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Farmacisti: una popolazione particolarmente esposta?

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Academic year: 2021

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(1)Una popolazione particolarmente esposta  . Le farmacie e parafarmacie italiane, nel corso della pandemia da Covid-19, hanno operato a battenti aperti durante l’intero periodo di emergenza, garantendo il regolare servizio alla popolazione e fornendo importanti indicazioni riguardanti i comportamenti da adottare nei confronti del virus. Tale attività fondamentale si è svolta nel contesto di un insieme di misure volte a contrastare il contagio degli utenti di farmacia e dei farmacisti stessi, sebbene la condizione di “rischio zero” fosse chiaramente impossibile da ottenere. Complici le nuove restrizioni imposte dai medici, con l’obiettivo di impedire la formazione di assembramenti nei loro studi, un numero sempre crescente di persone ha iniziato a visitare le farmacie di comunità, riconoscendo nel farmacista una figura di riferimento a cui potersi rivolgere al bisogno. Di conseguenza, nonostante l’utilizzo delle opportune norme di sicurezza, come il mantenimento delle distanze, l’installazione di plexiglas separatori, l’uso di mascherine, guanti e visiere, i farmacisti sono stati regolarmente esposti a potenziali occasioni di contagio..    Per misurare l’efficacia delle misure di prevenzione prese dai farmacisti nel corso della prima ondata della pandemia da Coronavirus, è stata svolta un'indagine sierologica volontaria e gratuita al fine di indagare l'incidenza dei contagi tra i farmacisti piemontesi, che hanno prestato servizio durante le prime fasi dell’emergenza sanitaria, e rilevare le eventuali variabili che avessero favorito il contagio..    L’analisi è stata effettuata mediante test sierologici rapidi su sangue capillare, in grado di rilevare la presenza di IgG e IgM compatibili con il SARS-CoV-2. Sono stati coivolti farmacisti che hanno prestato servizio a banco dal 25/02/20 al 1/05/2020, per una media di 7 ore/die. L'indagine è stata condotta a Torino nel luglio 2020, in collaborazione con l’Ospedale Amedeo di Savoia (ASL TO-2). Prima dell’esecuzione del test, ai farmacisti è stato sottoposto un questionario che indagasse quali misure avessero adottato per proteggere sè stessi e l’utenza della farmacia, inclusi i DPI e le norme per l’accesso in farmacia..  . La maggioranza del campione ha dichiarato di aver adottato almeno un dispositivo di protezione individuale, ma, laddove disponibili, non sono stati sempre adottati sin dal principio, per la nota impossibilità di reperirli nelle prime settimane. I soggetti risultati positivi al test sierologico ammontano al 4% del totale, omogeneamente distribuiti per sesso ed età. Si riscontra una possibile correlazione tra la positività dei soggetti e il numero di giorni trascorsi a banco, anche se scarsamente significativa. Nelle farmacie dove non è stato adottato il gel igienizzante mani, si rileva un sensibile aumento dei casi di positività (14% vs 3%).. 284 4%. farmacisti partecipanti.

(2)   .  .  . Mascherine. 99%. Visera/Occhiali. Guanti. 26%. 92%. Ingresso contingentato. Igienizzante mani. 94%. 92%. farmacisti risultati positivi.  Premesso l'uso diffuso di almeno un dispositivo di protezione, il mancato utilizzo di prodotti igienizzanti delle mani in farmacia è significativamente correlabile con un incremento di farmacisti risultati positivi (p-value < 0,01). Ulteriori dati potrebbero emergere dal coinvolgimento di un campione più ampio. Si ringraziano Farmaservizi S.r.l. e Federfarma Piemonte per la collaborazione.. Parente Marco¹, Baratta Francesca² , Visentin Giulio Mario², Pignata Irene² , Ravetto Enri Lorenzo², Venuti Francesco³, Di Perri Giovanni³ , Brusa Paola² 1) Federfarma Torino, Torino 2) Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco, Università di Torino, Torino 3) Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Torino, Torino.

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