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Test ingresso comprensione

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Academic year: 2021

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Alunno_____________________________________________Classe_________Data___________ Dove andranno a partorire le balene del Mediterraneo

Alla nascita pesa duemila chili e raggiunge anche i sei metri e mezzo di lunghezza. La madre che l’aiuta nei primi istanti di vita e la sfiora con leggerezza per insegnarle a nuotare, di chili ne può pesare 75 mila e arrivare a 26 metri. La balenottera comune è il secondo animale al mondo per grandezza, superato solo da un’altra balena, quella azzurra, che raggiunge i 30 metri. E la balenottera comune vive anche in quel Mediterraneo spazzatura dove gli sversamenti di petrolio greggio sono continui e dove finiscono masse immense di inquinanti tossici. Non solo: un mare considerato piccolo e solcato di continuo da superpetroliere, lussuosi yacht, motoscafi contrabbandieri, vecchie carcasse da affondare con carichi pericolosi. Eppure le balenottere comuni sono tra noi. E sono tante. L’ultimo censimento parla di tremila esemplari. Una popolazione che si concentra in buona parte, d’estate, in un tratto di mare stretto: tra le Baleari, il golfo Ligure, la Corsica e la Sardegna. Qui i grandi cetacei si ritrovano in piccoli gruppi. I giovani nuotano accanto alle madri. Gli esperti sono arrivati alla convinzione che questo nucleo di balenottere vive e si riproduce in Mediterraneo.

Le biopsie eseguite con la tecnica della balestra (una freccia innocua lanciata per scalfirne l’epidermide) hanno rivelato un Dna che le accomuna e le differenzia dagli esemplari atlantici. Balenottere in navigazione ovunque. Con grandi soffi alti fino a sei metri, con periodi di apnee fino a 20 minuti e discese a profondità di oltre 200 metri. Animali dalla testa asimmetrica con la parte destra bianca e la sinistra grigio-scura, che raramente saltano fuori dall’acqua (ma quando lo fanno riescono ad uscirne per intero), che mangiano immense quantità di cefalopodi, microgamberetti e pesce azzurro, che possono raggiungere i 30 chilometri all’ora e spostarsi per oltre 200 chilometri al giorno. Quel poco che si conosce della loro biologia lo si è appreso negli ultimissimi anni. Ma c’è un mistero che si portano dietro nel loro migrare lungo il Mediterraneo. Non si sa dove le femmine gravide vadano a partorire, buco nero per ora irrisolvibile. L’unica cosa di cui si è sicuri è che il parto avviene in inverno. Dove, non è dato sapere. Le ipotesi che si fanno è che le balenottere comuni che stanno per figliare si concentrano più o meno tutte nello stesso quadrante. E che questo potrebbe essere quello meridionale orientale. Ma il mistero rimane. Le 3 mila balenottere del Mediterraneo restano una minoranza rispetto alle 130 mila della stessa specie in tutto il mondo. Ma sono una lieta sorpresa in un Mediterraneo che di misteri e segreti ne ha ancora tanti da svelare.

Da “ Diario”, Anno II, n. 8

1

Riassumi separatamente il 1^ e 2^ paragrafo : il primo usando rigorosamente fra le 95 e le 100 parole; il secondo fra le 124 e le 130

2

Da’ un titolo a ciascun paragrafo mantenendo invariato il titolo generale dell’articolo

3

Unifica le due parti in un solo riassunto complessivo di tutto il brano, più ridotto dei precedenti, usando complessivamente fra le 110 e le 130 parole

Alunno_____________________________________________Classe_________Data___________ Dove andranno a partorire le balene del Mediterraneo

Alla nascita pesa duemila chili e raggiunge anche i sei metri e mezzo di lunghezza. La madre che l’aiuta nei primi istanti di vita e la sfiora con leggerezza per insegnarle a nuotare, di chili ne può pesare 75 mila e arrivare a 26 metri. La balenottera comune è il secondo animale al mondo per grandezza, superato solo da un’altra balena, quella azzurra, che raggiunge i 30 metri. E la balenottera comune vive anche in quel Mediterraneo spazzatura dove gli sversamenti di petrolio greggio sono continui e dove finiscono masse immense di inquinanti tossici. Non solo: un mare considerato piccolo e solcato di continuo da superpetroliere, lussuosi yacht, motoscafi contrabbandieri, vecchie carcasse da affondare con carichi pericolosi. Eppure le balenottere comuni sono tra noi. E sono tante. L’ultimo censimento parla di tremila esemplari. Una popolazione che si concentra in buona parte, d’estate, in un tratto di mare stretto: tra le Baleari, il golfo Ligure, la Corsica e la Sardegna. Qui i grandi cetacei si ritrovano in piccoli gruppi. I giovani nuotano accanto alle madri. Gli esperti sono arrivati alla convinzione che questo nucleo di balenottere vive e si riproduce in Mediterraneo.

Le biopsie eseguite con la tecnica della balestra (una freccia innocua lanciata per scalfirne l’epidermide) hanno rivelato un Dna che le accomuna e le differenzia dagli esemplari atlantici. Balenottere in navigazione ovunque. Con grandi soffi alti fino a sei metri, con periodi di apnee fino a 20 minuti e discese a profondità di oltre 200 metri. Animali dalla testa asimmetrica con la parte destra bianca e la sinistra grigio-scura, che raramente saltano fuori dall’acqua (ma quando lo fanno riescono ad uscirne per intero), che mangiano immense quantità di cefalopodi, microgamberetti e pesce azzurro, che possono raggiungere i 30 chilometri all’ora e spostarsi per oltre 200 chilometri al giorno. Quel poco che si conosce della loro biologia lo si è appreso negli ultimissimi anni. Ma c’è un mistero che si portano dietro nel loro migrare lungo il Mediterraneo. Non si sa dove le femmine gravide vadano a partorire, buco nero per ora irrisolvibile. L’unica cosa di cui si è sicuri è che il parto avviene in inverno. Dove, non è dato sapere. Le ipotesi che si fanno è che le balenottere comuni che stanno per figliare si concentrano più o meno tutte nello stesso quadrante. E che questo potrebbe essere quello meridionale orientale. Ma il mistero rimane. Le 3 mila balenottere del Mediterraneo restano una minoranza rispetto alle 130 mila della stessa specie in tutto il mondo. Ma sono una lieta sorpresa in un Mediterraneo che di misteri e segreti ne ha ancora tanti da svelare.

Da “ Diario”, Anno II, n. 8

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Riassumi separatamente il 1^ e 2^ paragrafo : il primo usando rigorosamente fra le 95 e le 100 parole; il secondo fra le 124 e le 130

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Da’ un titolo a ciascun paragrafo mantenendo invariato il titolo generale dell’articolo

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Unifica le due parti in un solo riassunto complessivo di tutto il brano, più ridotto dei precedenti, usando complessivamente fra le 110 e le 130 parole

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