• Non ci sono risultati.

Il Paesaggio: tutela e salvaguardia dell'ambiente marino costiero

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Il Paesaggio: tutela e salvaguardia dell'ambiente marino costiero"

Copied!
75
0
0

Testo completo

(1)

Il Paesaggio: tutela e salvaguardia

dell’ambiente marino costiero

PROGETTO FORMATIVO DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

LICEO SCIENTIFICO GALILEO GALILEI DI NAPOLI TRIENNIO SCOLASTICO 2015-2018 – CLASSI V A, V B, V D

A cura di

Francesco Paolo Buonocunto, Renata Migliaccio, Erlisiana

Anzalone

(2)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO Hanno collaborato al Progetto per l’IAMC-CNR

Monica Capodanno Vincenzo di Fiore Luciana Ferraro Serena Gherardi Laura Giordano Michele Iavarone Flavia Molisso Stefania Musella Aniello Pietropaolo Michele Punzo Daniela Tarallo Paolo Scotto di Vettimo

Hanno collaborato come tutor per il Liceo Galileo Galilei

Patrizio Avino Castaldo Margherita Lucia Coppola Ivano Corpo Maria Teresa Dolce Fulvia Fontana Giovanna Longobardo Domenico Nittolo Alessandra Scamardella Maria Teresa Schiavone

Si ringraziano

Laura Giuliano -ex Direttore dell’IAMC-CNR Domenico Pignone - ex Direttore f.f. dell’IAMC-CNR Ermanno Crisafi - Direttore f.f. dell’IAMC-CNR

Concetta De Iuliis - Ex Dirigente del Liceo scientifico Galileo Galilei Rosa Cirillo - Ex Dirigente del Liceo scientifico Galileo Galilei Fiorella Colombai - Dirigente del Liceo scientifico Galileo Galilei

In copertina

Veduta della Penisola Sorrentina dall’isola di Capri (foto di Francesco Paolo Buonocunto)

(3)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO INDICE

Prefazione pag. 5

1. L’Alternanza Scuola-lavoro pag. 8

2. I soggetti pag. 9

L’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero Il Liceo Galileo Galilei

3. Il Progetto formativo pag. 12

Il paesaggio ieri e oggi: modifiche e salvaguardia

4. Il Paesaggio e il Vedutismo pag. 14

La lettura critica del Paesaggio e la Resilienza

5. Il Prodotto finale e possibili applicazioni pag. 18 Riferimenti e Approfondimenti pag. 20

(4)
(5)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

Prefazione

La diffusione di forme di apprendimento basato sul lavoro di alta qualità è al centro delle più recenti indicazioni europee in materia d’istruzione e formazione ed è uno dei pilastri della strategia “Europa 2020” per una crescita intelligente, sostenibile, inclusiva. Negli ultimi anni la focalizzazione sulle priorità dell’istruzione e della formazione è ulteriormente cresciuta, anche per il pesante impatto della crisi economica giovanile. Poiché si prevede che nel 2020 la domanda di abilità e competenze di spessore cresca ulteriormente, i sistemi di istruzione devono impegnarsi ad innalzare gli standard di qualità e il livello dei risultati di apprendimento per rispondere adeguatamente al bisogno di competenze e consentire ai giovani di inserirsi con successo nel mondo del lavoro.

Con la Legge n.107 di luglio 2015 – cosiddetta legge «La Buona Scuola» – il governo ha introdotto per tutti gli Istituti Superiori l’obbligo di effettuare stage di ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO (ASL) nel triennio (dal terzo al quinto anno) per una durata di 200 ore. Il potenziamento dell’offerta formativa in alternanza scuola lavoro trova puntuale riscontro nella “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, che ha inserito organicamente questa

(6)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

strategia didattica nell’offerta formativa di tutti gli indirizzi di studio della scuola secondaria di secondo grado come parte integrante dei percorsi di istruzione. Il progetto «Alternanza scuola-lavoro» è un esempio positivo di rapporto tra il territorio, la scuola e le istituzioni. E’ una vera e propria metodologia didattica che permette l’acquisizione e l’applicazione di alcune di quelle competenze previste dai profili educativi culturali e professionali, rispondendo ad una domanda di apprendimento personalizzato degli studenti, ma anche un’esperienza che avvicina i giovani ai principi che ispirano il lavoro degli enti pubblici.

In un momento storico sociale come quello attuale occorre riconquistare la dignità del lavoro, la centralità di una cultura del lavoro, che passa attraverso la valorizzazione delle proprie capacità, delle proprie intelligenze. Tutto ciò attraverso una qualificazione di cui siano parte senso di responsabilità, pensiero critico, impegno, che si sviluppano nel rapporto con le esperienze innovative in un sistema economico

articolato. E’ questo l’obiettivo che bisogna

raggiungere per aiutare gli studenti a sviluppare quelle competenze che sono spendibili nel mondo del lavoro, abbattendo così anche l’abbandono scolastico.

Il modello di percorso di alternanza scuola-lavoro, condiviso tra L’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC) di Napoli e il liceo Galileo Galilei di Napoli, ben risponde a questa esigenza e si allinea all’invito che

(7)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

l’Unione europea ha lanciato a tutti i Paesi membri perché diano spazio alla cultura del lavoro in tutti i percorsi di istruzione e formazione attraverso l’alternanza scuola lavoro e l’apprendistato.

(8)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

1. L’Alternanza Scuola-lavoro

I percorsi di Alternanza Scuola-lavoro forniscono, ai giovani studenti delle scuole secondarie di secondo grado, l’occasione di fare un’esperienza di lavoro prima del diploma. Si tratta di una metodologia didattica basata sullo sviluppo di processi di apprendimento, che promuovono la cultura del lavoro e privilegiano la dimensione dell’esperienza, orientando l’ambito didattico del Piano dell’Offerta Formativa delle scuole. Le ore riservate all’alternanza sono parte integrante dell’attività curricolare e sono distribuite nell’arco dell’intero anno scolastico, in modo da garantire allo studente coinvolto una presenza significativa, anche in termini di tempo, nel contesto della realtà lavorativa. La permanenza per un tempo sufficientemente lungo favorisce e valorizza il ruolo

dell’Ente partner e offre allo studente l’opportunità di

comprendere il linguaggio dell’organizzazione, utilizzandolo per acquisire conoscenze e competenze non solo professionali, ma anche sociali e relazionali. L’apprendimento per mezzo del fare (learning by doing) risponde in maniera positiva alle esigenze di formazione di ogni singolo studente. Il modello dell’alternanza scuola lavoro intende non solo superare l’idea di disgiunzione tra momento formativo ed operativo, ma si pone anche l’obiettivo più incisivo di accrescere la motivazione allo studio e di guidare i giovani nella scoperta delle vocazioni personali, degli

(9)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

interessi e degli stili di apprendimento individuali, arricchendo la formazione scolastica con l’acquisizione di competenze maturate “sul campo”. Tale condizione garantisce un vantaggio competitivo rispetto a quanti circoscrivono la propria formazione al solo contesto teorico, offrendo nuovi stimoli all’apprendimento e valore aggiunto alla formazione della persona.

2. I soggetti

L’atto costitutivo dei percorsi di alternanza scuola-lavoro degli studenti del Galileo Galilei è stato sancito da una convenzione-quadro sottoscritta dalle dirigenze delle due istituzioni (Istituto per l’Ambiente Marino Costiero e il Liceo Scientifico Galileo Galilei). Attraverso questo atto ufficiale le parti hanno istituito congiuntamente un gruppo di coordinamento (ricercatori e docenti) per la realizzazione delle attività di alternanza scuola-lavoro sulle tematiche inerenti il mare come risorsa da salvaguardare nel contesto territoriale napoletano.

L’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero

L'attività di ricerca svolta dall'IAMC-CNR (Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche) è focalizzata su problematiche

(10)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

connesse alla valutazione della qualità e della gestione sostenibile della fascia costiera e delle sue risorse, con risvolti di tipo applicativo, di interesse per gli Enti preposti al controllo ed alla gestione dell'ambiente marino costiero, oltre che su problematiche che hanno carattere di ricerca di base (circolazione oceanica, clima e paleoclimatologia, strutture geologiche di aree marine, cartografia geologica marina). Da sempre l'IAMC svolge un'intensa attività di formazione in proprio e/o in partenariato, su specifici progetti finanziati dal MIUR, e dalla Regione Campania e differenti Università italiane, contribuendo alla formazione curriculare di studenti e tesisti. Negli ultimi anni, accanto alla formazione di studenti universitari, l’IAMC ha cominciato a svolgere attività di divulgazione e formazione rivolta anche alle scuole primarie di secondo ordine e scuole secondarie. Tra gli obiettivi dei percorsi di alternanza scuola-lavoro proposti dall’IAMC vanno annoverati: l’importanza di approfondire e far nascere negli studenti la consapevolezza della necessità di sviluppare nuove tecnologie sullo studio delle Scienze della Terra; di creare interesse verso il mondo della ricerca e di accrescere la percezione dell'importanza della scienza nella società. Ancora gli studenti, mai discenti passivi degli incontri ma protagonisti, sviluppano lungo il percorso esperienze sui temi della diffusione-divulgazione delle attività di ricerca scientifica, spirito critico su alcuni linguaggi e mezzi di comunicazione

(11)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

utili allo scopo. In una società mossa sempre più da individualismo, altro aspetto importante (tra gli obiettivi trasversali dei percorsi alternanza scuola lavoro) è quello di trasmettere agli studenti la capacità di lavorare in gruppo, provando ad esprimere concetti scientifici complessi con linguaggi semplici.

Il Liceo Galileo Galilei

Il Liceo Galileo Galilei nasce nel 1964, dopo il Cuoco e il Mercalli, come succursale di quest’ ultimo, con la denominazione di III Liceo Scientifico. Sede storica è stata quella di via Albino Albini (via Cilea).

Dall’ anno scolastico 96-97 ha sede in via San Domenico al Corso Europa, in un’area che si trova al confine tra due Municipalità quelle del Vomero e di Soccavo, per questo motivo si trova ad operare in un

territorio che possiede un’utenza abbastanza

diversificata e per provenienza e per stratificazione socio-economica.

L’istituto, è un edificio pubblico progettato per uso scolastico; è dotato di ampie aule luminose tutte dotate di LIM, di una palestra coperta ed una scoperta per tutti gli allenamenti sportivi palestre e di 6 laboratori, oltre ad un planetario.

(12)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

3. Il Progetto formativo

Il percorso ASL condotto presso il liceo Galileo Galilei, della durata complessiva di tre anni, ha visto un approfondimento di alcuni concetti base sulle componenti e dinamiche delle Scienze della Terra e del Sistema Mare, in particolare mediante ricerche bibliografiche ed esercitazioni interattive con ricercatori del settore. Le attività laboratoriali e di sperimentazione diretta sono state incentrate sulle nuove tecniche e metodologie di investigazione del dato geologico-geofisico e geochimico in ambiente marino-costiero. Nello specifico l’investigazione del “datum” geologico, finalizzata allo studio scientifico dell’ambiente marino-costiero, è stata applicata al territorio di appartenenza degli alunni, mediante esercitazioni sul campo. Durante il percorso lo studente ha inoltre ricevuto nozioni di gestione del sistema sicurezza e qualità con particolare riguardo alle attività lavorative di ricerca (acquisizione, elaborazione e restituzione del dato), nonché indicazioni di procedure gestionali di progetto nel campo tecnico-amministrativo, finalizzate al corretto utilizzo della risorsa umana e strumentale.

A partire dal secondo anno il percorso tematico è stato incentrato sulla definizione di Pericolosità e di Rischio Geologico in senso lato, ovvero di tipo sismico, vulcanico, idrogeologico, ed ambientale, dalle tecniche e metodologie di investigazione a quelle di

(13)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

rappresentazione grafica del dato. Nel terzo anno, con l’applicazione dei concetti acquisiti attraverso una lettura critica del paesaggio, è stato affrontato il concetto di resilienza e dunque di eventuale recupero, in termini ambientale e socio-culturale del territorio napoletano.

Il paesaggio ieri e oggi: modifiche e salvaguardia Il percorso formativo può essere inquadrato nell'ambito del potenziamento dell'educazione al patrimonio culturale, artistico e paesaggistico, nonché alla salvaguardia del territorio e del suo Mare.

Nella fase di verifica e controllo dell’apprendimento lo studente è stato invitato all'adozione di un'opera pittorica (Vedutismo), presente nelle strutture museali di Napoli e provincia, a testimonianza del Grand Tours, raffigurante un angolo paesaggistico della nostra Campania Felix. In tal modo lo studente ha potuto individuare analogie e differenze nella dinamica territoriale nel tempo fino ai giorni nostri, rendendosi conto della modifica delle condizioni antropiche all'interno di un contesto geo-morfologico con una sua pericolosità intrinseca. Dall’analisi delle variazioni del paesaggio per antropizzazione, è possibile definire il rischio geologico (in senso lato: idrogeologico, vulcanico, sismico ed ambientale) a cui è soggetta l'area ritratta (Rischio=Pericolosità x Danno sul valore

(14)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

esposto x Vulnerabilità del valore esposto, R=PxDxV), e quindi riuscire anche a proporre delle azioni di prevenzione e mitigazione del rischio (resilienza).

4. Il Paesaggio ed il Vedutismo

Il paesaggio, nella definizione riportata dalla Convenzione europea, designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. La Convenzione, adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa a Strasburgo il 19 luglio 2000, si prefissa di promuovere la protezione, la gestione e la pianificazione dei paesaggi europei e si applica a tutto il territorio: sugli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. Riconosce pertanto in ugual misura i paesaggi che possono essere considerati come eccezionali, i paesaggi del quotidiano e i paesaggi degradati.

Bisogna pervenire ad uno sviluppo sostenibile fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, l'attività economica e l'ambiente, consapevoli del fatto che il paesaggio coopera all'elaborazione delle culture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale delle popolazioni europee.

(15)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

Negli ultimi anni numerosi sono i libri e gli approcci alla lettura e allo studio del paesaggio e l’interazione uomo/paesaggio. Per esempio nell’ottica di Lorzing, autore del libro The Nature of Landscape. A Personal Quest (2001) esiste un paesaggio mentale ed uno naturale: il primo caratterizzato da elementi e forme geometriche lineari e perfettamente circolari, per lo più rare in natura mentre la componente naturale è riconoscibile in forme più tipicamente “sinuose”, erratiche e meandriformi. Il confronto costante tra i due termini, naturale e culturale, provoca una tensione che conduce all’equilibrio di alcune ibridazioni del paesaggio contemporaneo. Per Lorzing il progresso tecnologico tende a far prevalere le forme geometriche antropiche su quelle naturali. L'autore dimostra come la storia del paesaggio europeo abbia seguito la storia dell’agricoltura, l’incremento demografico e il conseguente maggior bisogno di cibo della popolazione, ecc.

L’interazione tra uomo e paesaggio è continua nel tempo basandosi su molteplici aspetti riconducibili a quattro concetti fondamentali: la conoscenza, la percezione e l’interpretazione, l’intervento. L’arte della pittura ha di volta in volta stressato uno o più di questi aspetti. Nella pittura medievale per esempio il paesaggio era per lo più lo sfondo di un soggetto sacro mentre nell’espressionismo il paesaggio diventa piuttosto rappresentazione interiore. E’ però tra la fine

(16)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

del `600 e l'inizio del `700 con il Vedutismo che il paesaggio sfocia in una rappresentazione topografica vera e propria, con un forte grado d'aderenza al vero. Gli artisti che si cimentano nella pittura di veduta sono pochi e puntano la propria attenzione sulla città che, per vocazione, presenta scorci urbani di grande suggestione. Da qui l’analisi dei quadri di questo periodo rappresenta un ottimo strumento di studio del paesaggio dell’epoca ed una base di confronto con quello attuale per comprendere quanto l’uomo abbia impattato su di esso.

La lettura critica del Paesaggio e la Resilienza

Le città sono veri e propri sistemi urbani complessi, non lineari, capaci di auto-organizzazione, che si modificano costantemente per l’azione di fattori perturbativi, frutto di processi interni al sistema o di fattori esogeni. Comprendere i singoli fattori è fondamentale per individuare le capacità che un dato sistema deve possedere per essere resiliente, ovvero capace di far fronte a pressioni esterne o interne preservando le proprie caratteristiche e la propria struttura oppure adattandosi o trasformandosi rispetto alle mutate condizioni. Il concetto di resilienza è utilizzato, con significati non sempre omogenei, in molte discipline: ingegneria, scienze naturali, ecologia, psicologia e sociologia. Negli ultimi anni, tale concetto - associato a strategie di sviluppo dei sistemi urbani e

(17)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

territoriali (Resilience e Resilient City) - ha avuto una larghissima diffusione e negli ultimi anni è divenuto un riferimento fondamentale per orientare l’innovazione nel campo delle politiche e delle strategie di sviluppo sostenibile del territorio. Le istituzioni e le organizzazioni sociali impegnate nella tutela, gestione e cura dell’ambiente e intenzionate a promuovere progetti di rigenerazione e sviluppo territoriale e urbano, si trovano tuttavia a fronteggiare un concetto complesso e dalle implicazioni non ancora del tutto chiare.

Nelle ricerche e nelle esperienze più innovative mirate alla mitigazione dei rischi territoriali, il concetto di resilienza ha assunto quindi un ruolo centrale nella costruzione di strategie che integrano gli obiettivi della riduzione dei rischi e della pericolosità con una pluralità di obiettivi legati alla qualità territoriale. Nei testi recenti lo studio della resilienza, pur riferita al tema dei rischi territoriali comprende obiettivi più generali: un sistema più resiliente rispetto ai rischi territoriali è e deve essere, in generale, un sistema urbano territoriale di maggiore qualità complessiva (ambientale e sociale). Analizzare quindi un paesaggio urbano nei suoi elementi geologici/geomorfologici, individuare i potenziali rischi naturali ed antropici costituisce a sua volta il passo di inizio per costruire un percorso in termini di resilienza ambientale.

(18)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

5. Il Prodotto finale e possibili applicazioni

Al termine del percorso formativo gli studenti sono stati invitati alla stesura di una scheda tecnica (per un totale di numero 10 schede di seguito allegate), che vuole rappresentare una lettura critica degli scorci paesaggistici più celebri della nostra terra, finalizzata alla sensibilizzazione delle coscienze sulla tutela e salvaguardia di un territorio in cui il mare non sembra essere più il protagonista principale.

Figura 1- Mappa con i Geo-siti individuati

Gli scorci paesaggistici vengono individuati nella mappa in Figura 1, con l’intento di poter creare una sorta di itinerario TURISTICO con siti paesaggistici tutelati (geo-siti). Il collegamento al Grand Tour non solo accresce il valore artistico del paesaggio, ma

(19)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

consente di creare un giusto connubio tra arte, storia e ambiente.

La lettura e la definizione del rischio geologico connesso al paesaggio potrebbe inoltre sensibilizzare l'opinione pubblica nel rispetto verso il naturale e magari contribuire alla realizzazione di interventi tesi alla messa in sicurezza e salvaguardia del territorio. In allegato vengono riportate le singole schede con l’opera scelta e il relativo scorcio paesaggistico:

Scheda 1: Alimuri, Meta

Scheda 2: Castello di Baia, Bacoli Scheda 3: Amalfi

Scheda 4: Vesuvio da via Caracciolo Scheda 5: Ponte della Maddalena, Napoli Scheda 6: Vesuvio da via Caracciolo Scheda 7: Ponte della Maddalena, Napoli Scheda 8: Golfo di Pozzuoli

Scheda 9: Golfo di Napoli da Piedigrotta Scheda 10: Torregaveta, Bacoli

(20)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO Riferimenti e Approfondimenti

Baiani S., Valitutti A., 2011. Resilienza del territorio e del

costruito. Strategie e strumenti operativi per la prevenzione, la mitigazione e l’adattamento di contesti fragili e sensibili.

2011 Firenze University Press. ISSN online: 2239-0243, ISSN print 2240-7391

http://www.fupress.com/techne

Convenzione europea del paesaggio, adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa a Strasburgo il 19 luglio 2000 http://www.convenzioneeuropeapaesaggio.beniculturali.it/ e http://www.convenzioneeuropeapaesaggio.beniculturali.it/up loads/2010_10_12_11_22_02.pdf Definizione di Rischio (R=PxDxV) www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/descrizione_vulcanico.w p

Fondazione Cariplo, quaderni dell’osservatorio n.21,

resilienza tra territorio e comunità: approcci, strategie, temi e casi.

http://www.fondazionecariplo.it/static/upload/qua/0000/qua _resilienza_web/qua_resilienza_web.pdf

Istituto per l’Ambiente Marino Costiero

http://www.iamc.cnr.it/

Legge di luglio 2015 n.107, Riforma del sistema nazionale di

istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti

http://www.paschinimarchi.it/legge-107-del-13-luglio-2015-riforma-della-scuola-con-note.pdf

Liceo Scientifico Galileo Galilei

(21)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

Lorzing H., 2001. The Nature of Landscape. A Personal

Quest. Rotterdam 010 Publishers, 2001, 176p. ISBN

9064504083-9789064504082 https://books.google.it/books?id=RMJulD4c4_kC&pg=PA108 &lpg=PA108&dq=The+Nature+of+Landscape.+A+Personal+ Quest+(2001)+di+Lorzing&source=bl&ots=BxRmuWc5qT&si g=mXC9XC892uoZH8ZGlCAIv-AHHIM&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj599XO6L7bAhWsJMAKH TKHDEoQ6AEINjAC#v=onepage&q=The%20Nature%20of% 20Landscape.%20A%20Personal%20Quest%20(2001)%20d i%20Lorzing&f=false

(22)
(23)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

Scheda 1

Paesaggio

Alimuri, Meta - 2018

Opera

“L’approdo Alimuri a Sorrento” - 1794

Descrizione del quadro

Titolo: L’approdo Alimuri a Sorrento Luogo: Palazzo reale di Caserta Dimensioni: 143x218 cm Composizione: Olio su tela - 1794

Analisi critica: Il quadro raffigura il porto di Alimuri presso Meta di Sorrento, con un punto di fuga situato all’esterno del quadro. Il paesaggio presenta

(24)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

una zona marittima già fortemente urbanizzata ai tempi del pittore, come si evince dai numerosi edifici costieri. Nella parte in basso a sinistra c’è una prevalenza di colori caldi, mentre nel resto della composizione dominano colori freddi.

Autore

Jakob Philipp Hackert (Prenzlau, 15 settembre 1737–San Pietro di Careggi ,28 aprile 1807) fu un pittore tedesco, che dopo numerosi viaggi in Europa, nel 1768 si stabilì in Italia. Nel 1786 divenne pittore di corte del Re Ferdinando IV di Napoli, guadagnando rapidamente una grande fama di paesaggista. Diversi quadri suoi sono oggi conservati al Palazzo Reale di Caserta. Nel 1799 Hackert abbandonò Napoli per trasferirsi in Toscana, dove lavorò come artista privato. Morì nel 1807 a Firenze.

Motivazione della scelta

Il quadro è stato notato durante le diverse visite fatte al Palazzo Reale di Caserta, dove è conservato, e la scelta è stata effettuata in seguito all’escursione fatta il primo giugno a Meta di Sorrento, dove è stato possibile ammirare dal vivo il paesaggio ritratto.

Abbiamo scelto questo paesaggio anche per ragioni sociali, avendo saputo della storia del cosiddetto “Eco-Mostro”.

Descrizione delle componenti

principali

Localizzazione stato: Italia Regione: Campania Provincia: Napoli

Comune: Meta di Sorrento Estensione comune: 2,25 km² Densità abitativa: 3 529,33 ab/km² Clima: Mediterraneo

Storia del territorio

La storia geologica della Penisola Sorrentino inizia 200 milioni di anni fa quando l'enorme continente chiamato Pangea cominciò a dividersi in due grosse masse continentali, Laurasia e Gondwana separate da un oceano denominato Tetide, costituito da grandi bassifondi denominati "piattaforme carbonatiche", simili alle attuali barriere coralline. Da queste enormi scogliere coralline e dai sedimenti deposti nei bacini che lo separavano, hanno preso origine le catene montuose italiane. In questo ambiente marino, lungo tutto il periodo del cretacico, avvenne una persistente sedimentazione della materia organica, che portò all’accumulo di una massa enorme di sedimenti. Dal periodo giurassico invece, l'oceano cominciò ad inverte il suo movimento e i due continenti cominciano a riavvicinarsi, portando ad una compressione dei sedimenti sul fondo del grande bacino marino. Ebbe così inizio la fase tettonica che portò alla formazione della catena appenninica e di quella alpina. Solo alla fine del "Cretacico" la

(25)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

piattaforma campano-lucana fu interessata dai movimenti tettonici e, sotto l'enorme spinta, emerse nella sua quasi totalità, migrando verso il centro del bacino e sovrapponendosi ai sedimenti di mare più profondo. Per circa 30 milioni di anni, questi sedimenti restarono al di fuori del dominio marino.

Dati geo-morfologici

e pericolosità

La Penisola Sorrentina rappresenta la parte finale della dorsale dei Monti Lattari, disposta trasversalmente alla catena appenninica. Questa Dorsale è costituita da una forte successione di rocce calcaree e dolomitiche (ex zona sommersa), che formano numerosi scogli e piccole isole sia sulla fascia costiera Sorrentina che quella amalfitana. Osservando invece il versante Sorrentino si rinvengono terreni costituiti da arenarie e marne che giustificano l’attuale geometria più morbida del paesaggio. A queste successione di rocce si alternano altre di origine deposizionale, costituite da tufi e piroclastici.

La particolare geomorfologia del territorio ha condizionato la distribuzione demografica ad insediamenti urbani, più concentrati sui ripiani a morfologia regolare.

La ripida topografia delle coste e dei fondali, cui molto spesso si associa una elevata energia del moto ondoso, rende molto complicata la realizzazione di condotti sottomarini, con conseguenti ripercussioni sia economiche che ecologiche.

Pericolosità: La pericolosità legata al territorio è essenzialmente di carattere idrogeologico, ovvero da Frana di tipo da crollo per le falesie sia tufacee che calcaree e/o da colata rapida che interessa la sola copertura in terreni vulcanoclastici.

L’azione del moto ondoso sulla linea di costa determina in aggiunta una pericolosità da mareggiata ed erosione costiera.

Rischi

Rischio di erosione costiera: a causa delle caratteristiche idrogeologiche, le coste campane presentano notevole fragilità. Il problema è aggravato dalla forte urbanizzazione dell’area (sia legale che abusiva), che ha trasformato la struttura di circa il 50% delle coste. In Campania infatti, si registrano 29 km di costa di nuova occupazione, cioè il 16% dell’intera urbanizzazione. Ad Alimuri le recenti mareggiate hanno portato alla scomparsa dell’ultimo lembo di sabbia esistente nella zona, con conseguenti danneggiamenti sia degli stabilimenti balneari che delle imbarcazioni ormeggiate. I maggiori danni si sono registrati nella località della Conca dove l’omonimo ristorante, al centro della marina di Alimuri, è stato completamente allagato in seguito alla distruzione dei pali e dei tavolati messi a protezione dell’ingresso del locale.

Nonostante ciò, l’accaduto sembra passare inosservato senza suscitare l’interesse di alcuno, mentre, metro dopo metro, la cosa di Meta continua a perdere l’arenile. In queste condizioni oltre ad essere messo a rischio

(26)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

l’equilibrio ambientale della zona, viene intaccata anche l’economia e il turismo.

Rischio idrogeologico: nel 1963 la Sovraintendenza per i beni culturali e Artistici di Napoli diede l’autorizzazione per costruire una lussuosa struttura sul mare di Alimuri, autorizzazione che fu poi revocata nel 1971 e in seguito riconcessa. Nel 1986 i lavori furono nuovamente interrotti per consentire il consolidamento del costone roccioso. Oggi quell’edificio è un punto ad alto rischio, con elevata pericolosità di caduta dei massi dal costone, pertanto l’Autorità di Bacino del Sarno inserisce il costone roccioso e l’area retrostante la struttura fra le zone ad alto rischio idrogeologico.

Tutta la costa è comunque interessata da un rischio frana elevato/molto elevato (Frane a cinematica rapida).

Rischio mareggiate: Dal 2009 ad oggi ci sono state numerose mareggiate, che hanno portato alla distruzione totalmente o parziale dell’edificato nei pressi della costa. Pertanto la Regione ha varato un progetto “Coste sicure”, con l’intento di poter investire in progetti di difesa della linea di costa e degli arenili lungo di essa.

Confronto tra ieri e

oggi

Nel confronto con l’attuale sicuramente si evidenzia una forte antropizzazione, dato nella modificazione della linea di costa con la realizzazione di pennelli artificiali a protezione dell’urbanizzazione fortemente impattante degli anni ‘60/’70.

Resilienza

I comuni di Meta e Vico Equense collaborano per la risoluzione di problemi comuni.

I comuni hanno a disposizione un totale attivo di circa 3 milioni di euro, utili per intervenire in opere di salvaguardia ambientale e tutti i cittadini possono accedere ai piani delle attività pubbliche, secondo quanto sancito dalla modalità “Amministrazione trasparente”.

A fronte dei rischi a cui l’area è soggetta, è importante stabilire misure di sicurezza, prevenzione e assistenza (sanitaria e logistica), nonché un piano di evacuazione.

La penisola sorrentina dispone soltanto di 2 strutture per l’assistenza medica, insufficienti per una popolazione di circa 10 milioni di abitanti. Occorrerebbe pertanto costruire un nuovo centro ospedaliero, ma vista la mancanza di spazi edificabili, sarebbe opportuno creare almeno dei centri di pronto soccorso, realizzati con strutture leggere che non arrechino notevole impatto antropico.

Un altro punto fondamentale per poter rendere Alimuri resiliente è l’ideazione di un piano di evacuazione efficiente ed efficace. Purtroppo le vie di evacuazione percorribili sono soltanto due, che in caso di cataclisma, risulterebbero insufficienti o addirittura pericolose. A tal proposito si propongono delle soluzioni alternative, come l’insediamento di piccoli

(27)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

eliporti in diversi spazi o sui tetti di quei palazzi che riescono a sopportarne il peso, oppure la progettazione di vie di fuga via mare utilizzando gommoni (porto di Marina Grande).

Sarebbe inoltre opportuno costruire frangiflutti per ridurre il rischio mareggiate e ridurre l’erosione provocata dal moto ondoso.

Indipendentemente dai pericoli che incombono sulla zona, dobbiamo attivarci per la costruzione di un percorso turistico responsabile. Esso consiste nell’utilizzo di pannelli informativi per sensibilizzare i cittadini sui rischi ambientali e sui comportamenti da rispettare per rendere più sicura la zona. Bibliografia e sitografia http://www.tuttitalia.it/campania/71-meta/rischio-sismico/ http://www.difesa.suolo.regione.campania.it http://www.puntacampanella.org/aspetti-geologici-punta-campanella http://www.virtualsorrento.com/it/territorio/geologia/storiageologica1.htm http://ipf.ov.ingv.it http://www.sito.regione.campania.it http://www.sorrentoedintorni.it/898-meta-alimuri-la-spiaggia-che-scompare.htm http://it.m.wikipedia.org/wiki/Vico_Equense http://www.puntostabianews.it/in-evidenza/item/38840-meta,-violenta-mareggiata http://www.corsoitalianews.it/mreggiata-allalimuri-danneggiato-il-locale-il-verricello http://vicoequenseonline.blogspot.it/2008/11/spiaggia-sommersa-dalle-onde-sos-per.html

Elaborato dalla classe V°B: Daniele Amato De Serpis, Diego De Gregorio, Alessandro Bianco, Antonio Lombardi, Vittorio Ciotola e Gianluca Marra

(28)
(29)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

Scheda 2

Paesaggio

Castello di Baia - 2018

Opera

“Il Tramonto sul castello di Baia” - 1833

Descrizione del quadro

Titolo: Il Tramonto sul castello di Baia Luogo: Museo Correale, Sorrento Dimensioni: 1034x734 cm Composizione: Olio su tela - 1833

Analisi critica: In questo dipinto è possibile osservare in alto a destra l’antico castello Aragonese che è posto a 51 metri dal livello del mare. Al centro della composizione è visibile un antico veliero, dietro il quale si

(30)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

può notare, grazie alla tecnica del Gouache (Guazzo), la presenza di un tramonto. Da qui «il tramonto sul castello di Baia». Inoltre, come elemento naturale vi è il golfo delineato da un’ampia spiaggia.

Autore

Anton Sminck van Pitloo (Arnhem, 21 aprile 1790 – Napoli, 22 giugno 1837), è un pittore olandese (l'esatta dizione del nome è Pitlo, egli aggiunse a Napoli una seconda «o» al cognome probabilmente per sottolineare l'origine straniera) considerato il capostipite della scuola di Posillipo, nonché maestro di Giacinto Gigante, uno dei maggiori esponenti della scuola. Infatti nel 1815 si trasferì a Napoli, dopo aver vissuto per 4 anni a Roma, (dove ebbe diverse committenze da Luigi Napoleone e dal re Guglielmo d’Olanda) e da qui intraprese molti viaggi per visitare il Regno delle Due Sicilie, effettuando piccoli studi sulle impressioni paesaggistiche. Nel 1820 fondò una scuola di paesaggio a Napoli, frequentatissima da italiani e stranieri e grazie ai suoi indiscussi meriti in ambito didattico, nel 1822 venne nominato professore onorario al Real Istituto di Belle Arti. Il grande contributo di Pitloo all’insegnamento accademico della pittura di paesaggio permise la formazione della Scuola

di Posillipo.

La novità ascrivibile a Pitloo sta nell'essersi definitivamente staccato dalla resa del dato puramente veristico ed illustrativo e dalla tradizionale pittura di paesaggio, da lui indirizzata verso sentieri di aggiornata modernità.

Spinse i suoi allievi a ritrarre la natura dal vero, per far emergere l’impressione immediata del luogo, donando al paesaggio una accezione nuova e romantica permeata da un naturalismo mediato dalla soggettività dell’autore.

Motivazione della scelta

Il quadro è stato scelto in quanto il paesaggio, illuminato dal chiarore solare, risulta incredibilmente suggestivo grazie anche all’imponenza del castello che si erge sulla montagna. Inoltre, Baia è legata alla presenza di resti archeologici di notevole valore storico e artistico.

Descrizione delle componenti

principali

Localizzazione stato: Italia Regione: Campania Provincia: Napoli Comune: Bacoli

Estensione comune: 13,47 km² Densità abitativa: 1 960,88 ab/km² Clima: Mediterraneo

Storia del territorio

Secondo la leggenda, il suo nome deriva da Bajos, il nocchiero di Ulisse, che qui fu sepolto.

In epoca Romana (come testimoniano le lussuose ville), fu un luogo di riposo e villeggiatura dei patrizi romani, per la salubrità del clima e per la

(31)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

presenza di calde acque termali, ricercate per la cura delle malattie e per il benessere.

Nella baia di Pozzuoli, presso la piccola cittadina di Baia, è presente una vasta zona archeologica identificata nel bellissimo Parco Archeologico delle Terme di Baia.

Ma la particolarità che rende unica questa zona è la presenza di una città sommersa: negli anni, a causa del fenomeno bradisismico, il mare ha sommerso e conservato molti interessanti edifici del periodo romano. In particolare le lussuose ville ed edifici romani si trovano tra Punta Epitaffio e il promontorio del Castello di Baia, ad una profondità di 5-7 m.

La scoperta fu fatta durante la II guerra mondiale (anni ’40), grazie a foto aeree che evidenziarono la presenza dell’area archeologica del Portus Julius, nello specchio d’acqua antistante il lago Lucrino; ma solo negli anni ’60 fu avviata la prima campagna di rilevamento archeologico subacqueo e redatta la prima carta archeologica della città sommersa di Baia. Nello specifico furono trovati: una strada basolata fiancheggiata da edifici che si aprivano su di essa (uno dei quali fu identificato, due decenni dopo, come il ninfeo dell’imperatore Claudio). Tra gli altri resti significativi sono da segnalare il grande tempio di Diana, il tempio di Mercurio e quello di Venere. Più al largo, a circa 400 m dalla costa, sono stati trovati alcuni piloni in calcestruzzo, le Pilae, indicanti l’antica linea di costa. Nel 1969, a seguito di una mareggiata, affiorarono davanti Punta Epitaffio due sculture di eccellente qualità ancora al loro posto nell’abside di un edificio rettangolare (il Ninfeo).

Oggi Baia è famosa per la presenza di materiale artistico e storico ed è il più grande impianto della regione Campania per la depurazione di molluschi.

Dati geo-morfologici

e pericolosità

Il golfo di Baia, racchiuso tra i rilievi di punta Lanterna a sud (su cui è posto il castello Aragonese) e punta Epitaffio a nord, non è altro che un antico cratere vulcanico, risalente a circa 8400 anni e conservatosi solo per metà, essendo la sua parte ad Oriente sprofondata o del tutto erosa dal mare.

Su un promontorio a strapiombo sul mare, presso l'abitato, sorge l'imponente castello Aragonese, costruito nel 1495, forse sulle rovine del palazzo imperiale romano. Oggi, un grande emblema marmoreo della famiglia di Borbone sovrasta il caratteristico ingresso ad arco del castello stesso, memore della passata dinastia meridionale. Il castello tuttora ospita numerosi reperti di epoca romana rinvenuti nel mare circostante. Pericolosità: Siamo in un’area vulcanica (Campi Flegrei) e pertanto la principale pericolosità è di tipo vulcanico con annesso quello sismico.

(32)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO Rischi

Rischio Idrogeologico: per effetto dell’erosione costiera il rischio è notevolmente aumentato, comportando anche un rischio frane.

Rischio vulcanico con annesso quello sismico, che data la forte urbanizzazione degli ultimi 50 anni è sicuramente aumentato.

Rischio ambientale per la forte antropizzazione, anche di tipo industriale (diportistica) degli ultimi 30 anni.

Confronto tra ieri e

oggi

A differenza del quadro di Pitloo, questo paesaggio è stato soggetto ad alcuni mutamenti geomorfologici:

-costruzione di un porto.

-erosione marina (non a caso nel paesaggio non è presente la spiaggia, bensì una banchina.

-urbanizzazione (costruzione di abitazioni, locali, ecc), soprattutto nella zona adiacente il castello Aragonese.

Resilienza

‘’Resilienza è la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento’’. Prendendo spunto da quest’affermazione abbiamo proposto dei cambiamenti al fine di rendere Baia resiliente: analizzando i rischi interni (sismico, vulcanico e idrogeologico) e quelli esterni (condizioni climatiche), la densità abitativa, il contesto territoriale e la presenza turistica.

• Per la salvaguardia della costa si propone di porre delle scogliere per evitare mareggiate ed eventuale erosione costiera, mentre per preservare il suolo dall’erosione si propone l’utilizzo di reti di contenimento o l’impianto di alcune specie arboree con apparato radicale esteso (eucaliptus) oppure specie autoctone che hanno il duplice scopo di salvaguardare il suolo e di preservare colture tradizionali (il rischio si trasforma in risorsa).

• Per la mitigazione del rischio idrogeologico da frana e crolli, si potrebbero utilizzare reti paramassi in prossimità del castello Aragonese, essendo questo posto a 51 m sopra il livello del mare). • Per la risoluzione del problema dell’inquinamento marino, dovuto

alla presenza del porto (scarichi portuali) e dei suoi detriti, sarebbe auspicabile l’installazione di almeno due impianti di depurazione. Mentre per l’inquinamento delle spiagge libere (accessibili a tutti), presenti in loco, sarebbe opportuno assumere un sorvegliante che si occupi non solo della sorveglianza delle spiagge ma anche della presa di opportuni provvedimenti in caso di atti vandalici.

Anche la Cava di Lubrano rappresenta una vera e propria discarica, per evitare che il disagio aumenti si propone una bonifica del territorio, nonché una partecipazione al gruppo ‘’Free Bacoli’’ per la denuncia di questo disastro e la pubblicizzazione di questo progetto,

(33)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

dalle ottime iniziative di riqualificazione del territorio. Free Bacoli infatti è un progetto realizzato da un gruppo di cittadini che lottano per il bene del proprio paese, utilizzando le ultime forme di comunicazione libere esistenti (es. internet) dove si attuano forme di denuncia per le problematiche del territorio.

• Per l’incentivo al turismo si propone: la costruzione di attrazioni come quelli per bambini, (parco giochi), l’organizzazione di escursioni in mare o visite al castello Aragonese assumendo una guida turistica che riesca a coinvolgere i visitatori. Inoltre si potrebbero costruire anche pub e ristoranti

E importante che tutte le attrazioni e costruzioni rispettino i parametri di sicurezza, pertanto è indispensabile un preliminare studio geologico del territorio, finalizzato all’individuazione delle aree edificabili più idonee, compatibili con i criteri antisismici.

Bibliografia e sitografia https://it.wikipedia.org/wiki/Baia https://it.pinterest.com/pin/524528687828970793/ http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/cronaca/2009/30- luglio-2009/nuovo-disastro-bacoli-collettore-si-rompe-ancora-liquami-mare--1601617212026.shtml

Elaborato dalla classe V°D: Coppola Anna Maria, Fioretto Martina, Mangiapia Ciro, Bava Antonio, Ricciardi Martina, Alteri Ennio e Iliceto Ilenia.

(34)
(35)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO Scheda 3

Paesaggio

Amalfi – 2018

Opera

“Tempesta sul golfo di Amalfi”- 1835

Descrizione del quadro

Titolo: Tempesta sul golfo di Amalfi Luogo: Museo di Capodimonte, Napoli Dimensioni: 29x41 cm

Composizione: Olio su tela - 1835 circa

Analisi critica: Nell'opera è raffigurato il borgo di Amalfi con la sua spiaggia, durante una tempesta invernale. Si possono notare la pioggia che scroscia dalle nubi, che si perdono oltre l'orizzonte, e

(36)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

un'imbarcazione che sta tentando di rientrare per sfuggire alla imminente tempesta. Dalle nuvole riesce a filtrare un raggio di sole che illumina alcune case di Amalfi.

Il paesaggio rappresentato evoca sentimenti di malinconia da un lato, ma di piacevole sicurezza dall'altro, in quanto la barca dei pescatori è in procinto di rientrare, prima che la tempesta raggiunga il borgo.

Nel dipinto si osserva:

- una prospettiva occidentale con punto di fuga sul lato destro - una luce proveniente dall’alto e da destra

- un utilizzo di colori freddi, concentrati sul lato destro, per raffigurare il cielo e il mare e di colori caldi sul lato sinistro, per la montagna e le costruzioni, con venature di colore all’orizzonte che portano ad una pittura tonale.

Autore

Giacinto Gigante (Napoli, 1806 – 1876), pittore e cartografo italiano, fu uno dei massimi esponenti dei vedutisti della scuola di Posillipo. Nel 1820 iniziò a frequentare l’atelier di Hüber, paesaggista tedesco che gli insegnò l'utilizzo della «camera ottica», strumento con il quale era possibile ricalcare su foglio da disegno il perimetro del paesaggio che si intendeva ritrarre. Dopo gli esordi come disegnatore cartografico, Gigante si avvicinò alla pittura dell'olandese van Pitloo: fu proprio seguendo la strada tracciata dal maestro che egli contribuì a rinnovare la tradizione della pittura di paesaggio. Si mostrò attento alla componente emozionale dell'immagine, i suoi quadri sono animati da una grande intimità, dovuta alla scelta di raffigurare paesaggi con persone che compiono azioni quotidiane.

I campi visivi da lui adottati non sono mai ampi, bensì abbracciano sempre prospettive ristrette a piccoli spazi. È evidente il duttile uso della luce mediterranea, sapientemente plasmata nella "Tempesta sul golfo di

Amalfi", dove un raggio di sole riesce a squarciare le nubi e a illuminare

uno spicchio di mare, restituendo un'impressione di piacevole dolcezza, nonostante la burrasca.

Motivazione della scelta

Abbiamo scelto quest’opera in quanto Giacinto Gigante nei suoi dipinti fornisce una rappresentazione della realtà, senza alterazioni del paesaggio, ne introduzioni di elementi fantastici.

Il dipinto ci ha colpito perché ha messo in evidenza i rischi ai quali è esposta la città di Amalfi e in particolare a quello idrogeologico.

Siccome il turismo è la principale fonte di guadagno per gli amalfitani, è importante tutelare questa zona e i suoi abitanti analizzando i rischi e proponendo eventuali azioni di mitigazione.

(37)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO Descrizione

delle componenti

principali

Localizzazione stato: Italia Regione: Campania Provincia: Salerno Comune: Amalfi

Estensione comune: 5,7 km2

Densità abitativa del comune: 899,12 ab/km2

Clima: Caldo e temperato, con maggiori piovosità in inverno.

Storia del territorio

Dal 1997 la Costiera amalfitana è stata dichiarata dall’Unesco

“patrimonio dell’umanità”.

Amalfi, fondata da un gruppo di Romani, nasce come piccolo villaggio di pescatori, tra i monti Lattari e il Tirreno.

Gli Amalfitani, a ridosso della montagna che li isolava dagli agglomerati campani del golfo di Salerno, dovettero espandere le loro attività sul mare con il commercio, che si andò sempre più rafforzando, infatti la posizione strategica in cui sorgeva Amalfi, tra le montagne e il mare, fece acquisire al piccolo agglomerato una notevole importanza in campo marittimo.

Lo sviluppo urbanistico dell’abitato di Amalfi e delle aree circostanti è legato principalmente al periodo della Repubblica Marinara, tra il IX e il XII secolo, in cui Amalfi divenne un Ducato. Fu la più antica e, per 2 secoli, la più potente fra le repubbliche marinare.

Dati geo-morfologici

e pericolosità

L’ossatura morfologica presenta una successione di rocce calcaree e dolomitiche. Al di sopra di questo substrato si nota una copertura di origine vulcanoclastica (tufi e piroclastiti). La presenza di questi materiali deriva dai centri vulcanici vicini (Somma - Vesuvio e Campi Flegrei). Inoltre l’accumulo di pomici e ceneri, trasportate da correnti eoliche, spiega la presenza di terreni soffici e friabili.

L’area meridionale presenta ripidi pendii lungo i quali scorrono corsi d’acqua. Tale configurazione può dar luogo a numerose alluvioni, con conseguenze spesso catastrofiche.

La geomorfologia dei fondali marini è collegata a quella delle aree emerse. Strette piattaforme rocciose scendono a strapiombo fino a grandi profondità marine (anche -400 m). Sono presenti canaloni e vallate formatisi in seguito a fratture ed erosione marina. La presenza di materiale detritico depositato dalle acque dei ruscelli, unito ai residui delle ingenti frane, ha prodotto una fascia sabbiosa. La linea di costa risente di fasi alterne di regressione e progressione.

Le fasce marittima e collinare presentano un paesaggio agrario, caratterizzato da terrazzamenti con muri a secco di pietrame calcareo. Questi hanno il compito di trattenere il suolo in modo da evitare eventuali frane da scivolamento.

(38)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

Pericolosità: La costiera amalfitana per la sua struttura lito-strutturale presenta una pericolosità idrogeologica molto elevata. Nel comune di Amalfi l’indice di pericolosità frane è dell’88%, si tratta di frane da crollo del materiale roccioso calcareo e da colate rapide delle coperture piroclastiche che in caso di forti ed intense piovosità possono in taluni casi ostruire i corsi d’acqua dando origine ad eventi alluvionali devastanti, come quello del 1954 che ha causato 318 morti, 250 feriti e 5000 sfollati.

Rischi

Dopo un’attenta analisi, si può notare che la Costiera amalfitana è esposta a numerosi rischi:

1. Rischio idrogeologico da frana del tipo crollo e colate rapide, per le caratteristiche litologiche e strutturali del territorio, particolarmente instabile.

2. Rischio erosione costiera;

3. Rischio tsunami, dovuto all’elevata esposizione morfologica.

Confronto tra ieri e oggi

Analizzando il territorio amalfitano su un arco temporale di circa 200 anni, si può notare come il valore esposto sia aumentato in seguito ad una forte urbanizzazione ed alla costruzione del porto.

Per prevenire i danni causati dalle forti mareggiate, sono state collocate scogliere in prossimità della costa.

Resilienza

Analizzando il “caso Amalfi” (background, morfologia e rischi idrogeologici) è stato ideato un progetto per rendere Amalfi resiliente; esso prevede la messa in sicurezza del territorio, in particolare dal rischio idrogeologico, e un miglioramento dei mezzi di soccorso.

Il punto di partenza è stato il confronto con un territorio, quello della valle del Dragone di Atrani che presenta molte analogie con quello in analisi e che è stato oggetto di osservazione diretta.

In passato la cittadina di Atrani ha attuato un piano di resilienza che prevedeva l’uso di terrazzamenti lungo i pendii montani, realizzati con muri a secco, per attenuare la pendenza delle alture, con conseguente diminuzione del rischio da frana. La scelta del muro a secco è stata giustificata dal fatto che alle spalle di quest’ultimo vi era terreno coltivabile che in caso di pioggia assorbiva l’acqua piovana; se il muro non fosse stato a secco, il terreno imbibito avrebbe raggiunto un peso tale da farlo crollare e creare danni, ancor più gravi di quelli provocati da una frana. Infatti i muri a secco sono costruiti con massi la cui dimensione aumenta sul lato esterno, in modo da permettere il passaggio solo all’acqua e non al terreno ed ai detriti.

Un altro provvedimento in favore della resilienza si è avuto con la creazione di piccole strade che sboccano drittamente a mare, che in caso di grandi piogge, fungono da canali per la raccolta delle acque

(39)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO meteoriche.

Data la comprovata efficienza di queste opere di resilienza adoperate nel passato, sarebbe opportuno ripristinarle attuando, però, una assidua manutenzione. In tal senso potrebbe essere utile l’aiuto di anziani contadini che, conoscendo l’antica tecnica della costruzione dei muri a secco, potrebbero mettere le loro competenze al servizio delle nuove generazioni, magari nell’ambito di progetti finanziati da PON, FESR, POR, al fine di avere un’ottima ricaduta sia sul piano sociale (relazioni tra vecchie e nuove generazioni) che occupazionale (creazione di nuovi posti di lavoro). Si è pensato inoltre di creare o ricreare delle fitte aree boschive in prossimità della valle delle Ferriere, allo scopo di attenuare gli effetti di eventuali frane. Ciò potrebbe essere realizzato, con una ottimizzazione della spesa pubblica, aderendo al progetto della Q8, che ha già realizzato diverse piantumazioni di “specie autoctone arboree e arbustive, coerenti con la vegetazione potenziale del luogo e nel rispetto di un paesaggio dichiarato dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”.

Bibliografia e sitografia

AA.VV., All’ombra del Vesuvio. Napoli nella veduta europea dal

Quattrocento al Cinquecento, Electra Napoli – Elemond, 1990.

www.fedoa.unina.it/1074/1/Tesi_di_dottorato_Biscarini_Chiara.pdf www.amalficoast.com www.univeur.org/integratiosta/-id=&id_art=455.htm www.ilmeteo.it www.adnkronos.com – www.vesuviolive.it www.youreporter.it www.campaniameteo.com/salernometeo/Amalfimaregiata.htm www.cielomareterra.org www.salernotoday.it/green/comune-amalfi-piantumazione http://www.cielomareterra.org/node/142

Elaborato dalla classe V°B: Camilla Agizza, Andrea Agizza, Camilla Palma, Gilda Mazzella, Roberta Pisano, Chiara Ramaglietta, Martina Conte e Lidia Vecchione.

(40)
(41)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO Scheda 4

Paesaggio

Vesuvio da via Caracciolo – 2018

Opera

“Eruzione del Vesuvio del 1779”

Descrizione del quadro

Titolo: Eruzione del Vesuvio del 1779 Luogo: Museo di Capodimonte, Napoli

(42)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO Dimensioni: 64,5x87 cm

Composizione: olio su tela

Analisi critica: L’opera raffigura il Vesuvio, durante l’eruzione del 79d.C.,

con bombe di lava e nuvole di gas cariche di cenere. La scena viene

ritratta da Posillipo, di fronte al Vesuvio, in modo che la notevole distanza permetta la rappresentazione dettagliata e completa del fenomeno naturale.

Autore Jacob Philipp Hackert (Prenzlau, 15 settembre 1737–San Pietro di Careggi

,28 aprile 1807) è stato un pittore tedesco.

Motivazione della scelta

Il quadro è stato scelto perché riproduce un fenomeno naturale che ha colpito la nostra terra

Descrizione delle componenti

principali

Localizzazione stato: Italia Regione: Campania Provincia: Napoli Comune: Napoli

Estensione comune: 117,27 Km2 Densità abitativa: 8246,52 ab/km2 Clima: Mediterraneo

Storia del territorio

Il Vesuvio esercita la sua influenza sul paesaggio e sulla popolazione, da sempre abituata a convivere con questo vulcano. Qui si trovano gli scavi archeologici di Pompei, la straordinaria antica Herculaneum e la piccola e affascinante Oplontis a Torre Annunziata, resti di antiche città sopravvissute ai disastri ambientali avvenuti sul territorio vesuviano e che ancora oggi presentano la più alta densità abitativa d’Europa.

Dati geo-morfologici

e pericolosità

ll Vesuvio fa parte del sistema montuoso Somma-Vesuviano. È situato leggermente all'interno della costa del golfo di Napoli, a circa 10km a est del capoluogo campano. Il Vesuvio si stacca nettamente dalla piana su cui sorge. La sua base percorre, all’incirca, una circonferenza di 50 km, mentre il diametro della bocca del suo cratere è di circa 500 m. La vetta, di altezza variabile a seconda del cono, è approssimativamente a 1.281 m sul livello del mare.

La vegetazione è quella tipica della macchia mediterranea (mirto, corbezzolo, alloro, vilburno e rosmarino), insieme ad alcune pinete. La Zona del Somma, invece, essendo molto più umida è caratterizzata da boschi misti, costituiti da: roverella, acero napoletano e robinia.

Sulle pendici del vulcano, radicate nelle lave più vecchie, sono cresciute anche le Ginestre, e alcuni tipi di Orchidee.

Pericolosità: Il comportamento del Vesuvio nel corso della sua storia è stato caratterizzato dall’alternanza tra periodi di attività eruttiva, con

(43)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

condotto del vulcano aperto, e periodi di quiescenza, a condotto ostruito, caratterizzati da assenza di attività eruttiva e da un accumulo, in una camera magmatica, di magma proveniente dal profondo. Essi si concludono generalmente con un’eruzione esplosiva che è tanto più violenta quanto più lungo è stato il periodo di quiescenza che l’ha preceduta. A questi eventi esplosivi seguono periodi di attività eruttiva a condotto aperto, con il magma che riempie il condotto e raggiunge generalmente il fondo del cratere.

Alla luce del comportamento passato del Vesuvio si ritiene che l’eruzione del 1944 abbia segnato la fine di un periodo di attività eruttiva a condotto aperto (che durava fin dalla grande eruzione del 1631) e l’inizio di un periodo di quiescenza a condotto ostruito. Questi dati suggeriscono che il vulcano può riprendere la sua attività eruttiva e che se un’eruzione avverrà nelle prossime decine di anni, potrà essere di tipo esplosivo, pertanto il Vesuvio è un vulcano altamente pericoloso.

Esiste un “Piano di evacuazione Rischio Vesuvio” messa a punto dal Dipartimento Protezione Civile della Regione Campania, nel 2014, che investe in maniera diretta 25 comuni del vesuviano (Zona Rossa) e indirettamente altri 63 comuni (zona gialla) dell’area Agro-sarnese e stabiese, che contempla le procedure per una pronta evacuazione e indica le relative vie di fuga.

Rischi

Rischio vulcanico: Il Vesuvio è certamente uno dei vulcani più pericolosi al mondo. Pertanto il principale rischio che interessa la zona vesuviana è quello vulcanico, con annesso il rischio sismico e il rischio maremoti. La tipologia di rischio vulcanico è funzione del tempo di quiescenza del vulcano. È ipotizzabile infatti che in un’eventuale ripresa dell’attività eruttiva, questa si possa manifestare attraverso una fase esplosiva con formazione di una nube ardente, una “chioma di pino”, che collassando su se stessa, investe le zone circostante con ceneri e lapilli (colata piroclastica).

All'attività vulcanica è legato il rischio maremoti, che è connesso all’energia liberata durante l'eruzione e all’eventuale movimentazione del materiale roccioso sospeso sulle pendici sommerse del vulcano (eventuali frane sottomarine).

Rischio Idrogeologico: il Vesuvio si presenta morfologicamente come un rilievo montuoso con versanti acclivi in materiale da roccioso (lava) a semi-consolidato (coperture piroclastiche), determinando un rischio idrogeologico da frana, del tipo crollo e/o colata rapida.

Confronto tra ieri e

oggi

Rispetto a oltre due secoli fa l’antropizzazione del territorio vesuviano, in considerazione anche del periodo di quiescenza del vulcano, che ha superato i 50 anni, ha modificato notevolmente il paesaggio, inducendo

(44)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO ad un aumento dei rischi connessi.

Resilienza

Per rendere il Vesuvio una zona resiliente si devono utilizzare alcune misure di prevenzione, tra le quali ricordiamo:

• il divieto di costruire in zone a rischio vulcanico;

• la progressiva riduzione degli insediamenti nelle zone che siano già occupate dalla popolazione;

• il perfezionamento di piani di evacuazione, da attuare quando si verificano eventi precursori della ripresa dell’attività eruttiva; • interventi di informazione e di educazione alla popolazione delle

zone a rischio;

• Interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, ovvero opere di difesa suolo per frane da crollo e/o colate rapide.

Bibliografia

e sitografia www.wikipedia.it

Elaborato dalla classe V°A: Martina Passaro, Piergiorgio Tuccillo, Michele Perna, Andrea Colombo, Fabio Fontana, Matteo Ammirati e Lorenza Castellano.

(45)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO Scheda 5

Paesaggio

Ponte della Maddalena, Napoli – 2018

Opera

“Un'eruzione del Vesuvio con il Ponte della Maddalena” – 1777

Descrizione del quadro

Titolo: Un'eruzione del Vesuvio con il Ponte della Maddalena Luogo: Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli, Campania. Composizione: Olio su tela- 1777

Analisi critica: Sullo sfondo si erge il Vesuvio nel pieno di un'eruzione, con la lava che scorre lungo i pendii del vulcano, verso la città; in primo piano vi è raffigurato il “ponte della Maddalena”, colmo di gente che tenta di fuggire, magari attraverso il golfo, dove sono ancorate due barche.

(46)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO Autore

Pierre-Jacques Volaire (Toulon 1729- Napoli 1799), fu un pittore francese, nato in una famiglia di artisti. Dal 1754 al 1762, fu il collaboratore di Claude Joseph Vernet per la sua serie di Ports de France, che influenzò parte delle sue produzioni, soprattutto quelle marine. Nel 1762 divenne membro dell’Accademia di San Luca e Cavaliere, a Roma. Nel 1767, la concorrenza nel mercato dell'arte lo indusse a stabilirsi a Napoli, dove rimase per sempre. Si dedicò alle rappresentazioni del Vesuvio in eruzione, da diversi punti di vista e in diversi formati, poiché in quel periodo il vulcano era ancora in piena attività e pertanto fonte di attrazione di viaggiatori del " Gran Tour" (inglese, francese, tedeschi, russi), che costituirono la principale clientela dell'artista. Volaire modificò il concetto di paesaggio di stile neoclassico di Vernet, a favore di uno più pre-romantico, per i colori e la rappresentazione del dramma.

Motivazione della scelta

Ci siamo proposti di analizzare i rischi relativi alla zona vesuviana in relazione alla pericolosità dell'area, alla vulnerabilità e all'elemento esposto per fare un confronto tra il passato e il presente e stabilire come rendere la zona resiliente.

Descrizione delle componenti

principali

Localizzazione stato: Italia Regione: Campania Provincia: Napoli Comuni: zona Vesuviana Estensione area: 356,03 km² Densità abitativa: 2269 ab/km2

Clima: Caldo e temperato, con maggiori piovosità in inverno.

Storia del territorio

L'attività vulcanica nell'area del Somma-Vesuvio è iniziata almeno 400.000 anni fa, come dimostrato dall’età di alcune lave ritrovate in perforazioni profonde a 1.345 m. La storia dell'apparato vulcanico Somma-Vesuvio risale a circa 25.000 anni fa.

La prima eruzione documentata storicamente è quella di Pompei del 79 d.C. Successivamente si sono avute almeno due eruzioni sub-pliniane: l'eruzione di Pollena (avvenuta nel 472 d.C.) e l'eruzione del 1631, ed una serie di piccole eruzioni effusive ed esplosive a bassa energia, che hanno dato colate di lava lungo i fianchi occidentali e meridionali del vulcano e livelli di scorie stromboliane di età medievale.

Dopo l'eruzione del 1631 e fino al 1944 il Vesuvio è stato caratterizzato da attività a condotto sostanzialmente aperto. In questo periodo sono stati distinti 18 cicli stromboliani, separati da brevi periodi di assenza di attività, mai superiori a 7 anni e ciascuno chiuso da violente eruzioni dette eruzioni "finali". Internamente a ciascun ciclo si sono verificate frequenti eruzioni prevalentemente effusive, dette eruzioni "intermedie". L'eruzione del 1906 (eruzione "finale") rappresenta la manifestazione più violenta

(47)

IL PAESAGGIO: TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE MARINO COSTIERO

dell'attività del Vesuvio nel '900. L'eruzione del 1944, una eruzione "terminale" a carattere sia esplosivo che effusivo (eruzione mista), è stata l'ultima in ordine di tempo ed ha segnato il passaggio del vulcano ad uno stato di attività a uno di quiescenza a condotto ostruito.

Una menzione merita anche l’area del ponte della Maddalena (foce del fiume Sebeto), uno dei più antichi ponti di Napoli, raffigurato nel quadro. Conosciuto fin dall’ epoca normanna, come il pons padulis, il ponte fu chiamato della Maddalena in onore di Santa Maria Maddalena (alla quale è dedicata una chiesa che si trovava nei pressi del ponte). Nel XVIII secolo il ponte era formato da cinque grandi arcate (con quella centrale più ampia), con all’ingresso due grandi edicole sacre, alquanto simili e formate da colonne di marmo bianco con un frontone triangolare: la prima, posta sulla destra, è dedicata a San Gennaro, la cui statua (del 1768), edificata per la scampata eruzione del Vesuvio del 1767 in cui la lava si fermò a poca distanza dal ponte, mostra un braccio teso verso il vulcano, come ad intimare alla lava di arrestarsi al fine di proteggere la città; quella di sinistra, attualmente inglobata in un edificio, è dedicata a San Giovanni Nepomuceno, protettore dalle alluvioni e dagli annegamenti.

Nel 1875 il ponte fu restaurato ed abbassato per consentire un servizio di omnibus tra Napoli, Largo San Ferdinando e Portici. Prosciugate le paludi e scomparso il fiume, la zona subì una edificazione selvaggia, fino ad arrivare all’attuale conformazione, densamente abitata e molto trafficata, in cui il ponte esiste solo nella toponomastica della città.

Dati geo-morfologici

e pericolosità

Il Vesuvio, o più propriamente il Somma-Vesuvio, è un strato-vulcano di medie dimensioni che raggiunge un'altezza massima di 1.281 m s.l.m. Esso è cresciuto all'interno della caldera venutasi a creare dopo lo sprofondamento del più vecchio vulcano del Monte Somma.

L'edificio originario del Monte Somma doveva raggiungere circa 2000 m. Il collasso dell'edificio ha lasciato una depressione di forma approssimativamente ellissoidale (caldera) ad estensione E-W, il cui asse maggiore misura 4,9 km ed il suo asse minore misura 3,4 km, e con un'altezza massima di 1132 metri, il cui orlo è ben visibile nella porzione Settentrionale dell'edificio, unico versante sopravvissuto alle fasi di demolizione causate dalle eruzioni pliniane.

L'area che separa il Monte Somma dal Vesuvio è denominata Valle del Gigante (divisa in Atrio del Cavallo a sud e Valle dell'Inferno a nord). Il cono del Vesuvio si è accresciuto all'interno della caldera, secondo la teoria più accreditatadopo l'eruzione pliniana del 79 d.C. (eruzione di Pompei) e ha raggiunto l'attuale morfologia negli ultimi 2000 anni di attività, assumendo una tipica forma a cono e arrivando ad un’altezza massima di 1.281 m.

Riferimenti

Documenti correlati

serimento ambientale delle infrastrutture; l’individuazione e divulgazione delle migliori esperienze a livello nazionale e locale per soluzioni di mitigazione e/o di compensazione

requires breaking a lower number of Si–O bonds compared to highly ramified structure characterized by Q 3 and Q 4 silicate units (Q designates ‘quaternary’ and n

Eventually, the solution leaves the collision heterocline before reaching the total collapse (which is a saddle point) and it is subject to a sequence of two binary collisions close

In tale ottica si propone un corso sul Recupero ambientale, le cui finalità sono quelle di introdurre i principi del recupero ambientale secondo l’Ecologia del Paesaggio, le basi

Attraverso la sperimentazione nella scuola dell’infanzia abbiamo potuto studiare alcune potenzialità e limiti delle attività con l’ape- robot per lo sviluppo

The average efficiency difference between data and MC is computed to be 0.5% by weighting the efficiency difference found in the control sample according to the momentum of the kaon

The structure of the Markov chain model as applied to land use change involves a vector with dimension (where represents the number of states, in this case land use