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10. Anna Maria Gennai, Donne e scienza

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Academic year: 2021

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Equipe di grandi donne:

due capitoli di storia della scienza

Anna Maria Gennai

Capitolo 1. L’harem di Pickering

Lavora onestamente, coscienziosamente e fermamente, e il riconoscimento e il successo coroneranno i tuoi sforzi

Williamina Fleming Nel 1881 il direttore dell’Osservatorio Astronomico dell’Università di Harvard, nel Massachussets, era Edward Charles Pickering. Per un periodo di tempo nel suo lavoro si era avvalso di un assistente, del quale però non era contento, a tal punto che un giorno scommise che persino la sua domestica a-vrebbe potuto svolgere il compito all’osservatorio in modo migliore di quanto lui stesse facendo. La domestica si chiamava Williamina Paton Stevens Fleming ed era nata in Scozia nel 1857; era studiosa, intraprendente e determinata e a soli quattordici anni faceva già la maestra nelle scuole elementari. Si sposò nel 1877 con James Fleming e con lui si trasferì a Boston. Aveva allora 21 anni; il marito l’abbandonò durante l’attesa del primo figlio. Per sopravvivere trovò il lavoro di domestica nella casa di Edward Pickering, che ne intuì le doti di tena-cia e dedizione. Nel 1881 Pickering le propose di lavorare all’osservatorio, pro-mettendole un buon incentivo economico. Tuttavia sarebbe stato uno stipen-dio inferiore a quello che avrebbe ricevuto un uomo con le stesse mansioni. Nel

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suo diario Williamina se ne rammaricava: “gli capita mai di pensare che ho una casa da tenere e una famiglia di cui prendermi cura così come se fossi un uo-mo? ... E questa è considerata un'età illuminata!”

L’osservatorio di Harvard nel 1899

Il suo compito era quello di guardare minuziosamente un grandissimo numero di immagini dello spazio, rilevate dall’osservatorio, e di classificarle. Williamina riuscì a catalogare oltre diecimila stelle, basandosi sulla quantità di idrogeno evidenziata nei loro spettri. I suoi risultati furono pubblicati nel 1890 nel Draper Catalogue of Stellar Spectra (consultabile all’indirizzo

https://archive.org/details/drapercatalogueo00harvrich), che sarebbe diventato un riferimento per gli astronomi. La Fleming si dimostrò estrema-mente capace anche come organizzatrice e manager e lavorò alla guida di un grande gruppo di donne che prese il nome di Harem di Pickering.

Nel 1893 pubblicò un articolo dal titolo “Un campo per il lavoro femmini-le in astronomia”. In esso scrisse: “Mentre non possiamo affermare che in ogni cosa la donna è uguale all’uomo, tuttavia in molti ambiti la sua pazienza, perse-veranza e metodo la rendono superiore”.

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Williamina scoprì l’esistenza delle stelle chiamate nane bianche, di 10 novae, di più di 50 nebulose e di oltre 300 stelle variabili. Lavorò ad Harvard per 34 anni. Fu la prima donna americana ad essere eletta come membro onorario nella Royal Astronomical Society inglese.

Williamina Fleming, in piedi al centro nella foto,

sovrintende il lavoro delle colleghe sotto lo sguardo di Pickering

Capitolo 2. Le ragazze dell’ENIAC

La macchina calcolatrice ENIAC (Electronic Numerical Integrator and Computer) fu costruita in Pennsylvania durante la seconda guerra mondiale, per il Balistic Research Laboratory, con lo scopo di risolvere problemi di balisti-ca e di effettuare operazioni matematiche nel più breve tempo possibile. Fino a quel momento i calcoli per le traiettorie dei proiettili dell’artiglieria venivano svolti a mano, richiedendo anche diversi giorni. Era necessario realizzare un

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si-stema che velocizzasse il procedimento, così fu costruito l’ENIAC che, non a-vendo parti meccaniche in movimento e funzionando solo con componenti e-lettronici, poteva accelerare l’esecuzione delle operazioni. Era collocato in una stanza di 180 metri quadri e per operare necessitava di 18 000 valvole moioniche, consumando 170 Kw in un’ora di funzionamento. Le valvole ter-moioniche, che in seguito saranno sostituite dai transistor, erano particolar-mente delicate e per il surriscaldamento se ne bruciava una ogni due minuti. Poiché i momenti più critici erano quando la macchina veniva accesa o spenta, si risolse di lasciarla il più possibile in funzione, in una occasione addirittura per cinque giorni consecutivi. La memoria dell’ENIAC era molto limitata, al massimo poteva registrare venti numeri con non più di dieci cifre; comunque nell’esecuzione delle operazioni era per quel tempo davvero veloce; in una prova ufficiale, in meno di un secondo effettuò per 5.000 volte il calcolo di 97.367 al quadrato. “Quando la macchina fu terminata, si poteva effettivamen-te calcolare la traiettoria di un proiettile di artiglieria più velocemeneffettivamen-te rispetto a quanto il proiettile di artiglieria potesse viaggiare. L’ENIAC ha dimostrato al mondo che il calcolo elettronico su larga scala e ad alta velocità era possibile, innescando un'ondata di nuovi disegni informatici e la nascita dell'industria in-formatica” ha detto Mitch Marcus, professore di Intelligenza Artificiale presso il Dipartimento di Informatica e Scienze dell’Informazione dell’Università della Pennsylvania.

L’ENIAC

Realizzato il computer, si trattava di trovare personale per farlo funziona-re (oggi si difunziona-rebbe per programmarlo) e a quel tempo ciò non significava

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scrive-re un algoritmo in un linguaggio particolascrive-re, ma accendescrive-re o spegnescrive-re interrut-tori e spostare cavi da una bocchetta a un’altra, nell’ordine necessario per arri-vare al risultato richiesto. “La programmazione di ENIAC era un’arte e un lavoro allo stesso tempo”1. All’inizio, per prudenza, si stabilì di chiedere ai program-matori di impostare le sequenze di operazioni prima ancora di vedere la mac-china. Ma chi erano i programmatori? Che esperienze avrebbero potuto avere se non avevano mai lavorato prima su un computer? Nessuno sapeva pro-grammare, anzi non si sapeva nemmeno che cosa significasse la parola “pro-grammare”. Il progetto militare scelse per questa attività, che aveva ritenuto essenzialmente ripetitiva, le donne e annunciò:

Donne con laurea in matematica: si offrono impieghi scientifici e ingegneristi-ci dove prima venivano preferiti gli uomini. Ora è tempo di considerare il vo-stro posto nella scienza e nell’ingegneria.

Tra tutte quelle che si presentarono ne furono selezionate sei:

Betty Snyder Holberton Kathleen McNulty Antonelli Elizabeth Jean Jennings Bartik

Marlyn Wescoff Meltzer Frances Bilas Spence Ruth Lichterman Teitelbaum

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“Ci dettero una pila di schemi e ci dissero: qui capirete come è fatta la macchina e poi capirete come farla funzionare”. In realtà non c’erano guide o manuali, le ragazze impararono da sole a mettere in azione il sistema. Era l’inizio della “programmazione” di un computer.

Kathleen McNulty, Kay, era nata in Irlanda nel 1921, la notte in cui suo padre, membro dell’IRA, fu arrestato. Al suo rilascio, avvenuto due anni dopo, la famiglia si trasferì a Philadelphia. Kay si laureò in matematica nel 1942 al Chestnut Hill College. Appena due o tre settimane dopo la laurea iniziò a lavo-rare alla scuola di ingegneria elettrica Moore, dove venivano effettuati calcoli, in parte manuali e in parte con computer meccanici, per redigere tavole di tiro per l’artiglieria. Per ogni pistola venivano elaborate circa 1800 possibili traietto-rie di tiro e per ciascuna di esse occorrevano 30-40 ore di lavoro; le donne che come lei erano state impiegate in questo scopo venivano chiamate “compu-ter”. Quando fu richiesto personale per l’ENIAC, Kay si presentò assieme alla sua compagna di corso Frances Bilas Spence. Fran era nata a Philadelphia nel 1922 e si era laureata assieme a Kay; sarà l’ultima delle sei ragazze dell’ENIAC a morire, nel 2012.

Anche Frances Elizabeth "Betty" Holberton era nata a Philadelphia, nel 1917. Il primo giorno di studi all’Università della Pennsylvania, il suo professore di matematica le chiese se non fosse più conveniente che restasse a casa pen-sando ad allevare figli. Invece Betty si rivelò estremamente capace nel districar-si tra il groviglio di cavi dell’ENIAC. Mentre gli ingegneri districar-si occupavano della tecnologia, Betty passava le notti a riflettere sul modo di ragionare umano, in modo da poterlo riprodurre meccanicamente. Si diceva che risolvesse la mag-gior parte dei problemi mentre dormiva. Per tutta la vita si dedicò alla semplifi-cazione dei linguaggi con cui interagire con i computer. Contribuì alla creazione di due linguaggi di programmazione, il COBOL (COmmon Business-Oriented

Language, per applicazioni commerciali) e il FORTRAN (FORmula TRANslation,

per programmi scientifici) ancora oggi utilizzati. Propose di sostituire il colore nero con il quale venivano realizzati i calcolatori, con il grigio-beige che è diven-tato il colore universale dei computer.

Marlyn Wescoff Meltzer nacque a Philadelphia nel 1922 e si laureò in matematica alla Temple University nel 1942, con una specializzazione in mac-chine che le consentì l’assunzione alla scuola di ingegneria Moore e il successi-vo impiego nella programmazione dell’ENIAC. Marlyn era ebrea, così come Ruth Lichterman, mentre Betty Snyder era quacchera, Kay cattolica, Jean

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Jen-nings protestante. Queste differenze, piuttosto che dividere il gruppo, serviro-no ad unirlo ulteriormente; le ragazze arricchivaserviro-no le loro conversazioni con cu-riosità sulle specificità delle religioni diverse dalla propria. Ruth era la più gio-vane del gruppo, era nata nel 1924 a New York.

Elizabeth Jean Jennings Bartik raccontò che quando seppe che cercavano donne per l’ENIAC non aveva assolutamente idea di quello che sarebbe stato il lavoro, ma sentiva che avrebbe potuto imparare a svolgere bene il compito. “Fecero un grande passo cercando di imparare a fare un lavoro che non com-prendevano, e che nessuno effettivamente, in quel tempo, capiva. Dovettero inventare, scoprire e imparare a lavorare con i computer senza avere realmen-te alcuna formazione”2.

Il libro scritto da Jean Jennings Bartik

I limiti dell’ENIAC erano, oltre a quelli già elencati, anche quello di non avere un’area fisica per la memorizzazione dei programmi e la lentezza nelle operazioni di ingresso/uscita dei dati. Tuttavia ha avuto un ruolo estremamente importante nella storia dei computer, mostrando la possibilità di far funzionare contemporaneamente un grande numero di componenti elettronici e aprendo la strada ad ingenti investimenti nello sviluppo dei calcolatori di questo tipo.

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La prima prova ufficiale del funzionamento dell’ENIAC fu effettuata quando ormai la seconda guerra mondiale era finita, nel 1946. Le ragazze non furono invitate ai festeggiamenti. Accettarono di buon grado il ruolo di secondo piano che la società riservava loro in quanto donne, ma erano consapevoli di quanto avessero realizzato e “ognuna di noi provava in silenzio la soddisfazione di poter pensare io c’ero”. Jean Jennings scrisse che furono le donne a diventa-re le prime programmatrici della storia solo per caso. Se i dirigenti dell’ENIAC si fossero resi conto dell’importanza del ruolo che avrebbero assunto e della complessità del compito al quale erano state chiamate, probabilmente ci a-vrebbero pensato due volte, prima di affidarlo alle donne.

Una parte dell’ENIAC attualmente in mostra alla scuola di ingegneria Moore

Ciò che le sei ragazze avevano imparato servì per continuare a sviluppa-re linguaggi di programmazione sempsviluppa-re più efficienti, ma Kay, Marlyn, Ruth, Fran, Betty, Jean rimasero sconosciute per anni e anni.

Nel 1997 hanno finalmente avuto il dovuto riconoscimento del loro im-pegno e dei lori risultati. Sono state inserite nella Hall of Fame Internazionale delle Donne nella Tecnologia e onorate come il primo gruppo di programmatri-ci della storia.

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Sono stati consultati:

J. J. Bartik, Pioneer Programmer: Jean Jennings Bartik and the Computer that Changed the World, ed. Rickman, 2013

D. Casalegno, Uomini e computer: Storia delle macchine che hanno cambiato il

mondo, Hoepli, 2010

W. Isaacson, Gli innovatori, Mondadori, 2014

e pagine agli indirizzi:

http://www.smithsonianmag.com/history/the-women-who-mapped-the-universe-and-still-couldnt-get-any-respect-9287444/#0bLccaAHH http://findingada.com/shop/a-passion-for-science-stories-of-discovery-and-invention/williamina-fleming-star-of-scotland/ http://eniacprogrammers.org/ http://www.allday.com/when-the-men-fell-short-these-women-took-over-and-changed-astronomy-fo-2180817130.html http://harvardmagazine.com/2017/01/williamina-fleming http://www.upenn.edu/computing/printout/archive/v12/4/gene.html http://www.carnsoftware.co.uk/blog/general/history/celebrating-70-years-of-programming-in-april/ https://books.google.it/books?id=St6VAwAAQBAJ&pg=PA180&lpg=PA180&dq= Ruth+Lichterman+Teitelbaum&source=bl&ots=AmPYEDkQoT&sig=weArYfbN0b tf0_Ia7RnNy-XwLwI&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjRyNSHqtzTAhUCVxQKHeFiBzw4ChDoAQhW MAk#v=onepage&q=ruth&f=false

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