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L’utopia possibile di Alessandria

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Academic year: 2021

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Il 16 ottobre 2002 è la data fissata per l’inaugurazione della Biblioteca di Alessandria, dopo il rinvio dell’apertura prevista per il 23 aprile (giornata internazionale del libro e del diritto d’autore), disposto per ragioni di sicurezza, in un clima di forte tensio-ne internazionale e ideologica.

Il 10 e l’11 giugno scorsi, una delegazione del Ministero per i beni e le attività cul-turali, insieme ad una rappresentanza dell’AIB, si è incontrata in un convegno inti-tolato “La memoria del futuro” con i colleghi egiziani ad Alessandria e l’opportu-nità è stata utile per consolidare gli avviati rapporti di collaborazione.

Bibliocom ospita quest’anno una presentazione della Biblioteca di Alessandria, nell’ambito del convegno dedicato all’architettura bibliotecaria, ed è significativo, per noi, che l’evento della sua inaugurazione ufficiale si svolga nei giorni in cui si tiene a Roma il più importante incontro annuale dei bibliotecari italiani.

Ci viene fornita dunque l’occasione per riflettere sull’apertura di una biblio-teca che ha un forte valore simbolico, sul piano storico, culturale e politico e sul grande impegno internazionale che ne ha sostenuto la realizzazione, su impulso dell’Unesco.

La biblioteca fondata da Tolomeo II Filadelfo, dove operarono Zenone, Calli-maco, Aristarco, Euclide, Archimede, Eratostene, dove si aprì la conoscenza dei Van-geli al mondo greco romano, la biblioteca distrutta forse da Cesare o da Aureliano o dai soldati fanatici di Teodosio, o dal califfo Amr Ibn al-As (comunque per guer-ra o intolleguer-ranza ideologica) eguer-ra stata il modello classico della Bibliotheca Universa-lis. Forse, nelle intenzioni, essa aveva inseguito il sogno impossibile del possesso di tutti i papiri, di tutti i codici, di tutti i volumi del mondo in un posto solo; sicura-mente, nei fatti, essa aveva realizzato l’utopia possibile del confronto tra le diverse culture del mondo, di una integrazione comunque non riconducibile ad un pen-siero unico ellenistico.

Quell’utopia possibile è ancora oggi, ne siamo convinti, la missione fondamen-tale di quella biblioteca che dal mito riemerge alla realtà, che ancor oggi può torna-re ad essetorna-re, in quel senso, bibliotheca universalis.

C’è stato un grande sforzo internazionale per la progettazione e la costruzione di quella biblioteca e quello sforzo si è iscritto nel quadro della politica di sostegno ai paesi in via di sviluppo e del superamento delle barriere economiche e culturali tra il Nord e il Sud del mondo. Quello sforzo internazionale ci ha visto coinvolti e dovrà continuare, dopo la costruzione e l’inaugurazione, per la gestione della biblio-teca, per la sua vita futura, perché quella grande biblioteca non è possibile ridurla a biblioteca pubblica della città di Alessandria ovvero a biblioteca nazionale d’Egitto, perché quella biblioteca appartiene virtualmente al mondo intero.

Ciò sta a significare che la nuova Biblioteca di Alessandria sarà ancora, lo speria-mo fortemente, biblioteca speria-mondiale, non soltanto per il suo futuro amplissisperia-mo patri-monio bibliografico e documentario e non soltanto per il suo prevedibile costituir-si in punto di accesso della documentazione digitale e dei servizi bibliografici delle

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maggiori biblioteche del mondo. Essa è già oggi, visivamente, per la sua stessa strut-tura architettonica, che raffigura il disco del sole inserito nella terra, sulla costa afri-cana del Mediterraneo che guarda all’Europa, con il suo muro circolare di granito egiziano con incise le parole di tutti gli alfabeti, il segno di quell’utopia possibile: l’affermazione che le identità e le differenze culturali del mondo concorrono ad arric-chire l’umanità, non a frammentarla dentro barriere e muri tra entità nemiche, ren-dendo evidente l’ovvia necessità del rispetto, di sé e dell’altro, come strumento di convivenza nella globalizzazione.

Una biblioteca per la pace, senza retorica, perché la pace si basa sulla conoscen-za e sulla consapevolezconoscen-za della complessità della storia e dei valori dell’uomo. Quel-la biblioteca, Quel-la biblioteca, appunto, è per noi strumento fondamentale di cono-scenza; quell’utopia è l’orizzonte della nostra professione.

Gianni Lazzari

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