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Rintracciabilità dei prodotti di origine animale mediante marcatori molecolari specie-specifici

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RINTRACCIABILITADEIPRODOTTIDIORiGINEA}IIMALE

MEDIANTE

MARCATORI MOLECOLARI SPECIE-SPECIFICI

Alfredo Pauciullol,

LetiziaColimoro', Andrea Mancusi" Annalisa D'Avino" Ciro

lorio',

Daniela Gallo', Gianfranco Cosenza'

iDipartimento

di

Scienze Zootecniche ed Ispezione degli Alimenti

Introduzione:

Il

tema della rintracciabilità dei prodotti

di

origine animale nasce in seguito

allo

scandalo

BSE (Bovine

spongiform Encephalopaty)' L',obiettivo della

riÀr.u

è stato quello di individuare un marcatore molecolare per la messa a punto di un protocollo

di

analisi qualitativa per

la

rintracciabilità dei prodotti

di

origine ani-mele.

Nlateriali

e

Metodi:

Il

DNA è stato estratto da campioni individuali

di

sangue e

pro-dotti carnei commerciali

di

specie

di

interesse zootecnico (bovini, bufali e ovi-capri-ni).

I

primer per le reazioni aì

pCn

e sequenziamento sono stati disegnati sulla regio-ne 5,àel

g.n"

d"ll'l"ttoalbumina

(IALBA)

delle diverse specie di ruminanti in esame'

Risultati É discussioni. Dalle analisi delle sequenze disponibili

in EMBL

e

di

quelle ottenute dal sequenziamento diretto del promoter del gene

LALBA

è stato individua-to un marcatore, una sequenza SINE, che da dati

di

tipizzazione è risultata monomor-fa intraspecie e variabile per dimensioni tra le specie. Pertanto tale marcatore si è rive-lato particolarmente idoneo quale strumento di identificazione specie-specifico,

infat-ti.

il

SINE, che nella specie

bovina

silocalizza tra

i

nt

-1441

l-791 (EMBL

acc'no' M90645) è

in

grado

di

discriminare, nelle miscele

di

carne o latte, la contemporanea presenza di una componente bovina, bufalina, ovina e caprina'

^Con

I'impiego

di

un'unica coppia

di

primer

(-1a5'

forward:

5'-GCTCAGGTTCA-GAATCTTGTTT-3', tstu63 1 09

ì"r".r"'

5'-CTCAGAGTAGGCCACAGAAGGT-3'), è stato verificato che ciascuna specie produce uno specifico prodotto

di

amplificazio-ne,

le cui

dimensioni sono

di

SlO, SAO, 640 e150 bp, rispettivamente per

la

specie bovina, bufalina, caprina e ovina. Tale metodica consente di discriminare nelle

misce-le di latte e carne la presenza di una o più delle specie prese in esame'

Conclusioni:

I

risuttati del lavoro rappresentano un valido strumento per

la

indivi-duazione negli alimenti della contemporanea presenza delle principali quattro specie

di ruminanti di interesse zootecnico. Data l'elevata sensibitità del metodo e la

possibi-lità di analizzare anche prodotti alirnentari processati, tale metodica risulta di

notevo-le aiuto alnotevo-le attività ispàttive per la rilevazione

di

adulterazioni lungo tutta la filiera alimentare, garantendo al consumatore la massima trasparenza sui prodotti.

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