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POSSO GIOCARE CON TE? Influenze sull'identità infantile

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Academic year: 2021

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Tesi di Bachelor 2013

Simona Giacomini

Bachelor of Arts in Comunicazione visiva

POSSO GIOCARE CON TE?

Influenze sull'identità infantile

Relatori: Ursula Bucher, Matteo Vegetti

1. Character design

1. Studio delle espressioni del protagonista Enea.

2.Character design

2. Studio delle posizioni assunte dal protagonista Enea.

4. Rientro a casa

3. L'amico Filippo racconta che la sorella lo obbliga a giocare al tè. Lui fa lo scocciato, ma in realtà gli piace da matti. Tavola all'interno del libro, tecnica: acrilico su carta.

3. Filippo gioca al tè

4. Enea dopo aver ascoltato le esperienze dei suoi amici torna a casa felice.

Tavola all'interno del libro, tecnica: acrilico su carta.

5. Posso giocare con te?

6. La sorella ha preso in giro Enea, che triste se ne va via di casa.

Tavola all'interno del libro, tecnica: acrilico su carta.

6. Tristezza

5. Prima di copertina: in cui viene mostrato il protagonista e l'oggetto dei desideri. I sentimenti del protagonista, però, non si riescono a definire.

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www.supsi.ch

Abstract

Questa tesi è partita da una riflessione sull’omosessualità. Al principio volevo

affrontare il tema attraverso un’analisi delle famiglie omogenitoriali, nuclei familiari

composti da due genitori del medesimo sesso. Ho pensato che lavorando

direttamente sulla concezione che i bambini hanno di nucleo familiare sia possibile

riuscire a comunicare in modo chiaro, ma non traumatico, l’esistenza di coppie

omosessuali. Leggendo, però, libri su questa tematica, ho realizzato che il problema

del tabù omosessuale ha origini sulla confusione del tema dell’identità sessuale.

L’obiettivo di questa tesi è circoscrivere il problema dell’omofobia e delle

sue relative declinazioni, quali il bullismo omofobo.

Il mio target sono i bambini tra i sei e i nove anni, è una fase di sviluppo in cui sono molto influenzabili da fattori esterni, quali genitori,

insegnanti e media.

Nello specifico il mio target principale sono i bambini provenienti dalle “famiglie omofobe”, per cui l’omosessualità è un tabù o viene nominata solo attraverso un’accezione negativa e spregiativa del termine; oppure i bambini provenienti da tipologie di nuclei familiari che non contemplano la possibilità di orientamenti sessuali che fuoriescono dai canoni tradizionali di famiglia: composti da un uomo, una donna e prole. Questi bambini sono il target più soggetto a comportamenti omofobi, perché ci sono alte probabilità che l’omosessualità per loro sia un tabù. Se avessi creato un prodotto che parla direttamente di omosessualità non avrei avuto la possibilità di raggiungere questo preciso pubblico, motivo per cui ho indagato a fondo per arrivare all’origine degli atteggiamenti omofobi, origine che si ritrova nella paura dell’ambiguo, delle sfumature e del “diverso” all’interno dell’identità sessuale.

Ho realizzato un libro per l’infanzia che ha per tematica principale il ruolo di genere (comportamento che si addotta rispetto al proprio sesso biologico all’interno dell’ambito sociale) attraverso le attività ludiche dei personaggi. Quando il ruolo di genere non è ben definito nascono delle ambiguità per cui un individuo può essere vittima di scherno; il ruolo di genere, attraverso stereotipi radicati nel pensiero comune, viene confuso spesso con l’orientamento sessuale. Per esempio un bambino con atteggiamenti o preferenze verso attività femminili viene subito etichettato come omosessuale.

Il libro affronta anche una serie di tematiche secondarie relative alla diversità, alle famiglie omogenitoriali, all’omosessualità, all’identità infantile, all’identità di genere ed agli stereotipi; la preferenza di trattare questi temi su un livello secondario è dovuta alla scelta del target primario, per cui questi temi sono spesso un tabù. Affrontare tali argomenti trasversalmente, pertanto, potrebbe dargli un’accezione di “normalità” stigmatizzando il tabù ed evitando, inoltre, di dargli una eccessiva importanza una connotazione morale.

Il risultato è un prodotto rivolto ai bambini che parla della diversità di genere attraverso il tema dei giocattoli, spiegando al target che si può avere qualsiasi tipo di atteggiamento attitudine a prescindere dal proprio sesso biologico. I giocattoli e le attività ludiche in generale sono stati scelti come oggetto perché sono elementi fondamentali all’interno dell’universo infantile come il lavoro e le relazioni sociali lo sono per gli adulti. Questo prodotto non ha la pretesa di recidere l’omofobia né di convincere i bambini di cosa sia giusto o sbagliato, ma è un tentativo di far convivere e comprendere diverse identità circoscrivendo possibili futuri atteggiamenti omofobi.

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