La Baia di Napoli
STRATEGIE INTEGRATE PER LA CONSERVAZIONE
E LA FRUIZIONE DEL PAESAGGIO CULTURALE
a cura di
Aldo Aveta, Bianca Gioia Marino, Raffaele Amore
VOLUME PRIMO
Per una connotazione del territorio,
tra caratteri fisici e valenze culturali
artstudiopaparo
La Baia di Napoli
STRATEGIE INTEGRATE PER LA CONSERVAZIONEE LA FRUIZIONE DEL PAESAGGIO CULTURALE
a cura di
La Baia di Napoli
STRATEGIE INTEGRATE PER LA CONSERVAZIONE E LA FRUIZIONE DEL PAESAGGIO CULTURALE
a cura di Aldo Aveta, Bianca Gioia Marino, Raffaele Amore
VOLUME PRIMO
Per una connotazione del territorio,
tra caratteri fisici e valenze culturali
For a connotation of the territory, between
physical characters and cultural values
La pubblicazione è stata promossa dalla Scuola di Specializza-zione in Beni architettonici e del Paesaggio e realizzata con il con-tributo dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Patrocinio del Dipartimento di Architettura - DiARC dell’Uni-versità degli Studi di Napoli Federico II.
I saggi contenuti nei due volumi sono stati valutati in modalità
double blind peer review. In copertina
Alessandro Busci, Castel dell’Ovo, 2014
GRANDIOPERE
collana diretta da
Antonella di Luggo
Volume 4
Comitato Scientifico Jean Francois Cabestan Massimiliano Campi Alessandro Castagnaro Stefano De Caro
Pierluigi Leone De Castris Riccardo Florio
Christiane Groeben Fulvio Irace Mario Losasso
Virginie Picon Lefebvre Franco Purini
Paola Scala Marcello Sestito
La Baia di Napoli
Strategie integrate per la conservazione e la fruizione del paesaggio culturale
a cura di
Aldo Aveta
Bianca Gioia Marino Raffaele Amore
Segreteria redazionale
Claudia Aveta coordinamento Sabrina Coppola
Giuseppe Feola Maria Chiara Rapalo
Coordinamento editoriale Massimo Visone Progetto grafico artstudiopaparo © Ottobre 2017 artstudiopaparo s.r.l. - Napoli [email protected] Primo di 2 volumi indivisibili Euro 150,00 (per i due volumi) ISSN 2421 034X
Sommario
Presentazioni 9 Gaetano Manfredi 10 Mario Losasso 11 Luigi de Magistris Prefazione13 L’approccio pluridisciplinare per una strategia di conservazione dei valori della Baia di Napoli
Aldo Aveta
19 Introduzione
Bianca Gioia Marino
Prima sezione
Il paesaggio storico come natura ed espressione geologica
23 The Bay of Naples and its Volcanoes: a geological monument
Elena Cubellis, Giuseppe Luongo
28 Le risorse lapidee della Campania: riscoperta e valorizzazione dei siti estrattivi
Domenico Calcaterra, Marco D’Amore, Diego Di Martire, Maurizio de’ Gennaro, Alessio Langella
35 I geomateriali vulcanici della Baia di Napoli
Claudia Di Benedetto, Sossio Fabio Graziano, Concetta Rispoli, Piergiulio Cappelletti
39 Valenza socio-culturale del patrimonio geologico nelle aree vulcaniche attive della Baia di Napoli
Paola Petrosino, Ines Alberico
44 I geomateriali nel sito archeologico della Necropoli della Porta Mediana a Cuma
Sossio Fabio Graziano, Claudia Di Benedetto, Vincenza Guarino, Concetta Rispoli, Piergiulio Cappelletti
50 Studio delle condizioni di stabilità di cavità storiche finalizzato alla conservazione e fruizione del sito attraverso l’uso integrato di indagini e modellazione numerica 3D
Anna Scotto di Santolo, Maria Danzi, Francesco Pepe
55 Un GEO-DB condiviso e intersettoriale per la Baia di Napoli
Ciro Romano
61 Un tesoro di biodiversità invisibile nella Baia di Napoli
Adriana Zingone, Marina Montresor, Diana Sarno
66 A geophysical approach to the fruition and protection of underwater cultural landscapes. Examples from the Bay of Napoli
Crescenzo Violante
71 Paesaggi sottomarini del Golfo di Napoli per la pianificazione dello spazio marittimo
Luca Appolloni, Giovanni Fulvio Russo
75 Il rapporto tra le aree agricole e gli ambienti urbanizzati: il caso della Baia di Napoli
Paolo Cupo
80 Evoluzione del paesaggio agrario e naturale della Penisola Sorrentina negli ultimi 60 anni
Antonello Migliozzi, Stefano Mazzoleni
84 Analisi dei risentimenti dei forti terremoti appenninici che hanno colpito Napoli
Sabina Porfido, Giuliana Alessio, Germana Gaudiosi, Rosa Nappi, Efisio Spiga
89 Vulnerabilità sismica e classi srtutturali: gli edifici in muratura a scala territoriale
Giancarlo Ramaglia, Gian Piero Lignola, Gaetano Manfredi, Andrea Prota
94 Difficile equilibrio tra esigenze di sicurezza e di tutela ambientale nei problemi di stabilità di costoni rocciosi in ambiti di grande rilevanza ambientale: il caso di Capri
Stefano Aversa, Nicola Nocilla
99 Seismic vulnerability reduction for House of mosaics in the Park of Villa Favorita
Luisa Alterio, Gianpiero Russo, Francesco Silvestri
104 Napoli e le aree protette
Antonio Bertini
Seconda sezione
Peculiarità e identità dell’architettura e del paesaggio storico urbano
113 Il nuovo sguardo dalle colline al mare tra Settecento e Ottocento: un primato napoletano nell’idea di salvaguardia del paesaggio urbano
Alfredo Buccaro
119 Paesaggio e architettura: l’Arcadia nella Baia di Napoli
Massimo Visone
124 Le ‘panoramiche’ di Napoli. Le strade del fascismo tra tutela e valorizzazione
Luigi Veronese
129 Il litorale di Chiaia nelle trasformazioni della Napoli eclettica. La nuova linea di costa da Mergellina a Castel dell’Ovo
133 Paesaggio archeologico e urbano nella guidistica campana dell’Ottocento: il contributo di Stanislao d’Aloe
Damiana Treccozzi
139 La Baia di Napoli negli Atti della Commissione Franceschini (1964): elementi di continuità e discontinuità del processo di tutela
Alessandro Viva
144 Castellammare di Stabia, Sorrento, Monte Faito: tre piani di Luigi Piccinato, 1936-1940
Gemma Belli
150 Il paesaggio tra urbanistica e tutela: la genesi e il destino del PUT della penisola sorrentino-amalfitana (1973-1987)
Andrea Pane
157 Dal recupero di antiche tracce alla costruzione di nuove tracce per il futuro
Vito Cappiello
160 Significati e tutela dell’architettura del XX secolo nella Baia di Napoli
Ugo Carughi
165 Morfologia del sistema urbano della città di Napoli tra architettura e paesaggio
Antonella di Luggo
170 Riguardare le coste
Paolo Cerotto
174 Trasformazioni del paesaggio costiero di Santa Lucia e Castel dell’Ovo nei progetti dei fratelli Du Mesnil, 1869-1872
Consuelo Isabel Astrella
180 La ‘porta’ orientale di Napoli: trasformazioni urbane e rapporti percettivi
Angela Pecorario Martucci
185 Nel quartiere di San Carlo all’Arena: valori e disvalori di un paesaggio culturale degradato
Maria Chiara Rapalo
190 Il collegio dei Cinesi in Napoli: dalla conservazione di antichi significati all’interpretazione di nuovi valori
Amanda Piezzo
195 Nuove architetture e città storiche. Il caso (fallito) del grattacielo sulla Baia di Napoli
Niroscia Pagano
199 Alle pendici del Vesuvio: tra memoria dell’‘antico’ e infrastrutture. Immagini e storie per la fruizione e il recupero dell’identità dei luoghi
Pasquale Rossi
204 L’INA Casa a Bagnoli, Agnano e Canzanella e gli interventi della Filo Speziale: ripartire dalla Storia per la salvaguardia ambientale
Carolina De Falco
209 Le ‘architetture minori’ a carattere rurale nell’area vesuviana. Un patrimonio architettonico a rischio
Mariarosaria Villani
214 ‘Architetture dell’acqua’ e identità culturale. La Valle dei mulini di Gragnano
Giovanna Ceniccola
219 La nuova strada di Sorrento e la difesa della ‘sinistra’ del golfo di Napoli. Un controverso progetto agli inizi dell’Ottocento
Giuseppe Pignatelli
223 Il paesaggio di Capri: immaginari e tutela tra Ottocento e Novecento
Fabio Mangone
228 Ischia: il caso del Torrione di Forio. Tutela, conservazione e trasmissione
Valeria Carreras, Fatima Melis
233 Un Laboratorio per la riqualificazione urbana di Baia
Marina Fumo, Roberto Castelluccio, Luisa Di Nardo, Roberto Vigliotti
238 Matera 2019. Dalla valutazione dell’impatto territoriale agli scenari di trasformazione urbana
Silvia Summa
242 Piani e progetti di Michele Busiri Vici per la costa laziale (1940-1970)
Gerardo Doti
Terza sezione
Paesaggi di rovine come criticità e risorsa
251 La riscoperta del paesaggio culturale preromano nei golfi di Napoli e di Salerno: mitografia, realtà archeologica e valorizzazione futura
Giuseppe Alberto Centauro, Carmine Pellegrino, Guido Iannone
256 Valori formali e realtà funzionali delle ville costiere in Campania: l’eredità ellenistica e l’innovazione romana
Antonio De Simone
260 Napoli, città cumana: alle origini dell’identità culturale della Baia di Napoli, in antico golfo cumano
Giovanna Greco
266 Le maisons de plaisance di Portici e dei suoi dintorni nei disegni dell’architetto Pierre Adrien Pâris (1745-1819)
Maria Luce Aroldo, Matteo Borriello, Alessio Mazza
272 Geografia e infrastrutture archeologiche. Morfologie e connessioni nel territorio vesuviano tra ‘città nelle città’
Adriana Bernieri
277 Archeologia partecipata nella Baia di Napoli. Lo scavo della Villa di Augusto a Somma Vesuviana tra istanze conservative e prospettive di sviluppo turistico-culturale
Giuseppe Feola
282 Pompei, laboratorio di possibili futuri nel cuore della Baia di Napoli
Nicola Flora, Francesca Iarusso
286 Il restauro delle Terme Suburbane come strategia di valorizzazione del suburbio occidentale della città archeologica di Pompei
Serena Borea
291 Il sito UNESCO Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata e l’‘Historic Urban Landscape’. Considerazioni e riflessioni
Barbara Del Prete
295 An integrated approach for the conservation of Archaeological Heritage: the case study of the south-west colonnade of the Pompeii Civil Forum
Lucrezia Cascini, Francesco Portioli, Raffaele Landolfo, Renata Picone, Serena Amodio
300 Tutela e conservazione di un elemento connotante il paesaggio archeologico vesuviano: le fontane pubbliche della città antica di Pompei
Umberto Sansone, Arianna Spinosa, Gianluca Vitagliano
304 A GIS concerning the risks of deterioration of the archaeological area of Pompeii
Ferdinando Di Martino, Salvatore Sessa
309 Il paesaggio archeologico costiero tra Stabiae, Sorrento e Vietri:
villae rusticae e villae d’otium Bianca Ferrara
314 Il repertorio decorativo dei pavimenti delle ville di Stabiae
Carmela Ariano
322 La baia di Cartaromana (Ischia), l’antica Aenaria, tra tutela e valorizzazione
Costanza Gialanella, Alessandra Benini
327 Il passato a venire
Francesco Rispoli
331 Memorie del futuro. Per una valorizzazione condivisa del patrimonio culturale tra i Campi Flegrei e Ischia: Cartaromana, Cuma e Baia
Chiara Barbieri
335 The great ancient vaulted systems in the area of Campi Flegrei
Gigliola Ausiello, Domenico Fornaro
340 Antiche malte nella Baia di Napoli: studio della Piscina Mirabile
Concetta Rispoli, Renata Esposito, Sossio Fabio Graziano, Claudia Di Benedetto, Alberto De Bonis, Piergiulio Cappelletti, Pierfrancesco Talamo
345 La Specola Misenate: rilievo e conoscenza
Rossella Mazza
349 Aree archeologiche costiere nei Campi Flegrei tra storia e valorizzazione: il caso del teatro-ninfeo detto Sepolcro di Agrippina a Bacoli
Silvia Crialesi
353 Svelare l’invisibile: il patrimonio archeologico sommerso nella Baia di Napoli. Il caso studio dei Campi Flegrei
Caterina De Vivo
358 Paesaggio archeologico e paesaggi urbani tra Bacoli e Miseno
Luigi Cicala, Gervasio Illiano
363 ‘Ruine parlanti’. Temi progettuali per il paesaggio flegreo
Bruna Di Palma
369 Intersezioni e continuità. Strategie progettuali per i frammenti archeologici e gli spazi urbani ‘in rovina’ nel centro antico di Napoli
Francesca Coppolino
374 La fortificazione antisbarco della seconda guerra mondiale nel Parco Archeologico di Cuma
Marianna Mascolo
378 Gli anfiteatri di Campania e Sicilia, ‘pietre miliari’ nella storia della tutela in età borbonica
Antonella Cangelosi
383 I paesaggi del rudere in Sardegna. Verso una progettazione consa pevole della rovina
Bruno Billeci, Maria Dessì
Quarta sezione
Beni mobili e beni immateriali come fattori di identità
391 Riti, culti e devozioni a Napoli tra V e II secolo a.C.
Giovanna Greco, Marialucia Giacco, Maria Luisa Tardugno
397 Classis Misenensis. L’antica presenza navale romana quale importante
fattore delle robuste tradizioni nautiche fiorite nella Baia di Napoli
Domenico Carro
404 ‘Nel più fulgido scenario di colori’: Goethe e la scoperta del paradiso a Napoli
Rosario Scaduto
409 La costa flegrea: mito e memoria
Valeria Pagnini
414 Museo e territorio, tra materialità e immaterialità
Gioconda Cafiero
420 Masaniello, pescatore napoletano: icona simbolica del paesaggio della Baia di Napoli fra l’Ottocento e il Novecento
Ewa Kawamura
425 Identità sociali e culturali nella canzone napoletana classica
Giorgio Ruberti
429 La terminologia della caffetteria napoletana, tra tecnicismi e tradizioni. Un confronto con la lingua spagnola
Sara Longobardi
432 Da Carmniell o’ srngr a Semmentavecchia e Taplass. Tra soprannomi e ‘gentilizi’ dell’area metropolitana e isolana: valori culturali e documentari del territorio partenopeo
Federico Albano Leoni, Francesca M. Dovetto
437 Small islands, global worlds: aspetti linguistici e storico-culturali delle isole flegree
Rosanna Sornicola
442 Iscrizioni, edilizia pubblica e consenso politico a Napoli nel I secolo d.C.
Elena Miranda De Martino
448 L’influenza della terminologia del vulcano sul paesaggio flegreo, analisi contrastiva con le lingue francese, inglese e spagnolo
Claudia Mignola, Marina Niceforo, Jacopo Varchetta
452 La moda a Napoli, un bene im/materiale da ri-conoscere
Ornella Cirillo
458 L’archivio storico dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari della Provincia di Napoli: un intervento di riordinamento tra tutela e valorizzazione
Concetta Damiani
463 Carta archeologica delle produzioni ceramiche a Neapolis (IV a.C. - VII d.C.): uno strumento per la lettura e la fruizione del paesaggio culturale della città antica
Maria Amodio, Sara Caldarone, Renata Esposito, Illuminata Faga, Stefania Febbraro, Riccardo Laurenza, Raffaella Pappalardo, Raffaella Pierobon Benoit, Lydia Pugliese
469 Autori
Nella sua definizione più ampia, il paesaggio è costituito da risorse fisiche, naturali, umane, nonché culturali espresse in percezioni locali, identità ambientali e pratiche di gestione tradizionale.
I paesaggi mediterranei hanno come carattere distintivo e fisiologico, quello di essere strettamente legati alla storia e cultura dell’uomo e nello stesso tempo alla notevole variabilità delle condizioni ambientali (geologia, geomorfologia e clima). Questo contesto ha creato nel tempo un mosaico di paesaggi, che supportano una vasta gamma di habitat e un elevato nu-mero di specie. Nell’ultimo secolo i cambiamenti socio culturali e la mo-difica degli assetti economici hanno portato a un profondo e veloce di-namismo del territorio mediterraneo, specialmente nelle regioni sud-est del bacino, dove l’inasprimento del legame tra uomo e risorse naturali sta rapidamente trasformando i tradizionali paesaggi mediterranei1.
Negli ultimi 60 anni, anche il territorio italiano è stato sottoposto a una ragguardevole modificazione del suo aspetto e del suo assetto strut-turale2. Questo cambiamento, ancorché epocale, è il risultato di
auto-nome trasformazioni, talvolta intime, che a partire dal singolo individuo, si sono diffuse nell’intera società, attivando a loro volta dinamiche che hanno avuto come oggetto l’uomo e le sue risorse.
Allo stesso modo, anche il paesaggio agroforestale della Campania3
ha conosciuto, nell’ultimo sessantennio, una rilevante trasformazione sotto la spinta di due forze contrastanti: 1) l’espansione urbana; 2) l’in-tensificazione e la specializzazione delle attività agricole nelle aree di pianura e di collina costiera, abbinati con l’abbandono dell’agricoltura nelle aree montane e di collina interna.
Le direttrici principali di questa trasformazione appaiono chiare: nelle aree pianeggianti, le aree agricole subiscono una contrazione e diventano tessuto urbano, mentre nelle aree collinari interne e di mon-tagna, diventano boschi. In questo contesto la distribuzione ottimizzata dei nuclei abitativi, in relazione all’utilizzo delle risorse fondamentali come suolo e acqua, è completamente alterata. Ciò è evidenziato dalle forze alla base dei due processi contrastanti sopra descritti: l’espansione centrifuga delle città verso lo spazio rurale e la ricolonizzazione cen-tripeta, verso gli insediamenti urbani, da parte della vegetazione natu-rale che si insedia nei campi abbandonati. Nel primo caso il suolo perde la sua funzione primaria e diventa spazio libero da edificare. Nel secondo caso, il bacino territoriale ri-naturalizzato tende diretta-mente a interfacciarsi agli spazi urbani in crescita, con il conseguente aumento, all’interfaccia urbano-foresta, di alcune problematiche di rischio come gli incendi e le frane4.Nella penisola sorrentina e costa
d’Amalfi le dinamiche di paesaggio, conseguenza dei fenomeni sopra
descritti, hanno interessato principalmente le superfici terrazzate di-sposte lungo i versanti collinari e montani, che sono state in parte ab-bandonate.
L’economia tradizionalmente legata alla coltivazione di essenze ar-boree da frutto pregiate e alla gestione delle aree boschive, non solo come fonte di legno (castagneti da frutto), ha spostato gli interessi prin-cipalmente verso il settore terziario (Istat 2011), sotto la spinta di una fortissima vocazione turistica. Nonostante la presenza di numerosi stru-menti di pianificazione e sistemi di elevata protezione e l’inserimento di siti nelle liste UNESCO e FAI, sono evidenti problemi gestionali e pia-nificatori, probabilmente dovuti alla mancata integrazione tra i diversi strumenti ed efficacia nell’orientare effettivamente i comportamenti dei diversi attori istituzionali, economici e sociali. Nonostante questi squilibri, allo stato attuale l’economia rurale è caratterizzata da una diffusa frutti-coltura e una zootecnia con elementi di pregio.
I suoli ad alta biodiversità, dal punto di vista agronomico e forestale, sono fertili, ma estremamente delicati vista la notevole acclività dei ver-santi e la tendenza all’abbandono delle aree terrazzate più in quota.
Proprio i terrazzamenti realizzano il più antico ed efficace dei sistemi per il contenimento dell’erosione dei terreni, riducendo la pendenza dei versanti e rallentando così la velocità dei flussi delle acque di scorri-mento superficiale. Essi ancora oggi rivestono un ruolo importantissimo nella difesa del suolo, come elementi di pregio dal punto di vista estetico percettivo e per produzioni agricole (in versanti e valloni con pendenze vertiginose) quali vite, agrumeti, oliveti e in generale come architettura di impianto degli orti arborati a elevata complessità strutturale, che rap-presentano una peculiarità dell’agricoltura campana (agricoltura ‘a 3 piani’ costituita da fruttiferi alti, consociati a fruttiferi bassi e a ortive in-vernali).In questo lavoro saranno analizzate e commentate le dinamiche di uso e copertura del suolo (LCLU) della penisola sorrentina e costa d’Amalfi, dell’ultimo sessantennio. Verranno, inoltre, presi in conside-razione gli indici di elevato valore naturalistico (HNVFF = High Nature
Value Farmland Forestry), che oltre alla loro valenza assoluta, sfruttabile
dal legislatore nell’ambito della pianificazione, possono essere anche utilizzati nelle procedure di valutazione contingente (CVM) e volontà a pagare (WTP)5, usate per stimare i valori reali e quelli indiretti del
‘Bene’ paesaggio.
La copertura del suolo o Land cover (LC) e differente dall’uso del suolo o Land use (LU). Il Land cover è la copertura biofisica osservata sulla superficie terrestre. Il Land Use, invece, è riferito al modo in cui questo assetto biofisico è utilizzato dalla popolazione6. La principale, e 80
Evoluzione del paesaggio agrario e naturale della Penisola Sorrentina negli ultimi 60 anni
Evolution of agricultural and natural landscape of the Sorrento Peninsula in the last 60 years
spesso unica, informazione disponibile sul Land Use sono i censimenti, mentre le informazioni relative al Land Cover sono solitamente dedotte dalle cartografie derivate principalmente da foto aeree o immagini sa-tellitari. Le superfici e i trend evolutivi determinati attraverso l’uso dei censimenti possono però essere in disaccordo con quelli determinati con l’analisi delle carte delle coperture delle terre e questo impedisce una chiara lettura delle trasformazioni di un territorio. In questo lavoro si è cercato di integrare i due livelli di informazione al fine rendere l’analisi delle dinamiche il più possibile equilibrata rispetto alle due vi-sioni. Lo studio delle dinamiche di LCLU è stato svolto attraverso un confronto cartografico di tre differenti anni (1958, 1988 e 2014) secondo lo schema di seguito illustrato.
Acquisizione dati di base per la stesura delle cartografie di uso del suolo e metodologia:
Carta della utilizzazione del suolo d’Italia, 1956-1960 (CNR-Centro di Geografia Economica; TCI); coppie di stereofoto del 1956 acquisite presso l’archivio dell’Istituto Geografico Militare Italiano (IGMI); or-tofoto in scala di grigio dell’area di studio, acquisita presso il server WMS del Portale Cartografico Nazionale (PCN), relativa all’anno 1988; Ortofoto AGEA 2014 della Regione Campania con risoluzione di 0,2m/px; immagine georeferenziata dell’area di studio, acquisita dal server BING, relativa all’anno 2014; fotointerpretazione in ambiente GIS (EsriInc., ITC/The Netherland); Mosaicatura, rettifica e georefe-renziazione al sistema WGS84 UTM 33 T delle coppie di stereofoto del 1956 (Ilwis 3.3); legenda uniformata allo standard CORINE Land Cover (European Environment Agency-EEA, 2006); Restituzione car-tografica in scala 1:5000 dell’uso del suolo della penisola sorrentina e costa d’Amalfi relativa agli anni 1958, 1988 e 2014; analisi cartografiche (IlwisAcademic 3.3/The Netherland; IdrisiAndes/Clark University; Ar-cmap 10.2/EsriInc.); elaborazione di un Digital Elevation Model (DEM); rasterizzazione e overlay tematici tra le cartografie prodotte; elaborazione di matrici di transizione per il commento delle dinamiche di uso del suolo; confronto dati cartografici con i dati ISTAT.
Dal confronto cartografico dei tre periodi presi in considerazione il comparto rurale risulta profondamente modificato in relazione all’ab-bandono delle attività agricole e forestali e all’alto tasso di urbanizzazione (200% dal 1958 al 2014). La figura 1 riassume queste dinamiche de-scrivendo i cambiamenti all’interno del comparto agricolo, quello fore-stale e nelle tipologie di urbano.
Nel comparto agricolo, tra il 1958 e il 1988, si osserva il repentino crollo delle colture arboree specializzate, che recuperano solo in minima parte nell’ultimo periodo analizzato. Questo andamento è parallelo alla contrazione degli orti complessi e dei seminativi, che nell’insieme testi-moniano un cambiamento d’uso che dal primario si sposta verso il ter-ziario. Per il comparto forestale le direttrici di cambiamento sembrano opposte a quelle del comparto agricolo. Il risultato è un’omogeneizza-zione del paesaggio che si ripercuote non solo sui livelli di biodiversità, ma anche sull’incremento di rischio legato all’instabilità dei versanti e all’aumentata occorrenza di incendi boschivi. In entrambi i casi l’aumento di queste superfici all’interfaccia con l’urbano pongono in essere pro-blematiche di rischio che negli anni passati erano sicuramente mitigate dall’opera dei contadini.
Il grosso del cambiamento del comparto agricolo lo si rileva nel pe-riodo 1958-1988, e questo è in linea con le dinamiche di abbandono so-pra descritte. Nell’ultimo periodo (1988-2014) le dinamiche non sono più legate solo agli abbandoni, ma piuttosto a situazioni locali di specu-lazione connesse all’urbanizzazione e alle attività turistiche in un contesto in cui spesso anche in presenza di vincoli e piani, sussiste una generaliz-zata mancanza di controllo da parte degli enti preposti alla tutela del territorio. D’altra parte, proprio in relazione al comparto agricolo, lo sviluppo delle attività turistiche se da un lato tende a far aumentare il li-vello di urbanizzazione, dall’altro determina e ha determinato, un parziale recupero di alcune categorie di uso del suolo, come gli arboreti specia-lizzati (+20%).
Il concetto di HNVFF è stato introdotto per la prima volta nel 1993 e si riferisce a quelle condizioni in cui sussistono determinati tipi di attività agricole poco impattanti e scarsamente meccanizzate insieme a elementi di alto valore naturale7. I sistemi agricoli ad alto valore di
natu-ralità sono caratterizzati da attività di tipo estensivo e frequentemente sono associati a un’elevata diversità strutturale. Un’altra caratteristica chiave di queste tipologie di sistemi è la presenza di un basso carico di animali al pascolo in zone semi-naturali. Questi sistemi così complessi, in cui le attività dell’uomo hanno un basso impatto ambientale, sono anche compatibili con la presenza di specie e di habitat oggetto di tutela in ambito regionale, nazionale ed europeo8. Tale concetto è stato
appli-cato in periodi recenti anche alle zone forestali. Infatti, la concomitanza di caratteristiche strutturali, funzionali e di composizione floristica dei boschi, insieme a una gestione comprensiva degli aspetti ecologici, rende i sistemi forestali capaci di supportare alti livelli di biodiversità9.
L’idea racchiusa nel concetto degli HNVFF è quella di creare, nel-l’ambito della conservazione degli habitat naturali e delle specie animali e vegetali a essi collegate, un legame tra l’ecologia, le attività agro/forestali, l’usufruizione ludica di questi territori e le politiche di gestione del pae-saggio come bene pubblico.
Per vegetazione semi-naturale si intende che i complessi di vegeta-zione che possono annoverare specie floristiche di grande pregio, sono stati determinati in quella loro forma dalla pressione antropica, che
tut-81
tavia, non solo non ha determinato il loro impoverimento strutturale, ma ha favorito la presenza di specie endemiche e rare.
Dal punto di vista paesaggistico, le aree HNV producono quei tipici paesaggi a mosaico, frutto della commistione di elementi di vegetazione semi-naturale con terreni agricoli, presenza di siepi, filari alberati e terrazzi [fig. 2]. L’identificazione delle aree ad alto valore di naturalità, secondo la metodologia applicata da Paracchini10, prevede il calcolo di
una griglia pesata in cui particolari classi di land cover, sono associate a rilievi di campo, a dati spaziali come le reti dei siti Natura 2000 (SIC e ZPS) e a dati aspaziali come ad esempio quelli relativi al rilevamento statistico delle tipologie di conduzione delle attività agro-silvo-pastorali. Come elementi strutturanti del paesaggio rurale sono stati considerati alcuni aspetti e produzioni che storicamente caratterizzano il territorio e che per il basso impatto sulle lavorazioni del terreno si distinguono per un’elevata biodiversità della flora [fig. 3]. In particolare sono da citare gli oliveti, che dalla riva del mare arrivano fino alla collina alta, gli agrumeti e i vigneti, che vengono allevati lungo i versanti su terrazzamenti che da secoli connotano il paesaggio della costiera e della penisola. Un altro elemento tipico del paesaggio rurale della penisola si lega agli orti arborati ad alta complessità strutturale che si diversificano verticalmente con produzioni erbacee e arboree sullo stesso fondo.
In questo studio, gli indicatori HNVFF sono stati calcolati in base a un valore crescente di naturalità, da 1 a 5. Il comparto rurale della peni-sola assomma a 11.706 ettari, pari all’83% del territorio. Di questo 83% i trequarti (10.491 ettari) possono essere considerati a carattere estensivo. Nell’area studio accorpando il gruppo di HNV farmland e gli HNV forestry si ha che il 27% del territorio è coperto da HNV di alto livello. In particolare, gli HNV farmland rappresentano la compo-nente principale di questa percentuale (35%). Gli HNV potenziali sono, invece, rappresentati nel 23% del territorio rurale. Allo stato at-tuale, quindi, il 50% del territorio rurale della penisola è costituito da sistemi a basso livello di HNV [fig. 4].
In un contesto di sostenibilità, le metodologie di valutazione assu-mono il ruolo di importante supporto alle scelte e decisioni, in materia
di gestione territoriale e paesaggistica. In questa direzione il valutatore è chiamato a confrontarsi non solo con i policy makers, ma anche con la comunità, mettendo in luce le preferenze e le aspettative che emergono dal territorio.
La WTP (Willingness To Pay) permette di calcolare il valore in ter-mini economici che gli individui associano al paesaggio. I metodi utilizzati per stimare tale valore si basano sulle preferenze degli individui e sono generalmente classificati in due gruppi: revealed preferences, o preferenze rivelate, e stated preferences, ovvero preferenze dichiarate11.
Il metodo stated preferences più comunemente usato per la stima del valore economico del paesaggio è la Valutazione Contingente (CVM). Questa esamina il bene in questione nella sua totalità, chiedendo diret-tamente agli individui quanto siano disposti a pagare fra varie alternative di conservazione di un dato bene12. La metodologia si basa sui principi
dell’economia del benessere, e più precisamente costruisce le proprie basi teoriche sul concetto di massimizzazione dell’utilità del consumatore propria dell’economia neoclassica13.
La valutazione contingente si basa sulla somministrazione di un questionario a un campione di individui estratto dalla popolazione in-teressata in qualche modo al bene che si sta valutando. Il nome ‘valuta-zione contingente’ deriva dal fatto che il valore stimato del bene in que-stione è contingente alle informazioni che sono raccolte durante l’intervista14. I risultati così ottenuti indicano il rapporto che sussiste tra
la variabile dipendente disponibilità a pagare (WTP) e gli indicatori utilizzati come variabili indipendenti nel modello.
La potenzialità di questo metodo di indagine delle preferenze degli
users sta nel potere utilizzare come variabile indipendente del modello,
gli indici di paesaggio.
Per quanto riguarda il territorio della penisola sorrentina e della costa d’Amalfi, lo studio effettuato utilizzando il metodo WTP stated
preferences15su 148 persone di 13 differenti comuni, dimostra che è
utile avvalersi gli indici di HNV come variabile indipendente all’interno di un modello econometrico, in modo da correlare le scelte degli inter-vistati ai diversi valori dell’indice scelto.
82
I risultati forniti dal modello esprimono, infatti, un dato importante: i residenti sono disposti a pagare per preservare il paesaggio rurale tradizionale di alto valore naturalistico. Infatti, il 77% del campione intervistato ha dichiarato di essere disponibile a pagare per l’attuazione di un piano di conservazione del paesaggio per almeno uno dei tre scenari che sono stati a loro mostrati. Ciò dimostra che le persone del luogo riconoscono al paesaggio rurale della penisola e della costiera peculiarità e caratteristiche di tale importanza che prescindono la loro condizione economica e indipendentemente dall’attuale contingenza economica non favorevole. Per quanto riguarda gli indicatori di elevato valore di naturalità (HNV), risulta che gli intervistati sono meno pro-pensi a pagare per quegli scenari in cui prevalgono i valori di naturalità bassi (rappresentati come HNV1 e HNV2), mentre sono maggior-mente disponibili a pagare per la conservazione dei paesaggi che ri-specchiano valori di naturalità più alti (HNV3, 4 e 5). Ciò dimostra che le singole persone percepiscono la differenza tra i diversi valori di naturalità e sono in grado di attribuire a essi un diverso valore
econo-mico. Nello stesso tempo, gli intervistati, in presenza di un progetto trasparente e con termini di scadenza e attuazione ben precisi, sono favorevoli e sostengono l’idea di conservazione di quelle tipologie di paesaggio rurale in cui le attività antropiche meglio si integrano con gli ambienti naturali.
Abstract
This paper presents a study case focused on the dynamics of the structural components of the Sorrentine Peninsula/Amalfi Coast land-scape, from 1958 to 2014, a multi-functional area unique and full of history. Like most of the coastal areas of the Campania region, this landscape has been profoundly altered by human action within just 60 years. From 1958 to 2014 urban areas, despite the small space available (in less than 2 km you go from the coastline to the top of the rise at 1400 m asl), increased by an average of 200%, with a trend that records progressive and almost continuous sprawl of small housing units in rural areas. The latter, once fragmented and incorporated into the urban fabric, tend quickly to lose their primary function arranging in this way, to an higher degree of urbanization.
It is quite interesting to note that despite such uncontrolled urban-ization, the rural areas still account for over 83% of the territory. They keep also at least 50% of high value environmental quality indexes such as the HNVFF (High Nature Value Farmland Forestry).
The characterization of high nature value farmland and forestry in terms of biodiversity, high-quality products and cultural stratification, offers the legislator a powerful planning tool inclusive of both socio-economic and ecological components. HNVFF indexes can be used in the contingent valuation procedures in which, by a participatory mech-anism based on interviews, it is possible to assess the perception and degree of appreciation of a specific landscape, to take actions to manage and enhance rural activities in areas with a very high aesthetic value.
83
Note
1P. QUÉZEL, Large-scale Post-glacial Distribution of
Vege-tationStructures in MediterraneanRegion, in Recent Dy-namics of Mediterranean Vegetation and Landscape,
edited by S. Mazzoleni, G. Di Pasquale, M. Mulligan, P. Di Martino, F. Rego, John Wiley & Sons Ltd, Chi-chester 2004, pp. 3-12.
2Recent Dynamics of Mediterranean Vegetation, cit. 3A. DIGENNARO, F.P. INNAMORATO, La grande
trasfor-mazione. Il territorio rurale della Campania 1960-2000,
Clean, Napoli 2005; A. MIGLIOZZI, A. STINCA, La Piana
Campana: trasformazioni del paesaggio, in Dal Degrado alla Bellezza. La riabilitazione dei paesaggi degradati nell’Agro Aversano, Edizioni Scientifiche Italiane,
Na-poli 2012, pp. 89-100.
4Recent Dynamics of Mediterranean Vegetation, cit. 5http://www.ecosystemvaluation.org/
6A. DIGREGORIO, J.M. JANSEN, Land Cover
Clas-sification System (LCCS): ClasClas-sification Concepts
and User Manual, FAO, Rome 2000.
7D. BALDOCK, G. BEAUFOY, G. BENNETT, J. CLARK,
Na-ture conservation and new directions in the common agricultural policy: The potential role of EC policies in maintaining farming and management systems of high nature value in the Community, s.n.t. [Institute for
Eu-ropean Environmental Policy, London] 1993.
8Institute for European Environmental Policy (IEEP),
Final report for the study on HNV indicators for evalua-tion. Contract Notice 2006-G4-04. Report prepared
by the Institute for European Environmental Policy for DG Agriculture, 2007.
9Ivi.
10M.L. PARACCHINI, J.-E. PETERSEN, Y. HOOGEVEEN, C.
BAMPS, I. BURFIELD, C. van Swaay, High Nature Value
Farmland in Europe – An estimate of the distribution patterns on the basis of land cover and biodiversity data,
Report EUR 23480 EN for European Commission,
Joint Research Centre and Institute for Environment and Sustainability, 2008 (http://agrienv.jrc.it/publica-tions/pdfs/HNV_Final_Report.pdf).
11V. MCCONNELL, M. WALLS, The value of open space:
Evidence from studies of nonmarket benefits. Resources for the future, Resources for the Future, 2005
(http://www.rff.org/research/publications/value-open-space-evidence-studies-nonmarket-benefits).
12Ivi.
13D. HOYOS, P. MARIEL, Contingent valuation: past, present
and future, in «Prague Economic Papers», 4, 2010.
14Ivi.
15M. MAROTTA, Paesaggio rurale e indici di elevato valore
di naturalità (HNV) nella Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana: una valutazione economica di un piano di conservazione, 2014. Tesi di laurea in Scienze Forestali
ed Ambientali. Dipartimento di Agraria, Università degli Studi Napoli Federico II.
Prefazione
Aldo AVETA, Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni architettonici e del Paesaggio, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Napoli Federico II
Introduzione
Bianca Gioia MARINO, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Napoli Federico II
I - Il paesaggio storico come natura ed espressione geologica
Ines ALBERICO, Istituto per l’Ambiente Marino Costiero, Consiglio Nazio-nale delle Ricerche
Giuliana ALESSIO, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione
di Napoli Osservatorio Vesuviano
Luisa ALTERIO, Università degli Studi di Napoli Federico II
Luca APPOLLONI, Laboratorio di Ecologia Marina, Dipartimento di Scienze e Tecnologie, Università degli Studi di Napoli Parthenope
Stefano AVERSA, Dipartimento di Ingegneria, Università degli Studi di
Na-poli Parthenope
Antonio BERTINI, Istituto di Studi sulle Società Mediterranee - Consiglio
Na-zionale delle Ricerche
Domenico CALCATERRA, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente
e delle Risorse, Università degli Studi di Napoli Federico II
Piergiulio CAPPELLETTI, Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente
e delle Risorse, Università degli Studi di Napoli Federico II
Elena CUBELLIS, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Napoli, Osservatorio Vesuviano
Paolo CUPO, Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli
Fe-derico II
Marco D’AMORE, Università degli Studi di Napoli Federico II
Maria DANZI, Geofotogrammetrica srl
Claudia DIBENEDETTO, Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente
e delle Risorse, Università degli Studi di Napoli Federico II Diego DIMARTIRE, Università degli Studi di Napoli Federico II
MaurizioDE’ GENNARO, Università degli Studi di Napoli Federico II
Germana GAUDIOSI, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Napoli Osservatorio Vesuviano
Sossio Fabio GRAZIANO, Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente
e delle Risorse, Università degli Studi di Napoli Federico II
Vincenza GUARINO, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e
delle Risorse, Università degli Studi di Napoli Federico II
Alessio LANGELLA, Dipartimento di Scienze e Tecnologie, Università del
San-nio di Benevento
Gian Piero LIGNOLA, Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e
l’Archi-tettura, Università degli Studi di Napoli Federico II
Giuseppe LUONGO, Università degli Studi di Napoli Federico II
Gaetano MANFREDI, Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architet-tura , Università degli Studi di Napoli Federico II
Stefano MAZZOLENI, Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di
Na-poli Federico II
Antonello MIGLIOZZI, Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di
Napoli Federico II
Marina MONTRESOR, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Napoli
Rosa NAPPI, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di
Na-poli, Osservatorio Vesuviano
Nicola NOCILLA, Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale,
Aerospa-ziale, dei Materiali, Università degli Studi di Palermo Francesco PEPE, Geofotogrammetrica srl
Paola PETROSINO, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e delle
Risorse, Università degli Studi di Napoli Federico II
Sabina PORFIDO, Istituto per l’Ambiente Marino Costiero, Consiglio
Nazio-nale delle Ricerche
Andrea PROTA, Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura,
Università degli Studi di Napoli Federico II
Giancarlo RAMAGLIA, Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e
l’Archi-tettura, Università degli Studi di Napoli Federico II
Concetta RISPOLI, Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse, Università degli Studi di Napoli Federico II
Ciro ROMANO, Istituto per l’Ambiente Marino Costiero, Consiglio Nazionale
delle Ricerche
Gianpiero RUSSO, Dipartimento di Ingegneria Civile Edile Ambientale,
Uni-versità degli Studi di Napoli Federico II
Giovanni Fulvio RUSSO, Laboratorio di Ecologia Marina, Dipartimento di
Scienze e Tecnologie, Università degli Studi di Napoli Parthenope Diana SARNO, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Napoli
Anna SCOTTO DISANTOLO, Università Telematica Pegaso
Francesco SILVESTRI, Università degli Studi di Napoli Federico II Efisio SPIGA, ricercatore
Crescenzo VIOLANTE, Istituto per l’Ambiente Marino Costiero, Consiglio
Nazionale delle Ricerche
Adriana ZINGONE, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Napoli
II - Peculiarità e identità dell’architettura e del paesaggio storico urbano
Consuelo Isabel ASTRELLA, Phd Student, Dipartimento di Architettura,
Uni-versità degli Studi di Napoli Federico II
Gemma BELLI, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Na-poli Federico II
Alfredo BUCCARO, Dipartimento di Architettura, Centro Interdipartimentale
di Ricerca sull’Iconografia della Città Europea, Università degli Studi di Napoli Federico II
469
Autori
Vito CAPPIELLO, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di
Na-poli Federico II
Valeria CARRERAS, PhD Student, Dipartimento di Architettura, Università
degli Studi di Napoli Federico II Ugo CARUGHI, Docomomo Italia Onlus
Roberto CASTELLUCCIO, Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e
Ambien-tale, Università degli Studi di Napoli Federico II
Giovanna CENICCOLA, PhD, Università degli Studi di Napoli Federico II
Paolo CEROTTO, Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale,
Università degli Studi di Napoli Federico II
Daniela DECRESCENZO, Università degli Studi di Napoli Federico II
Carolina DEFALCO, Dipartimento di Ingegneria Civile Design Edilizia
Am-biente, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
Antonella DILUGGO, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi
di Napoli Federico II
Luisa DINARDO, Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale,
Università degli Studi di Napoli Federico II
Gerardo DOTI, Scuola di Architettura e Design ‘Eduardo Vittoria’,
Univer-sità degli Studi di Camerino
Marina FUMO, Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale,
Uni-versità degli Studi di Napoli Federico II
Fabio MANGONE, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di
Napoli Federico II
Fatima MELIS, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Napoli
Federico II
Niroscia PAGANO, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
Andrea PANE, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Napoli Federico II
Angela PECORARIOMARTUCCI, Dipartimento di Ingegneria Civile, Design, Edilizia e Ambiente, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvi-telli
Amanda PIEZZO, PhD, Università degli Studi di Napoli Federico II
Giuseppe PIGNATELLI, PhD, Dipartimento di Lettere e Beni Culturali,
Uni-versità degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
Maria Chiara RAPALO, PhD, Università degli Studi di Napoli Federico II
-Université de Liège
Pasquale ROSSI, Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa
Silvia SUMMA, Politecnico di Torino
Damiana TRECCOZZI, Specialista SBAP, Università degli Studi di Napoli
Fe-derico II
Luigi VERONESE, PhD, Università degli Studi di Napoli Federico II
Roberto VIGLIOTTI, Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale,
Università degli Studi di Napoli Federico II
Mariarosaria VILLANI, PhD, Università degli Studi di Napoli Federico II
Massimo VISONE, Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Iconografia della
Città Europea, Università degli Studi di Napoli Federico II Alessandro VIVA, Politecnico di Torino
III - Paesaggi di rovine come criticità e risorsa
Serena AMODIO, Università degli Studi di Napoli Federico II
Carmela ARIANO, Soprintendenza Archivistica della Campania e della
Cala-bria
Maria Luce AROLDO, Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa
Gigliola AUSIELLO, Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale,
Università di Napoli Federico II
Chiara BARBIERI, PhD, Università degli Studi di Napoli Federico II
Alessandra BENINI, Archeologa subacquea
Adriana BERNIERI, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di
Napoli Federico II
Bruno BILLECI, Dipartimento di Architettura design e urbanistica di Alghero,
Università degli Studi di Sassari
Serena BOREA, PhD, Università degli Studi di Napoli Federico II
Matteo BORRIELLO, Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa
Antonella CANGELOSI, Dipartimento d’Architettura, Università degli Studi
di Palermo
Piergiulio CAPPELLETTI, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente
e delle Risorse, Università degli Studi di Napoli Federico II
Lucrezia CASCINI, Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e
l’Architet-tura, Università degli Studi di Napoli Federico II
Giuseppe Alberto CENTAURO, Dipartimento di Architettura, Università
degli Studi di Firenze
Luigi CICALA, Dipartimento di Studi Umanistici, Università degli Studi di
Napoli Federico II
Francesca COPPOLINO, Università degli Studi di Napoli Federico II
Silvia CRIALESI, Università di Roma Sapienza
Alberto DEBONIS, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e delle
Risorse, Università degli Studi di Napoli Federico II
Barbara DELPRETE, PhD, Università degli Studi di Napoli Federico II
Antonio DESIMONE, Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa Maria DESSÌ, Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica di Alghero,
Università degli Studi di Sassari Caterina DEVIVO, Made in Culture
Claudia DIBENEDETTO, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente
e delle Risorse, Università degli Studi di Napoli Federico II Ferdinando DIMARTINO, Università degli Studi di Napoli Federico II Bruna DIPALMA, Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali,
Con-siglio Nazionale delle Ricerche
Renata ESPOSITO, Dipartimento di Studi Umanistici, Università degli Studi
di Napoli Federico II
Giuseppe FEOLA, PhD, Università degli Studi di Napoli Federico II
Bianca FERRARA, Dipartimento di Studi Umanistici, Università degli Studi di Napoli Federico II
Nicola FLORA, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Napoli
Federico II
Domenico FORNARO, Ministero dei beni e delle attività culturali e del
turi-smo, Segretariato Regionale per il Molise
Costanza GIALANELLA, Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio della città metropolitana di Napoli
Sossio Fabio GRAZIANO, Dipartimento di Scienze della Terra,
dell’Am-buiente e delle Risorse, Università degli Studi di Napoli Federico II Giovanna GRECO, Università degli Studi di Napoli Federico II
Gervasio ILLIANO, Vrije Universiteit Amsterdam
Francesca IARUSSO, Università degli Studi di Napoli Federico II
Guido IANNONE, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di
Fi-renze
Raffaele LANDOLFO, Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e
l’Architet-tura, Università degli Studi di Napoli Federico II
Marianna MASCOLO, Specializzanda SBAP, Università degli Studi di Napoli
Federico II
Alessio MAZZA, Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa
Rossella MAZZA, Specializzanda SBAP Università degli Studi di Napoli
Fe-derico II
Carmine PELLEGRINO, Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale,
Università degli Studi di Salerno
Renata PICONE, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di
Na-poli Federico II
Francesco PORTIOLI, Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e
l’Archi-tettura, Università degli Studi di Napoli Federico II
Concetta RISPOLI, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e delle
Risorse, Università degli Studi di Napoli Federico II
Francesco RISPOLI, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di
Napoli Federico II
Umberto SANSONE, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo,
Direzione Generale Grande Progetto Pompei
Salvatore SESSA, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Na-poli Federico II
Arianna SPINOSA, Parco Archeologico di Pompei
Pierfrancesco TALAMO, Museo Archeologico dei Campi Flegrei, Castello di
Baia
Gianluca VITAGLIANO, Ministero dei beni e delle attività culturali e del tu-rismo, Direzione Generale Grande Progetto Pompei
IV - Beni mobili e beni immateriali come fattori di identità
Federico ALBANOLEONI, Dipartimento di Studi Umanistici, Università degli
Studi di Napoli Federico II
Maria AMODIO, Università degli Studi di Napoli Federico II
Gioconda CAFIERO, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di
Napoli Federico II
Sara CALDARONE, Università degli Studi di Napoli Federico II
Domenico CARRO, Ammiraglio
Ornella CIRILLO, Dipartimento di Ingegneria Civile, Design, Edilizia e
Am-biente, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli Concetta DAMIANI, Università degli Studi di Salerno
Francesca M. DOVETTO, Dipartimento di Studi Umanistici, Università degli
Studi di Napoli Federico II
Renata ESPOSITO, Università degli Studi di Napoli Federico II
Illuminata FAGA, Università degli Studi di Napoli Federico II
Stefania FEBBRARO, Università degli Studi di Napoli Federico II
Marialucia GIACCO, Dipartimento di Studi Umanistici, Università degli
Studi di Napoli Federico II
Giovanna GRECO, Università degli Studi di Napoli Federico II
Ewa KAWAMURA, Università di Tokyo
Riccardo LAURENZA, Università degli Studi di Napoli Federico II
Sara LONGOBARDI, Università degli Studi di Napoli Parthenope Claudia MIGNOLA, Università degli Studi di Napoli Parthenope
Elena MIRANDADEMARTINO, Università degli Studi di Napoli Federico II
Marina NICEFORO, Università degli Studi di Napoli Parthenope
Valeria PAGNINI, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di
Na-poli Federico II
Raffaella PAPPALARDO, Università degli Studi di Napoli Federico II
Raffaella PIEROBONBENOIT, Università degli Studi di Napoli Federico II
Lydia PUGLIESE, Università degli Studi di Napoli Federico II
Giorgio RUBERTI, Dipartimento di Studi Umanistici, Università degli Studi
di Napoli Federico II
Rosario SCADUTO, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Palermo
Rosanna SORNICOLA, Dipartimento di Filologia Moderna, Università degli
Studi di Napoli Federico II
Maria Luisa TARDUGNO, Dipartimento di Studi Umanistici, Università degli
Studi di Napoli Federico II
Jacopo VARCHETTA, Università degli Studi di Napoli Parthenope
Finito di stampare nel mese di ottobre 2017
Primo di due volumi indivisibili
Euro 150,00 (per i due volumi)
ISSN 2421 034X ISBN 978 88 99130 688
Bay of Naples. Integrated strategies for the conservation and fruition of the cultural landscape
The volumes contain the results of the multidisciplinary confrontation about The Bay of Naples. Integrated Strategies for the Conservation and the use of Cultural Landscape.
The Bay of Naples, whose image is celebrated all over the world through numerous old pictures, photographs and paintings, is a real paradigm of natural and cultural landscape in the collective historical imagery. Its resources and criticalities, physical connotations and immaterial expressions – related to the most ancient roots of a world that had its development and extraordinary history in the Mediterranean – have been here analysed.
The multidisciplinary collection is composed of two volumes: the first one concerns different disciplinary fields, such as nature, geography and history, urbanism, architecture, archaeology, and different forms of cultural production. The second books treats interpretative topics related to the cultural landscape, investigating their nature and dec-linations from the viewpoint of the bay enhancement.
In the two volumes, heterogeneity and richness meld blend together and it is hoped to have reached a knowledge and interpretative state hopefully harbinger of methodological approaches, aware of the resources and the complexity of their management.
I volumi contengono i risultati di un confronto tra studiosi ed esperti di discipline umanistiche e scientifiche sul tema della Baia di Napoli. Strategie Integrate per la Conservazione e la Fruizione del Paesaggio Culturale.
Della Baia di Napoli, la cui immagine è celebrata in tutto il mondo attraverso innumerevoli vedute, fotografie, dipinti, fino a farne diventare un paradigma di paesaggio culturale nell’immaginario storico collettivo, sono state indagate risorse e criticità, connotazioni fisiche ed espressioni immateriali, afferenti alle radici culturali più antiche del mondo che ha avuto nel Mediterraneo il suo straordinario svolgimento.
La raccolta pluridisciplinare trova posto nei due volumi: il primo riguarda diversi ambiti tematici, dalla natura alla geostoria, dall’urbanistica e l’architettura all’archeologia, fino alle diverse forme di espressione culturale.
Il secondo volume accoglie le questioni interpretative del paesaggio culturale, indagandone natura e declinazioni in un’ottica di valorizzazione.
Eterogeneità e ricchezza trovano una fusione dei due tomi oggetto di questa corposa pubblicazione con cui si spera di avere raggiunto uno stato conoscitivo ed interpretativo foriero di approcci metodologici consapevoli delle risorse e della complessità della loro gestione.