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Introduzione La capacità di individuare, valutare e gestire i rischi è sempre più percepita dalle imprese finanziarie come uno dei principali fattori che concorre a preservare il valore

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Academic year: 2021

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Introduzione

La capacità di individuare, valutare e gestire i rischi è sempre più percepita dalle imprese finanziarie come uno dei principali fattori che concorre a preservare il valore dell’azienda e la sua capacità di operare profittevolmente.

Tuttavia, la crisi finanziaria del 2007 ha messo in luce diffuse carenze nel processo di

assunzione, gestione e controllo dei rischi di molti intermediari e per questo le modalità con cui gli operatori finanziari dovrebbero gestire i rischi sono state oggetto di attenta

analisi da parte delle autorità, sia sul piano regolamentare sia su quello delle migliori pratiche di mercato.

In particolare, la gravità delle perdite subite durante la crisi da numerose banche attive su scala internazionale ha spinto il Comitato di Basilea a rivedere e rafforzare la risk

coverage del framework relativo al trattamento prudenziale dei rischi previsto da

Basilea 2. La nuova disciplina, denominata Basilea 3, è stata recepita a livello comunitario dalla Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) e dal Regolamento n. 575/2013 (CRR). In Italia, le nuove disposizioni regolamentari sono state recepite dalla Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 di Banca d’Italia, la cui normativa è entrata in vigore l’1 gennaio 2014.

Nel presente lavoro di tesi verranno analizzati in modo particolare solamente due rischi: rischio di mercato e rischio di controparte.

Nel primo capitolo, dopo aver definito i due rischi ed analizzato le relative tecniche di misurazione utilizzate dall’industria bancaria, mettendo in risalto pregi e difetti di ognuna, vengono presentati alcuni studi tratti dalla letteratura accademica quali la valutazione dei modelli VaR per il rischio di mercato e le problematiche relative all’introduzione di una controparte centrale (CCP) per la riduzione del rischio di controparte.

Nel secondo capitolo, dopo aver ripercorso brevemente la normativa regolamentare prevista da Basilea 2 ed aver analizzato gli effetti che la crisi finanziaria del 2007 ha avuto sul trattamento prudenziale dei rischi di mercato, ci si sofferma sulle novità previste dalla Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 di Banca d’Italia, che recepisce le nuove disposizioni regolamentari previste dalla nuova CRD IV. Nello specifico si pone particolare attenzione ai modelli interni: Stressed VaR (SVaR), Incremental Risk Charge (IRC) e All Price Risk (APR). Inoltre, viene presentata un’analisi relativa al secondo

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documento consultivo del Comitato di Basilea, rilasciato nell’ottobre 2013, in materia di trading book, nel quale lo stesso Comitato stabilisce una serie di misure specifiche per migliorare il calcolo dei requisiti patrimoniali del portafoglio di negoziazione. Le proposte presentate riflettono l’obiettivo generale del Comitato di progettare un nuovo

framework normativo che affronti e sia in grado di porre rimedio alle carenze nella

misurazione dei rischi di mercato.

Nel terzo capitolo, in linea con il capitolo precedente, viene dapprima analizzato il trattamento prudenziale del rischio di controparte previsto da Basilea 2 e poi le novità regolamentari previste dalla nuova Circolare n. 285/2013 di Banca d’Italia. In particolare ci si sofferma su: Epe effettiva con parametri basati su ipotesi di stress,

Credit Valuation Adjustmen (CVA), Wrong Way Risk (WWR), Asset Value Correlation

(AVC), periodo di adeguamento dei margini di garanzia, promozione delle Controparti Centrali (CCP). Nella parte finale, si mostra come il rischio di controparte possa essere ridotto attraverso una serie di strumenti operativi quali: accordi di compensazione bilaterale (netting) e margini di garanzia (collateral management).

Nel quarto ed ultimo capitolo, vengono analizzati gli impatti gestionali che le nuove regole avranno sugli intermediari bancari. In particolare, nella prima parte del capitolo, viene proposta una stima preliminare relativa alla variazione nelle attività ponderate per i rischi di mercato (mRWA) fra banche diverse e vengono sottolineati gli aspetti degli standard di Basilea che contribuiscono a tale variazione. Nella seconda parte, non avendo a disposizione alcuna stima relativa all’impatto che i nuovi requisiti previsti dallo schema “Basilea 3” avranno sui capital requirements per il rischio di controparte, vengono riportate alcune innovazioni operative che le banche stanno adottando per giungere ad un’efficace misurazione del rischio in esame. In particolare, al fine di ottimizzare la misurazione di rischi e requisiti patrimoniali conseguenti, le nuove norme incentivano l’implementazione di un modello interno per il calcolo del CVA e l’istituzione di un CVA desk, presso cui centralizzare la gestione del rischio di rettifiche di valore della componente creditizia (Credit Valuation Adjustment, CVA). Infine, viene fatta una rassegna di ciò che i cinque principali gruppi bancari italiani (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi, UBI Banca e Banco Popolare) hanno fatto e stanno facendo, a livello gestionale, per conformarsi a quanto previsto dalle nuove regole di Basilea 3, in merito al rischio di mercato e di controparte. Un’analisi più dettagliata è riservata al gruppo Unicredit, per il quale è stato possibile avere una testimonianza diretta avvenuta tramite intervista.

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