Buco nell'ozono
Si definisce comunemente buco nell'ozono la riduzione temporanea dello strato di ozono
(ozonosfera) che avviene ciclicamente durante la primavera nelle regioni polari (la diminuzione può arrivare fino al 70% nell'Antartide e al 30% nella zona dell'Artide). Per estensione il termine viene utilizzato per indicare il generico assottigliamento dello strato di ozono della stratosfera che si è riscontrato a partire dai primi anni 80 (stimata intorno al 5% dal 1979 al 1990).
Il buco nell'ozono sull'Antartide nel 2000
Lo strato di ozono (O3) funge da filtro per le radiazioni ultraviolette (trattenendo da solo circa il
99% della radiazione UV solare), che possono essere dannose per la pelle (melanomi), causare una parziale inibizione della fotosintesi delle piante (con conseguente rischio di diminuzione dei raccolti) e anche del fitoplancton che è alla base della catena alimentare marina.
Il ciclo dell'ozono
Il meccanismo di schermo è semplice: quando un raggio ultravioletto colpisce una molecola di ozono, questa lo assorbe scindendosi in O2 + O. L'ossigeno monoatomico formato reagisce con una
molecola di O2 per formare ancora ozono, e il ciclo quindi ricomincia.
Formazione dell'ozono
Nel dettaglio l'ozono è prodotto mediante la seguente reazione: O2 + radiaz. UV -> O + O
O + O2 -> O3
Consumo dell'ozono
In seguito le radiazioni solari dissociano una molecola di ozono in una di ossigeno biatomico ed una in ossigeno monoatomico:
Durante la notte l'ossigeno monoatomico, essendo altamente reattivo, si combina con l'ozono per formare due molecole di ossigeno biatomico:
O3 + O -> 2 O2
L'equilibrio di queste reazioni fotochimiche è facilmente perturbato da molecole che possono interferire come i composti clorurati, i bromurati e gli ossidi di azoto prodotti dall'atività entropica. In particolare i clorofluorocarburi (o CFC, utilizzati nei circuiti di refrigerazione dei frigoriferi) sono considerati fra i principali responsabili del buco nell'ozono.