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Lettera alla redazione

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Academic year: 2021

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Bibelot: notizie dalle biblioteche toscane

27, n.1 (2021): (Gennaio - Aprile) ISSN: 1723-3410 online

Lettera alla redazione

Vorrei qui ricordare alcuni fatti degli anni '70 riguardanti le biblioteche fiorentine.

Nel periodo che va dall'alluvione del '66 alla nascita dei Consigli di Quartiere, nel 1976, si svilupparono nella nostra città molte esperienze di partecipazione. Alcune di esse interessarono le biblioteche comunali.

Già a partire dal '73/'74 era nato presso la Biblioteca dell'Isolotto un Comitato spontaneo composto dai rappresentanti degli organismi di base presenti nel Quartiere, dal Comitato degli assegnatari delle case GESCAL alla Scuola Popolare alla Casa del Popolo, che collaborava con la bibliotecaria nell'individuazione dei libri da acquistare e nella promozione di iniziative culturali.

Occorre far presente che su quest'ultimo punto vi era un acceso dibattito fra chi riteneva che le biblioteche dovessero limitarsi al loro compito istituzionale di rendere disponibili i libri per la lettura e le altre pubblicazioni a stampa e chi, invece, ne voleva fare dei veri e propri centri propulsori di cultura, furono poi i secondi a prevalere come dimostrano anche le molteplici attività odierne di molte strutture bibliotecarie.

Va anche sottolineato pure che le biblioteche comunali fiorentine all'epoca erano delle vere e proprie cenerentole, a cui andavano gli avanzi di magazzino delle librerie e la cui conduzione era affidata a persone che non avevano alcuna competenza specifica, in genere maestre che avevano lasciato l'insegnamento, le competenze se le fecero in corso d'opera, grazie anche ai Comitati di Gestione.

L'esperienza spontanea dell'Isolotto che, oltre a migliorare moltissimo il patrimonio bibliotecario, animò il quartiere con incontri di vario tipo: presentazioni di libri, interventi

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musicali, proiezioni di film etc. all'interno della struttura e nelle piazze, fece da “apri-pista”.

Fu riconosciuta dall'Amministrazione Comunale di sinistra, nata dalle elezioni del 1975, e servì da modello, tanto che i Comitati di Gestione vennero inseriti nel Regolamento Comunale delle Biblioteche dall'allora assessore alla cultura Franco Camarlinghi e dal funzionario che si occupava della pubblica lettura Piero Forosetti.

Si trattò di una stagione pionieristica, che ha dato indubbiamente dei frutti. Sta infatti alla base delle esperienze più avanzate odierne, sia per quanto riguarda il loro essere centri di produzione culturale, per i rapporti con le realtà ospitate all'interno, o che si muovono nell'ambiente circostante; è pur sempre una gestione sociale delle biblioteche, seppure in forme diverse da quelle di allora).

Su un punto però non si può non registrare un arretramento rispetto alla concezione che si sviluppò intorno alla pubblica lettura ed alla figura del/della bibliotecario/a: anche qui, come in molti altri settori, invece di selezionare personale preparato si ricorre all'affidamento a cooperative, con danno per il servizio e per i lavoratori e le lavoratrici mal

pagati ed in situazione di precarietà.

Recuperare la memoria di un periodo di svolta per le biblioteche comunali a Firenze e lavorare in coerenza con la spinta propulsiva che portò a quella svolta, richiede una profonda revisione del sistema di esternalizzazione dei servizi di reclutamento del personale.

Cordiali saluti

Moreno Biagioni Firenze, 27 gennaio 2021

Moreno Biagioni

mor.biagioni@gmail.com

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