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“Relatos caballerescos y maravillosos”

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Academic year: 2021

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Relatos caballerescos y maravillosos Ms. Lérida. Narraciones moriscas

Il manoscritto aljamiado-morisco in caratteri arabi e scrittura maghrebina conservato presso la Biblioteca Pública di Lérida, ma proveniente dalla località di Aitona, è stato recentemente studiato da Pablo Roza Candás.1 Linguisticamente di tipo castigliano-aragonese, ma privo di indicazioni del nome del copista, del luogo e dell’anno della copia, esso risale al periodo aragonese a cavallo tra la seconda metà del XVI secolo e il principio del XVII. Dal punto di vista del contenuto si presenta come una miscellanea di narrazioni appartenenti alla letteratura delle maghāzī leggendarie2 e di narrazioni di natura escatologica. Il suo carattere esclusivamente narrativo rende il codice di Lérida simile ad altri importanti codici della letteratura aljamiado-morisca, quali ad esempio il manoscritto nr. 5337 della Biblioteca Nacional de Madrid, edito e studiato da Álvaro Galmés de Fuentes,3 che contiene narrazioni di carattere epico-cavalleresco e meraviglioso, e il manoscritto aljamiado-morisco di Urrea de Jalón edito da Federico Corriente, che presenta una raccolta di racconti su personaggi biblici e della tradizione musulmana, narrazioni del genere delle maghāzī leggendarie, storie edificanti e profane, nonché preghiere e ḥadīth di vario tipo.4 Nel loro insieme i tre manoscritti di Lérida, Madrid e Urrea de Jalón rappresentano un interessante corpus di narrazioni della letteratura islamica (in quanto tale ancora da studiare), che trova un suo parallelo in analoghe antologie di provenienza spagnola, ma di lingua araba. Di grande interesse e affini in tal senso sono, ad esempio, due miscellanee conservate presso la Biblioteca Vaticana, Ms Vat. ar. 1035 e Ms Vat. Borg. ar. 161.5

Un aspetto che caratterizza il manoscritto di Lérida è il suo contenuto esclusivamente narrativo. Inoltre delle dieci narrazioni che esso contiene è possibile trovare varianti tanto in arabo, quanto e soprattutto in altre versioni in aljamiado, segno evidente della popolarità di cui godevano presso i Moriscos.6 Come detto, le narrazioni appartenenti al genere delle maghāzī leggendarie costituiscono

1 Roza Candás, Pablo, Narraciones aljamiado-moriscas en el manuscrito de Aitona. Edición y estudio, Oviedo,

Universidad de Oviedo, 2009.

2 Per un profilo generale di questa letteratura, rimando a Paret, Rudi, Die Legendäre Maghāzī-Literatur. Arabische

Dichtungen über die muslimischen Kriegszüge zu Muhammeds Zeit, Tübingen, 1930.

3 Galmés de Fuentes, Álvaro, Libro de las batallas. Narraciones épico-caballerescas, Madrid, 1975, 2 vols.

4 Corriente, Córdoba Federico, Viguera, M.J., Relatos píos y profanos del manuscrito aljamiado de Urrea de Jalón,

Zaragoza, 1900.

5 Si veda a tal proposito Levi della Vida, Giorgio, «Manoscritti arabi di origine spagnola nella Biblioteca Vaticana», in

Note di Storia letteraria arabo-ispanica, a cura di Maria Nallino, Roma, 1971, pp. 1-54.

6 Roza Candás, Narraciones aljamiado-moriscas en el manuscrito de Aitona, pp. 138-142, segnala per ognuna delle

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il nucleo più consistente di questa raccolta. Nel loro insieme esse narrano in toni leggendari vari episodi del primo periodo dell’Islam che riguardano le spedizioni militari compiute dal Profeta Muḥammad, dai suoi compagni e da ʻAlī b. Abī Ṭālib, che in queste narrazioni diventa l’eroe assoluto sul campo di battaglia dopo aver battuto creature mostruose e fantastiche di ogni tipo, incluso dragoni, orchi, ğinn, nonché Iblīs in persona. All’interno del manoscitto di Lérida le narrazioni che hanno protagonista ʻAlī rappresentano un consistente ciclo, con, al suo interno, diverse tipologie di testi. Nel Recontamiento de la conquista de Maka (ff. 1r-13r)7 si narra un episodio con protagonista ʻAlī b. Abī Ṭālib nella difesa di Mekka attaccata da Iblīs, il quale convince il re Mālik b. ʻAwf e altri importanti cavalieri delle tribù arabe della zona ad andare all'assalto della città santa. Dopo strenui combattimenti e duelli, ʻAlī riesce a respingere il nemico e a riportare in mano musulmana Mekka. L’Alḥadiš del Castillo dell-Oro (ff. 25r-43r)8 narra con toni leggendari la spedizione del Castello d’oro e la vittoria di ʻAlī contro un enorme dragone serpentiforme che ne ha preso possesso. In ʻAlī y las cuarenta doncellas (ff. 13r-25r)9 ʻAlī b. Abī Ṭālib dimostra sul campo di battaglia a Fāṭima, schernita da quaranta donzelle per via di «cuatro cosas tachas» del marito («tiene pocos cabelos», «tiene el vientre granḏe», «tiene las camas liwgeras», «es pobre»), il proprio valore e le proprie virtù.

Un tema dominante nella letteratura delle maghāzī leggendarie è quello che oppone i musulmani di volta in volta a pagani, idolatri, cristiani ed ebrei. Nel Recontamiento de la donzella Carcayona

hicha del rey Nağarab, con la paloma (43r-84r)10 tale tema è il punto di partenza di una complessa vicenda. Un re dell’India, chiamato Aljafre, che adora un idolo d’oro, si annamora di sua figlia. Poichè la donzella di Carcayona restite ai suoi incestuosi desideri, il re le taglia le mani e la abbandona su una montagna dove una cerva bianca se ne prende cura. Un principe la scopre, e, grazie alla conversione all’Islam, Allah le ridà le mani. Il principe, dopo averla sposata, la conduce trionfante nella città del padre. Anche nel Alḥadīç ḏe un rey ḏescreyente ḏe çaga ḏe llos

Alḥuğuretes que vino al-annabī Muḥammad con treynta ḏe caballo i lo que acaeçióh a ellos con

7 Cfr. Le due versioni edite in Galmés de Fuentes, Libro de las batallas, vol. 1, pp. 184-212.

8 Questa storia è stata studiata da R. Basset, “L’expédition du Château d’or et le combat de ʻAlī contre le dragon”,

Giornale della Società Asiatica Italiana, 7 (1893), pp. 1-81, che ha edito e tradotto due versioni manoscritte conservate ad Algeri e a Parigi e tradotto in francese una versione in aljamiado. Due versioni in aljamiado sono state edite da Guillén Robles, Francisco, Leyendas moriscas sacadas de varios manuscriptos, Madrid, 1885-1886, vol. 3, pp. 201-228; Galmés de Fuentes, Libro de las Batallas. Narraciones èpico-caballerescas, vol. 1, pp. 326-344. Per uno studio sulla figura di ʻAlī in questa storia, si veda Bellino, Francesca, «ʻAlī contro geni, demoni e dragoni nella letteratura delle maghazi leggendarie», Quaderni di Studi Arabi, n.s. 1, 2006, pp. 155-170.

9 Cfr. La versione edita in Galmés de Fuentes, Libro de las batallas, vol. 1, pp. 345-355.

10 Questa storia è stata ampiamente studiata, per tutti i riferimenti rimando a Valero Cuadra, Pino, Estudio y edición

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huna compaña ḏe l-aṣiḥāba ḏel-annabī i ḏe la beleha (ff. 121r-154v)11 ʻAlī b. Abī Ṭālib e i Compagni del Profeta si battono strenuamente contro un re idolatra sul quale dopo numerosi duelli riesco ad avere la meglio. Nel Alḥadīẕ ḏe Ğaʻfar cristiano i sus demandas al-Abī Bakri i a ʻAlī bnu

Abī Ṭālib (ff. 248v-262r) ʻAlī riveste un ruolo diverso da quello del valoroso combattente. Dopo la

morte del Profeta, ʻAlī b. Abī Ṭālib istruisce, infatti, un cristiano proveniente dalla Siria sul significato di alcune espressioni del Corano e sui principali precetti della dottrina musulmana. A fianco del personaggio di ʻAlī, nella letteratura delle maghāzī leggendarie ed anche nelle sue testimonianze in aljamiado, altri Compagni del Profeta sono protagonisti di note vicende. La leggenda che ha per protagonista il compagno al-Miqdād b. al-Aswad al-Kindī, che dopo vari e ardui duelli riesce a sposare al-Mayyāsa, bella donzella dei Banū Kinda che ha fatto voto di sposare colui che riuscirà a sconfiggerla in combattimento singolo, è una delle più note e conosciute storie della letteratura aljamiado-morisca. Il manoscritto di Lérida, con il titolo Alḥadiç ḏe al-Mikḏād ibnu

el-Açwād al-Kandi i lo que lle acaeçió con la-l-Mayāça (ff. 145r-189v),12 conserva una importanzte e preziosa versione di questa storia.

Al genere delle Storie dei profeti appartiene l’Alḥadīç ḏel naçimiento ḏe ʻIçā ibnu Mariyam (ff. 84r-121v),13 storia che narra la nascita di Gesù figlio di Maria con particolari del tutto analoghi a quelli diffusi nella tradizione islamica e nelle opere di Storie dei Profeti (Qiṣaṣ al-Anbiyā’).

Significative sono, infine, le due narrazioni contenute nel manoscritto di Lérida di tema escatologico: Alḥadiš ḏel día ḏel judiçio (ff. 189v-220v)14 e Ḏeclaraçión ḏel puyamiento ḏel-annabī

Muḥammad a los çielos (ff. 220v-248v).15 Particolarmente interesse la seconda che narra il viaggio notturno del Profeta Muḥammad iniziato alla Mecca e terminato alla Moschea della Roccia di Gerusalemme in groppa al cavallo dalla testa umana Burāq e la successiva ascensione ai cieli.

Bibliografia Edizioni

11 Cfr. La versione edita in Galmés de Fuentes, Libro de las batallas, vol. 1, pp. 152-183.

12 Rimando agli esaustivi studi di Montaner Frutos, Alberto, El recontamiento de al-Miqdâd y Al-Mayâsa, Zaragoza,

1988; Idem, «La aljamía: Una voz islámica en Aragón», in Jornadas sobre la variación lingüística en Aragón a través de los textos, Zaragoza, 2003, pp. 99-204.

13 Si veda la versione edita in Vespertino Rodríguez, Antonio, Leyendas aljamiads y moriscas sobre personajes

bíblicos, Madrid, 1983, pp. 300-325.

14 Delle varie versioni esistenti di questa storia, si veda quella edita da Sánchez Álvarez, Mercedez, El manuscrito 774

de la Biblioteca Nacional de París, Madrid, 1982, pp. 186-214.

15 Delle numerose versioni esistenti di questa narrazione, la sola edita è quella di Robles Guillén, Francisco, Leyendas

moriscas sacadas de varios manuscritos existentes en las biblioteca Nacional, Real y de P. de Gayangos, Madrid, 1885, pp. 269-298.

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Roza Candás, Pablo, Narraciones aljamiado-moriscas en el manuscrito de Aitona. Edición y

estudio, Oviedo, Universidad de Oviedo, 2009.

Francesca Bellino

Professore a contratto di Lingua e Letteratura araba Università degli Studi di Torino

Dipartimento di Orientalistica Via Giulia di Barolo 3A 10124 Torino (Italia) f.bellino@fastwebnet.it francesca.bellino@unito.it

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