22 July 2021
AperTO - Archivio Istituzionale Open Access dell'Università di Torino
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Schumann e Chopin al pianoforte. Due compositori complementari?
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Ciclo Chopin-Schumann
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presso le Arti Grafiche S. pinelti @ Copyright 2009,-îeatro alla Scala
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Indice
Programma g"ttetale
Schumann e Cn-pinàlla"ofort": cue compositori complementari?
di Andrea Malvano
Schumann .rlti.odi CÈooin
di Elisaberta Fava 1 5 Concerro I febbraio 20t0
Testo di Andrea Malvano L,)
Krystian Zimerman
2'l Concerto Zt mru:zo ZOn
Testo di Andrea Chegai 29
Maurizio Pollini
35
C o n c e r l o 2 8 m a e e i o 2 0 l U Tèsto di AndreaZhegai Daniel Barenboim 4 1 Concerto 20 giugnrc2010_-ksto diAndrea Malvano
Lang Lang
47 Concerto ZS setternbÈ ZO1O
Testo di Andrea Malvano 5 1
AntoniWit
56 Evgenij Kissin
58
Sch umann commenta Chooin
(scritti, recensioni, lettere, àiari) 60
a cura di Elisabetta Fava
Fryderyk Chopin
Cronologia della vita e delle opere 77
a cura di Lidia Bramani
Robert Schumann
Cronologia della vita e delle opere a cura di Cesare Fertonani
80
Filarmonica alla Scala
83
ll Teatro alla Scala
Schumann
e Chopin al pianoforte:
due compositori
complementari?
Andrea Malvano
Due formazioni pianistiche a confronto T u t t o c o m i n c i ò d a u n a c o m p o s i z i o n e p r e s -soché sconosciuta agli ascoltatori di oggi: le Variazioni su " Là ci darem la mano" op. 2 di Chopin. Fu quella pagina giovanile del 7821 a strappare dalla penna di Schumann la celebre affermazione: <Giù il cappello, signori: un genio>>.' Ma fu sempre quella pagina giovanile a lanciare Schumann nel suo lungo decennio di ardente sperimenta-zione pianistica. Nell'estate del 7831Ie Va-riazioni su "Là cí darem la mano" diven-n e r o u diven-n a v e r a o s s e s s i o diven-n e p e r i l c o m p o s i t o -re tedesco; tanto più che le decine di o-re passate proprio sulla musica di Chopin probabilmente furono la prima causa di quell'infortunio ai tendini che mise fine al-le velal-leità pianistiche schumanniane. Cho-pin con una mano aveva dato e con l'altra aveva tolto a Schumann: da una parte era stato lo stimolo per una grande stagione c o m p o s i t i v a . d a l l ' a l t r a a v e v a in c o n s a p e -volmente troncato la carriera di un aspi-rante virtuoso.
Ecco, però, la prima affinità. Entrambi nacquero sul pianoforte. Chopin avrebbe anche intrapreso la strada del concerti-smol Schumann invece sarebbe rimasto nascosto dietro le quinte per tutta la vita; ma, a differenza del suo contemporaneo, nel 1840, dopo dieci anni interamente con-sacrati al repertorio pianistico, avrebbe sentito l'esigenza di allargare gli orizzonÍl creativi, dedicandosi prima al Lied, poi al repertorio sinfonico, quindi alla musica da
camera e alla scrittura corale. Gli esordi, tuttavia, sono perfettamente sovrapponibi-li. Del resto il pianoforte si era candidato fin dalle ultime sonate di Beethoven a di-venire 1o strumento privilegiato della nuo-va generazione romantica. Ma come erano arrivati Schumann e Chopin a maturare una predilezione così netta?
Il confronto tra le due formazioni delinea percorsi molto diversi. Chopin non arriva-va ancora all'altezza della tastiera, quando riproduceva a orecchio le melodie ascolta-te dalla voce maascolta-terna. Ci vollero dawero pochi anni perché tutta Varsavia si accor-gesse di quell'en.fant prodige che veniva dalla provincia. Finito il liceo, Chopin non pensò nemmeno per un istante di frequen-tare I'Università; fin dalla più tenera età faceva aÍrancare qualsiasi maestro; ebbe accesso alla Scuola Superiore di Musica senza nemmeno aver frequentato il Con-servatorio; e quando nel 1830 abbandonò la Polonia - prima per Vienna, poi per Pa-rigi - la sua valigia conteneva tutto 1l né-cessaire del perfetto virtuoso, con tanto di concerti solistici ritagliati su misura attor-no alle qualità di un grande pianista. Tutt'altra esperienza quella di Schumann. Niente Conservatorio. molta letteratura. poca musica, lezioni rifiutate da Carl Ma-ria von Weber, alle prese con l'ultima fati-ca di Oberon Alla morte del padre, Schu-mann si trovò costretto a seguire le prag-matiche direttive della madre, che 1o inviò a L i p s i a p e r f r e q u e n l a r e - s e n z a g r o s s i profitti - i corsi di diritto. Gli unici inse-gnamenti seri vennero dal futuro suocero,
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Chopin
i tredicesimo brano di Carnaval op.9 dì Schumann, intjtolato Chopin.
naval mira a tratteggiare una serie di ma-schere; il travestimento coinvolge anche il compositore; e il ciclo pianistico non è cer-to il luogo migliore in cui cercare il volcer-to autentico di uno stile. Ecco perché forse non sarà del tutto inutile un breve viaggio al di là di Chopin; attraverso alcune regio-ni comuregio-ni ai due compositori.
E curioso, ma le osservazioni critiche più i n t e r e s s a n t i v e n g o n o d a l l a l e t t e r a t u r a francese. Marcel Beaufils ha riflettuto con trasporto sulle divergenze ritmiche tra le due scritture pianistiche: da una parte la violenza brutale di Schumann, dall'altra I ' a r i s t o c r a t i c a l i m p i d e z z a d i C h o p i n . l e Claude Debussy si augurava che le sue Images per pianoforte riuscissero a pren-dere un posto <alla sinistra di Schumann o alla destra di Chopin>.'z0 E André Gide, in
due parole, sintetizzava molte delle rela-zioni che si possono rintracciare analizzan-do le due produzioni in questione:
Annunziavo le mie Note su Chopin già nel 1892, cioè quasi quarant'anni fa. Veramente allora parlavo di Note su Schumann e Chopin. Oggi, l'unio-n e d i q u e s t i d u e l'unio-n o m i p r o v o c a i l'unio-n me un senso di disagio paragonabile a q u e l l o c h e N i e t z s c h e d i c e v a d i provare davanti a <Goethe e Schil-I e r " . [ . . . ] S c h u m a n n è u n p o e t a . Chopin è un artista f...1.21
Uafîermazione lascia a bocca aperta. Senza dubbio può essere imparentata con l'osser-vazione di Debussy: due musicisti, un ditti-co di gemelli diversi. Gide sembra alludere a una complementarietà di atteggiamenti
Èstetici: là dove non arriva Schumann, c,è Chopin, e viceversa; il poeta e I'artista sono due emisferi di un universo esDressivo co-m u n e . M a I ' a f f e r co-m a z i o n e . p r o p r i o i n v i r t u 'Jella sua natura intuitiva e sfuggente, ri-chiede qualche approfondimento.
Convergenze parallele nella scrittura e rella poetica
Cominciamo da un tema destinato a incon-rare larga fortuna nel corso dell'Ottocen-[o: l'extramusicalità. Schumann nella sua recensione alla Symphonie fantastique di Berlioz era stato perfettamente chiaro: I'u-nico difetto dell'opera consisteva proprio rn quella serie di vincoli troppo restrittivi p'er l'immaginazione del fruitore. La musi-;a a programma, a suo modo di vedere, iercava un canale di comunicazione troppo liretto con I'ascoltatore, quando il vero urbiettivo di ogni esperienza musicale anda-va individuato in uno stato emotivo radica-to nell'inconsapevolezza,qualcosa in grado uli mettere in contatto creatore e fruitore, esprimendo con i suoni ciò che non si può Jire con le parole. Ecco perché i ritoli schu-manniani viaggiano sempre al confine con il mondo del fantastico; non sono mai stru-menti descrittivi, ma sempre vaghe allusio-ni a un mondo tutto da esplorare con l,im-maginazione: l'universo letterario di Hoff-mann in Kreisleriona, l'impalpabile regno della fantasia nei Fantasiestùcke, o I'oscu-rità tutta romantica dei Nachtstùcke e d,elle ll'aldszenen; e anche il mondo infantile delle Kinderszenen, nonostante una certa inclinazione alla stimolazione visiva, passa attraverso i ricordi sfuggenti di un indivi-duo adulto.
Chopin parte dalle stesse basi: un sostanzia-le disinteresse nei confronti degli artifici ri-chiesti dalla pittura musicale. Ma le sue composizioni si fermano ancora prima, op-ponendo un rifiuto molto più sistematico nei confronti delT' orizzonte extramusicale: Sonate, Notturni, Preludi prediligono il ter-reno astratto di un genere codificato dal tempo e dalle consuetudini stilistiche; ma
anche le raccolte di Mazurche o di Valzer, nonostante I'esplicito riferimento a un oriz-zonte ballabile, restano composizioni figlie di un universo squisitamente musicale. Solo la categoria della narratività eviden-zra luna convergenza tra due binari paralle_ l i . C h o p i n s c r i v e q u a t r r o Ballate, v a l e a d i -re composizioni dichiaratamente ispirate a un genere letterario dalla natura narrativa: i l r a c c o n t o n o n è p r e c i s a t o . m a l e s t r u t t u r e formali alludono alla voce statica di un narratore e alle avventure in divenire di un personaggio tematico. Schumann, inve-ce, scrive una raccolta di Novellexen faffa di personaggi sfuggenti e sintetiche riela-borazioni tematiche; anche in questo caso il soggetto del racconto non è precisato, ma lo slancio epico chopiniano si trasfor-ma in un istinto novellistico che non ha il tempo, né la volontà, di raccontare vicen-de articolate.
Naturalmente, per due compositori matu-rati sulle opere pianistiche di Beethoven, il confronto con il terreno della forma sonata era inevitabile. Entrambi diedero il meglio d i s é n e l l ' i n v e n z i o n e d i n u o v i c o n f i n i i o r -mali, con vasta predilezione per le miniatu-re o per le composizioni prive di nette se-parazioni interne. Eppure tre sonate com-paiono nella produzione di Schumann co-me in quella di Chopin: tutti lavori che de-notano una certa insofferenza nei confron-ti dei vincoli strutturali imposconfron-ti dalla tradi-zione del genere. Ma il modo di manifesta-re tale insoffemanifesta-renza è piuttosto divergente. Chopin non si fa alcuno scrupolo di esibire le sue irrequietezze: sia nella Seconda, che nella Terza sonate,incomincia la ripresa di-rettamente con il secondo tema: conclude la Seconda sonata con un Presto che sfiora i confini della pagina amorfa; e rifiuta mol-to spesso quell'allineamenmol-to tra i vari mo-vimenti che Beethoven aveva lasciato in eredità a tutta la generazione romantica, scelta che si sarebbe guadagnata I'ingrato commento di Schumann:
Il fatto che egli l'abbia chiamata So-nata [op.35] si potrebbe definire un caprìccio, se non addirittura una
cofaîza; egli ha qui riunito quattro delle sue stravaganti creature, intro_ ducendole di contrabbando sotto questo nome in un luogo in cui altri_ menti non sarebbero penetrate.22 Naturalmente neanche Schumann, nelle sue Sonate, rinuncia a ogni forma di irre_ quietezza: raramente piega le sue divaga_ zioni armoniche alle esigenze tonali de'ílo schema sonatistico; nell,introduzione della Sonata op. 11 anticipa il tema lirico del se_ condo movimento; per la Sonata op. 14 scrive una serie di ,.euasi variazioni, che f a n n o a p u g n i con il modello scelto; e, sempre nella Sonata op. 14, inserisce addi_ rittura due scherzi (poi cassati solo per as_ secondare una richiesta editoriale) ir, ,rnu struttura formale composta di cinque mo_ vimenti. C'è però nel pensiero sonatistico di Schumann una sorta di quieta adesione alle regole fondanti del genere: coerenza motivico-ritmica tra le varie parti, rispetto dello schema formale nei primi -oui-"rr_ ti,.linearità di percorso tra alfa e omega d e l l a p a r t i t u r a . e u a s i c o m e s e q u e l l a strír_ t u r a d a l l a t r a d i z i o n e p a l u d a t a la s c i a s s e u n po' di riposo a un,intelligenza creativa sempre alla ricerca di nuovi contenitori formali.
Non si tratta, tuttavia, di una regola, per_ ché le parti si invertono u propoiito di"ll" due produzioni concertistiche. Il Concerto in la minore op. 54 di Schumann è senza dubbio una pagina rivoluzionaria: non solo per la straordinaria duttilità monotematica del primo movimento, ma anche perché i t r e b r a n i d e l l a partitura sono collegati in_ t e r n a m e n t e . p e r c h é il t e m p o lento è sosti_ tuito da un Andantino grazioso che sem_ bra più un episodio di collegamento tra le sezioni estreme che una pagina indipen_ dente, perché il finate è difficilmente im_ prigionabile all'interno di uno schema for_ male preconfezionato, e perché l,orchestra è un'entità che dialoga perfettamente alla pari con il pianoforte. Chopin nei sue due l a v o r i a p p a r t e n e n t i a l l o s t e s s o q e n e r e c o m p i e s c e l l . e m o l l o m e n o sovversive: c e r _ t o . s i t r a t t a d i composizioni n a t e d a l senio
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di un ventenne; ma accanto a una scrittura pianistica estremamente ricercata trovia_ mo una struttura formale perfettamente allineata alle consuetudinl dei concerti Biedermeier firmati da Hummel o Kalk-brenner, nonché una tessitura orchestrale che non si pone nemmeno il problema di c o n f r o n t a r s i p a r i t e t i c a m e n t e c o n il s o l i s t a . Ma c'è un ulteriore tema, che consente di individuare convergenze parallele tra le p r o d u z i o n i pianistiche di Schumann e Chopin; l'anima del popolare così come era stata concepita dai teorici del romanti_ cismo, Herder in testa;r3 oweto ricerca sul_ I'autentico, finché I'autentico soddisfa le esigenze estetiche dell,artista cólto. Cho_ pin rimase perfettamente allineato a ouel credo poetico: come ha osservato Charles Rosen,2* egli prendeva dalla musica folklo_ rica polacca ciò che gli sembrava più con_ f a c e n t e a l suo gusto soggettivo, senza preoccuparsi di ricorrere a trasformazioni (Mazurche e polacche, soprattutto) dei t u t t o i g n o t e alla gente delle sue narti. S c h u m a n n . i n v e c e . p r e f e r i v a a n d a r e a s c a _ vare nelle radici collettive di un passato r e m o t o . s o p r a v v i s s u t o n e l p r e s e n l e s o l o a l _ traverso gli echi sfuggenti delle leseende collettive: un esempio decisivo ui.ié Oat_ l'episodio Im Legendenton della Fantasia op. 17, con il suo andamento regolare in 2l4,che ha il sapore di un racconó dirtu.r_ te nel tempo e nello spazio. Schumann ori_ v i l e g i a il s u o n o d i u n p o p o l o che pensa con il distacco della narrazjone epica a un p a s s a t o t r a m a n d a t o p e r v i a o r a l e nel corso dei secoli; e la sua rievocazione del popo_ lare non ha neanche bisogno del confronto diretto con la nozione di autentico, perché il mito rifiuta sistematicamente oenì radi_ c e s t o r i c o - t e m p o r a l e .
Ecco dunque qualche possibile spiegazio_ ne a quella complementarietà a
"ui u'.."n_ navano Gide e Debussy nei loro scritti. Schumann e Chopin sentivano l,esigenza di lavorare su temi comuni, quali l,Jxtra_ m u s i c a l i t à . I a n a r r a t i v i t a . l a i i c e r c a s u l l e forme tramandate dal Settecento, la cultu_ ra popolare. Ma le loro realizzazioni sono spesso sensibilmente divergenti. È la storia
:: --:- Jompositori che sentivano la neces-ri -: jt r]àscondere le loro idee sociali e
po-i- -:.- ira le pieghe della scrittura musica-, i : h u m a n n a v v e r t i v a i 1 d e s i d e r i o d i 1.::: :-ìire nella simbolica Marcis dei Fra-,: :. Davide contro i Filistei (ultima pagi-r , : ' . C o pagi-r n a v a l ) i l g pagi-r i d o b a t t a g l i e pagi-r o d i ,L- :-i.ra generazione in lotta contro I'in-;' :::iÌità dei contemporanei e I'irrigidi-1. I'irrigidi-1.r politico di un mondo che stava len-' : - -nte tornando alllen-'ordine delllen-'sncien ":r i,rc. Chopin, invece, preferiva seppelli--- ;annoni - parola di Schumann2s - sotto
, :r delle mazurche; senza esibizioni pla-':-,... lTìa con la stessa energia contagiosa : -: spinge silenziosamente i popoli alf in-- in--::3ZlOne.
l - . ; o i l c o n f r o n t o f o r s e p u ò e s s e r e r i a s -:.' -Ll da uno scambio di cortesie: Schu-*" ,rn dedicò Kreísleriana a Chopin; e il fa-:e tornò indietro con la Bollata op. 38. : : . r a m b e l e c o m p o s i z i o n i a l l u d o n o a - -=ll'esigenza di narratività che si è detta : :T'ìune ai due compositori; ma Schumann : .nde in prestito una storia nata dal ge-- ,ge--. di Hoffmann, mentre Chopin si limita . :ubare alla letteratura una struttura for--r-,1e. Ecco un'ulteriore prova di quanto i --- musicisti reagissero in maniera diffe-:::lte & stimoli simili: Schumann, ovvero . - p o e t a " c h e [ a l ' a t i c a a t e n e r e n a s c o s t i i .:oi modelli extramusicali; Chopin, owero
<l'artista> che fa di tutto per non uscire troppo dalle righe del pentagramma.
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