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Maria Teresa Biagetti, Le biblioteche digitali. Tipologie, funzionalità e modelli di sviluppo, con scritti di Roberto Raieli, Antonella Iacono, Antonella Trombone, Simona Turbanti, Milano, Franco Angeli, 2019

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Bibliothecae.it, 8 (2019), 2, 456-459 DOI <10.6092/issn.2283-9364/10390> Maria Teresa Biagetti, Le biblioteche digitali. Tipologie,

funziona-lità e modelli di sviluppo, con scritti di Roberto Raieli, Antonella Ia-cono, Antonella Trombone, Simona Turbanti, Milano, Franco Angeli, 2019, 253 p., isBn 978-88-917-8047-8, € 32.

Nel corso della loro storia pluridecennale le biblioteche digitali hanno vissuto molteplici stagioni: si pensi – giusto per citare qualche pietra miliare – alle pionieristiche ricerche supportate all’inizio degli anni Novanta da colossi quali National Science Foundation, Darpa e NASA, alla successiva istituzione della Digital Library Federation sotto l’egida di alcuni dei più grandi atenei statunitensi, e poi ancora al ruolo giocato dall’Unione Europea per lo sviluppo dei grandi pro-getti di digitalizzazione nel vecchio continente mentre, quasi contem-poraneamente, entrava in gioco anche la multinazionale di Mountain View con il progetto Google Book Search. E si arriva così agli sviluppi più recenti quando lo sviluppo delle biblioteche digitali intercetta le istanze del movimento per l’accesso aperto alla ricerca e le potenzia-lità delle piattaforme collaborative come Wikimedia. Una storia com-plessa che evidenzia come le biblioteche digitali rappresentino oggi uno strumento imprescindibile di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, uno strumento che ha visto mutare il proprio pubblico di riferimento, prima identificabile sostanzialmente con la platea dei professionisti della ricerca per poi aprirsi progressivamente verso le istanze di un’utenza meno specialistica ma, non di rado,

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ticolarmente ansiosa di usufruire degli immensi patrimoni custoditi negli istituti della memoria collettiva, finalmente accessibili dal pro-prio computer.

Il primo merito di questo volume, che espone i risultati delle ri-cerche emerse durante il progetto di ricerca intitolato “Evoluzione delle biblioteche digitali: funzionalità della ricerca e tecnologie se-mantiche”, finanziato da Sapienza Università di Roma nel triennio 2015-2018 e coordinato dall’autrice, consiste proprio nel presentare in modo lineare le tappe fondamentali che contraddistinguono la sto-ria delle biblioteche digitali dalle origini fino ai giorni nostri: nella letteratura italiana sull’argomento nessuno ancora lo aveva ancora fatto in modo così chiaro e puntuale. Quindi, se si vuole compren-dere appieno il vasto orizzonte che caratterizza l’attuale fase di svi-luppo delle biblioteche digitali, la ricostruzione storica rappresenta un passaggio necessario, proprio perché determinate scelte effettuate nel passato riverberano i loro non secondari effetti ancora nel nostro presente condizionandone gli sviluppi. Prendiamo il caso, giusto per fare un esempio davvero non marginale, del ruolo determinante avuto dal network DELOS all’inizio del nuovo millennio, sotto gli auspici della Commissione Europea, nel delineare un modello di biblioteca digitale fortemente legato alle soluzioni più classiche di ‘information retrieval’, un modello – sottolinea Biagetti – che «manca completa-mente, in particolare, della consapevolezza della profondità e della difficoltà teoretica dell’indicizzazione semantica dei documenti, che richiede analisi approfondite dei contenuti e capacità di sintetizzarne l’essenza in indici complessi» (p. 104).

Ancora oggi la ricerca finanziata con il denaro pubblico, perlome-no in ambito europeo, tiene conto in maniera preponderante di que-sta modellizzazione che ha avuto il merito di sollecitare una rapida creazione di enormi depositi documentali in formato digitale senza tuttavia investire in modo significativo sull’innovazione degli stru-menti di mediazione informativa, ambito nel quale i soggetti privati hanno senza dubbio ottenuto i riscontri più significativi, come si può

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facilmente rilevare se si voglia prendere in considerazione il settore del Multimedia Information Retrieval, campo di studi e applicazioni a cui Roberto Raieli dedica uno dei saggi raccolti nella seconda parte del volume.

Un altro punto di forza del lavoro di Maria Teresa Biagetti consiste in una sorta di declinazione delle diverse tipologie di biblioteche digi-tali: un’impresa certamente non semplice a motivo delle molteplici va-riabili che possono fungere da elementi di ordinamento: dimensioni, forma gestionale, ente o azienda di riferimento, tipologia di materiali conservati, strumenti di accesso … e potremmo continuare a lungo nell’enumerare le tessere di quello che l’autrice definisce, a ragione, uno scenario composito nel quale, tuttavia, è possibile individuare alcuni raggruppamenti significativi come per esempio le biblioteche digitali dedicate alla raccolta dei prodotti finanziati con la ricerca pubblica (i cosiddetti depositi istituzionali) o alle riviste scientifiche; le grandi biblioteche digitali, generalmente collegate a una biblioteca nazionale, che conservano milioni di documenti relativi alla cultura di una nazione (come Gallica o American Memory); i portali che non offrono l’accesso a uno specifico repository ma a un sistema federato di risorse (come Europeana o DPLA, Digital Public Library of Ame-rica) o, ancora, i progetti di digitalizzazione del patrimonio storico su larga scala, condotti sia da soggetti privati (Google), sia da istituzioni pubbliche (Hathi Trust) o no profit (Internet Archive).

Tuttavia, al di là di questi celeberrimi esempi relativi a realtà ormai consolidate nel tempo e imponenti per le loro dimensioni (in grado cioè di fornire accesso a un numero sterminato di risorse) è interes-sante osservare – e siamo ad un terzo aspetto rimarchevole del libro – come la ricerca attorno allo sviluppo di modelli e soluzioni innova-tive nell’universo delle biblioteche digitali sia tuttora particolarmen-te fervida: in tal senso gli esempi presi in considerazione nel volume sono significativi tanto della varietà dei territori di indagine, quan-to dei differenti esiti di questi progetti di ricerca, non tutti eviden-temente destinati a lasciare un segno. Infatti, per limitarci a quanto

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avviene nella ricerca sul versante della ricerca in ambito semantico, un conto è parlare del ruolo delle ontologie bibliografiche e del loro rapporto con i linked data (una linea di sviluppo che, pur con tutti gli ostacoli del caso, pare difficile possa esaurirsi), altro è ragionare delle funzionalità social delle biblioteche digitali, ambito di ricerca attor-no al quale le aspettative si soattor-no rivelate, almeattor-no in parte, infondate. In sostanza, scrive Biagetti, se è vero che «nelle biblioteche digitali dell’ultima generazione gli elementi innovativi sono costituiti sostan-zialmente dalla possibilità di adottare il modello di descrizione Rdf per rappresentare i metadati, dalle possibilità di integrare metadati di provenienza diversa attraverso l’impiego di modelli ontologici e dalla possibilità di utilizzare le ontologie per migliorare l’indicizzazione e la ricerca» (p. 157), è percepibile come queste innovazioni non si siano tradotte in un miglioramento significativo degli strumenti di ricerca a disposizione dell’utente finale. Potrebbe essere solo questione di tem-po oppure, inutile negarlo, tem-potremmo assistere ad una sempre più marcata segmentazione, peraltro già in atto, tra strumenti di ricerca di uso complesso destinati a particolari categorie di utenti professionali e interfacce all’apparenza molto semplici dedicate al grande pubblico e sviluppate, in ragione delle loro logiche commerciali, dalle “big four tech companies”.

Il volume è completato da una seconda parte che comprende tre saggi di approfondimento su temi specifici: Antonella Iacono (Le competenze dell’utente nello sviluppo delle digital libraries tramite il crowdsourcing), Antonella Trombone e Simona Turbanti (Sistemi di raccomandazione e filtraggio collaborativo nella ricerca bibliografica) e, come già accennato, Roberto Raieli (Potenzialità della ricerca multime-diale nelle biblioteche digitali).

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