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Tre anni di osservazioni sulle psille del melo

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Academic year: 2021

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TERRA

TRENTINA

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RICERCA/FRUTTICOL

TURA

a diversi anni vengo-no condotte attente osservazioni sulle psil-le del melo che sono degli insetti caratterizzati, ne-gli ambienti trentini, non tan-to da un ruolo di fitan-tofagi pri-mari, quanto invece da un’at-tività di vettori di agenti (fito-plasmi) responsabili di altre malattie del melo. Sono infatti

considerate (dimostrato per una specie) vettori degli sco-pazzi del melo, un problema

che da diversi anni risulta in costante crescita nella frutticol-tura trentina e più in partico-lare nelle Valli di Non e di Sole.

Senza entrare nel merito de-gli scopazzi e della loro esplo-sione imputabile o meno alla sola presenza delle psille, risulta fon-damentale riassumere le espe-rienze di diverse annate esegui-te a S.Michele a/A in collabora-zione con diversi tecnici di zona e con molti frutticoltori trentini.

Da anni vengono infatti ese-guite delle accurate esperien-ze sulle psille presenti nella frutticoltura trentina ed in par-ticolare sono state effettuate delle osservazioni sulle specie presenti, sul loro comporta-mento e sulle eventuali possi-bilità di contenimento.

Specie presenti Nella frutticoltura trentina sono state monitorate 5 specie di psille: Cacopsylla melano-neura, Cacopsylla costalis, Cacopsylla mali, Cacopsyl-la pruni e Trioza urticae. Mentre le prime due sono pre-senti ripetutamente negli anni ed in entità assai considerevo-li (da presenza fino a 1200 in-dividui su 100 branche nel momento del picco), le ultime due sono state monitorate sal-tuariamente ed in quantità li-mitatissime (da 1 a 5 individui al massimo su 50 branche

bat-Insetti vettori del micoplasma che causa il mal degli scopazzi

L’obiettivo primario

delle ricerche era

quello di conoscere

meglio la biologia e il

comportamento delle

psille vettrici

del-l’agente del mal degli

scopazzi. Il quadro a

fine triennio presenta

ancora lati ed aspetti

da chiarire. Le prove

di contenimento con

vari principi attivi

sono invece servite per

ricavarne indirizzi e

linee tecniche già

for-nite ai frutticoltori

n

FORNO FLAVIA, MATTEDI LUISA, M.E. VINDIMIAN, BRANZ ANDREA, FORTI DIEGO; SCHGRAFFER MICHELE

D

TRE ANNI DI OSSERVAZIONI

SULLE PSILLE DEL MELO

TRE ANNI DI OSSERVAZIONI

SULLE PSILLE DEL MELO

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TERRA

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tute ). Cacopsylla mali è sta-ta invece riscontrasta-ta solo su incolti e mai in frutteti conven-zionali.

La specie diffusa in tutto il Trentino in entità più o meno considerevoli è C. melano-neura, mentre C. costalis è stata finora riscontrata solo in Val di Non e Val di Sole.

Per ricostruire l’evoluzione delle diverse specie sono stati eseguiti dei controlli per batti-tura (100 colpi su 50 branche = 2 battute x branca) e delle osservazioni visuali periodiche. Comportamento di C. me-lanoneura

Il comportamento di que-sta specie è que-stato seguito per tre anni, nelle diverse vallate del Trentino; nel 1999 e 2000 la ripresa di attività era stata riscontrata verso fine febbra-io, mentre nel 2001, già a metà febbraio, la sua presenza era intensa (Grafico 1)

In particolare l’andamento 2001 a S.Michele a/A viene ri-portato nella tabella che segue (Grafico 2) con l’ovodeposi-zione che è iniziata il primo di marzo, con il picco al 22/03 e la comparsa delle prime neani-di che risale al 24/03. Un pri-mo picco di attività delle nea-nidi è stato raggiunto al 27/03.

Gli adulti svernanti sono di un colore bruno – rossiccio, assai mobili e ad inizio stagio-ne ritornano scalarmente sul melo che non ha ancora ini-ziato a vegetare. Si nutrono e si accoppiano sui germogli più teneri e dopo 15-20 giorni dal ritorno è possibile osservare le prime femmine pronte per

ovideporre.

L’ovodeposizione avviene in gruppi di uova giallo-aran-ciate deposte sulle perule, sulle prime foglioline e sui boccioli fiorali che si affacciano dalle gemme che schiudono. L’ovo-deposizione può essere anche intensa (una femmina depone fino a 200 uova) e nei nostri

ambienti dura circa 40 giorni. Dopo 25-30 giorni comin-ciano a comparire le prime neanidi che scalarmente inizia-no a colonizzare i mazzetti, soprattutto fiorali. Per una ven-tina di giorni continuano a comparire nuove neanidi, mentre contemporaneamente, i primi individui iniziano a tra-sformarsi in ninfe.

L’insetto compie due età come neanide e tre come nin-fa prima di trasformarsi in adul-to.

Le neanidi si ammassano tipicamente sulla pagina infe-riore delle foglie della rosetta e specialmente alla base dei loro piccioli. Nutrendosi e cre-scendo producono melata a forma di goccia accompagna-ta da secrezioni cerose filifor-mi. Su questa melata non si instaura però alcuna specie di funghi e sparirà completamen-te senza lasciare alcun sinto-mo di passaggio. A distanza di un mese dalla comparsa delle prime neanidi, si trovano i pri-mi adulti di nuova generazio-ne caratterizzati da un colore verde brillante. Mano a mano che compaiono, in brevissimo tempo, spariscono dal melo iniziando una fase che, nono-stante 3 anni di accurate os-servazioni rimane misteriosa. In bibliografia è riportato che svernano su conifere, altri spe-PRESENZA DI ADULTI SVERNANTI DI C. melanoneura

S.MICHELE 1999 -2000 -2001 13/2 27/2 12/3 26/3 9/4 23/4 7/5 21/5 0 200 400 600

800 Volo generazione svernante - 2000- (n° adulti su 100 branche)

13/2 27/2 13/3 27/3 10/4 24/4 8/5 22/5

0 200 400 600

800 Volo generazione svernante - 1999- (n° adulti su 100 branche) MELANONEURA

13/2 27/2 12/3 26/3 9/4 23/4 7/5 21/5

0 200 400 600

800 Volo generazione svernante - 2001- (n° adulti su 100 branche)

Grafico 1: Andamento della popolazione svernante di C. melanoneura

CACOPSYLLA MELANONEURA - S.MICHELE ANNO 2001

13/2 20/2 27/2 5/3 12/3 19/3 26/3 2/4 9/4 16/4 23/4 30/4 7/5 14/5 21/5 28/5

Neanidi

Ovodeposizione

Volo generazione svernante

Grafico 2: Evoluzione della popolazione di C. melanoneura nel 2001.

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cialisti segnalano un ospite specifico (Taxus bacata), ma, finora , dal momento di migra-zione dal melo non è più stato riscontrato alcun individuo su piante spontanee (nonostante due anni di battiture continue nel bosco). Poco prima del ri-torno sul melo, a fine inverno, sono stati catturati esemplari ai bordi del bosco su specie però aspecifiche e non necessaria-mente su conifere.

Solamente con popolazio-ni elevate di neapopolazio-nidi-popolazio-ninfe (> a 20/mazzetto) si osservano dei “danni” sul melo (crescita sten-tata del mazzetto – germoglio e deformazione del lembo fo-gliare), anche se finora, nei nostri ambienti, tale insetto non è da considerarsi un fito-fago primario.

Le popolazioni di C.melanoneura sembrano momentaneamente (inizio 2001) essere in riduzione ne-gli ambienti trentini sia nelle situazioni trattate da alcuni anni, sia in quelle trattate per la prima volta nel 2001.

La popolazione di C.melanoneura sembra in crescita solo in alcune realtà localizzate della Val d’Adige. Singolare è infatti la situazio-ne dell’azienda di S. Michele

situata in località Piovi di Mez-zocorona.

Risulta infatti interessante riflettere sulla popolazione svernante presente nel 2000 e 2001 nello stesso appezzamen-to (Grafico 3).

Nel 2000 per effettuare pro-ve di abbattimento erano stati eseguiti, per la prima volta, dei trattamenti sugli adulti sver-nanti; nel 2001 invece, preve-dendo delle esperienze sulle neanidi, non erano stati ese-guiti interventi abbattenti. In Val d’Adige, su questi due ap-pezzamenti C. melanoneura

è cresciuta sia non trattando (Grafico 1) sia trattando nel 2000.

Comportamento C. costalis Il comportamento di que-sta specie è que-stato seguito, sem-pre per 3 anni dal 1999 al 2001, individuando e confermando, al momento, la presenza solo nelle Valli di Non e di Sole. Inizialmente era stata osserva-ta solamente in Alosserva-ta Valle, ma dai controlli del 2000 era stata segnalata anche nel resto del-la Valle di Non. Nel corso del 2001 la sua presenza si può considerare stazionaria o in crescita soprattutto nelle zone di centro e bassa Valle. Il rien-tro nel frutteto è contempora-neo in tutte le zone indipen-dentemente dallo stadio vege-tativo.

Il volo degli adulti svernan-ti (simili nel colore e dimen-sioni a C.melanoneura) (Grafico 4) inizia general-mente verso fine marzo, ini-zio aprile e dura mediamente 40-50 giorni con picchi di pre-senza variabili a seconda le annate, delle zone e del-l’entità delle popolazioni. Nor-malmente un’intensa fase di attività è riscontrabile duran-te la fioritura. 16/2 23/2 1/3 8/3 15/3 22/3 29/3 5/4 12/4 19/4 26/4 0 300 600 900 1200

1500 Volo generazione svernante -2001 (n° adulti su 100 branche)

PRESENZA DI ADULTI SVERNANTI DI C. melanoneura PIOVI Stayman Blocco 1 2000 2001

-15/2 22/2 29/2 7/3 14/3 21/3 28/3 4/4 11/4 18/4 25/4 0 300 600 900 1200

1500 Volo generazione svernante -2000 (n° adulti su 100 branche)

Grafico 3: Popolazione svernante di C. melanoneura: la ricomparsa nel 2001 è stata molto più precoce; l’entità è aumentata nonostante il trattamento abbattente del 2000.

PRESENZA DI ADULTI SVERNANTI DI PSILLA ARSIO "Testimone" -1999 -2000 -2001 5/2 19/2 4/3 18/3 1/4 15/4 29/4 13/5 27/5 0 50 100 150 200

250 Volo generazione svernante - 2000- (n° adulti su 100 branche)

5/2 19/2 4/3 18/3 1/4 15/4 29/4 13/5 27/5 0 50 100 150 200

250 Volo generazione svernante - 1999- (n° adulti su 100 branche) MELANONEURA COSTALIS

5/2 19/2 4/3 18/3 1/4 15/4 29/4 13/5 27/5 0 50 100 150 200

250 Volo generazione svernante - 2001- (n° adulti su 100 branche)

Grafico 4: In questo caso la popolazione risulta in crescita nel 2001.

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Nel corso del 2001 sono sta-ti riscontrasta-ti generalmente 3 picchi più o meno intensi: (Grafico 5) uno dal 10 al 20 aprile, uno fra fine aprile e ini-zio maggio ed uno fra il 15 e il 20 maggio

Le prime uova sono state ri-scontrate verso metà aprile e le prime neanidi ad inizio maggio. Le femmine di C.costalis depongono le loro uova (bian-co – giallastre) singolarmente sia lungo i sigari fogliari non ancora aperti; sia in pagina in-feriore delle foglie più tenere del germoglietto collocandoli in apposite nicchie assai sin-golari. Una femmina depone circa 160 uova.

L’ovodeposizione è scalare e dura sempre 30 – 40 giorni; le neanidi compaiono per un periodo di circa un mese e si sovrappongono alle ninfe ori-ginando un periodo di forme giovanili assai prolungato: cir-ca due mesi. Le neanidi e le ninfe, pur nutrendosi assidua-mente, non procurano danni diretti al melo se non un im-brattamento fastidioso della vegetazione in seguito all’in-gente produzione di melata ti-picamente puntiforme. Vivono e si nutrono in pagina inferio-re delle foglie e, soprattutto in

coincidenza di periodi di cal-do (giugno), si possono pro-durre grandi quantità di mela-ta sulla quale si insmela-taura una fumaggine nerastra che evi-denzierà il loro passaggio an-che in momenti lontani dal periodo di nutrizione.

Gli adulti di prima genera-zione (sempre verde lucenti) iniziano a comparire dal 10 di giugno in poi e si susseguono scalarmente fino a metà – 20 luglio.

I nuovi adulti sono spesso stati osservati in fase di nutri-zione ancora sul melo, ma dopo breve tempo anche loro spariscono e non sono più stati rinvenuti (se non nel 2000, 2 esemplari nella zona di Vasio). In bibliografia viene ripor-tata la possibilità di svolgere una generazione estiva su del-le erbe (Brassica, mentha, Ave-na, Vicia, Pisum,…), ma nono-stante ripetuti anni di retini ci si è accorti che quando scom-paiono dal melo spariscono anche dalle erbe del prato sot-tostante senza originare alcu-na prole. Sempre in bibliogra-fia viene riportato, come luo-go di svernamento le conife-re, ma anche Pyrus, Prunus, Olmo…

Le nostre ripetute battiture

non hanno però esaudito que-sta necessità di conoscenza.

Considerazioni sul comportamento

delle psille

– Questi insetti sono stati os-servati da più anni nei no-stri ambienti, senza cono-scerne il ruolo. La prima presenza era stata eviden-ziata all’inizio degli anni ’80 in alta Val di Non e di Sole (la tipica melata con fumag-gine) e per analogia era sta-ta impropriamente chiama-ta C.mali. C.melanoneura è stata osservata da fine anni ’80 in Val d’Adige e da inizio anni ’90 in Val di Sole. – Sicuramente la loro attività trofica non determina dan-ni diretti al melo, almeno alle densità di popolazione finora presenti nei nostri ambienti.

– Certamente più temibile può essere considerato il loro ruolo di vettori: dimo-strato a S. Michele per C.costalis ma non ancora evidenziato per C.melanoneura.

– Purtroppo deve ancora es-sere chiarita tutta la fase di sviluppo di tarda estate, autunno ed inverno; è una carenza pesante che impe-disce di completare la bio-logia di questi insetti. – Popolazioni modeste di

adulti svernanti riescono ad originare grosse ovodeposi-zioni e altrettanto importanti popolazioni di neanidi. – Nelle fasi di controllo di

C.melanoneura (epoche pre e post-fiorali) si assiste ad un cambiamento non indifferente di densità di popolazione di neanidi – ninfe presenti. Da un’epo-ca di concentrazione sui soli mazzetti fiorali si assiste in-fatti ad una distribuzione e diluizione su nuovi mazzetti a legno.

PRESENZA DI ADULTI SVERNANTI DI PSILLE DEL MELO TUENNO "Incolto" 2001 -10/2 17/2 24/2 2/3 9/3 16/3 23/3 30/3 6/4 13/4 20/4 27/4 4/5 11/5 18/5 25/5 0 50 100 150 200

250 Volo generazione svernante - 2001 - (n° adulti su 100 branche)

MELANONEURA COSTALIS

Prime

uova neanidiPrime Prime

uova Prime

neanidi

Grafico 5: In questo caso è visibile come in centro valle C. melanoneura sia presente in entità minima, mentre C. costalis viene riscontrata in maggiori quantità.

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Contenimento delle psille Per ambedue le specie sono in atto, da tre anni, delle “espe-rienze di pieno campo” per cercare di contenere la loro espansione.

Prima di passare in rasse-gna le considerazioni su que-sta attività è doveroso premet-tere alcuni elementi basilari per commentare le esperienze: – La densità di ambedue le

specie è tale da non com-portare, al momento, dan-ni diretti alla vegetazione o alla produzione; la gestio-ne delle popolazioni è sta-ta fatsta-ta unicamente al fine di cercare un contenimen-to degli insetti nel loro ruo-lo di vettori;

– La popolazione presente è generalmente bassa (soprat-tutto per quanto riguarda gli adulti svernanti) e talora ri-sulta difficile apprezzare completamente l’effetto del contenimento.

- Le psille sono presenti in entità diverse da appezza-mento ad appezzaappezza-mento, anche adiacenti: le piante su portinnesti vigorosi ospita-no popolazioni più eleva-te, come pure le piante più

ANDAMENTO POPOLAZIONE SVERNANTE DI C. melanoneura PAVILLO "Renetta Canada - Golden Delicious" 2001

1/2 8/2 15/2 22/2 1/3 8/3 15/3 22/3 29/3 5/4 12/4 0 30 60 90 120 150 psille/100 rami ADULTI C. melanoneura 1/2 8/2 15/2 22/2 1/3 8/3 15/3 22/3 29/3 5/4 12/4 0 30 60 90 120 150 psille/100 rami

vigorose o in sistemi di al-levamento fortemente ispessiti (aiuole), mentre piante giovani o su portin-nesti deboli generalmente ospitano popolazioni infe-riori.

– Esiste una curiosa differen-za varietale: Golden Deli-cious ad esempio risulta più ospitale per C. melano-neura che non Renetta Ca-nada (Grafico 6).

– È stato tentato quindi un approccio di contenimento

sia degli adulti svernanti, sia delle forme giovanili. A tutte queste variabili ge-neriche seguono altri aspetti legati più specificatamente alla difesa: le prove non sono sta-te eseguista-te con schemi di spe-rimentazione classica (tesi con ripetizioni), ma ci si è dovuti adattare ad agire su appezza-menti di privati non sempre confrontabili fra di loro come densità di popolazione e come manualità di esecuzione dei trattamenti.

Grafico 6: È possibile osservare la differente popolazione presente, all’interno della stessa zona, sulle due varietà.

BREVI

Dal censimento del pa-trimonio apistico esistente in Trentino a fine dicem-bre 2001 risultano operan-ti 1568 apicoltori con altret-tanti apiari per un totale di 19 mila 700 arnie occupa-te da famiglie di api. Rispet-to a 2 anni fa gli apicolRispet-tori e gli apiari sono aumentati di una sola unità, mentre la consistenza numerica delle arnie ha registrato un incremento di circa 2 mila unità.

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