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Insegnare Tecnologia dell'Architettura. Note per un discorso tecnologico

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Academic year: 2021

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(1)

La didattica della

Tecnologia

dell’architettura nella

formazione dell’architetto

a cura di

Massimo Perriccioli, Roberto Ruggier

o

La didattica della Tecnologia dell’architettura nella formazione dell’architetto

Il volume pr esenta i primi esiti di un osservatorio sulla didattica della Tecnologia dell’Ar chitettura (TdA) nella formazione dell’ar chitetto, costruito con il contributo di tutte le sedi universitarie italiane. La prima parte raccoglie alcuni testi critici ed una selezione ragionata di pr ogetti didattici elaborati nelle varie sedi che registrano, sia in termini quantitativi che qualitativi, lo stato dell’arte dell’of ferta formativa delle discipli -ne tecnologiche negli ultimi quattr o anni accademici. La seconda parte è dedicata ad una rifl essione sulla didattica della TdA che, nell’incertezza che caratterizza i pr oces -si di rior ganizzazione dei per corsi formativi delle scuole di Ar chitettura, non è ancora riuscita a tr ovar e forme e modalità che rendano signi ficativi e riconoscibili gli apporti disciplinari che essa può for nir e. Sono af fr ontati temi e questioni riguar danti le criti -cità ed i caratteri di originalità della didattica della TdA, partendo da considerazioni sul rapporto tra teoria, metodo e pr ogetto, e gli orizzonti possibili della disciplina alle pr ese con le sfi de derivanti dalle trasformazioni in atto nel mondo delle pr ofessioni e

nel campo del gover

no dei pr

ocessi complessi.

eur

(2)

tecnologia e progetto

(3)

La didattica della

Tecnologia

dell’architettura nella

formazione dell’architetto

a cura di

Massimo Perriccioli, Roberto Ruggier

(4)

Sommario

INTR

ODUZIONE

8

La didattica della T

ecnologia dell

’A

rchitettur

a

nella for

mazione dell

’ar

chitetto

Massimo Perriccioli, Roberto Ruggier

o

12

Insegnar

e T

ecnologia dell

’A

rchitettur

a. N

ote per un discorso tecnologico

Massimo Perriccioli

I P

AR

TE

L’o

ffer

ta didattica della

TdA nei corsi di studio in Ar

chitettura

22

U

n osser

vatorio sulla didattica della TdA.

Le r

agioni di un confr

onto

Roberto Ruggier o

La didattica di sede

26

Federica Ottone - Università di Camerino

38

Francesca Muzzillo - Università della Campania “Luigi V

anvitelli”

46

Vincenzo Bagnato - Politecnico di Bari

54

Er

nesto Antonini - Università di Bologna

62

Pietr

o Davoli - Università di Ferrara

74

Paola Gallo - Università di Fir

enze

86

Fausto Novi - Università di Genova

96

Elisabetta Ginelli - Politecnico di Milano

118

Mariangela Bellomo - Università di Napoli “Federico II”

132

Filippo Angelucci - Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescar

a

144

Alberto De Capua - Università Mediterranea di Reggio Ca

labria

154

Ser

ena Baiani - Sapienza Università di Roma

166

Chiara T

onelli - Università di Roma3

174

Francesca Castagneto - Università di Catania

182

Elena Montacchini - Politecnico di T

orino

190

Christina Conti - Università di Udine

198

Dario T

rabucco - Università IUA

V di V

enezia

206

La costr

uzione del quadr

o nazionale

Roberto Ruggier o

225

Appunti per una ri

flessione

Maria T er esa Lucar elli

II P

AR

TE La didattica della

TdA: caratteri e criticità

230 Rossana Raiteri 234 Andr ea Boeri 237 Elena Mussinelli 240 Roberto Bologna 243 M. Cristina Forlani

III P

AR

TE La didattica della

TdA: s

fide e orizz

onti

248 Andr ea Campioli 253

Anna Maria Giovenale

255 Giuseppe Losco 258 Mario Losasso 261 Paolo Malara Copyright © 2018 CLEAN

via Diodato Lioy 19, 80134 Napoli

tel. 0815524419

www

.cleanedizioni.it

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Tutti i diritti riservati. È vietata ogni

ripr

oduzione / All rights r

eserved.

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oduced in any form or by any means

without permission in writing fr

om the

publisher

ISBN 978-88-8497-651-2

Editing

Anna Maria Cafier

o Cosenza Graphic Design Costanzo Mar ciano Impaginazione Claudia Cola in copertina

Infografica di Antonello Garaguso

Criteri di valutazione dei libri

La CLEAN Edizioni pr

omuove le pr

oprie pubblicazioni all’inter

no

della comunità scientifica nazionale e inter

nazionale utilizzando pr ocedur e di peer r eviewing. Ogni opera pr

oposta viene valutata in primo luogo dalla

redazione della CLEAN Edizioni per la pertinenza con la

pr

oduzione editoriale, con il catalogo e con gli standar

d

qualitativi della casa editrice. Una volta superata la prima fase

di validazione, il manoscritto viene inviato in forma anonima

a due componenti del Comitato scientifico della collana, che

ef

fettuerà la r

evisione o indicherà i nomi di due r

evisori ester

ni

attraverso la compilazione di una apposita scheda di rilevazione

che individua i criteri di significatività del tema nell’ambito

disciplinar

e pr

escelto, di rilevanza e qualità scientifica, di

originalità della trattazione, di chiar

ezza espositiva. Collana Tecnologia e pr ogetto Dir ettor e Mario Losasso Comitato scientifico

Raymond J. Cole, Dora Francese, Maria T

er

esa Lucar

elli,

Massimo Majowiecki, Luis Maldonado Ramos, Roberto Pagani,

Mara Pinar di, Fabrizio T ucci, Henk J. V isscher Comitato editoriale Martino Milar di

Università Mediterranea di Reggio Calabria

Alessandr

o Claudi de Saint Mihiel

Università di Napoli Federico II

Mattia Federico Leone

Università di Napoli Federico II

Sergio Russo Ermolli

Università di Napoli Federico II

Ad Straub Delft University of T echnology Andr ea T artaglia Politecnico di Milano

Dipartimento di Ingegneria civile, Design, Edilizia, Ambiente,

Seconda Università degli Studi di Napoli.

Questo volume è stato r

ealizzato con il contributo della Scuola

di Ar

chitettura e Design “Eduar

do V

ittoria” dell’Università

di Camerino_sede di Ascoli Piceno e con il patr

ocinio della

Società Italiana della T

ecnologia dell’Ar

(5)
(6)

8

9

La didattica della

TdA nella formazione dell

’ar chitetto INTR ODUZIONE Il volume pr esenta i primi esiti di un osservatorio sulla didattica della Tecnologia dell’Ar chi -te ttu ra (T dA ) a vv ia to n el 20 16 p re ss o l a S cu ola d i A rc hit ett ur a e D es ig n “ E du ard o V itto ria ” di Ascoli Piceno e r

ealizzato con il contributo di numer

ose sedi universitarie italiane

1 . Nella prima parte del volume, attraverso un insieme sistematico di testi e di dati qua -li-q ua nti ta tiv i o rg an izz ati in m an ie ra g ra fic a e u na s ele zio ne ra gio na ta d i p ro ge tti did att ic i, viene illustrata l’of ferta formativa delle sedi che hanno aderito all’osservatorio. Tali mate -riali costituiscono il primo esito della ricer ca con la quale si è inteso registrar e e organiz -za re c riti ca m en te lo s ta to d ell’ art e d ell’ off ert a d id att ic a d elle d isc ip lin e t ec no lo gic he n eg li ult im i q ua ttr o an ni ac ca de m ic i, p erv en en do a ll’e sp lic ita zio ne d i u n qu ad ro n az io na le c he

per quanto non esaustivo, risulta sicuramente molto significativo

2 . La s ec on da e la te rz a pa rte s on o de dic ate a u na p rim a rifl es sio ne s ulla d id att ic a de lla Td A c he , n ell’ att ua le in ce rte zz a c he c ara tte riz za i p ro ce ss i d i rio rg an izz az io ne d ei pe rc or si fo rm ati vi de lle s cu ole d i A rc hit ett ur a, no n è a nc or a r iu sc ita a tr ov are fo rm e e m od alit à c he re nd an o sig nifi ca tiv i e ric on os cib ili gli ap po rti dis cip lin ari c he e ss a pu ò fo rn ire . N elle d ue sezioni si af frontano temi e questioni riguar danti le criticità e i caratteri di originalità della did att ic a d ella T dA , p art en do d a c on sid era zio ni su l ra pp or to tr a t eo ria , m eto do e p ro ge tto e delineando alcuni orizzonti possibili della disciplina, che oggi è chiamata a farsi carico delle pr

ofonde trasformazioni che stanno investendo la figura dell’ar

chitetto. *** A d ist an za d i q ua si cin qu an t’a nn i d alla s ua is titu zio ne , l’ in se gn am en to d ella T ec no lo gia dell’Ar chitettura sembra aver perso alcuni dei caratteri peculiari che l’hanno resa nel tem -po u na d isc ip lin a din am ic a e pr op os itiv a all’ in te rn o de i p erc or si fo rm ati vi de lle F ac olt à ita lia ne d i A rc hit ett ur a. P ur p ro sp ett an do te m i e m eto dic he s pe ss o att ua li e in no va tiv e e benché la costruibilità, intesa come requisito fondante del senso complessivo dell’Ar chi -te ttu ra , s ia c ara tte riz za ta d alla p re se nz a pe rv as iva d ella te cn olo gia , la T dA n on s em pr e e no n in tu tte le s ed i u niv ers ita rie è riu sc ita a o cc up are s pa zi did att ic i e a ric op rire ru oli di in dir izz o ne i p erc or si di fo rm az io ne d ell’ arc hit ett o pr op or zio na li a l v alo re s tra te gic o de l pr

oprio portato scientifico e culturale.

R ivo lg en do p er un a ttim o lo s gu ard o al pa ss ato , c i s i re nd e co nto d i c om e le d isc ip lin e tecnologiche abbiano avuto il merito di inter cettar e le tendenze evolutive del far e pr o-gettuale in relazione a una dimensione del costruir e che negli ultimi decenni ha acquisito se m pr e m ag gio ri l ive lli d i c om ple ss ità . C on g li 1 1 p un ti fi ss ati d alla D ire ttiv a 8 5/ 38 4/ C E E pe r la p ro fe ss io ne d i a rc hit ett o, ne l 1 98 5 ve niv an o de fin iti, in v ist a d ella fo rm az io ne d i u n ar chitetto “eur opeo”, i nuovi obiettivi formativi per «gli studi di livello universitario riguar -danti (…) il settore dell’architettura» . L a no rm a in te nd ev a cre are le p re co nd izio ni pe r u n ad eg ua m en to d ell’ off ert a f or m ati va a q ue llo c he s i p re an nu nc ia va e ss ere il m erc ato u nic o de lle p ro fe ss io ni. T ali ob ie ttiv i m ett ev an o in re la zio ne e sig en ze te cn ic he e d es te tic he in funzione dei bisogni dell’uomo e dei fattori sociali e ambientali. A ben veder e, tale deca -logo pr esentava molti punti di tangenza con la declaratoria che, qualche anno più tar di,

La didattica della T

ecnologia dell

’A

rchitettur

a

nella for

mazione dell

’ar

chitetto

Massimo Perriccioli, Roberto Ruggier

o

esplicitando la mission d ella d isc ip lin a, av re bb e d efi nit o i c on te nu ti s cie nti fic o-dis cip lin ari de lla T dA in c hia ve d id att ic a, sp ec ific an do ne la n atu ra p re va le nte m en te m eto do lo gic a e pr

ocessuale degli insegnamenti tecnologici.

Il t em a de lla fo rm az io ne s i c on fro nta o gg i c on u no s ce na rio c he s eg na u no s ta to d i c ris i de lla d isc ip lin a co nd ivis o, tu tta via , c on le a ltre d isc ip lin e de l p ro ge tto c he c on co rro no alla fo rm az io ne d ell’ arc hit ett o. Ta le s ce na rio s i c on fig ur a co m e co ns eg ue nz a, da u n la to de i c am bia m en ti ep ist em olo gic i in te rv en uti n ella s pe cifi ca zio ne d ei sa pe ri ne ce ss ari a lla formazione del pr ogetto di Ar chitettura, dall’altr o delle importanti modificazioni intr odot -te dall’applicazione di una serie pr ogr essiva di riforme del sistema formativo universita -rio. In questo ambito, l’ar chitetto si tr ova a fronteggiar e la cr escente complessità tecni -co -p ro du ttiv a de i p ro ce ss i d i c os tru zio ne d ete rm in ata d a nu ov e co nd izio ni di co nte sto ch e s em br an o s pin ge re v ers o u na p ro fo nd a m od ific az io ne d ei pr ofi li t ra diz io na li d ella s ua fo rm az io ne . T ra i f att or i d ete rm in an ti d i q ue llo c he s i a nn un cia c om e u n a ute nti co c am bio di paradigma, si possono annoverar e, in prima istanza, tr e macr oscopiche questioni: la pr oliferazione di nuove norme, l’obbligo culturale (prima che normativo) di razionalizzazio

-ne delle risorse e la dif

fusione della cultura digitale.

La pr esenza di un apparato normativo fitto, non sempr e linear e, spesso pervasivo, che ten -de a c on diz io na re a nc he g li e sit i fi na li d ell’ A rc hit ett ur a, ha a ffia nc ato a n or m e di ca ra tte re pr es cri ttiv o n uo ve re go le c he te nd on o a m od ific are , in m od o s os ta nz ia le , a lc un i c on so lid ati pr oc ed im en ti op era tiv i, co m e ne l c as o de lla re ce nte in tro du zio ne d el B IM n eg li ap pa lti pubblici 3 . La pr ogr essiva razionalizzazione delle risorse naturali, economiche e pr oduttive che, ne -gli ultimi decenni, ha imposto una modificazione radicale di tutte le strategie di trasfor -m az io ne d ell’ am bie nte c os tru ito in te rm in i d i s os te nib ilit à co m ple ss iva , h a co nfe rito a lle dis cip lin e t ec no lo gic he u n r uo lo a nc or a p iù s tra te gic o all’ in te rn o de i p ro ce ss i d ec isio na li, pr ogettuali, pr

oduttivi e valutativi delle oper

e di Ar chitettura. In re la zio ne , in fin e, all’ ev olu zio ne d ei sis te m i d ig ita li c he o gg i in te re ss an o tu tte le fa si de l pr ocesso edilizio, inclusa la costruzione (digital fabrication ) e la gestione degli edifici (fa -cility management ), il “p ro do tto ” A rc hit ett ur a te nd e se m pr e più a id en tifi ca rs i c on u na componente di servizio che si attua attraverso contributi immateriali che stanno pr ogr es -siv am en te ric on fig ur an do re go le o rm ai co ns olid ate : n on s i tr att a p iù d i c os tru ire s pa zi m a di go ve rn are s erv izi; la c om ple ss ità d el pa ss ag gio tr a pr og ett o-co str uz io ne tr as la s u un pia no v irtu ale n el qu ale , a ll’in te rn o di pia tta fo rm e co nd ivis e, è po ss ib ile e ffe ttu are tu tte le v eri fic he d i c om pa tib ilit à tra s ce lte p ro ge ttu ali eff ett ua te d a op era to ri div ers i; il liv ello pr es ta zio na le d i u n m an ufa tto p uò e ss ere in na lza to a ttr av ers o l ’a pp lic az io ne d i te cn olo gie ICT (Information and Communications Technologies ) c he c on se nto no d i in cre m en ta re la qu alit à ab ita tiv a m ed ia nte a pp lic az io ni d’i nte rfa cc ia e s olu zio ni te cn olo gic he d i ti po A A L

(Ambient Assisted Living

). Conseguenza di tale pr ocesso evolutivo è una modificazione radicale del ruolo, delle fun -zio ni, fi na nc he d ell’ id en tità p ro fe ss io na le d ell’ arc hit ett o ch e ap pa re , og gi, m olt o m en o de fin ita m a fo rs e più u tile e p iù fa cilm en te s pe nd ib ile in re la zio ne a lla m olt ep lic ità d i ru oli ch e pu ò riv es tire . N on p iù a rtis ta o s em plic e “fo rm aliz za to re ” d i p ro ble m i, l’a rc hit ett o è oggi portator e di nuovi ruoli: è pr otagonista nella definizione degli attuali per corsi nor -m ati vi, v alu ta la q ua lità d ell’ A rc hit ett ur a in re la zio ne a lle s ue p re sta zio ni, n e co ntr olla g li as pe tti en erg eti ci, tr am ite in te rfa cc e dig ita li g ov er na i pr oc es si di att ua zio ne e g es tio ne dell’Ar chitettura ed è pr otagonista nella determinazione di nuovi fattori di qualità. Questi e altri aspetti devono esser e valutati come un arricchimento e un’estensione del tradizio -na le c am po d i a zio ne d ell’ arc hit ett o; eg li v ive o gg i u na n uo va d im en sio ne , s ia te cn ic a c he so cia le , c hia ra m en te ric on os cib ile in u n m erc ato c he im po ne re go le s em pr e p iù s trin ge nti m a c he o ffre a nc he n uo ve o pp or tu nit à.

(7)

10

11

La didattica della

TdA nella formazione dell

’ar

chitetto

INTR

ODUZIONE

1.

Nell’ambito della XI edizione degli “Incontri dell’Annunziata. Gior

nate di studio in onor

e di Eduar

do

V

ittoria” (Ascoli Piceno, 4-5 maggio 2017) si è svolto il convegno dal titolo “La didattica della T

ecnologia

dell’Ar

chitettura nella formazione dell’ar

chitetto”. In tale occasione sono stati pr

esentati i primi esiti del lavor

o

svolto dall’osservatorio ed è stata allestita la mostra di pr

ogetti didattici dal titolo:

T

-TECH. La didattica della

Tecnologia dell’Architettura nella formazione dell’architetto.

2.

Le sedi universitarie che hanno fino a oggi aderito all’osservatorio sono accomunate dalla pr

esenza, nella lor

o

of

ferta formativa, di corsi di studio in Ar

chitettura di I (L17) e II (LM4) livello e di corsi a ciclo unico (LMCU) nei

quali sono er

ogati insegnamenti di TdA.

3.

Il riferimento è al Decr

eto Ministeriale 01/12/2017 n. 560, già noto come “Decr

eto BIM”. Tu tta via , g li a ttu ali pe rc or si fo rm ati vi un ive rs ita ri e le s tru ttu re o rg a-nizzative pr ofessionali non sembrano esser e congruenti con le sfi -de d a a ffro nta re , s co nta nd o u n’i ne rz ia c ult ur ale c he ric alc a a nc or a ve cc hi sc he m i e v isio ni or m ai su pe ra te . L a rig id a or ga niz za zio ne per ar ee disciplinari continua a evocar e i saperi tradizionali dell’ar -ch ite tto a ll’in te rn o di cu rric ulu m fo rm ati vi ch e no n co rris po nd on o alla complessità dei pr ocessi e dei metodi che caratterizzano i nuo -vi s ett or i in c ui si a rtic ola il p ro ge tto d i A rc hit ett ur a. La m an ca nz a d i dialogo e di confr onto tra saperi diversi, tutti necessari alla forma -zio ne d ell’ arc hit ett o, ha im pe dit o un ’e ffe ttiv a, qu an to n ec es sa ria , in te gr az io ne d ei div ers i a pp ro cc i p ro ge ttu ali, g en era nd o u na in uti le qu an to d an no sa a uto re fe re nz ia lità d elle s in go le d isc ip lin e c he , s ul piano del pr ogetto, si è esaltata nell’isolamento nella dimensio -ne e ste tic a, tip ic a de lla m ig lio re a cc ad em ia , o n ello s pe cia lis m o te cn ic ist ic o, pr op rio d ella p eg gio re tr ad izio ne in ge gn eri sti ca . N ei ca si più v irtu os i, q ue sta te nd en za h a c on do tto a u na d iva ric az io ne nelle scuole di Ar chitettura tra la formazione di un ar chitetto “ge -ne ra lis ta ”, ch e d à f or m a a lle e sig en ze d ell’ ute nz a, e l a f or m az io ne , an ch e att ra ve rs o pe rc or si di liv ello s up eri ore , d i u n arc hit ett o ch e

risponde a domande specifiche di settor

e. Se, dunque, la figura dell’ar chitetto risulta oggi arricchita e il suo campo d’applicazione non è più di tipo esclusivamente genera -lis ta , q ue sta è u n’o cc as io ne c he v a co lta q ua le d ov ere c ult ur ale ma anche, strategicamente, al fine di evitar e un’ulterior e margi -na liz za zio ne d ella T dA n ei pe rc or si di fo rm az io ne d ell’ arc hit ett o. In p art ic ola re , c iò c he v ie ne ric hie sto a lla T dA è l’a rtic ola zio ne d i una didattica capace di orientar e e supportar e i cambiamenti in att o, ev ita nd o di in se gu ire a cri tic am en te le ric hie ste d el m erc ato . U n’a de gu ata o ffe rta fo rm ati va d ella T dA d ov re bb e p un ta re , q uin di, a co str uir e nu ov i p ro fili pr ofe ss io na li pr ed isp os ti al co nfr on to s u temi tecnologici e ambientali in contesti culturali e pr oduttivi an -ch e in te rn az io na li, ca ra tte riz za ti da c om pe te nz e ne l c am po d ella ge sti on e d ei pr oc es si co m ple ss i c he s em pr e p iù s i b as era nn o su l dia lo go in te rd isc ip lin are e s ul pe ns ie ro e co -s ist em ic o, in te gr ati in una nuova dimensione “immateriale” che la digitalizzazione confe -risce all’Ar chitettura. Partendo da tali pr esupposti, questo volume si pr opone di stimo -la re n ella c om un ità s cie nti fic a un a rifl es sio ne a pp ro fo nd ita s ulla did att ic a de lla T dA c on l’ ob ie ttiv o di co m pr en de rn e il ru olo e le po te nz ia lità n ella p ro sp ett iva d i u na s fid a c ult ur ale c he s i a nn un cia ard ua q ua nto e tic am en te n ec es sa ria : la fo rm az io ne d ell’ arc hit ett o contemporaneo.

(8)

12 13 Insegnar e T ecnologia dell ’Ar chitettura. N ote per un discorso tecnologico INTR ODUZIONE

Insegnar

e T

ecnologia dell

’A

rchitettur

a.

N

ote per un

discorso tecnologico

Massimo Perriccioli

«L a n os tra v ita e il no str o l av or o s i tr ov an o d i fr on te a u n n uo vo p er io d o ( … ) un ’e p oc a i n c ui av rà d i n uo vo v alo re u na c on os ce nz a s co la sti ca s em p lic e e p re cis a, un ’e p oc a d i s ald e c olla b or az io ni, d i te nd en ze u nit ar ie , e in fin e a nc he l’in izio d i un p er io d o c ar att er izz ato d a u n l av or o o ne sto e s in ce ro , fo nd ato s u c on os ce nz e specifiche e maestria (…)» . Heinrich T essenow , Osser

vazioni elementari sul costurire

, 1916

Alle origini della disciplina

Gli esegeti sono concor di nell’individuar e nel 31 ottobr e 1969 la data di nascita dell’insegna -mento della T ecnologia dell’Ar chitettura. Questo “Natale disciplinar e” coincise con l’istituzione nel Nuovo Or dinamento didattico delle Facoltà di Ar chitettura di un nuovo insegnamento biennale che andava a sostituir e il corso annuale di “Elementi Costruttivi”. Il “battesimo” della Tecnologia dell’Ar chitettura avvenne in un clima sociale e politico fortemente segnato, soprattutto nelle scuole di Ar chitettura, dalla contestazione studentesca che si sostanziava in una netta opposizione verso forme poco democratiche delle struttur e universitarie e verso un’of ferta didattica ritenuta tr oppo dogmatica, tecnicistica e inadeguata per la formazione di pr ogettisti chiamati ad af frontar e

le nuove sfide poste dalla società contemporanea.

Si potr ebbe dir e che la nuova disciplina nacque con i crismi della rivoluzione ed ebbe il merito di portar e, nello stagnante e paludato clima accademico delle Facoltà di Ar chitettura italiane, una ventata di novità. Essa, infatti, intr oduceva nella contrapposizione tra funziona -lismo e formalismo un terzo polo di discussione incentrato su una dimensione tecnica del pr ogetto finalmente staccata dalla conoscenza manualistica e strumentale degli elemen -ti della costruzione e del tutto autonoma dalle discipline scientifiche e matematiche della Scienza e della T

ecnica delle costruzioni.

Alla base di tale “rivoluzione” vi era, quindi, una specifica interpr etazione della Tecnologia dell’Ar chitettura, che orientava la didattica più che sull’acquisizione delle tecniche tradizio -nali, sulla riformulazione del rapporto tra teoria e prassi. Tale interpr etazione si fondava sul rifiuto della componente ingegneristica dell’ar chitettura che si esplicava nella riduzione di una struttura globale in una serie di sottosistemi noti, per ciascuno dei quali era possibile disporr e di strumenti analitici validi e condivisi. La stessa interpr etazione, inoltr e, portava al riconoscimento del pensier o pr ogettuale come campo pr oblematico in cui, in luogo dei prin -cipi tradizionali di permanenza e immutabilità dell’Ar chitettura, agisser o nuovi valori legati alla dimensione umana, simbolica, fisica e psicologica dei destinatari del pr odotto ar chitet -tonico. Il rapporto che si intendeva instaurar e tra tecnologia e Ar chitettura era dir etto più alla

realizzazione di un ambiente in divenir

e che non di struttur

e statiche e immutabili.

La T

ecnologia dell’Ar

chitettura pr

oponeva nel quadr

o formativo delle Facoltà di Ar

chitettura un’impostazione disciplinar e assai diversa dall’insegnamento per elementi costruttivi, che intendeva pr ecisar e il ruolo della Tecnologia in rapporto all’Ar chitettura, superando il prin -cipio non più attuale di subor dinazione della prassi costruttiva alla teoria compositiva. La Tecnologia dell’Ar chitettura pr esentava una dimensione metodologica, mutuata dalla cultu -ra e dalle logiche della pr oduzione industriale, fino ad allora sconosciuta nelle scuole di Ar -chitettura, che rivendicava l’assoluta continuità tra momento ideativo, momento pr oduttivo e momento realizzativo secondo una logica pr ocessuale della formazione del pr ogetto, in cui gli aspetti formali, funzionali e tecnico-costruttivi agivano sullo stesso livello e in maniera contestuale, valorizzando così le potenzialità espr essive e connotative insite nelle tecniche costruttive. Il compito della Tecnologia dell’Ar chitettura nella costruzione dell’ambiente si incentrava pr ogrammaticamente nell’aggior namento delle struttur e di pr ogettazione fondato sulla pr e-figurazione di un punto di vista metodologico del discorso cr eativo. Un appr occio che im -maginava un’idea di spazio contr ollabile mediante l’uso di struttur e metodologiche aperte e ricorsive e non meccaniche e lineari, assecondando le finalità del pr ogr esso scientifico e tecnologico. Pertanto, il pr ocesso tecnologico non si esplicava nella qualità dei suoi conte -nuti ma nel pr ocedimento con cui tali contenuti venivano elaborati, indicandone i caratteri e le finalità. In tal modo, il momento operativo dell’Ar chitettura non era più confinato in una sfera di verità oggettiva, particolar e e definitiva ma poteva agir e all’inter no di un campo a più dimensioni in cui poter contr ollar e non solo la qualità della tecnica e della soluzione costrut

-tiva ma anche il miglioramento della qualità della vita e dell’ambiente costruito.

I pionieri di questo nuovo corso per la cultura del pr ogetto ar chitettonico fur ono Giorgio Boaga, Giuseppe Ciribini, Pierluigi Spadolini, Eduar do V ittoria che tra la fine degli anni Ses -santa e il principio degli anni Settanta, ebber o la titolarità della cattedra di TdA nelle Facol -tà di Roma, Torino, Fir enze e Napoli. Quattr o personalità pr ovenienti da mondi culturali e pr ofessionali assai lontani e diversi tra lor o, che ebber o il merito di intr odurr e nella didattica del pr ogetto la Tecnologia come un nuovo modo di guar dar e all’Ar chitettura e alla sua realizzazione, partendo dal pr esupposto che la qualità dello spazio abitabile non potesse esser e determinata pr escindendo dalla definizione dello spettr o di possibilità tecniche che ne definiscono la costruibilità. Eduar do V ittoria, nel pr esentar e il pr ogramma di insegnamento del corso del 1970, non si limitava a for nir e indicazioni di caratter e didattico a uso degli studenti, ma tracciava la strada per lo sviluppo di un nuovo “discorso tecnologico” dentr o le Facoltà di Ar chitettura con l’obiettivo di caratterizzarlo e renderlo riconoscibile nei contesti didattici e di ricer ca. «L ’insegnamento della Tecnologia dell’Architettura è un fattore nuovo nella struttura delle Facoltà di Architettura: rappresenta un affrancamento dalla posizione del tutto subordinata attribuita fino a oggi ai rapporti tra fatto costruttivo e teoria, tecnica e discorso sulla tecnica. (…) L ’approccio tecnologico ai problemi dell’architettura comporta non solo una revisione dei tradizionali modi di progettare e di costruire, ma anche una nuova definizione della di -mensione architettonica, dell’architetto e del suo lavoro nell’ambito di un mondo che non rassomiglia più a quello già noto. Una volta superata la posizione di soggezione della tecnica di fronte alle preoccupazioni di natura prevalentemente scientifica ed estetica, il discorso tecnologico si specifica a livelli diversi che implicano l’approfondimento dei molteplici aspetti

della conoscenza della natura e dell’agire umano»

(V ittoria, 1970, p. 5). I riferimenti culturali La fondazione della Tecnologia dell’Ar chitettura avvenne in un momento storico caratte -rizzato da moltissime apertur e culturali che per la prima volta, e per poco tempo, aprir ono il pensier o pr ogettuale all’innovazione per gestir e le complesse vicende spazio-ambientali della società italiana che in quegli anni si confr ontava con pr oblemi quantitativi e qualitativi legati al rapido sviluppo industriale. Il “discorso tecnologico” avviato da V ittoria, Ciribini e altri, poteva attinger e a numer osi contributi scientifici e culturali sui temi della complessità, della metodologia pr ogettuale, sulla forma dell’ambiente. Da questo punto di vista, alcuni li-bri pubblicati in quegli anni costituir ono importanti riferimenti per la formazione di una nuova

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14 15 Insegnar e T ecnologia dell ’Ar chitettura. N ote per un discorso tecnologico INTR ODUZIONE cultura tecnologica del pr ogetto. Tra questi sicuramente un posto di rilievo occupano Pro -getto e destino di Giulio Carlo Argan del 1965, Note sulla sintesi delle forme di Christopher Alexander del 1967, La speranza progettuale di Tomas Maldonado del 1970, Introduzione alla progettazione integrale di Enzo Frateili del 1966, Design for the real world di V iktor Pa -panek del 1971. Nuove suggestioni per la costruzione dei riferimenti culturali e pr ogettuali della Tecnologia dell’Ar chitettura pr ovenivano altr esì dalle nuove possibilità of ferte all’Ar chitettura dalla spe -rimentazione di tecnologie e pr ocessi innovativi operati da pr ogettisti considerati “anti-ac -cademici” come Buckminster Fuller , Konrad W achsman, Jean Pr ouvè, Fr ei Otto, e dalla riscoperta di alcune istanze sperimentali delle avanguar die dei primi anni del Novecento da parte di giovani emergenti come Cedric Price e gli Ar chigram, in Inghilterra, e dal gruppo Metabolist in Giappone. Molti studi e ricer che nel campo delle scienze dell’uomo (l’antr opologia, la pr ossemica, la semiologia, la sociologia, la psicologia, l’ecologia) dieder o nuova linfa alla cultura del pr

o-getto contribuendo ad adeguar

ne gli statuti al quadr

o sociale emergente. Nel 1964 Claude

Lévi-Strauss aveva pubblicato un libr o di grande successo, Il pensiero selvaggio , e negli anni a seguir e tale campo di ricer che pr odusse alcuni testi considerati ancora oggi punti di riferimento per la cultura tecnologica: La dimensione nascosta di Edwar d T. Hall del 1967, La struttura assente di Umberto Eco del 1968, Gli strumenti del comunicare di Marshall McLuhan del 1967, Il concetto di cultura . I fondamenti teorici della scienza antropologica ,

curato da Paolo Rossi nel 1970.

In tale contesto scientifico e culturale, l’invenzione della Tecnologia dell’Ar chitettura assunse un ruolo significativo in quanto rappr esentò, nel panorama della cultura ar chitettonica di quegli anni, le ragioni di una pr ogettualità in grado di recepir e i pr ocessi trasformativi della società e di indirizzar e verso applicazioni concr ete il quadr o di possibilità of ferto dal pr ogr es

-so tecnico-scientifico e dalla dif

fusione di logiche e metodiche industriali.

L’età della crisi

Ma ben pr esto il quadr o di riferimento della cultura ar chitettonica cominciò a mutar e e con esso l’idea che il contributo dell’ar chitetto potesse esser e centrale e influente nel sistema delle decisioni e nel gover no dei pr ocessi complessi che sempr e più caratterizzavano le tra -sformazioni dell’ambiente costruito. L’arr etramento dell’ar chitetto nei confr onti del mondo reale minò l’idea di un’Ar chitettura veramente sociale, in grado cioè di for nir e risposte alle istanze di cambiamento e di moder nizzazione del paese. Dalla metà degli anni Settanta in poi ebbe inizio una pr ogr essiva restaurazione neo-accademica delle Facoltà di Ar chitettura che ebbe come contraltar e il parallelo consolidarsi di posizioni tecnicistiche e puramente specialistiche nelle Facoltà di Ingegneria. Fu in quel momento che entr ò definitivamente in crisi il ruolo dell’ar chitetto come operator e di connessioni ai fini della qualità dell’abitar e umano e cominciar ono a pr evaler e nei consessi accademici spinte auto-r efer enziali che privilegiavano gli aspetti tipologici e formali della ricer ca pr ogettuale in un momento in cui essa avr ebbe dovuto assumer e un caratter e più aperto e inter disciplinar e per rapportarsi con le istanze di cambiamento sociale, economico e pr oduttivo che pr ovenivano dal Paese. Nel clima di generale involuzione delle scuole di Ar chitettura italiane, l’insegnamento della Tecnologia dell’Ar chitettura cominciò a per der e di vista gli obiettivi di rinnovamento che si era pr oposto sin dalle fasi fondative, diventando una disciplina di servizio per cepita come un utile filtr o tra gli aspetti ingegneristici della costruzione e i caratteri funzionali e simbolici dell’Ar chitettura. La didattica della Tecnologia dell’Ar chitettura si tr ovò a fronteggiar e due importanti questioni di segno diverso quali il pr ogr essivo sconfinamento dell’ingegneria negli aspetti e nei temi più scientifici dell’Ar chitettura, da un lato, e lo spostamento dell’attenzione della cultura pr o-gettuale post-moder

nista dai caratteri funzionali a quelli figurativi dell’Ar

chitettura dall’altr o. In relazione alla prima questione, di fronte alla transizione nei pr ocessi formativi dell’ar chitet -to di un appr occio ingegneristico orientato al problem solving , la Tecnologia dell’Ar chitettura fu chiamata a svolger e un ruolo di mediazione per render e compatibili i contenuti delle scienze più dur e e di base con gli aspetti più simbolici del pr ogetto di Ar chitettura. Questo contribuì, nel tempo, a snaturar e uno dei tratti costitutivi della disciplina che mirava alla defi -nizione e alla innovazione della domanda di pr ogetto su base qualitativa (problem setting ) e a renderla misurabile e pr ogettabile in virtù di appr occi metodologici sempr e più raf finati ed evoluti che mettesser o in relazione il sistema degli obiettivi con il sistema delle risorse, nella costante ricer ca di soluzioni non convenzionali e altamente sperimentali. La contaminazione non metabolizzata tra le “due cultur e” contribuì a depotenziar e l’originale tensione della Tecnologia dell’Ar chitettura verso un’idea di pr ogettualità fondata sull’equilibrato rapporto

tra uomo, natura e sistemi di pr

oduzione nel lor

o complesso. Per quanto riguar da la seconda questione, si verificò in quegli anni la pr ogr essiva espulsione della tecnologia dai pr ocessi pr ogettuali e decisionali in quanto identificata riduttivamente come espr essione del determinismo funzionalista, «fino al conseguente rifiuto di dare im -portanza alla catena di decisioni progettuali che legano le esigenze d’uso alle prestazioni dei sistemi tecnici che ne devono garantire il rispetto, fino alla negazione di qualsiasi approccio

al progetto fondato sul metodo»

(Molinari, 2006, p. 188). M a, al di là d elle ra gio ni cu ltu ra li e d i c on te sto , v i s on o alm en o du e m oti vi di ca ra tte re en do ge no c he h an no d ete rm in ato m olt e d elle a ttu ali cri tic ità d el ru olo d ell’ in se gn am en to della Tecnologia dell’Ar chitettura nei pr ocessi formativi dell’ar chitetto. In primo luogo, l’in -capacità di trasferir e nella didattica del pr ogetto le opportunità of ferte dal quadr o di possi -bili tà c he le n uo ve c on qu ist e t ec nic o-sc ie nti fic he , m ed ia te d alla d im en sio ne a ntr op olo gic a del saper e, portavano in dote; in secondo luogo, lo smarrimento della sua dimensione eu ris tic a e pr og ett ua le e la c on se gu en te p arc elli zz az io ne in fi lo ni di stu dio s em pr e più sp ec ia lis tic i, d i m atr ic e t ec no cra tic a, in te si a p riv ile gia re p ez zi de l p ro ce ss o e dili zio in ve ce di studiar ne le connessioni con i pr ocessi conformativi del paesaggio umano e dell’am -biente costruito.

Le ragioni del metodo e l’appr

occio sistemico

La contrapposizione tra “funzione” e “figurazione”, che nell’ultimo quarto del secolo scorso

ha caratterizzato il dibattito culturale in seno all’Ar chitettura, ha avuto importanti riper cussio -ni, determinando la conseguente marginalizzazione degli aspetti operativi e sperimentali del “far e ar chitettura” e rendendo ridondanti le riflessioni sulla necessità di un appr occio meto -dologico nella costruzione del pr ogetto e nell’attività di formazione al pr ogetto di Ar chitet -tura. Secondo Claudio Molinari, «… se poteva essere giustificata la critica al meccanicismo e alla parziale espropriazione delle prerogative decisionali del progettista, spesso presenti nelle metodiche di progetto sviluppate nel corso degli anni Sessanta, non è affatto giustifi -cata l’estensione del rigetto critico alla presenza di qualsiasi costrutto metodologico volto alla comprensione e al governo del processo progettuale. Soprattutto se si tien conto che la transdisciplinarità del progetto e la sua praticabilità non può che fondarsi sulla costruzione e sulla esplicitazione di un asse portante di ordine metodologico su cui far confluire i diversi contributi disciplinari complementari e funzionali alla progettazione e alla conoscenza delle sue regole. Assicurare questo riferimento procedurale è infatti l’unico modo possibile per fissare e comunicare i punti, i tempi, i modi, gli strumenti, le forme di interfaccia, la gradualità dei contenuti e le sinergie di inserimento degli apporti disciplinari nello sviluppo dell’espe

-rienza progettuale e del suo apprendimento»

(Molinari, 2006, p. 188). La lucida analisi di Claudio Molinari può chiarir e i caratteri e le potenzialità della natura metodologica dell’insegnamento della Tecnologia dell’Ar chitettura, spesso richiamata co

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-16 17 Insegnar e T ecnologia dell ’Ar chitettura. N ote per un discorso tecnologico INTR ODUZIONE me tratt o dis tin tiv o dis cip lin are e c he n on p uò e n on d ev e e ss ere fr ain te sa . L a m eto do lo gia cu i fa rif erim en to il “d isc ors o te cn olo gic o” a vv ia to d ai fo nd ato ri d ella d isc ip lin a, no n c on sis te ne lla p ro gra m m az io ne d i u n’a str att a c on se qu en zia lità d elle d ive rs e f as i d i p ro ge tta zio ne (d al ge ne ra le a l p art ic ola re , o vic ev ers a), m a n el ritr ov are , in o gn un a d i q ue ste fa si, il p ro ce ss o c he co ns en te d i p as sa re a lte rn ativ am en te d allo s tu dio c ritic o a llo s tu dio c os tru ttiv o. Tu tto q ue sto al fi ne d i s up era re i liv elli d i u na c on os ce nz a t ec nic a p arc elli zz ata e ta ss on om ic a, rid ott a a p ura str um en ta zio ne p ra tic a, pe r s vilu pp are in ve ce le c ap ac ità c re ativ e di co m bin are tr a lo ro , in m an ie ra in ed ita , e le m en ti g ià n oti e d i in te gra re le a zio ni c og nit ive c he so vrin te nd on o le d ive rs e fasi del pr ocesso pr ogettuale. In e tà m od ern a e in du str ia le , n el te nta tiv o d i s ep ara re il m om en to d el pro ge tto d a q ue llo d ella costruzione, il pensier o sistemico è stato applicato più che al pr odotto dell’Ar chitettura ai ten -ta tiv i d i c od ific arn e le p ro ce du re d ella s ua p ro du zio ne , d ist in gu en do n ett am en te tr a l’ in sie m e de lle is tru zio ni p er la c os tru zio ne d ell’ ed ific io d alla c os tru zio ne st es sa . T ale a tte gg ia m en to , c he intendeva fissar e matematicamente obiettivi e metodo, ha condotto a tentativi di razionaliz -za zio ne e d i s cie ntifi zz az io ne d el pro ce ss o pro ge ttu ale c he s on o arr iva ti p erfi no a ip oti zz are

metodi per studiar

e i meccanismi del pensier

o cr eativo. S en za o m bra d i d ub bio , l’ ap pro cc io s ist em ic o h a d ete rm in ato u na ric on ve rs io ne d ell’ am bit o dis cip lin are d ella Te cn olo gia d ell’ A rc hit ett ura , c ollo ca nd o le c om pe te nz e t ec no lo gic he n on p iù in p os izio ne s ub alt ern a e d i s erv izio n ei co nfr on ti d i a ltre d isc ip lin e d el pro ge tto . L a T ec no lo gia de ll’A rc hit ett ura s i p ro po ne va , n el co ns es so d elle d isc ip lin e f orm ativ e d ell’ arc hit ett o, co m e u n “modo di pensar e” il pr ogetto di Ar chitettura, basato su un apparato metodologico e strumen -ta le c he , ri sp ett o a lla va nit à m orf og en etic a d ei cre ato ri d i fo rm e p riv ile gia c on re sp on sa bili tà e

consapevolezza la scrupolosa valutazione delle scelte.

L’a pp ro cc io s ist em ic o h a r ap pre se nta to e c on tin ua a ra pp re se nta re u n’im po rta nte ris ors a p er la d id att ic a d el pro ge tto d i A rc hit ett ura in q ua nto , n on s olo c on se nte d i p en sa re e p ro ge tta re un edificio come un “insieme di entità connesse tra loro in modo organizzato” (C irib in i, 1 99 5, p. 50), ma anche di connetter e e ricomporr e, all’inter no di una visione pr ogettuale complessi -va , c on os ce nz e, co m pe te nz e e s ap eri sp ec ia lis tic i s ep ara ti t ra lo ro , e ste nd en do il pro ge tto a tutte le fasi del pr ocesso realizzativo. Il caratter e astratto della par ola “sistema”, inoltr e, sposta l’accento dalla struttura degli elementi alla natura delle lor o relazioni, richiamando la dimensio -ne s in ta ttic a p ro pri a d ell’ A rc hit ett ura in c ui no n s em pre è d efi nib ile la ris po nd en za s em an tic a

tra oggetto e significato.

L’in tro du zio ne d el co nc ett o d i s ist em a e dili zio n ella d id att ic a d ella Te cn olo gia d ell’ A rc hit ett ura ha d efi nit iva m en te s os titu ito , s ia n ei pro ce ss i d i p ro ge tta zio ne -p ro du zio ne c he n elle a na lis i sintattico-interpr etative, l’idea di edificio come unicum , c os titu ito d a un s ist em a str utt ura le chiuso, finito, continuo in cui risulta impossibile distinguer e nettamente tra elementi portanti e re sis te nti e p art i c om ple m en ta ri. S e in q ua lc he m isu ra è a nc ora p os sib ile le gg ere u n m an ufa tto pre -in du str ia le c om e u n “ sis te m a d i p art i c on no ta nti” , s ep pu r n on in te rc am bia bili e s os titu ib ili, è c on il dif fo nd ers i d ei pro ce ss i d i in du str ia liz za zio ne e d i p re fa bb ric az io ne in du str ia le , b as ati su n uo ve lo gic he d i a ss em bla gg io e su u na n uo va id ea d i c an tie re , c he è p os sib ile c on sid era re co m e f on da tiv o il c on ce tto d i s ist em a. L’a pp ro cc io s ist em ic o n on c os titu isc e, qu in di, s olo u n m eto do d id att ic o, un p ro ce ss o l og ic o da c ui fa r s ca tu rire il pro ge tto , m a pu nta a u na c om pre ns io ne d elle re la zio ni, d ei fe no m en i e de i p ro ce ss i c om ple ss i a ltrim en ti no n de sc ritt i e in ta l s en so d iffi cilm en te p erc ep ib ili. La co nc ez io ne s ist em ic a, lu ng i d al vo le r s ep ara re il m om en to d ell’ ac qu isiz io ne d el m eto do d a qu ello d ell’ ela bo ra zio ne d el pro ge tto , s an ce nd o u na p re va le nz a d el pri m o s ul se co nd o, te nta di ric on du rre a u nit à a rte , s cie nz a e te cn ic a, pe r c ui l e s ce lte p ro ge ttu ali m atu ra no a ll’in te rn o d i un a v isio ne d el pro ge tto c he c erc a c on tin ua m en te d i s up era re i m od i d el fa re A rc hit ett ura p er tipologie e modelli, facendone così “lo strumento dell’innovazione che qualifica l’atto creativo

come fattibile, accettabile, condivisibile in un dato contesto”

(T

orricelli, 2006, p. 98).

Il “poter far

e”: la dimensione sperimentale della TdA

Il pensier o critico e pr ogettuale della Moder nità ha rappr esentato l’asse portante di un in -segnamento dell’Ar chitettura restituito ai valori espr essivi del pensier o sperimentale, in un rinnovato dialogo tra cultura scientifica, umanistica e tecnologica. Questo scenario della moder nità è rimasto incompiuto, ma, secondo Eduar do V ittoria, sar ebbe opportuno «con -tinuare a lavorare su di esso per riconquistare all’immaginazione tecnologica quel ruolo positivo che dovrebbe tendere a una nuova poetica dello spazio che sappia percepire gli stimoli innovativi, presenti nella società, che sollecitano nuovi equilibri connettivi della realtà abitativa: dal flessibile al cangiante, dal pesante al leggero, dalla tessitura alla dimensione, dalla stabilità al nomadismo. Uno sperimentalismo di forme e tecniche collegato al nuovo insediamento umano sul territorio, che possa liberarlo dalle cristallizzazioni di un passato che pretende di estendersi, con i suoi stilemi imbalsamati, al contemporaneo » (V ittoria, 2010, pp. 225-226). Insegnar e a costruir e con metodo e cr eatività, secondo un appr occio sperimentale, significa iniziar e gli studenti a un’idea di tecnologia che al “saper far e” sostituisca il “poter far e”, alla soluzione tecnica la possibilità tecnologica: se la tecnica individua quel complesso di ope -razioni pratiche che consente di passar e dall’idea alla realizzazione, il “poter far e” coincide con la «progettazione di una possibilità tecnologica che, consentendo di modellare in modo nuovo le cose, istituisce un diverso relazionamento degli uomini al loro ambiente» 6 . Il “poter far e” instaura tra i due momenti della pr ogettazione e della costruzione «una rete fittissima di rapporti fino ad annullare definitivamente quella rigida consequenzialità che ha sempre impedito qualsiasi prospettiva di sperimentazione e di innovazione» (Guazzo, 1995, p. 56). In questa pr ospettiva, le modalità realizzative di un’opera diventano definitivamente parte integrante dell’idea e del pr ocesso che le realizza e l’appr occio sistemico si pone come metodo pr ogettuale che consente la sperimentazione di soluzioni innovative per lo spazio dell’abitar e. Porr e il “metodo sperimentale” come caratter e fondante dell’insegnamento della Tecnologia dell’Ar chitettura significa identificar e nella conoscenza esperienziale il principio dir ettivo della formazione al pr ogetto che non si esaurisce esclusivamente nell’imparar e facendo (learning by doing ). L’istanza sperimentale sottende un pensier o che consente di concepir e l’Ar chi -tettura come una “struttura aperta”, uno “spazio dinamico”, un sistema di relazioni che muta al mutar e delle condizioni di necessità, un insieme di ipotesi scientifiche che contemplano anche la natura e la cultura del pr ogettista, un complesso di visioni artistiche e di possibilità tecnologiche da verificar e sul campo, secondo un gioco combinatorio di soluzioni che ren -dono lo spazio “tr

ovato” adattabile a ciò che non si può pr

eveder e. Il concetto di sperimentazione si arricchisce oggi di nuove valenze che derivano da nuove dimensioni cognitive e da nuovi sistemi pr oduttivi resi possibili dalle tecnologie digitali. Spe -rimentar e significa, quindi, lavorar e su pr ototipi e modelli anche virtuali, avendo la capacità di cambiar e in corsa con rapidità e mettendo a frutto immediatamente il fallimento. Le co -noscenze necessarie sono tirate all’inter no di un pr ogetto solo per il tempo in cui sono utili allo scopo; esse sempr e più spesso arrivano dai margini della disciplina attraverso le reti di relazioni rese possibili dalle nuove tecnologie informatiche e dalle nuove forme di intelligenza collettiva, che stanno trasformando le catene relazionali della comunicazione tecnica. (Ito, Howe, 2017) Pr

ogettualità e cultura tecnologica

La moltiplicazione dei saperi necessari al pr ogetto di Ar chitettura e la frammentazione dei pr ofili formativi, spesso dettata da logiche di mer cato e non da reali necessità culturali, hanno generato una condizione di crisi dei dispositivi didattici pr edisposti alla formazione (compr esi i più innovativi laboratori) e al tempo stesso hanno reso più evidente la mancanza

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18 19 Insegnar e T ecnologia dell ’Ar chitettura. N ote per un discorso tecnologico INTR ODUZIONE del pr ogetto come atto tecnico e culturale, al tempo stesso strumento di conoscenza e di tra -sfo rm az io ne d ella re alt à. M a la q ue stio ne n od ale rig ua rd a a nc ora le m od alit à d i tr as fe rim en to della conoscenza tecnica che, seppur agente in modo dir etto sul pr ogetto di Ar chitettura, è tanto accelerata, che non può esser e insegnata nelle sue manifestazioni incalzanti. Secondo Guido Nar di «s i p os so no in se gn are re sp on sa bilm en te p iu tto sto il m eto do p er se gu irla n ei su oi ag gio rn am en ti, la c uri os ità p os itiv a p er le s ue c ap ac ità d i d isv ela m en to , la c hia ve d i le ttu ra p er coglierne le contraddizioni o gli eccessi. È n ec es sa rio q uin di f are a pp ello n on s olo a u n s ap ere po lite cn ic o, ch e s ap pia e ntr are n el m erit o d elle c on os ce nz e a cq uis ite , m a a nc he a u n s ap ere eminentemente culturale, che faccia entrare in gioco le scienze umane, opportunamente rior

-ganizzate intorno alle attuali categorie antropologiche»

(Nar di, 2003, p. 20). La dimensione politecnica e culturale del saper e tecnologico potrà consentir e alla Tecnolo -gia dell’Ar chitettura di perseguir e un appr occio didattico aperto, critico e pr oblematico, in grado di integrar e conoscenze tecnico-scientifiche con istanze umanistiche e simboliche. Un appr occio didattico che non miri a for nir e competenze specifiche e bloccate, ma che si pr oponga di stimolar e nello studente la capacità di legger e con intelligenza strategica e flessibilità di pensier o i caratteri e le esigenze di ambienti fisici e contesti tecnici in rapido mutamento. Questi caratteri, alimentati dalla necessaria reattività cognitiva utile a indagar e le nuove frontier e digitali e dalla curiosità intellettuale che spinge alla ricer ca del nuovo, potranno diventar e la base su cui costruir e futur e competenze pr ofessionali, maggiormente specializzate, nella consapevolezza che esse, in un contesto sociale, tecnico ed economico

in continua evoluzione, non potranno che esser

e pr

ovvisorie e continuamente aggior

nabili. In virtù di questi apporti, la didattica della Tecnologia dell’Ar chitettura potrà acquisir e il ruolo che le compete nelle catene di valor e culturale, sottraendosi a quel caratter e di strumentalità verso altr e forme di pr ogetto e pr oponendosi come discorso pr ogettuale sulle tecniche in vista del soddisfacimento delle necessità umane ed ecologiche del mondo reale. Essa potrà riaf fermar e la pr opria identità culturale e scientifica al di fuori di un asservimento strumentale privo di autor evolezza e autonomia, rivendicando l’importanza dei contenuti peculiari che possono renderla una disciplina strategica per avviar e un complessivo pr ocesso di rinno -vamento della didattica del pr ogetto di Ar chitettura. In questo modo si potrà ripr ender e il “discorso tecnologico” che nel 1970 Eduar do V ittoria aveva avviato nel tentativo di appr o-fondir e

i molteplici aspetti della conoscenza della natura e dell’agire umano.

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, Alinea, Fir enze. di attenzione verso la tecnica e gli aspetti più operativi dell’Ar chitettura, sia da parte di color o che si collocano nell’ambito della cultura scientifica, sia da parte di color o che guar dano al pr ogetto da un punto di vista essenzialmente compositivo. Nelle scuole di Ar chitettura pr e-vale una visione strumentale che tende a sottovalutar e le potenzialità generative e cr eative della cultura tecnologica e «si privilegia un approccio metodologico rigorosamente dedutti -vo che parte da basi scientifico-culturali tutto sommato astratte, per introdurre solo alla fine

del percorso formativo le finalità tecniche e applicative»

(Raiteri, 2005, p. 214). Al fine di collocar e nella giusta dimensione pr ogettuale le tecniche e il lor o portato, Guido Nar di in uno dei suoi ultimi scritti ribadisce la valenza culturale delle tecnologie costruttive e la necessità di conoscerle non esclusivamente sotto l’aspetto pr estazionale e applica -tivo, per quanto esso sia indispensabile alla formazione pr ofessionale. Tale conoscenza deve esser e continuamente sostenuta da fondamenti storici e teorici e da considerazioni di caratter e filosofico e antr opologico che ne arricchiscano la valutazione critica. Guar dar e all’evoluzione delle tecnologie in un’ottica culturale «contribuisce a comprendere con mag -giore chiarezza anche il quadro articolato ed eterogeneo delle emergenze contemporanee, ponendo la conoscenza della cultura tecnologica a sostegno di una più fondata capacità e

coerenza di scelta progettuale»

(Nar di, 2003, p. 17). Pertanto, alle facoltà pr ogettuali è necessario af fiancar e un’assunzione di responsabilità a tutti i livelli che coinvolga non solo la trasformazione dello spazio fisico ma anche la for -mazione e l’insegnamento di una pr ofessionalità adeguata a questi fini. «Secondo questo modo di vedere - sostiene Nar di - sarebbe forse più proficuo pensare alla progettualità in senso lato, piuttosto che a una specifica e conchiusa idea di progettazione, perché in questo modo riusciremmo a mobilitare maggiormente quelle capacità inventive, artistiche,

scientifiche e comunicative di cui disponiamo»

(Nar di, 2003, p. 18). Secondo Tomas Maldonado, «… in un mondo di oggetti e di processi tecnici, come sta diventando sempre più il nostro mondo, la progettualità è onnipresente ». La nostra è un’e -poca pr ogettuale, forse la più pr ogettuale di tutte le epoche della storia a causa degli im -portanti sviluppi della moder na tecnologia. Nella nostra projecting age l’idea di pr ogettualità include, non solo la pr opensione e l’attitudine a far e pr ogetti, a idear e pr ogrammi, ma in -tr oduce una componente fortemente intenzionale del pr ocesso ideativo che consente alla sensibilità e alle capacità del pr ogettista di confr ontarsi con l’oggettività dei temi posti dalla realtà, ricer cando le strategie e gli strumenti più adatti per definir e oggetti e pr ocessi all’in -ter

no di sistemi di valori etici ed estetici condivisi (Maldonado, 1987, p. 192).

Alla luce di queste considerazioni, che attribuiscono al pr ogetto una valenza ampia e forte che va oltr e gli str etti confini disciplinari e di esclusiva competenza degli ar chitetti, è possibile individuar e un ulterior e punto di riflessione sulla didattica della Tecnologia dell’Ar chitettura. L’insegnamento della disciplina dovr ebbe porsi nelle sue finalità di appr endimento da par -te degli studenti la capacità di intender e il pr ogetto nel senso più ampio di pr ogettualità, individuando in essa la capacità di or dinar e i tempi, i mezzi e le finalità, in ogni contesto, all’inter no di una dimensione culturale che tiene insieme l’esperienza operativa e la consa -pevolezza del sistema degli obiettivi e delle risorse disponibili. In questo modo gli studenti potranno sperimentar e nuove possibilità di trasformazione dell’ambiente costruito secondo una dimensione pr ogettistica, imparando a compr ender e la necessità di metter e in relazione ideazione e realizzazione del pr ogetto mediante la tecnologia nelle diverse fasi del pr ocesso realizzativo. Ripr ender e il “discorso tecnologico” L’ ap pro cc io m eto do lo gic o, la d im en sio ne s pe rim en ta le e la c ult ura te cn ic a c os titu isc on o i tre po li c on ce ttu ali su i q ua li r ip re nd ere il “d isc ors o t ec no lo gic o” c he h a c ara tte riz za to i m om en ti fo nd ativ i d ella T ec no lo gia d ell’ A rc hit ett ura . E ss i s on o l eg ati tra lo ro d a u na v isio ne in no va tiv a

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