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Maddalena Tirabassi, I motori della memoria. Le piemontesi in Argentina, Torino, Rosenberg&Sellier, 2010

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CONFLUENZE Vol. 3, No. 2, 2011, pp. 265-266, ISSN 2036-0967, Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne, Università di Bologna

Maddalena Tirabassi, I motori della memoria. Le

piemontesi in Argentina, Torino,

Rosenberg&Sellier, 2010

Paola Corti UNIVERSITÀ DI TORINO Benché siano ormai piuttosto numerose le pubblicazioni sull’esperienza femminile nell’emigrazione italiana, nel caso dell’Argentina la prospettiva di genere non ha ancora ricevuto un’attenzione adeguata. Se si eccettuano infatti i pochi contributi pubblicati su «Estudios Migratorios Latinoamericanos», sulla stessa «Altreitalie», o i brevi saggi raccolti in volumi collettanei dedicati alle donne migranti in determinati paesi di immigrazione, il quadro delle indagini non è particolarmente ricco. Quindi, la pubblicazione del volume I motori della

memoria dà innanzi tutto spazio a soggetti sociali meno approfonditi nella pur

ricchissima produzione di studi sull’emigrazione italiana in Argentina.

Anche la scelta di basare la ricerca sulla raccolta di testimonianze femminili appare opportuna sul piano euristico-metodologico. Le poche analisi mirate sulle donne in Argentina hanno infatti privilegiato approcci di impianto statistico-quantitativo sui comportamenti demografici, come le scelte matrimoniali, oppure, sempre con l’utilizzo di fonti numeriche o censuarie, hanno puntato alla comparazione internazionale tra i comportamenti delle donne italiane immigrate in Argentina, negli Stati Uniti o in altri paesi. La raccolta e l’utilizzo delle testimonianze orali per la ricostruzione del volume vanno quindi ad ampliare il quadro della ricerca sull’esperienza delle donne italiane nel grande paese sudamericano in una prospettiva di indagine qualitativa finora poco seguita, se si eccettuano alcune rare analisi sulla letteratura femminile. Le testimonianze raccolte nel volume, inoltre, proprio per il modo in cui è avvenuta la campionatura delle intervistate, permettono di risalire all’esperienza di differenti generazioni, offrendo così nuovi elementi di riflessione sulle ancora meno approfondite dinamiche generazionali in una prospettiva di genere. La scelta di raccogliere un corpus di testimonianze femminili va infine apprezzata perché le stesse testimonianze, pubblicate in gran parte nel volume, a loro volta costituiscono un punto di riferimento per ampliare le indagini sulla condizione delle donne italiane in Argentina.

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CONFLUENZE Vol. 3, No. 2

Finestre 266

Se queste sono le prospettive euristico-metodologiche della ricerca pubblicata nel volume, il filo rosso che lo attraversa, ben riassunto nel titolo, è naturalmente quello della memoria. E questo tema è particolarmente stimolante non solo perché impone una riflessione su una fonte che ha proprio nella memoria il suo elemento portante, ma perché tale riflessione è stata sollevata proprio nell’anno in cui l’Argentina, celebrando il bicentenario dell’indipendenza, si è interrogata a fondo sul significato della memoria dell’immigrazione nella storia del paese. In questa prospettiva la realizzazione di una nuova e più ampia struttura museale, rispetto all’allestimento già esistente nell’Hotel des Inmigrantes, dovrebbe diventare il nucleo portante per il recupero della pluralità di memorie che caratterizza l’immigrazione del paese. Quest’ultima viene infatti ritenuta il processo nel quale la celebrazione del paese confluisce davvero con quella dei suoi abitanti, con le storie personali e con quella delle famiglie, anziché con la celebrazione degli eroi nazionali. Nel nuovo Museo Nacional de la Inmigración, secondo il progetto costitutivo dell’istituzione, la rappresentazione dell’immigrazione dovrebbe integrare la memoria pubblica con la memoria familiare mettendo a fuoco quella pluralità di esperienze sulle quali si è costruito un paese di amplissima e duratura immigrazione come l’Argentina. Il volume, con le testimonianze che porta alla luce, è sicuramente un tassello utile per la conoscenza di questa pluralità sia perché illustra la storia di una delle correnti regionali, come la piemontese, numericamente più rilevanti e giunte assai precocemente in Argentina rispetto ad altre, sia perché di questa storia mette in primo piano le vicende femminili di differenti generazioni di protagoniste.

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