• Non ci sono risultati.

Paolo Trionfini, La laicità della CISL. Autonomia e unità sindacale negli anni Sessanta

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Paolo Trionfini, La laicità della CISL. Autonomia e unità sindacale negli anni Sessanta"

Copied!
4
0
0

Testo completo

(1)

! ! ! ! This%is%an%author%version%of%the%contribution%published%on:" Questa"è"la"versione"dell’autore"dell’opera:" " Marta!Margotti,!recensione!a:!Paolo!Trionfini,!La"laicità"della"CISL."Autonomia"e" unità"sindacale"negli"anni"Sessanta,! in!«Impegno»,!2015,!n.!1,!pp.!122=124! !

(2)

Paolo Trionfini, La laicità della CISL. Autonomia e unità sindacale negli anni Sessanta, Morcelliana, Brescia 2014, pp. 538

Osservare la storia della CISL negli anni Sessanta permette di considerare a distanza ravvicinata alcune delle di-namiche che provocarono la trasfor-mazione dei rapporti di forza all’interno dei luoghi di lavoro e, in modo più ampio, alimentarono la metamorfosi di gran parte della so-cietà italiana. Il libro di Paolo Trion-fini, costruito sull’analisi di una massa rilevantissima di documenti d’archi-vio, di fonti giornalistiche e di testi-monianze dei protagonisti, offre alcune chiavi di lettura indispensabili per orientarsi in una trama di vicende resa intricata non soltanto dalla mol-teplicità di luoghi e di attori coinvolti, ma pure dalle diverse finalità che muovevano le strategie delle varie componenti del sindacato fondato da Giulio Pastore nel 1950.

L’unità sindacale e l’autonomia dai condizionamenti dei partiti – temi costanti nella riflessione cislina, già presenti nella proposta di «sindacato nuovo» maturata nella scissione dalla CGIL – entrarono in forte tensione dalla fine degli anni Cinquanta anche per l’emersione di contrastanti sensi-bilità all’interno del gruppo dirigente

e negli organismi periferici dell’orga-nizzazione dei lavoratori. Nel corso del decennio successivo, infatti, l’in-tensificarsi delle migrazioni dal nord al sud dell’Italia, il passaggio dal boom ai primi segnali di crisi economica, l’incalzante protagonismo dei giovani, la richiesta di maggiore partecipa-zione politica, le speranze e le delu-sioni che accompagnarono la formazione dei primi governi di cen-trosinistra impressero all’azione della CISL un’andatura oscillante. Da un lato, si continuavano a esaltare le ca-pacità del suo progetto sindacale di correggere le distorsioni più vistose del sistema capitalistico, seguendo la via della contrattazione integrativa aziendale. Dall’altro lato, di fronte alla crescente conflittualità sociale e alle richieste di maggiore mobilita-zione provenienti dai propri iscritti, si stava definendo una linea di azione sindacale che non temeva di affron-tare il conflitto di fabbrica in nome di una militanza attivamente impegnata a fianco delle lotte operaie.

Come sottolinea opportunamente Trionfini, fu la generazione dei sinda-calisti più giovani, formatisi soprat-tutto nella Federazione italiana metalmeccanici e nei contesti più di-namici dell’Italia industriale, a impri-mere una certa linea di discontinuità nell’elaborazione teorica e nelle linee

(3)

di azione della CISL. All’inizio degli anni Sessanta, la percezione delle ten-sioni che si stavano accumulando in fabbrica a causa della rigida organiz-zazione del lavoro e del mancato ade-guamento dei salari all’aumentata produttività provocò un ripensa-mento dei tradizionali capisaldi del-l’azione cislina, che si combinò alla volontà di accelerare il ricambio ge-nerazionale all’interno del sindacato. L’unità sindacale, concepita dalla “prima generazione” soprattutto come «unità democratica» dei lavora-tori accomunati dal rifiuto delle ideo-logie totalitarie e dalla sostanziale accettazione del sistema capitalistico, fu interpretata dai dirigenti più

gio-vani come un traguardo da raggiun-gere attraverso la convergenza – sep-pur condizionata – con le altre forze sindacali, relativizzando la pregiudi-ziale antisocialista. Allo stesso tempo, l’autonomia della CISL, pur conser-vando i presupposti originari legati a una visione laica e aconfessionale dell’azione sindacale, fu tradotta dai militanti che stavano animando il di-battito intorno alla “nuova FIM” in una pressante richiesta di distinzione tra ruoli dirigenti nel sindacato e quelli nei partiti (e segnatamente nella DC). Quanto si trattasse di esigenze condivise, almeno parzialmente, da altre componenti della CISL è mo-strato dalla graduale affermazione della leadership di Luigi Macario, con-siderata in grado di favorire il cambia-mento delle relazioni con il padronato, di promuovere il protago-nismo dei lavoratori, di ripensare il rapporto con la Democrazia Cristiana e, alla fine, di rinnovare complessiva-mente il sindacato.

Come documenta in modo puntuale Paolo Trionfini, nel corso degli anni Sessanta si assistette, all’«innesto pro-gressivo sia negli organismi centrali, sia nelle strutture periferiche delle giovani leve cattoliche, che rispetto ai “padri fondatori”, più peraltro a li-vello culturale che non politico, si presentavano con un profilo più

(4)

riegato nei riferimenti di fondo» (p. 63). Non è possibile individuare una uniforme figliazione tra la formazione di questi militanti cislini e le “inquie-tudini” espresse da quei gruppi mino-ritari del cattolicesimo italiano che si richiamavano, in vario modo, alle ri-flessioni di don Primo Mazzolari e alle esperienze di don Lorenzo Mi-lani, come pure alle proposte dei ge-suiti del San Fedele di Milano e agli impulsi provenienti dalla rivista «Te-stimonianze» di padre Ernesto Bal-ducci. È però evidente quanto le esigenze di giustizia sociale interpre-tate dalle nuove leve del sindacato (come anche i mutamenti intervenuti negli stessi anni nelle ACLI) trovas-sero alimento nelle suggestioni che at-traversarono il cattolicesimo italiano già negli anni Cinquanta e che pro-ruppero in modo spesso incontenibile nella stagione del Concilio vaticano II e poi con la contestazione giovanile. Negli anni Sessanta, si assistette alla definizione di una nuova «laicità della CISL», esito sia della militanza matu-rata collettivamente da molti sindaca-listi attraverso la partecipazione alle manifestazioni operaie, sia di elabora-zioni teoriche che fondevano, nello stesso crogiuolo, riferimenti alla dot-trina sociale cattolica, influenze labu-riste di stampo anglosassone e sfumati richiami di intonazione socialista. Lo

sviluppo delle scelte della CISL – ra-pido e spesso imprevisto – ricostruito nel libro di Trionfini può essere letto come una cartina di tornasole in grado di misurare l’intensità dei cam-biamenti e le fratture lungo cui si di-sarticolò il rapporto tra istituzioni e società nell’Italia del dopoguerra. At-traversare quelle vicende rappresentò, per molti sindacalisti, l’occasione per sperimentare nuovi strumenti per af-frontare il conflitto nelle fabbriche e per tentare di superare la persistente irrilevanza dei lavoratori nelle scelte che governavano il Paese.

Marta Margotti

Riferimenti

Documenti correlati

appearance of the broad yellow luminescence (YL) band. At the highest concentration, the quenching phenomenon was attributed to the ET process between Er and defect centers.

In particular, these structures are interpreted as transpressive structures related to lower depth SW and NE-dipping high-angle reverse faults and up-thrusts (positive

Patients with mixed cryoglobulinemia without autoimmune thyroiditis (MCo) have serum CXCL9 levels significantly (*) higher than control subjects without thyroiditis (Ctrl

In order to define a protocol to maintenance it was necessary to understand the possible common needs of every parts (3D objects). The two tables in Figure 5 have a

Lo scopo di questa ricerca è quello di valutare la variazione della forza isometrica massima di propulsione del mezzo di gara senza (NR) e con (R) l’utilizzo della racchetta

Monte Carlo simulation for a sample which was 30 times greater than the data, and the background was estimated to be less than 0.01 events in the signal region;. (3)

Luciano, nel pieno rispetto della tradizione, epico-tragica ma anche comica (si pensi al per- sonaggio degli Uccelli, in cui Aristofane, creando un ideale seguito al racconto

Thirty-two trace elements were examined in the tree rings of downy oak to evaluate the pollution levels close to a cement plant isolated in a rural context and an industrial area