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eBook per la Scuola | A. Diotti, S. Dossi, F. Signoracci | Narrant 2 - Letteratura, antologia, cultura latina | SEI

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Academic year: 2021

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(1)

ANGELO DIOTTI SERGIO DOSSI FRANCO SIGNORACCI

L’età augustea

Narrant

2

LETTERATURA ANTOLOGIA CULTURA LATINA ANGELO DIOTTI

SERGIO DOSSI

FRANCO SIGNORACCI

(2)
(3)

L’età augustea

2

ANGELO DIOTTI SERGIO DOSSI FRANCO SIGNORACCI

LETTERATURA ANTOLOGIA CULTURA LATINA

SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE - TORINO

Aggiornamenti e ulteriori materiali

(4)

Coordinamento editoriale: Enrica Varaldi Progetto editoriale: Enrica Varaldi

Redazione: Chiara Mantegazza, Costanza Motta, Serena Nicolosi Ricerca iconografica: Enrica Varaldi

Coordinamento tecnico: Michele Pomponio Progetto grafico: Piergiuseppe Anselmo Impaginazione: propagina s.a.s. – Torino Coordinamento multimediale: Nicola Prinetti Redazione multimediale: Roberta Ricca

Copertina: L. Alma Tadema, Saffoe Alceo a Mitilene (part.), 1881, Baltimora, Walters Art Gallery

L’opera è frutto del lavoro comune degli autori. In particolare nel presente volume:

Sergio Dossi ha curato la trattazione del capitolo sulle origini, le schede dei generi letterari relativi alla poesia bucolica ed elegiaca; la parte letteraria, i commenti e gli apparati dei seguenti autori: Virgilio, Orazio, Ovidio e la poesia elegiaca (Tibullo e Properzio).

Franco Signoracci ha curato i quadri introduttivi di contesto storico culturale; la parte letteraria, i commenti, gli apparati dei seguenti autori: Livio e la prosa d’età augustea.

Chiara Fornaro ha collaborato alla revisione del testo con matura competenza disciplinare e didattica.

Lucia Franchi Vicerè ha curato la rubrica Le metafore – Arte, La morte di Laocoonte. La metafora del dolore nell’arte antica; La lupa, mater Roma-norum. La metafora di Roma; Roma e l’età dell’oro. Una metafora di giustizia; Paradisi in miniatura: i giardini dipinti. Maria Monteleone ha curato integralmente la rubrica Le parole e i contributi Le metafore - Letteratura, L’avvenire dietro le spalle. Metafore del tempo a Roma; Caput, la testa e

l’i-dentità; Dall’assaporare alla sapientia. Una metafora della comunicazione; La dextra: metafora della fides.

Pierangela Petruzzi ha curato la stesura del Glossario di retorica e stilistica, le Nozioni di prosodia e metrica e il Repertorio degli autori della letteratura greca.

© 2016 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino www.seieditrice.com

Prima edizione: 2016

Ristampa

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Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsia-si mezzo, compresa stampa, copia fotostatica, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata per iscritto.

Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla siae del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633.

Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o co-munque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da clearedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Edi-toriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi.org e sito web www.clearedi.org

L’Editore dichiara la propria disponibilità a regolarizzare errori di attribuzione o eventuali omis-sioni sui detentori di diritto di copyright non potuti reperire.

Stampa: Sograte s.r.l. - Città di Castello (PG)

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(6)

IV

2

L’ETÀ DI AUGUSTO

40 a.C.-14 d.C.

4

IL CONTESTO

4

Il quadro storico

4 Dalla repubblica al principato: un problema istituzionale

5 La riorganizzazione dello Stato e la politica estera

8

Il quadro sociale e culturale

8 Le linee guida della politica culturale augustea

10 CULTURA L’Ara Pacis Augustae: la nascita del mito di Stato

12 Consenso e dissenso

13 I generi letterari

18

La lingua

19 PROVA DI VERIFICA STRUTTURATA L’età di Augusto

20

GLI AUTORI

20

PUBLIO VIRGILIO MARONE

20 L’autore

20 Le vicende biografiche

23 L’opera

29 Le Bucoliche

30 I CONTENUTI DEI BUCOLICA CARMINA

23 Le Georgiche

23 I CONTENUTI DEI GHEOˉRGHIKÁ CARMINA

31 LE PAROLE PARSIMONIA

34 Consigli di lettura Maria Grazia Ciani-Andrea Rodighiero, Orfeo. Variazioni sul mito

36 Consigli di lettura Eva Cantarella, La dolcezza delle lacrime. Il mito di Orfeo

37 L’Eneide

38 CULTURA L’immagine di Enea e la propaganda augustea

40 I CONTENUTI DELL’ AENEIS

43 Consigli di lettura Sebastiano Vassalli, Un infinito numero. Virgilio e Mecenate nel paese

dei Rasna

45 LE PAROLE FATUM

47 LE PAROLE PIETAS

48 Consigli di lettura Maurizio Bettini-Mario Lentano, Il mito di Enea

51 Opere minori e spurie

53 Bibliografia e sitografia

54 Virgilio nel tempo

56

PERCORSI ANTOLOGICI

57

1 Un’Arcadia letteraria: il paesaggio delle Bucoliche

58 T1 All’ombra di un faggio Bucolica I (LAT)

65 CULTURA Quincunx

66 T2 L’attesa di un ritorno Bucolica IX (LAT/ITA)

74 CULTURA L’Arcadia delle Bucoliche: una terra di bellezza sfumata

L’ETÀ DI AUGUSTO

40 a.C.-14 d.C.

Link al documentario divulgativo sul principato di Augusto curato da A. Angela

Prova interattiva di verifica

Link alla lezione breve di Mario Lentano sul mito di Enea Link alla lezione breve

di Maurizio Bettini sui miti delle origini in Roma Video. Due intellettuali alla

scuola di Epicuro. Publio Virgilio Marone sul rapporto tra Virgilio e l’epicureismo Incipit scaricabile dai saggi

di M. G. Ciani, Orfeo, variazioni

sul mito, Marsilio, Venezia 2004

E. Cantarella, La dolcezza delle

lacrime, Mimesis, Milano, 2016

M. Bettini – M. Lentano, Il mito

di Enea, Einaudi, Torino 2013 Incipit scaricabile del romanzo

di S. Vassalli, Un infinito

numero, Einaudi, Torino 1999 6 testi antologici aggiuntivi Prova interattiva di verifica

Indice

MATERIALI DIGITALI INTEGRATIVI

(7)

V

74 T3 Il canto di Sileno Bucolica VI (ITA) testo digitale 75 T4 Il puer che cambierà il mondo Bucolica IV (LAT)

82 T5 L’amore è il signore di tutto Bucolica X (ITA) testo digitale 82 RIEPILOGARE

83

2 L’ordine etico del labor, distrutto dal furor

83 T6 La nascita del lavoro Georghikà I, 118-146 (ITA)

84 T7 L’Italia terra ideale per il lavoro agricolo Georghikà II, 136-176 (LAT/ITA)

89 T8 Gli agricoltori, uomini fortunati Gheorghikà II, 458-502 (ITA)

91 CULTURA Rerum cognoscere causas

92 T9 Il vecchio di Corico Gheorghikà IV, 116-138 (LAT)

95 STORIA Il locus amoenus romano

96 CULTURA Il paesaggio sonoro nel mondo antico

96 T10 L’elogio della primavera Gheorghikà II, 315-345 (LAT/ITA) testo digitale 97 T11 La società delle api Gheorghikà IV, 149-227 (ITA)

99 CULTURA Perché le api rinascono?

100 T12 Il mito di Orfeo ed Euridice Gheorghikà IV, 450-527 (LAT)

106 PERMANENZE «Si volse a guardare»: il mito di Orfeo nel tempo 109 RIEPILOGARE

110

3 La missione di Enea

110 T13 Enea, l’eroe “pio” Aeneis I, 1-11 (LAT/ITA)

112 T14 Il sacrificio di Laocoonte Aeneis II, 199-227 (LAT)

115 T15 L’apparizione di Venere Aeneis II, 589-633 (ITA) testo digitale 115 T16 Un prodigio dà avvio al viaggio di Enea Aeneis II, 679-720 (ITA)

117 T17 I Penati di Troia parlano a Enea Aeneis III, 147-191 passim (ITA)

118 CULTURA Il mito di Enea

120 T18 Cercate l’antica madre Aeneis III, 73-98; 163-168 (ITA)

121 CULTURA Italia, antica madre

122 T19 La missione di Roma Aeneis VI, 847-853 (LAT)

122 T20 L’Arcadia storica di Evandro Aeneis VIII, 306-369 (LAT)

127 LETTERATURA L’Arcadia “storica” dell’Eneide 128 RIEPILOGARE

129

4 La storia d’amore di Enea e Didone

129 T21 Didone affronta Enea Aeneis IV, 296-330 (LAT)

133 LETTERATURA Il furor contrapposto al labor 134 PERMANENZE Il mito di Didone

136 T22 La morte di Didone Aeneis IV, 584-665 (LAT)

143 T23 L’incontro tra Enea e Didone nell’Ade Aeneis VI, 440-476 (LAT/ITA)

147 RIEPILOGARE

148

5 Il doloroso mistero della morte

148 T24 Eurialo e Niso: l’inizio dell’avventura Aeneis IX, 176-198 (LAT)

150 T25 Eurialo e Niso: la morte Aeneis IX, 404-445 (LAT)

153 T26 Pallante Aeneis X, 431-508 (ITA)

155 T27 Lauso Aeneis X, 762-832 (ITA) testo digitale 156 T28 Camilla Aeneis XI, 768-831 (ITA)

158 CULTURA Le Amazzoni e le donne romane 159 RIEPILOGARE

(8)

VI

160

6 L’impius Aeneas

Il rovescio della medaglia 161 T29 Enea mescolato ai principi achei Aeneis I, 441-493 (ITA)

162 T30 Turno apostrofa Enea Aeneis XII, 11-17 (ITA)

163 T31 Enea non si accorge subito dell’attacco acheo Aeneis II, 298-317 (ITA)

164 CULTURA La controstoria di Enea

165 RIEPILOGARE

166 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE 166 Mappa concettuale

167 Prova di verifica strutturata

168 Saper analizzare un testo (Aeneis xii, 945-952)

169 Saper analizzare un testo critico (A. La Penna)

170 Saper analizzare un’opera (Eneide)

172 LE METAFORE ARTE La morte di Laocoonte

174 LE METAFORE LETTERATURA L’avvenire dietro le spalle

176

GLI AUTORI

176

QUINTO ORAZIO FLACCO

176 L’autore

178 L’opera

179 Gli Epòdi

180 Consigli di lettura Federica Guidi, Vacanze romane

181 Le Satire (o Sermones)

181 I CONTENUTI DEL I LIBRO DEI SERMONES

183 I CONTENUTI DEL II LIBRO DEI SERMONES

184 LE PAROLE OTIUM/NEGOTIUM

186 Le Odi

189 LE PAROLE FELIX/INFELIX

190 Consigli di lettura Salvatore Settis, Le pareti ingannevoli

193 Le Epistole

195 Bibliografia e sitografia

196 Orazio nel tempo

198

PERCORSI ANTOLOGICI

199

1 Tra invettiva e pacata saggezza: Epodi e Satire

199 T1 Contro l’aglio Epodon liber 3 (ITA)

200 T2 Contro la guerra Epodon liber 7 (ITA)

201 T3 Auguri per un… pessimo viaggio Epodon liber 10 (LAT/ITA) 204 LETTERATURA Il genere del propemptikòn

205 T4 Gli insegnamenti del padre Sermones I, 4, 103-143 (ITA)

206 T5 La favola del topo di campagna e del topo di città Sermones II, 6, 79-117 (ITA) 207 T6 Un seccatore arrivista Sermones I, 9 (LAT)

215 LETTERATURA La dimensione universale della poesia oraziana

215 RIEPILOGARE

216

2 La forza della poesia

216 T7 Alla ricerca della sapienza Carmina I, 1 (LAT)

220 T8 La poesia rende immortali Carmina IV, 8 (ITA) testo digitale

LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE

Mappa concettuale Prova di verifica strutturata

Saper analizzare un testo (Aeneis xii, 945-952)

Saper analizzare un testo critico (A. La Penna)

Saper analizzare un’opera (Eneide)

Video. La filosofia arriva a Roma. L’epicureismo sui temi generali della filosofia epicurea

Video. Due intellettuali alla scuola di Epicuro. Quinto Orazio Flacco sul rapporto tra Orazio e l’epicureismo Incipit scaricabile dei saggi

di F. Guidi, Vacanze romane, Mondadori, Milano 2015 S. Settis, Le pareti ingannevoli, Electa, Torino 2014

3 testi antologici aggiuntivi Prova interattiva di verifica

(9)

VII

221 T9 Exegi monumentum aere perennius Carmina III, 30 (LAT) 222 CULTURA Una piramide a Roma

224 T10 L’Ars poetica Epistulae II, 3 passim (ITA) 225 RIEPILOGARE

226

3 La sapientia epicurea

226 T11 L’animo resti sereno nel dolore Carmina II, 3 (LAT/ITA)

228 T12 È inutile preoccuparsi del domani Carmina I, 9 (LAT) 232 LETTERATURA La perfetta struttura del carme 9

232 T13 Carpe diem Carmina I, 11 (LAT)

234 LETTERATURA Carpe diem, traduzioni a confronto

236 PERMANENZE L’attimo fuggente

238 T14 L’aurea mediocritas Carmina II, 10 (LAT/ITA)

240 CULTURA Sapore e saggezza

240 RIEPILOGARE

241

4 Il vino, il simposio, gli amici

241 T15 Invito a Mecenate Carmina I, 20 (ITA) testo digitale

242 T16 Elogio del vino Carmina I, 18 (ITA)

243 T17 Non c’è bisogno di sfarzo persiano Carmina I, 38 (LAT) 244 T18 Inno ironico a un’anfora Carmina III, 21 (ITA) testo digitale

245 T19 Solvitur acris hiems Carmina I, 4 (LAT) 247 T20 Nunc est bibendum Carmina I, 37 (LAT) 251 T21 Gli auguri a Virgilio che parte Carmina I, 3 (ITA) 252 CULTURA Viaggiare con fatica

254 T22 Felicità per il ritorno di un amico Carmina II, 7 (ITA) 255 RIEPILOGARE

256

5 Un’inquieta malinconia

Il rovescio della medaglia 256 T23 L’angulus Carmina II, 6 (LAT)

259 T24 La fugacità del tempo Carmina II, 14 (ITA)

260 T25 Viaggiare non vince la strenua inertia Epistulae I, 11 (ITA)

261 LETTERATURA Che uomo era in definitiva Orazio?

262 T26 Un funesto torpore Epistulae I, 8 (ITA) 263 T27 Pulvis et umbra Carmina IV, 7 (LAT)

266 RIEPILOGARE

267 PERMANENZE La primavera e la condizione esistenziale dell’uomo: un’antitesi letteraria

268 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE 268 Mappa concettuale

269 Prova di verifica strutturata

270 Saper analizzare un testo (Carmina iii, 13)

272 Saper analizzare un testo critico (A. La Penna; L. Azzoni, B. Nanni, E. Seghetti)

275 Saper analizzare un’opera (Odi)

276 LE METAFORE ARTE Paradisi in miniatura: i giardini dipinti

278 LE METAFORE LETTERATURA Dall’assaporare alla sapientia

LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE

Mappa concettuale Prova di verifica strutturata

Saper analizzare un testo (Carmina iii, 13)

Saper analizzare un testo critico (A. La Penna; L. Azzoni, B. Nanni, E. Seghetti)

(10)

VIII

280

GLI AUTORI

280

L’elegia a Roma: Tibullo e Properzio

280 L’elegia romana

280 I tòpoi

283 Cornelio Gallo

284 Albio Tibullo

285 I CONTENUTI DEL CORPUS TIBULLIANUM

288 LETTERATURA La poetessa Sulpicia

289 Sesto Properzio

290 LETTERATURA L’elegia civile

292 CULTURA Nelle dimore dei ricchi

295 Bibliografia e sitografia

296

PERCORSI ANTOLOGICI

297

1 Tibullo: amore e vita agreste

297 T1 Amore, poesia e vita agreste Corpus Tibullianum I, 1 (LAT)

302 T2 L’età dell’oro Corpus Tibullianum I, 3, 35-50 (LAT) 304 PERMANENZE Il mito letterario dell’età dell’oro

306 T3 Discidium, pentimento e sogno Corpus Tibullianum I, 5, 1-36 (ITA) 308 T4 La festa agreste degli Ambarvalia Corpus Tibullianum II, 1, 1-30 (LAT/ITA) 310 T5 Un nuovo amore Corpus Tibullianum II, 3 (ITA) testo digitale

311 LETTERATURA La poetica di Tibullo sullo sfondo dell’età augustea

312 RIEPILOGARE

313

2 Properzio: una vita dedita all’amore

313 T6 L’avvio di un amore infelice Elegiae I, 1 (LAT) 316 T7 Cinzia, primo e ultimo amore Elegiae I, 12 (LAT/ITA)

318 CULTURA Amore e morale tradizionale in Properzio

320 T8 Il servitium amoris Elegiae I, 6, vv. 1-36 (ITA)

321 T9 La perfidia di Cinzia Elegiae I, 15 (ITA)

323 T10 Una fides che va oltre la morte Elegiae I, 19 (ITA) 324 T11 Un litigio tra innamorati Elegiae II, 11 (LAT) 324 T12 L’elegia del discidium Elegiae III, 25 (LAT) 327 RIEPILOGARE

328 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE 328 Mappa concettuale

329 Prova di verifica strutturata

330 Saper analizzare un testo (Properzio, Elegiae ii, 26, 1-8)

331 Saper analizzare un testo critico (M. Labate)

332

GLI AUTORI

332

PUBLIO OVIDIO NASONE

332 L’autore

332 La vicenda biografica

334 L’opera

334 La prima fase produttiva

337 I CONTENUTI DELL’ ARS AMATORIA

338 LE PAROLE PUDOR, PUDICITIA

341 CULTURA Luxus

1 testo antologico aggiuntivo Prova interattiva di verifica

LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE

Mappa concettuale Prova di verifica strutturata

Saper analizzare un testo (Properzio, Elegiae ii, 26, 1-8)

Saper analizzare un testo critico (M. Labate)

Link al documentario divulgativo sulla relazioni d’amore a Roma curato da A. Angela

Incipit scaricabile del saggio di M. Bettini – E. Pellizer, Il mito

di Narciso, Einaudi, Torino 2003 2 testi antologici aggiuntivi Prova interattiva di verifica

(11)

IX

342 La seconda fase produttiva

343 I CONTENUTI DEL METAMORPHOSEON LIBRI

344 Consigli di lettura Maurizio Bettini-Ezio Pellizer, Il mito di Narciso

348 La terza fase produttiva

349 LE PAROLE INTERPRES

350 Lo stile

351 Bibliografia e sitografia

352 Ovidio nel tempo

354

PERCORSI ANTOLOGICI

355

1 Maestro e medico d’amore

355 T1 Poeta d’amore Amores I, 3 (ITA)

356 T2 Soldato d’amore Amores II, 12, 1-16 (ITA) 357 T3 Il congedo degli Amores Amores III, 15 (LAT/ITA) 360 CULTURA Matrimonio e adulterio nell’età di Augusto

362 T4 Maestro d’amore Ars amatoria I, 1-34 (ITA)

363 T5 Consigli per il banchetto Ars amatoria I, 563-582 (ITA)

364 T6 Il fascino dei capelli femminili Ars amatoria III, 135-154 (LAT)

366 RIEPILOGARE

367

2 Un universo in trasformazione

367 T7 Un carmen perpetuum: il proemio delle Metamorfosi Metamorphoseon liber I, 1-4 (LAT) 369 LETTERATURA Le riscritture del mito

370 T8 Apollo e Dafne Metamorphoseon liber I, 525-566 (LAT)

373 T9 Piramo e Tisbe Metamorphoseon liber IV, 55-166 (ITA)

376 PERMANENZE La fortuna di un racconto

378 T10 Eco e Narciso Metamorphoseon liber III, 344-510 (ITA) 382 PERMANENZE La fortuna di un’immagine

384 T11 Orfeo ed Euridice Metamorphoseon liber X, 1-77 (LAT/ITA) 391 T12 Il fascino dell’arte: il mito di Pigmalione Metamorphoseon

liber X, 247-297 (ITA) testo digitale

392 CULTURA Orfeo dal nome famoso

393 RIEPILOGARE

394

3 La voce dell’esule

Il rovescio della medaglia 394 T13 La partenza per Tomi Tristia I, 3, 1-20 (LAT)

396 T14 Alla moglie Epistulae ex Ponto I, 4 (ITA) 398 T15 All’amico Attico Epistulae ex Ponto II, 4 (LAT)

400 T16 L’inaridirsi della poesia Epistulae ex Ponto IV, 2 (ITA) testo digitale

400 T17 Lettera autobiografica ai posteri Tristia IV, 10 (ITA)

403 RIEPILOGARE

404 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE 404 Mappa concettuale

405 Prova di verifica strutturata

406 Saper analizzare un testo (Metamorphoseon liber viii, 227-235)

407 Saper analizzare un testo critico (G. Rosati)

408 Saper analizzare un testo critico (M. Labate)

409 Saper analizzare un’opera (Metamorfosi)

410 LE METAFORE ARTE Roma e l’età dell’oro

412 LE METAFORE LETTERATURA La dextra: metafora della fides

LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE

Mappa concettuale Prova di verifica strutturata

Saper analizzare un testo (Metamorphoseon liber viii, 227-235)

Saper analizzare un testo critico (G. Rosati)

Saper analizzare un testo critico (M. Labate)

(12)

X

414

GLI AUTORI

414

TITO LIVIO

414 L’autore

414 La vicenda biografica

415 La storiografia di età augustea

417 L’opera

417 Ab Urbe condita libri

418 I CONTENUTI DEGLI AB URBE CONDITA LIBRI

420 La visione della storia

423 LE PAROLE AUCTOR, AUCTORITAS

424 Consigli di lettura Licia Ferro-Maria Monteleone, Miti romani. Il racconto

426 Consigli di lettura Giovanni Brizzi, Annibale

427 Lo stile della narrazione

429 Bibliografia e sitografia

430 Livio nel tempo

432

PERCORSI ANTOLOGICI

433

1 I miti delle origini

433 T1 Enea in Italia Ab Urbe condita liber I, 1 (LAT) 436 T2 Le guerre di Enea Ab Urbe condita liber I, 2 (LAT) 437 CULTURA La rielaborazione del mito di Enea fondatore

438 T3 Il meraviglioso in Livio: Romolo e Remo Ab Urbe condita liber I, 4, 1-7 (LAT/ITA) 439 T4 Il meraviglioso in Livio: la morte di Romolo Ab Urbe condita liber I, 16 (ITA) 441 T5 Numa re di pace Ab Urbe condita liber I, 19-21 passim (ITA)

443 RIEPILOGARE

444

2 La funzione degli exempla

444 T6 Lucrezia e le virtù femminili Ab Urbe condita liber I, 57, 4-11 (LAT/ITA) 445 T7 La tragedia di Lucrezia Ab Urbe condita liber I, 58-60 (ITA) testo digitale

446 cultura Lucrezia e la pudicitia

448 T8 Il sacrificio di Virginia Ab Urbe condita liber III, 47-49 (ITA)

450 T9 La virtus: Camillo e i Galli Ab Urbe condita liber V, 49, 1-7 (LAT/ITA)

452 T10 La fides: Camillo e il maestro di Faleri Ab Urbe condita liber V, 27 (ITA) 454 CULTURA Una fides variabile

455 RIEPILOGARE

456

3 La storia epica: Annibale sulle Alpi

456 T11 La prefazione e il giuramento di Annibale Ab Urbe condita liber XXI, 1 (ITA) 458 LETTERATURA L’epopea di Annibale tra storia, poema e tragedia

460 T12 Ritratto del nemico da giovane Ab Urbe condita liber XXI, 4 (LAT)

462 T13 Il sogno di Annibale Ab Urbe condita liber XXI, 22, 5-9; 23, 1 (ITA) testo digitale

463 T14 Alle pendici delle Alpi Ab Urbe condita liber XXI, 32, 6-13 (LAT) 464 T15 Il valico Ab Urbe condita liber XXI, 35, 4-12 (LAT)

467 T16 La lotta contro la montagna Ab Urbe condita liber XXI, 36 (LAT)

468 PERMANENZE Gli elefanti di Annibale, eroi della storia

470 T17 Le rocce spezzate Ab Urbe condita liber XXI, 37 (LAT)

471 T18 Le forze di Annibale in Italia Ab Urbe condita liber XXI, 38, 1-5 (ITA) testo digitale

472 STORIA Annibale attraversa le Alpi nel racconto di Polibio

472 RIEPILOGARE

Link al documentario divulgativo sulla figura di Annibale curato da National Geographic

Incipit scaricabile dei saggi di L. Ferro – M. Monteleone,

Miti romani, Einaudi, Torino

2012

G. Brizzi, Annibale, il Mulino, Bologna 2014

3 testi antologici aggiuntivi Prova interattiva di verifica

(13)

1

473

4 La storia come romanzo: Sofonisba

473 T19 Massinissa incontra Sofonisba Ab Urbe condita liber XXX, 12, 10-20 (LAT/ITA) 476 PERMANENZE Sofonisba, quando la storia diventa poesia

477 T20 La vendetta di Siface Ab Urbe condita liber XXX, 13, 8 - 14, 4 (ITA) 478 T21 La morte di Sofonisba Ab Urbe condita liber XXX, 15, 1-8 (LAT) 479 T22 Scipione e la bella prigioniera Ab Urbe condita liber XXVI, 50 (ITA) 481 RIEPILOGARE

482

5 Livio: la miopia di uno storico

Il rovescio della medaglia 483 T23 La secessione della plebe Ab Urbe condita liber II, 32; 33, 1-2 (LAT/ITA)

486 T24 Una vile sconfitta Ab Urbe condita liber II, 58-59 passim (ITA)

489 T25 Il conservatorismo religioso: la repressione dei baccanali Ab Urbe condita liber XXXIX, 8-18 passim (ITA)

491 RIEPILOGARE

492 STORIA Un processo politico

494 LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE 494 Mappa concettuale

495 Prova di verifica strutturata

496 Saper analizzare un testo (Ab Urbe condita liber i, 13)

497 Saper analizzare un testo critico (N. Flocchini)

498 Saper analizzare un’opera (Storia di Roma, I)

500 LE METAFORE ARTE La Lupa, mater Romanorum

502 LE METAFORE LETTERATURA Caput

504

GLI AUTORI

504

Oratoria, retorica e prosa tecnica

504 L’oratoria e l’erudizione

504 Gli studi giuridici

506 Vitruvio Pollione e l’architettura

510 CULTURA Filosofi e architetti

511 Bibliografia e sitografia

512

Appendice

514 I GENERI LETTERARI

514

L’elegia

514 Definizione e caratteri del genere

514 L’elegia greca arcaica

515 L’elegia nell’età alessandrina

516 L’elegia latina

516 L’elegia oltre Roma

517

La poesia bucolica

520 Nozioni di prosodia e metrica

523 Glossario di retorica e stilistica

525 Repertorio di autori della letteratura greca

531 Indice degli autori e dei generi letterari

LABORATORIO DELLE CONOSCENZE E COMPETENZE LETTERARIE

Mappa concettuale Prova di verifica strutturata

Saper analizzare un testo (Ab Urbe condita liber i, 13)

Saper analizzare un testo critico (N. Flocchini)

(14)

L’ETÀ DI AUGUSTO

40 a.C.-14 d.C.

Nella Roma pacificata, che usciva dalle guerre civili, Ottaviano Augusto, consapevole del ruolo che potevano avere gli intellettuali nel sostenere il nuovo regime, promuove per la prima volta nella storia romana una politica culturale. I “circoli” di Mecenate, Asinio Pollione e Messalla Corvino costituiscono un punto nodale per l’elaborazione e la diffusione degli ideali che sostengono la politica augustea, ribadendo gli antichi principi del mos maiorum, la moralizzazione della vita familiare e pubblica, la valorizzazione della proprietà terriera, cui si aggiunge la consapevolezza della forza civilizzatrice di Roma. L’appartenenza ai “circoli”, tuttavia, se assicura la committenza delle opere e la stessa sussistenza economica degli autori, esercita però anche un ruolo di censura, ostacolando o allontanando chi non era allineato con il programma di restaurazione augustea.

Il quadro generale della produzione di questi decenni raccoglie gli autori e le opere che, insieme a quelli dell’età di Cesare, costituiscono il cosiddetto canone della classicità. Gli intellettuali romani avevano ormai accolto i modelli della letteratura greca ed erano in grado di elaborarli in modo complesso sul piano stilistico e strutturale. Nascono perciò le opere più alte della poesia latina, il poema epico di Virgilio, l’Eneide, la poesia lirica delle Odi di Orazio e il poema epico mitologico di Ovidio, le Metamorfosi, che manifestano la padronanza completa dei modelli stilistici, divenuti mezzo espressivo per comunicare sensibilità e contenuti del tutto propri della cultura latina. Allo stesso modo vanno considerate le Elegie di Properzio e Tibullo e le altre opere poetiche degli autori maggiori, che sperimentano con raffinatezza generi diversi.

I generi della prosa, staccandosi dalla battaglia politica, non rivestono più lo stesso ruolo attivo che avevano avuto fino alla fine delle guerre civili. L’oratoria diventa più declamatoria che politica e la storiografia si trasforma ormai in scrittura letteraria, dando origine alla monumentale Ab Urbe condita di Livio. L’intera storia di Roma viene ripercorsa dalle origini: una grande sinfonia sulla grandezza romana, con note d’amaro pessimismo sul suo futuro.

VIII sec. a.C.

L’alfabeto greco si diffonde a Roma

VI sec. a.C.

La fibula praenestina, il più antico documento epigrafico giunto fino a noi 166-160 a.C. Terenzio 6 commedie dal VI sec.a.C. I magistrati si servono di Commentarii, Fasti e

Annales per registrare eventi significativi (prime forme di storiografia) L’oratoria politica e giudiziaria accompagna la vita dei cives romani

VI-IV sec. a.C.

Il verso poetico viene utilizzato per composizioni di ambito religioso o legate alla celebrazione di eventi privati (neniae e carmina convivalia) e pubblici (carmina triumphalia) o della vita quotidiana (carmina popularia)

dal VI sec. a.C.

I fescennini scandiscono con versi ritmati e volgari la vita dei campi e delle gentes romane

365 a.C.

Secondo Livio giungono dall’Etruria dei ballerini che scongiurano il diffondersi di una pestilenza con una danza di purificazione, a imitazione della quale i Romani daranno vita al genere della satura

700 a.C. 200 a.C. 100 a.C.

250 a.C. Livio Andronico 60 a.C. ca Lucrezio De rerum natura 240-100 a.C.

Tragediecothurnatae e praetextae

diLivio Andronico,Gneo Nevio,

Quinto Ennio,Pacuvio,Accio

200–149 a.C.

Catone

De agri coltura Origines

Libri ad Marcum filium

202 a.C. Nevio Bellum poenicum 202 a.C. Nevio Bellum poenicum dal 215 a.C. Plauto almeno 21 commedie Cicerone 73-43 a.C. quasi 100 orazioni 56-46 a.C. opere retoriche 45-44 a.C. opere filodsofiche 68-43 a.C. epistolario Cesare 50 a.C. De bello Gallico 47 a.C. De bello civili Sallustio 43 a.C. De Catilinae coniuratione 40 a.C. Bellum Iugurthinum 100-60 a.C. Preneoterici 60-40 a.C. Neoterici (Cinna, Varrone Atacino, Licinio Calvo) Catullo, Liber e

(15)

30-22 a.C.

Elegiaci

Tibullo e Properzio

398 d.C.

Claudiano

Epitalamio per le nozze di Onorio e Maria 370 d.C. Ausonio Mosella 363-400 d.C. ca Ammiano Marcellino,

Rerum gestarum libri

382 d.C. Girolamo Vulgata 450 d.C. ca Marziano Capella De nuptiis Mercurii et Philologiae 390 d.C. ca Ambrogio Inni 415 d.C. Rutilio Namaziano De reditu suo 430 d.C. ca. Macrobio Saturnalia Seneca 40-63 d.C. Dialoghi 62-65 d.C. Lettere a Lucilio 63 d.C. Naturales quaestiones Agostino 401 d.C. Confessioni 410 d.C. De civitate Dei Tacito 98 d.C. Agricola Germania 110 d.C. Historiae 110-120 d.C. Annales post 27 a.C. Livio Ab Urbe condita libri 66 d.C. Petronio Satyricon 50-70 d.C. Plinio il Vecchio Naturalis Historia 180-290 d.C.

Atti dei martiri

197-300 d.C. Apologetica cristiana 96 d.C. Quintiliano Institutio oratoria 92-96 d.C. Stazio Tebaide 80-100 d.C. Marziale Epigrammi 20 d.C. Fedro Favole 62 d.C. Persio Satire 65 d.C. Lucano Farsalia Orazio 41-30 a.C. Epodi e Saturae 23-17 a.C. Odi 20-13 a.C. Epistulae Seneca 42-49 d.C. Tragedie 54 d.C. Apokolokyntosis Virgilio 42-39 a.C. Bucoliche 37-30 a.C. Georgiche 28-19 a.C. Eneide Ovidio 2-5 d.C. L’arte amatoria 8 d.C. Metamorfosi 8-12 d.C. Tristia Fasti dopo 122 d.C. Svetonio

Vita dei Cesari

dopo 160 d.C. Apuleio Metamorfosi Apologia 100-113 d.C. Plinio il Giovane Lettere 100 d.C. Giovenale Satire

(16)

IL CONTESTO

Augusto in abito di pontifex maximus, I secolo a.C., Roma, Museo Nazionale Romano.

DALLA REPUBBLICA AL PRINCIPATO:

UN PROBLEMA ISTITUZIONALE

L’accentramento delle cariche

Dopo la bat-taglia di Azio (31 a.C.) Ottaviano si trovò, di fat-to, ad avere nelle mani il controllo di Roma e di tutti i suoi domini. La sua abilità nel gestire questa favorevole situazione – ricordiamo che Roma usciva da decenni di guerre civili e grande era il desiderio di pace – si manifestò anzitutto a livello istituzionale. Infatti egli procedette nel-la realizzazione di un governo sostanzialmente

monarchico, pur mantenendo un rispetto

for-male per le magistrature della repubblica, che

furono tenute in vita. In realtà Ottaviano realizzò gradualmente un processo di accentramento del potere, attraverso una serie di passaggi signifi-cativi: si mostrò rispettoso del senato e delle sue prerogative, ma fu riconosciuto come princeps, cioè il più autorevole membro dell’assemblea, con diritto di parlare per primo nelle riunioni. Nel 27 a.C. un senato oramai ridotto di numero (per abile mossa dello stesso Ottaviano) e a lui favorevole gli riconobbe il titolo di Augustus, cioè

«degno di venerazio-ne»: era un titolo di

norma attribuito a Giove, che

cir-condava perciò Ottaviano di un alone di sacra-lità e lo indica-va come uomo scelto dagli dèi per riportare la pace e rinsal-dare la gran-dezza di Roma. Nel contempo Augusto in

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titolo di Augustus «degno di vener

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4

Il quadro storico

egli mantenne a vita la suprema carica militare di imperator, ben consapevole che il controllo delle forze armate era oramai fondamentale per la gestione del potere. Inoltre, pur senza rivestir-ne la carica, si fece attribuire a vita la tribunicia

potestas (dal 23 a.C.), l’autorità dei tribuni della plebe, che prevedeva anche il diritto di veto sulle decisioni del senato e quindi si configurava come un ottimo strumento di controllo politico. Infine, quasi a coronamento “sacrale” della sua figura, fu eletto pontefice massimo alla morte di Le-pido, suo collega nel secondo triumvirato e nel 2 d.C. fu proclamato pater patriae.

Insomma, senza cambiare nome e funzione alle magistrature repubblicane, Ottaviano giunse ad assommare in sé un imperium maius et

infini-tum, superiore a quello di tutti gli altri magistrati

e soprattutto senza limiti temporali, instauran-do così di fatto un regime monarchico. Però ebbe l’accortezza di non proclamare mai la fine della

repubblica, rendendosi conto che

l’attaccamen-to agli ideali repubblicani e al mil’attaccamen-to della libertas era ancora fortemente radicato, soprattutto nella classe senatoria.

L’introduzione della successione dinastica

Nella prospettiva di un esplicito ribaltamento istituzionale sarà invece fondamentale l’ascesa al potere di Tiberio alla morte di Ottaviano Augusto (14 d.C.): «In Tiberio si innesta l’anello tra un re-gime d’emergenza e un sistema. Ai contempora-nei il principato di Augusto poté apparire il legit-timo retaggio di un padre adottivo, Giulio Cesare, o il risultato della sua vittoria nella guerra civile contro Antonio, o il riconoscimento di meriti ec-cezionali, specie quello d’aver ristabilito l’ordine dopo decenni di violenza; un potere esercitato in base a cariche conferite via via dal senato, giu-ridicamente ineccepibili, rinnovabili a scadenze regolari; accettate con signorile riluttanza, dopo

(17)

Le due immagini presenti in queste pagine sono rappresentative della volontà del principe di presentarsi come riferimento religioso, politico e militare dello Stato: a sinistra è velato, come pontifex maximus a destra è armato di corazza, come imperator.

nato dall’amministrazione centrale attraverso un erario militare, alimentato da apposite tasse, al fine di spezzare il legame troppo forte che si era creato fra le truppe e i loro comandanti. Le

pro-vince furono divise in senatorie e imperiali: le prime, pacificate e fedeli, erano amministrate da governatori di nomina senatoria; le seconde, più turbolente e con forte presenza militare, erano controllate da legati scelti dall’imperatore stesso. Una fra queste però, l’Egitto, fu considerata pro-prietà dell’imperatore (quasi la sua cassa priva-ta) e governata da un prefetto di sua fiducia.

Il governo dell’Urbe

Anche il governo

del-l’Urbe subì mutamenti: i magistrati della

repub-blica furono progressivamente esautorati da prefetti di nomina imperiale. Così il prefetto ur-bano sovrintendeva all’apparato amministrativo e giudiziario; accanto a lui il prefetto dell’anno-na controllava l’approvvigiodell’anno-namento alimentare di Roma, mentre il prefetto dei vigili sorvegliava l’ordine pubblico e gestiva gli interventi in caso di incendi e inondazioni. Altri prefetti impor-tanti erano quello della flotta (che

comandava le due flot te militari di stan-za a Ravenna e a Miseno, in Cam-pania) e quello del pre torio, che comandava il cor po dei pretoria-ni: una sorta di guardia del corpo dell’imperatore, formata da

sol-5

reiterati rifiuti, ma sempre soffuse da un

pre-stigio indefinibile, l’Auctoritas. In realtà, fu un compromesso tra componenti contraddittorie, fattori dottrinari e crudo realismo, abili reticenze e ossequio formale a pregiudizi àviti: un tentativo brillante di risolvere problemi nuovi con formule antiche. Se si esamina la terminologia, il risultato è composito: da comando militare, operativo in tempo di guerra e in zona di guerra, l’imperium diventa un titolo che comprende tutti i poteri. Ma che quel prodigio di ambiguità e di equilibrio fosse trasmesso a un successore stava a prova-re che non era soltanto un rimedio transitorio a mali transitori, ma una necessità storica» (L. Sto-roni Mazzolani, Tiberio o la spirale del potere, Mi-lano, Rizzoli, 1981, p. 12).

LA RIORGANIZZAZIONE DELLO STATO

E LA POLITICA ESTERA

La riforma di senato, esercito e province

Ottaviano Augusto, concentrando via via nelle sue mani un potere assoluto, intraprese una pro-fonda riforma dello Stato, che incontrò poche critiche e scarsa opposizione (peraltro repressa, come vedremo).

L’influenza effettiva del senato fu diminuita in-sieme allo stesso numero di senatori, che passò da 1000 a 800, poi a 600 (rimasero in carica quelli più fedeli al principe); l’esercito fu ridotto e

ri-organizzato, attraverso la formazione di sole 28

legioni, composte da professionisti in ferma prolungata, per un totale di circa 300 000 uo-mini: non molti, per un impero così vasto e per confini sterminati. Inoltre esso fu ben

sovvenzio-Augusto loricato, I secolo a.C., Città del Vaticano, Musei Vaticani.

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IL CONTESTO

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attirato in un’imboscata nella selva di Teutobur-go, dove le sue tre legioni furono massacrate. Con gli eterni nemici orientali, i Parti, Augusto riuscì a stringere una pace temporanea, soprattutto grazie all’azione diplomatica di Tiberio, sancita dalla restituzione delle insegne sottratte all’eser-cito di Crasso, sconfitto nel 53 a.C.

La pace facilita la ripresa economica

La sta-bilizzazione dell’impero, la riorganizzazione am-ministrativa, gli investimenti per le infrastrutture furono altrettanti fattori che favorirono una flori-da ripresa economica dopo decenni tormentati dalle guerre civili, che avevano messo in crisi i commerci e la stessa produzione agricola, a cau-sa dei massicci e lunghi arruolamenti per le cam-pagne militari. L’elemento determinante della

ripresa fu infatti la pace, che ne creò le

condi-zioni. Dopo la solenne chiusura, nel 29 a.C., del tempio di Giano (il mitico e divinizzato re del La-zio, che soccorreva i Romani in tempo di guerra), si inaugurò per l’impero un sostanziale periodo di pace entro i confini – denominato pax

Au-gusta – che permise di risanare i danni causati dalle guerre civili e di attuare una ripresa nella

produzione e nei commerci, anche su lunghi

dati scelti, che era di stanza nella città. Quest’ul-tima carica, per la sua vicinanza al centro del po-tere, assumerà un ruolo sempre più importante nella successiva epoca imperiale.

In politica estera, una strategia di controllo

In politica estera Ottaviano Augusto adottò una linea di prudente rafforzamento dei confini e di consolidamento del controllo di ampie

re-gioni, sottomesse sulla carta, ma ancora ribelli

e scarsamente romanizzate. Fu così completata la sottomissione della penisola iberica; fu rin-saldato il controllo dei valichi alpini, con la de-finitiva sconfitta delle popolazioni che abitavano sulle Alpi nord-occidentali e con lo stanziamen-to di una forte guarnigione ad Augusta Prestanziamen-toria, oggi Aosta. Fidati collaboratori di Augusto, come Agrippa e i figliastri Tiberio e Druso, portarono a compimento le missioni più difficili, come la conquista di Norico e Rezia (Svizzera e Austria), nonché della Pannonia (Ungheria) fino al confine naturale del Danubio. Solo il progetto di spostare il confine dal Reno all’Elba, per ridurre le minac-ce di incursioni da parte dei temibili Germani, fu frustrato a causa di una pesantissima sconfitta subita nel 9 d.C. da Publio Quintilio Varo, che fu

M a r M e d i t e r r a n e o O C E A N O AT L A N T I C O Roma Cartagine GALLIA NARBONENSE 22 a.C. ILLIRICO MACEDONIA Bisanzio M a r N e r o ARMENIA 20 a.C. ASIA CAPPADOCIA 20 a.C. SIRIA EGITTO 30 a.C. Alessandria A CAIA NUMIDIA BITINIA E PONTO CIRENAICA BETICA LUSITANIA A QUIT ANIA LUGDUNENSE BELGICA REZIA 15 a.C . GERMANIA 12-9 a.C. NORICO 16 a.C. TA RRA CO N ENS E MAURITANIA 26 a.C. AFRICA PANNONIA 10 d.C. DALMAZIA 9 d .C. M ESIA 29 a.C. GIUDEA 6 d.C. REGNO DEL BOSFORO 14 d.C. IMPERO DEI PARTI GALAZIA 25 a.C. Cirene Atene 19 a .C. Sicilia C ipro 27 a.C. Emerita Augusta Teutoburgo 9 d.C. Sirmio P ergamo Antiochia Artaxata Gerusalemme il quadro storico Province senatorie

Province imperiali e acquisizioni di Augusto Stati vassalli

Campi trincerati delle legioni

Teu 9 Battaglie

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A

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OLE CHIAVE

IL QUADRO STORICO

accentramento del potere

Dopo la battaglia di Azio (31 a.C.), Ottaviano si trovò ad avere nelle mani il controllo di Roma. Pur mantenendo un rispetto formale per le magistrature della repubblica e non dichiarando mai la fine della repubblica, egli realizzò gradualmente un processo di accentramento del potere, assommando in sé un imperium maius et infinitum, superiore a quello di tutti gli altri magistrati e senza limiti temporali, instaurando di fatto un regime monarchico.

riorganizzazione interna dello Stato

Augusto intraprese una profonda riforma dello Stato. L’influenza del senato fu diminuita insieme al numero di senatori; l’esercito fu ridotto e riorganizzato, attraverso la formazione di sole 28 legioni, composte da professionisti in ferma prolungata, e fu sovvenzionato tramite apposite tasse. Le

provin-ce furono divise in senatorie e imperiali, le prime amministrate da governatori di nomina senatoria,

le seconde controllate da legati scelti dall’imperatore stesso. Una fra queste, l’Egitto, fu considerata proprietà dell’imperatore. Anche a Roma si verificarono importanti cambiamenti: i magistrati della re-pubblica furono progressivamente esautorati da prefetti di nomina imperiale.

amministrazione delle province e dell’esercito

In politica estera Augusto rafforzò i confini e consolidò il controllo delle province. Fu completata la sottomissione della penisola iberica e rinsaldato il controllo dei valichi alpini; furono stabilmente conquistati Norico, Rezia e Pannonia. Solo il progetto di spostare il confine dal Reno all’Elba non andò a buon fine, a causa dalla dura sconfitta subita nel 9 d.C.. da Publio Quintilio Varo a Teutoburgo. Con i Parti Augusto strinse una pace temporanea, soprattutto grazie all’azione diplomatica di Tiberio. La

stabilizzazione delle province e la pace politica e militare portò una crescente ripresa economica. tragitti. Il potenziamento dei porti e della rete

viaria – da tempo gioiello della colonizzazione romana – permise lo sviluppo del mercato cen-trale (a Roma confluiva un’enorme quantità di derrate e di prodotti vari), ma anche l’espansione economica delle stesse province, tanto che, se in

un primo tempo la penisola italica ebbe ancora un ruolo centrale nella produzione di manufatti, presto prevarrà in essa il ruolo passivo di “con-sumatrice” dei beni prodotti nelle altre province dell’impero, alcune delle quali in piena espan-sione. M a r M e d i t e r r a n e o O C E A N O AT L A N T I C O Roma Cartagine GALLIA NARBONENSE 22 a.C. ILLIRICO MACEDONIA Bisanzio M a r N e r o ARMENIA 20 a.C. ASIA CAPPADOCIA 20 a.C. SIRIA EGITTO 30 a.C. Alessandria A CAIA NUMIDIA BITINIA E PONTO CIRENAICA BETICA LUSITANIA A QUITANIA LUGDUNENSE BELGICA REZIA 15 a.C . GERMANIA 12-9 a.C. NORICO 16 a.C. TA RRA CO N ENS E MAURITANIA 26 a.C. AFRICA PANNONIA 10 d.C. DALMAZIA 9 d .C. M ESIA 29 a.C. GIUDEA 6 d.C. REGNO DEL BOSFORO 14 d.C. IMPERO DEI PARTI GALAZIA 25 a.C. Cirene Atene 19 a .C. Sicilia C ipro 27 a.C. Emerita Augusta Teutoburgo 9 d.C. Sirmio Pergamo Antiochia Artaxata Gerusalemme Padova Mantova Venosa Assisi Sulmona Gabici il quadro culturale LA PROVENIENZA PROVINCIALE

La provenienza degli autori è soprattut-to di ambisoprattut-to provinciale, ma è Roma a costituire il punto di riferimento più si-gnificativo dove convergere, per produr-re e partecipaprodur-re al confronto culturale.

M a r M e d i t e r r a n e o

EGI EGI EGI

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EGITTOTTOTTOTTOTTO 30 a 30 a 30 a 30 a 30 a...C.C.C.C.C. Alessandria CIRENAICA Cireneee M a r M e d i t e r r a n e o M a r M e d i t e r r a n e o LA PRODUZIONE CULTURALE

Augusto promuove la produzione artistica e cul-turale intendendola come parte integrante del suo progetto politico. Nascono molte occasioni di scrittura e diffusione delle opere: recitationes pubbliche, biblioteche, lavoro di “editori” privati.

I “CIRCOLI” LETTERARI

Si costituiscono a Roma tre circoli cul-turali guidati da personalità di rilievo, Mecenate, Messalla Corvino, Asinio Pollione, più o meno legati al potere politico, in grado di rappresentare una sicura committenza e un riferimento economico per gli autori.

(20)

IL CONTESTO

8

che egli volle porre a base e immagine del pro-prio impero, Augusto si propose essenzialmente di richiamare ed esaltare quei valori che aveva-no reso grande la Roma repubblicana: la virtus, lo spirito di sacrificio, la duritia, la parsimonia, il rispetto degli dèi e l’attaccamento alla fami-glia. In sintesi, si sforzò di restaurare i valori del

mos maiorum all’interno di un ritrovato clima di concordia e di pace, puntando sulla

moraliz-zazione della vita familiare e pubblica e sulla

valorizzazione della proprietà terriera (anche

piccola), per rinvigorire l’agricoltura. Una serie di provvedimenti fu presa contro l’ostentazione della ricchezza e contro il lusso eccessivo, rite-nuti fattori di indebolimento e corruzione della società: furono emanati decreti che limitavano le spese voluttuarie, cercavano di favorire il matri-monio e la procreazione e scoraggiavano il celi-bato; e soprattutto – sul piano religioso – si tentò di porre un freno alla diffusione di culti orientali, ritenuti alieni alla tradizione romana, e di privile-giare la religione tradizionale.

Bisogna subito notare, però, che i successi di

questa politica sociale e culturale, che si propo-neva di restaurare il tessuto della società romana secondo il modello della civitas di età repubbli-cana, furono limitati: anzitutto era anacronisti-co richiamare gli ideali di un’epoca che il princi-pato stesso sembrava contraddire nei fatti (non vi era più spazio per la libertas repubblicana); inol-tre, come hanno evidenziato molti storici, i cam-biamenti sociali e le nuove abitudini di vita erano frutto di una lunga e complessa trasformazione, si erano oramai radicati e non potevano certo es-sere cancellati per decreto del principe.

Il ruolo delle arti figurative: il “caso” dell’Ara

Pacis

Per creare il consenso attorno alla sua politica culturale, il princeps ebbe la felice in-tuizione di sfruttare le arti figurative, chiamate a rendere visibili a tutti la forza e gli ideali del-la Roma augustea, sui quali si poggiava del-la ritro-vata pace, nonché l’assoluta centralità del suo artefice. Così non solo l’edificazione del nuovo splendido Foro (cui si è fatto cenno sopra), ma anche la coniazione di monete effigiate con sim-boli e motti significativi, nonché l’impulso dato

LE LINEE GUIDA DELLA POLITICA

CULTURALE AUGUSTEA

Apparato burocratico e trasformazioni sociali

Nella sua vasta opera di riforma Ottaviano Au-gusto creò un apparato burocratico ampio ed

efficiente, che appariva uno strumento oramai

indispensabile per il governo dell’impero da par-te del princeps. In minima parpar-te vi entrarono i nobili (tra i prefetti, ad esempio, solo quello ur-bano era un senatore); la maggior parte delle

alte cariche burocratiche fu assegnata a

espo-nenti dell’ordine equestre, come tutte le altre

prefetture e il ruolo di curator viarum (cioè il so-vrintendente alla vastissima rete viaria): in que-sto modo l’ordine equestre, che fino ad Auguque-sto aveva raccolto soprattutto affaristi, mercanti e finanzieri, si avviò a diventare pure un ceto di funzionari statali. Salirono d’importanza sociale anche i liberti, che il principe impiegò

nell’ap-parato pubblico, mentre la plebe urbana venne

blandita e attratta nel consenso politico grazie ad abbondanti elargizioni mensili di grano. La vita della città migliorò anche grazie a una serie di interventi strutturali: nuovi acquedotti poten-ziarono la rete idrica per l’approvvigionamento di acqua potabile; lavori di rafforzamento furono effettuati sugli argini del Tevere; si intervenne nel tessuto urbanistico, in particolare con la realiz-zazione di un nuovo splendido Foro per la vita economica, giudiziaria e culturale. Non a caso Svetonio, biografo del i-ii secolo d.C., scrive:

Au-gustus urbem excoluit adeo, ut iure sit gloriatus marmoream se relinquere quam latericiam ac-cepisset, «Augusto abbellì Roma a tal punto che

a ragione si vantò di lasciarla di marmo, mentre l’aveva ricevuta di mattoni» (De vita Caesarum,

Divus Augustus xxviii, 3).

La politica culturale di Augusto

Il nuovo si-gnore di Roma non si curò solo di riformare lo Stato nelle sue strutture civili e militari, ma con una certa lungimiranza si rese conto che la sua opera doveva essere sostenuta da un forte mes-saggio ideale e accompagnata dal consenso più ampio possibile. Per quanto riguarda gli ideali

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sotto il principato di Augusto fu la grande

rap-presentazione cartografica dell’impero, rea-lizzata sotto la supervisione di Agrippa, fidato generale dell’imperatore, con l’intenzione di rendere evidente il rapporto tra l’Urbe e il mon-do. Per conto del principe, Vipsanio Agrippa re-alizzò così una carta geografica universale, che fu poi esposta sotto il portico di Vipsanio, nel Campo Marzio (ne parla Plinio il Vecchio nella

Naturalis historia ed è giunta a noi solo

attra-verso una copia danneggiata detta Tabula

Peu-tingeriana). Era la “sorella maggiore” di quelle

carte geografiche che accompagnavano i trionfi dei generali vincitori per illustrare al popolo le nuove terre conquistate e si estendeva dall’In-ghilterra alla Cina. In essa appariva Roma

po-sta all’esatto centro del mondo, contornata da terre sottomesse e da un mare che era oramai divenuto tutto romano, un mare nostrum.

L’Ur-bs si poneva al centro dell’orbis terrarum, in una

prospettiva ben chiara ai Romani, consapevoli – a differenza dei Greci “policentrici” – che una e una sola poteva essere la città regina, la città per eccellenza, tesa a esportare il suo modello nel mondo.

alla statuaria contribuirono a creare la nuova immagine dell’imperatore: innumerevoli furo-no i ritratti di Augusto, rappresentato ora come

pontifex maximus, ora come imperator

trionfan-te, ora come antico console, sempre come uomo scelto dagli dèi per governare nella pace e nella giustizia la città e l’impero. L’arte assunse così

caratteri prettamente celebrativi del nuovo po-tere imperiale.

Un caso eclatante è rappresentato dalla realizza-zione dell’Ara Pacis, un altare dedicato alla Pace, decretato dal senato nel 13 a.C. e solennemente inaugurato nel 9 a.C.: gli altorilievi che ornano il recinto di marmo, posto attorno all’altare, mo-strano in un continuum sia scene mitiche (Enea che compie sacrifici, la fondazione di Roma), sia eventi storici, per culminare in due solenni pro-cessioni guidate da Augusto (con i sacerdoti e con i rappresentanti della famiglia imperiale). Il messaggio sotteso è chiarissimo: nel nuovo

prin-ceps trova il suo compimento la storia di Roma e

la sua missione civilizzatrice.

La carta di Agrippa

Secondo esempio di

condizionamento dell’immaginario collettivo

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L’Ara Pacis Augustae: la nascita del mito di Stato

Lucia Franchi, storica dell’arte antica, descrive la costruzione del più celebre monumento dell’età augustea, rendendo evidente la connessione tra il lavoro letterario di Virgilio e la politica culturale di Augusto.

La dedica dell’Altare della Pace segna un momento importante della politica augustea ed è per gli studiosi un do-cumento prezioso per comprendere il modo in cui il principe, attraverso una straordinaria opera di propaganda, sia riuscito progressivamente a fissare le basi del nuovo impero, sviluppando un elaborato linguaggio politico e cul-turale che controllava le diverse manifestazioni della vita pubblica, dalle opere dei poeti alle creazioni degli artisti. Nell’insieme l’Ara Pacis si presenta come una struttura di modeste dimensioni, non un grande tempio o un impo-nente altare, ma un recinto marmoreo di forma quasi quadrata, elevato su un basso podio attorno a una piccola ara, a cui si accedeva da una breve rampa di scale. Tutta la forza del messaggio è dunque affidata non alla mo-numentalità dell’edificio, ma alle raffinate immagini, che scolpite a basso e alto rilievo decoravano, all’esterno e all’interno, ogni lato del monumento ed erano per l’osservatore antico un continuo richiamo alla tradizione e all’o-pera del principe. L’Ara Pacis venne infatti eretta nel Campo Marzio non lontano, quasi all’ombra, del grandioso mausoleo che Augusto aveva fatto costruire per sé e la sua famiglia (32-28 a.C.); questa volta però il committente è il senato che offre l’altare in onore del principe per festeggiare l’inizio di una nuova epoca di pace. Nel contrasto tra i due monumenti gli studiosi leggono la svolta politica di Augusto: sconfitto Antonio, Ottaviano è l’unico vincitore della guerra civile, tutto il potere è ormai nelle sue mani e sull’esempio dei sovrani ellenistici potrebbe trasformare la repubblica in una monarchia, ma con un’abilissima mossa negli anni che seguono Azio (31 a.C.) il giovane con-dottiero trasforma il suo ruolo da vendicatore della morte di Cesare in quello di salvatore dello Stato. La sua opera viene così posta a servizio del senato e del popolo con l’obiettivo di rifondare lo Stato romano. Finita la fase dell’au-tocelebrazione, tutti gli onori che Augusto riceverà da questo momento in poi saranno sempre decisi dal senato, non senza però ottenere prima l’approvazione dello stesso principe. Questo delicato gioco di equilibri comporta che nell’arte del periodo augusteo, in particolare nell’arte ufficiale, sotto un messaggio principale ogni immagine abbia spesso più chiavi di lettura, lasciando all’osservatore la possibilità di creare le diverse associazioni.

CULTURA

LETTERATURA STORIA

IL CONTESTO

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L’Ara Pacis è conservata in un museo dedicato, che illustra il monumento e lo contestualizza nel suo tempo. Il sito del Museo permette di visitare virtualmente tutte le parti dell’edificio e di leggere attraverso didascalie le opere messe a disposizione del pubblico.

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Nell’Ara Pacis, subito entrando, l’osservatore aveva un diretto richiamo alla storia mitica di Roma, e indirettamente alle antiche origini della gens Iulia, raffigurando il pannello a sinistra della porta d’ingresso i due piccoli Romolo e Remo allattati dalla Lupa, sotto lo sguardo del dio Marte e del pastore Faustolo, quello di destra il sacrificio offerto da Enea, raffigurato col capo velato, ai Penati di Lavinio rappresentati sullo sfondo dentro un tempietto. Sull’altro lato dell’Ara, i due pannelli si richiamavano invece alla storia presente. Il pannello di sinistra è il più complesso e racchiude in sé i temi chiave del monumento: rappresenta la Madre Terra, Tellus, ma la figura può essere anche interpretata come Pace o Venere Genitrice per l’ambiguità dei simboli, circondata da simboli della fertilità e dell’ab-bondanza: la dea è infatti affiancata da due Aurae (personificazioni dei venti di terra e di mare), portatrici della pioggia e del bel tempo, tiene in braccio due neonati e sul grembo dei frutti; i suoi capelli sono ornati da una corona di spighe e papaveri, mentre ai suoi piedi una pecora bruca tranquilla e un bue si riposa. Nell’insieme il paesaggio richiama la serenità della vita contadina ed è caratterizzato da una natura portatrice di doni come quella cantata nelle Georgiche di Virgilio e nel Carmen Saeculare di Orazio. A questo tema si richiamano anche le raffinate deco-razioni vegetali, che avvolgono con rami fioriti, popolati da piccoli animali, la base dell’Ara, e i festoni carichi di simboli della fecondità, che ornano le pareti interne del monumento. Il tema della pace si completava nel pannello di destra con la figura della dea Roma, seduta su una catasta di armi predate ai barbari, in ricordo della fine delle recenti guerre. E alla cerimonia religiosa in onore del ritorno della pace è dedicato il fregio che si snoda sui due lati lunghi del monumento. Partecipano alla processione, che vede sfilare i rappresentanti dei più importanti col-legi sacerdotali, a testimonianza del rinnovamento religioso voluto da Augusto, anche i membri della famiglia del principe. In apparenza le loro figure si fondono con il solenne corteo, ma un’osservazione più attenta mostra che diversamente dagli altri personaggi le loro immagini sono ben caratterizzate, rendendole facilmente riconoscibili, e disposte secondo una precisa gerarchia.

Il messaggio che ne risulta era chiaro all’osservatore antico: se la celebrazione della nuova età di pace è il messaggio principale, a questo si collega l’idea che la ritrovata prosperità ha nella potenza militare di Roma, nel suo impe-rium, il suo fondamento e nel principe e nella sua famiglia il suo garante, creando in questo modo le basi del nuovo potere dinastico. La Pax che qui si onora è la pace voluta da Augusto. L’intreccio tra mito e storia, la celebrazione della gens Iulia e degli antichi valori, del mos maiorum, della virtus e della pietas, che sono alla base dell’Eneide di Virgilio, hanno dunque un parallelo sulle pareti dell’Ara Pacis.

In occasione delle

celebrazioni per il Bimillenario della morte di Augusto (2014) è stato predisposto un apparato tecnico di luci che ha ricoperto le pareti dell’Ara Pacis con i colori originali dei rilievi. In questo modo è stato possibile vedere il monumento come lo vedevano i Romani al tempo di Augusto.

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IL CONTESTO

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sub divo Augusto nondum hominibus verba sua periculosa erant, sed iam molesta, «sotto il divo

Augusto per gli uomini le parole non erano an-cora pericolose, ma già erano causa di fastidi» (De beneficiis iii, 27). Gli oppositori erano osta-colati e spesso messi a tacere, come nel caso dell’uomo politico e oratore Tito Labieno, le cui opere furono mandate al rogo per decreto del se-nato nel 12 a.C. Non erano viste di buon occhio nemmeno le opere di storici non allineati come

Pompeo Trogo, che aveva una visione

univer-sale e “in divenire” della storia e non poneva al centro della sua opera Roma e la sua presunta missione universale. Forse la vittima più illustre (almeno in campo letterario) della sorveglianza augustea fu il poeta Ovidio, non a caso legato ad ambienti autonomi rispetto alla ristretta cer-chia imperiale, come il circolo di Messalla Cor-vino (vedi p. 14): Ovidio fu condannato all’esilio nell’8 d.C. probabilmente per il coinvolgimento in uno scandalo che aveva toccato la corte, ma anche per il contenuto delle sue opere poetiche, ritenuto licenzioso e lontano dal programma di restaurazione.

Diverso, ma non meno gravido di conseguenze, fu invece il caso di Cornelio Gallo, considerato il fondatore del genere elegiaco a Roma. Infatti Gallo, compagno di studi di Virgilio e poi amico di Ottaviano, accanto a costui condusse una bril-lante carriera politica e militare, fino a diventare

nel 30 a.C. prefetto dell’Egitto (segno della stima di cui lo onorava il futuro

Augu-sto). Qui però accadde qualcosa che lo fece cadere in disgrazia agli

oc-chi del principe (forse si macoc-chiò di superbia ed eccessiva

autono-mia): colpito da pesanti accuse, si suicidò nel 27 (o 26) a.C. La

ven-detta del principe non si fermò: la figura di Gallo fu sottoposta alla damnatio memoriae («can-cellazione del ricordo») e così naufragò quasi completamente anche la sua opera poetica (a tale proposito vedi p. 283).

CONSENSO E DISSENSO

Il rapporto con gli intellettuali e il ruolo di

Mecenate

Augusto fu consapevole soprat-tutto della funzione che potevano assumere intellettuali e scrittori nel sostenere il nuovo re-gime. In modo intelligente, non cercando una smaccata adulazione, egli chiamò i letterati a

collaborare a questo progetto ideale. Non gli

mancò il loro consenso, a volte blandito, a vol-te sollecitato: in realtà sembra proprio che molti scrittori, desiderosi più che mai di un periodo di pace, divenissero, per convinzione e spontanea adesione, sinceri collaboratori della sua politica riformatrice, grazie soprattutto all’accorta regia

diplomatica e culturale di Mecenate, amico e

stretto collaboratore di Augusto, il quale fu – an-che se non ufficialmente – una sorta di ministro della cultura imperiale, attraverso un “circolo” che egli seppe raccogliere intorno a sé e all’im-peratore.

La repressione del dissenso

La politica cul-turale augustea non ebbe solo un aspetto conci-liante e di promozione: se è vero che la censura imperiale e la repressione contro intellettuali d’opposizione si sarebbero scatenate con i suoi successori, bisogna pure ricordare che Augusto stesso non tollerò il dissenso. Il filosofo Sene-ca (che operò in epoSene-ca neroniana), così afferma:

Glorificazione di Augusto con Roma che lo incorona d’alloro; cammeo noto come “gemma augustea”,

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