ ­ ’ -’ ’ ’ ­ ­ -' ­

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cui aziende hanno p otuto agevolm ente raggiungere profitti elevati.

A l contegno sostenuto del m ercato fin an ziario c c n tii buisce quel senso di ottim ism o, assai probabilm ente infon dato, che dom ina in talu n i am bienti nei riguardi del tem po posteriore alla guerra, corrente psicologica corrispondente a quella che si svolge in via ordinaria nelle fasi ascendenti del ritm o econom ico e che accen tua i sussulti e le rovine quando si inizia e si svolge la fase discendente. L am piezza delle disponibilità sul m ercato dei cap itali mobiliari, come anim a questo particolare andam ento del m ercato finan ziario così ha segnato una vivacissim a ripresa n ell eserci zio del credito m obiliare : si n ota in v a ri paesi una decisa tendenza a increm enti di cap itali di società anonime, a nuove creazioni e specialm ente a fusioni con dilatazioni di m ezzi. Q uesto m ovim entò determ inato dal rigurgito di danaro derivante dal m eccanism o fondam entale d ell economia di guerra, in parte non piccola potrebbe dirsi nominale, corri spondendo a un processo di assestam ento d ell economia p ro d u ttiva verso la nuova posizione determ inata d a ll alto livello dei prezzi, dalla declinante potenza d acquisto della m oneta. In parte l audace esercizio del credito m obiliare ad opera di banche contem poraneam ente esercitanti tale credito e il credito ordinario, è alim entato dai copiosi depo siti : si ha così un trasferim ento di m ezzi dal m ercato a breve scadenza a quello a scadenza lontana, trasferim ento che l e sempio del passato e le grandi incognite d ell a w e n ire pos sono fare reputare im provvido, rischioso.

N el m ercato dei capitali vogliosi di stabile investim ento non soggetto ai rischi d ell im presa, dei cap itali a lunga sca denza, il prezzo è andato v ia v ia crescendo dagli inizi della

guerra, in parte proseguendo fortem ente accentuandolo

un m ovim ento che già si delineava.

Q uesto m arcato rialzo nel saggio d interesse, salutante gli inizi stessi della v a sta conflagrazione di p o p o li, richiam a alla m ente l am aro d ettato di Lucano in quella sua m ira bile in v e ttiv a contro i m ali m orali e politici della guerra :

Hinc usura vorax, avidunque in tempora fcenus, et concussa fides, et multis utile bellum (i).

Ma come prosecuzione del m ovim ento anteriore il grande rialzo nel saggio di interesse ha significato solo nominale poiché

(i) Farsaglia, I , 181 2. ­ ’ ­ ’ ­ ’ ­ ’ ’ ’ ’ ­ ’ ­ ’ ­ ’ ­ — -— ’ ’ ­

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al pari di tan te altre variazioni avven u te neH eeonomia di guerra si ricongiunge col deprezzam ento nel valore della m o neta. Ma, ancora una volta, l errore di previsione, già documen tato dal Fisher (i) riguardo alla fase anteriore, fa sì che il rialzo nel saggio di interesse non sia corrispondente al ribasso che si svolge nel valore della m oneta, così che al rialzo nominale corrisponde un ribasso reale, e, contrariam ente alle apparenze, la classe dei debitori è a vva n tag g ia ta a danno di quella dei creditori ; e così, ad esempio, nelle imprese estendenti ora la loro a ttiv ità con capitali stabilm ente to lti a prestito, i saggi di interesse del 5 e del 5 34 % ora correnti, sembrano per ora inadeguati a correggere i prosp ettati svolgentisi ribassi nel valore della moneta, in guisa che, in confronto colla variazione che avviene nei saggi dei profitti, l emissione delle obbliga zioni sulla base di quei tassi sem bra preludere, sino a che tali ribassi avvengono, a un in a vvertito trasferim ento di ricchezza dagli obbligazionisti agli azionisti. A ccan to al fattore m onetario contribuisce a determ inare il rialzo nel saggio di interesse la p rosp ettata grande contrazione nel flusso del reddito norm ale dovuta alla v a sta distruzione di capitali operata dalla guerra, contrazione che altera il rapporto di preferenza dei beni a ttu ali in confronto con i fu tu ri : questa tendenza al rialzo è accen tu ata anche dal fa tto che la pre sunta form a del flusso di reddito lungo il futuro prospetta la ben fondata probabilità di un allargam ento di tale flusso soltan to in un futuro relativam ente rem oto quando l operare n ell equilibrio econom ico e sociale di forze diverse e compen satrici di quelle attualm ente agenti, avrà provocato una ripa ratrice accum ulazione di capitale e così ripiegato verso l ascesa la cu rva ora scendente segnante l am piezza del flusso di red dito. A l rialzo nel saggio di interesse ancora concorre l ele m ento del rischio che più grave che d ordinario si presenta in un tem po di ta n ta instabilità, èùi ìe p iù estrem e alterazioni nell ordine delle cose paiono profilarsi m inacciose nel tene broso orizzonte : il rischio fatto si .relativam ente grave ha presso che esclusa l esistenza d^TCbsì d etti «investim enti di tu tto riposo » e pertan to accentua la preferenza del bene pre sente in confronto col bene futuro. A contrastare un poco l effi cacia d i questo ultim o fattore, sem bra si siano accentuati, presso una zona almeno della popolazione (quale aspetto di una delle m olteplici innovazioni sociologiche recate dalla guerra), gli istin ti o, come dice il P areto, i residui della per sistenza degli aggregati e così i sentim enti della previdenza

(1) Ir v i n g Fi s h e r, T h e rate of interest, s p e c i a l m e n t e c a p . X IV . — ’ — ­ ’ ­ ’ ­ ­ ’ ’ ­ ­ ’ ’ ­ ’ ­ ’ ’ ­ ’ ­ ' ­ ­

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sia nei riguardi in dividuali che di fronte alla posterità, ele m ento questo che atten u a la preferenza dei beni presenti in confronto coi futuri.

D ello svolgim ento d ell ascesa nel saggio di interesse sono indice i tassi fìssati via via nei va ri paesi per l emis sione dei p restiti di guerra ; questi prestiti sono sta ti gli esponenti della m u tata situazione del m ercato dei capitali. R iguardo a ta li p restiti l am pia variazione a vven u ta preco cem ente, sin dai prim issim i tem pi, m ostra com e per essi si presentino quei fatto ri speciali accen tuanti il fenomeno di cui parliam o ed operanti, come spiega il Fisher, analo gam ente ai p restiti co n tra tti da singoli nel caso di sventure riducenti im provvisam ente e transitoriam ente il flusso del reddito. L ascesa nel saggio d interesse per i debiti di guerra si è andata rallentando ; ciò sia perchè nei m odi già accen n ati gli S ta ti hanno trasferito la loro dom anda in parte ri levan te sul m ercato dei cap itali a b re v e scadenza sia anche perchè i fo rti inasprim enti tributari, coraggiosam ente ope rati da parecchi Stati, hanno m olto a tten u ato anzi l elem ento

del rischio.

Il rialzo nel saggio di interesse corrente, determ inando un nuovo rapporto per la capitalizzazione dei redditi, ha ope- rato un brusco forte ribasso nel valore dei tito li a reddito fisso, degli im m obili e degli a ltri consim ili capitali, segnando una form idabile falcidia nella en tità nom inale di m olti pa trim oni.

N el m ercato del lavoro si presenta assai appariscente VI consueto contrasto tra la prim a e la seconda fase d ell eco nom ia di guerra. N ella prim a, il generale disorientam ento si è tra d o tto in arresto o rallentam ento di m olte a ttiv ità econom iche, e così in una minore dom anda di lavoro ; la prim a fase è sta ta contrassegnata p ertan to da una grave disoccupazione e da una sensibile depressione delle mercedi. Sulla situazione del m ercato del lavoro lungo la seconda fase ha esercitato decisiva influenza la fortissim a crescente sottrazione di braccia avven u ta per i richiam i m ilitari ; in tu tti i paesi m ilio ii e m ilioni di uom ini sono sta ti so ttra tti a ll ordinaria occupazione e applicati ad u n opera a lta tanto, m a non econom ica, la difesa della patria.

A questa accen tuantesi diminuzione nella offerta di braccia fa riscontro, nei riguardi della domanda, la riper cussione sul m ercato del lavoro di quello spostam ento già avvertito nelle a ttiv ità p rod uttive provocato dalla guerra colla dom anda im pellente di speciali beni di uso bellico ;

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date le caratteristiche economiche di tale dom anda per cui essa tro va in m olti casi come solo lim ite la possibilità te c nica del presentarsi di offerta, è necessario che per m olti beni la disponibilità degli a ltri fatto ri di produzione non risulti esuberante per la scarsità del fattore mano d opera. Così, nel supremo interesse nazionale, con espedienti vari si procura il massimo possibile afflusso di mano d opera in queste svariate produzioni m ilitari. Il com plessivo intenso svolgim ento di a ttiv ità p ro d u ttiva che segnala l economia di guerra traducendosi in una fortissim a dom anda di braccia, si ha nel m ercato del lavoro uno squilibrio sempre più ac cen tuato fra dom anda e offerta di m ano d opera che orienta il m ercato in senso sempre più favorevole alla classe operaia. Il conseguente rialzo delle m ercedi appare in genere massimo in alcune tr a le più essenziali produzioni belliche ; si citano dei casi di m ercedi veram en te assai elevate in confronto col livello anteriore : non si hanno jJerò elem enti per giu dicare quale variazione sia in generale avven u ta nel sag gio reale delle m ercedi dato il parim enti fortissim o sposta m ento nel potere d acquisto della m oneta. L e particolari condizioni del m ercato hanno prodotto la tendenza alla m aggiore intensità possibile del lavoro sia mediante l ado zione di adatte stim olatrici form e di cottim o, sia con la sospensione delle leggi lim itatrici e tutrici. Q uesto vasto e intenso sopralavoro è una necessità d ell ora, m a una assai triste necessità : gli incancellabili funerei ricordi dei primi foschi tem pi della grande industria sono un solenne m onito sui m ali fisiologici e sociali delle troppo spossanti giornate

di lavoro.

L odierno sopralavoro congiunto con l insufficiente con sumo provocato in qualche sezione della classe meno abbiente

dal rialzo dei prezzi significa indubbiam ente una depressione nell efficienza futura del m ateriale umano, un im poveri m ento dei capitali personali, ed è certo la più triste form a di traslazione di redditi dal futuro al presente, traslazione im provvida precisam ente come il m ancato o insufficiente am m ortam ento e sostituzione di talune sezioni del capitale tecnico che ora è assoggettato a una a ttiv ità eccezional mente intensa. A ltra grave conseguenza della situazione del m ercato determ inata dalla guerra è la enorme dilata zione del lavoro femm inile ; il quale si è applicato a sosti tuire la m ancante opera maschile nelle più svariate sue form e,

neH industria, n ell agricoltura, nelle am m inistrazioni, nei pubblici servizi, anche in occupazioni cui il fragile corpo

femminile parrebbe più inadatto. ISfon si tra tta solo del la ­ ’ ' ’ ’ ­ ’ ­ ­ ­ ’ ’ ­ ’ ’ ’ ­ ’ ­ ­ ­ ­ ’ ’

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-voro generico, squalificato, m a anche di la-voro com plessa cui le facoltà della donna non parevano offrire sufficiente preparazione e attitud in e, come la direzione di imprese com m erciali e industriali e la direzione di aziende agrarie. Q ue sto vasto sforzo com piuto dal sesso debole è atto m irabile e m agnanim o che ha frenato un poco la discesa delle a ttiv ità p rod uttive e ha finora risparm iato alle nazioni e agli eser citi ben dure rinunzie. Sopratu tto le m iriadi di deboli creature che hanno affrontato in ogni paese con mirabile pertinacia 10 spossante lavoro dei cam pi traendo a forza, fra tan te diffi coltà, dalle repellenti zolle i grani e i pomi, hanno com piuto per la salute della patria u n opera non meno alta e degna di quella com piuta dai loro congiunti in altri cam pi. N on oc corre notare quale, reciprocam ente, grave fenomeno sia que sto vasto lavoro fem m inile nei riguardi fisiologici e sociolo gici, per l indebolim ento della stirpe e per l indebolim ento di quel fondam entale plesso sociale che è la fam iglia. Il fe nomeno si profila ta n to più grave verso l avvenire, in quanto è assai probabile che, dopo la deposizione delle armi, non tu tto 11 ven usto esercito delle lavoratrici ritorni alla quiete delle pareti dom estiche ; m olte fra esse cederanno alle lusinghe che loro offre il lavoro salariato, secondate probabilm ente dagli sforzi della classe industriale che ved rà nel largo im piego delle deboli braccia fem m inili un agevole strum ento per la depressione delle tan to cresciute mercedi.

E veniam o al più doloroso aspetto d ell economia di guerra, al problem a dei consum i. L a guerra è costosa, enor m em ente costosa : non ten terò qui una nuova analisi di questo costo il quale può apparire variam ente ampio secondo l aspetto e la fase del processo economico in cui viene m isu rato, in guisa da tenere variam ente conto delle ripercussioni indirette e degli elem enti com pensatori ; tale costo risu lte rebbe poi anche più ampio se si potesse tenere conto delle m iriadi di vite umane troncate o depresse, perdita questa che la m oneta non può veram ente misurare e che, sopra tu tto , non può rifondere.

L a guerra è indubbiam ente assai costosa : per esprim ere tale costo anche solo nel riguardo in cui è più evidentem ente ap p ariscen te, nel dispendio per il bilancio degli S ta ti si vanno pronunciando le cifre più volum inose e solenni che m ai siano com parse nella storia dell econom ia ; per la sola spesa finanziaria, nel com plesso dei belligeranti, presto si passò dalle decine alle centinaia di m iliardi e, col perdu rare del conflitto per quello spazio di tem po che rientra

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nelle più frequenti previsioni, si giungerà forse non lungi daila possente cifra di un migliaio di miliardi ; il dispendio finanziario va del resto accentuandosi nel tem po per la tecnica stessa m ilitare che vuole arm am enti sempre più costosi, per il dila tarsi del conflitto colla partecipazione di altri belligeranti e per lo steeso declinare della potenza d acquisto della moneta.

Il form idabile costo della guerra da parte delle singole collettività belligeranti è sopportato in parte sui redditi a t tuali, in parte (com parativam ente col processo che si sarebbe svolto ove la guerra non fosse stata) sui capitai} anteriormente accum ulati e in parte mediante la rinuncia alla capitalizzazione di redditi presenti e mediante la traslazione verso il presente della disponibilità di redditi che saranno prodotti in avvenire operata principalm ente mediante l indebitam ento verso altre collettività. Segue, evidentem ente, dalle cose discorse che taluni dei più gravi sussulti e spostam enti causati dalla guerra nell eco nomia presente e fu tu ra rampollano dalla utilizzazione attuale di capitali p assati e di redditi futuri, così che sotto m olti riguardi tali spostam enti e sussulti vengono atten u ati quanto più cresce la sezione del costo della guerra che poggia esclu sivam ente su ll attuale ordinario flusso di reddito. G iova pertan to che il peso economico della guerra gravi quanto è possibile soltan to sul fru tto del lavoro della generazione che opera la guerra e meno che è possibile significhi consumo di anteriore capitale e futuro reddito. T ale principio di di stribuzione, per così dire, « cronologica » del peso, impone la attu ale riduzione al minim o dei consumi estranei alla guerra ; per la salute c o lle ttiv a le più decisive contrazioni devono operarsi dai singoli nei consumi usuali così che, com plessivam ente, risulti quanto più am pia è possibile la se zione del reddito ordinario disponibile per i consumi bellici ; questo supremo canone del risparm io che qui genericam ente si form ula dovrebbe subire rettifiche varie in relazione alla trasferibilità del reddito del corrispondente sforzo produt tivo dal consumo usuale al consumo bellico.

Reciprocam ente per il raggiungim ento del medesimo fine, giova la dilatazione al massimo dello sforzo p rodut tivo del flusso di reddito normale : dilatazione questa che incontra però gli a ttriti, le difficoltà, gli ostacoli, le lim ita zioni, che già abbiam o ricordato, ram pollanti dalla guerra; sarebbero (da un punto di vista strettam en te economico) dannosi alla co lle ttività altri ostacoli che venissero artifi ciosamente posti all a ttività produttiva e, p. es., le lim ita zioni ai prezzi che non rendessero econom icam ente possi bili, proficui, talu n i gradi dello sforzo produttivo.

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Fine fondam entale della politica econom ica deve per tan to essere la contrazione dei consumi non bellici e la dilatazione al massimo d ell a ttiv ità p roduttiva. Gli spo stam en ti nella distribuzione della ricchezza, che ricorderemo fra breve, operati dalla guerra, provocano presso talu n i nu clei sociali dilatazioni p iu ttosto che restrizioni dei consumi. D altro lato la produzione e il traffico con l estero incontrano form idabili ostacoli al loro svolgim ento. N e risu lta che. per m oltissim i articoli di consum o la dom anda tende a pre sentarsi assai ^.mpia in confronto con l offerta. L e condi zioni in cui si svolgono le produzioni, il traffico e i consum i devono necessariam ente tradursi in rialzi dei prezzi per m oltissim i articoli, rialzi che sono accen tuati ed estesi anche alle altre m erci dal noto fenomeno m onetario. L a curva dei prèzzi, ora come sempre, è una semplice risultante di condi zioni determ inate e può essere diversam ente piegata solo da variazioni in quelle condizioni. Solo la m iopia e l igno ranza possono ritenere possibile che il sem plice decreto del principe o l editto della m unicipalità spostino quella curva senza altre previe variazioni di circostanze. D el resto ai fini della desiderata contrazione dei consum i e dilatazione della produzione il rialzo nei prezzi delle m erci che più scarseggiano è indubbiam ente conform e a ll interesse co llettivo e l arti ficiale ribasso, se pure possibile, sarebbe dannoso ; ciò sem pre da un punto di vista strettam en te econom ico. D a tale pun to di v ista deve rigettarsi anche l in terven to d ell auto rità pubblica m ediante il diretto esercizio del traffico e della produzione, esercizio che l esperienza m illennare ha m o strato costoso e dannoso e solo logico intervento appare sotto un certo asp etto quello che conservi la possibilità degli essenziali consumi presso le classi meno abbienti, e ciò m ediante artificiali correzioni della redistribuzione della ricchezza a beneficio di ta li classi e a carico della collettività. S oltan to quando la prosecuzione della guerra accentua le difficoltà del traffico può presentarsi la convenienza di lim i tazioni nel consumo, aggiunte a quelle p rovocate dai rin cari, per garantire il prolungam ento nel tem po del consumo. Ma se sotto un certo aspetto possono sembrare eque, legittim e le accennate provvidenze dilatanti la disponibilità di m ezzi presso i nuclei sociali là cui posizione com parativa è divenuta più svantaggiosa, altra form a indiretta più razionale di « politica dei consumi » è indubbiam ente quella che e vita invece l inflazione m onetaria, e riduce presso i nuclei sociali la cui posizione è d iven uta com parativam ente vantaggiosa, la destinazione di m ezzi ai consumi ordinari : ciò m ediante la

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persuasione morale e misoire di politica finanziaria. Mancando l inflazione e la connessa dilatazione dei m ezzi di consumo presso costoro, al rialzo di prezzo e allargam ento di traffico per alcune merci sarebbero corrisposti reciproci fenomeni per altre.

L a ripercussione della guerra sulla finanza dello Stato è fra i più appariscenti degli asp etti economici del grande evento, è anzi il simbolo e per il superficiale osservatore, il m isura tore dello sconcerto che la guerra arreca nello svolgim ento delle singole economie nazionali. Il fabbisogno finanziario per la vastissim a opera dello S tato è enorme : supera di m iliardi il fabbisogno ordinario. Cosi la politica della finanza viene ad assumere una im portanza essenziale rispetto alla vita attuale e avvenire della nazione, per lo spostam ento che deriva dalla adozione dell una o d ell altra norma per l assorbimento delle disponibilità private e per la diversa distribuzione del peso che ne deriva fra regioni e fra classi sociali.

Strum enti finanziari fondam entali sono i trib u ti e i prestiti : ed accanto ai p restiti fru ttiferi dei vari tipi, sta il peggiore tipo di operazione finanziaria, quella apparentem ente gratu ita della emissione di carta m oneta. I vari belligeranti hanno variam ente adoprato questi diversi strum enti appor tando anche notevolissim e innovazioni tecniche in confronto della pratica anteriore. Secondo le considerazioni già svolte, può essere più conforme a ll interesse collettivo che la m as sima parte possibile del peso della guerra g ra vi sul reddito che ora si produce e che altrim en ti sarebbe destinato al consumo ordinario, in guisa da ledere in minimo grado la futura produzione e la fu tu ra disponibilità del reddito. Sotto un certo riguardo combinazione econom icamente ottim a nell im piego degli strum enti finanziari potrebbe dirsi quella che tra sferisse allo S ta to sul reddito dei singoli cittadini ove occorra persino il 100 per 100 del reddito eccedente il minimo neces sario alla v ita : una tale combinazione sarebbe indubbiam ente l ottim a anche nei riguardi dell etica civile, poiché l ora in cui si deoidono i destini della patria deve essere anche l ora di tu tte le rinunzie : l offerta che ta n ti cittad in i fanno della loro v ita per la salute del paese dovrebbe avere presso gli altri cittadini almeno riscontro n ell offerta di tu tto quel reddito che non è strettam en te necessario al vivere. Ma la soluzione che rappre senterebbe 1 «optimum» morale e sotto un certo riguardo anche l «optimum» ecomomico può non essere 1 « optim um » econo mico sotto altri riguardi. U na simile grave recisione di tu tti quanti i redditi teoricam ente fino al livello di quella che gli In glesi chiamano la «poverty line», determ inerebbe un catastro

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