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Ultime notizie dalla Biblioteca provinciale di Pisa

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Ultime notizie dalla

Biblioteca provinciale di

Pisa

Milvia Dabizzi

Ad oggi nessuna proposta è stata avanzata sul futuro della Biblioteca provinciale di Pisa che, a seguito dell’attuazione della riforma Del Rio sulle province, rischia la chiusura. Per la Provincia, o meglio per il nuovo ente così come modificato dalla Del Rio, la cultura non è una funzione fondamentale ma è un optional e se non ci sono le risorse, e non ci sono, diventa un “lusso”. Quando parlo di cultura mi riferisco in primis ai servizi.

La Regione Toscana con la legge di riordino delle funzioni non ha detto niente in materia di servizi culturali, musei, archivi, biblioteche appartenenti alle province. Di fatto li ha lasciati alle province medesime, sapendo che queste non hanno le risorse per gestirli. L’unico atto che affronta il problema dei servizi culturali delle province è il D.L. 19 giugno n. 78: “ Disposizioni urgenti in materia

di enti territoriali”. All’art. 16 comma

1-quater si legge che, entro il 31 ottobre 2015, con decreto del Ministero dei beni e delle attività culturali è adottato un piano di razionalizzazione degli archivi e degli altri istituti della cultura delle province con possibile trasferimento dei medesimi al Ministero. Tutto questo senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Per quanto riguarda il personale, lo stesso articolo prevede il trasferimento dei profili professionali di funzionario bibliotecario, storico dell’arte, archeologo e archivista al Ministero.

Il decreto pone però alcuni problemi:

• tra gli istituti di cultura ci sono le biblioteche? Tutte? Solo quelle che

hanno patrimoni storici? Nel caso di trasferimento al Ministero, il Ministero accoglie il servizio nel suo insieme, patrimonio e personale?

• E le risorse per tutto questo? Il decreto parla di trasferimento senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. • Per quanto riguarda il personale, si parla

solo di “funzionari” che nell’ente locale sono inquadrati nella fascia D e quelli delle altre fasce che lavorano in biblioteca? E poi negli enti locali sono scomparse le qualifiche bibliotecario, archivista etc. e sono tutti amministrativi. Questi problemi sono stati posti al Ministero ed

anche ai sindacati. Nessuna risposta!

Negli ultimi giorni di settembre è arrivata dall’UPI (Unione delle Province d’Italia) una richiesta indirizzata ai Presidenti delle Province in merito al trasferimento delle biblioteche al Ministero dei beni culturali di cui al decreto sopra citato. Viene chiesto precisamente con particolare riferimento alle

biblioteche di voler indicare “quali beni

ritenete potrebbe essere utile inserire in via prioritaria nel Piano di riordino” di cui al

decreto sopracitato.

In pratica la Provincia di Pisa deve decidere se non è più in grado di “mantenere il servizio biblioteca”. Se è così, deve chiedere al Ministero dei Beni culturali di inserire la biblioteca nel Piano di riordino per il trasferimento al Ministero stesso. Questa è la situazione ad oggi.

Ci auguriamo che la richiesta dell’UPI motivi gli amministratori della Provincia ad affrontare il problema della sorte della biblioteca. Non nascondiamo le perplessità in merito all’attuazione del decreto 78, ma ripetiamo, ad oggi è l’unico atto che affronta la “dismissione” dei servizi culturali da parte delle province.

Bibelot 21 (2015) 2

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