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Academic year: 2021

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(1)

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SESSIONE SUPPLETIVA – 2018 -

PROBLEMA 2

π‘“π‘˜(π‘₯) = π‘˜ βˆ™ ln(π‘₯) 𝑒 π‘”π‘˜(π‘₯) = 𝑒 π‘₯

π‘˜ , π‘˜ > 0

1)

L’inversa di 𝑦 = π‘˜ βˆ™ ln(π‘₯) si ottiene nel seguente modo:

𝑦 π‘˜= ln(π‘₯), 𝑒 𝑦 π‘˜ = π‘₯, π‘‘π‘Ž 𝑐𝑒𝑖, π‘ π‘π‘Žπ‘šπ‘π‘–π‘Žπ‘›π‘‘π‘œ π‘₯ π‘π‘œπ‘› 𝑦, 𝑦 = π‘”π‘˜(π‘₯) = 𝑒 π‘₯ π‘˜ Quindi l’inversa di π‘“π‘˜ Γ¨ π‘”π‘˜ 𝑒 π‘£π‘–π‘π‘’π‘£π‘’π‘Ÿπ‘ π‘Ž.

Ricordiamo che in generale, dette 𝑓 𝑒𝑑 π‘“βˆ’1 due funzioni una inversa dell’altra si ha: 𝑓 ∘ π‘“βˆ’1= π‘“βˆ’1∘ 𝑓 = 𝑖 , π‘’π‘ π‘ π‘’π‘›π‘‘π‘œ 𝑖 π‘™π‘Ž π‘“π‘’π‘›π‘§π‘–π‘œπ‘›π‘’ 𝑖𝑑𝑒𝑛𝑑𝑖𝑑à 𝑑𝑖 π‘’π‘žπ‘’π‘Žπ‘§π‘–π‘œπ‘›π‘’ 𝑦 = π‘₯

Verifichiamolo direttamente nel caso richiesto. π‘Ž(π‘₯) = π‘“π‘˜(π‘”π‘˜(π‘₯)) = π‘˜ βˆ™ ln (𝑒π‘₯π‘˜) = π‘˜ βˆ™π‘₯ π‘˜= π‘₯,βˆ€π‘₯ ∈ 𝑅 𝑏(π‘₯) = π‘”π‘˜(π‘“π‘˜(π‘₯)) = π‘’π‘˜βˆ™ln(π‘₯)π‘˜ = 𝑒ln(π‘₯)= π‘₯,π‘₯ > 0 Quindi: π‘Ž(π‘₯) = 𝑏(π‘₯) π‘ π‘œπ‘™π‘œ π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ > 0

2)

π‘Ÿ: 𝑦 = π‘₯ , 𝑓2(π‘₯) = 2 ln(π‘₯) , 𝐹2 π‘”π‘Ÿπ‘Žπ‘“π‘–π‘π‘œ 𝑑𝑖 𝑓2 , 𝑠2 π‘π‘Žπ‘Ÿπ‘Žπ‘™π‘™π‘’π‘™π‘Ž π‘Žπ‘‘ π‘Ÿ 𝑒 π‘‘π‘Žπ‘›π‘”π‘’π‘›π‘‘π‘’ π‘Ž 𝐹2 La retta 𝑠2 ha equazione del tipo: 𝑦 = π‘₯ + π‘ž = 𝑔(π‘₯) ed tangente ad 𝐹2 se:

{2 ln(π‘₯) = π‘₯ + π‘ž 𝑓2β€²(π‘₯) = 𝑔′(π‘₯) , { 2 ln(π‘₯) = π‘₯ + π‘ž 2 π‘₯= 1 , π‘₯ = 2 , {π‘ž = 2 ln(2) βˆ’ 2 π‘₯ = 2 Quindi 𝑠2 ha equazione: 𝑦 = π‘₯ + 2 ln(2) βˆ’ 2 N.B. Il punto di tangenza Γ¨ 𝐴 = (2; 2 ln(2)). π‘Ÿ: 𝑦 = π‘₯ , 𝑔2(π‘₯) = 𝑒 π‘₯ 2 , 𝐺2 π‘”π‘Ÿπ‘Žπ‘“π‘–π‘π‘œ 𝑑𝑖 𝑔2 , 𝑑2 π‘π‘Žπ‘Ÿπ‘Žπ‘™π‘™π‘’π‘™π‘Ž π‘Žπ‘‘ π‘Ÿ 𝑒 π‘‘π‘Žπ‘›π‘”π‘’π‘›π‘‘π‘’ π‘Ž 𝐺2

(2)

grafici di una funzione e della sua inversa sono simmetrici rispetto alla retta y=x, la retta 𝑑2 sarΓ  simmetrica di 𝑠2 rispetto ad y=x, quindi la sua equazione si ottiene da quella di

𝑠2 scambiando la x con la y: π‘₯ = 𝑦 + 2 ln(2) βˆ’ 2 , π‘‘π‘Ž 𝑐𝑒𝑖: 𝑦 = π‘₯ + 2 βˆ’ ln(2): 𝑑2

Procedendo direttamente:

la retta 𝑑2 ha equazione del tipo: 𝑦 = π‘₯ + 𝑛 = β„Ž(π‘₯) ed tangente ad 𝐺2 se:

{ 𝑒 π‘₯ 2 = π‘₯ + 𝑛 𝑔2β€²(π‘₯) = β„Žβ€²(π‘₯) , { 𝑒π‘₯2 = π‘₯ + 𝑛 1 2𝑒 π‘₯ 2 = 1 , 𝑒 π‘₯ 2 = 2 ,π‘₯ 2 = ln(2) , π‘₯ = 2ln (2) , {𝑛 = 𝑒 π‘₯ 2βˆ’ π‘₯ π‘₯ = 2ln (2) = 2 βˆ’ 2ln (2) Quindi 𝑑2 ha equazione: 𝑦 = π‘₯ + 2 βˆ’ 2 ln(2) N.B. Il punto di tangenza Γ¨ 𝐴′ = (2ln (2); 2).

Rappresentiamo i grafici di 𝐹2, 𝐺2, 𝑠2 𝑒 𝑑2, osservando che il grafico di 𝑓2(π‘₯) = 2 ln(π‘₯) si ottiene da quello di 𝑦 = ln (π‘₯) mediante una dilatazione verticale di fattore 2 e che il grafico di 𝑔2(π‘₯) = 𝑒

π‘₯

2 si ottiene da quello di 𝑓2(π‘₯) = 2 ln(π‘₯) mediante una simmetria

rispetto alla retta 𝑦 = π‘₯.

La distanza minima tra un punto di 𝐹2 𝑒𝑑 𝑒𝑛 π‘π‘’π‘›π‘‘π‘œ 𝑑𝑖 𝐺2 equivale alla distanza fra le rette

𝑠2 𝑒 𝑑2, uguale alla distanza fra i punti di tangenza 𝐴 = (2; 2 ln(2)) 𝑒 𝐴′= (2 ln(2) ; 2):

𝑑(π‘šπ‘–π‘›π‘–π‘šπ‘Ž) = 𝐴𝐴′= √(2 βˆ’ 2 ln(2))2+ (2 ln(2) βˆ’ 2)2 = (2 βˆ’ 2 ln(2))√2 β‰… 0.87

3)

𝑓3(π‘₯) = 𝑔3(π‘₯) β‡’ 3 ln(π‘₯) = 𝑒π‘₯3 (βˆ—)

(3)

coincidono con le intersezioni di una di esse con la retta suddetta. Le soluzioni della (*) coincidono quindi con le soluzioni di: 3 ln(π‘₯) = π‘₯.

Rappresentiamo nello stesso piano cartesiano le curve di equazioni: 𝑦 = 3 ln(π‘₯) 𝑒 𝑦 = π‘₯. La seconda Γ¨ la bisettrice del primo e terzo quadrante, la prima si ottiene da 𝑦 = ln(π‘₯) mediante una dilatazione verticale di fattore 3.

Osserviamo per x<1 il grafico della retta Γ¨ sicuramente sopra il grafico della funzione logaritmica. Per x=e la retta ha ordinata 𝑒 mentre la funzione logaritmica ha ordinate 3, quindi le curve si intersecano in un punto di ascissa compresa fra 1 ed e. Per π‘₯ = 𝑒2 la

retta ha ordinata 𝑒2 mentre la funzione logaritmica ha ordinata 6; essendo 𝑒2 > 6 le due

curve si intersecano in un secondo punto di ascissa compresa fra 𝑒 𝑒𝑑 𝑒2.

L’equazione 𝑓3(π‘₯) = 𝑔3(π‘₯) possiede pertanto due soluzioni.

In base a quanto detto precedentemente, studiare le intersezioni tra curve πΉπ‘˜ 𝑒 πΊπ‘˜ equivale a studiare le intersezioni fra una di esse e la retta r di equazione 𝑦 = π‘₯ = π‘Ÿ(π‘₯). Vediamo quando πΉπ‘˜ 𝑒𝑑 π‘Ÿ sono tangenti (ricordiamo che x>0):

{π‘“π‘˜(π‘₯) = π‘Ÿ(π‘₯) π‘“π‘˜β€²(π‘₯) = π‘Ÿβ€²(π‘₯) ; { π‘˜ βˆ™ 𝑙𝑛(π‘₯) = π‘₯ π‘˜ π‘₯= 1 ; π‘˜ = π‘₯ ; {π‘₯ βˆ™ 𝑙𝑛(π‘₯) = π‘₯ π‘˜ = π‘₯ ; { ln(π‘₯) = 1; π‘₯ = 𝑒 π‘˜ = 𝑒 Quindi πΉπ‘˜ 𝑒𝑑 π‘Ÿ sono tangenti se π‘˜ = 𝑒. Punto di tangenza 𝐢 = (𝑒; 𝑒).

Siccome π‘“π‘˜(π‘₯) = π‘˜ βˆ™ 𝑙𝑛(π‘₯) si ottiene da 𝑦 = ln (π‘₯) con una deformazione verticale di rapporto k>0, per π‘˜ > 𝑒 πΉπ‘˜ taglia r in due punti distinti e per 0 < π‘˜ < 𝑒 πΉπ‘˜ non taglia r. In conclusione:

πΉπ‘˜ 𝑒 πΊπ‘˜ sono secanti (con due intersezioni) se π‘˜ > 𝑒 , sono disgiunti se 0 < π‘˜ < 𝑒 e tangenti se π‘˜ = 𝑒.

(4)

Rappresentiamo graficamente la situazione tra πΉπ‘˜ 𝑒𝑑 π‘Ÿ:

4)

𝐹𝑒: 𝑓𝑒(π‘₯) = 𝑒 ln(π‘₯) , 𝐺𝑒: 𝑔𝑒(π‘₯) = 𝑒 π‘₯ 𝑒

I loro grafici sono indicati in figura:

La regione A Γ¨ il quadrilatero mistilineo OBCD, con: 𝑂 = (0; 0), 𝐡 = (1; 0), 𝐢 = (𝑒; 𝑒), 𝐷 = (0; 1)

(5)

L’area di A Γ¨ il doppio dell’area della regione compresa fra l’asse y, la retta y=x e la curva 𝑔𝑒. Quindi: 𝐴 = 2 (∫ (𝑒π‘₯π‘’βˆ’ π‘₯) 𝑑π‘₯ 𝑒 0 ) = 2 [𝑒 βˆ™π‘’π‘₯π‘’βˆ’1 2π‘₯2]0 𝑒 = 2 (𝑒2βˆ’π‘’ 2 2 βˆ’ 𝑒) = (𝑒 2βˆ’ 2𝑒) 𝑒2β‰… 1.95 𝑒2

Calcoliamo ora il volume del solido ottenuto (per esempio) dalla rotazione di A attorno all’asse x (uguale a quello ottenuto dalla rotazione attorno all’asse y).

𝑉 = πœ‹ ∫ (𝑒π‘₯𝑒) 1 0 2 𝑑π‘₯ + πœ‹ ∫ [(𝑒π‘₯𝑒) 2 βˆ’ (𝑒 ln(π‘₯))2] 𝑒 1 𝑑π‘₯ = πœ‹ ∫ 𝑒2π‘₯𝑒 1 0 𝑑π‘₯ + πœ‹ ∫ 𝑒2π‘₯𝑒 𝑒 1 𝑑π‘₯ βˆ’ πœ‹π‘’2 ∫ ln2(π‘₯) 𝑒 1 𝑑π‘₯

Calcoliamo i seguenti integrali indefiniti: ∫ 𝑒2π‘₯𝑒 =𝑒 2 𝑒 2π‘₯ 𝑒 + π‘Ž ∫ ln2(π‘₯) 𝑑π‘₯ = β‹― π‘π‘’π‘Ÿ π‘π‘Žπ‘Ÿπ‘‘π‘– = ∫(π‘₯)β€²ln2(π‘₯) 𝑑π‘₯ = π‘₯𝑙𝑛2(π‘₯) βˆ’ ∫ π‘₯ βˆ™2 π‘₯ln(π‘₯) 𝑑π‘₯ = = π‘₯𝑙𝑛2(π‘₯) βˆ’ 2 ∫ ln(π‘₯) 𝑑π‘₯ = π‘₯𝑙𝑛2(π‘₯) βˆ’ 2 ∫(π‘₯)β€² ln(π‘₯) 𝑑π‘₯ = π‘₯𝑙𝑛2(π‘₯) βˆ’ 2 [π‘₯𝑙𝑛(π‘₯) βˆ’ ∫ π‘₯ βˆ™1 π‘₯𝑑π‘₯] = π‘₯𝑙𝑛2(π‘₯) βˆ’ 2[π‘₯𝑙𝑛(π‘₯) βˆ’ π‘₯] + 𝑏 = π‘₯(ln2(π‘₯) βˆ’ 2 ln(π‘₯) + 2) + 𝑏 Quindi: 𝑉 = πœ‹ ∫ 𝑒2π‘₯𝑒 1 0 𝑑π‘₯ + πœ‹ ∫ 𝑒2π‘₯𝑒 𝑒 1 𝑑π‘₯ βˆ’ πœ‹π‘’2 ∫ ln2(π‘₯) 𝑒 1 𝑑π‘₯ = = πœ‹ [𝑒 2 𝑒 2π‘₯ 𝑒] 0 1 + πœ‹ [𝑒 2 𝑒 2π‘₯ 𝑒] 1 𝑒 βˆ’ πœ‹π‘’2[π‘₯(ln2(π‘₯)βˆ’ 2 ln(π‘₯)+ 2)] 1 𝑒 = = πœ‹ (𝑒 2 𝑒 2 π‘’βˆ’π‘’ 2) + πœ‹ ( 𝑒 2𝑒 2βˆ’π‘’ 2𝑒 2 𝑒) βˆ’ πœ‹π‘’2(𝑒 βˆ’ 2) =πœ‹π‘’ 2 (βˆ’π‘’ 2βˆ’ 1 + 4𝑒) 𝑒3β‰… 10.607 𝑒3= 𝑉

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