CASO STUDIO: QUARTIERE PARRUCA
5.1. Inquadramento dell’area
L’area di progetto (Fig. A) si presenta in un contesto urbano molto interessante: a Nord di via 13 Dhjetori e a Sud di boulevard Zogu I, e compresa questo tra il boulevard Skëndëbeu. Nonostante lo stato fisico e sociale che presentano alcune parti dell’area, molto degradate e decandenti, è comunque evidente che questa porzione di città ha alle spalle una storia architettonico-urbanistica importante, paragonabile a quella del centro che affianca.
Il centro storico di Scutari è stato oggetto di studio da parte dell’Istituto dei Monumenti della Cultura e del Comune di Scutari, per definire le aree e gli edifici protetti, a seconda della categoria di importanza che essi presentano. L’area di studio fa parte di questa zona, perciò nell’andare a realizzare il progetto si dovranno seguire gli obiettivi principali, richiesti dal documento di approvazione dello status di centro storico, quali sono:
- Protezione, conservazione e restauro di tutti i valori di trasmissione culturale, storica, urbanistica, architettonica e ambientale del centro storico e di quello protetto di Scutari;
- Amministrazione del centro storico e quello protetto; - Collaborazione tra le amministrazioni incaricate degli
obiettivi precedenti.
Dal punto di vista urbanistico l’area si presenta come il nucleo della città, dove si concentrano le maggiori attività commerciali e ricettive, gli edifici istituzionali e istruttivi, i musei, cinema ed anche i centri religiosi più importanti.
Fig. A
Fig. A: Inquadramento area di analisi e progetto.
5.2. Quadro normativo di riferimento
La città presenta un gran numero di documenti di pianificazione urbanistica. L’ultimo in ordine cronologico, approvato nel 2015, è stato elaborato dal Comune di Scutari in collaborazione con l’AKPT (Agenzia nazionale della pianificazione territoriale), con l’Università Polis, con MetroPolis (Associated Architecture& Urban Design), con Arizona State University e con il Ministero dello Sviluppo urbano.
Questo piano regolatore pone i documenti urbanistici precedenti, quali piani e i progetti redatti per le varie parti della città, documenti di riferimento.
Si elencano di seguito questi strumenti di riferimento, e le principali linee guida di ognuno di essi.
- Piano regolatore di Scutari, approvato il 04-02-1994; operativo per i rilasci dei permessi di costruire all’interno del centro della città;
- Piano Regionale per l’area Scutari-Alessio (2005-2020), aprile 2006. Il piano prevede una dimensione regionale della
visione dello sviluppo della città di Scutari e della regione settentrionale del paese;
- Piano legato alle aree storiche e protette redatto dal Istituto dei Monumenti della Cultura, Ministero del Turismo, Cultura e Sport in collaborazione con il comune di Scutari nel 2008. È uno strumento di controllo dello sviluppo per la sorveglianza della qualità costruttiva nelle aree protette e nelle parti storico-culturali interne alla città;
- Studio urbanistico parzializzato del centro di Scutari, approvato il 07-05-2005. È uno strumento di pianificazione delle aree locali del centro della città;
- Piano regolatore della costa occidentale del lago di Scutari, approvato ad ottobre del 2008;
- Zona archeologia Scutari, decisa nel 2010;
- Politica dello sviluppo del territorio, Comune di Scutari; approvato dal Consiglio del Comunale n° 56, il 30-08-2010.
- L’attuale piano regolatore, approvato nel 2015, e attivo dal 2016.
Piano regolatore di Scutari (1994)
Costituisce uno degli strumenti principali per lo sviluppo della città nel periodo di transizione. Questo piano non prevedeva il grande balzo in avanti che avrebbe avuto poi l’industria delle costruzioni. Principalmente egli risolveva tre problemi:
- La zonizzazione funzionale delle aree; - La rete infrastrutturale;
- Il limiti di costruzione.
Era un piano di previsioni ventennali, che suggeriva uno sviluppo entro i territori esistenti della città, soprattutto intensificando le aree con edifici privati. Secondo la zonizzazione prevista si voleva arrivare dalla densità di 136 ab/ha a quella di 250ab/ha.
Piano regionale Scutari - Alessio
Fig. 1: Piano Regolatore di Scutari (1994). Fonte: Comune di Scutari.
Fig. 1
quello di Tirana, basato sul concetto di visione dello sviluppo regionale all’interno di un’area specifica, chiaramente identificata raggruppando gli insediamenti all’interno delle città di Alessio e Scutari (regione settentrionale), con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo delle strutture e infrastrutture comuni e accompagnato da un potenziale di sviluppo economico.
Questo concetto è basato sulle idee di Sviluppo Regionale Europeo, INTERREG, per rendere efficiente l’uso delle fonti locali,
Fig. 2: Piano Regolatore di Scutari (1994), Zonizzazione del Comune. Fonte: Comune di Scutari
Sono indicati in arancione gli edifici considerati importanti per la valenza storica, non solo singola ma soprattutto di composizione dello spazio urbano. In violetto sono indicate le aree considerate centrali, e in grigio le aree residenziali.
Fig. 2
degli assetti e delle capacità per aiutare lo sviluppo economico locale per andare contro all’esodo rurale della popolazione. I concetti base di questo piano sono:
- Sviluppo dell’Albania del nord;
- Creazione di una regione urbana policentrica;
Fig.3: Piano Regionale Scutari-Alessio (2005), pianificazione territoriale del comune di Scutari. Fonte: Comune di Scutari
Fig. 4: Piano Regionale Scutari-Alessio (2005), Intenzioni di pianificazione infrastrutturale e di sviluppo urbano tra Koplik e Alessio. Fonte: Comune di Scutari.
Fig. 4 Fig. 3
Kosovo per arrivare ad Antivari attraverso la via Scutari-Alessio; Gli interventi principali strategici previsti, che interessano la città, sono i seguenti:
- Assi stradali principali;
- Progetti di sviluppo economico; - Aree di crescita urbana.
Scutari e in particolare le previsioni di una rete infrastrutturale, che permetta un agile movimento all’interno della città e nei collegamenti con le città circostanti.
Piano delle aree storiche e protette
Il Ministero della Cultura e il Comune di Scutari, nel 2008, hanno redatto una nuova carta del Centro Storico e delle Zone Protette, dove vengono classificate, secondo il valore di patrimonio culturale e storico, gli edifici storici dell’area.
Fig. 5: Aree ed edifici protetti secondo il Piano redatto dal Ministero della Cultura (2008). Fonte: Comune di Scutari.
Fig. 5
Obiettivo principale di questo studio, eseguito poi anche nelle altre maggiori città storiche del paese, è:
- La protezione, conservazione e restauro del patrimonio culturale, storico, urbanistico, architettonico e ambientale del
centro storico e protetto della città;
- L’amministrazione delle aree protette;
. Metodi di collaborazione delle istituzioni incaricate alla protezione e al restauro del patrimonio dei valori culturali della città. Sono elencati come patrimonio culturale della città i seguenti edifici/costruzioni:
- Il ponte di mezzo o Ura e mesit. Costruito nel 1768, su ordine di Mehmet Pasha il Vecchio, il ponto è lungo 112m, largo 3,5m e alto 15m: esso è fatto in pietra poggiante su 13 archi diversi; - La moschea di Piombo o Xhamia e Plumbit. Unico esempio della tipologia classica della moschea ottomana, fu fondata anch’essa da Mehmet Pasha il Vecchio tra il 1773 e 1774. È costituita da una sala di preghiera con il mihrab, due portici nella parte settentrionale e meridionale, e un portico chiuso nella parte occidentale. Il volume è costituito da una sala centrale quadrata di lato 9,17 m. Questo edificio è considerato monumento culturale di prima categoria;
- Cattedrale di Santo Stefano nel Castello di Rozafa. Edificio di impronta medievale, si trova vicino alle mura sud-ovest del castello. Planimetricamente si estende su un’unica navata centrale a cui fa capo un altare semicircolare. Al lato sud, dove è presento il portico, nel 1479, dopo la trasformazione in moschea, venne costruito il minareto. Dal punto di vista compositivo la tipologia appartiene a quella romanico-gotica, nota per le sue linee rigorose e pulite e per il suo volume unico e compatto;
- Vecchio bazar di Scutari.Ssituato nei pressi dell’antica città di Scutari, giocò un ruolo fondamentale nell’economia della città fino al primo decennio del XX secolo. Il più grande complesso del bazar era il Bedesten, situato al suo centro , costruito intorno al 1807 da Ibrahim Pasha Bushati. Il Bedesten era un mercatino chiuso composto da 64 negozi, su due piani, dove si vendevano merci di altissimo valore economico;
- L’edificio dell’Ex-Prefettura, oggi Municipio. Questa costruzione è nota per il suo aspetto maestoso e la tipologia unica nel panorama nazionale. La costruzione iniziò nel 1910 e terminò nel 1912 quando iniziò la guerra balcanica;
- Il Gran Caffè. Esso è il più grande degli edifici progettati da Idromeno, anticamente caffetteria di grande importanza culturale per la città, oggi purtroppo è abbandonato;
- Abitazioni con çardak di Scutari: queste sono una delle realizzazioni architettoniche più sviluppate del paese. Scutari si basava completamente sull’economia mercantile, ma anche su altre attività economiche come l’artigianato.
Era quindi una città che spesso e volentieri era in affari con paesi stranieri e allo stesso tempo centro di continui scambi culturali: ecco che queste abitazioni sono un architettura che richiama quella orientale perché non serviva solo da casa ma anche da luogo di lavoro, in particolare per le donne che nel complesso facevano una vita chiusa dalla vita sociale, fino a metà del XIX secolo, quando, l’aspetto urbanistico-architettonico della città iniziò ad assumere un aspetto più occidentale con case a più piani erette sui due lati delle strade, e con il piano terra adibito a negozio e facciate in pietra decorata.
- L’orologio degli inglesi, sahati i Inglisit, ricorrenza delle città albanesi. La casa con pietre scalfite, su cui si inserisce la torre dell’orologio, ed essa stessa sono state costruite con i fondi di un aristocratico inglese, Lord Paget venuto a Scutari per diffondere la religione protestante. Si dice che il signore inglese la donò ad un ufficiale del governo del re Zogu, il quale nel 1930 la vendette ai commercianti locali per una somma totale di 40’000 franchi. La casa è composta da quindici camere e di un giardino munito di una porta avente decorazioni incise con lo stemma dell’Inghilterra. Studio urbanistico del centro di Scutari (2005)
Questo studio precede i compiti di progettazione e ampliamento dei confini del centro cittadino.
Secondo i limiti stabili in questa sede la zona centrale di Scutari si estende per 18 ha. Il cambiamento rispetto alle previsioni del piano urbanistico del 1994 riguarda l’allargamento di alcune zone, quali piazze, e il nuovo approccio verso il centro storico considerato non più come un asse stradale ma come un complesso monumentale
Fig.6: Studio urbanistico per la città di Scutari (2005). Fonte: Comune di Scutari.
Fig. 6
da restaurare e conservare dove necessario. Il programma consiste in un graduale rinnovamento urbano delle costruzioni esistenti del centro storico. Si vede in questo strumento l’intenzione di
Fig.7: Studio urbanistico per la città di Scutari (2005). Fonte: Comune di Scutari.
Fig. 7
diminuire il traffico automobilistico all’interno delle aree limitrofe alla via pedonale. Nonostante questo però il progetto non toglie la barriera maggiore, quale è il boulevard Skëndërbeu, ma si limita ad affacciarsi ad esso con una piazza pavimentata.
Piano per lo sviluppo della riva del Lago di Scutari
Questo progetto è stato redatto in collaborazione con l’Università di Firenze: esso tiene conto delle possibilità paesaggistiche e di sviluppo in direzione meridionale della città in quanto in questa area, negli anni 2005-2010, c’è stato una spiccata crescita urbanistica.
Zona archeologica di Scutari
Il parco archeologico della città ha una superficie di 70 ha. Il Castello di Rozafa, con una superficie di 3,6 ha e un perimetro murato di 881 m, è l’oggetto più importante del parco, dominante sopra la collina tra i due fiumi Drin e Buna nell’entrata sud-orientale della città.
Piano Regolatore del Comune di Scutari (2010)
Dalla valutazione dei “punti forti e deboli”, delle possibilità e dei rischi è stato approvato il piano regolatore del 2010 che si poneva i seguenti obiettivi principali:
- Scutari deve continuare a svolgere il ruolo di centro di riferimento per tutta l’Albania del nord e che abbia una qualità della vita paragonabile a quella delle città europee. Il masterplan della città di Scutari propone il rafforzamento delle potenzialità proprie della città, soprattutto nel settore infrastrutturale, ambientale e delle comunicazioni;
- La città deve essere un centro importante per lo sviluppo dell’istruzione, delle istituzioni educative moderne e della ricerca, in particolare viene data priorità, vista la storia accademica della città, alle discipline culturali e storiche;
- Scutari deve mirare ad essere un centro di eco-turismo nazionale, grazie anche alla condizione ambientale in cui si inserisce;
- La città deve promuovere le attività di produzione artigianale, attività antica e per cui essa è conosciuta in tutto il paese;
- Scutari deve mirare ad essere la prima porta settentrionale per l’Europa verso l’Albania e viceversa, perciò deve raggiungere gli standard europei di condizioni della vita, anche in termini ambientali e di verde urbano.
Questo piano regolatore è decaduta in favore del Nuovo Piano Regolatore approvato nel 2016.
Per quanto riguarda il progetto proposto in questo testo questo documento rimane quello di maggiore riferimento, in particolare per quanto riguarda la possibilità di nuova edificazione, mentre per le intenzioni generali di recupero del centro storico i documenti di riferimento sono il Nuovo Piano Regolatore e il Piano delle aree protette.
Di seguito si riporta l’estratto del documento in cui vengono riportate le potenzialità di sviluppo urbano previsto fino al 2015
per il Comune intero. Si vede come l’area di analisi e progetto rientri nella zona in cui è possibile effettuare espansione edilizia,
expand, in tratteggio rosa, anche se tutto il resto del centro storico rientra nella categoria di rinnovo urbano, renew, in tratteggio azzurro.
Fig.8: Pianificazione del territorio comunale (2010). Fonte: Comune di Scutari.
5.3. Nuovo Piano regolatore generale (2016)
In continuazione con gli strumenti urbanistici vigenti fino al
2015 questo piano si pone come obiettivo principale quello
di avere una città policentrica, che porti ad avere le istituzioni
distribuite in modo omogeneo in tutto il Distretto, ma che
abbia come punto di riferimento la città stessa.
In base alla decisione del consiglio comunale del 29.07.2016
“Per l’approvazione del piano regolatore del territorio”, art.
73, il territorio di Scutari viene suddiviso in 5 sistemi base:
-
Sistema urbano (SU), formato dall’unione dei territori
urbani, indicati in verde;
-
Sistema naturale, formato dai paesaggi, ambienti e
corridoi ecologici della regione (N);
-
Sistema agricolo, formato dall’unione di tutte le
attività agricolo (B);
-
Sistema delle acque, formato dalle categorie base di
uso del suolo “acqua” (U);
-
Sistema infrastrutturale (IN).
All’articolo 77, del documento precedente, l’uso del suolo
viene codificato come di seguito:
-
Residenziale (A);
-
Industriale ed economico (IE);
-
Agricoltura (B);
-
Servizi (S);
-
Uso speciale (V);
-
Acque (U);
-
Terre naturali (N);
Fig.9: La città Policentrica, Scutari (2016), dal NPRG. Fonte: Comune di Scutari.
-
Monumenti storico-culturali (M);
-
Area militare (ZU);
-
Aree istituzionali (IS);
-
Attività sociali e ricreative (AR);
-
Istruzione (AS);
-
Sanità (SH);
-
Infrastrutture (IS).
Fig.10: Previsione di programmazione territoriale nel NPRG (2016). Le previsioni generali prevedono di inserire il comune nel più generale quadro di sviluppo di tutto il nord Albania. Ad esempio si nota la presenza di nuove telecomunicazioni dirette verso il nord, e nord-est dove è in costruzioni il nuovo aeroporto di Kukes. Fonte:6.3.1 Progetto Shko-Kir
Il Nuovo Piano Regolatore prevede interventi di recupero
di 3 nuovi corridoi urbani, nell’ottica della pianificazione
Shko-Kir, in linea con gli interventi passati dell’area Parruca-
Gjuhadol, con lo scopo non solo di recuperare un’area urbana
storica, ma anche quello di riprendere un segno importante
quale è quello del fiume Kir che attraversa tutta la città, per
Fig. 11
Fig.11: Progetto Shko-Kir, Scutari 2016. Gli interventi principali previsti sono di recupero delle infrastrutture urbane e il recupero della presenza delle aree verdi urbane che possano andare a toccare buona parte del territorio. Fonte: Comune di Scutari.
arrivare al Lago.
Gli interventi previsti in quest’ottica guardano al recupero
del centro storico. Le operazioni programmate sono:
-
Corridoio 1
: si prevede di continuare l’opera di
riqualificazione di via Gjuhadol, portando i lavori fino alla
stazione ferroviaria e fino al Lago (interventi in rosso).
-
Corridoio 2
: si prevede il recupero delle aree di riva
dell’ex letto del fiume all’interno della città (interventi in
blu);
-
Corridoio 3
: si prevede la creazione puntuali di punti
nodali verdi (intervento verde, nella seconda planimetria).
Il primo corridoio è suddiviso in tre parti principali.
La prima va dalla stazione ferroviaria fino all’incrocio Dugajt
e Reja nel quartiere Gjuhadol: qui sono previsti interventi
di recupero edilizio degli edifici affacciati alla strada, in
continuazione della strada Gjuhadol, e il recupero delle
infrastrutture urbane, seguendo il più generale programma
di accessibilità del centro storico e di piazze attualmente
degradate dal punto di vista fisico e sociale.
Fig. 13 Fig. 12
Fig. 14 Fig.12: Progetto Shko-Kir,
Scutari 2016. Primo settore di intervento del corridoio 1. Fonte: Comune di Scutari. Fig.13: Progetto Shko-Kir, Scutari 2016. Qualificazione degli interventi nel primo settore del corridoio 1. Fonte: Comune di Scutari.
Fig.14: Progetto Shko-Kir, Scutari 2016. Pendenze previste in rispetto dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Fonte: Comune di Scutari.
La seconda comprende le attuali strade via Gjuhadol e via
Kole idromeno, e tutte le strade che in cerchio con esse
arrivano allo stadio, dove sono previsti gli stessi tipi di
interventi. Nelle tipologie di intervento nello spazio pubblico
sono indicate anche le metodologie di posizionamento delle
aree di sosta in modo da promuovere la socializzazione
rispetto all’isolamento personale. Questo intervento viene
accompagnato da un’ulteriore area d’azione che prevede
l’allargamento del centro storico alle spalle del Gran Caffè, e
la riqualificazione delle via parallela all’attuale passeggiata
pedonale.
Fig. 15
Fig. 16
Fig.15: Progetto Shko-Kir, Scutari 2016. Secondo settore del corridoio 1: qualificazione degli interventi previsti. Fonte: Comune di Scutari.
Fig.16: Progetto Shko-Kir, Scutari 2016. Secondo settore del corridoio 1: area di allargamento degli interventi e loro qualificazione. Fonte: Comune di Scutari.
La terza area di intervento prevede la porzione di strada che
dallo stadio arriva al lago nel quale sono previsti gli stessi
interventi delle due aree precedenti.
Fig. 17
Fig. 19 Fig. 18
Il secondo corridoio è proposto come intervento di
allungamento dell’area commerciale nella piazza di Zdrale
verso il lago e verso il castello. Qui è previsto il recupero delle
facciate degli edifici e vengono assegnati gli esempi secondo
cui agire.
Fig.17: Tipologia di arredo urbano che favorisce la socializzazione, rispetto quella che la limita. Fonte: Comune di Scutari.
Fig.18: Progetto Shko-Kir, Scutari 2016. Terzo settore di intervento del corridoio 1: qualificazione degli interventi. Fonte: Comune di Scutari. Fig.19: Progetto Shko-Kir, Scutari 2016. Inquadramento del corridoio 2. Fonte: Comune di Scutari.
Fig. 22 Fig. 21 Fig. 20
Il terzo intervento punta al collegamento del centro con il
front nord-ovest del lago attraverso un carattere verde di
questa viabilità.
La logica di questi interventi su basa sul presupposto da
parte delle amministrazioni di rendere il centro cittadino
interamente pedonale, seguendo con gli interventi svolti
nelle città europee, e un raggiungimento del centro attraverso
trasporto pubblico dalle aree esterne.
Fig.20: Dettaglio interventi nel corridoio 2. Fonte: Comune di Scutari.
Fig.21: Esempio inserimento verde urbano e arredo per attività ricettive. Fonte: Comune di Scutari.
Fig.22: Progetto Shko-Kir, Scutari 2016. Inquadramento del corridoio 3. Fonte: Comune di Scutari.
Fig. 23
Fig. 24
Tutti gli interventi precedenti sono accompagnati da
un’operazione di canalizzazione da parte delle infrastrutture
delle telecomunicazioni, elementi ritenuto nelle successive
analisi di particolare degrado della città attuale.
Sono inoltre previsti interventi di tipo territoriale per
promuovere la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio
naturale che circonda la città.
Le quattro aree naturali soggette a progetto sono:
-
Diga (primo punto di arrivo da nord-ovest);
-
Paesaggio fluviale;
-
Riva lacustre;
-
Aree soggette ad inondazioni.
Fig.23: Dettaglio interventi nel corridoio 3. Fonte: Comune di Scutari.
Fig.24: Inquadramento delle quattro aree verdi in cui sono previsti interventi di recupero ambientale ed urbanistico. Fonte: Comune di Scutari.
Fig. 25
5.3.2. Interventi sulla rete infrastrutturale
Dal punto di vista infrastrutturale è prevista una gerarchizzazione più chiara dei percorsi stradali, e viene data una nuova priorità al verde, anche in come accompagnatore delle infrastrutture. Ad esempio sono previste strade interurbane principali, che oltre al dimensionamento della carreggiata prevedono l’obbligatorio utilizzo di verde laterale.
Fig.25: Rete infrastrutturale nel Distretto di Scutari prevista dal NPRG, 2016. Fonte: Comune di Scutari. Fonte: Comune di Scutari.
Fig. 26
Fig. 27
Fig. 28 Fig.26,27,28: Standard di
progettazione della viabilità principale e secondaria. Fonte: Comune di Scutari.
Un altro elemento importante è la dotazione di ciclopiste in tutto il centro della città e non solo, per valorizzare un fenomeno attualmente molto importante, ma poco considerato nell’ambito della pianificazione territoriale, quale è l’utilizzo dei mezzi a due ruote. Vengono suddivise le diverse tipologie di ciclopiste previste a seconda se esse sono indipendenti, o integrate con ulteriori infrastrutture presenti nel territorio.
Ad esempio quello che va sotto il titolo di Modulo A prevede la presenza di ciclopista a lato di carreggiate delle automobili, ma separate tra di loro fisicamente in modo da offrire una sicurezza maggiore ai ciclisti. Nel Modulo B la separazione è solo dal punto di vista della segnaletica stradale.
5.3.3. Sviluppo urbano
Per quanto riguarda lo sviluppo urbano il territorio viene suddiviso in quattro categorie principali di sviluppo urbano:
- Zona del centro di Scutari. Questa viene indicata come area prioritaria per lo sviluppo urbano sfruttando i buoni accessi che questa ha nei confronti dei servizi infrastrutturali, come anche per il potenziale dello sviluppo economico;
- Area precedente al By-pass nord-occidentale. - Area del centro di Velipojë-Rrjoll:
Fig.26,27,28: Standard di progettazione della viabilità principale e secondaria. Fonte: Comune di Scutari.
Fig.30: Moduli di
progettazione delle ciclopiste. Fonte: Comune di Scutari.
Fig. 29
- Area del ponte del Buna- Shirokë-Zogaj.
Per ognuna di queste aree è previsto uno studio sulle statistiche di domanda di abitazioni e del modo in cui queste abitazioni debbano essere inserite nel contesto. In particolare nell’area del centro di Scutari è previsto l’incremento degli edifici presenti, in risposta alla domanda di edilizia residenziale, ma anche un aumento degli spazi aperti disponibili. Sono previste le realizzazioni di edifici di edilizia residenziale pubblica assegnata a seconda dei disagi fisici o economici delle famiglie.
In seguito viene data una proposta di “tipologia di isolato urbano” da seguire a seconda delle aree in cui si interviene e all’interno di cui vengono date precise indicazioni sul tipo di famiglia maggiormente indicato per l’abitazione. Non si ritiene importante riportare queste tipologie in quanto sono più che altro concentrate in aree periferiche che hanno poco a che vedere con l’area di analisi e progetto.
Fig. 31 Fig.31: Aree naturali e storiche
protette dalla legislazione nazionale e comunale in ambito edilizio. Fonte: Comune di Scutari.
È invece importante parlare del piano delle aree storiche di cui si è detto sopra e che viene riportato nel Piano regolatore e vengono meglio specificati, rispetto al piano precedente le metodologie, ancora in parte generali, di intervento in queste aree.
Le raccomandazioni a tal punto sono le seguenti:
- La protezione dei monumenti sarà effettuata in conformità alla legge n. 9048, datata 07/04/2003 “Per la trasmissione culturale”. Tutte le modifiche o i rinnovamenti delle strutture devono essere effettuata dopo il rilascio del permesso da parte dei competenti strutture conformemente alla legge;
- Unità strutturali definite come monumenti: vengono precisati nel piano e vengono definite le modalità di intervento in esso stabilito. Nel caso in cui la legislazione in atto permette la costruzione di edifici affiancati a un monumento, il loro progetto deve tenere a mente i seguenti punti:
- Deve accentuare il valore architettonico del monumento; - Deve essere costruito ad una distanza tale da permettere una concezione indipendente del monumento;
- È prevista la possibilità di costruzione di strutture attaccate ai monumento solo nel caso in cui vi sia un muro separatore tra le due entità;
- Nei casi previsti dal piano generale e dalla legislazione in vigore per la conservazione dei beni storici, l’allargamento strutturale dei monumenti deve essere fatto in modo da:
- Conservare l’aspetto monumentale della struttura principale;
- Non essere più alto del monumento;
- Conservare la concezione architettonica del monumento e deve essere concepito come un’architettura indipendente, collegata con il primo solo in punti particolare;
- Rispettar le vie di costruzione dei viali attorno al monumento;
- Ricreare una centralità urbanistica del monumento, derivata da una istemazione delle infrastrutture urbanistiche presenti nell’intorno;
- Il progetto del Ministro della Cultura della “zona muzë” di Scutari, cioè l’attuale via pedonale, è considerato il progetto pilota di tutti i successivi progetti di promozione e recupero culturale del centro.
5.4. Quadro Conoscitivo
In questo paragrafo si procederà ad illustrare una serie di analisi effettuate sul quartiere, in un’area ampia di quella dove si andrà ad intervenire, per poter comprendere meglio la storia, l’architettura, i caratteri propri e le modifiche improprie subite nel corso dei secoli.
Ancor di più queste analisi servono per capire quali siano gli elementi di degrado architettonico e urbano presenti nell’area e quali siano invece i valori che non sono ad oggi valorizzati come dovrebbero.
Le analisi svolte mirano ad una comprensione più dettagliata, rispetto quella fornita dal quadro normativo, più generico e riferito a tutto il territorio del città, attraverso cui si possa capire la dimensione fisica, storica, economica, sociale e percettiva dell’area di progetto.
5.4.1. Stratificazione storica
L’iter di formazione del centro della città è stato trattato nei capitoli precedenti. I motivi e i modi che hanno portato all’attuale immagine sono diversi e non di semplice decisione storica, in quanto gli elaborati giunti ad oggi sono limitanti per una comprensione precisa della stratificazione storica.
Fig. 32
Fig.32: Stratificazione storica del tessuto urbano.
Nonostante queste mancanze, si è cercato di fare questa lettura rivolgendosi al XX secolo. L’analisi è stata articolata in una legenda di 4 fasi, che sono:
- Edifici costruiti prima del 1913; - Edifici costruiti tra il 1913 e il 1938; - Edifici costruiti tra il 1962 e il 1982; - Edifici costruiti dopo il 1982.
È una legenda limitante, ma obbligata per la cartografia disponibile. È noto il periodo di costruzione di alcuni edifici, come la Prefettura e la Scuola 28 Nëntori, precedenti il XX secolo, ma essendo casi sporadici non si è ritenuto utile fare una lettura puntuale degli edifici. Questo anche perché il fine ultimo dell’analisi è comprendere una distribuzione storica generale Legenda:
Prima del 1913 1913-1938 1938-1962 Dopo il 1962
dell’edificato, per capire quali edifici possano essere prioritari, in termini di interventi di recupero, rispetto ad altri che sono più recenti. Guardando la planimetria si nota la contemporaneità della spina centrale del centro urbano e cui si affacciano puntualmente edifici costruiti in periodi storici diversi.
5.4.2. Analisi fisica
Per analisi fisica si intendono tutte quelle letture che intendono analizzare l’area in modo non solo oggettivo, ma puramente fisico, appunto, attraverso cui si possa arrivare a comprendere la condizione fisica del quartiere, che potrebbe essere anche unicamente motivo per procedere a progetti di recupero. È importante in quest’ottica soffermarsi sulla dimensione, planimetrica ed altimetrica che hanno alcuni edifici, rispetto ad altri, sul grado di conservazione presente al momento in cui è stata fatta l’analisi, e sulla dimensione, fisica e acustica, i percorsi automobilistici che attraversano o costeggiano l’area.
5.4.2.1. Numero di piani
Quest’analisi è stata fatta per capire la dimensione assunta dagli edifici, a seconda anche dei periodi storici in cui sono stati costruiti. Si nota dalla planimetria che la via Kolë Idromeno è caratterizzata, oltre che da un’armoniosità visiva, anche da un’unità dimensionale degli edifici, dove la maggior parte di essi sono a due piani, e in pochi sporadici casi si sviluppano su uno o tre piani. Già avvicinandosi alla via 13 Dhjetori si nota come la dimensione aumenti progressivamente, arrivando al punto massimo proprio nell’incrocio delle due strade pedonali, piazza Madre Teresa. Questa piazza risulta contraddittoria, rispetto al resto dell’area anche da questo punto di vista. Ci sono ulteriori casi di edifici di dimensione maggiore, ma sono puntualmente distribuiti tra la via Vilson e il boulevard Zogu I.
Sono stata fatte otto sezioni ambientali schematiche, nelle vie principali della città in grado di esplicare la diversità o unità dimensionale degli edifici, a seconda di dove essa viene fatta.
Fig. 33
Fig. 34 Fig.33: Altezza degli edifici,
valutata in base al numero dei piani.
Fig.34: Sezioni ambientali sull’area di intervento.
Legenda: 1 piano 2 piani 3 piani
Fig. 35
5.4.2.2. Tipologia edilizia
Dopo aver effettuato un analisi storica sulle variazioni subite dalla casa con çardak, la lettura delle tipologie edilizie risulta particolarmente importante per capire quali siano gli strascichi in ambito urbano della tipologia storica, e quale impatto abbiano avuto su di esso le nuove tipologie importate dal mondo europeo, o anche subentrate nel mondo intero nel XX secolo. Le tipologie riscontrate nell’area di analisi sono:
- Edifici isolati; - Edifici in blocco; - Edifici in linea;
- Altre tipologie non riconducibili a nessuna delle precedenti. Gli edifici con çardak, se fossero presenti, sarebbero inseribili nelle tipologie isolate. Si nota che le vie pedonali sono caratterizzate da una continuità tipologia, mentre ancora una volta, la piazza Madre Teresa è fronte di una discontinuità tipologica. Anche le aree retrostanti la via 13 Dhjetori, risultano composte da varie tipologie, distribuite in modo casuale, così come i due isolati che si affacciano al boulevard Zogu I.
Fig.35: Tipologie edilizie presenti nell’area di intervento.
Legenda: Edifici in blocco
Edifici in linea Edifici isolati Altro
Fig. 36 Fig.36: Stato di conservazione
fisica degli edifici nell’area di intervento. Legenda: Ottimo Buono Mediocre Pessimo
5.4.2.3. Stato di conservazione fisica
L’area analizzata presenta allo stato attuale una forte differenza sul grado di conservazione degli edifici.
La scala di analisi è stata ponderata in base agli edifici meglio conservati e quelli in stato di abbandono. Un grado di conservazione medio-alto si riscontra nella due vie pedonali, la via Kolë Idromeno e la via 28 Nëntori, che sono state soggette negli ultimi anni ad operazioni di restauro e recupero urbano.È differente invece la condizione nelle strade a queste affiancate: ad esempio la strada Vilson, dove, all’incrocio tra la via 28 Nëntori e Kolë Idromeno in particolare, lo stato di degrado può sintetizzarsi come medio-alto. Nelle prime due strade l’immagine generale è armoniosa e di qualità urbana e sociale, gli spazi sono puliti, le facciate restaurate e gli edifici bene tenuti, nel resto dell’area invece la maggior parte degli edifici presenta una grado di conservazione basso, e anche i pochi casi di edifici riqualificati, si perdono nel più generale decadimento offerto dall’abitato. Quest’analisi è stata utile per comprendere quali siano gli edifici, all’interno dell’area
di progetto, che hanno bisogno di interventi immediati. Per esempio, la schiera di edifici presenti a sud-ovest dell’Hotel Rozafa necessitano interventi di recupero e consolidamento edilizio.
5.4.2.4. Gerachizzazione percorsi
Il boulevard Zogu I, che delimita a sinistra l’area di analisi, si presenza come una strada urbana ad alta percorrenza di trasporti meccanici. Allo stesso modo si presenta anche il boulevard Skëndërbeu.
Le altre vie invece, anche nel caso siano carrabili, presentano una minore percorrenza, dovuta anche alle dimensioni ridotte rispetto alle prime due. È evidente da questa lettura il forte impatto, dimensionale e acustico, che ha causato la creazione di un’arteria che taglia a metà un percorso storico.
Bisogna dire che mentre la prima strada aveva alla sua radice delle caratteristiche permettessero il successivo uso come strada di percorrenza automobilista, nella seconda non era così visto che sono stati sventrati e demoliti edifici, anche di una certa importanza architettonico per la sua creazione.
Dagli incroci delle strade si vedono i punti principali anche di creazione del traffico automobilistico, di conseguenza anche quelli più disagianti per le persone che invece attraversano in cerca di fuga da questi momenti di stress.
Si nota come l’incrocio delle tre strade, qualificato ad oggi come la piazza Madre Teresa, sia l’arrivo di tre tipologie differenti di dimensioni di percorrenza: questo crea una condizione di disagio nell’elemento più debole di questa percorrenza, quale è il pedone. Questa è una considerazione importante in vista di un progetto di recupero dell’area.
Fig. 37
Fig.37: Gerarchizzazione dei percorsi urbani. Legenda: Percorso automoblistico principale Percorso automoblistico secondario Percorso di penetrazione urbana Percorso di distribuzione urbana
5.4.3. Analisi economica e sociale
Per analisi economica e sociale si intendono tutte quelle letture atte ad individuare le destinazioni d’uso presenti nell’area, in modo da comprendere il grado di vivacità economica, attraverso cui si arriva a poter comprendere, assieme ai personali sopralluoghi in diversi periodi nella città, il grado di socialità presente nell’area e il legame che possano avere queste l’attività svolta all’interno degli edifici. Si ritiene importante quest’analisi in quanto il progetto non vuole dare risposta solo a domanda di degrado fisico-architettonico, quanto invece ad domanda più generale e più importante, di socialità.
Fig. 38 Fig.38: piani terra degli edifici.Destinazione d’uso dei Legenda: Turistico-Ricettivo Abbandonato Altro Commerciale Residenziale
5.4.3.1. Destinazione d’uso piano terra e prevalente
Nell’analisi delle destinazioni d’uso sono stati distinti gli utilizzi del piano terra e quello prevalente.
Questo perché l’analisi delle destinazioni d’uso dei piani terra è utili ai fini della comprensione della qualità sociale che c’è in una determinata area, fatto condizionato dal tipo di funzioni che vi si affacciano.
Da questa analisi si nota come le destinazioni d’uso commerciali sono concentrate principalmente nelle due strade pedonali dove vanno a mescolarsi anche con ulteriori funzioni quali quella turistico ricettiva e in alcuni rari casi residenziale.
È importante sottolineare che su queste due strade principali si concentrano anche gli edifici di rappresentanza pubblica, quale il Municipio, la moschea, alcune Banche e una scuola superiore (Scuola 28 Nëntori).
Le area retrostanti invece sono caratterizzate dalla presenza casuale di tutte le destinazioni d’uso in legenda: ci sono residenze, bar, ristoranti, alberghi.
Si sottolinea la presenza di una clinica pubblica e della Corte d’appello nella via Vilson, e anche allo stesso tempo quella di
Fig. 39
Fig.39: Destinazione d’uso prevalente degli edifici. Legenda: Turistico-Ricettivo Abbandonato Altro Commerciale Residenziale
edifici abbandonati, che ad eccezione del Gran Caffè, che è nella strada principale, sono tutti concentrati tra il bulevard Zogu I e via Vilson.
Per quanto riguarda le destinazioni d’uso prevalente si ha una situazione quasi identica a quella della precedente analisi in quanto gli edifici, nella maggior parte dei casi, si elevano su due o tre piani facendo in modo da avere destinazioni d’uso corrispondenti tra i vari piani.
Nella via Kolë Idromeno, e nella via 28 Nëntori, questo non accade in quanto al piano terra tutti gli edifici sono adibiti a funzioni commerciali o turistico-ricettivo, mentre ai piani superiori, tranne sporadici casi, sono adibiti ad abitazione.
5.4.3.2. Socialità degli edifici e spazi pubblici
La lettura della socialità degli edifici è importante per capire gli edifici che offrono rifugio ad un elevato numero di persone, creando perciò un ambiente vivace e allegro.
Sono stati ritenuti edifici di elevata socialità tutti gli edifici di ristoro, dove si riscontra un incontro frequente delle persone, ed anche una sosta prolungata in questi luoghi, intente a fuggire alle pressione che subiscono in altri momenti della giornata, ed anche edifici pubblici quali il municipio, l’Istituto Superiore 28 Nëntori, la clinica, le banche e la moschea; di media socialità, gli edifici dalle funzioni pubbliche, ma che, per le particolari destinazioni d’uso, non permettono il sostare delle persone al loro interno e un ricambio veloce (rientrano in questa categoria tutte le attività commerciali, e gli alberghi); di bassa socialità quegli edifici che offrono rifugio solo alle persone per cui sono stati edificati o quelli abbandonati o ancora quelli che non sono abbandonati, ma nonostante offrano una funzione “pubblica” sono posti in aree degradate che ne compromettono fortemente la natura sociale. Affiancata a questa è stata immediata la lettura della socialità degli spazi pubblici, che è elevata nel caso delle strade pedonali dove si affacciano principalmente edifici ad elevata socialità. Mentre le aree urbano più disagiate, dove si affacciano edifici degradati, o dove nonostante la presenza di edifici ad elevata socialità di è di fronte ad aree carrabili esse sono necessariamente riferibili ad una categoria inferiore rispetto alla precedente. Si nota la mancanza di socialità degli spazi di fianco al boulevard Zogu I, come anche della piazza Madre Teresa che nonostante il titolo non presenta nessuna caratteristica di questo spazio. Si sottolinea il fatto che la socialità scutarina si concentra lungo i percorsi pedonali, e non trova mai sbocco in uno spazio di apertura, o chiusura a seconda dei punti di vista, dove possa realizzarsi realmente l’incontro tra le persone. Infatti queste vie, ad alta socialità, poi si perdono in spazi ambigui dove non si comprende cosa accade e come esse si perdano in spazi priva di
Fig. 40
Fig. 41 Fig.40: Grado di socialità
offerto dagli edifici.
Fig.41: Grado di socialità offerto degli spazi pubblici Legenda: Legenda: Alta Alta Bassa Bassa Media Media
ogni vocazione sociale. Come detto prima questo succede alla via Kolë Idromeno, nel suo sbocco verso via 13 Dhjetori, si perde completamente in uno spazio privo della dimensione umana, che dovrebbe avere, e privo di quelle caratteristiche proprie di una piazza, di cui porta il nome.
5.4.3.3. Rapporto edifici con la scena urbana
Quest’analisi è stata fatta perché si è riscontrato un diverso modo di rapportarsi allo spazio urbano degli edifici, a seconda delle tipologie edilizie e della posizione in cui si trovano.
Sono stati distinti i contatti con strade pedonali da quelle su strade e carrabili e in ognuna di queste categorie sono state considerate le seguenti sotto categorie:
- Rapporto diretto, in cui gli edifici non solo hanno l’ingresso nello spazio pubblico, ma anche si aprono allo spazio urbano al piano terra, attraverso destinazioni d’uso ricettive.
Questi edifici vengono direttamente concepiti nella loro forma, dimensione, e tipologia da chi percorre lo spazio in quanto non ci sono elementi di disturbo interposti tra di essi;
- Rapporto filtrato, in cui gli edifici o hanno ingresso diretto nello spazio pubblico, ma ci sono elementi interposti tra di essi che ne disturbano una visuale completa e che permetta di comprendere appieno l’edificio nella sua forma e dimensione, o si affacciano direttamente allo spazio pubblico ma hanno l’ingresso disposto in modo indiretto e in cui bisogna passare da un ulteriore spazio per accedere alla casa.
È molto diffusa nella città un rapporto filtrato da verde urbano, che per quanto possa essere ritenuto un elemento di disturbo per una completa visuale sugli edifici, crea un ambiente piacevole per chi percorre la strada urbana;
- Rapporto indiretto, dove gli edifici hanno ingresso da uno spazio pertinenziale privato. Questo accade nel caso di edifici isolati.
Fig. 42
Fig.42: Rapporto degli edifici con la scena urbana.
Legenda: Su percorso automobilistico Diretto Diretto Indiretto Indiretto Filtrato Filtrato Su percorso pedonale
5.4.4. Analisi percettive
Attraverso queste analisi si è voluto individuare quegli elementi, di pregio e di degrado, che sono di difficile spiegazione attraverso le letture precedenti.
È stato importante in questo senso poter visitare personalmente l’area, in quanto la percezione di un luogo è reale solo se si ha un contatto diretto con esso. Attraverso una raccolta fotografica si tenterà di ricreare, per quanto possibile, l’atmosfera percepita nei giorni di sopralluogo.
Per quanto riguarda le letture successive, si è preceduto andando ad individuare gli elementi che prima di altri risaltano all’occhio, per qualità positive o elementi negativi, e in seguito si è cercato di trovare tutti gli elementi caratterizzanti l’area.
Fig.43: Inquadramento della posizione delle viste sull’area.
5.4.4.1. Viste sull’area di intervento
Di seguito si riportano una serie di viste sull’area di analisi e progetto, indicando nella planimetria seguente, la posizione.
Fig. 43
1 2
4 5 7 9 11 13 12 10 8 6
13 14 15 16 17 19 19 20
21
22
24 23
26 25
27
29
30 28
5.4.4.2. Alterazione morfo-tipolgica
È stato necessario associare alla precedente lettura una sull’alterazione morfo-tipologica, in quanto, in alcune situazioni, la condizione di degrado è dovuta ad interventi incongrui fatti sugli edifici, mentre in altri lo stato di degrado non ha permesso interventi successivi, ed è proprio per questo che si possono leggere tutt’oggi le caratteristiche originarie di alcuni edifici. Come già detto l’area analizzata è caratterizzata da un diverso grado di conservazione a seconda se in presenza delle vie urbane pedonali principali o quelle secondarie. Questo doppio volto urbano si ritrova anche nell’analisi degli elementi di alterazione morfo tipologica.
Anche qui la misura dell’analisi è stata effettuata in base alle condizioni presenti nell’area analizzata.
La legenda è stata articolata tra elementi di alterazione-morfo tipologica nulli, che si hanno come detto prima lungo le due passeggiate principali, e alterazione morfo tipologica alta.
I gradi di alterazione sono distinti in base al numero di elementi incongrui per forma, dimensione, posizione o tipologia presenti all’interno dello stesso volume.
Quindi le classi sono: molto lieve o nulla, nel caso in cui l’edificio non presenta elementi dequalificanti o nel caso questi non siano invasivi per l’immagine generale dell’immobile; bassa, se sono presenti alterazioni tipo intonaco, cornici, tettoie, infissi, elementi tecnologici, terrazze, scale o modifiche della struttura integrate; media, dovute alla compresenza dei precedenti elementi; alta, compresenza dei precedenti elementi e rilevanti modifiche della struttura non ben integrate rispetto al fabbricato originario. L’alterazione è stata ritenuta nulla in edifici dove gli interventi successivi non hanno modificato in nessun modo la presenza architettonica dell’edificio: ad esempio, il Gran Caffè, che si presenta
Fig. 44 Fig.44: tipologica degli edifici.Alterazione morfo-Legenda: Bassa Nulla Alta Media in uno stato di abbandono, non mostra interventi antropici che ne
hanno deturpato la tipologia, la forma, e l’apparato decorativo; al contrario nell’edificio accanto ad esso, un tipo in linea su sette piani, che mostra interventi puntuali, fatti dalle singole unità abitative che hanno deturpato l’immagine complessiva, già di per se non eccelsa, è stata ritenuta alta. Le altre due scale di interventi sono state ritenute intermedie tra le due.
Negli interventi di recupero e restauro, attuati nel centro lungo i viali sopra citati, si riscontra una volontà di mantenere l’identità propria che ogni edifici aveva; è per questo che gli interventi erano mirati principalmente al recupero delle facciate. Questa determinazione è palese nel quartiere Gjuhadol, dove si riscontrano, nella via omonima, almeno due edifici recuperati all’esterno ma che non sono praticabili all’interno, a causa delle condizioni fisiche in cui versano.
Nel resto dell’area, quella compresa tra via Vilson e il boulevard Zogu I, il degrado non è dato solo dal pessimo grado di conservazione, ma anche dagli interventi antropologici che sono andati a modificare profondamente l’identità degli edifici singoli, e in una vista generale, quella di percezione del quartiere interno.
5.4.4.2. Analisi degli elementi di degrado dell’immagine urbana
In quest’analisi si sono volute sottolineare le varie tipologie di elementi che danno all’area analizzata una condizione fisica, economica e sociale, non ottimale rispetto alle potenzialità proprie. Questi elementi sono:
- Fili elettrici sospesi che disturbano la libera visuale su paesaggio e centro urbano;
- Tettoie-invasive sullo spazio pubblico; - Pavimentazione inadeguata;
- Degrado della facciata; - Elementi tecnologici in vista; - Aree degradate;
- Aree soggette a inquinamento acustico; - Iper segnaletica pubblicitaria.
Per quanto riguarda il primo, esso è un elemento che si nota al primo impatto con la città. Anche nelle aree riqualificate ci sono ancora resti di infrastrutture elettriche aree, che fortemente danneggiano l’immagine complessiva del centro. Si annota che nell’ultimo anno, in tutto il paese, sono state attivate operazioni di sotterramento dei fili elettrici: questo non è stato riscontrato nell’area di analisi, fino ad agosto del 2017.
Per quanto riguarda le tettoie, esse sono maggiormente presenti nei viali pedonali, dove il comune ha concesso il permesso alle attività ricettive di aprirsi allo spazio pubblico. Questa condizioni è stata ritenuta degradante per il complesso architettonico-urbanistico in quanto ne deturpa la visione armonica che altrimenti avrebbe la città. Nel resto della città invece le tettoie sono oggettivamente elementi di disturbo visivo, ma essendo inserite in un contesto poco armonico e meno riuscito dal punto di vista unitario, sembrano essere meno invasive.
La pavimentazione invece risulta essere inadeguata, per l’uso che viene fatto della strada solo in alcuni punti, quelli segnalati, mentre è ritenuta positiva quella delle due strade pedonali, per colori e materiali, e poco adeguata per il tipo di trattamento che
hanno ricevuto essi, in quanto nelle prime ore della mattina e durante le giornate piovose, risulta essere leggermente scivolosa anche se non sono riscontrati eventi dannosi a coloro che hanno percorso negli anni questa strada.
Il degrado della facciata è diffuso nell’area della via Vilson, dove, come già detto, gli edifici hanno bisogno di interventi di recupero. Per quanto riguarda gli elementi tecnologici in vista, assieme alla iper segnaletica pubblicitaria, sono stati ritenuti i due elementi, che meno si comprendono a prima vista, più degradanti dell’immagine urbana, in quanto elementi antropici completamente fuori dal contesto originario di concessione dell’architettura e che ne limitano le potenzialità espressive. Guardando la planimetria si nota l’elevata diffusione di questi elementi.
L’ultimo punto riguarda l’inquinamento acustico, di alcune strade in particolare, anch’esso un fenomeno rilevante ai fini di un godimento ottimale del centro cittadino.
Già si è detto sull’inadeguatezza di questi percorsi, che sovrastano la dimensione umana, nel contesto in cui sono inseriti. Nei maggiori centri europei, è in atto un’operazione di pedonalizzazione del centro storico, e una ricerca di limitazione dell’ingresso automobilistico in queste aree, oltre che per motivi di una vita meno stressata anche in vista di uno sviluppo sostenibile, proposito necessario a cui tutti i centri dovrebbero adeguarsi. In questo contesto, purtroppo, i centri albanesi si inseriscono nei titoli di coda, e lo fanno anche in modo non sempre adeguato. È vero che le due vie pedonali sono tali a Scutari, ma è vero anche che sono tagliate da un boulverd dalla percorrenza automobilistica molto elevata. L’operazione potrebbe risultare più efficace se fosse inserita in contesto più generale di studio territoriale della città, dove al centro storico viene gradualmente selezionato e limitato l’ingresso delle automobili, mentre viene incrementato, anch’esso gradualmente, l’ingresso dei pedoni.
Fig. 45
Fig.45: Elementi di degrado dell’immagine urbana. Legenda: Degrado pavimentazione Aree soggette a inquinamento acustico Aree soggette a degrado edilizio
Ipersegnaletica pubblicitaria Tettoie invasive sullo spazio pubblico Fili elettrici in vista
Degrado della facciata Impianti in vista
5.4.4.4. Analisi percettiva dei percorsi e spazi pubblici
Tra tutte le letture fatte sullo spazio urbano questa è che quella ritenuta più importante, in quanto vista come un’analisi soggettiva di percezione del centro, in tutti i suoi elementi di unità e anche di rottura.
Gli elementi sottolineati in quest’analisi sono: - Percorso urbano continuo;
- Incrocio significativo; - Interruzione percorso;
- Barriera spazio pubblico e vuoto urbano; - Connessione-parti connesse;
- Mancanza di relazione; - Allargamento visuale-riposo;
- Polarità visive per valore storico-architettonico; - Polarità visive per dimensione;
- Spazio pubblico di riferimento.
È stata sottolineata la presenza di incroci importanti con il cerchio tratteggiati, visti come spazi dove sia necessario un intervento di qualificazione urbana e sociale, dove venga
Fig. 46 Fig.46: percorsi e spazi pubblici. Analisi percettiva dei
Legenda:
Polarità per dimensione Polarità per valenza storico-architettonica Parti di una strada bene
connesse Spazio pubblico di
riferimento Allargamento dello spazio non sfruttato
Interruzione del percorso pubblico Barriera tra lo vuoto urbano e spazio pubblico Parti di strada scollegate Continuità percorso
urbano Incrocio significativo valorizzata maggiormente la dimensione umana rispetto quella
automobilistica, soprattutto se questa è inserita come rottura di un percorso urbano continuo (linea rossa continua).
Sono state sottolineate le aree dove l’osservatore percepisce un’unità delle diverse sponde della strada, in alcuni casi dovute alla presenza di facciate recuperate e complessivamente armoniose tra di loro, in altri casi dovute alla breve distanza a cui sono poste queste.
La concezione dello spazio urbano come unitario non è un fenomeno che può essere lasciato in secondo piano in un progetto di riqualificazione di un centro storico.
Sono state segnalate le polarità visive per valore storico-architettonico e per dimensione; altresì è stato segnalato il fatto che la presenza di due strade ad alta percorrenza crea una mancanza di relazione tra le sponde e una condizione di disagio per chi percorre quello spazio.
Tutti gli elementi sottolineati come problematici, degradanti, e mal inseriti nel contesto, sono fenomeni derivati da momenti diversi di interventi antropici: questo chiarifica la mancanza di unità, ma anche sottolinea una mancanza di sensibilità in colore che hanno contribuito successivamente agli interventi.