2
Introduzione
Il presente lavoro di tesi mira ad approfondire l’attività pratica e teorica dell’architetto-sacerdote lucchese Domenico Martinelli (1650-1718).
Domenico Martinelli nasce a Lucca, ma dopo una primissima formazione come agrimensore e architetto e l’ordinazione a sacerdote, nel 1678 si trasferisce a Roma studiando al seguito di Carlo Fontana ed entrando nell’Accademia di San Luca, prima come allievo e poi, a partire dal 1683, come lettore di prospettiva e architettura.
Personaggio dalla carriera accademica perfetta, viene presto richiesto quale illustre professore di architettura dai nobili viennesi e proprio le sue opere più significative si trovano soprattutto nell’Europa centrale (Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia), databili nel quindicennio a seguire il 1690, anno che segna il suo trasferimento a Vienna e l’inizio di una collaborazione con le maggiori famiglie feudali del tempo (Kaunitz, Harrach, Liechtenstein, Kolowrat).
A partire dalla documentazione esistente e dall’osservazione diretta delle opere superstiti, scopo di questa ricerca è di dare una visione il più possibile completa dell’attività di Domenico Martinelli come architetto e studioso all’interno del contesto artistico italiano. Alla luce di ciò il presente lavoro ha trattato solo marginalmente la produzione estera, nonostante che la maggior parte delle sue opere sia stata realizzata per una committenza straniera e, tralasciando l’aspetto dell’‘architectus inter principes
famosus’, si è soffermato sugli aspetti meno approfonditi della sua formazione e attività
tra Lucca e Roma.
Il primo capitolo è dedicato ad una ricostruzione della sua attività comprendente sia notizie strettamente biografiche, sia una panoramica sulle opere da lui realizzate o progettate, con maggiore attenzione verso quelle riguardanti l’Italia. All’interno della biografia è stato approfondito il tema relativo all’Accademia di San Luca e all’attività didattica di Domenico Martinelli compatibilmente con la qualità della documentazione disponibile, consistente non in opere teoriche o manualistiche, ma solo in fogli delle lezioni sugli ordini e le figure geometriche.
3
Nel capitolo successivo si è cercato di ricostruire e analizzare la storiografia critica che ha ruotato intorno alla figura dell’architetto a partire dal 1772, anno di pubblicazione delle Memorie di Gian Battista Franceschini fino agli ultimi contributi contemporanei. Scopo di quest’analisi storiografica è quello di comprendere quale sia stata la valutazione dell’architetto nei diversi territori in cui ha operato e di dare una panoramica generale dei contributi, sotto forma di monografie, articoli e mostre, che lo hanno visto come protagonista.
In questo ambito trova posto un approfondimento sul collezionismo, in particolare sulla raccolta del marchese Giacomo Sardini di Lucca, e quindi un excursus sulle collezioni dei disegni conservate a Lucca, presso la Biblioteca Statale, l’Archivio di Stato, la collezione privata Micheletti e, a Milano, presso il Gabinetto dei disegni e stampe del Castello Sforzesco.
Il capitolo successivo si è concentrato sull’individuazione ed analisi dei modelli e degli artisti che hanno influenzato lo stile di Domenico Martinelli nel tentativo di comprendere, proprio alla luce della formazione italiana, se la sua fortuna all’interno del panorama artistico barocco mitteleuropeo sia stata soltanto dovuta ad una serie di situazioni contingenti favorevoli e a una buona committenza o se piuttosto Domenico Martinelli abbia introdotto elementi nuovi ed originali, non limitandosi ad essere l’esecutore di motivi e stili già radicati all’interno dell’ambiente romano e dell’Accademia di San Luca.
Parte integrante ma fondamentale di questa ricerca è rappresentato da un catalogo dei disegni d’architettura. Le appendici documentarie approfondiscono gli argomenti affrontati nei diversi capitoli.