1
INDICEINTRODUZIONE
CAPITOLO I.
Analisi del territorio e del settore turistico agrigentino
• La destinazione turistica Agrigento • Analisi del mercato turistico di Agrigento • Descrizione dell’area di riferimento
o Infrastrutture e segnaletica o Ruolo dei privati
• Tipologie di turismo diffuse
o Turismo di Massa e presenza media o Turismo Balneare e stagionalità
o Turismo Culturale e la non conoscenza dei luoghi o Turismo Enogastronomico
CAPITOLO II.
Studio del prodotto “territorio” e concretizzazione del Destination Management
• Ciclo di vita della destinazione Agrigento • Posizionamento strategico • Swot Analysis o Punti di forza o Punti di debolezza o Opportunità o Minacce
2
CAPITOLO III.
Prospettive di Sviluppo per la destinazione turistica Agrigento
• Obiettivi e Mission • Network Collaborativo
• L’importanza della competitività • L’importanza della qualità
• La cultura come fattore strategico per il turismo • Turismo sostenibile e innovazione sociale • Accesso ai finanziamenti UE
CAPITOLO IV.
Nuovo modello di governance
• I modelli di governance tradizionali
• Organizzazione e governance del turismo ad Agrigento • Case History: Favara col “Farm Cultural Park”
• Studio di un modello per la rinascita di Agrigento CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA GENERALE BIBLIOGRAFIA TEMATICA SITOGRAFIA
3
“Mai visto in tutta la mia vita uno splendore di primavera come stamattina
“Mai visto in tutta la mia vita uno splendore di primavera come stamattina
“Mai visto in tutta la mia vita uno splendore di primavera come stamattina
“Mai visto in tutta la mia vita uno splendore di primavera come stamattina
al levar del sole...Dalla finestra vediamo il vasto e dolce pendio dell'antica
al levar del sole...Dalla finestra vediamo il vasto e dolce pendio dell'antica
al levar del sole...Dalla finestra vediamo il vasto e dolce pendio dell'antica
al levar del sole...Dalla finestra vediamo il vasto e dolce pendio dell'antica
città tutto a giardini e vigneti, sotto il fo
città tutto a giardini e vigneti, sotto il fo
città tutto a giardini e vigneti, sotto il fo
città tutto a giardini e vigneti, sotto il folto verde s'indovina appena qualche
lto verde s'indovina appena qualche
lto verde s'indovina appena qualche
lto verde s'indovina appena qualche
traccia dei grandi e popolosi quartieri della città di un tempo. Soltanto
traccia dei grandi e popolosi quartieri della città di un tempo. Soltanto
traccia dei grandi e popolosi quartieri della città di un tempo. Soltanto
traccia dei grandi e popolosi quartieri della città di un tempo. Soltanto
all'estremità meridionale di questo pendio verdeggiante e fiorito s'alza il
all'estremità meridionale di questo pendio verdeggiante e fiorito s'alza il
all'estremità meridionale di questo pendio verdeggiante e fiorito s'alza il
all'estremità meridionale di questo pendio verdeggiante e fiorito s'alza il
tempio della Concordia, a oriente i pochi resti del Tempio di Giunone;
tempio della Concordia, a oriente i pochi resti del Tempio di Giunone;
tempio della Concordia, a oriente i pochi resti del Tempio di Giunone;
tempio della Concordia, a oriente i pochi resti del Tempio di Giunone; ma
ma
ma
ma
dall'alto l'occhio non scorge le rovine di altri templi ...
dall'alto l'occhio non scorge le rovine di altri templi ...
dall'alto l'occhio non scorge le rovine di altri templi ...
dall'alto l'occhio non scorge le rovine di altri templi ...
corre invece a sud verso il mare.”
corre invece a sud verso il mare.”
corre invece a sud verso il mare.”
corre invece a sud verso il mare.”
Goethe
Goethe
Goethe
Goethe
4
INTRODUZIONE
Le inoppugnabili risorse ambientali, artistiche, e culturali che caratterizzano Agrigento, nonché la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo fanno di essa una delle province con più alto potenziale turistico in Italia. I territori del bacino turistico di Agrigento sono così ricchi di bellezze paesaggistico-naturali e storico-culturali che grazie alla loro protezione e valorizzazione possono essere messe al servizio di progetti locali di respiro globale in modo da produrre benefici sul territorio in termini sia economici che turistici.
La mia tesi si basa su un lavoro di ricerca sul territorio e sul turismo ad Agrigento, articolato in diverse parti.
Il primo capitolo si basa sull’analisi del territorio agrigentino, focalizzandosi in maniera particolare a tutto ciò che concerne il mercato turistico, il ruolo del pubblico e del privato e le tipologie di turismo diffuse. Quest’ultime ci permetteranno di comprendere minacce e opportunità derivanti da esse stesse. Un paragrafo illustrerà, inoltre una panoramica generale sulla città di Agrigento e il territorio circostante, con i primi elementi utili a definire l'area di interesse della ricerca. Questo capitolo, in particolare, mette in evidenza le carenze infrastrutturali che fanno di Agrigento una meta difficile da raggiungere rispetto ad altra mete internazionali, e problemi più segnatamente legati al turismo, come la preponderante presenza del turismo di massa e alla stagionalizzazione dei flussi turistici, con tutte le conseguenze negative che ne derivano.
Il secondo capitolo tratterà dello studio del prodotto “territorio” specificando il ciclo di vita della destinazione Agrigento. Seguirà poi un elenco dettagliato di quelli che sono i punti di forza e di debolezza del territorio, problematiche legate si al turismo, ma di riflesso specchio di una realtà territoriale che non riesce ad adeguarsi a standard propri di una città europea.
5
Il terzo capitolo è dedicato ad una serie di prospettive di sviluppo per ladestinazione turistica Agrigento, che basandosi essenzialmente sull’attività privata, devono concentrarsi su: strategie mirate sulla qualità, competitività e innovazione; turismo sostenibile, cultura e eventi, programmi che permettano di accedere facilmente ai fondi europei. Il mezzo mediante il quale concretizzare il destination management sarà il cosidetto “network collaborativo”.
Il quarto e ultimo capitolo parlerà dei modelli di governance legati al territorio Agrigento e infine l’attenzione ricadrà su un case history di fama nazionale dal quale prendere spunto per rilanciare la destinazione turistica Agrigento: l'azione privatistica del lavoro svolto a Favara dal notaio Andrea Bartoli, con la sua creatura "Farm Cultural Park". Farm Cultural Park è l'esempio di come un privato possa rilanciare un centro storico abbandonato a se stesso e traghettare una cittadina nota solo per biechi fatti di cronaca , verso circuiti turistici e culturali di qualità. Infine si analizza un modello proposto da "Graham e associati" in una ricerca commissionata loro dal comune di Agrigento nell'ormai lontano 2003.
Nota metodologica e di contesto
La tesi di Laurea magistrale qui esposta dal titolo: “Il turismo ad Agrigento tra inefficienza del pubblico e intraprendenza dei privati” si propone l’intento di porre spunti di riflessione sulla situazione attuale del comparto turistico agrigentino, considerato come possibile traino di una economia stagnante come quella agrigentina.
I testi su cui mi sono basato per la stesura della mia ricerca sono:
1. La Valle dei Templi di Agrigento. Analisi di un progetto di marketing strategico. Graham e associati, 2003
2. Agrigento 2020: Implementing A Susteinable Tourism Action Plan. Center Of Responsible Tourism.
6
Per quanto riguarda il reperimento dei dati statistici, in particolare quelleinerenti ai flussi turistici, sono stati utilizzati i dati Istat e i dati forniti dall’ osservatorio turistico della provincia di Agrigento relativi all’anno 2012. Per completare il quadro e per ottenere dati più puntuali sono state effettuate delle interviste a titolari di strutture ricettive, turisti e cittadini.
7
ANALISI DEL TERRITORIO E DEL SETTORE
TURISTICO AGRIGENTINO
8
LA DESTINAZIONE TURISTICA AGRIGENTO
Agrigento, capoluogo di provincia, è situata nella parte centro-meridionale dell'isola, e conta 58.041 abitanti.
«Mai visto in tutta la mia vita uno splendore di primavera come
stamattina al levar del sole… Dalla finestra vediamo il vasto e dolce pendio dell'antica città tutto a giardini e vigneti, sotto il folto verde s'indovina appena qualche traccia dei grandi e popolosi quartieri della città di un tempo. Soltanto all'estremità meridionale di questo pendio verdeggiante e fiorito s'alza il tempio della Concordia, a oriente i pochi resti del Tempio di Giunone; ma dall'alto l'occhio non scorge le rovine di altri templi … corre invece a sud verso il mare.» (Goethe, Viaggio in Italia).
Agrigento oggi conserva e vanta una serie di templi dorici risalenti al periodo ellenico, strutture archeologiche che costituiscono la famosa “Valle dei Templi”.Dal 1997 l'intera zona è stata inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità redatta dall'UNESCO. È considerata un'ambita meta turistica, oltre ad essere il simbolo della città e uno dei principali di tutta l'isola. Il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi misura circa 1300 ettari. La città di Agrigento, in origine Akragas, fu fondata tra il 580 e il 680 a.C. La nascita della polis agrigentina è legata allo sviluppo della polis Gela: la città, infatti, fu fondata da alcuni abitanti di Gela, originari delle isole di Rodi e di Creta.
Il nome di Ἀκράγας (Akragas), gli fu dato dall'omonimo fiume che bagna il territorio. Già dal 480 si può parlare dello sviluppo rapido di Akragas, quindi anche della cosiddetta “Valle dei Templi”, nell'ambito dello sviluppo urbanistico complessivo della città.
Il commercio e l'agricoltura furono elementi fondamentali di espansione economica. Interessantissimo fu il ruolo culturale: basti pensare a quello di Empedocle in filosofia, matematica, medicina e politica.
9
La fama di Akragas raggiunse le zone più remote dell'influenza greca delMediterraneo grazie ai vincitori nei giochi di Olimpia e a Delfi.
Pindaro ancor prima del 480 cantò Akragas “la più bella tra le città dei mortali”. La grandezza di Akragas durò fino al 406 a.C., quando l'esercito cartaginese, dopo un lungo assedio, entrò in città e iniziò una lunga e inesorabile distruzione, e da allora impedì alla gloriosa colonia di Akragas di avere un ruolo culturale nel contesto del Mediterraneo.
Dal 262 a.C. Agrigento entrò nel dominio romano, restando comunque una città importante. A partire dal VII secolo la città si impoverì e si spopolò ed il centro urbano si ridusse alla sola collina dell'acropoli, abbandonando così sia l'area urbana che la zona dei templi, che si salvò così da trasformazioni urbane.
La Valle dei Templi è caratterizzata dai resti di ben dieci templi in ordine dorico, tre santuari, una grande concentrazione di necropoli (Montelusa; Mosè; Pezzino; necropoli romana e tomba di Terone; paleocristiana; Acrosoli); opere idrauliche (giardino della Kolymbetra e gli Ipogei); fortificazioni; parte di un quartiere ellenistico romano costruito su pianta greca; due importanti luoghi di riunione: l'Agorà inferiore (non lontano dai resti del tempio di Zeus Olimpio) e l' Agorà superiore (che si trova all'interno del complesso museale); un Olympeion e un Bouleuterion(sala del consiglio) di epoca romana su pianta greca. Le denominazioni dei templi e le relative identificazioni, tranne quella
dell'Olympeion, si presumono essere pure speculazioni umanistiche, che sono però rimaste nell'uso comune.
• Tempio di Hera Lacinia, o tempio di Giunone, • Tempio della Concordia,
• Tempio di Eracle, o tempio di Ercole, • Tempio di Zeus Olimpio,
10
• Tempio di Efesto o tempio di Vulcano,• Tempio di Atena, • Tempio L,
• Tempio di Asclepio, o tempio di Esculapio, • Tempio di Demetra,
• Tempio di Iside.
La Valle dei Templi, inoltre, ospita la cosiddetta tomba di Terone, un monumento di tufo di notevoli dimensioni a forma di piramide, che si pensa eretto per ricordare i caduti della Seconda Guerra Punica
In nessun altro luogo, fuori dalla Grecia, si può contemplare un complesso architettonico, che meglio di questo, nonostante le ingiurie del tempo, possa darci un' idea dell’arte e dello spirito dell’antica Grecia.
Eruditi e artisti, durante i secoli si sono affannati a strappare l’enigma di questa plurisecolare città, crocevia di razze, crogiolo di idee, generatrice di cultura; però come tutti i luoghi predestinati, conserva gelosamente un ultimo segreto non scritto in nessun libro, ermetismo che si svela con l’esperienza individuale.
L'intera provincia di Agrigento, la più vasta in Sicilia, gode di un patrimonio culturale e artistico non indifferente, frutto del susseguirsi di dominazioni e di epoche storiche. Comuni meritevoli di essere menzionati in quanto potenziali mete turistiche, ma poiché, come già detto, i comuni dell'interland sono numerosi, potremmo dividerli in categorie diverse:
a. zone marittime;
b. zone storico- artistiche; c. zone enogastronomiche.
I comuni di Porto Empedocle, Realmonte, Siculiana, Eraclea, Menfi, Sciacca, Palma di Montechiaro e Licata appartengono alla categoria delle zone marittime, ricche di spiagge sabbiose dorate visibili già dalla parte alta di
11
Agrigento e che si aprono tutte sul Mediterraneo, con scorci di spiaggevergini come la zona di Punta Bianca.
I comuni di Favara, Naro, Palma di Montechiaro, Castrofilippo, Canicattì, Cammarata, Racalmuto, Raffadali, Sciacca e Caltabellotta sono alcune delle principali mete che posseggono un patrimonio storico- artistico di maggiore rilevanza, per le loro Chiese, i loro castelli, i loro palazzi, inoltre sono i più vicini e più facilmente raggiungibili dalla città di Agrigento.
I comuni di Campobello di Licata, Castrofilippo, Ravanusa, Ribera godono di un'economia agricola fiorente che li inserisce nella categoria di zone enogastronomiche.
Agrigento, oggi, è prevalentemente meta di un turismo di massa spontaneo, dove il visitatore si intrattiene per brevissimo tempo.
Tuttavia la città racchiude in sé ottime potenzialità per un turismo più esigente, rivolto ad una varietà di esperienze e di attività attrattive. Notevoli stimoli culturali sono in essa presenti legati alla presenza della casa natale di Luigi Pirandello con annesso museo, al giardino circostante in cui fu sepolto, e tra gli altri agrigentini o per meglio dire akragantini famosi, cioè vissuti nella dorica Akragas, indubbiamente non resta che citare il filosofo Empedocle o l'atleta, vincitore di una famosa Olimpiade, Esseneto, al quale è anche dedicato lo stadio. Della contemporaneità ricordiamo Leonardo Sciascia (di Racalmuto, a Nord di Agrigento) e Andrea Camilleri il quale fa di Vigata (Porto Empedocle, paese in provincia di Agrigento) e Montelusa (Agrigento) il teatro delle gesta del commissario Montalbano.
Ricca è l'attività culturale svolta sia dalle istituzioni pubbliche che private. Mostre, convegni, stagioni teatrali e musicali al teatro Luigi Pirandello con le migliori compagnie del mondo, attività concertistica al Museo San Nicola, l'Accademia di studi Mediterranei, il Convegno di studi pirandelliani, il Premio Empedocle, il Pirandello Stable festival, i concerti estivi nel teatro di Piano S. Gregorio ai piedi dei mitici templi greci e molte altre iniziative. Nell'ultima settimana di settembre ha luogo l'Efebo d'oro (giunto alla 29ª edizione) premio internazionale, organizzato dal Centro di Ricerca per la Narrativa ed il
12
Cinema che premia il miglior film dell'anno tratto da un'opera letteraria. Ilpremio ha, anche, una sezione televisiva.
Al turismo culturale si lega anche la cucina, l’apprezzamento dei principali prodotti agricoli, la visitazione di cantine, di città storiche, di musei e chiese, spiagge e parchi dell’interland quali la bellissima spiaggia di San Leone o la splendida scala dei Turchi, rocce di marmo a strapiombo sul mare di Realmonte.
Non va dimenticato però anche l'aspetto folcloristico di Agrigento, legato soprattutto alla Sagra del mandorlo in fiore, festa di fama mondiale, a cui partecipano popolazioni di ogni regione, continente e cultura.
Questa festa ha origini Naresi, nacque nella Valle del Paradiso, dall'idea di un conte della cittadina, che volle fare in questa valle una scampagnata per festeggiare l'arrivo della primavera.
Nel 1935, grazie al conte Gaetani, la festa fu spostata ad Agrigento.
La festa consisteva in una sfilata di carri e gruppi in costume, di canterini che una domenica mattina di febbraio si riunivano in città per scendere alla valle e celebrare la primavera. La meta era il Tempio della Concordia che godeva, ancora più che oggi, del suo originario splendore anche in termini di fama. Scoppiata la guerra però questa festività si spense, ma questo assopimento durò fino al 1947, quando la Sagra del Mandorlo tornò ad essere festeggiata, e questa volta caratterizzata da tipici toni dopolavoristici, giri podistici, autoraduni, vetrine addobbate, circuiti ciclistici, sfilate di carri allegorici,...fino a renderla una festa a livello prima regionale, poi nazionale, e oggi mondiale. Gli eventi culturali, come quello fin ora esposto, sono importanti tanto quanto, se non più, dei monumenti e dei reperti storici, nell'incremento del turismo, che oggi ad Agrigento e nella provincia necessita di una trasformazione in atto esistente.
L’auspicio di una questa trasformazione del turismo in un tipo più esigente centrerebbe l’obiettivo di creare un’ industria ad esclusivo vantaggio della
13
popolazione locale con la piena valorizzazione del patrimonio culturale e lavalorizzazione dell’ambiente.
Si definisce così un ambito di studio che comprende:
a. Il patrimonio artistico e culturale della “Valle dei Templi”.
b. L’area urbana cittadina con particolare riferimento al centro storico. c. Le zone costiere dell’hinterland e le attrazioni visitabili in un solo
giorno, come Aragona (le maccalube), Favara (il castello di Chiaramonte), Realmonte, Torre Salsa, Palma di Montechiaro che fu ducato dei Tomasi di Lampedusa, l’altopiano della miniera Ciavolotta, Naro (roccaforte araba di stile gotico-barocco, ricca di Chiese e palazzi le cui facciate sono in pietra tufacea).
Queste destinazioni turistiche, nella loro globalità, sono le risorse del turismo locale incentrate in un’area geografica capace di trasmettere interessi ed esperienze diverse.
Da quanto sopra esposto si valuta che Agrigento è una destinazione da privilegiare: un buon accesso nonostante la mancanza di diretto collegamento aereo, condizioni climatiche mediterranee (mitezza della temperatura invernale e luminosità del cielo); uno spiccato senso di ospitalità; un patrimonio artistico e culturale di primo piano, elaborato attraverso le civiltà dei popoli che vi si sono succeduti: Fenici, Greci, Romani, Arabi, Normanni, Svevi, Aragonesi; un turismo variegato e interessante che si apre a tutte le fasce d'età e a tutte le stagioni dell'anno.
14
ANALISI DEL MERCATO TURISTICO DI AGRIGENTO
In un settore come quello del turismo, ove esiste una concorrenza spietata, risulta di basilare importanza la disponibilità di un quadro chiaro ed aggiornato dei fenomeni, delle tendenze, e dei mutamenti per porre in atto il migliore intervento utile alla valorizzazione, alla promozione e al marketing di un territorio scelto come destinazione turistica. L’esperienza e la percezione degli operatori possono essere utili nella scelta di una valida strategia operative, se si amalgamano ed integrano con i dati del sistema turistico nel suo insieme.
Agrigento vive, in atto, un’ economia turistica molto disastrata, né s’immaginano per il prossimo futuro migliori aspettative. Dalle interviste realizzate, metaforicamente, viene fuori il quadro di un Agrigento colpita da malattia degenerativa e si attribuisce la colpa alla “incolmabile distanza dagli aeroporti, al persistente effetto euro, al turismo fatalmente mordi e fuggi, alla comunità agrigentina ineluttabilmente restia ad accogliere il turista, etc..” Tuttavia il rischio maggiore va individuato nell’assenza degli strumenti di osservazione di una realtà che solo apparentemente sembra immutabile. La mancanza, quindi, di un osservatorio che fissi in tempo reale i fenomeni di tendenza e di mutamento nel turismo è un elemento di forte criticità perché mentre rende difficoltoso il lavoro di analisi e di ricerca, distrugge al tempo stesso la capacità del sistema turistico in generale e dei singoli operatori in particolare, incapaci di cogliere per tempo i processi di mutamento.
Analisi dei flussi turistici
I dati statistici proposti nei prossimi paragrafi sono stati messi a disposizione dall’osservatorio turistico provinciale. L’analisi è stata condotta limitando la ricerca ai dati relativi al periodo giugno-agosto 2013, periodo in cui si concentra il maggior flusso di turisti. I dati disponibili riguardano sia il territorio provinciale nella sua interezza, che la città di Agrigento.
L’andamento dei flussi turistici nel periodo in esame conferma il trend della passata stagione. Si conferma il trend del mercato turistico a livello regionale
15
e nazionale, ovvero riduzione della domanda interna ampiamentecompensata dalla domanda straniera e progressiva attenzione dei turisti verso strutture extra alberghiere. In queste ultime vi è stato un incremento sia dei turisti italiani che di stranieri.
Questi risultati sono giustificabili in tre fattori di mercato:
1. Contrazione della domanda interna italiana caratterizzata da una progressiva riduzione del potere di acquisto degli italiani che riducono sempre più i periodi di vacanza, quando non vi rinunciano del tutto. 2. Interesse sempre maggiore degli stranieri per il brand Italia e Sicilia. 3. L’evoluzione dei bisogni turistici ha determinato una attenzione
sempre maggiore per le strutture ricettive extra alberghiere.
Il risultato del turismo nella provincia è tutto sommato positivo, se paragonato allo scenario di recessione economica locale, ma non è indenne da costi, per raggiungere queste performance è stato necessario adottare politiche di prezzo aggressive, che hanno messo in seria difficoltà i conti economici delle strutture ricettive.
Risultati timidamente positive sono stati registrati anche dalla stagionalità dei flussi turistici, nel 2013 infatti vi è stata una sensibile ripresa degli arrivi e delle presenze nel periodo maggio-giugno, anche qui grazie a politiche di prezzo ribassiste.
16
Apprezzabile e anche il dato relativo alla presenza media che nell’interoterritorio provinciale è passata da 4,19 a 4,33 giorni.
Anche i dati relativi alla singola città di Agrigento confermano il dato provinciale con una stagnazione delle presenze turistiche, nonostante un incremento degli arrivi del 2,64%. Le presenze nelle strutture ricettive alberghiere sono calate del7,81% rispetto al 2012, compensati da un incremento nelle strutture extra alberghiere pari al 39,89%.
Questo dato sorprendente è dovuto all’incremento dei B&B, sempre più richiesti da turisti italiani e stranieri.
17
DESCRIZIONE DELL’AREA DI RIFERIMENTO
Il sistema insediativo provinciale è costituito da un’armatura urbana nell’insieme piuttosto “debole”, con una forte prevalenza numerica di centri di piccola o piccolissima dimensione e una distribuzione dei pesi insediativi piuttosto squilibrata a vantaggio dei centri della costa. Salvo il caso di Ribera e di Canicattì, la maggior parte dei centri disposti lungo la fascia costiera (Licata, Palma di Montechiaro, Agrigento, Sciacca e Menfi) si presentano dimensionalmente più “forti” rispetto a quelli dell’entroterra provinciale, dove viceversa prevale la presenza di centri di piccola e piccolissima dimensione.
L’ambito territoriale gravitante su Agrigento si caratterizza per il grandioso patrimonio archeologico che ricade prevalentemente nei comuni di Agrigento e di Cattolica Eraclea, ma presenta altre testimonianze archeologiche minori come le ville romane nei comuni di Realmonte, di Montallegro e di Aragona e le necropoli di Raffadali, Sant’Elisabetta e Aragona. L’ambito presenta una concentrazione di insediamenti storici diffusi nel territorio, di siti minerari e di resti di archeologia industriale (Realmonte, Aragona, Sant’ Elisabetta).
Il territorio è caratterizzato da un notevole patrimonio naturalistico ed ambientale costituito dalla riserva di Torre Salsa (Siculiana) e dai Siti di Interesse Comunitario (SIC) Foce del Magazzolo, Foce del Platani, Capo Bianco, Torre Salsa (Siculiana, Montallegro, Cattolica Eraclea), da caratteristici fenomeni di vulcanismo secondario (le “maccalube” di Aragona) e dalla straordinaria scogliera della Scala dei Turchi (Realmonte).
I centri storici di antica origine, più ricchi di architetture notevoli, sono quelli Agrigento, Naro e Favara, ma tutti indistintamente versano in condizioni di degrado, se si eccettua il restauro di qualcuno degli edifici più importanti, e presentano fenomeni di abbandono e spopolamento.
Tra i detrattori del contesto territoriale si può annoverare la scadente qualità dei nuovi insediamenti, la diffusione dell’abusivismo edilizio, l’abbandono delle campagne, la carenza di ricettività turistica e alberghiera.
18
Per quanto riguarda i collegamenti territoriali, l’ambito risulta oggettivamentedistante dalle strutture aeroportuali dell’isola e privo di connessioni autostradali. L’occupazione più diffusa è quella del dipendente pubblico; pochissimi gli imprenditori, i liberi professionisti e i lavoratori in proprio; quasi inesistenti i soci delle cooperative. Il picco quantitativo è raggiunto dalle casalinghe, seguite dai “ritirati dal lavoro”; questi dati sono influenzati dall’economia sommersa, che assorbe il 52,6% delle unità di lavoro.
Il tasso di disoccupazione è circa il 30% e la disoccupazione giovanile supera il 65%. Le condizioni di sottosviluppo del contesto sono collegate strettamente alle difficoltà socio-economiche della popolazione, a cui non è facile porre rimedio nel breve termine.
Il risultato è che le pur rilevanti risorse territoriali non sono gestite con efficienza e non riescono a trasformarsi in prodotti turistici efficaci, perché non costituiscono un sistema integrato, adeguatamente comunicato e promosso nei circuiti ufficiali.
Il comune di Agrigento confina a nord-ovest con i comuni costieri di Porto Empedocle, Realmonte, Siculiana, Montallegro, Cattolica Eraclea; a nord con i piccoli centri interni di S. Angelo Muxaro, Raffadali, Joppolo Giancaxio, Aragona; a est con i grandi territori dei comuni di Favara, Naro e Palma di Montechiaro. Molti dei comuni confinanti con il capoluogo fanno parte delle compagini del “PIT 34 Valle dei Templi” e del “Piano Strategico di Agrigento”. Il territorio comunale si allunga nell’entroterra in direzione nord, mentre a sud si apre verso il mare africano con uno sviluppo costiero di circa chilometri. La costa è una delle risorse pregiate del territorio e presenta caratteristiche morfologiche diverse a seconda dei tratti: la prima parte a nord
(Caos e Maddalusa) è formata da una spiaggia molto stretta, che ha alle spalle una ripida falesia caratterizzata da fenomeni di dissesto superficiale e di erosione. Andando vero sud si incontra la foce del fiume S. Leone e la borgata costiera omonima, dotata di un piccolo porto turistico.
Da S. Leone fino alla foce del fiume Naro la costa era caratterizzata da dune sabbiose (Cannatello) che arrivavano fino al mare; del paesaggio originario, travolto dall’abusivismo edilizio, si legge qualche frammento risparmiato dalla
19
cementificazione. Andando ancora verso sud (Zingarello), la costa presentauna spiaggia di piccolo spessore delimitata da alte colline retrostanti, scavate da corsi d’acqua. Anche questo tratto è stato investito da grandi lottizzazioni abusive di edifici multipiano, abitati solo in estate e realizzati in buona parte dagli abitanti dei comuni vicini. Procedendo in direzione di Palma di Montechiaro, l’allontanamento del tracciato della strada statale dalla costa ha contribuito a disincentivare l’abusivismo costiero e a preservare i caratteri ambientali originari costituti da formazioni di marna bianca che arrivano fino al mare (Punta Bianca).
È evidente che la riqualificazione e della fascia costiera dovrebbe costituire uno degli obiettivi prioritari di un programma complessivo finalizzato a potenziare e articolare l’offerta turistica, rimovendo l’abusivismo più sfacciato, risanando l’ambiente e ripristinando la naturalità dei luoghi.
Si dovrebbe consolidare il partenariato con Porto Empedocle, con la finalità di incrementare l’utilizzazione turistica del porto da parte delle navi da crociera.
Fa da contraltare alla sonnolenza delle istituzioni pubbliche l’attività espositiva che si svolge nelle cosiddette “fabbriche chiaramontane” (ex convento medioevale di S. Francesco) gestita da un gruppo di privati appartenenti alla buona borghesia locale come spazio museale per esposizioni temporanee.
Tra le istituzioni più note si annoverano la biblioteca-museo e la casa natale di Luigi Pirandello; dall’illustre autore agrigentino hanno origine una serie infinita di manifestazioni, giornate di studi, eventi teatrali e premi letterari. Le manifestazioni più importanti vengono celebrate nell’ottocentesco teatro intestato a Pirandello, realizzato all’interno del complesso di S.Domenico, in parte utilizzato come sede del Comune.
Nel corso dell’anno si svolgono una miriade di premiazioni e di feste laiche e religiose, tra cui la più nota è la “Sagra del mandorlo in fiore”, che è diventata sempre di più un carrozzone ripetitivo e noioso di folklore internazionale. Si ha l’impressione che si impieghi una enorme quantità di fondi pubblici per eventi effimeri e di intrattenimento, a cui partecipa con entusiasmo sempre lo
20
stesso segmento privilegiato di società. L’attitudine allo scialo, attribuita aicostumi della città classica e testimoniata da molte fonti storiche, si è mantenuta fino ai nostri giorni, ma c’è un commento riferito a Empedocle che risulta straordinariamente attuale: “Gli Akragantini si godono il lusso come se dovessero morire domani e costruiscono come se dovessero vivere in eterno”.
La società agrigentina contemporanea rivela una attitudine all’autocelebrazione e contemporaneamente all’autocommiserazione, ed è protagonista di serrati dibattiti su temi di interesse locale che molto frequentemente sconfinano in feroci polemiche. La comunicazione è tenuta in grande conto e l’apparire sembra a volte più importante dell’essere. In ogni caso le reti dell’informazione, costituite dall’ottima emittente televisiva Teleacras e da vari siti web, costituiscono un punto di forza del sistema. La stessa attenzione non è data alla comunicazione dei luoghi; manca ancora oggi una carta turistica decente della città e dell’area archeologica, così come mancano le indicazioni più banali come le fermate degli autobus e altre informazioni elementari per i turisti. Di contro la provincia di Agrigento ha fornito, a partire dal dopoguerra, una grande quantità di uomini politici di tutti i partiti, che sono rimasti sulla scena per molto tempo e che hanno avuto ruoli di grande peso nei governi nazionali e regionali. Si sono succeduti nel tempo molti Ministri della Repubblica, Presidenti della Regione, Assessori Regionali provenienti dall’agrigentino. Ognuno di loro ha responsabilità nelle vicende del territorio che meriterebbero un’apposita ricognizione.
21
Infrastrutture e segnaletica
Il turismo, almeno nelle società neo capitalistiche occidentali, assume oggi il valore di un bene voluttuario e perciò inalienabile, tanto che gli effetti della crisi mondiale che travaglia attualmente la società sono poco evidenti sulla propensione al turismo.
Nel caso di contrazioni del reddito familiare, cambia se mai la destinazione verso mete più economiche, ma non si rinuncia a quella che ormai sembra essere l’acquisizione di un diritto.
In condizioni di normalità, tuttavia, la domanda verso una meta turistica è determinata, in primo luogo da ciò che la destinazione può offrire, fattori che nella letteratura specializzata vengono definiti fattori “pull”, da ricondurre alle seguenti categorie:
1. Attrazioni; 2. accessibilità;
3. informazione, accoglienza, ricettività; 4. immagine turistica.
Ma se l’attrazione costituisce la spinta iniziale verso l’offerta, non meno importante dell’immagine turistica appare tutta una serie di condizioni che permettono al turista di raggiungere la destinazione, di avere un gradevole soggiorno, di reperire informazioni su ciò che la località offre; di vivere cioè un’ esperienza completa contraddistinta da sicurezza e comfort.
Si entra così a considerare il campo delle infrastrutture che possono permettere al turista di soggiornarvi, frequentare i siti che più lo interessano, trascorrervi il tempo desiderato in varie attività, trovare modo di ristorarsi a qualunque ora, di fare acquisti, trascorrere il tempo libero intrattenendosi in vario modo.
Parliamo cioè di quelle infrastrutture della cui realizzazione occorre verificare sul territorio, ancor prima che a tavolino, i riscontri oggettivi che ne derivano:
22
presenza di alberghi, ristoranti, bar, aree verdi, impianti sportivi e ricreativi,cinema, musei, ferrovie, strade, porti, aeroporti, etc…
Ma prima di queste occorre considerare le infrastrutture cosiddette primarie (energia, trasporti, telecomunicazioni, acquedotti, fognature, materiali energetici) che, se sono comuni a svariati settori dell’economia, diventano indispensabili per l’ industria turistica senza le quali non è possibile costruire un hotel, essere raggiunti da un qualsiasi flusso crocieristico, avviare una qualunque attività ludica.
Diciamo allora che il complesso delle infrastrutture, nella loro globalità, sono fattori determinanti per il mercato turistico, senza i quali le sole bellezze naturali o gli interessi culturali e paesaggistici non sarebbero, da soli, in grado di orientare in termini di domanda l’affermazione di un’area turistica.
L’accessibilità di una destinazione è una delle caratteristiche principali che la mette in condizioni di competitività per cui si può affermare, senza tema di smentite, che lo sviluppo del turismo è fortemente legato all’ evoluzione dei mezzi di trasporto che sono condizione indispensabile per lo sviluppo e la crescita delle aree più depresse dal punto di vista economico e sociale. Per quanto attiene ai trasporti l’Italia è uno dei paesi leader in campo europeo, servita da una fitta rete di strade e ferrovie. Tuttavia nel mezzo giorno, a sud e nelle isole molte zone rimangono ancora impervie e difficili da raggiungere rispetto al resto del paese.
Ai trasporti via terra si accompagna inoltre una buona rete di aeroporti internazionali, nazionali e regionali, senza ometter infine di annoverare la presenza di porti turistici utili a raccogliere la richiesta di turismo nautico, quale si è notevolmente incrementato in questi ultimi anni con il diportismo e le crociere.
La provincia regionale di Agrigento, e più particolarmente l’area di nostro interesse, presenta in termini sia di offerta che di domanda una situazione inadeguata rispetto al potenziale posseduto (bellezze naturali, storiche, archeologiche e paesaggistiche).
23
Per quale motivo?A nostro avviso, Agrigento ha vissuto e vive un disagio atavico dovuto alla trascuratezza, alla negligenza, al pressapochismo della sua classe politica e dirigenziale.
Agrigento non ha autostrade ne ferrovie per l’intercomunicazione con altre città, eccezion fatta del cosiddetto scorrimento veloce ( che di veloce ha ben poco) Agrigento - Palermo e di una discreta linea ferrata sulla stessa tratta. Per il resto fonda la sua viabilità sulle antiche quanto traballanti strade statali (periodicamente riparate) e su collegamenti ferroviari dei quali è forse meglio tacere. Agrigento non ha un aeroporto per il traffico interregionale, benché se ne parli, senza risultati, da qualche decennio.
Agrigento ha un turismo balneare sommerso, alimentato dai residenti, con provinciali e corregionali, che durante la stagione estiva prendono in affitto, a conduzione familiare, le tante case, spesso abusive, esistenti nelle zone di Cannatello, San Leone, Porto Empedocle.
Se Agrigento vuole davvero vivere il turismo, e di turismo, deve rivolgere la sua attenzione a questi trainanti fattori di economia e di crescita e in particolar modo alla costruzione di un piccolo aeroporto e alla valorizzazione di Porto Empedocle come meta per navi da crociera di piccole dimensioni e per yacht privati.
n questo contesto il turista organizzato che arriva ad Agrigento segue un programma rigido (tempi imposti e attività prenotate).
Miglior fortuna non arride al turista individuale che vuole muoversi in maniera autonoma, secondo un itinerario proprio, per scoprire le bellezze del territorio circostante pieno di luoghi intatti , di sacche immuni, ieri come oggi più belli dei luoghi celebrati. Le difficoltà che si frappongono però scoraggiano
l’intraprendenza dei viaggiatori più motivati. La segnaletica è, in negativo, il problema principale segnalato dalla maggioranza degli intervistati. Nella zona di Agrigento essa non è presente in maniera uniforme, è poco chiara e spesso insufficiente. Talvolta invece cartelli e segnali si sovrappongono in
24
maniera così confusa da non rendere possibile una serena lettura delterritorio. Ne consegue che anche gli spostamenti più banali diventano problematici. Dice un intervistato: “ Se non hai informazioni ben precise non arrivi da nessuna parte”.
Il che è vero se si considera che una delle preziosità del territorio, la scala dei turchi, non è segnalata da nessun cartello stradale e ci si arriva quasi per caso, imboccando una strada senza sbocco. Questa meraviglia della natura, barbaramente racchiusa tra una terribile cornice di cemento (due scheletri di edilizia incompiuti), sarà a breve un piccolo paradiso, perché dopo 20 anni, in seguito a reiterate denunce di Legambiente e l’intuizione della provincia di Agrigento, le due costruzioni saranno finalmente abbattute.
Anche la stessa Valle dei Templi si raggiunge attraverso un percorso tortuoso, insufficientemente segnalato da cartelli poco chiari. Senza dire poi della quasi totale assenza di cartelli in lingua straniera, considerato che una buona percentuale di turisti è di nazionalità estera.
Non certamente meglio va per le singole strutture private. Pare un controsenso che le risorse stiano quasi nascoste. Sono spesso gli operatori ad andare incontro ai turisti e non viceversa, perché commenta sconsolato un albergatore: “da soli non ci troverebbero”.
25
Il ruolo dei privati
In linea di massima la situazione di Agrigento, città turistica, risente, in fatto di indirizzo e programmazione, la debolezza dell’azione pubblica, che ha provocato uno sviluppo turistico claudicante, lasciato in prevalenza alla mercè dell’azione privata.
Tale fatto, a prescindere dall’efficacia dell’azione dei privati, genera un turismo particolarmente inglorioso per la Città in quanto l’imprenditore privato tende a massimizzare l’utilità nel breve termine trascurando di operare nell’ottica della sostenibilità sistemica del lungo termine.
L’orizzonte temporale dell’imprenditoria privata è molto diverso da quello dell’amministrazione pubblica, che ha il preciso compito di difendere gli interessi della collettività al presente e per il futuro.
Questa propensione al lassismo, se prolungata, svuota di contenuti l’ambiente della destinazione determinando innalzamento di prezzi e disorganicità nell’offerta.
Le stesse risorse culturali e ambientali, che sono dei valori assoluti, orbati della necessaria politica di tutela e valorizzazione, finiscono col perdere il simbolismo del connotato culturale per assumere quello meno significativo di valenza commerciale.
Un’altra conseguenza negativa di uno sviluppo turistico lasciato nelle mani dei soli privati consiste nel fatto che ognuno cerca di seguire la propria strada non lasciando, o lasciando appena poco spazio, all’attitudine cooperativa.
Il singolo imprenditore che non ha consapevolezza dell’importanza che una politica di marketing annette al sistema integrato, vive l’altro non come possibile interlocutore per uno sviluppo organico della zona, ma come temibile concorrente capace, al momento opportuno di strappargli il cliente.
26
La scarsa propensione alla cooperazione dell’imprenditore agrigentino che,va detto per inciso, non è generalizzata, ma molto presente ha via via contribuito al declino dell’offerta territoriale con conseguente disamora mento del turista per la destinazione.
Il turista, allora, si organizza in maniera alternativa, preferisce forme di ricettività meno impegnative dal punto di vista economico, decide di abbreviare il soggiorno nella località, e una volta tornato a casa racconterà la sua esperienza inducendo, altri potenziali turisti, a scegliere destinazioni diverse.
Nell’industria turistica il tam tam del passaporala è uno dei più efficaci mezzi per la diffusione delle informazioni e per stabilire contatti con una nuova clientela. Ma il funzionamento del passa parola avverrà solo se l’esperienza vissuta sia caratterizzata dagli aggettivi “Buona” o “Ottima”, tale da indurre il turista a parlarne bene al suo rientro a casa1.
Mi spinge, a questo punto, un motivo in più per soddisfare la curiosità.
Che cosa dirà il turista straniero, al suo rientro, dopo la visita della destinazione “Agrigento”?
Sicuramente, presumo, parlerà molto positivamente delle risorse storico- naturalistiche, ma male dei servizi sul territorio e dell’organizzazione turistica nel suo insieme.
Sulla base dei racconti effettuati da chi ha visitato la destinazione agrigentina, un potenziale turista interessato alle bellezze storico culturali di Agrigento opterà, probabilmente, per una semplice tappa che è quello che succede sempre più spesso.
27
TIPOLOGIE DI TURISMO DIFFUSE
Piccola introduzione Turismo di Massa
Abbiamo detto in altra parte di questo breve excursus che Agrigento è interessata da un turismo prevalentemente di massa.
L’utilizzo di nuove tecnologie nei trasporti, ha permesso, ad un numero sempre maggiore di persone, di spostarsi in breve tempo verso mete sempre più lontane. Col turismo di massa, il desiderio di scoperta, la riduzione delle distanze, la voglia di evasione , ma anche efficaci campagne pubblicitarie, hanno portato sempre più persone a desiderare di poter vivere una vacanza in località lontane.
Ecco quindi che in quelli che fino a pochi anni prima erano dei paradisi per pochi, nascono grandi alberghi, stazioni autobus, aeroporti, parchi di divertimento e villaggi vacanze. Il turismo diventa la principale attività economica del globo: sposta oltre 5 miliardi di viaggiatori ogni anno (tra cui quasi 600 milioni verso l'estero); occupa milioni di lavoratori (1 ogni 15 occupati in tutto il mondo); è destinato a crescere esponenzialmente nei prossimi decenni, favorito dall’ulteriore sviluppo dei trasporti e delle comunicazioni.
Ma il turismo di massa non porta ricchezza alla popolazione locale dei paesi visitati. Purtroppo ai danni ambientali e culturali non sono contrapposti nemmeno dei benefici economici per la popolazione locale: il personale viene sfruttato e sottopagato e le leggi a tutela ambientale spesso aggirate. Il turismo fa guadagnare principalmente le grandi compagnie di viaggio, che possono permettersi di offrire un pacchetto dove la quasi totalità di quanto speso resta nel Paese da dove partono i turisti.
Gli arredamenti delle strutture alberghiere e talvolta persino il cibo sono comprati nel Paese di partenza; il personale è preso dalla popolazione locale
28
per i lavori di basso profilo, mentre proviene sempre dall'estero per i lavoripiù qualificati.
Il turismo di massa è caratterizzato da una quantità notevole di persone che viaggiano verso una destinazione turistica estremamente popolare. Il turista di massa non considera il benessere dei cittadini locali e spesso il rispetto dell’ambiente passa in secondo piano al momento della scelta della meta da visitare. Al contrario, vengono prese in considerazione solo destinazioni attraenti e popolari. Il turismo di massa può essere utile, ma per la maggior parte ha in realtà effetti negativi. L’ambiente ne risente quando un paese è invaso da milioni di persone che iniziano ad utilizzare le sue risorse naturali. Spesso imprenditori facoltosi provenienti da altri paesi scelgono una zona piccola e povera per farne una bellissima località che attragga i visitatori, facendo sì che la comunità locale non riceva più soldi necessari a sostegno delle proprie risorse. Il turismo di massa di conseguenza può essere anche dannoso per le culture tradizionali.
Il turismo di massa ha spesso consumato i territori occupati, causando degrado ambientale, un consumo eccessivo delle risorse naturali, un'edificazione intensiva e selvaggia ed una dispersione dell'identità culturale.
Il fenomeno più evidente è quello dei leakages, ossia la percentuale dei proventi derivanti dal turismo che non resta in loco. In media, il 55% dei proventi turistici dei paesi in via di sviluppo ritorna nei paesi industrializzati, nelle tasche di imprenditori stranieri. In taluni paesi, il livello dei leakages sale anche al 70%.
I pacchetti-vacanza all inclusive sono i maggiori responsabili di questo fenomeno. Quando si organizza una vacanza su di una nave da crociera o in un villaggio turistico, si è forniti di tutto ciò che occorre e, difficilmente, rimangono delle opportunità per la gente locale. Ma gli unici che possono salvare le proprie tradizioni e conservare il territorio sono proprio i locali.
29
Il turismo può distruggere, ma può avere un grosso ruolo per la salvaguardiadelle culture, dell’ambiente, delle genti. Può sfruttare, oppure apportare risorse ai Paesi visitati e rafforzare le culture locali, facendo sì che le popolazioni traggano vantaggio dal turismo. Ad Agrigento il 60% circa dei visitatori arriva in pullman da Catania, Palermo, Trapani (zone servite da aeroporti) in primavera e in autunno quando il clima è particolarmente mite. In linea di massima questi turisti sono gruppi organizzati che arrivano con pacchetti prepagati a grossisti o dettaglianti di viaggio esterni.
Il più importante tour operator della Sicilia è Aeroviaggi, che si accaparra la maggior fetta turistica, in quanto dotato di autobus, guide e alberghi propri. Rivolge i servizi prevalentemente ai pensionati italiani con offerte di tour di 7 giorni e 14 tappe di visita diverse. Nella Valle restano appena due ore, ammirano la sola spianata principale dei Templi senza visitare le restanti attrazioni archeologiche della zona e spendono modiche quanto irrilevanti somme di denaro. Il giardino della Kolymbetra e i suoi dintorni viene visitato dal 6% della popolazione turistica, mentre pochi, pochissimi acquistano il biglietto scontato per la visita sia dei Templi che del museo archeologico. Per tacere poi che fino a pochi anni addietro il parco veniva visitato gratuitamente; nel 2011 ad esempio il 44% dei turisti che ha visitato il parco ha beneficiato di tale gratuità.
La conseguenza diretta di questo tipo di gestione è che le guide turistiche autorizzate (oltre un centinaio) non possono fare affidamento sulla certezza del loro lavoro e rivolgono la loro attenzione ad altri settori, verso altri tipi di impiego. Altro elemento ostativo alla continuità del lavoro delle guide, ed al sistema turistico agrigentino, è la stagionalità del turismo.
30
Presenza media
Chi arriva ad Agrigento per la prima volta resta sicuramente incantato dallo scenario storico, artistico e paesaggistico che si trova davanti, ma purtroppo resta anche colpito negativamente dall'incuria che lo circonda, dal paesaggio non rivalutato. Agrigento offre monumenti , teatri, templi, ville che lasciano intendere quanto florida sia stata la provincia nel Medioevo, ma in seguito, ai giorni nostri cos'è successo?
Agrigento potrebbe vantare paesaggi artistici tanto quanto i suoi monumenti, offre agrumeti, vigneti, uliveti e tinte dal verde primaverile ed estivo al giallo rosso autunnale, paesaggi che lo rendono all'altezza di rivalità importanti, ma tutta la provincia non offre più di 19.000 posti letto, quando la soglia minima per affacciarsi al turismo è di 50.000 posti letto (cfr. l'anello d'oro. Pag 2).
Si potrebbe allora sperare nell'inserimento di grandi catene alberghiere come l'Hilton o lo Sheraton, ma cosa offre loro Agrigento? Un basso livello di qualificazione delle risorse umane, un basso livello di condizioni di sicurezza. Non dimentichiamo che purtroppo la Sicilia sta sempre in bilico tra civiltà e criminalità, e a tutto ciò si collega anche una scarsa viabilità, servizi assenti, collegamenti complicati, tutte motivazioni che spingono le popolazioni, che vivono la cultura del viaggiare, a scegliere altre mete o se scelgono Agrigento, renderla una meta piuttosto breve.
A conferma di quanto detto fin ora una stima effettuata dall’Istat, che calcola, che nel 2009 dal 30 al 50% dei turisti che hanno visitato la Valle dei Templi, hanno pernottato negli alberghi del capoluogo mediamente 1,6 notti, mentre il soggiorno in provincia si è protratto per 3,3 notti. Questo fatto determina conseguenze negative per i seguenti motivi:
• fluttuazione occupazionale negli alberghi e la conseguente incidenza sugli approvvigionamenti di qualsiasi natura (alimentari, di bevande, di ristorazione) e sui servizi ( lavanderie, taxi, negozi al dettaglio);
31
• Contrazione di forza lavoro nella bassa stagione, che aggravaulteriormente l’alto tasso di disoccupazione già esistente;
• Sottoutilizzazione delle infrastrutture turistiche nei periodi di scarsa affluenza e un onere sulle risorse nei periodi di picco. Questo altalenante sistema di gestione lascia insoddisfatti i turisti e con l’amaro in bocca i residenti che, nell’alta stagione, affrontano prezzi esorbitanti, traffico caotico e prestazioni di scarsa qualità.
Da quanto sopra espresso appare evidente che il modello veicolato con il turismo di massa attratto dalla singola fruizione della “Valle dei Templi” non ha generato per Agrigento quel moltiplicatore economico sperato.
Tutti gli operatori, sia pubblici che privati, riconoscono carente l’attuale modello turistico di Agrigento e invocano inderogabile la necessità di una diversa strategia competitiva, articolata in maniera da favorire un variegato afflusso, distribuito nei diversi mesi dell’anno, composto da diversi tipi di clientela.
Da qui è nato nell’ultimo decennio quel processo di pianificazione evolutiva che ha portato alla nascita dei vari piani strategici, a testimonianza degli studi, degli sforzi e delle spese sostenute per visionare il modello turistico di Agrigento e individuarne i punti di forza e di debolezza.
Da un po’ di tempo varie località europee, tra cui anche l'Italia, hanno cercato di aiutare lo sviluppo del turismo, concentrandolo non solo nella visitazione dei monumenti, ma nell'utilizzo di questi per eventi come mostre d'arte, concerti, festival, rassegne di letteratura e cultura, incontri con personalità, moltiplicando così l'effetto richiamo. A ciò hanno legato anche la “cultura materiale” , in cui la Sicilia non sarebbe seconda a nessuno, col quale termine si intendono prodotti enogastronomici, artigianato di qualità, prodotti culturali.
Il motore di una terra che si apre al turismo, che vuole valorizzare il suo territorio, che vuole far crescere l'economia è la competitività, perché la
32
Sicilia gode dei frutti dell'intreccio di culture, interessi e linguaggi che lega,nel Quattrocento, Antonello da Messina, Mantegna, Bellini e la miglior pittura del nord Europa.
Ad Agosto del 2013, secondo i dati dell'Osservatorio dell'Assessorato al Turismo in provincia di Agrigento, ad Agrigento operano 471 esercizi turistici con 18.510 posti letto e 7.105 camere. Di questi esercizi 117 sono le strutture alberghiere cosi suddivise: due strutture a 5 stelle, l'Hotel Villa Athena di Agrigento con 67 posti letto e il Verdura Golf and Spa Resort di Sciacca con 456 posti letto, 32 hotel a 4 stelle, 44 alberghi a 3 stelle, 15 alberghi a 2 stelle e 5 alberghi ad 1 stella, oltre a 19 residence. 354 sono gli esercizi complementari extralberghieri, suddivisi in: 46 affittacamere, 14 alloggi agrituristici, 52 appartamenti per vacanze, 219 bed and breakfast, 7 campeggi, 2 case per ferie e 14 strutture di turismo rurale. Rispetto allo scorso anno il numero dei bed and breakfast è aumentato di 15 unità, mentre le strutture alberghiere sono leggermente diminuite passando da 119 nel 2012 a 117 nell'agosto del 2013. Quasi invariate le altre tipologie di strutture turistiche. In totale sono aumentati i posti letti 18.510 contro i 18.429 dello scorso anno, dovuti quasi internamente all'aumento dei posti letti nei b&b.
Riassumendo, i motivi che rendono la provincia di Agrigento, la provincia “dalle due notti turistiche”, sono da ricercare in diversi fattori:
• Forte stagionalità;
• Interesse dei Tour Operator a profitti per se stessi e non per la comunità locale;
• Diffusione di un turismo di massa, con totale disinteresse da parte delle amministrazioni locali ad avvalersi di strategie totalmente sostenibili o responsabili per rilanciare la destinazione Agrigento; • Carenza di collegamenti pubblici per i piccoli paesi che godono di
bellezze storico culturali uniche;
33
• Scarsa propensione da parte del pubblico alla valorizzazione epromozione del territorio turistico Agrigentino;
• Accentuata criminalità che limita l’imprenditoria giovanile; • Carenza di personale qualificato;
34
TURISMO BALNEARE E STAGIONALITA’
Il turismo di massa ad Agrigento incontra il “plenum” tra marzo/giugno e settembre/novembre, anche se nei mesi di Luglio e Agosto c’è una forte presenza di turisti, italiani e stranieri, che approfittano delle ferie retribuite e delle vacanze scolastiche per i loro spostamenti e per assaporare la bellezza delle spiagge agrigentine.
Le coste agrigentine, dopo le bellezze storico-artistiche e architettoniche, sono la seconda attrattiva turistica, in particolare per Tedeschi, Francesi e Inglesi.
La prima forma di turismo balneare risale ai Romani che ritenevano
l’abbronzarsi un rimedio salutare soprattutto per le persone anziane. Le prime ville romane, costruite per la villeggiatura dei Patrizi al mare,
vennero edificate sulla costa Campana che divenne a breve anche il centro più visitato dell’epoca. I luoghi di divertimento erano privati e si accedeva solo su invito dove si poteva essere partecipi di cene, feste e spettacoli. Le località marittime erano anche dei veri e propri centri termali, e molto noti e praticati erano quelli della zona campana. Invece la "scoperta" dei bagni di mare avvenne nel luglio 1789 quando Giorgio III d'Inghilterra scese nelle acque della costa della Manica per rilassarsi un po’, ma scoprì che era anche molto divertente e i suoi nobili sparsero la voce. Quindi, dalle coste della Manica, nacque un nuovo rapporto con il mare e le spiagge. Con il tempo questa tecnica si diffuse anche in Italia dove la riviera ligure, la costa tirrenica, la costa ionica e adriatica furono di grande considerazione fino a quando questa tecnica divenne addirittura praticata da stranieri da molte parti d’Europa. Così si decise di costruire degli “alloggi” dove ospitare le persone che volevano rilassarsi, pagando quanto dovuto.
Per turismo balneare si intende quella vacanza che si svolge in località di mare. Oggi, il turismo è un importante settore economico in tutte le nazioni, e il turismo balneare è il più praticato. In media, la percentuale è composta per il 60 % dal turismo balneare, il 15% dal turismo montano e il restante 25% dai restanti tipi. Nel turismo balneare ci si rilassa molto e ci si diverte e,
35
infatti, molte persone lo praticano. La recente crisi economica ha influitomolto sul turismo balneare diminuendo i guadagni e il numero dei turisti, ma ancora molte persone lo praticano.
Agrigento vive proprio grazie a questa tipologia di fare turismo, ma una piaga che affligge l’Agrigentino è la forte stagionalità.
La stagionalità rappresenta il problema comune a quasi tutte le destinazioni turistiche che vedono concentrarsi l’afflusso di visitatori principalmente in alcuni periodi dell’anno, solitamente da maggio ad ottobre, con picchi in luglio ed agosto. La stagionalità, inoltre, danneggia gravemente il mercato del lavoro, in quanto gran parte di coloro che operano nel settore turistico si trova disoccupata nei mesi di cosiddetta “bassa stagione”.
Il problema della stagionalità, com’è facilmente intuibile, colpisce in modo particolare le destinazioni balneari a causa di evidenti motivi climatici. Da questo punto di vista, si potrebbe pensare, allora, che la Sicilia, e in questo caso Agrigento, non risenta di tale difficoltà dato che in essa sono presenti numerosi borghi antichi che possono essere visitati sia in estate che in inverno, grazie anche al clima mite di cui gode la regione durante tutto l’anno. Invece la situazione è ben diversa ed il problema esiste anche lì. Le ragioni possono essere molteplici. Innanzitutto bisogna considerare che la maggior parte dei lavoratori sceglie di prendere i giorni di ferie in estate affinché la vacanza non venga rovinata dal maltempo, come invece è più probabile che accada in autunno inoltrato o inverno. In secondo luogo, in estate anche le scuole sono chiuse, motivo per cui le famiglie ne approfittano per andare in vacanza con i propri figli. Infine, coloro che vivono in località distanti dal mare non possono far altro che scegliere questo periodo per spostarsi in qualche località balneare.
Gli eventi rappresentano una ragione fondamentale di attrazione per chi viaggia nei periodi di bassa stagione. Essi possono essere unici o ripetersi ogni anno nello stesso periodo. Alla prima categoria appartengono gli eventi sportivi come gli atti della 32ma America’s Cup che hanno avuto luogo a Trapani nel 2005, le mostre d’arte, come quella di Caravaggio sempre a
36
Trapani nel 2008, gli incontri politici ed altre occasioni simili; della secondacategoria fanno parte, invece, i festival, ad esempio quelli del cinema e della moda di Taormina, le feste religiose per cui sono famose tutte le città siciliane, le rassegne folkloristiche, come la Festa del Mandorlo in fiore di Agrigento o le manifestazioni incentrate sui prodotti tipici e l’artigianato locali, ad esempio il Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo, i presepi in terracotta di Caltagirone, l’Eurochocolate di Modica, e così via.
Se Agrigento si impegnasse a promuovere e creare programmi mirati allo sviluppo di eventi importanti nei periodi di bassa stagione, sicuramente ci sarebbero maggiori flussi turistici e introiti economici maggiori. Grazie a questa tipologia di eventi i paesi dell’Agrigentino cambierebbero totalmente volto, in previsione dell’arrivo di numerosi turisti, apportando evidenti migliorie all’urbanistica (il riassestamento delle strade e della viabilità, la creazione di isole pedonali), alla città (il restauro di vecchi edifici, l’abbattimento di brutture architettoniche, la riconversione di alcuni quartieri cittadini) ed all’economia (l’apertura di nuovi esercizi commerciali, bar, ristoranti, discoteche, strutture ricettive, ecc.).
Oltre a ciò, anche i viaggi per motivi lavorativi possono costituire una risorsa economica non indifferente se si pensa al fatto che spesso chi viaggia per tali ragioni si porta al seguito familiari o amici, incrementando il numero di arrivi e di presenze nella zona. Ad Agrigento tuttavia, questo tipo di turismo è poco diffuso.
Altro possibile rimedio alla stagionalità è l’aumento del turismo city break, ovvero, quello riguardante i soggiorni inferiori a quattro notti. Questa forma di viaggiare è incentivata di solito dalla collaborazione tra compagnie aeree low cost ed istituzioni locali. Il city break, tuttavia, suscita alcuni dubbi in coloro che invece ritengono il turismo un’occasione di conoscenza e contatto tra culture diverse. Secondo questo punto di vista, infatti, tre giorni non bastano assolutamente a promuovere la cultura di una comunità e le sue manifestazioni concrete, ma costituirebbero soltanto una mera occasione di guadagno. D’altra parte, però, è anche vero che tre giorni potrebbero fornire una sorta di antipasto ai turisti, suscitando la loro curiosità ed invogliandoli a
37
tornare per un periodo più lungo in un secondo momento, proprio perapprofondire ciò che avevano conosciuto velocemente in precedenza; un po’ come quando si assaggia qualcosa di nuovo e si ha voglia di continuare a mangiarne.
38
TURISMO CULTURALE E LA NON CONOSCENZA DEI LUOGHI
Turismo culturale, è la definizione corrente di una delle attuali forme di
turismo ed ovviamente sottintende una maggiore attenzione agli aspetti culturali delle iniziative turistiche.
I viaggi nell'antichità si facevano per motivi commerciali o religiosi, anche perché erano disagevoli, costosi e talora pericolosi. I primi veri turisti della storia furono comunque i pellegrini. E non è un caso che gli antichi itinerari dei pellegrinaggi (via Francigena, Cammino di Santiago di Compostela ecc.) suscitino nuovi interessi. Diminuita la passione religiosa, i viaggi tornarono ad interessare quando ce ne furono le possibilità economiche ed anche pratiche (strade più sicure, collegamenti meno ardui ecc.). Il cosiddetto Grand Tour che i giovani aristocratici europei iniziarono a fare nel XVII secolo era anche un modo per completare la preparazione culturale delle nuove classi dirigenti che si trovavano spesso in concorrenza con la crescente borghesia che già da tempo viaggiava per motivi commerciali ma che allo stesso tempo aveva l'occasione di conoscere luoghi e genti. Esaurita la fase del turismo "selezionato" in base al censo ecc., negli ultimi decenni si è sviluppato il turismo di massa che ha anche modificato in buona parte anche i contenuti tradizionali del turismo. I viaggiatori del Grand Tour ed i loro numerosi emuli avevano spesso alle spalle una preparazione classica e storica che li orientava anche nei loro itinerari ed in genere avevano molto tempo.
I turisti di oggi si muovono molto più celermente ma hanno spazi temporali più ristretti (ferie ecc.). Anche le caratteristiche culturali dei nuovi viaggiatori (impiegati, tecnici ecc.) sono ovviamente molto diverse da quelle degli antichi viaggiatori. Tale situazione, accompagnata alla forte commercializzazione del settore turistico, ha ovviamente cambiato parecchie cose.
E le modifiche sono state tanto importanti che all'epoca attuale con la definizione di "turismo culturale" si tenta di recuperare alcuni dei vecchi
39
contenuti del turismo (che in realtà non sono stati mai del tutto tralasciatispecialmente nel settore dell'associazionismo).
L’interesse verso le città d’arte, l’amore per la cultura e le tradizioni locali sono le motivazioni predominanti per chi ama effettuare questo tipo di turismo. Il desiderio di accrescere la propria cultura è la motivazione principale che spinge il turista a muoversi dalla località di residenza per arricchire le proprie conoscenze sugli aspetti artistici, culturali, tradizionali e folkloristici delle città visitate.
Una preoccupante realtà del territorio agrigentino è la non conoscenza dei luoghi. I turisti si spostano solo per visitare la Valle dei Templi e la nota Scala dei Turchi. Anche per questo motivo vi è una netta tendenza a soggiornare per pochi notti. I turisti disconoscono totalmente tutti i paesi circostanti che, invece, posseggono bellezze artistico-culturali uniche.
Le amministrazioni locali non si interessano a promuovere né valorizzare i piccoli borghi, i piccoli paesi e le bellezze artistiche e naturali che tutta la zona di Agrigento possiede. Questo totale disinteresse va’ a discapito della comunità locale che non riesce neanche proporsi, a mettersi in gioco non avendo un benché minimo sostegno da parte del pubblico.
Agrigento possiede tesori nascosti che solamente attraverso mirate strategie e politiche di marketing possono essere conosciuti da tutti.
40
TURISMO ENOGASTRONOMICO
Il turismo enogastronomico è diventato un fenomeno di massa e di successo, riscuotendo sempre maggiori consensi ed attenzioni da parte di un pubblico entusiasta.
Le scelte della maggior parte della gente e i nuovi consistenti flussi turistici sono sempre più determinati dal cosiddetto turismo enogastronomico, definizione più completa rispetto a quella originaria di enoturismo e di agriturismo.
L’enoturismo è legato alle strade del vino e alla visita alle cantine. L’agriturismo viene inteso come una particolare filosofia di vita di tipo elitario. Il turismo enogastronomico attualmente rappresenta la marcia in più degli scenari turistici del futuro prossimo e remoto. Lo dimostrano le statistiche di partecipazione a saloni, workshop, borse, fiere che hanno aderito a questo nuovo filone e che si moltiplicano ovunque. Le preparazioni culinarie e i vini tradizionali, sedimentati nella civiltà italiana del mangiare e del bere attraverso secolari rielaborazioni, diventano protagonisti principali dell’appropriarsi delle fragranze, degli odori, dei sapori sani e genuini, in grado di costituire motivazione primaria di un viaggio. Una recente indagine mirata ha rivelato che l’Italia è conosciuta da oltre il 10% della popolazione mondiale per il cibo; dal 4% per il vino, che rappresenta un legante anche per gli altri prodotti alimentari tipici e di qualità ed è più facilmente veicolabile come messaggio legato ad un’ immagine di moderata trasgressione, abbinante vacanza e piacere.
Il cibo è cultura: la degustazione di un ottimo vino o di un saporito piatto tipico rappresenta una chiave sicura per entrare in contatto con un territorio, per conoscerne il patrimonio storico e artistico, per capirne le tradizioni. La forte crescita dei viaggi in Italia è dovuta soprattutto al maggior numero di viaggi per vacanze brevi, a testimonianza dell'affermarsi di un nuovo stile low cost, che spinge ad ottimizzare il tempo e il denaro disponibili.