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Il ritorno del greco in Occidente (sunto)

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Academic year: 2021

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I l r it o r n o d e l g r e c o in Oc c id e n t e

(prof. Giovanni Tarditi, dell’Università cattolica del S. Cuore, 19 no­ vembre 1979, salone della Camera di Commercio).

Sono sporadiche le conoscenze del greco in Occidente tra la fine del-1 Impero Romano e il primo Medio Evo. Isole di lingua greca si trovano nel-1 Italia Meridionale e in Sicilia, una modesta scuola di greco serve alla Corte pontificia per mantenere i rapporti con l’impero e con la Chiesa di Bisan­ zio. Un primo ritorno della cultura ellenica in Occidente può essere indivi­ duato nel XII e nel X III sec.: si tratta di versioni letterali, parola su pa­ rola, di qualche testo di Aristotele, di opere di matematica, di astronomia, di medicina utilizzate come strumento di lavoro per l’elaborazione delle arti del Trivio e del Quadrivio, e della filosofia scolastica.

Le repubbliche marinare, specie Venezia, creano nuovi legami, sia pure a scopi puramente commerciali, con l’Oriente bizantino. Intanto, col Tre­ cento, la società italiana si rinnova e il nuovo clima prepara il sorgere del fe­ nomeno dell Umanesimo. L ’interesse umanistico per la cultura della Grecia antica, vista come quella di un mondo da recuperare, ne ha salvato il patri­ monio nel momento in cui la caduta di Costantinopoli e la pressione dei Turchi verso l’Egeo avevano messo in pericolo la sua sopravvivenza: quasi tutte le opere antiche che si erano conservate in Oriente arrivano anche in Italia per l’interesse e l’entusiasmo che destano tra i nostri studiosi. Non sf'Io principi e papi, ma anche singoli privati, arricchiscono le loro biblio­ teche di manoscritti greci. I rapporti tra la Creta veneziana, dove fioriva 1 attività dei copisti di codici, e l’Italia si fanno più stretti. Verso la fine del Quattrocento, quando ormai è giunta anche in Italia l’arte della stampa, Aldo Manuzio apre a Venezia la sua famosa tipografia e crea un circolo di ellenisti. Da questo circolo partiranno poi studiosi che diffonderanno la conoscenza del greco in Spagna e in Francia. Il soggiorno veneziano di Erasmo, ospite di Aldo che lo introduce nella sua cerchia di letterati, è un episodio di capitale importanza per la diffusione del greco in Europa, grazie al prestigio di cui gode il dotto e brillante umanista in tutto il mondo occidentale.

Col Cinquecento lo studio di questa lingua si consolida in Inghilterra, entra nella Germania del sud, ma la cultura umanistica, nonostante la rile­ vanza di Melantone, è osteggiata dalla Riforma luterana. Se in Italia, con il primo trentennio del Cinquecento, l’interesse per la letteratura ellenica inco­ mincia a declinare, la Francia, grazie al mecenatismo di Francesco I, diventa

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il maggior centro di irradiazione umanistica del Rinascimento. Figure come il Budé e il Dorat, istituzioni come il Collège royal (poi Collège de France) e la Typographie royale, specializzata nella stampa dei classici greci, l’opera di una famiglia quale gli Étienne, che lavorano a Parigi e a Ginevra, sono determinanti per l’affermazione del greco nella cultura europea. Con la metà dei secolo nasce neU’ambito del Collège un movimento di poesia dotta, la Ple­ iade, che vuol dimostrare che il patrimonio classico è stato così assimilato che la letteratura francese può entrare in gara anche con gli antichi Greci. Il ri­ torno del greco in Occidente è ormai un fatto compiuto.

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