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Guarda Manuel G. Simões. «Outras Margens. Ensaios de Literatura Brasileira, Angolana, Moçambicana e Caboverdiana», Lisboa, Edições Colibri, 2012, 172 pp

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Outras Margens. Ensaios de Literatura Brasileira, Angolana, Moçambicana e Caboverdiana

Manuel G. SimÕes Lisboa, Edições Colibri, 2012, 172 pp.

recensione di Vincenzo Russo

S

e é vero che esiste una certa consensuali-tà, ormai anche europea, intorno all’espres-sione anglosassone publish or perish – che nata in un contesto non accademico – ha finito per interpretare la pressione, a dire in vero un po’ liberista, sugli scholars tutti tesi alla costruzione e/o al consolidamen-to delle proprie carriere, è altresì vero che, al di fuori di certe logiche utilitaristiche, il pubblicare o morire si svuota di senso. Leggo in questa direzione il progetto di Manuel G. Simões: il poeta, il traduttore (dal portoghese all’italiano e dall’italiano al por-toghese), il saggista, l’accademico che all’ac-cademia italiana tanto ha dato come ricorda in un magnifico e informatissimo testo Júlio Conrado dal titolo sarcasticamente evocativo di A Manuel Simões – “A pátria que o pariu” (sul numero 40 della Revista Triplov, ago-sto-setembro 2013) a sottointendere un non del tutto compiuto riconoscimento in Por-togallo della sua figura. Manuel G. Simões

(1933), dicevamo, ormai da qualche anno, si dedica alla restituzione (laddove resa e restauro sono accezioni di una stessa radice etimologica) di una parte della sua produzio-ne saggistica dispersa in riviste o miscellaproduzio-nee. Lontano dalla pressione del tempo accade-mico, il gesto di Manuel Simões – scartando e/o selezionando certi titoli, autotraducen-doli in portoghese laddove l’italiano era la lingua dell’originale – rinnova la sua opera e si rinnova iniettando inchiostro fresco nel dibattito critico nazionale contemporaneo. Dopo alcuni decenni dalla sua prima pubbli-cazione italiana, anche il lettore portoghese,

per esempio, ha potuto di recente apprezzare nella nuova edizione dell’Assírio & Alvim lo studio ormai classico sulla poesia di Manuel da Fonseca e García Lorca (García Lorca e Manuel da Fonseca. Dois poetas em confron-to, 2011), uscito originariamente in Italia nel

1979. Ma se questo era il prodromo, per usare un’espressione oggi in voga, il meglio doveva ancora venire.

Come chiarisce l’autore nell’introduzione al volume del 2012, i saggi raccolti in Outras Margens fanno il paio con la raccolta Tem-po com Espectador. Ensaios de Literatura Portuguesa che l’editore Colibri di Lisbo-na ha stampato nel 2011. Se si tratta di una continuazione, almeno in termini crono-logici di quel progetto, cioè di raccogliere e selezionare per il pubblico lusoparlante una parte della sua produzione saggistica, è da evidenziare come i saggi di area portoghese si intersechino diacronicamente con quel-li di area lusofona appartenendo a una più vasta costellazione all’interno dello stesso «contexto de investigação […] como neces-sidade simultânea à direcção de cursos sobre literatura brasileira, enquanto os ensaios das áreas africanas de língua portuguesa foram produzidos no âmbito de cursos oficiais de língua e literatura portuguesa, não estando institucionalizados cursos específicos sobre as literaturas daquelas áreas» (p. 7). Non vale solo per i classici, quanto ha detto Calvino sulla loro natura di testi che non si cessa di leggere: anche la saggistica letteraria di qua-lità non scade mai, e nel caso di Manuel G. Simões quei testi – spesso scritti sull’onda

Tintas. Quaderni di letterature iberiche e iberoamericane, 3 (2013), pp. 270-271. issn: 2240-5437. http://riviste.unimi.it/index.php/tintas

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della contingenza scientifica e/o accademica, tra gli anni Settanta e il primo decennio del nuovo secolo – aspirano a una nuova fruizio-ne che il contenitore-libro offre e dispensa come teca testuale e memoriale al riparo dal-la dispersione, e in certi casi dell’invisibilità, della pubblicistica universitaria.

Se un filo rosso possiamo rintraccia-re lungo le pagine dei setti saggi brasiliani, dei quattro angolani, dei due mozambica-ni e dell’umozambica-nico testo raccolto dedicato alla letteratura dello spazio capoverdiano, è il privilegio accordato dall’autore all’analisi del funzionamento della scrittura narrativa e, in particolar modo, poetica – è qui affiorano le idiosincrasie del critico e le passioni dell’in-dividuo – che lascia affiorare una assai pecu-liare ricerca critica sull’idea e sul programma stesso di Letteratura che ogni autore studiato ha riconfigurato sia come riflessione teorica che come pratica estetica. Non è un caso che Manuel G. Simões decida di indagare i mec-canismi di funzionamento dell’officina di scrittura di autori come Carlos Drummond de Andrade, João Cabral de Melo Neto, Ago-stinho Neto ma anche dell’esigentissima Cla-rice Lispector che del proprio fare artistico (poetico o narrativo) hanno fatto l’oggetto di un lungo e fedele apprendistato intellettuale (la Via Crucis della scrittura è il titolo eponi-mo del saggio su Clarice Lispector in cui, tra

le tante folgoranti e programmatiche dichia-razioni di poetica, si può leggere: «Eu escrevo e assim me livro de mim e posso então de-scansar», p. 80).

Al pari delle studio delle poetiche implici-te o espliciimplici-te che siano, per usare le espressio-ne della fenomenologia di Luciano Anceschi, in Outras Margens Manuel G. Simões si eser-cita anche sulla mappatura di certe imma-gini (l’Africa per esempio nell’immaginario letterario di Adonias Filho o Jorge Amado) e sul censimento tipologico di certi temi (il retirante nordestino trasfigurato nella nar-rativa insulare di Capo Verde) o nell’analisi delle traduzioni italiane delle poesie di José Craveirinha. Di particolare interesse è poi l’attenzione rivolta – oggi al centro della ri-flessione critica inaugurata da Hayden White ormai qualche decennio fa – al rapporto fra finzione e storia, memoria e rappresentazio-ne letteraria che rappresentazio-nella narrativa di uno scrit-tore come Luandino Vieira trova un com-plesso campo di applicazione teorica.

Con il rispetto e la considerazione che si tributa ai maestri e agli amici, bisognerà ri-conoscere ancora una volta che leggere o rileggere Manuel G. Simões, soprattutto per chi studia le culture di lingua portoghese dall’Italia, è un prezioso stimolo al quotidia-no sforzo di intendere as quotidia-nossas Outras Mar-gens.

Tintas. Quaderni di letterature iberiche e iberoamericane, 3 (2013), pp. 270--271. issn: 2240-5437. http://riviste.unimi.it/index.php/tintas

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Manuel G. SimÕes, Outras Margens. Ensaios de Literatura Brasileira, Angolana, Moçambicana e Caboverdiana [Vincenzo Russo]

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