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Narrating Fear. An Introduction

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Academic year: 2021

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Governare la paura – 2011, dicembre

RACCONTARE LA PAURA

Federica Zullo

Università di Bologna, Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne, federica.zullo@unibo.it

Abstract Narrating Fear. An Introduction

The Introduction presents the outcomes of a seminary held at the University of Bologna on 15th may 2008, “Narrating Fear. Stories and Visions between Literature and Cinema”, in which experts like Romolo Runcini, Silvia Albertazzi, Giorgio Cremonini, Cristina Demaria and Claudio Bisoni debated on the literary and cinematic strategies for representing and expressing fear, horror and terror in contemporary times.

Keywords: cinema, literature, fear, representation.

In questa sezione presentiamo alcuni contributi che sono il frutto del lavoro di confronto e discussione svolto durante la giornata di studio “Raccontare la paura. Storie e visioni fra letteratura e cinema”, tenutasi il 15 maggio 2008, presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne dell’Università di Bologna. Il seminario ha costituito un primo momento di dibattito e incontro sulle rappresentazioni letterarie e artistiche attorno al tema della paura, nell’ambito delle attività promosse dall’unità di ricerca da me coordinata all’interno del progetto “Governare la paura”. L’iniziativa è stata supportata dai Dipartimenti di Politica, Istituzioni e Storia e di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di

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Federica Zullo

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Bologna, in collaborazione con i dottorati di ricerca in Letterature e Culture dei paesi di Lingua Inglese, Comparatistica e Letterature di Lingua Francese.

La scelta di privilegiare l’incrocio fra letteratura e cinema deriva da un metodo di indagine che durante gli incontri del nostro gruppo di ricerca ha naturalmente coinvolto tali campi di studio, in una continua interrelazione fra storie e visioni volte a costruire e potenziare quell’immaginario psichico e sociale fatto di simboli, archetipi, figure del fantastico e del perturbante, che nel corso dei secoli ha condizionato e ancora nella nostra epoca condiziona le percezioni ed emozioni di ognuno di noi rispetto al tema del “pauroso”.

Il seminario si è aperto con l’intervento di Romolo Runcini, professore emerito di Sociologia della Letteratura e autore di capisaldi legati all’argomento in discussione, fra cui Illusione e paura nel mondo borghese da Dickens a Orwell (Bari, Laterza, 1968) e La paura e l'immaginario sociale nella letteratura. Il gothic romance (Napoli, Liguori, 1985). Quindi, Silvia Albertazzi, docente di Letteratura inglese all’Università di Bologna ed esperta di letteratura fantastica e postcoloniale, ha indagato il tema della paura in due grandi scrittori contemporanei, Salman Rushdie e Julian Barnes, con riferimenti a varie produzioni cinematografiche, da All That Jazz di Bob Fosse a Magnolia di Paul T. Anderson. Il legame con il visivo è stato ripreso da Giorgio Cremonini, autore di volumi sul cinema fantastico e horror, che ha presentato una riflessione incentrata sui diversi meccanismi di identificazione che operano fra lo spettatore e le immagini di paura, orrore e tensione emotiva generate sia dal cinema, sia, in maniera diversa, dall’informazione. Claudio Bisoni, docente di Storia

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Raccontare la paura

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del Cinema e di Metodologia della critica cinematografica all’Università di Bologna, ci ha invece condotto alla scoperta di luoghi di reciproca influenza tra cinema e immaginario fobico contemporaneo, attraverso due film che mettono in scena le paure relative allo scenario del post- 11 settembre 2001, Redacted di Brian De Palma e Cloverfield di Matt Reeves.

Infine, con Cristina Demaria, docente di Semiotica dell’Università di Bologna, si è esplorato un campo di indagine che unisce il cinema, e nello specifico il documentario, alla costruzione e rappresentazione del trauma; l’intervento di Demaria ci ha così portato a operare una distinzione fra paura, terrore e orrore.

Come primo esito di quella giornata pubblichiamo qui i contributi di Cremonini, Bisoni e Demaria. I testi che presentiamo non vogliono però essere la chiusura di un discorso, ma al contrario un’apertura, al fine di offrire un panorama critico e metodologico che continui ad incrociare ambiti di ricerca diversi su un territorio comune di riflessione e confronto, quale è quello della paura, una delle passioni originarie dell’animo umano, ma che sempre di più nella nostra epoca, tragicamente, rischia di essere la passione principale che governa le nostre società e le rappresentazioni di esse che le arti ci offrono.

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