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Academic year: 2021

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Foucault

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Collocare Foucault

La tradizione filosofica in lingua inglese è tendenzialmente analitica e empiristica, mentre quella continentale è più storicistica. La tradizione anglo-americana si

muove entro l’orizzonte liberale, mentre quella continentale spazia ampiamente al di fuori di questo.

L’anti-umanismo di Foucault – che tende a far scomparire il soggetto nel processo complessivo – trae ispirazione dallo strutturalismo classico, dal marxismo di Louis Althusser e dalla psicoanalisi anti-egotica di Jacques Lacan.

Peraltro si trovano in Foucault le radici di esistenzialismo e fenomenologia da una parte e marxismo dall’altra. Altre influenze sono la filosofia della scienza alla

(3)

Le fasi del lavoro di Foucault (1): Archeologia

Foucault stesso parla di tre fasi del suo lavoro: (1) una dedicata al riesame della

conoscenza (archeologia), (2) una alle condizioni che rendono possibile la conoscenza (genealogia) e (3) l’altra al soggetto conoscente (cura di sé). (4) A questi aggiungiamo la biopolitica.

La prima fase è dominata da una volontà storica e sistematica sui generis, che può essere definita nei termini di un’archeologia del sapere. L’archeologia si riferisce alle condizioni di possibilità affinché un sistema di pensiero venga alla luce e si affermi poi come un paradigma autoritativo.

L’interesse dell’archeologia è storico-ricostruttivo, e tende a mostrare la non-neutralità dei discorsi scientifici. Questi ultimi invece sarebbero sempre influenzati dalle pratiche entro cui si formano e prendono significato.

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Le fasi del lavoro di Foucault (2): La genealogia e

cura di sé (etica)

L’interesse della genealogia è decostruttivo e demistificatorio e tende a mostrare la contrapposizione tra la superficie e la profondità, abbandonando la prevalenza della teoria del discorso per studiare direttamente le pratiche.

Comportamenti e discorsi sarebbero in realtà diversi da come appaiono prima facie se ci si impegna a considerarli in maniera critica all’interno delle pratiche in cui avvengono.

L’interesse etico prevalente – che si ritrova nella Storia della Sessualità – è

orientato a recuperare il rilievo del sé e l’importanza che il sapere in generale e la filosofia in particolare hanno per le trasformazioni del soggetto.

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Foucault, il kantiano

Si può sostenere che Foucault è un kantiano sui generis. L’elemento più robusto di continuità con Kant è costituito dal costruttivismo. Per Foucault, come per Kant, non esiste un approccio diretto alla realtà. La realtà è invece essenzialmente

costruzione sociale.

L’elemento di maggiore discontinuità con Kant invece consiste nel rifiuto del

trascendentale. Kant chiama «trascendentale ogni conoscenza che si occupa non di oggetti, ma del nostro modo di conoscenza degli oggetti, in quanto questa deve essere possibile a priori».

Foucault non riconosce il ruolo centrale del soggetto e ritiene che i limiti della conoscenza non siano determinabili a priori ma solo a posteriori.

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La ricezione foucaultiana di Kant

(1) Foucault sembra infatti voler rifiutare il modello stesso di una filosofia basata su ideali puramente discorsivi come quella di Kant. Alla fine la posizione di Foucault fa appello non a un’analisi teorica ma a quella che si può definire una “ontologia del sé”.

(2) Per Foucault, critica (nel senso di Kant), modernità e Illuminismo non sono tra loro separabili, m sono parti diverse della medesima pratica filosofica. Questa pratica ha un’origine teologico-politica, e può essere fatta storicamente risalire alla resistenza della sfera culturale all’invasione della sfera politica da parte della pastorale cristiana.

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Foucault, il nietzscheano

La rottura nietzscheana e genealogica ha di mira la filosofia della storia alla Hegel, che Foucault maturo apparenta a una storia del progresso troppo generica e cui

contrappone una storia localistica e basata sulle relazioni interpersonali di potere.

Foucault ripropone modelli di critica dell’ideologia, ma non basati sulla generalità degli stilemi marx-freudiani, quanto piuttosto imperniati sulla osservazione micro delle

operazioni di potere. Per Foucault non ci sono cambiamenti ispirati al progresso – come nella narrazione illuministica – ma ci sono invece miriadi di microeventi che cumulativamente generano situazioni nuove.

I cambiamenti del soggetto sessuale, per esempio, non deriverebbero da alcune mutazioni economiche o rivoluzioni religiose e politiche ma da un continuum di fatti.

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Che cosa è la critica?

Per Foucault l’idea di critica non è la pura invenzione intellettuale kantiana, ma viene da un lungo processo di resistenza culturale all’invadenza religioso-politica. Il pastorato – basato com’è sul primato della volontà divina su quella umana,

riproposto in termini di rapporto tra pastore e suo gregge – costituisce una pratica sociale e politica. È al momento in cui tale pratica fuoriesce dal divino per

occupare la centralità dello spazio politico che le resistenze culturali assumono un significato assieme politico e filosofico.

Dove c’è potere lì c’è resistenza. Questo conferma anche la corrispondenza tra religione e politica nell’ottica del potere.

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L’archeologia

Storia della follia nell’età classica e Nascita della clinica analizzano le pratiche dei

discorsi nell’ambito di sistemi istituzionali definiti. Il tentativo principale non è quello di ricostruire il linguaggio della ragione, ma piuttosto quello di dare significato al “silenzio” della non-ragione come nel caso della follia.

Archeologia del sapere: La tesi di fondo sostiene che conoscenza e potere non

sono due realtà indipendenti, piuttosto l’una implica l’altro e viceversa.

Per Foucault non esiste una competenza invariante distinta dalla prestazione effettiva. Le ragioni dei parlanti-ascoltatori andrebbero invece tutte ritrovate nella pratica del discorso effettivo in contesti specifici.

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La genealogia

In Storia della sessualità (La Volonté de savoir), l’analisi archeologica dei discorsi lascia spazio allo studio dei regimi entro cui avvengono i discorsi.

Sotto la genealogia, c’è il tentativo fortemente anti-idealistico di svelare la falsità di tutti gli enunciati generali e ideali alla luce delle strategie di potere degli attori. Tali strategie avvengono comunque al di là dei soggetti e in qualche modo a loro si impongono.

Come risultato, si rivela che non c’è progresso né progetto nella storia ma solo l’emergenza continua di risultati variegati di conflitti non voluti da alcuno e al tempo stesso inevitabili. Si scrive in questo modo una sorta di storia degli effetti.

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La cura di sé (l’etica)

La cura di sé intende congiungere in un solo momento la conoscenza di sé e il lavoro sul sé, sostenendone la sostanziale inseparabilità dei due momenti in questione.

L’etica contemporanea finisce per mettere in ombra un aspetto essenziale della moralità, quello che è in stretta connessione con il sé, aspetto che è invece

essenziale nell’eticità greco-romana.

Il pensiero critico non può essere pura astrazione basata su principi, ma deve

raggiungere la concretezza di una trasformazione illuminata del sé. Si tratta di una sorta di etica della virtù rinnovata e temperata in qualche modo dal pensiero di Nietzsche.

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Biopolitica

Nella tradizione, lo stato era associato a una concezione giuridico-discorsiva del potere. A tale potere si sostituisce il biopotere che regola e controlla la vita. La biopolitica costituisce la base dell’analisi del razzismo, capitalismo e del

liberalismo come forme di controllo sociale.

L’analisi di Foucault non riguarda la lettura politica di leggi naturali e invarianti, ma piuttosto l’emergere storico ed effettuale di nuove forme di gestione del potere. La politica controlla la vita attraverso l’impiego di numerose tecniche diverse tra loro che nell’insieme consentono il dominio dei corpi e il controllo delle

popolazioni: tecniche che riguardano le forme della sanità, le assicurazioni collettive, la pianificazione urbana, e così via.

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Il potere

Foucault implica una sostanziale revisione dell’idea di potere:

(1) Il potere possiede una natura intrinsecamente duplice: da un lato abilita e fornisce empowerment, consentendo al corpo umano nuove possibilità; dall’altro, invece, lo stesso potere che allarga la sfera dell’autonomia è capace di

repressione e esclusione.

(2) Il potere, nell’età contemporanea, non dipende più da una prevalente forza centrale – come l’economia per Marx, oppure il diritto per molti liberali – ma

piuttosto da un insieme di micro-pratiche che influenzano in maniera determinante il corpo umano e la vita quotidiana.

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Governmentalità

Il potere non deve essere più letto in termini di diritto e istituzioni ma in termini di “governamentalità”. Al cuore della governamentalità, biopoliticamente, c’è la

condotta degli individui e il comportamento delle popolazioni.

Una volta poi che il potere politico si sia orientato a regolare la condotta dei

soggetti, prendendo il benessere dei soggetti stessi come standard, allora il potere si rivela come forma di razionalizzazione degli ambiti vitali.

In questo modo, il potere contemporaneo diventa più riflessivo e meno violento, incorpora di necessità saperi codificati. Ma lo stesso pensiero che serve al potere per il governo della condotta dei soggetti genera discorsi di verità che mettono in discussione il potere (neoliberalismo).

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L’importanza della cura di sé

La cura di sé congiunge in un solo processo conoscenza e spiritualità. Il pensiero occidentale ha confinato il regno della spiritualità nell’ambito religioso, e si tratta ora di rimuoverlo dalla teologia per rimetterlo nel circuito filosofico.

Il modello Habermas-Rawls è sostanzialmente legalistico. Questa tradizione è in crisi. A fronte di questa crisi si sostiene che l’etica foucaultiana – basata come è sulla cura del sé – possa trovare una soluzione che va in direzione di maggiore commistione tra il buono e il giusto (Rawls), tra l’eticità e la moralità (Habermas). Il lascito filosofico-politico di Foucault è duplice: (1) analisi alternativa del potere a cui dovrebbe corrispondere una originale risposta normativa. (2) una nuova

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