• Non ci sono risultati.

Il Nuovo Istitutore : periodico d’istruzione primaria e secondaria. A.4(1872)

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Il Nuovo Istitutore : periodico d’istruzione primaria e secondaria. A.4(1872)"

Copied!
302
0
0

Testo completo

(1)
(2)
(3)
(4)

UN IVERSITÀ DEGLI STUDI S A L E R N O F O N D O C U O M O

X V

%

P é R

t i

V O L.

CE'f'Sif'' '*« SERVIZIO DI AIEKtO ■» ' 71/lllOIECHt

' "«ICUOMO

V i ' • I C O T H I l

V

U

H

(5)

IL

NUOVO ISTITUTORE

PER IO D IC O

d’ I s t r u z i o n e e di E d u c a z io n e

ANNO QUARTO

SA

L

E

R

N

O

T IP O G R A F IA . D I R . M IG LIA C C IO

(6)

■ I

I

. V.?: -V'r ; \ ) ' ì

_____

(7)

Anno IV.

Salerno, 2 0 Gennaio 1872

N.° 1 ° e 2 . 0

G I O R N A L E

D ’ I S T R U Z I O N E E D I E D U C A Z I O N E

PREMIATO COU MEDAGLIA DI ARGENTO AL VII. CONGRESSO PEDAGOGICO

Il g io rn a le si p u b b lic a tre yolte al m ese. Le associazioni si fanno a prezzi a n tic ip a li m ed ia n te v a g lia p o stale spedito al D irettore. Le le ttere ed i p ieg h i non fran c a ti si respingono: nè si restituiscono m an o s critti — P r e z z o : anno L. 5; sei m esi L. 3; un num ero separato di otto p ag in e, C ent. 30; doppio Cent. 50.

G io rn ali, lib r i ed op u sco li in dono s ’ indirizzino — A lla D ir e z io n e del N u o vo I s t i tu t o ­ re , Salerno.

SOMMARIO — A i letto ri — D idattica — Im p o r ta n z a delle r ip e tiz io n i e m odo d i fa r le — L a g in n a s tic a n elle scuole — L e conferenze d i C ava, L ettera e risposta — A gronom ia — Del fru m en to n e — L e zio n i p ra tic h e d i lin g u a — C ronaca dell’ istru zio n e — A n n u n ­ zi — Carteggio laconico.

A V V E R T E N Z A

Questo prim o num ero del giornale è rimesso per saggio a m olti

che attendono a ll’ educazione e pregiano i buoni studii. È naturale

che v i sarà di quelli che o non possono pagarne il tenue costo o

non amano pigliarne

/’

associazione

,

e i l Nuovo Istitutore non vuol

essere nè di peso nè di noia a nessuno. Onde ehi non lo voglia,

può liberamente ritener questo, purché rim a nd i indietro il secondo

numero, scrivendo sull’ in d irizzo il suo nome per cessarne la spe­

dizione; e saremo gratissim i a q u a n ti gentilm ente dessero opera a

diffonderlo fra i loro amici.

A I L E T T O R I

Un po’ di preambolo ogni anno che viene, e’ non c’ è santi,

t i

bisogna accozzarlo a ogni modo, anche se tu nulla avessi a dir

d i

nuovo o veruna larga promessa a fare; chè tra noialtri la moda pur

ci ficca il suo zampino, e le introduzioni,

i proem ii,

i program m i

sono certi sonori paroioni, atti ad empier le orecchie di vento e a

chiappare i Calandrimi di cui non so se per buona o mala ventura

poco abbonda 1’ età presente. Vedete che schiamazzo si leva da ogni

angolo di strada e quanti Salomoni inontan sui trespoli a prometter

Roma e Toma? Chi latra di qu a, chi abbaia di la , e a sentire le

loro spampanate e le alte cose che annunziano nei programmi e

(8)

%

nelle chiacchierate ai cortesi lettori, il mondo è lì li per trasformarsi

in un paradiso, dove più nè corruzione nè vizii nè ignoranza ci si

avrebbe più a vedere. E pure quanti badano a costoro? Ognuno tira

via pei fatti suoi e chi vuol cantare, canti. Cose belle, sode, nuove

ci vogliono e non già chiacchiere e programmi per raggranellar quattro

associati che ti faccian grazia di starti a udire un po’, e insieme con

la sostanza delle dottrine e il valore degli scritti ci debbono essere

anche le buone m aniere, il rispetto altrui e la modesta coscienza

delle proprie forze. E quest’ umil sentimento di sè non l’ ha mai p er­

duto il Nuovo Istitutore, ed aiutandolo Iddio, non vuol perderlo nem ­

meno in questo nuovo anno. Egli dall’ usata franchezza e cortesia non

si dipartirà, agli studi e all’ educazione avrà sempre fisso il pensiero,

e sapendo che diffidi cosa sia 1’ ammaestrare e quanto nobile e subli­

me 1’ ufficio degli educatori, dirà senza boria e presunzione quel po’

che al decoro e^ dignità dei maestri e al bene dell’ istruzione repu­

terà giovevole. È giovinotto di primo pelo; appena il quart’ anno gli

è per sonar sulle spalle; ma pure si regge bene sulle gambe, cam­

mina dritto dritto senza pencolar nè di qua nè di là, e delle ciance

e di coloro che le vendono, natura gli ha messo in petto un odio fie­

rissimo; sì che di corbellerie e di fanciullaggini ei non ne vuol com­

mettere, nè udire. Però eccolo qui lui a confessarlo di propria bocca

che la sua testa non è di quelle che descrive Plutarco, nè l’ ingegno

simile alle aq u ile , nè le forze come gli a tle ti, e n iu n o , come l u i ,

conosce quant’ altro ben di Dio gli manchi a m etter su 1’ uomo fatto

e la persona ammodo. Pure, non fa per dire, un po’ d’ onore riesce

a buscarselo anche lui, e sapete che ben di cuore gli vogliano certi

pezzi grossi, decoro e vanto d’ Italia, e quali feste ebbe al congresso

di Napoli; e col favore del cielo studierà di non demeritare dell’ af­

fetto e della gentilezza altrui.

Questo, poiché 1’ avea a metterle insieme quattro parole di proe­

mio, vuol dire a voialtri cortesi e benevoli lettori; a cui mandi Iddio

un

B uon anno coi fiocchi.

,

Salerno, 4.° Gennaio 487%.

Il N u ovo Istitu to r e

SIIL A IMPORTANZA DELLA RIPETIZIONE NELL’ INSEGNAMENTO

E SUL. MODO D I F A R L A

Uno de’ principii che pare sieno già messi in sodo n ella scienza di­ dattica, è , a parer mio, che l ’ insegnamento sia ordinato a compiere e per­ fezionare la cognizione confusa. La conoscenza da cui la mente suol pi­ gliare le mosse, è sempre imperfetta. Da principio si hanno i primi ru­ dimenti del conoscere: si ha quella maniera di conoscimento che da S . Tommaso chiamasi

im perfetto

, e, a dirla con lui,

sub confusione qua­

derni.

(Sum m a, P. 1. Quaest. 8 5 , art. 3 ) . L ’ uomo non può, per la de­ bolezza d el lume intellettuale, n ella prima apprensione d’uu primo noto

(9)

discernere lutto ciò che virtualmente vi si contiene: dapprima appren­ de alcun c h e d i esso, il suo essere sostanziale; di poi, penetrando più addentro, le proprietà, gli accidenti, le relazioni e via.

La cognizione primitiva è adunque imperfetta e confusa; è una, ma nella sua unità è comprensiva. E lla è come un barlume, un crepuscolo: ella è da paragonarsi ad una sfera informe. E tutta la industria d ell’ inse­ gnamento dee consistere in ciò che si aiuti il discepolo a progredire dalla cognizione una e confusa alla cognizione molteplice e distinta, affinché quel l'albeggiare divenga chiarezza e fulgore, quel crepuscolo si faccia lu­ ce, e quella sfera informe cominci a poco a poco a mostrarsi divisa in sfere d in ori, eh’ erano prima come involte in un velo. Or m alagevole è a dire tutti i mezzi che si porgono a tal fine opportuni; ma fra g li altri efficacissima a me pare la ripetizione. 1 vantaggi eh ’ ella arreca nel- l ’ insegnamento, sono ben molti e grandi. Lascio stare quello eh ’ è da tutti risaputo, cioè che per essa il conoscimento s; assoda, si fortifica e si determina. La cognizione non è altro che una visione: la visione del vero per mezzo d e ll’ occhio intellettivo. Questa visione spirituale, nella slessa guisa che la corporea, può essere più o meno chiara, e rappre­ sentar più o meno distintamente e pienamente gli oggetti da conoscersi. Ora questo maggior chiarore si consegue, quando \i si pone sopra m aggio­ re attenzione e vi si ritorna spesso. Come la goccia cava la pietra, ;così il ridire spesso stampa addentro le cose nella m ente, che su lle prime non vi attese o non le intese. Su di ciò io non voglio fermarmi; che per altri rispetti a me sembra importante la ripetizione.

Errore di alcuni moderni melodisti, è che n ell’ insegnamento si deb­ ba correre con fretta e negli studi s’ imiti ciò che in parecchio arti e mestieri s’ è praticato; che si operi a macchina. E come per mezzo di una macchina in poco d’ ora si ottiene quello che prima richiedeva lun­ go tempo e grande sforzo di braccia; così mediante certi melodi che scu­ sano 1’ uffizio di macchine, si vorrebbe da alcuni che i giovani in breve apprendessero ciò che prima era opera di molli anni e di grandi fati­ ch e. Onde nasce la necessità di tormentare con un esame minuto, sol­ lecito, continuo la mente giovanile, a cui per tal modo s’ impedisce che nelle cognizioni apprese si riposi, vi spazi per entro a sua posta, e ri­ tornandovi sopra esplichi con lento lavorio g li occulti semi, e schiuda i nascosi tesori. E poiché ne’ giovanetti è debole la facoltà ragionativa, ne seguila che il maestro debba supplire con la ragione propria e pen­ sare per loro. Di qui l ’ inoperosità e l ’ inerzia di coloro che non con­ fidando nelle forze d ella propria mente, si affidano del lutto a ll’ opera estrinseca d ell’ insegnante; di qui l ’ affaticarsi di quegli altri i quali se­ guono il maeslro che loro la dannosa violenza.

Per contrario la vera pedagogia, quella che tiene come guida e duce la natura, una sol cosa o pochissime alla volta porge a’ discepoli. E lla,

(10)

per non turbare l’ opera naturale e interiore dell'ingegno, è lenta nel fa fe, paziente n ell’ aspettare, e dà a lla ripetizione una importanza da non dire. Per questa ella concede a lle menti giovanili quel lavorio interno eh’ è ne­ cessario, affinchè la cognizione, dopo di essere, quasi diremmo, preparata, nasca e si mostri; per questa ella stabilisce n ell’ insegnamento come tan­ te stazioni e ferm a te, in cui lo sprito possa raccogliersi, ripigliar le ­ na, rimirare il cammino percorso, e procedere oltre con più sicuro pas­ so; per questa infine i giovani hanno l ’ agio di guardar m eglio le cose da conoscere, di paragonarle, di distinguere le relazioni scambievoli, di aprirle, per dir cosi, e scoprirvi nuove dovizie. Così avviene che non solo la cognizione si schiarisca, si determini e s’ individui; ma ci appari­ scano altresì come lume lontano, o come

penombra

che dicono, altre verità ma più recondite e come annebbiate, a lle quali col ripetere giu­ dizioso ognora più avvicinandoci, rendiamo m eglio distinte e determinate. Nè questo è tutto. A bene intendere, bisogna che lo spirito si trovi in certe condizioni, in cui non è sempre, e che noi non possiamo a vo­ g lia nostra produrre. Noi non sempre siamo in grado

cTintendere

e di

attendere:

non sempre possiamo distinguere e penetrare le cose. Ci ha momenti che i tuoi pensieri brillano e sorgono spontanei e ordinati. Ce ne ha altri, che li par essere al buio: rimani diaccio e mutolo: le idee non sono determinate, lucenti, ma incerte e vaghe; e se li sforzi a pen­ sare e a dire, non metti insieme cosa che valga. Nè 1’ attenzione eh ’ è tanto necessaria a ll’ intendimento d e lle cose, è sempre nello stesso mo­ do. Essa ora si volge fissa a ll’ oggetto che si ha di mira, ora è distratta: ora è debole, ora è gagliarda. A dir breve, avvengono in noi mutazioni continue, simiglianli a q u elle che accadono nel cielo. Ora è nuvolo, ora è sereno: ora una pace tranquilla ci riconforta, ora una nebbia ci of­ fusca, c’ illanguidisce. Ora pare che lo spirito sia irraggiato da una ful­ gida luce, ed ora che sia nelle tenebre. Sicché se esso fosse visìbile, noi lo vedremmo ad ogni istante per tutte guise trasmutarsi. Per il che non si può agevolm ente esprimere la grande utilità della ripetizione. Im­ perocché per essa ritornando lo spirito sulle cose già apprese, può tro­ varsi in quelle condizioni che sono favorevoli alla più perfetta conoscenza di esse, in q u elle condizioni di alacrità e vivacità che gli aggiungono mag­ giori forze e vigoria.

Ma la ripetizione, affinchè sia utile ed efficace, e non torni noiosa ma gradevole, è mestieri che sia fatta a modo. Una ripetizione che ri­ produca materialmente le cose , è cagione di fastidio ed inutile. Essa riesce grata ed efficace, quando nasce, per atto di esem pio, da una in­ terrogazione del discepolo o da un errore in cui è caduto, e dà alla

lezione il movimento e la vita di una conversazione o di un dialogo so­ cratico; ovvero quando si ripresenta un vero sotto i vari suoi aspetti e n elle intime attenenze e congiungimenti con altri veri. Così, per darne

(11)

un esempio, chi volesse ben determinare e chiarire il concetto d ella e- loquenza, gli farebbe assai buon giuoco la ripetizione; che quella idea ripresentando in varie maniere senza annoiare, avrebbe modo di schiarir­ la, svolgerla e, per dir cosi, sviscerarla. Ragguagliando egli le più recenti dottrine sulla eloquenza con quelle degli antichi; discorrendo de’ vari generi e specie di orazioni; riscontrando la eloquenza con la filosofia mo­ rale; ragionado de’ vari modi onde essa s’ individua e diviene sì potente da vincere e conquidere g li animi più indocili; lenendo infine proposito di quel mowinenlo drammatico, in cui sta la principili forza di essa, riu­ scirebbe a ripetere lo stesso concetto, ma sempre per vari modi e guise. Così, mentre si ripresenta la medesima cognizione, si varia sempre ed ar­ ricchisce; mentre pare che sia lo stesso soggetto, si muta sempre ed a- pre ognora più i suoi riposti tesori; è un circolo che sempre si amplia ed allarga.

Prof. F. L inguiti

LA GINNASTICA NELLE PUBBLICHE SCUOLE

il eli. prof. Francesco Acri, uomo di eletto e profondo sapere,

ha pubblicate nella Rivista sicula alcune osservazioni e proposte in ­

torno al riordinamento degli stu d i, le quali convengono in molta

parte con quelle che dal eh. prof. F . Linguiti furono riportate sul

nostro Periodico. Non è mio proposito entrar di mezzo nella que­

stione sì bene discussa, e riepilogare qui le cose dette da loro, dal

eh. prof. Marciano e da altri m o lti, che della stessa m ateria ragio­

narono in questi ultimi mesi con m aturità di senno e novità di pen­

sieri. Solamente voglio raccomandare a quelli che reggono le sorti

della pubblica istruzione di giovarsi di tanti aiuti per compiere una

soda ed efficace riforma degli studi e voglio richiamare 1’ attenzione

dei maestri e delle autorità scolastiche su di un importante capo di

pubblica educazione, la ginnastica, poco curata nelle nostre scuole.

Sentano con quanta saviezza ne discorre 1’ Acri, e ciascuno trovi modo

d’ introdurla nella sua scuola.

Ragionato de' mezzi di cui devono essere provveduti i Professori per insegnare-e del lu o g o , diciamo come hanno ad essere preparati i gio­ vani a ben ricevere P insegnamento. Ciò che prepara i giovani a lle o- neste esercitazioni dello spirito, si è P esercitazione del corpo o la gin­ nastica, come quella che li fa sani, vegeti, spigliati, costumati. Per­ chè i nostri fanciulletti così vispi divengono torpenti, crescendo più gli anni? Per la quiete, la quale, massime ne’ convitti, g li allenta, g li di­ magra, e di focosi desiderj li consuma. Si sa che i Greci ridussero pri­ ma a teoria la necessità della ginnastica. La quale teoria Platone presso

(12)

a poco così espone : Non c’ è bello senza m isura; dunque un uomo bello dev’ essere commisurato. La maggiore commisuranza o dismisuranza che possa intervenire, è quella fra l ’ anima e il corpo. Dismisuranza c’ è , se l ’ anima poderosa e grande è portata da corpo fiacco e p iccolo, e vi­ ceversa; e in tale su p p on im elo l'uom o non è b e llo : ma se un’ anima forte è portata da corpo altresì fo rte, c’ è commisuranza; e in questo caso 1’ uomo è il più leggiadro e bello spettacolo che sia al mondo. Sì per l ’ anima come per il corpo la salute è una: non muovere quella senza questo, nè questo senza quella (M usica in senso la r g o , è Gin­ n astica). Sappiamo d elle feste ginnastiche che si fanno dai Germani, e nelle se lv e , e in certe città dove si conviene da ogni parte, non altri­ menti che si faceva dai Greci ai giuochi olimpici. E i Prussiani rica- varon tanto profitto n ella recente guerra contro i Francesi dall’ aver soldati bene esercitati del corp o, ch e ora a quest’ arte si volgono con più cu ra, e vogliono che sia imparata m eglio a cominciar d alle scuole primarie. E in Italia? in Italia la ginnastica s’ insegna nelle scuole se­ condarie sino dal sessanta; ma di n om e, di fatto no: perchè dove non s’ insegna per n u lla , per difetto di lu o g o ; dove per difetto di attrezzi; e dove s’ insegna una sola volta a lla settim ana, e non ci si va tutti ma p och i, e il non andarci non è colpa. Ma a trasandar la ginnastica non c’ è scuse che bastino: p erchè, quando c’ è buona volon tà, è luogo acconcio il cortile stesso del Liceo e Ginnasio, o una pubblica villa; e un fosso, un monticello di terra, una corda tesa son mezzi sufficienti a destare le impigrite membra. S ì, è un errore gravissimo, esiziale per noi che non si ponga ogni industria a metter in uso e in onore la gin­ nastica, noi la cui patria riconquistata di recente c’ è invidiala da molli. Il g reco , il Ialino, la m atem alica, la fisica, la filosofia sono necessari, ma meno della ginnastica; e s’ io dovessi scegliere tra quelli e quesla, ' quesla sceglierei risolutamente. Le così delle feste letterarie, le com­ memorazioni, le pompe d’ ogni g en ere , che riescon sempre a preda ret- torica, si mulino in giuochi di ginnastica. Si prescriva la ginnastica non pure negli Istituti secondarj, ma nelle U niversità, nello scuole prima­ r ie , n eg l’ Istituii privati; si prescriva in ogni borgata, in ogni villag- getto e c a stello , dovunque c’ è una scuola, dovunque c’ è giovanelli che dovranno quandochessia servire alla patria come studiosi o come soldati. E si congiunga pure a lla ginnastica il canto co ra le, come si costuma dai Germani; p erch è, mediante i liberi moti del corpo e le libere can­ zo n i, il sentimento di patria, di nazione, della forza e gagliardia pro­ pria si desta, s’ a v viva, si mantiene. E si consigli (d ic o c o sì, perchè a noi disavvezzi a lle fatiche siffatti comandamenti parrebbero strani ) si consigli che alle vacanze i giovani a drappelli, guidali dal Professore di Sloria naturale o da alcun a ltr o , facciano viaggi a piedi dall’ un capo a ll’ altro d elle regioni d’ Italia. Molli errori si son commessi da

(13)

noi Italiani quanto a istruzione pubblica, ma due esiziali sovra a tutti: il primo, non aver fondato il sessanta un seminario filologico italiano a B erlino, e il n o n a v e r v i invialo un cinquecento giovani e l e l l i , lascian- doveli per cinque anni, in cambio d’ inviarvene una dozzina e per ui anno solo; il secondo, non avere assegnato importanza grandissima alla ginnastica: a ll’ uno dei due errori c’ indusse vanità, a ll’ altro pigrizia.

F . A cri

LE CONFERENZE DIDATTICHE IN CAVA DEI TIRRENI

C a v a dei T i r r e n i , 1 2 g e n n a io 1872 E g reg io sig n o r D ir e tto r e ,

Q u e s to M u n ic ip io , inteso c o m ’ è a p r o m u o v e r e l ’ is tru z io n e p o p o la r e , a v ­ visava e s s e r co sa a c c o n c i a a p r o c a c c i a r e u n i t à d ’ indirizzo e di m e to d o n e ll e scuole u u c e r t o o rd i n e di c o n f e r e n z e d id a t ti c h e da a v e r e così f a m i l i a r m e n t e tr a i m a e s tri a lm e n o d u e volte p e r m e s e , affid andone la d ir e z io n e e l’ i n c a ­ rico a ll’ egre gio m a e s tr o sig n o r F r a n c e s c o S a v erio A din olfi. E la p ro p o s ta p ia c q u e al Consiglio , c h e u n a n i m e m e n t e 1' a p p ro v ò e d è p a r a t a lo d e v o l e e fe c o n d a di b e n e a q u a n t i s t im a n o v a l e r e q u a lc o s a 1’ o r d i n e e l ’ u n i t à d ’ in ­ diriz zo n e l l ’ in s e g n a m e n t o e il v ic e n d e v o le s c a m b io delle id ee e d e ll e c o n o ­ sc enze t r a qu elli c h e a q u esto no b ile e d if fid i m a g iste ro di a m m a e s t r a r e sono d e p u ta ti. A n c h e a m e , c h e ne giudico a o c c h i e c ro c e delle cose del v o s t r o m e s t i e r e , e mi lascio g o v e r n a r e dal solo sen s o c o m u n e , a n c h e a m e, e h ’ è tu tto d ir e , è s e m b r a t a b u o n a e d e g n a di elogi la ri s o lu z i o n e del m io C o m u n e ; al q u a le ( u n p o ’ di p a r e n t e s i m e l c o n s e n t i t e ) m olti falli s ' h a n n o a p e r d o ­ n a r e in grazia d e l l ’ a m o r e c h e s e n t e p e r 1’ e d u c a z io n pop o lare e in g ra z i a della so llecitu d in e e dello zelo c o n cui p ro v v e d e alle scuole. Io r a g i o n a v o presso a poco così fra m e e me: L e difficoltà d e l l ’ in s e g n a m e n t o n on so n p o c h e n è lievi: m o lte cose c h e n e i li bri paiono a g e v o li , p i a n e , re g o la ri e t u t te d ’ u n peso solo e di u n sol c o lo r e , q u a n d o s ’ e s c e di lì, p a re u n m o n d o n u o v o e si tr o v a d if fic o l tà , m alagevole zze e c o n f u s io n e . Mi dic e v a u n v a l e n t u o m o , stato già mio c a r i s s i m o m a e s tr o , c h e n e im p a r a più laSpratica c h e la te oric a e c o n fe s s a v a m i di a v e r e p iù vo lte tr o v ato n e l l a s u a n u m e r o s a s c u o l a c e r t e difficoltà ignorate dai libri; i n n a n z i alle q u a li s a r e b b e s i s m a r r i t o se al c o n ­ siglio e a lla p ro v e t ta e s p e r ie n z a dei suoi a m o r e v o li colleghi n o n a v ess e fatto ricorso. D u n q u e , messi in s ie m e quest* i n s e g n a n ti a dire c i a s c u n o il m etodo che u s a nella s u a s c u o la , il m odo c h e s e r b a a m a n t e n e r la d is c ip l in a , 1' o r ­ din e c h e segue n e l r i p a r t i r e le l e z i o n i, la m i s u r a o n d e p r e m ia e castig a, e gli ostacoli c h e in c o n t r a , e poi c h i m o s t r a q u a un vizio nel suo libro di testo, chi ne c o m m e n d a u n pregio, c h i su g g e r isc e il m odo c ò m e s ’ h a i n t e r p e t r a r e u n a u to re e c o rr e g g e re q u a l c h e s v a r io n e , c h i u n a co sa e c h i u n ’ a ltra , e da questa d is c u ssio n e , f a tta , già s ’ in t e n d e , s en za su ssie guo, se n e v a n ta g g e r a n n o i m a e s tri , gli studii e le s c u o l e ; p o ic h é to r n a così più agevole a c o n o s c e r e e d e te r m i n a r e il m e to d o c h e riesc a p i ù efficace ed o p p o rt u n o a l l ’ in s e g n a m e n t o .

(14)

h o v o lu to m a n i f e s t a r v e l i, c o m e m i g ir a v a n o pe! c a p o u n a s e r a c h e to r n o a

casa c on le o r e c c h i e i n t r o n a t e di c o n fe r e n z e , di m e t o d i, di lib ri, di maestri e di sc u o l e . E il c ic a le c c io e il b a tt ib e c c o sa pete voi o n d ’ e r a s o r t o ? D a due o n o r e v o l i m a e s t r i di co stà , i q u a li p e r le piazze e p e r le c a s e a v e a n detto roba d a c h io d i delle c o n f e r e n z e , del M u n ic ip io , dei m a e s t r i , d e ll e - s c u o le e p erf in o del Congresso pedagogic o di N a p o l i , c h e le a v e a r i p u t a t e de g n e del p r e m i o della m e d a g lia di b ro n z o . N o n v e n e dico il n o m e di c o s t o r o , perchè so q u a n t o voi e il v o s t ro o ttim o P e r i o d ic o a b b o r r ite d a l l ’ e n t r a r e nel fatto delle p e r s o n e , dove a l c u n a v o l l a sa r e b b e p u r b e n e di entrari*; n è voglio scoprir, c o m e d i c e s i , gli a l t a r i n i , s v e l a n d o la ra g i o n e a r c a n a di t a n t a b il e e furore c o n t r o le cose n o s t r e ; ragione p e r altro c h e n o n è n e pedagogica, n è didattica, n è edu ca tiva . Mi basti so lo 1’ a v e r riferiti s e m p l i c e m e n t e i fatti e il richie­ d e r v i c h e m i d iciate c o n f r a n c h e z z a se d a v v e r o sia da g r i d a r e la c r o c e ad­ dosso al M u n ic ip io di C av a p e r a v e r e o rd i n a te le c o n f e r e n z e d id a t ti c h e tra i m a e s t r i , e se p e r tal g u is a il decoro e la d ig n ità d eg l’ in s e g n a n ti sia stata m a n o m essa d a l C om une che n on ha d ir itto d i o rd in a re a d u n a n ze m agistrali.

D o v re i a n c o r a a g g iu n g ere q u a l c h e co sa in lo de del D i r e t t o r e d elle co n­ fe r e n z e e delle s c u o l e , sig n o r Adinolfi, pigliato s p e c i a lm e n te di m i r a dai due o n orevoli c o n e piteti ass ai bassi e v il la n i e poco d ic evoli a c h i fa professione di e d u c a r e la g e n te e d a r le zi oni a l t r u i di c iv i lt à e di galateo. Ma voi già c o n o s c e t e c h e b r a v o e valo ro so g io v a n e egli sia , e n e a v e te fatte pub bliche lodi n e l v o s t ro g io r n a le .

Mi fe r m o q u i e vi ch ie ggo s c u s a della l u n g a l e t t e r a u s c i t a m i dalla penna, p r e g a n d o v i c a l d a m e n t e c h e vogliate in s e r i r l a n e l v o stro c a r i s s i m o giornale e d a r m e n e u n a riga di risp osta.

I l vo stro d evo tissim o

RISPOSTA ALLA PRECEDENTE .

E d u n a riga so l a di risposta io ve n e d o , m io egregio e c a r o signore Del fatto d e ll e v o s t r e c o n f e r e n z e a m e n e p a r e m o lto di b e n e , e le ragioni p a r t e le avete dette voi ed a l t r e ce n e s a r e b b e , c h e q u i p e r a m o r di bre- v i l à n o n si d ic o n o . Gli a l t a r i n i la s ciateli s t a r e v ela ti: ta n to di qui ai giorni della P assione c ’ è via di u n passo e, s c o p r e n d o li o ra , li a v r e s te poi di nuovo a ric o p rir e . N on lo s a p e t e c h e n e i segreti di S . a M a r t a io n o n m i voglio nè p u n t o , nè poco in g e r i r e ? L a s c ia m o li in p a c e q u ali e h ’ essi sien o co storo , e c o n te n t ia m o c i di fare il b e n e s e n z a r u m o r i e ch ia s so . Il p ro v e r b io o q u a lc h e a lt r o di meglio voi 1’ a v e te a s a p e r e , e addio . H o ta c iu to perf in o le iniziali del v o stro n o m e p e r n o n a c c a t t a r v i b rig h e ; e state s a n o .

, S a le r n o , 16 G e n n a io del 1872.

I l vostro

(15)

CONFERENZA 55.a

De l f r u m e n t o n e

( Vedi il num . 36, anno prec.)

Metodo di coltivazione — Raccolta, sg r a n e lla tila e conservazione — P arassita — V erm i — G rillotalpa — Q u antità e valore del prodotto — Calcolo per co­ noscere il profitto di questa coltivazione.

R ia n n o d o il mio discorso s u l t e m a della c o lt iv a z i o n e del f r u m e n t o n e in q u e l p u n to d o v e fu i co stre tto d i lascia rlo ; e p o ic h é nella p a s s a la c o n feren za r i g u a r d a m m o q u e s t o c e reale nei su o i r a p p o r t i g e n e r a l i e nelle s u e p r o p r i e t à , mi res ta o r a a d i r v i sp e c i a lm e n te d e ll a m a n i e r a d i c o l t i v a r l o , dei pe ric o li che possono s o p r a v v e n i r e ad u n c a m p o d i f r u m e n t o n e e del p r o d o t t o che se ne p u ò a tt e n d e r e .

Il te m p o della s e m in a è m e n o d e t e r m i n a t o d a l c a le n d a r i o cl e dal g ra d o di t e m p e r a t u r a , che si ha in p r i m a v e r a . Se il te r m o m e t r o c e n ti g r a d o non se gna a n c o ra 14 .°, non s a p r e i c o n s i g li a rn e la s e m in a . Ma c h i h a la facoltà d ’ i r r i g a r e , è m i g l i o r consiglio a n c h e r i t a r d a r l a d i p p i ù . La in d ic a la t e m p e ­ r a t u r a no n si a v v e r a in l u t ti gli a n n i nello stesso te m p o , e la d iv e r s it à d e l ­ le a ltezze e p iù a n c o ra d elle e s p o s iz io n i g e n e r a n o n o te v o li dif ferenze.

La s e m in a si è o b b li g a ti a s s o l u t a m e n t e di f a r l a in Ale , non p ole ndosi f a r d i meno di s a r c h i a r e le p ia n t e . L a d i s t a n z a t r a p i a n t a e p i a n t a non deve essere m i n o r e d i 15 c e n t i m e t r i , e t r a fila e fila di 60 a 70 c e n t i m e ­ t r i , tr a tt a n d o s i delle v a r i e t à o r d i n a r i e ; m a se si c o ltiv in o le v a r i e t à a m e r i ­ ca ne o q u ella d e ll a ra m o s a , le d i s ta n z e d e b b o n o acc re scers i. Il s em e si affida a! t e r r e n o o con s e m in a t o io m ecc anico, o v v e r o con p ia n ta to io . Non bisogna m e t ie r lo mollo in g iù , m a a p p e n a a lla p r o f o n d i t à d i t r e c e n t i m e t r i , se non si vu ole in c o r r e r e nel pericolo di n on v e d e rl o nascere. Le n o s t re c a m p a - gnuole si a d d e s t r a n o m i r a b i l m e n t e a q u e s t o lav o ro c h e eseguono con suffi­ ciente esa tte zza di d is ta n z e e di p r o f o n d i t à , ed al te m p o stesso con m o l ta so llecitu d in e. L’ a p r i r e la piccola buca col p ia n t a to i o c h e im p u g n a n o colla mano d r i t t a , il fa r v i c a d e r e il sem e c h e p i a n t a n o dal p u g n o d e l l 'a l t r a m a ­ n o , e c o p r i r e la b u c a facendovi c a d e r e u n po’ di t e r r a s o p r a con la p u n t a del p ia n lo io slesso , è u n a o p e r a z i o n e c h e esse fa nno in u n a tt i m o e la r i ­ petono successiv am ente p e r o re , se n z a r a d d r i z z a r s i se n on di r a d o da q u e l l a posizio ne r i c u r v a c h e d e v e r i u s c i r loro assai penosa. Se nel f r a t t e m p o d a ll a se m in a a lla nascita s a r à p io v u t o sul t e r r e n o , e la c ro s ta sia d i v e n t a la d u r a , per fa r lo nascere o c c o r r e r à s m u o v e r e l e g g e r m e n t e la c ro s ta col ras tello , o con la p u n ta del p i a n t a t o i o , e d a r e a d i t o a lla u scita dei g e r m o g li .

A lc uni usano f r a m m i s c h i a r e a l f r u m e n t o n e i fagiuoli p e r d a r e a p p o g g io a q u esti u l t i m i s u gli s te li del f r u m e n t o n e , ed a l t r i m e tto n o a n c h e f r a le file q u a lc h e s em e di zucca , a lt r i f in a lm e n te vi conso ci an o p a t a t e , o sp a r g o n o seme di r a p e . Queste p r a t i c h e non sono da lo d ar si: a p p e n a possonsi sc u s a re nei piccoli p o d e ri p e r so d d isfare agli s v a r i a l i b isogni del colono c h e non h a dove sp a z i a rs i ; ma nella g r a n d e s e m in a s a r e b b e a p u r a p e r d i t a .

Vi dic e v a la necess ità delle s a r c h i a t u r e essere i n c o n t e s t a b il e . Non p i ù ta r d i di u n a v e n ti n a di g io r n i d a l g e r m o g li a m e n t o il c a m p o si riv esto d i

(16)

10

t a n t e erb a c c e che è difficile di riconoscere f r a esse le p i a n t e del g r a n t o r ­ co. N e t t a r l o con d i l i g e n z a , l e g g i e r m e n t e s m u o v e r lo è u n lav o reccio d a no n p o te r s i t r a l a s c i a r e e n e p p u r e d if fe ri re . Il fa r lo a z a p p a e con d il i g e n z a è il m i g li o r p a r t i t o , e solo nel caso d i a s s o lu ta m a n c a n z a d i o p e r a i , o d i g r a n d i s s i m a e ste n sio n e d i p ia n t a g io n i è d a r i c o r r e r s i ' a g li s t r u m e n t i p e r f e ­ z io n a t i , i q u a l i d o v en d o si a d o p e r a r e s e m p r e ad u n a c e r t a d i s ta n z a dalle p i a n t e p e r te m a di non r e c i d e r l e , non g i u n g o n o a l i b e r a r e il t e r r e n o - d a t u t t o le e r b e selv ag g e, s p e c i a l m e n t e q u e l l e c h e nasc ono tr a p i a n t a e p i a n t a l u n g o le file. È p i ù a gevole a d o p e r a r e cote slo s a r c h i a t o r e n e ll a seconda v o l t a , com e nella terza; e p e r r i n c a l z a r e le p i a n t i c e l l e p u ò farsi u so di un piccolo a r a t r o t i r a t o a m a n o ; m a il r i s u l t a t o non p o t r à m a i o t t e n e r s i di n - g u a l e pe rf e z io n e del la v o r o a z a p p a , nel q u a l e c o n c o r r e la i n t e ll ig e n z a del- T o p e r a i o .

Il r i n c a l z a r e le p i a n t e d e l f r u m e n t o n e è lav o r o u t i l i s s i m i , no n solo p e r m eglio a s s o d a rle e f a r che re s is t a n o ai venti , m a p u r e p e r fa c i l i t a r e lo s v i lu p p o delle r a d ic i. Le p r i m e r a d i c h e t t e , le q u a l i sono m ollo s u p e r f i ­ ciali, f a c i lm e n te d e p e risc o n o e n on s a r e b b e r o sufficienti a n u d r i r e la p ia nta a d u l t a ; è p e r c i p c h e la n a t u r a p r o c u r a lo s v i l u p p o di a l t r e m a g g i o r i radici più r o b u s t e che J e - s a r c h i a t u r e r i p e t u t e e la r i n c a l z a t u r a f a v o r i s c o n o , con­ c il ia n d o al t e r r e n o m o r b id e z z a ed u m i d i l à . È a d e p l o r a r s i c h e la r i n c a l z a ­ t u r a si tr a s c u r i g e n e r a l m e n t e d a l u t t i colo ro c h e non i r r i g a n o , ig n o ran d o si gli a l t r i effetti b u o n i che p ro d u c e . A ltr i a n c o r a d o p o la p r i m a s a r c h i a t u r a a b b a n d o n a n o a lo ro slesse le p ia n t e a n c o r c h é la sup e r fic ie de! t e r r e n o sia d u r a e p e rc iò s’ infoch i o l l r e m o d o , o v v e r o si fa d i n u o v o r i c o p e r t a di e r ­ bacce. Ma è q u e s t o p r o p r i a m e n t e il caso del r i s a p u t o p r o v e r b i o c h e l’ a v aro p e r d e p i ù d e l i b e r a l e : sc e m a ta la spesa dei la v o r i, si a ss o ttig lia u g u a l m e n ­ te il profitto.

V e n u te su le p ia n t e di f r u m e n t o n e fioriscono ed i fiori m a s c h i l i sono i p r i m i ad a p p a r i r e , b e n to s to le b a r b e a n n u n z i a n o i f e m in e i . Ciò accade nel m e g lio della s ia te , epoca nella q u a l e si p r o v a n elle n o s t r e c o n t r a d e la m ag­ g i o r e p e n u r i a d i fo r a g g io . Il q u a l b is o g n o c o n sig lia m o lto spesso i coloni a p ro f i t t a r e delle c im e delle p i a n t e d i f r u m e n t o n e p e r d a r l e agli a n i m a l i . Così le re cid o n o e le t r a s p o r t a n o n elle s ta lle . Ma non p e n s a n o essi al g r a n male c h e p o t r e b b e r o ra c c o g l ie r e d a q u e s l a i m p r u d e n t e p r a t i c a . Se qu ei fiori m a ­ sch i c h e essi i n c o n s a p e v o lm e n te a s p o r t a n o , n on a n c o r a h a n n o c o m p i u t o il loro uffizio, che è q u e l l o d i f e c o n d a r e col p o ll in e che s p a r g o n o , p u ò acca­ d e r e che tr o v e r a n n o a s u o te m p o le p a n n o c c h i e sen za s em e o i n c o m p l e t a ­ m e n t e di esso fo r n ite. N è v ale il d i r e c h e m olte volte ciò non acc a d a , p e r ­ c h è la n a t u r a sa s u p p l i r e a tal m a n c a n z a diffo ndendo s u q u e s t e p ia n t a g io n i c a s t r a t e il pollin e di a l t r e p ia n t e i n t e r e a n c o r c h é s i t u a t e a n o te v o le d i s i a n ­ za , m e rcè I’ o p e r a d e i v e n ti . P e r lo m e n o è un v o lo n t a ri o pe ric o lo a cui si e spone , chi ass ai p re s to p r i v a le s u e p i a n t a g i o n i d e ll e c im e. Peggior consiglio poi s a r e b b e q u e ll o di p r i v a r e le p i a n t e delle foglie v e r d i ; s a r e b b e lo stesso che r i n u n z i a r e v o l o n t a r i a m e n t e a q u e ll a sp es a d i a l i m e n t a z i o n e che riesc e g r a l u i l a , cioè q u e l l a che le p ia n t e a ssorbono d a l l ’ a r i a , o l t r e al t u r ­ b a m e n t o c h e lo s f r o n d a m e n t o p ro d u c e su l la veg eta le e c o n o m i a .

11 te m p o d e l racco g liere le p a n n o c c h i e non si d e v e di tr o p p o affre ttare

(17)

onde i sem i pote ssero p e r f e z io n a r s i. E q u a n d o si fosse c o stretti o d a l t e m ­ po o dai lav o ri c h e u r g e f a r e sul t e r r e n o , si a b b i a a l m e n o la c u r a di r a c ­ cogliere le p an n o cch ie, s c o p r ir l e d a l l e loro sp a l e , le g a r le p e r gli s t i p i l i a f a ­ sci e sos penderle nei m a g a z z i n i ; così la m a t u r a z i o n e dei sem i si c o m p le ta .

La o p e ra z i o n e di s g r a n a r e il sem e d a i t u t o li si fa g e n e r a l m e n t e col ca rr e g g ia lo , ma è un s i s te m a d a n n e v o l e , m o lti si s p e z z a n o , o si d i s p e r d o ­ no: bisogna p r e f e r i r e gli s g r a n a t o i ; c h e son m a c h i n e l t e di v a rio c o n g e g n o , le q u a l i c o r r is p o n d o n o assai m e g l io a l b i s o g n o , senza p e r d i l a a l c u n a , a n z i con v a n ta g g i a r n e la m i s u r a al c o ltiv a to re , p e r c h è s g r a n a n d o s i a q u e s t o m o ­ do i g r a n e l li no n p e r d o n o il ped u n co lo .

Il f r u m e n t o n e p u ò soffrire p e r u n a p i a n t a p a r a s i t a c h e c h i a m a s i uredo m ayis, la q u a l e vi si s ta b ilis c e ed a l t e r a la fecula dei s e m i. Si m o s tr a p e r u n ’ escrescenza c h e p a r e c o p e r t a d a u n velo m e m b r a n o s o d e n t r o cui a v v i u n a m a s sa di p o lv e r e n e r a . D acché s u o lsi q u e s t o m a l e c h i a m a r s i carbone. Ad u n a d a ta epoca q u e s t a esc rescenza scoppia e la p o lv e r e n e r a si s p a r g e ; il che nuoce i n f e tt a n d o s e n e le a l t r e p i a n t e , e p r o b a b i l m e n t e 1’ infezio ne r i ­ m a n e sul te r r e n o e p u ò c o m u n i c a r s i a lle co lt iv a z i o n i degli a n n i a v v e n i ­ re . Q uesta m a l a t t i a non h a r i m e d i o d i r e t t o , com e pel c a rb o n e del f r u m e n t o ch e si c o m b a t te o m eglio si p r e v i e n e c o ll a c a l c i n a t u r a : re sta solo a v ig i la r e la p i a n t a g io n e ed a s p o r t a r e le p i a n t e affette p r i m a che s p a r g a s i la p o lv er e. O ltre di q u e s t a m a l a t t i a p a r e c c h i in s e t t i , f r a q u a l i a lc u n i i n s e t t i e la r v e di f a r fa lle a tt a c c a n o lo s t ip i le del f r u m e n t o n e , lo p e n e t r a n o e ro d o n o il m i ­ dollo facendone così a b o r t i r e le s p i g h e . Ma s o m m a m e n t e poi le p i a n t a g i o n i di g r a n t u r c o sono d a n n e g g ia le d a u n a n i m a l e che c h ia m a s i grillo-talpa, ed i no stri c a m p a g n u o l i lo dicono trappelo , q u e i di Toscana zuccaiola. Questo si i n c a v e r n a nel t e r r e n o , vi scava dei c a m m i n i e p e r c o r r e lu n g h i s p a z i i, e d o ­ v u n q u e in c o n tra le r a d i c i del fr u m e n t o n e , le d i v o r a e fa seccar e le p i a n t e . A nche p e r c o m b a t te r e q u e s t o n e m ic o 1’ a r t e non h a r i m e d i o , m e n o q u e ll o di a l l a p p a r l o . 1 co n ta d i n i d a ll e s c r e p o l a t u r e del t e r r e n o si accorg ono delle g a lle rie che h a s c av ale e d ella s u a t a n a . A lc u n i p r o p r i e t a r i i sogliono s ta ­ b i l i r e un p r e m io p e r o g n u n o che se ne u ccid a . Credesi c h e il le t a m e d i c avallo ne fa vorisca la m o l ti p li c a z io n e e ne sia il r i c h i a m o ; on d e gli o r t o ­ la n i p e r u c c i d e r l i , p ra t ic a n o a l c u n e b u c h e e vi m e t to n o a bella posta lo s terco ca v a l lin o fr esc o, e di n o tte t r o v a n o a v v o lt o la t i in mezzo ad esso p a ­ recchi di q u e s ti a n i m a l i e così li uccid ono p i ù facilm en te.

Il p ro d o t to che offre il f r u m e n t o n e su d i u n ’e l t a r a d i t e r r e n o n o n c o n ­ siste solo nel sem e, m a p u r e nel re sto d e ll a p i a n t a c h e p u ò a d o p e r a r s i p e r foraggio e p e r l e t t i e r a . Le s p a l e che riv esto n o le p a n n o c c h i e , i tu t o li r i ­ dotti in f a r i n a e gli stessi st eli sono a l i m e n t o d is c r e to p e r gli a n i m a l i v a c ­ cini, o n d e d e b b o n si c o n s i d e r a r e n e ll a v a l u t a z i o n e del p ro d o tto . M a in q u a n ­ to ai sem i è m ollo v a r i a b i l e , sp e c i a lm e n te a se conda della c ir c o s ta n z a d e l ­ la I r r i g a z i o n e , la cui m a n c a n z a r e n d e in c e r to e d im e z z a t o il ricolto. Nè è indifferente la q u a l i t à del t e r r e n o , il q u a l e , com e g ià d i c e m m o , se no n è p in g u e e di o p p o r t u n a c o m p o s iz i o n e , non p u ò d a r e che p r o d o t to assai m e­ d i o c r e , a n c h e q u a n d o si coltiv i e g r e g i a m e n t e . O nd’ è che la ra g i o n e m e d i a del p rodotto in g r a n e l la d a i p r a t ic i si r i t i e n e ess ere d i 32 e t t o l i t r i , m a p u ò eleva rsi in condizioni favorevoli fin pre sso ai 5 0 . Nel p r i m o caso d i r i c o l ­

(18)

lo m e d i o si calco’a lo e s a u r i m e n t o che p r o d u c e c o r r i s p o n d e r e a 2 ^ 5 0 0 chil. d i le t a m e n o r m a l e , e d i c o n s e g u e n z a c r e s c e re in r a g i o n e del m a g g i o r pro­ dotto.

C o n c h iu d e rò p e r d i r v i , c h e n e ll a p r o p o r z i o n e d e ll a r e t r i b u z i o n e dei la­ v o r i e del pre z z o del c o n c im e , n o n c h é d e i fitti d e i b u o n i n o s t r i te r r e n i ir­ r i g a t o r i ! , q u e s l a c o lliv azio n e p u ò d a r e , a c h i la e segue, u n benefizio nello in m e d i a di L. 190. 12 p e r e t t a r a , com e r i s u lt a dallo sp e c c h i e tt o d a t o m i da u n ve c c h io ed i l l u m i n a t o n o stro a g ri c o lt o re . Spesa p e r u n e l t a r e . Lavoro d i a u t u n n o p e r p r a t i c a r e la s e m i n a d e ll’ e r b a i o d a so­ vescio g i o r n a l e di b u o i 4 l j 2 ... L . 16. 19 S em enza e tt o l i t r i I r e ... » 51. 00 L a v o ri d i p r i m a v e r a p e r sovescia re, g io r n a te di bu o i sei. » 22. 92 G io rn a le di z a p p a t o r i 60 a L. 1. 2 8 ... » 7 6 . 8 0 G io r n a l e d i d o n n e p e r s e m i n a r e 5 , ed u n a di un u o m o p e r

t r a c c ia r e i solchi ...» 5 . 3 8

Cui si a g g i u n g e » 172. 41 P rezzo d e l sem e del p r a t o sovescia to lit. 5 0 ... » 4. 00 P e r z a p p a t u r e e r i n c a l z a t u r a g r . 3 6 ... » 46. 08 P e r tr e i r r i g a z i o n i ... » 1 2 . 0 0 P e r sp esa d i r a c c o g l i e r e ... » 4 2 . 0 0 T o ta l e » 279. 88 R endita che si a v v ic in a al m assim o

Semi di f r u m e n to n e e li. 50 a L. 1 4 ...» 700. 00 G a m b i e s p o g l i e ... » 70. 00 770. 00 D e ira tte le spese » 2 7 9 .88

R estan o » 490. 12 P e r fillo e lasse » 200. 00 Resta d i profitto n etto » 190. 12 N ,B. Il prodotto si è fatto a v v i c i n a r e al m as sim o , p e rc h e è il risultato ovvio p e r le nostre t e r r e dell e p ia n e i r r i g u e . Non fig u ra fra le spese quella d el le ta m e p e rc h è vi sono q u e ll e del foraggio d a s o v e s c io , il q u a l e se si co n v e rte in le ta m e nell o stesso fondo, ne u g u a g l i a presso a poco il valore.

c .

INSEGNAMEMT© DIRETTO DELLA LETTURA

S I L L A B E S E M P L I C I

III. — Vocali precedute da una consonante 1

( Vedi il n u m . 23 e 24 anno prec. )

— Leggete sulla la v a g n a le v o c a li. — Leggete p u r e i d it to n g h i. — ecc. Con le vocali e i d itto nghi voi già leggete a lc u n e p a ro l e ; m a ora ne im p a r e r e te a leggere a lt re . A tte n t i, c h e risp o n d e re te tu t ti bette. Dim m i t u ,

1 Noi, come abbiam o di sopra avvertito , diamo la precedenza alle consonanti li­ q u id e, le q u a li, oltre alla grandissim a faciltà che offrono nella sc rittu ra , hanno la

(19)

prc-E n r ic u c c io , quegli a n im a li c h e co n o sc i. — Ma in qu esti n o s t ri luoghi ce n e sono altri c h e n o n m i h a i n o m i n a t i ; d im m e l i tu , M e n i c h i n o , c h e stai a tten to attento . — Ben e. O h ! q u a n ti a ltri a n i m a l i v iv o n o so p ra la t e r r a , i q u ali o r a voi n on sapete , m a a v r e t e o c c a s i o n e di c o n o s c e r e . Così v e n ’ è u n o c h i a ­ mato iena c h e som iglia al c a n e , m a è f e r o c e , c r u d e l e , cioè a s s a le gli u o ­ mini e le bestie , ed è ta n t o fo rte c h e s u p e r a la forza di u n le one; q u e s t ’ a n i ­ m ale vive in luoghi molto l o n t a n i da noi. O ra d im m i tu , C arlo , a qu al a n i ­ male somiglia la ie n a. — M a è p u r fedele c o m e il c a n e ? — Q u a n t o è f o r t e ? — Dove v i v e ? — E t u , E r r i c o , d im m i di q u a n t e sillabe è la p a r o l a ien a . — Qual è la p r i m a ? — Da q u a li vocali è f o r m a t a ? — Com e si c h i a m a il su o n o di due vo cali u n it e in s i e m e ? — S e g n a m i ct>n la b a c c h e t t a il ditto ngo te s u l la lavagna. — E c c o io lo s c r iv o da q u e s t’ a lt r o lato d e ll a la v a g n a ; leggi. — Q u a l è la seconda sillaba della p a ro l a i e - n a ? — Da c h e è f o r m a ta la s i l l a b a n o ? — Da u n a vo c a le e da u n a c o n s o n a n t e . — Q u a l è la v o c a le ? — I n d i c a m i la let­

tera o su lla la v a g n a . — S c r i v o a n c o r q u esta le t te r a x; a tt e n ti tu tti. M a dire a è forse la m e d e s im a co sa c h e na ? — C h e ci v u o le a d u n q u e p e r f o r m a r e il suono n a ? — S ì , la c o n s o n a n t e ; e b b e n e , q u esta c o n s o n a n t e vu o i tu v e ­ derla c o m ’ è f o r m a t a ? — G u a r d a t e tu tti; ess a si f o r m a c on u n ’ asta o linea semplice, a c u i se n e a tt a c c a u n ’ a l t r a , i n c u r v a n d o l a u n p o ’ n e l suo c o m i n - cia m ento ed a n c h e v e rs o la fine c o m e n e ll a le tte r a i 2. Se b e n o s s e r v a t e , q u esta c o n s o n a n t e è un u r o v e s c i a t o , cio è volto a lla p a r t e opposta: p o ic h é le d ue linee o aste n e l l ’ u so n o u n i t e al di s o t t o , ed in q u e s t a c o n s o n a n t e al disopra. O r a s c r i t t a q u e s t a c o n s o n a n t e a v a n ti a l l ’ a , in v e c e di leggere a , co me leggi t u ? — B e n e : leggi a sillab e s t a c c a te t u t t a la p aro la. — Leg gila a sillabe r i u n it e . — L eg g ila a n c o r tu , M a r in o . — L eg g etela t u t ti in s ie m e . — Q u ando si p a r l a n o n di u n a so la ie n a , m a di d u e , t r e , ecc. si dice ien e. Come si dic e q u a n d o si p a r l a n o n di u n a sola i e n a , m a di d u e , tr e , e c c . ? — Nel luogo a d u n q u e d e ll’ a s c r iv o e; leggete tutti q u e s t a p a r o l a . — B en is s im o . D ic endo a d u n q u e ie n a q u a n t i a n i m a l i io n o m i n o ? — E q u a n ti n e n o m i n o di­ c e n d o ie n e ? —- O r a se q u e s t a c o n s o n a n t e s c r itt a a v a n t i a ll’ a fa n a , a v a n t i a ll’ e fa n e ; co m e fa s c r iv e n d o s i in n a n z i a l l ' o? — a ll’ i? — a ll’ u ? — E b b e n e , io scriv o q u e s t a c o n s o n a n t e a v a n t i a tu tte le vo c a li qui sulla la v a g n a 3. I.eggi t u solo, T o n in o . — S e g n a m i tu, M e n ic o , la sillaba no. — T u , E m i l i o , i n d i ­ cami la sillaba ne. — A te , E n r i c o ; d im m i in mezzo a q u ali sillabe s t a n i . — Q ual è a d e s t r a ? — Q u a l a s i n i s t r a ? — Q u a l è , Battista, la q u a r t a s i l l a b a ? — l a s e c o n d a ? — la q u i n t a ? — Leg gile tu t te , c o m i n c i a n d o d a l l ' u l t i m a . — ecc.

O r a già siete c a p a c i di leggere a l c u n e p a r o l e c h e si fo r m a n o di q u este sillabe. A ttenti: u n u o m o m o s tru o s o p e r p icco lezza, d ic esi nano. Come c h i a ­ m asi u n u o m o m o s tr u o s o p e r p i c c o l e z z a ? — B e n e : s c r i v i a m o s u l la la v a g n a q u esta p a r o l a 4. — Se poi si p a r l a di u n a d o n n a m o s tr u o s a p e r p ic c o l e z z a ,

rogativa singolare di tro v arsi sem pre vicino alle v o cali, o p rim a o dop o , è n essu n ’ a ltra consonante può m ettersi fra loro e le vocali. Questa p roprietà fu dim enticata dai silla - baristi, i qu ali l ’ uno copiando l’ altro sogliono com inciare i loro d ilettevolissim i eser- cizii dal ba, be, b i, ho, bu.

1 II m aestro scriverà la lettera a dopo il dittongo ie , m a a tale d ista n z a , che possa agevolmente m ettervi innanzi la n ; il che farà anche n ella sc rittu ra delle a ltre parole che proporrà a leggere. Insom m a bisogna muovere dal noto a ll’ ig n o to , e form are gra­ datamente la parola.

2 Ricordi il m aestro che p arlando deve sc riv ere, e m ostrare poi b e lla e fatta la lettera.

a Le vocali sono già scritte su lla lavagna fin dal principio della lezione. Per pre­ porvi con m aggior faciltà la consonante e form arne le s il la b e , giova scriverle verti­ calmente.

4 Secondo che il m aestro andrà scrivendo su lla lavagna la parola a silla b a a sil­ la b a , e di ciascuna sillab a prim a la vocale e poi la consonante, gli allievi la verranno leggendo a voce b a s s a , posatam ente e con garbo. A fissar bene la loro attenzione g io ­ verà chiamare or l ’ uno or 1' altro a le g g e re , e spesso interrom pere il leggitore c fa r continuare la lettu ra da un altro .

(20)

u

si (lice n a n a . C om e si c h i a m a u n a d o n n a m o s t r u o s a p e r - p i c c o l e z z a ? — Scri­ v i a m o p u r q u e s t a p a r o l a . L e g g e t e tu tti q u e s t e p a r o l e . — Leg gile t u solo, E- m ilio. — Che significa d u n q u e la p a r o l a n a n o ? — E la p a r o l a n a n a ? — Un p ic c o l o n a n o si c h i a m a n a n in o ; e u n a p ic c o l a n a n a si dice n a n in a . Come si c h i a m a u n p ic c o l o n a n o ? — E u n a p ic c o l a n a n a ? — S c r i v i a m o ancora q u e s t e p a r o l e . L eggete tu t ti . — L eggi t u so lo, M e n i c h i n o . — Q u a n t e parole a v e te già l e t t e ? — C ontale t u , C a riu c c io . — e c c . ecc.

V o i a v e te già l e t ta la p a r o l a n a n a ; n o n è eg li v e r o ? — I n d i c a m i t u , E n r i c o , d o v ’ è sc r itt a q u e s t a p a r o l a s u l l a l a v a g n a . — O r a se i n v e c e di nana, dic esi n a n n a l , n o n vi p a r e di s e n t i r e n e ll a s e c o n d a sillaba lo stesso suono n a , m a p iù forzato, p i ù g a g l i a r d o ? — E s a p e t e c h e c o s a si fa p e r esprim ere q u e s t o s u o n o n e ll a s c r i t t u r a raffo rzat o d e l l a c o n s o n a n t e i n n a n z i a l l ’ a ?

N o n si fa a l t r o c h e r a d d o p p i a r e oss ia s c r i v e r e d u e volte la medesim a c o n s o n a n t e a v a n t i a l l ’ a : c o s i c c h é ogni vo lta c h e o c c o r r e p r o n u n c i a r e nel­ le p a ro l e u n a c o n s o n a n t e c o n fo rza, n o n si fa c h e s c r i v e r l a d u e v o lt e . Ora p e r d a r e a lla s e c o n d a s i ll a b a d e ll a p a r o l a n a n a il s u o n o fo r zato e leggere in v e c e n a n n a , c h e co sa si h a d a fare? — B en is s im o : e c c o io la sc r iv o di nuo­ v o . a C om e leggete o r a la parola? — L eg g ila t u s o l o , E m i li o . — S ap e te chi u s a q u e s t a p a r o l a ? L a m a m m a , o la balia, q u a n d o n e l c u l l a r e i b im b i vuol f a r li a d d o r m e n t a r e , d i c e n d o : N a n n a n a n n a . N o n v e n e ri c o r d a t e v o i? Ora g u a r d a t e a t t e n t a m e n t e ; io c a m b i o q u e s t a p r i m a a in o. Com e le g g e te ? — E n o n n a è p a r o l a b e n d i v e r s a , voi lo s a p e t e ; c o n e s s a c h i a m a t e l a m a d r e di vo s tro p a d r e , o di v o s t r a m a d r e , n o n è vero? C o n t i n u i a m o 3...Se vedrete a d u n q u e r a d d o p p i a ta q u e s t a c o n s o n a n t e i n n a n z i a l l ’ a , c o m e le g g erete voi?— E se a v a n t i a l l ’ o? — a ll’ e? — a l l ’ * ? — a l l ’ w? — B e n e : s c r i v i a m o queste sil­ la b e a c c a n t o alle a l t r e . Leggete . — e c c . e c c . O r a a v e te , f a n c i u ll i m iei, già i m p a r a t o il s u o n o se m p li c e e rafforzato c h e q u e s t a c o n s o n a n t e h a i n n a n z i al­ l e v o c a li . M a sappiate c h e ess a n o n h a s o l a m e n t e u n s u o n o , m a a n c h e un no­ m e . V olete s a p e r e q u a l ’ è il n o m e di q u e s t a c o n s o n a n t e ? — E s s a si chiama e n . C om e si c h i a m a q u e s t a c o n s o n a n t e ? — O g n i v o l t a d u n q u e c h e vi mostre­ r ò q u e s t a le t te r a se m p li c e o r a d d o p p i a ta a v a n t i a lle v o c a l i , p r o n u n z i e r e t e il s u o s u o n o s e m p li c e o r a f f o r z a t o ; e q u a n d o vi d o m a n d e r ò c o m e si c h i a m a , voi m i d irete il suo n o m e (en). Ve n e r i c o r d e r e t e ? A v a n t i .

C om e delle v o c a li vi h a n e ll a s c r i t t u r a u n a doppia f o r m a , cio è m inuscola o p ic c o l a e m a i u s c o l a o g r a n d e ; così di q u e s t a p r i m a c o n s o n a n t e n o n solo vi h a la f o r m a m i n u s c o l a e h ’ è q u e s t a s c r i t t a su lla l a v a g n a , m a a n c o r a la ma­ i u s c o la c h e si fa così: N 4. S c r i v i a m o o r a u n a p a r o l a c o u q u e s t a co n so n an te m a i u s c o l a . G i o v a n n i n o , sai t u c h e sei già c a p a c e di leggere il tu o nome? Ba­

d a : il tuo n o m e così lu ngo p uò a c c o r c i a r s i oss ia fa rsi p i ù b r e v e , e dirsi i n ­ v e c e A in o . O r a di q u a n te sillab e è q u esto n o m e ? — Q u a l è la p r i m a ? — Scri­ v i a m o l a . 5 Q u a l è la s e c o n d a ? — S c r i v i a m o p u r e q u e s t a sillab a. Leggi ora, G i o v a n n i n o , il tuo n o m e . — B e n iss im o . M a sappi c h e q u a n d o si s c r i v e il nome c h e h a c i a s c u n o di n o i , si u s a di s c r i v e r e la p r i m a l e t t e r a m a i u s c o l a . Ora di q u a l f o r m a d ev e s c r i v e r s i la p r i m a l e t t e r a del tu o n o m e ? — E c o m e si chia ­ m a q u e s t a p r i m a l e t t e r a ? — O r b e n e , io c a n c e l l o l ’ n m i n u s c o l a , e vi scrivo in v e c e l a m a i u s c o l a . Leggi o ra n u o v a m e n t e il tuo n o m e . — S a i t u adunque leggere il tu o n om e? — E s a p r a i di q u i a p o co a n c h e s c r i v e r l o su l q uader- n u c c i o . L e g g ia m o o r a s u l sillabario la le zione sp ie g a ta . C o m i n c ia t u , E n r i ­

* Pronunziando le due parole, il m aestro faccia ben avvertire a g li allievi il diverso suono della n scem pia e doppia.

2 F in da principio il m aestro lascerà a bello studio un po’ d i spazio fra le due sil­ lab e della p arola n a n a , acciocché possa di poi raddoppiare agevolm ente la consonante.

8 II m aestro m utando le vocali farà leggere le parole n o n n a , n o n n o , n o n n i, e di ciascuna spiegherà il significato.

4 II m aestro la scriverà su lla lavagna p rim a im itando la sta m p a , e poscia farà os­ servare che n ella sc rittu ra a m ano suolsi alquanto m utare la su a form a.

(21)

co. — C o n ti n u a tu , E m ilio . — Ripiglia t u , G i o v a n n i n o . — R ip eti t u B a t t i s t a , ciò che h a letto G i o v a n n i n o . — e c c . e c c . ecc. Basti fin qui la l e t t u r a c h e av ete tu tti fatta assai b e n e . F a t e o r a u n ese r c iz io di s c r i t t u r a sul q u a d e r n u c - cio, s c r i v e n d o p r i m a u n rigo di n , e p o s c i a le p a r o l e c h e s c r iv o su lla l a ­ vagna, bad an d o di s e r b a r e u n a g iu s ta d is ta n z a t r a u n a p a r o l a e l ’ a l t r a . 1

A lfon so di F ig lio lia

CRONACA DELL’ ISTRUZIONE

I M aestri e lem en ta ri c i l P a rla m en to Italiano — L ’ o n . d e ­ putato P is s a v in i colse l ’ o p p o rt u n it à di le v a r e la s u a v o c e e p r o n u n z i a r e a l­ c u n e p o c h e e nobili parole in fa vore dei m a e s lr i e l e m e n t a r i ; a lle q u ali a ltre poche n e rispose il M in istro C o r r e n t i , m o s tra n d o s i disposto a fare q u a lc o s a in benefizio di u n a c las se sì b e n e m e r i t a di c it ta d i n i e p e r s u a s o d ella n e c e s ­ sità di so l le v a rl a a m aggior dig nità ed o n o re . L e ri fe ri a m o qui p e r c h è le leg­ gano i m a e s t r i e n e p ig lin o c a g io n e a b e n e s p e r a r e delle loro s o r t i ; c h è u n dì o l’ altro il P a r l a m e n t o a v r à a d i s c u t e r e u n a q u e s t i o n e , c h e p e r i m p o r ­ tanza e p e r giustizia a v r e b b e già d a u n pezzo d o v u to ris o lv e r e . E c c o le p a ­ rol e del P is s a v in i :

« N ella p a s s a ta Sess io n e si è p a r l a to p i ù volte d e ll a im p e rio sa ed u r ­ gente n e c e ss ità di m i g li o ra re le co n d izio n i d e g l 'i n s e g n a n t i e l e m e n t a r i . L ' o ­ norevole M in istro della P u b b l i c a I s tr u z i o n e h a fatto eco a lle p a ro le c a ld e e genero se p r o n u n c i a t e so p r a q u e s t a vitale q u e s t io n e d a l l ’ o n o re v o le mio a m ico d eputa to M a c c h i e da alt ri miei colleglli c h e seg gono sugli s t a lli di d e s t ra e di s i n i s t r a ; e , p e r p r o v a r e q u a n t o si p r e o c c u p a s s e d e ll a sorte di q u e s t a b e n e m e r it a c las se d ’ i n s e g n a n t i , n o n esitò a d i c h i a r a r e e ss ere suo f e r m o i n ­ te n d i m e n t o di p r e s e n t a r e a q u esto r i g u a r d o u n progetto di legge c o n c e r n e n t e il Monte d elle p e n s i o n i e t e n d e n t e a p r o v v e d e r e in m o d o efficace a ll a v e c ­ chia ia di q u esti p iù c h e b e n e m e r it i i n s e g n a n t i .

Credo q u in d i n on d is p ia c e r à alla C a m e r a se colgo q u e s t a o c c a s i o n e p e r p r e g a r e 1’ o n o re v o l e M in istro a d i c h i a r a r e se sia a n c o ra f e r m o in q u e s t a lo- d evolissim a i n t e n z i o n e , e se in q u e s t a S e s s io n e egli s a r à in g ra d o di p r e ­ se n t a r e il p iù volte re c l a m a t o e p ro m e s s o pro g etto di legge.

Io n on voglio a b u s a r e della pa z ie n z a d e ll a C a m e ra p e r in s is t e re co n m a g ­ gior c alo re su lla n e c e s s ità d ’ u n a legge c h e migliori n o n solo le c o n d iz io n i degli i n s e g n a n ti e l e m e n t a r i d ’ a m b o i ses si, m a p ro v v e g g a e z ia n d io in m o d o c o n v e n ie n te a lla loro v e c c h i a ia .

• D irò solo a l l ’ o n o r e v o l e C o r r e n t i c h e n o n gli v e r r à m e n o il p lau s o d e ll a p ub b lica o p i n i o n e , se in q u e s t a S essio ne p r e s e n t e r à e fa r à a p p r o v a r e dal P a r ­ la m e n to l 'i n v o c a t o progetto di legge a fa v o r e degli i n s e g n a n ti e le m e n t a r i d ’ a m ­ bo i s e s s i , c o ta n t o b e n e m e r it i della c iv iltà e del p ro g r e s s o ».

II M in istro rispose: « R iconosco l'o p p o r t u n i t à d e ll’in t e rro g a z io n e e r i n g r a ­ zio anzi l ’ in t e r p e l l a n t e di a v e r m i dato m odo di fare a l c u n e d ic h ia ra z io n i.

Io re p u t o la co n d izio n e degli i n s e g n a n ti e l e m e n t a r i ta l m e n t e g r a v e da m e r it a r e la p iù p r o n t a p r o v v i d e n z a p e r p a r t e de! le gislato re. Q u a n t o p iù si sveg lia l ' a t t i v i t à n a z i o n a l e , q u a n to p iù s ’ in n a l z a il livello d e ll a v ita e c o n o ­ m i c a , tanto peggio re d iv e n t a la co n d izio n e di q u esti i n s e g n a n t i , ta n t o p i ù dif­ ficile il tr o v a re t r a i g iovani in tellig enti ed a l a c r i , c h e si t r o v a n o a p e r t e d a p ­ p ertu tto delle v ie più p r o m e t t e n t i , c h i voglia c o n s a c r a r s i al s a c e r d o z i o , d i ­ rei quasi al m a r ti r io d e ll’ in s e g n a m e n t o e le m e n t a r e . È q u in d i u r g e n t is s im o di pigliare q u a lc h e riso lu to partito .

Q u a n to alla C assa delle p e n s i o n i , c ir c o s ta n z e n o n ig note alla C a m e r a h a n n o re so u n p o ’ le n to il la voro della C o m m iss io n e c h e si e r a i n c a r i c a t a

1 Esam inerà poscià il m aestro i quaderni, facendo a ll’ uopo quelle avvertenze che stimerà opportune,

Riferimenti

Documenti correlati

The solution is applied to the characterization of transient effects in Raman amplifiers, with a special emphasis on the possibility of generating Stokes pulses with peak powers

On the other hand, the event-based control architectures based on the SSOD method and coupled with a classical time-driven PI (SSOD-PI and PI-SSOD) controller also count with

Results – Class III molar relationship resulted significantly (p = 0.01) more common in children with NF1 than in the control group as well as the unilateral posterior cross-bite (p

In the present study we analysed 1,881 consecutive first-ever IS patients aged 18–45 years recruited from Ja- nuary 2000 to January 2012 as part of the Italian Project on Stroke in

It may also be used as the fundamental dynamical principle in theories that attempt to unite mechanics and thermodynamics, such as the Hatsopoulos–Gyftopoulos unified theory

For this vision to materialise, the European Union can count on first class Research in clean energy technologies, a strong industrial base, a dense entrepreneurial ecosystem in clear

By increasing the pump power above 500 mW and suitably adjusting the intracavity PC so that a low net cavity birefringence was obtained, the CW mode of operation of the laser

• The framework is adaptable to quantify any practice carried out by the beekeeper. However, a clear overview on the main actions carried out by beekeepers and their role for